Il due testimoni

APOCALISSE 11:1-4

 

Poi mi fu data una canna simile a una verga; e mi fu detto: «Àlzati e misura il tempio di Dio e l'altare e conta quelli che vi adorano; ma il cortile esterno del tempio, lascialo da parte, e non lo misurare, perché è stato dato alle nazioni, le quali calpesteranno la città santa per quarantadue mesi.

Io concederò ai miei due testimoni di profetizzare, ed essi profetizzeranno vestiti di sacco per milleduecentosessanta giorni.

Questi sono i due olivi e i due candelabri che stanno davanti al Signore della terra.

Se qualcuno vorrà far loro del male, un fuoco uscirà dalla loro bocca e divorerà i loro nemici; e se qualcuno vorrà offenderli bisogna che sia ucciso in questa maniera.

Essi hanno il potere di chiudere il cielo affinché non cada pioggia, durante i giorni della loro profezia. Hanno pure il potere di mutare l'acqua in sangue e di percuotere la terra con qualsiasi flagello, quante volte vorranno.

E quando avranno terminato la loro testimonianza, la bestia che sale dall'abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà.

I loro cadaveri giaceranno sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sodoma ed Egitto, dove anche il loro Signore è stato crocifisso.

Gli uomini dei vari popoli e tribù e lingue e nazioni vedranno i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non lasceranno che siano posti in sepolcri.

Gli abitanti della terra si rallegreranno di loro e faranno festa e si manderanno regali gli uni agli altri, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra.

Ma dopo tre giorni e mezzo uno spirito di vita procedente da Dio entrò in loro; essi si alzarono in piedi e grande spavento cadde su quelli che li videro.

Ed essi udirono una voce potente che dal cielo diceva loro: «Salite quassù».

Essi salirono al cielo in una nube e i loro nemici li videro.

In quell'ora ci fu un gran terremoto e la decima parte della città crollò e settemila persone furono uccise nel terremoto; e i superstiti furono spaventati e diedero gloria al Dio del cielo.

Il secondo «guai» è passato; ma ecco, il terzo «guai» verrà presto.

 

Proprio come avvenne ai tempi di Lot a Sodoma, Dio invierà due testimoni per “verificare” lo stato di immoralità che giunge a Lui come un grido, prima di eseguire il giudizio!

A tale proposito si consiglia vivamente la lettura di Genesi 18 e 19.

 

1 Poi mi fu data una canna simile a una verga e mi fu detto; Lèvati e misura il tempio di Dio e l'altare e novera quelli che vi adorano;

Nel capitolo 10 abbiamo visto che “una voce” dal cielo impartisce l’ordine a Giovanni di divorare il libretto che ha l’angelo in mano, e quest’ultimo dice a Giovanni che è necessario profetizzare ancora sopra molti popoli, nazioni lingue e re.

Non è nominato colui che dà quest'ordine, ma da Apocalisse 11:3 (ai miei due testimoni) sembra sia Cristo stesso.

Lèvati è il modo usuale ebraico di chiamare uno ad una data attività.

Il tempio che sta davanti a Giovanni è simile a quello distrutto da Tito, composto cioè di un edificio ch'è il tempio propriamente detto (greco: naoV) e dei cortili che lo circondavano.

L'insieme dei recinti sacri compreso l'edificio vien detto nel greco: il 'luogo sacro' ('ieron tradotto di solito con la stessa parola: tempio).

Nel santuario israelitico c'erano due altari: quello d'oro pei profumi, nel Luogo Santo, e quello di rame assai più grande per gli olocausti, situato nel cortile davanti all'edificio.

Qui si parla di un solo altare che sarebbe il primo secondo gli uni, il secondo a mente di altri.

Le probabilità sono per l'altar dei profumi, perché Giovanni deve tralasciare «il cortile ch'è fuori dell'edificio del tempio».

Quello che possiamo capire da questo versetto è che al tempo delle sette trombe ci sarà nuovamente il tempio di Gerusalemme.

 

Deve anche 'misurare' (lett.), cioè annoverare quelli che adorano nel tempio.

Secondo la legge antica, nel Luogo santo non entravano che i sacerdoti, mentre il popolo non poteva neanche stare nel primo cortile.

Il tempio contemplato da Giovanni è un tempio ideale o meglio spirituale in cui i vari adoratori sono tutti sacerdoti e offrono a Dio le loro preghiere per mezzo del loro unico Mediatore celeste Gesù Cristo (1 Pietro 2:5; 1 Corinzi 3:16).

Questi adoratori che si accostano a Dio in comunione vivente e personale rappresentano il vero Israele di Dio, la Chiesa invisibile degli eletti; sono le pietre vive dell'edificio spirituale fondato sopra Cristo e che non può esser distrutto.

Il misurare può avere in vista scopi diversi: si misura quando si vuol avere o dare una idea esatta di una costruzione, questo è il caso che ci rimanda all’ordine impartito al profeta Ezechiele o al profeta Zaccaria:

“In una visione divina mi trasportò là e mi posò sopra un monte altissimo sul quale stava, dal lato di mezzogiorno, come la costruzione d'una città.

Egli mi condusse là, ed ecco che c'era un uomo il cui aspetto era come l'aspetto del bronzo; aveva in mano una corda di lino e una canna per misurare; egli stava in piedi sulla porta. Quell'uomo mi disse: «Figlio d'uomo, apri gli occhi e guarda, porgi l'orecchio e ascolta, sta' attento a tutte le cose che io ti mostrerò; poiché tu sei stato condotto qua perché io te le mostri. Riferisci alla casa d'Israele tutto quello che vedrai».

Ed ecco, un muro esterno circondava la casa tutt'intorno.

L'uomo aveva in mano una canna per misurare, lunga sei cubiti, di un cubito e un palmo ciascuno. Egli misurò la larghezza del muro; era una canna; l'altezza era una canna.” (Ezechiele 40:2-5)

”Poi alzai gli occhi, guardai, ed ecco un uomo che aveva in mano una corda per misurare. Chiesi: «Dove vai?»

Egli mi rispose: «Vado a misurare Gerusalemme, per vedere qual è la sua larghezza e quale la sua lunghezza».

Ed ecco, l'angelo che parlava con me si fece avanti e un altro gli andò incontro e gli disse: «Corri, parla a quel giovane e digli: "Gerusalemme sarà abitata come una città senza mura, tanta sarà la quantità di gente e di bestiame che si troverà in mezzo a essa.

Io", dice il SIGNORE, "sarò per lei un muro di fuoco tutto intorno, e sarò la sua gloria in mezzo a lei". (Zaccaria 2:1-5)

Si misura quando si tratta di edificare, si misura quando si vuol determinare quel che ha da essere demolita o distrutto e si misura pure per fissare i limiti di ciò che ha da esser conservato:

“Egli mi fece vedere questo: Il Signore stava sopra un muro e aveva in mano un filo a piombo. Il SIGNORE mi disse: «Amos, che cosa vedi?» Io risposi: «Un filo a piombo».

E il Signore disse: «Ecco, io metto il filo a piombo in mezzo al mio popolo, Israele; io non lo risparmierò più; saranno devastati gli alti luoghi d'Isacco, i santuari d'Israele saranno distrutti, e io mi leverò con la spada contro la casa di Geroboamo». (Amos 7:7-9)

E questo lo scopo del misurare ordinato a Giovanni in quanto quel ch'è lasciato fuori è abbandonato alle genti, ma a differenza dei profeti dell’Antico Testamento, Giovanni non vede nessuno che deve misurare, è chiamato egli stesso a svolgere questo compito.

Gesù parlò di questi avvenimenti alla fine dei Suoi giorni terrestri, proprio quando era con i Suoi discepoli a Gerusalemme, prima nel tempio e poi sul monte degli ulivi, luogo del Suo ritorno in gloria:

“Alcuni gli fecero notare come il tempio fosse adorno di belle pietre e di doni votivi, ed egli disse:

 «Verranno giorni in cui di tutte queste cose che voi ammirate non sarà lasciata pietra su pietra che non sia diroccata».

Essi gli domandarono: «Maestro, quando avverranno dunque queste cose? E quale sarà il segno che tutte queste cose stanno per compiersi?»

Egli disse: «Guardate di non farvi ingannare; perché molti verranno in nome mio, dicendo: "Sono io"; e: "Il tempo è vicino".

Non andate dietro a loro.

Quando sentirete parlare di guerre e di sommosse, non siate spaventati; perché bisogna che queste cose avvengano prima; ma la fine non verrà subito».

Allora disse loro: «Insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno grandi terremoti, e in vari luoghi pestilenze e carestie; vi saranno fenomeni spaventosi e grandi segni dal cielo.

Ma prima di tutte queste cose, vi metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno consegnandovi alle sinagoghe, e mettendovi in prigione, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Ma ciò vi darà occasione di rendere testimonianza.

Mettetevi dunque in cuore di non premeditare come rispondere a vostra difesa, perché io vi darò una parola e una sapienza alle quali tutti i vostri avversari non potranno opporsi né contraddire.

Voi sarete traditi perfino da genitori, fratelli, parenti e amici; faranno morire parecchi di voi; e sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma neppure un capello del vostro capo perirà. Con la vostra costanza salverete le vostre vite.

«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina.

Allora quelli che sono in Giudea, fuggano sui monti; e quelli che sono in città, se ne allontanino; e quelli che sono nella campagna non entrino nella città.

Perché quelli sono giorni di vendetta, affinché si adempia tutto quello che è stato scritto. Guai alle donne che saranno incinte, e a quelle che allatteranno in quei giorni! Perché vi sarà grande calamità nel paese e ira su questo popolo.

Cadranno sotto il taglio della spada, e saranno condotti prigionieri fra tutti i popoli; e Gerusalemme sarà calpestata dai popoli, finché i tempi delle nazioni siano compiuti.

Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra, angoscia delle nazioni, spaventate dal rimbombo del mare e delle onde; gli uomini verranno meno per la paurosa attesa di quello che starà per accadere al mondo; poiché le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole con potenza e gloria grande.

Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina».

Disse loro una parabola: «Guardate il fico e tutti gli alberi; quando cominciano a germogliare, voi, guardando, riconoscete da voi stessi che l'estate è ormai vicina.

Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità vi dico che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

Badate a voi stessi, perché i vostri cuori non siano intorpiditi da stravizio, da ubriachezza, dalle ansiose preoccupazioni di questa vita e che quel giorno non vi venga addosso all'improvviso come un laccio; perché verrà sopra tutti quelli che abitano su tutta la terra.

Vegliate dunque, pregando in ogni momento, affinché siate in grado di scampare a tutte queste cose che stanno per venire, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo». (Luca 21:5-36)

 

2 ma tralascia (lett. getta fuori s'intende: escludi dalla tua misura, ma l'espressione fa pensare alla 'reiezione' che colpisce coloro che son qui raffigurati) il cortile ch'è fuori del tempio, e non lo misurare, perché esso è dato ai Gentili, e questi calpesteranno la santa città per quarantadue mesi.

Il cortile esterno è considerato come profano ed è l'emblema dell'Israele carnale, della Chiesa visibile invasa e corrotta dal mondo nella gran maggioranza dei suoi membri, i quali non adorano Dio in spirito e verità, non sono più il popolo santo che serve il Signore, non sono più 'la santa città' ove Dio è glorificato; ma sono la città calpestata dai Gentili, la Chiesa mondanizzata.

Trascinati dallo spirito d'apostasia e di empietà questi falsi cristiani giungeranno a perseguitare i veri credenti e a farli morire.

Come c'è sempre stato, nell'antico Israele, il nucleo dei veri credenti, fiduciosi nelle promesse di Dio, ubbidienti alla sua legge, consci dell'alta vocazione del popolo eletto, mentre la massa della nazione era carnale, incredula, spesso idolatra e moralmente corrotta, così la Scrittura e la storia ci mostrano che nella Chiesa visibile coesistono sempre, in proporzioni variabili secondo i tempi e i luoghi, quegli stessi due elementi che Gesù paragonò al buon grane e alla zizzania.

Ci sono i cristiani di professione e di apparenza, la cui religione consiste in riti e formule, ma in cui non pulsa alcuna vita spirituale, i cui principi e la cui condotta sono mondani, avversi alla vera pietà: son dei pagani che calpestano la santa città e formano la massa della cosiddetta cristianità.

Ma ci sono pure i cristiani sinceri che sono stati rigenerati a vita nuova e formano la minoranza numerica del popolo cristiano, pur essendone il nucleo vitale e indistruttibile, il seme santo.

La visione li descrive come dei sacerdoti che si accostano a Dio nell'intimo santuario, mediante la fede personale, l'adorazione, la consacrazione, la preghiera, l'ubbidienza; il cui motto è: 'Più presso a te, Signor'.

Essi sono moralmente separati dal mondo (il termine “Chiesa” significa proprio “chiamati fuori“) sono il tempio spirituale di Dio, protetto contro l'invasione del male.

Ma Dio li ha contati e segnati col suo suggello; essi formano il tempio spirituale che Dio proclama sua santa proprietà e ch'Egli proteggerà contro tutti gli assalti nemici.

E se, per un tempo, potrà sembrare che le forze avverse abbiano il sopravvento, quel tempo sarà breve e sarà seguito dal trionfo del regno di Dio.

 

Parlando della Gerusalemme israelitica e del popolo di cui era la capitale, Gesù aveva detto: «cadranno sotto il taglio della spada e saranno menati in cattività fra tutte le genti; e Gerusalemme sarà calpestata dai Gentili finchè i tempi dei Gentili siano compiti» Luca 21:24.

O ancora prende ancora più il suo senso letterale quanto disse Gesù sul monte:

“Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini.” (Matteo 5:13)

Quello ch'è avvenuto materialmente della Gerusalemme palestinese avviene spiritualmente in senso più vasto, della Chiesa visibile: nel corso dei secoli essa è stata invasa e dominata dal mondo.

Quel che Gesù aveva chiamato «i tempi dei Gentili» è qui rappresentato con la cifra di 42 mesi, dopo tale termine il tempo dei gentili finisce.

Va notato che questa designazione cronologica sotto la forma: «un tempo, dei tempi e la metà d'un tempo» s'incontra di già nelle profezie di Daniele:

Ed egli mi disse:

"La quarta bestia è un quarto regno sulla terra, diverso da tutti i regni, che divorerà tutta la terra, la calpesterà e la frantumerà. Le dieci corna sono dieci re che sorgeranno da questo regno; e dopo quelli, sorgerà un altro re, che sarà diverso dai precedenti e abbatterà tre re.

Egli parlerà contro l'Altissimo, affliggerà i santi dell'Altissimo, e si proporrà di mutare i giorni festivi e la legge; i santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà d'un tempo. Poi si terrà il giudizio e gli sarà tolto il dominio; verrà distrutto e annientato per sempre. (Daniele 7:23-26)

 

 «In quel tempo sorgerà Michele, il grande capo, il difensore dei figli del tuo popolo; vi sarà un tempo di angoscia, come non ce ne fu mai da quando sorsero le nazioni fino a quel tempo; e in quel tempo, il tuo popolo sarà salvato; cioè, tutti quelli che saranno trovati iscritti nel libro.

Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno; gli uni per la vita eterna, gli altri per la vergogna e per una eterna infamia.

I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento e quelli che avranno insegnato a molti la giustizia risplenderanno come le stelle in eterno.

Tu, Daniele, tieni nascoste queste parole e sigilla il libro sino al tempo della fine.

Molti lo studieranno con cura e la conoscenza aumenterà».

Poi io, Daniele, guardai, ed ecco altri due uomini in piedi: l'uno su questa sponda del fiume e l'altro sulla sponda opposta.

Uno di essi disse all'uomo vestito di lino che stava sulle acque del fiume: "Quando sarà la fine di queste cose straordinarie?"

Udii l'uomo vestito di lino, che stava sopra le acque del fiume.

Egli alzò la mano destra e la mano sinistra al cielo e giurò per colui che vive in eterno dicendo: "Questo durerà un tempo, dei tempi e la metà d'un tempo; e quando la forza del popolo santo sarà interamente spezzata, allora tutte queste cose si compiranno".

Io udii, ma non compresi e dissi: "Mio signore, quale sarà la fine di queste cose?"

Egli rispose: "Va' Daniele; perché queste parole sono nascoste e sigillate sino al tempo della fine. Molti saranno purificati, imbiancati, affinati; ma gli empi agiranno empiamente e nessuno degli empi capirà, ma capiranno i saggi.

Dal momento in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà rizzata l'abominazione della desolazione, passeranno milleduecentonovanta giorni.

Beato chi aspetta e giunge a milletrecentotrentacinque giorni! (Daniele 12:1-12)

Il tempio di cui parla Giovanni qui sarà costruito affinchè gli ebrei ortodossi possano offrire i sacrifici prescritti dalla legge mosaica durante la prima metà del periodo di sette anni definito come settantesima settimana di Daniele.

All’inizio dei quarantadue mesi della grande tribolazione, però i sacrifici cesseranno ed il tempio sarà profanato e diventerà il santuario del governatore mondiale della grande tribolazione che vi farà erigere un idolo e si proclamerà Dio:

Il popolo d'un capo che verrà distruggerà la città e il santuario; la sua fine verrà come un'inondazione ed è decretato che vi saranno devastazioni sino alla fine della guerra. Egli stabilirà un patto con molti, per una settimana; in mezzo alla settimana farà cessare sacrificio e offerta; sulle ali delle abominazioni verrà un devastatore. Il devastatore commetterà le cose più abominevoli, finché la completa distruzione, che è decretata, non piombi sul devastatore"». (Daniele 9:26-27)

«In quel tempo sorgerà Michele, il grande capo, il difensore dei figli del tuo popolo; vi sarà un tempo di angoscia, come non ce ne fu mai da quando sorsero le nazioni fino a quel tempo; e in quel tempo, il tuo popolo sarà salvato; cioè, tutti quelli che saranno trovati iscritti nel libro.

Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno; gli uni per la vita eterna, gli altri per la vergogna e per una eterna infamia.

I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento e quelli che avranno insegnato a molti la giustizia risplenderanno come le stelle in eterno.

Tu, Daniele, tieni nascoste queste parole e sigilla il libro sino al tempo della fine. Molti lo studieranno con cura e la conoscenza aumenterà».

Poi io, Daniele, guardai, ed ecco altri due uomini in piedi: l'uno su questa sponda del fiume e l'altro sulla sponda opposta.

Uno di essi disse all'uomo vestito di lino che stava sulle acque del fiume: "Quando sarà la fine di queste cose straordinarie?"

Udii l'uomo vestito di lino, che stava sopra le acque del fiume.

Egli alzò la mano destra e la mano sinistra al cielo e giurò per colui che vive in eterno dicendo: "Questo durerà un tempo, dei tempi e la metà d'un tempo; e quando la forza del popolo santo sarà interamente spezzata, allora tutte queste cose si compiranno".

Io udii, ma non compresi e dissi: "Mio signore, quale sarà la fine di queste cose?"

Egli rispose: "Va' Daniele; perché queste parole sono nascoste e sigillate sino al tempo della fine.

Molti saranno purificati, imbiancati, affinati; ma gli empi agiranno empiamente e nessuno degli empi capirà, ma capiranno i saggi.

Dal momento in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà rizzata l'abominazione della desolazione, passeranno milleduecentonovanta giorni.

Beato chi aspetta e giunge a milletrecentotrentacinque giorni!

Tu avviati verso la fine; tu ti riposerai e poi ti rialzerai per ricevere la tua parte di eredità alla fine dei tempi"». (Daniele 12:1-13)

A conforto della tesi che la Chiesa sarà ancora presente in questo periodo abbiamo il passo di Paolo ai Tessalonicesi:

Ora, fratelli, circa la venuta del Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui, vi preghiamo  di non lasciarvi così presto sconvolgere la mente, né turbare sia da pretese ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche lettera data come nostra, come se il giorno del Signore fosse già presente.

Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l'apostasia e non sia stato manifestato l'uomo del peccato, il figlio della perdizione, l'avversario, colui che s'innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio.” (2 Tessalonicesi 2:1-4)

 

3 E io darò ai miei due testimoni di profetare ed essi profeteranno per milleduecentosessanta giorni vestiti di cilicio:

Anche nei tempi di maggior decadenza religiosa, Cristo suscita degli uomini ripieni del suo Spirito di forza e d'amore, ai quali da la missione d'essere in mezzo alla cristianità infedele dei testimoni di lui e della salvezza per mezzo di lui.

Essi sono incaricati di profetare cioè di mostrare al popolo i suoi traviamenti chiamandolo a ravvedersi e di annunziare i giudizi di Dio sui ribelli.

La prima cosa che vediamo, è che vengono chiamati profeti.

I profeti sono stati sempre persone che hanno parlato per mezzo dello Spirito di Dio.

Essi profetizzeranno per 1260 giorni (Ap 11,3).

Il Signore manderà questi due testimoni a predicare con potenza di Spirito Santo per 3 anni e ½ durante il «giorno dell'ira», che sarà su questa terra.

Il loro vestito, simile a quello degli antichi profeti (cfr. 2Re 1:8) e di Giovanni Battista, denota ad un tempo il dolore che provano di fronte alla morte spirituale che li circonda e l'austerità della loro vita e della loro predicazione.

Come possiamo notare, anche il modo di vestirsi dei testimoni di Dio è importante.

E’ vero che Dio guarda al cuore e non all’apparenza, ma l’uomo no!

Quindi chi parla da parte di Dio agli uomini deve vestirsi in modo da “essere riconoscibile”!

Il loro numero, due, s'intende alla lettera di due persone da coloro che interpretano alla lettera i 1260 giorni e che vedono nei due testimoni i rappresentanti antichi della Legge e dei Profeti, ( probabilmente Mosè ed Elia ), richiamati sulla terra a nuova attività in seno alla lor nazione ricostituita.

 

4 Questi sono i due ulivi e i due candelabri che stanno nel cospetto del Signor della terra.

Le due immagini con cui son caratterizzati i testimoni sono tolte da Zaccaria 4 ma con notevoli modificazioni.

L'angelo che parlava con me tornò e mi svegliò, come si sveglia un uomo dal sonno.

Mi chiese: «Che vedi?»

Io risposi: «Ecco, vedo un candelabro tutto d'oro, che ha in cima un vaso, ed è munito delle sue sette lampade e di sette tubi per le lampade che stanno in cima; vicino al candelabro stanno due ulivi: l'uno a destra del vaso e l'altro alla sua sinistra».

Io ripresi a dire all'angelo che parlava con me: «Che significano queste cose, mio signore?»

L'angelo che parlava con me rispose: «Non sai che cosa significano queste cose?»

Io dissi: «No, mio signore».

Allora egli mi rispose: «È questa la parola che il SIGNORE rivolge a Zorobabele: "Non per potenza, né per forza, ma per lo Spirito mio", dice il SIGNORE degli eserciti. Chi sei tu, o grande montagna? Davanti a Zorobabele tu diventerai pianura; egli asporterà la pietra principale, in mezzo alle grida di: "Grazia, grazia su di lei!"»

La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini: «Le mani di Zorobabele hanno gettato le fondamenta di questa casa e le sue mani la termineranno; così tu saprai che il SIGNORE degli eserciti mi ha mandato da voi. Chi potrebbe infatti disprezzare il giorno delle piccole cose, quando quei sette là, gli occhi del SIGNORE che percorrono tutta la terra, vedono con gioia il piombino in mano a Zorobabele?»

Io gli dissi: «Che significano questi due ulivi a destra e a sinistra del candelabro

Per la seconda volta io presi a dire: «Che significano questi due ramoscelli d'ulivo che stanno ai lati dei due condotti d'oro per cui scorre l'olio dorato

Egli mi disse: «Non sai che cosa significano queste cose?»

Io risposi: «No, mio SIGNORE!» Allora egli disse: «Questi sono i due unti che stanno presso il Signore di tutta la terra». (Zaccaria 4:1-14)

 

Zaccaria contempla un candelabro con sette lampade fornito d'olio da due ulivi che stanno a destra e a sinistra del candelabro.

I due «figli dell'olio» rappresentano Zorobabele e il sommo sacerdote Iehoshua i quali, con la potenza dello Spirito di Dio, giungeranno a restaurare il tempio e la nazione.

Qui i due testimoni sono assomigliati a due ulivi perchè nelle loro vene spirituali circola l'olio dello Spirito e, sotto l'azione dello Spirito, essi faranno brillare davanti agli uomini la luce della verità secondo la missione ricevuta dal Signore di cui sono i servitori.

La capacità e il coraggio di compiere la loro opera in mezzo alle circostanze più avverse e ai nemici più accaniti non verrà dall'uomo ma da Dio.

 

Nel Salmo 52, colui che ripone la sua fiducia nel Signore è paragonato ad un ulivo verdeggiante nella Casa di Dio:

“Perché ti vanti del male, uomo prepotente? La bontà di Dio dura per sempre.

La tua lingua medita rovine; essa è simile a un rasoio affilato, o artefice d'inganni.

Tu preferisci il male al bene, mentire piuttosto che dir la verità. [Pausa]

Tu ami ogni parola che causa rovina, o lingua insidiosa!

Perciò Dio ti distruggerà per sempre; ti afferrerà, ti strapperà dalla tua tenda e ti sradicherà dalla terra dei viventi. [Pausa]

I giusti lo vedranno e temeranno, poi rideranno di lui, dicendo: «Ecco l'uomo che non aveva fatto di Dio la sua fortezza, ma aveva fiducia nell'abbondanza delle sue ricchezze, e si faceva forte della sua perversità!»

Ma io sono come un olivo verdeggiante nella casa di Dio; io confido per sempre nella bontà di Dio.

Sempre ti celebrerò per quanto hai fatto, e in presenza dei tuoi fedeli spererò nel tuo nome, perché tu sei buono.” (Salmo 52:1-9)

Chiunque confida nel Signore, chiunque pone la sua fiducia in Lui, è paragonato ad un ulivo verdeggiante.

Il frutto dell’ulivo sono proprio le olive e da queste si produce l’olio, simbolo nella Scrittura dello Spirito Santo.

Potrebbe essere questo atto di uccidere i “due ulivi”, l’atto che scatenerà l’ira totale di Dio, dietro la “bestemmia contro lo Spirito Santo”:

«Perciò io vi dico: ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parli contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro.

O fate l'albero buono e buono pure il suo frutto, o fate l'albero cattivo e cattivo pure il suo frutto; perché dal frutto si conosce l'albero. Razza di vipere, come potete dir cose buone, essendo malvagi? Poiché dall'abbondanza del cuore la bocca parla. L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone; e l'uomo malvagio dal suo malvagio tesoro trae cose malvagie. Io vi dico che di ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; poiché in base alle tue parole sarai giustificato, e in base alle tue parole sarai condannato». (Matteo 12:31-37)

5 E se alcuno li vuole offendere, esce dalla lor bocca un fuoco che divora i loro nemici; e se alcuno li vuole offendere bisogna ch'ei sia ucciso in questa maniera.

La parola severa dei testimoni di Cristo provoca l'odio ed i propositi micidiali dei nemici della verità; cfr. la storia di Geremia e di Giovanni Battista; perciò Dio li protegge finchè sia compiuto il loro ministerio.

Il fuoco che esce dalla bocca di questi predicatori e divora i nemici ricorda quel che si narra di Elia:

“Acazia cadde dalla ringhiera della sua camera di sopra, a Samaria, e si ammalò.

Allora inviò dei messaggeri, dicendo loro: «Andate a consultare Baal-Zebub, dio di Ecron, per sapere se guarirò da questa malattia».

Ma un angelo del SIGNORE disse a Elia il Tisbita: «Àlzati, va' incontro ai messaggeri del re di Samaria, e di' loro: "È forse perché non c'è Dio in Israele che voi andate a consultare Baal-Zebub, dio di Ecron?

Perciò, così dice il SIGNORE: 'Tu non scenderai dal letto sul quale sei salito, ma certamente morrai'"». Ed Elia se ne andò.

I messaggeri tornarono da Acazia, il quale disse loro: «Perché siete tornati?»

E quelli risposero: «Un uomo ci è venuto incontro, e ci ha detto: "Andate, tornate dal re che vi ha mandati, e ditegli: 'Così dice il SIGNORE: È forse perché non c'è Dio in Israele che tu mandi a consultare Baal-Zebub dio di Ecron? Perciò non scenderai dal letto sul quale sei salito, ma certamente morirai'"».

Acazia chiese loro: «Com'era l'uomo che vi è venuto incontro e vi ha detto queste parole?»

Quelli gli risposero: «Era un uomo vestito di pelo, con una cintura di cuoio intorno ai fianchi». E Acazia disse: «È Elia il Tisbita!»

Allora mandò da Elia un capitano con i suoi cinquanta uomini.

Egli salì e trovò Elia seduto in cima al monte.

Il capitano gli disse: «Uomo di Dio, il re dice: "Scendi!"»

Elia rispose e disse al capitano dei cinquanta: «Se io sono un uomo di Dio, scenda del fuoco dal cielo, e consumi te e i tuoi cinquanta uomini!»

E dal cielo scese il fuoco di Dio che consumò lui e i suoi cinquanta uomini.

Acazia mandò di nuovo un altro capitano con i suoi cinquanta uomini, il quale si rivolse a Elia e gli disse: «Uomo di Dio, il re dice: "Fa' presto, scendi!"»

Elia rispose e disse loro: «Se io sono un uomo di Dio, scenda del fuoco dal cielo, e consumi te e i tuoi cinquanta uomini».

E dal cielo scese il fuoco di Dio che consumò lui e i suoi cinquanta uomini.

Acazia mandò di nuovo un terzo capitano con i suoi cinquanta uomini.

Questo terzo capitano di cinquanta uomini salì da Elia; e, giunto presso di lui, gli si gettò davanti in ginocchio, e lo supplicò, dicendo: «Uomo di Dio, ti prego, la mia vita e la vita di questi cinquanta tuoi servi sia preziosa agli occhi tuoi!

Un fuoco è sceso dal cielo, e ha consumato i due primi capitani con i loro uomini; ma ora la vita mia sia preziosa agli occhi tuoi». (2 Re 1:2-14)

 

Due capitani mandati da Acazia per dare ordini all'uomo di Dio sono successivamente arsi vivi con i loro cinquanta uomini in seguito ad una parola pronunciata dal profeta.

 

 

 

Anche il profeta Geremia profetizzò qualcosa di molto simile:

Infatti la casa d'Israele e la casa di Giuda mi hanno tradito», dice il SIGNORE.

Rinnegano il SIGNORE, e dicono: «Non esiste; nessun male ci verrà addosso, noi non vedremo spada né fame; i profeti non sono che vento, e nessuno parla in essi. Quel che minacciano sia fatto a loro!»

Perciò così parla il SIGNORE, Dio degli eserciti: «Poiché avete detto quelle parole, ecco, io farò in modo che la parola mia sia come fuoco nella tua bocca, che questo popolo sia come legno, e che quel fuoco lo divori.” (Geremia 5:11-14)

 

6 Essi hanno il potere di chiudere il cielo, onde non cada pioggia durante i giorni dello loro profezia, ( cioè del loro ministerio profetico ).

Ad autenticare l'origine divina della loro missione e a prestarle efficace appoggio, la loro testimonianza è accompagnata da segni miracolosi che ricordano quelli di cui furono rivestiti, in epoche di crisi decisive per Israele, Mosè ed Elia. In 1Re 17:1

Elia dice ad Acab: «Com'è vero che vive l'Eterno... di cui sono servo, non vi sarà nè rugiada nè pioggia in questi anni, se non alla mia parola». Cfr. 1Re 18:41-46; Giacomo 5:17-18.

 

e hanno potestà sulle acque di convertirle in sangue, ( come fece Mosè in Egitto Esodo 7:17-20 ) e potestà di percuotere la terra di qualunque piaga, quante volte vorranno.

L'espressione generale ricorda le varie piaghe di cui Mosè ricevette l'ordine di percuotere l'Egitto ed il suo popolo affinché lasciasse andare Israele.

Le allusioni alla storia dei due grandi profeti che apparvero pure sul monte della Trasfigurazione, hanno indotto parecchi espositori ad ammettere che Mosè ed Elia in persona siano per essere i due testimoni di cui parla il testo.

Ora è vero che nel profeta Malachia è detto che l'Eterno «manderà ad Israele il profeta Elia prima che venga il grande e tremendo giorno dell'Eterno» Malachia 4:5; ma è pur vero che, secondo la dichiarazione di Gesù, Elia è venuto nella persona di Giovanni Battista (cfr Matteo 17:10-13) che era animato dello spirito e della virtù d'Elia.

La parola del Cristo porta quindi ad aspettare, non che tornino sulla terra, per soffrirvi ed esservi uccisi, dei servi che Dio ha accolti presso di se, ma che siano suscitati degli uomini ripieni di Spirito e di potenza come quei grandi antichi, al fine di proclamare altamente la verità in mezzo all'apostasia generale, questi due testimoni, saranno veramente “Luce nel mondo”, così come lo fu Gesù ai suoi tempi terreni.

 

7 E quando avranno compiuta la loro testimonianza, (cioè sul finire del periodo di tempo assegnato al loro ministerio e durante il quale sono stati protetti da Dio ) la bestia che sale dall'abisso muoverà loro guerra e li vincerà e li ucciderà.

Proprio come Gesù, anche i due testimoni, terminata la loro testimonianza con segni e prodigi, in mezzo a molte tribolazioni, alla fine saranno uccisi.

I figli di Luce, che vogliono servire il Signore fedelmente sono stati, sono e saranno sempre perseguitati in quanto odiati dal mondo.

A questo proposito sono tantissime le citazioni scritturali, ma noi spesso le dimentichiamo e riteniamo la persecuzione e l’odio del mondo un qualcosa di eccezionale:

 

«Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detta: "Il servo non è più grande del suo signore". Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo ve lo faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato.” (Giovanni 15:18-21)

“Carissimi, non vi stupite per l'incendio che divampa in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. Anzi, rallegratevi in quanto partecipate alle sofferenze di Cristo, perché anche al momento della rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.

Se siete insultati per il nome di Cristo, beati voi! Perché lo Spirito di gloria, lo Spirito di Dio, riposa su di voi.

Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida, o ladro, o malfattore, o perché si immischia nei fatti altrui; ma se uno soffre come cristiano, non se ne vergogni, anzi glorifichi Dio, portando questo nome.

Infatti è giunto il tempo in cui il giudizio deve cominciare dalla casa di Dio; e se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non ubbidiscono al vangelo di Dio? E se il giusto è salvato a stento, dove finiranno l'empio e il peccatore?

Perciò anche quelli che soffrono secondo la volontà di Dio affidino le anime loro al fedele Creatore, facendo il bene.” (1 Pietro 4:12-19)

 

“Tu invece hai seguito da vicino il mio insegnamento, la mia condotta, i miei propositi, la mia fede, la mia pazienza, il mio amore, la mia costanza, le mie persecuzioni, le mie sofferenze, quello che mi accadde ad Antiochia, a Iconio e a Listra.

Sai quali persecuzioni ho sopportate; e il Signore mi ha liberato da tutte.

Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.

Ma gli uomini malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, ingannando gli altri ed essendo ingannati.

Tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la certezza, sapendo da chi le hai imparate, e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù.

Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3:10-17)

Le espressioni usate qui: «muover guerra, vincere, uccidere» fanno pensare a un numero rilevante di testimoni di Cristo piuttosto che a due soli individui.

Della 'bestia' non è stata fatta fin qui menzione alcuna; essa è introdotta come se fosse conosciuta, sia perchè se ne parlerà più a lungo in Apocalisse 13 e seguenti, sia perché era figura nota dalla profezia di Daniele ove i successivi imperi del mondo sono rappresentati da bestie feroci.

Qui si nota soltanto la sua provenienza dall'abisso (cfr. Apocalisse 17:8), in quanto che essa è animata dallo spirito di Satana, il re infernale, di cui è lo strumento per combattere sulla terra il regno di Cristo. E Dio permette che le potenze del male giungano al punto di spegnere, per un tempo, nel mondo la testimonianza cristiana, come aveva lasciato che Antioco Epifane facesse per tre anni e mezzo cessare il culto dell'Eterno nella Gerusalemme antica (168-165 A.C.).

Il tempo del loro martirio non è determinato dalla pseudo-potenza della bestia o da avvenimenti avversi, ma come già avvenuto per Gesù, è determinato dal tempo scandito da Dio, così è per noi, non dobbiamo mai cedere alla tentazione di pensare che gli eventi possano prendere il sopravvento su di noi, noi siamo sempre nelle mani di Dio e sotto la Sua attenzione, perfino i nostri capelli, sono tutti contati (cfr Luca 12:7)

 

8 E i loro corpi morti giaceranno sulla piazza della gran città che spiritualmente si chiama Sodoma ed Egitto, dove anche il Signor loro è stato crocifisso.

Anche presso i pagani, il lasciare una persona senza sepoltura era considerato come l'estremo oltraggio. E qui il segno dell'odio profondo del mondo anticristiano contro i testimoni della verità e un modo insolente e macabro di proclamar la vittoria, ritenuta definitiva, sul cristianesimo.

Proprio come per Gesù, la morte del Giusto vuole essere uno spettacolo di umiliazione per il mondo, gli empi prepareranno la scena dell’umiliazione del Giusto, ma questa diventerà lo spettacolo della resurrezione:

“Egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l'ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce.” (Colossesi 2:14-15)

 

E in qualche modo, questo spettacolo lo siamo anche noi:

“Poiché io ritengo che Dio abbia messo in mostra noi, gli apostoli, ultimi fra tutti, come uomini condannati a morte; poiché siamo diventati uno spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini.

Noi siamo pazzi a causa di Cristo, ma voi siete sapienti in Cristo; noi siamo deboli, ma voi siete forti; voi siete onorati, ma noi siamo disprezzati. Fino a questo momento, noi abbiamo fame e sete.

Siamo nudi, schiaffeggiati e senza fissa dimora, e ci affatichiamo lavorando con le nostre proprie mani; ingiuriati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; diffamati, esortiamo; siamo diventati, e siamo tuttora, come la spazzatura del mondo, come il rifiuto di tutti.” (1 Corinzi 4:9-13)

Il fatto che Gerusalemme viene paragonata a Sodoma, descrive il grave degrado morale che vi sarà.

 

9 E gli uomini dei vari popoli e tribù e lingue e nazioni vedranno i loro corpi morti per tre giorni e mezzo, e non lasceranno che i loro corpi morti siano posti in un sepolcro.

Il soggetto del verbo ch'è un presente descrittivo non essendo espresso, si potrebbe tradurre: 'e gente dei vari popoli... vede...', s'intende che non costata solamente il fatto, ma lo vede con soddisfazione perchè è all'unisono coi sentimenti di odio che hanno portato all'uccisione dei profeti.

Come i capi Giudei poterono credere per quasi tre giorni d'aver spento il Cristo, così per breve tempo le forze anticristiane crederanno d'aver schiacciato il cristianesimo per sempre.

Questo è uno degli esempi più eclatanti della capacità profetica della Parola di Dio, per Giovanni era veramente inimmaginabile pensare di poter scrivere una profezia del genere, tutti gli uomini lo vedranno… …come poteva essere, oggi per noi è assolutamente ovvio, ma per Giovanni era impossibile anche solo immaginarlo!

 

 

10 e gli abitanti della terra ( estranei alla vita spirituale e trascinati dalla 'bestia' ) si rallegreranno di loro e faranno festa e si manderanno regali gli uni agli altri ( in segno di mutua felicitazione; cfr. Neemia 8:10,12; Ester 9:22 ) perchè questi due profeti avranno tormentato gli abitanti della terra.

Li avranno tormentati con lo scuoter le loro coscienze mettendo a nudo il peccato, ed anche con le piaghe di cui sono stati colpiti per la loro resistenza all'appello divino.

Da Apocalisse 11:10 risulta che il campo d'azione dei testimoni è vasto assai e interessa il mondo intero.

 

11 E in capo ai tre giorni e mezzo uno spirito di vita procedente da Dio entrò in loro ed essi si drizzarono in piè e grande spavento cadde su quelli che li videro.

Il trionfo dei malvagi è breve, dura tre giorni e mezzo, la loro gioia viene trasformata in un grande spavento!

Dio dimostrerà a tutti gli empi che i veri vincitori saranno proprio questi due testimoni, i quali non si sono lasciati condizionare dagli eventi, ma hanno portato a termine il loro compito di Testimoni.

La loro risurrezione avverrà mediante l’invio di “uno spirito di vita procedente da Dio”, non c’è altro modo per avere vita e la loro resurrezione sarà il completamento della loro testimonianza.

Anche Eliù proclama questa verità:

“Lo Spirito di Dio mi ha creato, e il soffio dell'Onnipotente mi dà la vita.” (Giobbe 33:4)

 

E questo atto onnipotente di Dio, è assimilabile anche a quanto preannunciato nella profezia di Ezechiele riguardo ad Israele:

La mano del SIGNORE fu sopra di me e il SIGNORE mi trasportò mediante lo Spirito e mi depose in mezzo a una valle piena d'ossa.

Mi fece passare presso di esse, tutt'attorno; ecco erano numerosissime sulla superficie della valle, ed erano anche molto secche.

Mi disse: «Figlio d'uomo, queste ossa potrebbero rivivere?» E io risposi: «Signore, DIO, tu lo sai».

Egli mi disse: «Profetizza su queste ossa, e di' loro: "Ossa secche, ascoltate la parola del SIGNORE!" Così dice il Signore, DIO, a queste ossa: "Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e voi rivivrete; metterò su di voi dei muscoli, farò nascere su di voi della carne, vi coprirò di pelle, metterò in voi lo spirito, e rivivrete; e conoscerete che io sono il SIGNORE"».

Io profetizzai come mi era stato comandato; e come io profetizzavo, si fece un rumore; ed ecco un movimento: le ossa si accostarono le une alle altre.

Io guardai, ed ecco venire su di esse dei muscoli, crescervi la carne, e la pelle ricoprirle; ma non c'era in esse nessuno spirito.

Allora egli mi disse: «Profetizza allo Spirito, profetizza figlio d'uomo, e di' allo Spirito: Così parla il Signore, DIO: "Vieni dai quattro venti, o Spirito, soffia su questi uccisi, e fa' che rivivano!"».

Io profetizzai, come egli mi aveva comandato, e lo Spirito entrò in essi: tornarono alla vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, grandissimo.

Egli mi disse: «Figlio d'uomo, queste ossa sono tutta la casa d'Israele. Ecco, essi dicono: "Le nostre ossa sono secche, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti!"

Perciò, profetizza e di' loro: Così parla il Signore, DIO: "Ecco, io aprirò le vostre tombe, vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi ricondurrò nel paese d'Israele.

Voi conoscerete che io sono il SIGNORE, quando aprirò le vostre tombe e vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio! E metterò in voi il mio Spirito, e voi tornerete in vita; vi porrò sul vostro suolo, e conoscerete che io, il SIGNORE, ho parlato e ho messo la cosa in atto", dice il SIGNORE».  (Ezechiele 33:1-14)

La scena della loro risurrezione è drammatica; Dio ch'è la fonte di ogni vita richiama in vita i suoi servitori, annienta l'opera dei loro nemici e mette il suo potente suggello su quella dei suoi ambasciatori; all'obbrobrio in cui giacevano sostituisce la gloria di cui li riveste, mentre al breve tripudio degli empi succede uno spavento grande.

 

12 Ed essi udirono una gran voce dal cielo che diceva loro: Salite qua.

Ed essi salirono al cielo nella nuvola, e i loro nemici li videro.

 

Alla risurrezione segue l'ascensione dei testimoni martirizzati, com'era successo al loro Maestro.

La loro ascensione completa la loro glorificazione e avviene nel modo più solenne, dietro il potente invito venuto loro dal cielo, alla vista dei loro nemici che li contemplano ( qewrew ) con stupore mentre salgono, come il loro Signore, avvolti e portati dalla nuvola.

 

13 E in quell'ora si fece un gran terremoto, e la decima parte della città cadde e settemila persone (lett. nomi d'uomini) furono uccise nel terremoto;

Nell'ora stessa in cui son glorificati i martiri, i loro persecutori son colpiti d'un grave giudizio divino, il terremoto difatti è direttamente collegato al giudizio di Dio ( avvenne così anche alla morte di Gesù).

Il giudizio colpisce la città santa calpestata dai Gentili, diventata una stessa cosa con la gran città del mondo nemico di Dio; colpisce in altre parole la cristianità divenuta apostata e persecutrice dei servi di Dio.

Il terremoto può intendersi di un fenomeno fisico come quelli che accompagnarono la morte e la risurrezione di Cristo o può simboleggiare dei rivolgimenti sociali e politici che colpiranno negli averi e nella vita una parte notevole della società colpevole.

 

e il rimanente fu spaventato e dette gloria all'Iddio del cielo.

Lo spavento che coglie i superstiti, sappiamo che non li porterà a ravvedimento, questo dare gloria all’Iddio del cielo, è da intendersi o come riconoscimento della Sua potenza ma senza giungere ad un ravvedimento delle proprie colpe, o addirittura un dare gloria ad un dio del cielo (c’è chi ipotizza il dio di Acan – cfr Giosuè 7)

 

14 Il secondo guaio è passato; ed ecco, il terzo guaio verrà tosto.

 

 

Gianni Marinuzzi