Il due testimoni
APOCALISSE 11:1-4
Poi mi fu data una canna simile a una verga; e mi fu detto: «Àlzati e misura
il tempio di Dio e l'altare e conta quelli che vi adorano; ma il cortile
esterno del tempio, lascialo da parte, e non lo misurare, perché è stato
dato alle nazioni, le quali calpesteranno la città santa per quarantadue
mesi.
Io concederò ai miei due testimoni di profetizzare, ed essi profetizzeranno
vestiti di sacco per milleduecentosessanta giorni.
Questi sono i due olivi e i due candelabri che stanno davanti al Signore
della terra.
Se qualcuno vorrà far loro del male, un fuoco uscirà dalla loro bocca e
divorerà i loro nemici; e se qualcuno vorrà offenderli bisogna che sia
ucciso in questa maniera.
Essi hanno il potere di chiudere il cielo affinché non cada pioggia, durante
i giorni della loro profezia. Hanno pure il potere di mutare l'acqua in
sangue e di percuotere la terra con qualsiasi flagello, quante volte
vorranno.
E quando avranno terminato la loro testimonianza, la bestia che sale
dall'abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà.
I loro cadaveri giaceranno sulla piazza della grande città, che
simbolicamente si chiama Sodoma ed Egitto, dove anche il loro Signore è
stato crocifisso.
Gli uomini dei vari popoli e tribù e lingue e nazioni vedranno i loro
cadaveri per tre giorni e mezzo e non lasceranno che siano posti in
sepolcri.
Gli abitanti della terra si rallegreranno di loro e faranno festa e si
manderanno regali gli uni agli altri, perché questi due profeti erano il
tormento degli abitanti della terra.
Ma dopo tre giorni e mezzo uno spirito di vita procedente da Dio entrò in
loro; essi si alzarono in piedi e grande spavento cadde su quelli che li
videro.
Ed essi udirono una voce potente che dal cielo diceva loro: «Salite quassù».
Essi salirono al cielo in una nube e i loro nemici li videro.
In quell'ora ci fu un gran terremoto e la decima parte della città crollò e
settemila persone furono uccise nel terremoto; e i superstiti furono
spaventati e diedero gloria al Dio del cielo.
Il secondo «guai» è passato; ma ecco, il terzo «guai» verrà presto.
Proprio come avvenne ai tempi di Lot a Sodoma, Dio invierà due testimoni per
“verificare” lo stato di immoralità che giunge a Lui come
un grido, prima di eseguire il
giudizio!
A tale proposito si consiglia vivamente la lettura di Genesi 18 e 19.
1 Poi mi fu data una canna simile a una verga e mi fu detto; Lèvati e misura
il tempio di Dio e l'altare e novera quelli che vi adorano;
Nel capitolo 10 abbiamo visto che “una
voce” dal cielo impartisce l’ordine a Giovanni di divorare il libretto
che ha l’angelo in mano, e quest’ultimo dice a Giovanni che
è necessario
profetizzare ancora sopra molti
popoli, nazioni lingue e re.
Non è nominato colui che dà quest'ordine, ma da
Apocalisse 11:3 (ai miei due testimoni) sembra sia Cristo stesso.
Lèvati
è il modo usuale ebraico di chiamare uno ad una data attività.
Il tempio che sta davanti a Giovanni è simile a quello distrutto da
Tito, composto cioè di un edificio ch'è il tempio propriamente detto (greco:
naoV) e dei cortili che lo circondavano.
L'insieme dei recinti sacri compreso l'edificio vien detto nel greco: il
'luogo sacro' ('ieron tradotto di
solito con la stessa parola: tempio).
Nel santuario israelitico c'erano due altari: quello d'oro pei profumi, nel
Luogo Santo, e quello di rame assai più grande per gli olocausti, situato
nel cortile davanti all'edificio.
Qui si parla di un solo altare che sarebbe il primo secondo gli uni, il
secondo a mente di altri.
Le probabilità sono per l'altar dei profumi, perché Giovanni deve
tralasciare «il cortile ch'è fuori
dell'edificio del tempio».
Quello che possiamo capire da questo versetto è che al tempo delle sette
trombe ci sarà nuovamente il tempio di Gerusalemme.
Deve anche 'misurare' (lett.),
cioè annoverare quelli che adorano nel tempio.
Secondo la legge antica, nel Luogo santo non entravano che i sacerdoti,
mentre il popolo non poteva neanche stare nel primo cortile.
Il tempio contemplato da Giovanni è un tempio ideale o meglio spirituale in
cui i vari adoratori sono tutti sacerdoti e offrono a Dio le loro preghiere
per mezzo del loro unico Mediatore celeste Gesù Cristo (1
Pietro 2:5;
1 Corinzi 3:16).
Questi adoratori che si accostano a Dio in comunione vivente e personale
rappresentano il vero Israele di Dio, la Chiesa invisibile degli eletti;
sono le pietre vive dell'edificio spirituale fondato sopra Cristo e che non
può esser distrutto.
Il misurare può avere in vista scopi diversi: si misura quando si
vuol avere o dare una idea esatta di una costruzione, questo è il caso che
ci rimanda all’ordine impartito al profeta Ezechiele o al profeta Zaccaria:
“In una visione divina mi trasportò là e mi posò sopra un monte altissimo
sul quale stava, dal lato di mezzogiorno, come la costruzione d'una città.
Egli mi condusse là, ed ecco che c'era un uomo il cui aspetto era come
l'aspetto del bronzo; aveva in mano una corda di lino e una canna per
misurare; egli stava in piedi sulla porta. Quell'uomo mi disse: «Figlio
d'uomo, apri gli occhi e guarda, porgi l'orecchio e ascolta, sta' attento a
tutte le cose che io ti mostrerò; poiché tu sei stato condotto qua perché io
te le mostri. Riferisci alla casa d'Israele tutto quello che vedrai».
Ed ecco, un muro esterno circondava la casa tutt'intorno.
L'uomo aveva in mano una canna per misurare, lunga sei cubiti, di un cubito
e un palmo ciascuno. Egli misurò la larghezza del muro; era una canna;
l'altezza era una canna.”
(Ezechiele 40:2-5)
”Poi alzai gli occhi, guardai, ed ecco un uomo che aveva in mano una corda
per misurare. Chiesi: «Dove vai?»
Egli mi rispose: «Vado a misurare Gerusalemme, per vedere qual è la sua
larghezza e quale la sua lunghezza».
Ed ecco, l'angelo che parlava con me si fece avanti e un altro gli andò
incontro e gli disse: «Corri, parla a quel giovane e digli: "Gerusalemme
sarà abitata come una città senza mura, tanta sarà la quantità di gente e di
bestiame che si troverà in mezzo a essa.
Io", dice il SIGNORE, "sarò per lei un muro di fuoco tutto intorno, e sarò
la sua gloria in mezzo a lei".
(Zaccaria 2:1-5)
Si misura quando si tratta di edificare, si misura quando si vuol
determinare quel che ha da essere demolita o distrutto
e si misura pure per
fissare i limiti di ciò che ha da esser conservato:
“Egli mi fece vedere questo: Il Signore stava sopra un muro e aveva in mano
un filo a piombo. Il SIGNORE mi disse: «Amos, che cosa vedi?» Io risposi:
«Un filo a piombo».
E il Signore disse: «Ecco, io metto il filo a piombo in mezzo al mio popolo,
Israele; io non lo risparmierò più; saranno devastati gli alti luoghi
d'Isacco, i santuari d'Israele saranno distrutti, e io mi leverò con la
spada contro la casa di Geroboamo».
(Amos 7:7-9)
E questo lo scopo del misurare ordinato a Giovanni in quanto quel ch'è
lasciato fuori è abbandonato alle genti, ma a differenza dei profeti
dell’Antico Testamento, Giovanni non vede nessuno che deve misurare, è
chiamato egli stesso a svolgere questo compito.
Gesù parlò di questi avvenimenti alla fine dei Suoi giorni terrestri,
proprio quando era con i Suoi discepoli a Gerusalemme, prima nel tempio e
poi sul monte degli ulivi, luogo del Suo ritorno in gloria:
“Alcuni gli fecero notare come il tempio fosse adorno di belle pietre e di
doni votivi, ed egli disse:
«Verranno giorni in cui di tutte
queste cose che voi ammirate non sarà lasciata pietra su pietra che non sia
diroccata».
Essi gli domandarono: «Maestro, quando avverranno dunque queste cose? E
quale sarà il segno che tutte queste cose stanno per compiersi?»
Egli disse: «Guardate di non farvi ingannare; perché molti verranno in nome
mio, dicendo: "Sono io"; e: "Il tempo è vicino".
Non andate dietro a loro.
Quando sentirete parlare di guerre e di sommosse, non siate spaventati;
perché bisogna che queste cose avvengano prima; ma la fine non verrà
subito».
Allora disse loro: «Insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno;
vi saranno grandi terremoti, e in vari luoghi pestilenze e carestie; vi
saranno fenomeni spaventosi e grandi segni dal cielo.
Ma prima di tutte queste cose, vi metteranno le mani addosso e vi
perseguiteranno consegnandovi alle sinagoghe, e mettendovi in prigione,
trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Ma ciò
vi darà occasione di rendere testimonianza.
Mettetevi dunque in cuore di non premeditare come rispondere a vostra
difesa, perché io vi darò una parola e una sapienza alle quali tutti
i vostri avversari non potranno opporsi né contraddire.
Voi sarete traditi perfino da genitori, fratelli, parenti e amici;
faranno morire parecchi di voi; e sarete odiati da tutti a causa del mio
nome; ma neppure un capello del vostro capo perirà. Con la vostra
costanza salverete le vostre vite.
«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che
la sua devastazione è vicina.
Allora quelli che sono in Giudea, fuggano sui monti; e quelli che sono in
città, se ne allontanino; e quelli che sono nella campagna non entrino nella
città.
Perché quelli sono giorni di vendetta, affinché si adempia tutto quello che
è stato scritto. Guai alle donne che saranno incinte, e a quelle che
allatteranno in quei giorni! Perché vi sarà grande calamità nel paese e ira
su questo popolo.
Cadranno sotto il taglio della spada, e saranno condotti prigionieri fra
tutti i popoli; e Gerusalemme sarà calpestata dai popoli, finché i tempi
delle nazioni siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra, angoscia
delle nazioni, spaventate dal rimbombo del mare e delle onde; gli uomini
verranno meno per la paurosa attesa di quello che starà per accadere al
mondo; poiché le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora vedranno il
Figlio dell'uomo venire sulle nuvole con potenza e gloria grande.
Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo,
perché la vostra liberazione si avvicina».
Disse loro una parabola: «Guardate il fico e tutti gli alberi; quando
cominciano a germogliare, voi, guardando, riconoscete da voi stessi che
l'estate è ormai vicina.
Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno
di Dio è vicino. In verità vi dico che questa generazione non passerà prima
che tutte queste cose siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le
mie parole non passeranno.
Badate a voi stessi,
perché i vostri cuori non siano intorpiditi da stravizio, da ubriachezza,
dalle ansiose preoccupazioni di questa vita e che quel giorno non vi venga
addosso all'improvviso come un laccio; perché verrà sopra tutti quelli
che abitano su tutta la terra.
Vegliate dunque, pregando in ogni momento, affinché siate in grado di
scampare a tutte queste cose che stanno per venire, e di comparire davanti
al Figlio dell'uomo».
(Luca 21:5-36)
2 ma
tralascia (lett. getta fuori s'intende: escludi dalla tua misura,
ma l'espressione fa pensare alla 'reiezione' che colpisce coloro che son qui
raffigurati) il cortile ch'è fuori del tempio, e non lo misurare, perché
esso è dato ai Gentili, e questi calpesteranno la santa città per
quarantadue mesi.
Il cortile esterno è considerato come profano ed è l'emblema dell'Israele
carnale, della Chiesa visibile invasa e corrotta dal mondo nella gran
maggioranza dei suoi membri, i quali non adorano Dio in spirito e verità,
non sono più il popolo santo che serve il Signore, non sono più
'la santa città' ove Dio è
glorificato; ma sono la città calpestata dai Gentili, la Chiesa mondanizzata.
Trascinati dallo spirito d'apostasia e di empietà questi falsi cristiani
giungeranno a perseguitare i veri credenti e a farli morire.
Come c'è sempre stato, nell'antico Israele, il nucleo dei veri credenti,
fiduciosi nelle promesse di Dio, ubbidienti alla sua legge, consci dell'alta
vocazione del popolo eletto, mentre la massa della nazione era carnale,
incredula, spesso idolatra e moralmente corrotta, così la Scrittura e la
storia ci mostrano che nella Chiesa visibile coesistono sempre, in
proporzioni variabili secondo i tempi e i luoghi, quegli stessi due elementi
che Gesù paragonò al buon grane e alla zizzania.
Ci sono i cristiani di professione e di apparenza, la cui religione consiste
in riti e formule, ma in cui non pulsa alcuna vita spirituale, i cui
principi e la cui condotta sono mondani, avversi alla vera pietà: son dei
pagani che calpestano la santa città e formano la massa della cosiddetta
cristianità.
Ma ci sono pure i cristiani sinceri che sono stati rigenerati a vita nuova e
formano la minoranza numerica del popolo cristiano, pur essendone il nucleo
vitale e indistruttibile, il seme santo.
La visione li descrive come dei sacerdoti che si accostano a Dio nell'intimo
santuario, mediante la fede personale, l'adorazione, la consacrazione, la
preghiera, l'ubbidienza; il cui motto è: 'Più presso a te, Signor'.
Essi sono moralmente separati dal mondo (il termine “Chiesa” significa
proprio “chiamati fuori“) sono il tempio spirituale di Dio, protetto contro
l'invasione del male.
Ma Dio li ha contati e segnati col suo suggello; essi formano il tempio
spirituale che Dio proclama sua santa proprietà e ch'Egli proteggerà contro
tutti gli assalti nemici.
E se, per un tempo, potrà sembrare che le forze avverse abbiano il
sopravvento, quel tempo sarà breve e sarà seguito dal trionfo del regno di
Dio.
Parlando della Gerusalemme israelitica e del popolo di cui era la capitale,
Gesù aveva detto: «cadranno sotto il
taglio della spada e saranno menati in cattività fra tutte le genti; e
Gerusalemme sarà calpestata dai Gentili finchè i tempi dei Gentili siano
compiti»
Luca 21:24.
O ancora prende ancora più il suo senso letterale quanto disse Gesù sul
monte:
“Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo
si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato
dagli uomini.”
(Matteo 5:13)
Quello ch'è avvenuto materialmente della Gerusalemme palestinese avviene
spiritualmente in senso più vasto, della Chiesa visibile: nel corso dei
secoli essa è stata invasa e dominata dal mondo.
Quel che Gesù aveva chiamato «i tempi
dei Gentili» è qui rappresentato con la cifra di 42 mesi,
dopo tale termine il tempo dei
gentili finisce.
Va notato che questa designazione cronologica sotto la forma: «un
tempo, dei tempi e la metà d'un tempo» s'incontra di già nelle profezie
di Daniele:
Ed egli mi disse:
"La quarta bestia è un quarto regno sulla terra, diverso da tutti
i regni, che divorerà tutta la terra, la calpesterà e la frantumerà.
Le dieci corna sono dieci re che sorgeranno da questo regno; e dopo
quelli, sorgerà un altro re, che sarà diverso dai precedenti e abbatterà
tre re.
Egli parlerà contro l'Altissimo, affliggerà i santi dell'Altissimo, e si
proporrà di mutare i giorni festivi e la legge; i santi saranno dati nelle
sue mani per un tempo, dei tempi e la metà d'un tempo. Poi si terrà il
giudizio e gli sarà tolto il dominio; verrà distrutto e annientato per
sempre.
(Daniele 7:23-26)
«In quel tempo sorgerà Michele, il grande capo, il difensore dei figli del
tuo popolo; vi sarà un tempo di angoscia, come non ce ne fu mai da quando
sorsero le nazioni fino a quel tempo; e in quel tempo, il tuo popolo
sarà salvato; cioè, tutti quelli che saranno trovati iscritti nel libro.
Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno;
gli uni per la vita eterna, gli altri per la vergogna e per una eterna
infamia.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento e quelli che avranno
insegnato a molti la giustizia risplenderanno come le stelle in eterno.
Tu, Daniele, tieni nascoste queste parole e sigilla il libro sino al tempo
della fine.
Molti lo studieranno con cura e la conoscenza aumenterà».
Poi io, Daniele, guardai, ed ecco altri due uomini in piedi: l'uno su
questa sponda del fiume e l'altro sulla sponda opposta.
Uno di essi disse all'uomo vestito di lino che stava sulle acque del fiume:
"Quando sarà la fine di queste cose straordinarie?"
Udii l'uomo vestito di lino, che stava sopra le acque del fiume.
Egli alzò la mano destra e la mano sinistra al cielo e giurò per colui che
vive in eterno dicendo: "Questo durerà un tempo, dei tempi e la metà d'un
tempo; e quando la forza del popolo santo sarà interamente spezzata, allora
tutte queste cose si compiranno".
Io udii, ma non compresi e dissi: "Mio signore, quale sarà la fine di queste
cose?"
Egli rispose: "Va' Daniele; perché queste parole sono nascoste e
sigillate sino al tempo della fine. Molti saranno purificati,
imbiancati, affinati; ma gli empi agiranno empiamente e nessuno degli empi
capirà, ma capiranno i saggi.
Dal momento in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà rizzata
l'abominazione della desolazione, passeranno milleduecentonovanta giorni.
Beato chi aspetta e giunge a milletrecentotrentacinque giorni!
(Daniele 12:1-12)
Il tempio di cui parla Giovanni qui sarà costruito affinchè gli ebrei
ortodossi possano offrire i sacrifici prescritti dalla legge mosaica durante
la prima metà del periodo di sette anni definito come settantesima settimana
di Daniele.
All’inizio dei quarantadue mesi della grande tribolazione, però i sacrifici
cesseranno ed il tempio sarà profanato e diventerà il santuario del
governatore mondiale della grande tribolazione che vi farà erigere un idolo
e si proclamerà Dio:
Il popolo d'un capo che verrà distruggerà la città e il santuario;
la sua fine verrà come un'inondazione ed è decretato che vi saranno
devastazioni sino alla fine della guerra. Egli stabilirà un patto con molti,
per una settimana; in mezzo alla settimana farà cessare sacrificio e
offerta; sulle ali delle abominazioni verrà un devastatore. Il
devastatore commetterà le cose più abominevoli, finché la completa
distruzione, che è decretata, non piombi sul devastatore"».
(Daniele 9:26-27)
«In quel tempo sorgerà Michele, il grande capo, il difensore dei figli del
tuo popolo; vi sarà un tempo di angoscia, come non ce ne fu mai da quando
sorsero le nazioni fino a quel tempo; e in quel tempo, il tuo popolo sarà
salvato; cioè, tutti quelli che saranno trovati iscritti nel libro.
Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno; gli
uni per la vita eterna, gli altri per la vergogna e per una eterna infamia.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento e quelli che avranno
insegnato a molti la giustizia risplenderanno come le stelle in eterno.
Tu, Daniele, tieni nascoste queste parole e sigilla il libro sino al tempo
della fine. Molti lo studieranno con cura e la conoscenza aumenterà».
Poi io, Daniele, guardai, ed ecco altri due uomini in piedi: l'uno su questa
sponda del fiume e l'altro sulla sponda opposta.
Uno di essi disse all'uomo vestito di lino che stava sulle acque del fiume:
"Quando sarà la fine di queste cose straordinarie?"
Udii l'uomo vestito di lino, che stava sopra le acque del fiume.
Egli alzò la mano destra e la mano sinistra al cielo e giurò per colui che
vive in eterno dicendo: "Questo durerà un tempo, dei tempi e la metà d'un
tempo; e quando la forza del popolo santo sarà interamente spezzata, allora
tutte queste cose si compiranno".
Io udii, ma non compresi e dissi: "Mio signore, quale sarà la fine di queste
cose?"
Egli rispose: "Va' Daniele; perché queste parole sono nascoste e sigillate
sino al tempo della fine.
Molti saranno purificati, imbiancati, affinati; ma gli empi agiranno
empiamente e nessuno degli empi capirà, ma capiranno i saggi.
Dal momento in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà rizzata
l'abominazione della desolazione, passeranno milleduecentonovanta giorni.
Beato chi aspetta e giunge a milletrecentotrentacinque giorni!
Tu avviati verso la fine; tu ti riposerai e poi ti rialzerai per ricevere la
tua parte di eredità alla fine dei tempi"».
(Daniele 12:1-13)
A conforto della tesi che la Chiesa sarà ancora presente in questo periodo
abbiamo il passo di Paolo ai Tessalonicesi:
“Ora, fratelli, circa la venuta del
Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui, vi preghiamo
di non lasciarvi così presto sconvolgere la mente, né turbare sia da
pretese ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche lettera data come
nostra, come se il giorno del Signore fosse già presente.
Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non
sia venuta l'apostasia e non sia stato manifestato l'uomo del peccato, il
figlio della perdizione, l'avversario, colui che s'innalza sopra tutto ciò
che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel
tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio.”
(2 Tessalonicesi 2:1-4)
3 E
io darò ai miei due testimoni di profetare ed essi profeteranno per
milleduecentosessanta giorni vestiti di cilicio:
Anche nei tempi di maggior decadenza religiosa, Cristo suscita degli uomini
ripieni del suo Spirito di forza e d'amore, ai quali da la missione d'essere
in mezzo alla cristianità infedele dei testimoni di lui e della salvezza per
mezzo di lui.
Essi sono incaricati di profetare cioè di mostrare al popolo i suoi
traviamenti chiamandolo a ravvedersi e di annunziare i giudizi di Dio sui
ribelli.
La prima cosa che vediamo, è che vengono chiamati profeti.
I profeti sono stati sempre persone che hanno parlato per mezzo dello
Spirito di Dio.
Essi profetizzeranno per 1260 giorni (Ap 11,3).
Il Signore manderà questi due testimoni a predicare con potenza di Spirito
Santo per 3 anni e ½ durante il «giorno dell'ira», che sarà su questa terra.
Il loro vestito, simile a quello degli antichi profeti (cfr.
2Re 1:8) e di Giovanni Battista, denota ad un tempo il dolore che
provano di fronte alla morte spirituale che li circonda e l'austerità della
loro vita e della loro predicazione.
Come possiamo notare, anche il modo di vestirsi dei testimoni di Dio è
importante.
E’ vero che Dio guarda al cuore e non all’apparenza, ma l’uomo no!
Quindi chi parla da parte di Dio agli uomini deve vestirsi in modo da
“essere riconoscibile”!
Il loro numero, due, s'intende alla lettera di due persone da coloro
che interpretano alla lettera i 1260 giorni e che vedono nei due testimoni i
rappresentanti antichi della Legge e dei Profeti, ( probabilmente Mosè ed
Elia ), richiamati sulla terra a nuova attività in seno alla lor nazione
ricostituita.
4 Questi
sono i due ulivi e i due candelabri che stanno nel cospetto del Signor della
terra.
Le due immagini con cui son caratterizzati i testimoni sono tolte da
Zaccaria 4 ma con notevoli modificazioni.
L'angelo che parlava con me tornò e mi svegliò, come si sveglia un uomo dal
sonno.
Mi chiese: «Che vedi?»
Io risposi: «Ecco, vedo un candelabro tutto d'oro, che ha in cima un vaso,
ed è munito delle sue sette lampade e di sette tubi per le lampade che
stanno in cima; vicino al candelabro stanno due ulivi: l'uno a destra del
vaso e l'altro alla sua sinistra».
Io ripresi a dire all'angelo che parlava con me: «Che significano queste
cose, mio signore?»
L'angelo che parlava con me rispose: «Non sai che cosa significano queste
cose?»
Io dissi: «No, mio signore».
Allora egli mi rispose: «È questa la parola che il SIGNORE rivolge a
Zorobabele: "Non per potenza, né per forza, ma per lo Spirito mio", dice il
SIGNORE degli eserciti. Chi sei tu, o grande montagna? Davanti a Zorobabele
tu diventerai pianura; egli asporterà la pietra principale, in mezzo alle
grida di: "Grazia, grazia su di lei!"»
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini: «Le mani di
Zorobabele hanno gettato le fondamenta di questa casa e le sue mani la
termineranno; così tu saprai che il SIGNORE degli eserciti mi ha mandato da
voi. Chi potrebbe infatti disprezzare il giorno delle piccole cose, quando
quei sette là, gli occhi del SIGNORE che percorrono tutta la terra, vedono
con gioia il piombino in mano a Zorobabele?»
Io gli dissi: «Che significano questi due ulivi a destra e a sinistra del
candelabro?»
Per la seconda volta io presi a dire: «Che significano questi due
ramoscelli d'ulivo che stanno ai lati dei due condotti d'oro per cui scorre
l'olio dorato?»
Egli mi disse: «Non sai che cosa significano queste cose?»
Io risposi: «No, mio SIGNORE!» Allora egli disse: «Questi sono i due unti
che stanno presso il Signore di tutta la terra».
(Zaccaria 4:1-14)
Zaccaria contempla un candelabro con sette lampade fornito d'olio da due
ulivi che stanno a destra e a sinistra del candelabro.
I due «figli dell'olio»
rappresentano Zorobabele e il sommo sacerdote Iehoshua i quali, con la
potenza dello Spirito di Dio, giungeranno a restaurare il tempio e la
nazione.
Qui i due testimoni sono assomigliati a due ulivi perchè nelle loro vene
spirituali circola l'olio dello Spirito e, sotto l'azione dello Spirito,
essi faranno brillare davanti agli uomini la luce della verità secondo la
missione ricevuta dal Signore di cui sono i servitori.
La capacità e il coraggio di compiere la loro opera in mezzo alle
circostanze più avverse e ai nemici più accaniti non verrà dall'uomo ma da
Dio.
Nel Salmo 52, colui che ripone la sua fiducia nel Signore è paragonato ad un
ulivo verdeggiante nella Casa di Dio:
“Perché ti vanti del male, uomo prepotente? La bontà di Dio dura per sempre.
La tua lingua medita rovine; essa è simile a un rasoio affilato, o artefice
d'inganni.
Tu preferisci il male al bene, mentire piuttosto che dir la verità. [Pausa]
Tu ami ogni parola che causa rovina, o lingua insidiosa!
Perciò Dio ti distruggerà per sempre; ti afferrerà, ti strapperà dalla tua
tenda e ti sradicherà dalla terra dei viventi. [Pausa]
I giusti lo vedranno e temeranno, poi rideranno di lui, dicendo: «Ecco
l'uomo che non aveva fatto di Dio la sua fortezza, ma aveva fiducia
nell'abbondanza delle sue ricchezze, e si faceva forte della sua
perversità!»
Ma io sono come un olivo verdeggiante nella casa di Dio; io confido per
sempre nella bontà di Dio.
Sempre ti celebrerò per quanto hai fatto, e in presenza dei tuoi fedeli
spererò nel tuo nome, perché tu sei buono.”
(Salmo 52:1-9)
Chiunque confida nel Signore, chiunque pone la sua fiducia in Lui, è
paragonato ad un ulivo verdeggiante.
Il frutto dell’ulivo sono proprio le olive e da queste si produce l’olio,
simbolo nella Scrittura dello Spirito Santo.
Potrebbe essere questo atto di uccidere i “due ulivi”, l’atto che scatenerà
l’ira totale di Dio, dietro la “bestemmia contro lo Spirito Santo”:
«Perciò io vi dico: ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma
la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parli
contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo
Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro.
O fate l'albero buono e buono pure il suo frutto, o fate l'albero cattivo e
cattivo pure il suo frutto; perché dal frutto si conosce l'albero. Razza di
vipere, come potete dir cose buone, essendo malvagi? Poiché dall'abbondanza
del cuore la bocca parla. L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone;
e l'uomo malvagio dal suo malvagio tesoro trae cose malvagie. Io vi dico che
di ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel
giorno del giudizio; poiché in base alle tue parole sarai giustificato, e in
base alle tue parole sarai condannato».
(Matteo 12:31-37)
5 E
se alcuno li vuole offendere, esce dalla lor bocca un fuoco che divora i
loro nemici; e se alcuno li vuole offendere bisogna ch'ei sia ucciso in
questa maniera.
La parola severa dei testimoni di Cristo provoca l'odio ed i propositi
micidiali dei nemici della verità; cfr. la storia di Geremia e di Giovanni
Battista; perciò Dio li protegge finchè sia compiuto il loro ministerio.
Il fuoco che esce dalla bocca di questi predicatori e divora i nemici
ricorda quel che si narra di Elia:
“Acazia cadde dalla ringhiera della sua camera di sopra, a Samaria, e si
ammalò.
Allora inviò dei messaggeri, dicendo loro: «Andate a consultare Baal-Zebub,
dio di Ecron, per sapere se guarirò da questa malattia».
Ma un angelo del SIGNORE disse a Elia il Tisbita: «Àlzati, va' incontro ai
messaggeri del re di Samaria, e di' loro: "È forse perché non c'è Dio in
Israele che voi andate a consultare Baal-Zebub, dio di Ecron?
Perciò, così dice il SIGNORE: 'Tu non scenderai dal letto sul quale sei
salito, ma certamente morrai'"». Ed Elia se ne andò.
I messaggeri tornarono da Acazia, il quale disse loro: «Perché siete
tornati?»
E quelli risposero: «Un uomo ci è venuto incontro, e ci ha detto: "Andate,
tornate dal re che vi ha mandati, e ditegli: 'Così dice il SIGNORE: È forse
perché non c'è Dio in Israele che tu mandi a consultare Baal-Zebub dio di
Ecron? Perciò non scenderai dal letto sul quale sei salito, ma certamente
morirai'"».
Acazia chiese loro: «Com'era l'uomo che vi è venuto incontro e vi ha detto
queste parole?»
Quelli gli risposero: «Era un uomo vestito di pelo, con una cintura di cuoio
intorno ai fianchi». E Acazia disse: «È Elia il Tisbita!»
Allora mandò da Elia un capitano con i suoi cinquanta uomini.
Egli salì e trovò Elia seduto in cima al monte.
Il capitano gli disse: «Uomo di Dio, il re dice: "Scendi!"»
Elia rispose e disse al capitano dei cinquanta: «Se io sono un uomo di
Dio, scenda del fuoco dal cielo, e consumi te e i tuoi cinquanta uomini!»
E dal cielo scese il fuoco di Dio che consumò lui e i suoi cinquanta uomini.
Acazia mandò di nuovo un altro capitano con i suoi cinquanta uomini, il
quale si rivolse a Elia e gli disse: «Uomo di Dio, il re dice: "Fa' presto,
scendi!"»
Elia rispose e disse loro: «Se io sono un uomo di Dio, scenda del fuoco
dal cielo, e consumi te e i tuoi cinquanta uomini».
E dal cielo scese il fuoco di Dio che consumò lui e i suoi cinquanta uomini.
Acazia mandò di nuovo un terzo capitano con i suoi cinquanta uomini.
Questo terzo capitano di cinquanta uomini salì da Elia; e, giunto presso di
lui, gli si gettò davanti in ginocchio, e lo supplicò, dicendo: «Uomo di
Dio, ti prego, la mia vita e la vita di questi cinquanta tuoi servi sia
preziosa agli occhi tuoi!
Un fuoco è sceso dal cielo, e ha consumato i due primi capitani con i loro
uomini; ma ora la vita mia sia preziosa agli occhi tuoi».
(2 Re 1:2-14)
Due capitani mandati da Acazia per dare ordini all'uomo di Dio sono
successivamente arsi vivi con i loro cinquanta uomini in seguito ad una
parola pronunciata dal profeta.
Anche il profeta Geremia profetizzò qualcosa di molto simile:
Infatti la casa d'Israele e la casa di Giuda mi hanno tradito», dice il
SIGNORE.
Rinnegano il SIGNORE, e dicono: «Non esiste; nessun male ci verrà addosso,
noi non vedremo spada né fame; i profeti non sono che vento, e nessuno parla
in essi. Quel che minacciano sia fatto a loro!»
Perciò così parla il SIGNORE, Dio degli eserciti: «Poiché avete detto quelle
parole, ecco, io farò in modo che la parola mia sia come fuoco nella tua
bocca, che questo popolo sia come legno, e che quel fuoco lo divori.”
(Geremia 5:11-14)
6 Essi
hanno il potere di chiudere il cielo, onde non cada pioggia durante i giorni
dello loro profezia, (
cioè del loro ministerio profetico ).
Ad autenticare l'origine divina della loro missione e a prestarle efficace
appoggio, la loro testimonianza è accompagnata da segni miracolosi che
ricordano quelli di cui furono rivestiti, in epoche di crisi decisive per
Israele, Mosè ed Elia. In
1Re 17:1
Elia dice ad Acab: «Com'è vero che
vive l'Eterno... di cui sono servo, non vi sarà nè rugiada nè pioggia in
questi anni, se non alla mia parola». Cfr.
1Re 18:41-46;
Giacomo 5:17-18.
e hanno potestà sulle acque di convertirle in sangue,
(
come fece Mosè in Egitto
Esodo 7:17-20 ) e potestà di percuotere la terra di qualunque
piaga, quante volte vorranno.
L'espressione generale ricorda le varie piaghe di cui Mosè ricevette
l'ordine di percuotere l'Egitto ed il suo popolo affinché lasciasse andare
Israele.
Le allusioni alla storia dei due grandi profeti che apparvero pure sul monte
della Trasfigurazione, hanno indotto parecchi espositori ad ammettere che
Mosè ed Elia in persona siano per essere i due testimoni di cui parla il
testo.
Ora è vero che nel profeta Malachia è detto che l'Eterno «manderà
ad Israele il profeta Elia prima che venga il grande e tremendo giorno
dell'Eterno»
Malachia 4:5; ma è pur vero che, secondo la dichiarazione di
Gesù, Elia è venuto nella persona di Giovanni Battista (cfr
Matteo 17:10-13) che era animato dello spirito e della virtù
d'Elia.
La parola del Cristo porta quindi ad aspettare, non che tornino sulla terra,
per soffrirvi ed esservi uccisi, dei servi che Dio ha accolti presso di se,
ma che siano suscitati degli uomini ripieni di Spirito e di potenza come
quei grandi antichi, al fine di proclamare altamente la verità in mezzo
all'apostasia generale, questi due testimoni, saranno veramente “Luce nel
mondo”, così come lo fu Gesù ai suoi tempi terreni.
7 E
quando avranno compiuta la loro testimonianza,
(cioè sul finire del periodo di tempo assegnato al loro ministerio e
durante il quale sono stati protetti da Dio ) la bestia che sale
dall'abisso muoverà loro guerra e li vincerà e li ucciderà.
Proprio come Gesù, anche i due testimoni, terminata la loro testimonianza
con segni e prodigi, in mezzo a molte tribolazioni, alla fine saranno
uccisi.
I figli di Luce, che vogliono servire il Signore fedelmente sono stati, sono
e saranno sempre perseguitati in quanto odiati dal mondo.
A questo proposito sono tantissime le citazioni scritturali, ma noi spesso
le dimentichiamo e riteniamo la persecuzione e l’odio del mondo un qualcosa
di eccezionale:
«Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me. Se
foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del
mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che vi ho detta: "Il servo non è più grande del suo
signore". Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno
osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo
ve lo faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha
mandato.”
(Giovanni 15:18-21)
“Carissimi, non vi stupite per l'incendio che divampa in mezzo a voi per
provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano.
Anzi, rallegratevi in quanto partecipate alle sofferenze di Cristo, perché
anche al momento della rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed
esultare.
Se siete insultati per il nome di Cristo, beati voi! Perché lo Spirito di
gloria, lo Spirito di Dio, riposa su di voi.
Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida, o ladro, o malfattore, o
perché si immischia nei fatti altrui; ma se uno soffre come cristiano,
non se ne vergogni, anzi glorifichi Dio, portando questo nome.
Infatti è giunto il tempo in cui il giudizio deve cominciare dalla casa di
Dio; e se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non
ubbidiscono al vangelo di Dio? E se il giusto è salvato a stento, dove
finiranno l'empio e il peccatore?
Perciò anche quelli che soffrono secondo la volontà di Dio affidino le anime
loro al fedele Creatore, facendo il bene.”
(1 Pietro 4:12-19)
“Tu invece hai seguito da vicino il mio insegnamento, la mia condotta, i
miei propositi, la mia fede, la mia pazienza, il mio amore, la mia costanza,
le mie persecuzioni, le mie sofferenze, quello che mi accadde ad Antiochia,
a Iconio e a Listra.
Sai quali persecuzioni ho sopportate; e il Signore mi ha liberato da tutte.
Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno
perseguitati.
Ma gli uomini malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, ingannando
gli altri ed essendo ingannati.
Tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la
certezza, sapendo da chi le hai imparate, e che fin da bambino hai avuto
conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che
conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù.
Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a
correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e
ben preparato per ogni opera buona.”
(2 Timoteo 3:10-17)
Le espressioni usate qui: «muover
guerra, vincere, uccidere» fanno pensare a un numero rilevante di
testimoni di Cristo piuttosto che a due soli individui.
Della 'bestia' non è stata fatta
fin qui menzione alcuna; essa è introdotta come se fosse conosciuta, sia
perchè se ne parlerà più a lungo in
Apocalisse 13 e seguenti, sia perché era figura nota dalla
profezia di Daniele ove i successivi imperi del mondo sono rappresentati da
bestie feroci.
Qui si nota soltanto la sua provenienza dall'abisso (cfr.
Apocalisse 17:8), in quanto che essa è animata dallo spirito di
Satana, il re infernale, di cui è lo strumento per combattere sulla terra il
regno di Cristo. E Dio permette che le potenze del male giungano al punto di
spegnere, per un tempo, nel mondo la testimonianza cristiana, come aveva
lasciato che Antioco Epifane facesse per tre anni e mezzo cessare il culto
dell'Eterno nella Gerusalemme antica (168-165 A.C.).
Il tempo del loro martirio non è determinato dalla pseudo-potenza della
bestia o da avvenimenti avversi, ma come già avvenuto per Gesù, è
determinato dal tempo scandito da Dio, così è per noi, non dobbiamo mai
cedere alla tentazione di pensare che gli eventi possano prendere il
sopravvento su di noi, noi siamo sempre nelle mani di Dio e sotto la Sua
attenzione, perfino i nostri capelli,
sono tutti contati (cfr Luca 12:7)
8 E
i loro corpi morti giaceranno sulla piazza della gran città che
spiritualmente si chiama Sodoma ed Egitto, dove anche il Signor loro è stato
crocifisso.
Anche presso i pagani, il lasciare una persona senza sepoltura era
considerato come l'estremo oltraggio. E qui il segno dell'odio profondo del
mondo anticristiano contro i testimoni della verità e un modo insolente e
macabro di proclamar la vittoria, ritenuta definitiva, sul cristianesimo.
Proprio come per Gesù, la morte del Giusto vuole essere uno spettacolo di
umiliazione per il mondo, gli empi prepareranno la scena dell’umiliazione
del Giusto, ma questa diventerà lo spettacolo della resurrezione:
“Egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci
condannavano, e l'ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; ha spogliato
i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando
su di loro per mezzo della croce.”
(Colossesi 2:14-15)
E in qualche modo, questo spettacolo lo siamo anche noi:
“Poiché io ritengo che Dio abbia messo in mostra noi, gli apostoli,
ultimi fra tutti, come uomini condannati a morte; poiché siamo
diventati uno spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini.
Noi siamo pazzi a causa di Cristo, ma voi siete sapienti in Cristo; noi
siamo deboli, ma voi siete forti; voi siete onorati, ma noi siamo
disprezzati. Fino a questo momento, noi abbiamo fame e sete.
Siamo nudi, schiaffeggiati e senza fissa dimora, e ci affatichiamo lavorando
con le nostre proprie mani; ingiuriati, benediciamo; perseguitati,
sopportiamo; diffamati, esortiamo; siamo diventati, e siamo tuttora, come
la spazzatura del mondo, come il rifiuto di tutti.”
(1 Corinzi 4:9-13)
Il fatto che Gerusalemme viene paragonata a Sodoma, descrive il grave
degrado morale che vi sarà.
9 E
gli uomini dei vari popoli e tribù e lingue e nazioni vedranno i loro corpi
morti per tre giorni e mezzo, e non lasceranno che i loro corpi morti siano
posti in un sepolcro.
Il soggetto del verbo ch'è un presente descrittivo non essendo espresso, si
potrebbe tradurre: 'e gente dei vari
popoli... vede...', s'intende che non costata solamente il fatto, ma lo
vede con soddisfazione perchè è all'unisono coi sentimenti di odio che hanno
portato all'uccisione dei profeti.
Come i capi Giudei poterono credere per quasi tre giorni d'aver spento il
Cristo, così per breve tempo le forze anticristiane crederanno d'aver
schiacciato il cristianesimo per sempre.
Questo è uno degli esempi più eclatanti della capacità profetica della
Parola di Dio, per Giovanni era veramente inimmaginabile pensare di poter
scrivere una profezia del genere, tutti gli uomini lo vedranno… …come poteva
essere, oggi per noi è assolutamente ovvio, ma per Giovanni era impossibile
anche solo immaginarlo!
10 e
gli abitanti della terra (
estranei alla vita spirituale e trascinati dalla 'bestia' ) si
rallegreranno di loro e faranno festa e si manderanno regali gli uni agli
altri ( in segno di
mutua felicitazione; cfr.
Neemia 8:10,12;
Ester 9:22 ) perchè questi due profeti avranno tormentato gli
abitanti della terra.
Li avranno tormentati con lo scuoter le loro coscienze mettendo a nudo il
peccato, ed anche con le piaghe di cui sono stati colpiti per la loro
resistenza all'appello divino.
Da
Apocalisse 11:10 risulta che il campo d'azione dei testimoni è
vasto assai e interessa il mondo intero.
11 E
in capo ai tre giorni e mezzo uno spirito di vita procedente da Dio entrò in
loro ed essi si drizzarono in piè e grande spavento cadde su quelli che li
videro.
Il trionfo dei malvagi è breve, dura tre giorni e mezzo, la loro gioia viene
trasformata in un grande spavento!
Dio dimostrerà a tutti gli empi che i veri vincitori saranno proprio questi
due testimoni, i quali non si sono lasciati condizionare dagli eventi, ma
hanno portato a termine il loro compito di
Testimoni.
La loro risurrezione avverrà mediante l’invio di “uno
spirito di vita procedente da Dio”, non c’è altro modo per avere vita e
la loro resurrezione sarà il completamento della loro testimonianza.
Anche Eliù proclama questa verità:
“Lo Spirito di Dio mi ha creato, e il soffio dell'Onnipotente mi dà la
vita.”
(Giobbe 33:4)
E questo atto onnipotente di Dio, è assimilabile anche a quanto
preannunciato nella profezia di Ezechiele riguardo ad Israele:
La mano del SIGNORE fu sopra di me e il SIGNORE mi trasportò mediante lo
Spirito e mi depose in mezzo a una valle piena d'ossa.
Mi fece passare presso di esse, tutt'attorno; ecco erano numerosissime sulla
superficie della valle, ed erano anche molto secche.
Mi disse: «Figlio d'uomo, queste ossa potrebbero rivivere?» E io
risposi: «Signore, DIO, tu lo sai».
Egli mi disse: «Profetizza su queste ossa, e di' loro: "Ossa secche,
ascoltate la parola del SIGNORE!" Così dice il Signore, DIO, a queste ossa:
"Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e voi rivivrete; metterò su di
voi dei muscoli, farò nascere su di voi della carne, vi coprirò di pelle,
metterò in voi lo spirito, e rivivrete; e conoscerete che io sono il
SIGNORE"».
Io profetizzai come mi era stato comandato; e come io profetizzavo, si fece
un rumore; ed ecco un movimento: le ossa si accostarono le une alle altre.
Io guardai, ed ecco venire su di esse dei muscoli, crescervi la carne, e la
pelle ricoprirle; ma non c'era in esse nessuno spirito.
Allora egli mi disse: «Profetizza allo Spirito, profetizza figlio d'uomo, e
di' allo Spirito: Così parla il Signore, DIO: "Vieni dai quattro venti, o
Spirito, soffia su questi uccisi, e fa' che rivivano!"».
Io profetizzai, come egli mi aveva comandato, e lo Spirito entrò in essi:
tornarono alla vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande,
grandissimo.
Egli mi disse: «Figlio d'uomo, queste ossa sono tutta la casa d'Israele.
Ecco, essi dicono: "Le nostre ossa sono secche, la nostra speranza è
svanita, noi siamo perduti!"
Perciò, profetizza e di' loro: Così parla il Signore, DIO: "Ecco, io aprirò
le vostre tombe, vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi
ricondurrò nel paese d'Israele.
Voi conoscerete che io sono il SIGNORE, quando aprirò le vostre tombe e vi
tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio! E metterò in voi il mio
Spirito, e voi tornerete in vita; vi porrò sul vostro suolo, e conoscerete
che io, il SIGNORE, ho parlato e ho messo la cosa in atto", dice il SIGNORE».
(Ezechiele 33:1-14)
La scena della loro risurrezione è drammatica; Dio ch'è la fonte di ogni
vita richiama in vita i suoi servitori, annienta l'opera dei loro nemici e
mette il suo potente suggello su quella dei suoi ambasciatori; all'obbrobrio
in cui giacevano sostituisce la gloria di cui li riveste, mentre al breve
tripudio degli empi succede uno spavento grande.
12 Ed
essi udirono una gran voce dal cielo che diceva loro: Salite qua.
Ed essi salirono al cielo nella nuvola, e i loro nemici li videro.
Alla risurrezione segue l'ascensione dei testimoni martirizzati, com'era
successo al loro Maestro.
La loro ascensione completa la loro glorificazione e avviene nel modo più
solenne, dietro il potente invito venuto loro dal cielo, alla vista dei loro
nemici che li contemplano ( qewrew
) con stupore mentre salgono, come il loro Signore, avvolti e portati dalla
nuvola.
13 E
in quell'ora si fece un gran terremoto, e la decima parte della città cadde
e settemila persone (lett. nomi d'uomini) furono uccise nel
terremoto;
Nell'ora stessa in cui son glorificati i martiri, i loro persecutori son
colpiti d'un grave giudizio divino, il terremoto difatti è direttamente
collegato al giudizio di Dio ( avvenne così anche alla morte di Gesù).
Il giudizio colpisce la città santa calpestata dai Gentili, diventata una
stessa cosa con la gran città del mondo nemico di Dio; colpisce in altre
parole la cristianità divenuta apostata e persecutrice dei servi di Dio.
Il terremoto può intendersi di un fenomeno fisico come quelli che
accompagnarono la morte e la risurrezione di Cristo o può simboleggiare dei
rivolgimenti sociali e politici che colpiranno negli averi e nella vita una
parte notevole della società colpevole.
e il rimanente fu spaventato e dette gloria all'Iddio del cielo.
Lo spavento che coglie i superstiti, sappiamo che non li porterà a
ravvedimento, questo dare gloria all’Iddio del cielo, è da intendersi o come
riconoscimento della Sua potenza ma senza giungere ad un ravvedimento delle
proprie colpe, o addirittura un dare gloria ad un dio del cielo (c’è chi
ipotizza il dio di Acan – cfr Giosuè 7)
14 Il
secondo guaio è passato; ed ecco, il terzo guaio verrà tosto.