I
nuovi cieli e la nuova terra
APOCALISSE
21:1-8
Poi vidi un nuovo cielo e una nuova
terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non
c'era più.
E vidi la santa città, la nuova
Gerusalemme, scendere dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna
per il suo sposo.
Udii una gran voce dal trono, che
diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini!
Egli abiterà con loro, essi saranno
suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio.
Egli asciugherà ogni lacrima dai loro
occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché
le cose di prima sono passate».
E colui che siede sul trono disse:
«Ecco, io faccio nuove tutte le cose».
Poi mi disse:
«Scrivi, perché queste parole sono
fedeli e veritiere»,
e aggiunse:
«Ogni cosa è compiuta. Io sono l'alfa
e l'omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della
fonte dell'acqua della vita. Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò
Dio ed egli mi sarà figlio. Ma per i codardi, gl'increduli, gli abominevoli,
gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi,
la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte
seconda».
***
Il giudizio di Dio ha
colpito successivamente:
- la falsa chiesa;
- lo Stato
anticristiano e il suo profeta;
- Satana stesso coi
suoi ultimi seguaci.
Tutti i nemici sono stati distrutti.
Il mondo stesso ch'è stato il teatro delle ribellioni umane e dei giudizi
divini è passato.
Il velo che nasconde ai
mortali la prospettiva dell'avvenire si alza un'ultima volta per farci
contemplare la felicità pura ed eterna dei redenti in un mondo rinnovato.
E’ questa la meta
suprema cui mirano i disegni di Dio manifestati dalla profezia; è questo il
sospiro più profondo dei fedeli di tutte le età, e non dei fedeli soltanto,
ma della creazione stessa che 'geme
insieme ed è in travaglio' (Romani 8:22)
Vero è che la terra ha
avuto, dopo le aspre lotte, il suo lungo sabato di riposo e di pace; ma il
millennio non è ancora la fase suprema del regno di Dio.
La terra e la parte
dell'umanità che vive ancora in corpi di carne, è in questo periodo, tuttora
più o meno separata dal cielo e dall'umanità glorificata; è possibile ancora
una grande rivolta contro a Dio... Tutte le cose non sono ancora fatte
nuove...
Nel periodo della
Chiesa la vita dello Spirito si manifesta in modo tutto interiore e non
modifica ancora, in modo essenziale, il corso della storia nè quello della
natura.
In quest'ultima parte
dell'Apocalisse, si possono distinguere tre sezioni:
-
Apocalisse 21:1-8, la rapida visione di nuovi cieli e di una
nuova terra, con una Gerusalemme nuova; -
Apocalisse 21:9-22:5 la descrizione più ampia della nuova
Gerusalemme e della sua gloria.
-
Apocalisse 22:6-21 gli ammonimenti e le promesse finali che
formano la chiusa del libro.
***
VISIONE DI UN NUOVO CIELO E DI UNA NUOVA TERRA, CON UNA GERUSALEMME NUOVA
Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perchè il primo cielo e la prima
terra, erano passati e il mare non era più.
Giovanni contempla
questo glorioso rinnovamento di tutte le cose dopo aver veduto sparire il
cielo e la terra presenti.
Come il corpo
contaminato dal peccato deve morire per risorgere quale organo della vita
nuova superiore, così l'abitazione dell'umanità peccatrice deve subire una
trasformazione che la renda adatta ad esser la dimora di un'umanità
rinnovata e santa.
Già nell'Antico
Testamento troviamo l'annuncio di nuovi cieli e nuova terra:
Ecco, è detto nel secondo Isaia,
io creo dei nuovi cieli e una nuova terra; non ci si ricorderà più delle
cose di prima. (Isaia 65:17)
Dal contesto, risulta
che si tratta di un innovamento parziale simile a quello del millennio, la
cui prospettiva, nell'Antico Testamento, si confonde con quella dello stato
definitivo.
Che questa terra e
questo cielo devono passare è dichiarato già in Genesi:
Io non maledirò più la terra a motivo
dell'uomo, poiché il cuore dell'uomo concepisce disegni malvagi fin
dall'adolescenza; non colpirò più ogni essere vivente come ho fatto.
Finché la terra durerà, semina e raccolta, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte, non
cesseranno mai.
(Genesi 8:21-22)
Anche Gesù dichiarò:
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
(Matteo 24:35)
Il passare del
mondo di prima non equivale al suo annientamento, e l'apparizione del nuovo
non è necessariamente dovuta ad una creazione dal nulla; una radicale
trasformazione, per opera del fuoco:
Il giorno del Signore verrà come un
ladro: in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi
infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno
bruciate.
Poiché dunque tutte queste cose
devono dissolversi, quali non dovete essere voi, per santità di condotta e
per pietà, mentre attendete e affrettate la venuta del giorno di Dio, in
cui i cieli infocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si
scioglieranno!
Ma, secondo la sua promessa, noi
aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia.
(2 Pietro 3:10-13)
Il solo particolare che
ci sia dato è alquanto misterioso: “ il mare non era più;” perchè?
Perchè rappresenta dei
pericoli, perchè simboleggia le agitazioni della vita presente, perchè
separa e tiene lontani i popoli gli uni dagli altri ( mentre la futura
umanità formerà un solo popolo, una sola famiglia ), perchè non è luogo
d'abitazione nè può dare dei frutti, perchè ricorda il caos ecc.
Ci saranno elementi di
verità in parecchie di queste risposte; ma è difficile dire quale sia da
preferire.
Questa è anche la
risposta divina promessa al gemito della creazione intera:
Poiché la creazione aspetta con
impazienza la manifestazione dei figli di Dio; perché la creazione è
stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, ma a motivo di
colui che ve l'ha sottoposta, nella speranza che anche la creazione stessa
sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa
libertà dei figli di Dio.
Sappiamo infatti che fino a ora tutta
la creazione geme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi, che
abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando
l'adozione, la redenzione del nostro corpo.
Poiché siamo stati salvati in
speranza.
Or la speranza di ciò che si vede,
non è speranza; difatti, quello che uno vede, perché lo spererebbe ancora?
Ma se speriamo ciò che non vediamo,
l'aspettiamo con pazienza.
(Romani 8:19-25)
Questo è il completamento di
quella che l’autore della lettera agli ebrei definisce “ una così grande
salvezza!”:
Perciò bisogna che ci applichiamo
ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da
esse.
Infatti, se la parola pronunciata per
mezzo di angeli si dimostrò ferma e ogni trasgressione e disubbidienza
ricevette una giusta retribuzione, come scamperemo noi se trascuriamo una
così grande salvezza?
Questa, dopo essere stata annunciata
prima dal Signore, ci è stata poi confermata da quelli che lo avevano udito,
mentre Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza alla loro con segni e
prodigi, con opere potenti di ogni genere e con doni dello Spirito Santo,
secondo la sua volontà.
(Ebrei 2:1-4)
***
2 E vidi la santa
città, la nuova Gerusalemme, scender giù dal cielo d'appresso a Dio, pronta
come una sposa adorna per il suo sposo.
Gerusalemme è
presentata ad un tempo come l'abitazione dei santi e come la
personificazione della chiesa glorificata.
Proprio come Babilonia rappresentava la prostituta, Gerusalemme rappresenta
la sposa di Cristo.
E’ frequente
nell'Antico Testamento questo rappresentare una nazione o una città come una
donna.
La Gerusalemme vista da
Giovanni è nuova rispetto all'antica calpestata dai pagani ed anche
rispetto a quella del millennio che non è ancora santa se non in senso
relativo.
Questa scende
dal cielo d'appresso a Dio,
essa è libera ed è nostra madre:
Ma la Gerusalemme di lassù è libera,
ed è nostra madre.
Infatti sta scritto: «Rallègrati,
sterile, che non partorivi! Prorompi in grida, tu che non avevi provato le
doglie del parto! Poiché i figli dell'abbandonata saranno più numerosi di
quelli di colei che aveva marito».
(Galati 4:26-27)
Da qui la distorsione
della chiesa cattolica quale “santa madre chiesa”.
Essa è l’assemblea dei
primogeniti che sono scritti nei cieli:
Voi vi siete invece avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste,
alla festante riunione delle miriadi angeliche, all'assemblea dei
primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli
spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, il mediatore del nuovo patto e al
sangue dell'aspersione che parla meglio del sangue d'Abele.
(Ebrei 12:22-24)
Essa è opera di Dio: lo
è come dimora da lui preparata per gli eletti e lo è come società dei
salvati, redenti da Cristo, santificati dallo Spirito, fatti degni della
comunione perfetta col loro Dio.
Infatti essa è
pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
(Apocalisse 19:7)
***
3 E udii una gran
voce dal trono, che diceva: Ecco il tabernacolo di Dio cogli uomini: ed Egli
abiterà con loro, ed essi saranno suoi popoli, e Dio stesso sarà con loro e
sarà loro Dio.
La gran voce
arriva dal trono, ma non è detto chi parla.
Essa proclama che nello
stato perfetto saranno adempiute le figure e le promesse antiche in cui
l'ideale del popolo di Dio era fatto consistere nell'abitazione di Dio in
mezzo ad esso.
Nel tabernacolo
mosaico Dio era presente soltanto simbolicamente:
Allora la nuvola coprì la tenda di
convegno, e la gloria del SIGNORE riempì il tabernacolo.
E Mosè non potè entrare nella tenda
di convegno perché la nuvola si era posata sopra, e la gloria del SIGNORE
riempiva il tabernacolo.
Durante tutti i loro viaggi, quando
la nuvola si alzava dal tabernacolo, i figli d'Israele partivano; ma se la
nuvola non si alzava, non partivano fino al giorno in cui si alzava.
La nuvola del SIGNORE infatti stava
sul tabernacolo di giorno; e di notte vi stava un fuoco visibile a tutta la
casa d'Israele durante tutti i loro viaggi.
(Esodo 40:34-38)
Il popolo non poteva
avervi libero accesso perchè contaminato dal peccato; nella nuova
Gerusalemme Dio abiterà col popolo suo reso perfetto.
In questo
tabernacolo celeste, Dio vi
abiterà in modo permanente e duraturo perché non ci sarà più nulla di
malvagio, tutto sarà purificato ed incontaminabile in quanto satana è stato
eliminato per sempre,
Dio stesso sarà con loro e sarà loro
Dio.
***
4 e asciugherà ogni
lacrima dagli occhi loro e la morte non sarà più
Già nella visione dei
144.000 Giovanni sentì qualcosa di molto simile:
Perciò sono davanti al trono di Dio e
lo servono giorno e notte, nel suo tempio; e colui che siede sul trono
stenderà la sua tenda su di loro.
Non avranno più fame e non avranno
più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura; perché l'Agnello che
è in mezzo al trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della
vita; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi».
(Apocalisse 7:15-17)
Anche il profeta Isaia
profetizzava così:
Il SIGNORE degli eserciti preparerà
per tutti i popoli su questo monte un convito di cibi succulenti, un convito
di vini vecchi, di cibi pieni di midollo, di vini vecchi raffinati.
Distruggerà su quel monte il velo che
copre la faccia di tutti i popoli e la coperta stesa su tutte le nazioni.
Annienterà per sempre la morte; il
Signore, Dio, asciugherà le lacrime da ogni viso, toglierà via da tutta
la terra la vergogna del suo popolo, perché il SIGNORE ha parlato.
In quel giorno, si dirà: «Ecco,
questo è il nostro Dio; in lui abbiamo sperato, ed egli ci ha salvati.
Questo è il SIGNORE in cui abbiamo
sperato; esultiamo, rallegriamoci per la sua salvezza!»
(Isaia 25:6-9)
Presso Dio fonte di
vita, non c'è più posto per la morte salario del peccato, e ogni lacrima (ce
ne sono di molte specie) è asciugata dalla sua bontà piena di tenerezza e
consolazione.
Con la morte spariranno
i dolori che la seguono e che la precedono:
nè ci saran più cordoglio, nè grido, nè dolore, poichè le cose di prima
sono passate.
Dei riscattati
dell'Eterno, profetava Isaia:
Verranno a Sion con canti di gioia;
un'allegrezza eterna coronerà il loro capo otterranno gioia e letizia, e
il dolore e il gemito fuggiranno.
(Isaia 35:10)
***
5 E Colui che siede
sul trono disse: Ecco io fo ogni cosa nuova ed aggiunse (lett. e dice):
Scrivi, perchè queste parole sono fedeli e veraci.
E, la prima volta nell'Apocalisse che Giovanni ode la parola diretta di Dio
Padre che siede sul trono.
Essa conferma la voce
proceduta dal trono.
Come per mezzo della Parola Dio creò i cieli e la terra, per mezzo di
questa Parola Dio crea i nuovi cieli e la nuova terra!
Il rinnovamento della
vita umana e dell'abitazione dei redenti, rispondente all'avvenuto
rinnovamento dei cuori, di cui parla Paolo, fa parte del piano eterno di Dio
ed è conforme alla sua essenza, perché Egli è santità e amore:
Quindi, da ora in poi, noi non
conosciamo più nessuno da un punto di vista umano; e se anche abbiamo
conosciuto Cristo da un punto di vista umano, ora però non lo conosciamo più
così.
Se dunque uno è in Cristo, egli è una
nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.
E tutto questo viene da Dio che ci ha
riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero
della riconciliazione.
(2 Corinzi 5:15-18)
Queste parole si riferisce a quelle pronunciate
dalla voce, a quelle di Dio stesso relative al rinnovamento di tutte le cose
ed anche alle promesse che seguono.
Giovanni
deve scriverle perchè la certezza assoluta della speranza
cristiana darà coraggio ai credenti nella prova e sarà salutare ammonimento
a chiunque le leggerà.
I termini “fedeli e veritiere”,
ci portano alla stessa caratteristica del Cavaliere di Armaghedon:
Poi vidi il cielo aperto, ed ecco
apparire un cavallo bianco.
Colui che lo cavalcava si chiama
Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con
giustizia.
(Apocalisse 19:11)
***
6 Poi mi disse: E’
compiuto
La visione del
rinnovamento delle cose è proclamata compiuta, tanto essa è certa e questa
certezza è garantita dal fatto che Dio è colui ch'è al principio di tutte le
cose e che presiede al loro compimento finale, perchè è l'Eterno:
Io son l'Alfa e l'Omega, il principio e la fine.
Come già dichiarato
all’inizio dell’Apocalisse:
Io sono l'alfa e l'omega», dice il Signore Dio, «colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente.
(Apocalisse 1:8)
A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita.
L'immagine della sete e
dell'acqua viva e fresca per rappresentare da un lato i bisogni più profondi
dell'anima umana e dall'altro l'appagamento di essi, s'incontra spesso negli
scritti di Giovanni.
Anche nel suo evangelo
sono riportate le memorabili dichiarazioni di Gesù:
-
con la samaritana:
Ora doveva passare per la Samaria.
Giunse dunque a una città della Samaria, chiamata Sicar, vicina al podere
che Giacobbe aveva dato a suo figlio Giuseppe; e là c'era il pozzo di
Giacobbe. Gesù dunque, stanco del cammino, stava così a sedere presso il
pozzo. Era circa l'ora sesta.
Una Samaritana venne ad attingere l'acqua.
Gesù le disse: «Dammi da bere». (Infatti i suoi discepoli erano andati in
città a comprar da mangiare.)
La Samaritana allora gli disse: «Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere
a me, che sono una donna samaritana?» Infatti i Giudei non hanno relazioni
con i Samaritani.
Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice:
"Dammi da bere", tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato
dell'acqua viva».
La donna gli disse: «Signore, tu non hai nulla per attingere, e il pozzo è
profondo; da dove avresti dunque quest'acqua viva? Sei tu più grande di
Giacobbe, nostro padre, che ci diede questo pozzo e ne bevve egli stesso con
i suoi figli e il suo bestiame?»
Gesù le rispose: «Chiunque beve di quest'acqua avrà sete di nuovo; ma
chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua
che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita
eterna».
La donna gli disse: «Signore, dammi di quest'acqua, affinché io non abbia
più sete e non venga più fin qui ad attingere».
(Giovanni 4:4-15)
-
durante l’ultimo giorno
della festa delle capanne:
Nell'ultimo giorno, il giorno più solenne della festa, Gesù stando in piedi
esclamò: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come
ha detto la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno».
Disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che avrebbero
creduto in lui; lo Spirito, infatti, non era ancora stato dato, perché Gesù
non era ancora glorificato.
(Giovanni 7:37-39)
-
è ancora nella visione
dei 144.000 Giovanni sentì qualcosa di molto simile:
Perciò sono davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte, nel suo
tempio; e colui che siede sul trono stenderà la sua tenda su di loro.
Non avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il
sole né alcuna arsura; perché l'Agnello che è in mezzo al trono li pascerà e
li guiderà alle sorgenti delle acque della vita; e Dio asciugherà ogni
lacrima dai loro occhi».
(Apocalisse 7:15-17)
Giovanni vedrà in
seguito la fonte di quest’acqua:
Poi mi mostrò il fiume dell'acqua della vita, limpido come
cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello.
In mezzo alla piazza della città e sulle due rive del fiume stava l'albero
della vita. Esso dà dodici raccolti all'anno, porta il suo frutto ogni mese
e le foglie dell'albero sono per la guarigione delle nazioni.
Non ci sarà più nulla di maledetto.
Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello; i suoi servi lo
serviranno, vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome scritto sulla
fronte.
Non ci sarà più notte; non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce
di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei
secoli.
(Apocalisse 22:1-5)
La vera vita che
abbraccia la conoscenza della verità, la pace con Dio, la comunione con lui
nella santità e nell'amore, è quella che può render l'anima felice
nell'appagamento delle sue aspirazioni.
Quest'acqua della vita
vera ed eterna Dio la dà gratuitamente a chi 'vuole', a chi 'viene' a lui
con fede.
La promessa vale per
chi, come la Samaritana, è al principio di una vita nuova, ma vale pure per
chi è più innanzi nell'esperienza cristiana, e vale ancora per i redenti
raccolti nella Nuova Gerusalemme di cui Dio appagherà tutte le aspirazioni
sempre più elevate.
***
7 Chi vince erediterà
queste cose, e io gli sarò Dio ed egli mi sarà figliuolo;
Chi vince!
Fino alla fine
dell'Apocalisse risuona l'avvertimento dato, al principio, nelle lettere
alle chiese, circa la necessità di lottare strenuamente per non perdere i
beni eterni della salvezza qui rappresentati come una gloriosa eredità e
riassunti nella intima e dolce comunione filiale col Padre celeste.
I privilegi concessi da
Dio al popolo d'Israele e i doveri corrispondenti sono nell'Antico
Testamento raffigurati dalla relazione che corre tra padre e figlio.
'Io sarò il tuo Dio e l'Iddio della
tua posterità dopo di te', è la promessa fatta ad Abramo (Genesi 17:7-8).
Nello stesso modo, la
relazione tra Dio ed il re teocratico è così descritta:
'Io gli sarò padre ed egli mi sarà figlio' (2 Samuele 7:14).
Nel Nuovo Testamento
Dio si rivela, per mezzo di Cristo, come il Padre di ogni credente.
'Lo Spirito attesta insieme col nostro
spirito che siamo figliuoli di Dio...' che si accostano al Padre con la
libertà dei figliuoli, ed hanno la promessa d'essere suoi 'eredi' (Romani 8:14-17).
Nello stato perfetto,
anche questa relazione, pur già così preziosa fin d'ora, raggiungerà la sua
realtà più completa.
E ciò deve valere come
incoraggiamento a chi vince.
Per
chi vince è promessa la
beatitudine eterna, le parole che seguono suonano invece quale solenne
ammonimento a chi si lascia vincere dal male sotto una forma qualsiasi:
8 ma quanto ai
codardi
I codardi sono coloro che, per vigliaccheria (viltà),
si traggono indietro e non vogliono
prender parte alla gran lotta, che si lasciano attrarre dalle seduzioni o
spaventar dalle minacce dei nemici.
Paolo scriveva così a
Timoteo:
Dio infatti ci ha dato uno spirito
non di timidezza, ma di forza, d'amore e di
autocontrollo.
Non aver dunque vergogna della
testimonianza del nostro Signore, né di me, suo carcerato; ma soffri anche
tu per il vangelo, sorretto dalla potenza di Dio.
Egli ci ha salvati e ci ha rivolto
una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo
proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità,
ma che è stata ora manifestata con l'apparizione del Salvatore nostro Cristo
Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e
l'immortalità mediante il vangelo, in vista del quale io sono stato
costituito araldo, apostolo e dottore.
È anche per questo motivo che soffro
queste cose; ma non me ne vergogno, perché so in chi ho creduto, e sono
convinto che egli ha il potere di custodire il mio deposito fino a quel
giorno.
Prendi come modello le sane parole
che hai udite da me con la fede e l'amore che si hanno in Cristo Gesù.
Custodisci il buon deposito per mezzo
dello Spirito Santo che abita in noi.
(2 Timoteo 1:7-14)
Anche l’autore della
lettera agli ebrei esorta in tal senso:
Ma ricordatevi di quei primi giorni,
in cui, dopo essere stati illuminati, voi avete dovuto sostenere una lotta
lunga e dolorosa: talvolta esposti agli oltraggi e alle vessazioni; altre
volte facendovi solidali con quelli che erano trattati in questo modo.
Infatti, voi simpatizzaste con i
carcerati e accettaste con gioia la ruberia dei vostri beni, sapendo di
possedere una ricchezza migliore e duratura.
Non abbandonate la vostra franchezza
che ha una grande ricompensa!
Infatti avete bisogno di costanza,
affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso.
Perché: «Ancora un brevissimo tempo e colui che deve venire verrà e non tarderà;
ma il mio giusto per fede vivrà; e
se si tira indietro, l'anima mia non lo gradisce».
Ora, noi non siamo di quelli che si
tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che hanno fede per ottenere
la vita.
(Ebrei 10:32-39)
Noi siamo chiamati a
fare la volontà di Dio, la quale, talvolta (molto spesso) ci può far andare
incontro a dei rischi e pericoli, ma ciò non deve assolutamente fermarci.
Ricordiamoci che in
alcuni stati coloro che annunziano l’evangelo sono perseguitati, vengono
battuti e incarcerati, ma benché siano sottoposti a questi gravi pericoli e
rischi, annunciano ugualmente la Parola di Dio, rendono il loro culto al
Signore con CORAGGIO, affrontano i rischi e i pericoli con la forza che i
figlioli di Dio devono manifestare.
Ora, alla luce di
quanto abbiamo detto sopra, dobbiamo chiedere a Dio il CORAGGIO di
annunciare l’evangelo di Cristo Gesù e difenderlo dagli attacchi di coloro
che lo vogliono annichilire, disprezzare e annullare.
Anche all’interno della
chiesa, non bisogna temere di dire la verità a chiunque, all’incredulo o a
chi sta in autorità, anche “religiosa” se vi viene insegnata una falsa
dottrina.
Dobbiamo avere il
coraggio di non partecipare e denunciare le “opere infruttuose”:
Non partecipate alle opere
infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele;
perché è vergognoso perfino il parlare delle cose che costoro fanno di
nascosto.
Ma tutte le cose, quando sono
denunciate dalla luce, diventano manifeste; poiché tutto ciò che è
manifesto, è luce.
(Efesini 5:11-14)
Dobbiamo avere il
coraggio di prendere atteggiamenti “disciplinari” verso coloro che provocano
cose sconvenienti:
Ora vi esorto, fratelli, a tener
d'occhio quelli che provocano le divisioni e gli scandali in contrasto con
l'insegnamento che avete ricevuto. Allontanatevi da loro.
Costoro, infatti, non servono il
nostro Signore Gesù Cristo, ma il proprio ventre; e con dolce e lusinghiero
parlare seducono il cuore dei semplici.
Quanto a voi, la vostra ubbidienza è
nota a tutti.
Io mi rallegro dunque per voi, ma
desidero che siate saggi nel bene e incontaminati dal male.
Il Dio della pace stritolerà presto
Satana sotto i vostri piedi.
La grazia del Signore nostro Gesù
Cristo sia con voi.
(Romani 16:17-20)
A volte nonostante
sentiamo che vengano insegnate determinate cose, per non correre rischi e
non essere perseguitati né maltrattati non diciamo nulla.
Questo non ci fa onore,
non è un comportamento che incontra il favore di Dio, perché in questo modo
ci dimostriamo dei CODARDI, malgrado il passo in Apocalisse ricordi che i
CODARDI non sono graditi a Dio, che la loro parte sarà nello stagno di fuoco
e di zolfo.
Abbiamo tutti l’obbligo
di svolgere questo compito.
Non traiamoci indietro
perché ciò è gradito a Dio e così non saremo CODARDI.
Ricordiamoci che Gesù
dice:
Chi non è per me è contro di me!
(Matteo 12:30)
agli increduli,
Incredulo ( apistos ), letteralmente “coloro
che sono senza fede”.
Si può essere
incredulo in quanto non credente
in modo assoluto ( è questo il caso di colui che non riceve a priori il
messaggio di Cristo ) e si può essere
incredulo in quanto la fede non è
ancora “capace” di credere alcune cose.
Di questa seconda
categoria abbiamo molti esempi nella Parola di Dio:
Giunti presso i discepoli, videro
intorno a loro una gran folla e degli scribi che discutevano con loro.
Subito tutta la gente, come vide
Gesù, fu sorpresa e accorse a salutarlo.
Egli domandò: «Di che cosa discutete
con loro?»
Uno della folla gli rispose:
«Maestro, ho condotto da te mio figlio che ha uno spirito muto; e, quando si
impadronisce di lui, dovunque sia, lo fa cadere a terra; egli schiuma,
stride i denti e rimane rigido. Ho detto ai tuoi discepoli che lo
scacciassero, ma non hanno potuto».
Gesù disse loro: «O generazione
incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando vi sopporterò?
Portatelo qui da me».
Glielo condussero; e come vide Gesù,
subito lo spirito cominciò a contorcere il ragazzo con le convulsioni; e,
caduto a terra, si rotolava schiumando.
Gesù domandò al padre: «Da quanto
tempo gli avviene questo?»
Egli disse: «Dalla sua infanzia; e
spesse volte lo ha gettato anche nel fuoco e nell'acqua per farlo perire; ma
tu, se puoi fare qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci».
E Gesù: «Dici: "Se puoi!" Ogni
cosa è possibile per chi crede».
Subito il padre del bambino esclamò:
«Io credo; vieni in aiuto alla mia incredulità».
Gesù, vedendo che la folla accorreva,
sgridò lo spirito immondo, dicendogli: «Spirito muto e sordo, io te lo
comando, esci da lui e non rientrarvi più».
Lo spirito, gridando e straziandolo
forte, uscì; e il bambino rimase come morto, e quasi tutti dicevano: «È
morto».
Ma Gesù lo sollevò ed egli si alzò in
piedi.
Quando Gesù fu entrato in casa, i
suoi discepoli gli domandarono in privato: «Perché non abbiamo potuto
scacciarlo noi?»
Egli disse loro: «Questa specie di
spiriti non si può fare uscire in altro modo che con la preghiera».
(Marco 9:14-29)
Poi apparve agli undici mentre erano
a tavola e li rimproverò della loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che l'avevano visto risuscitato.
(Marco 16:14)
agli abominevoli (
bdelussomai da “bdeuo”ovvero “puzzare”, in
contrapposizione a “profumare” alla purezza ),
contaminati dai vizi in cui è immerso
il paganesimo:
L'ira di Dio si rivela dal cielo
contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità
con l'ingiustizia; poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in
loro, avendolo Dio manifestato loro; infatti le sue qualità invisibili, la
sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del
mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono
inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato
come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il
loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato.
Benché si dichiarino sapienti, sono
diventati stolti, e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in
immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e
di rettili.
Per questo Dio li ha abbandonati
all'impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra
di loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e
hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in
eterno. Amen.
Perciò Dio li ha abbandonati a
passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l'uso naturale in
quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il
rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli
uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in
loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento.
Siccome non si sono curati di
conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì
che facessero ciò che è sconveniente; ricolmi di ogni ingiustizia,
malvagità, cupidigia, malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di contesa, di
frode, di malignità; calunniatori, maldicenti,
abominevoli a Dio, insolenti,
superbi, vanagloriosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati,
sleali, senza affetti naturali, spietati.
Essi, pur conoscendo che secondo i
decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto
le fanno, ma anche approvano chi le commette.
(Romani 1:18-32)
Questo dunque io dico e attesto nel
Signore: non comportatevi più come si comportano i pagani nella vanità
dei loro pensieri, con l'intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di
Dio, a motivo dell'ignoranza che è in loro, a motivo dell'indurimento del
loro cuore.
Essi, avendo perduto ogni sentimento,
si sono abbandonati alla dissolutezza fino a commettere ogni specie di
impurità con avidità insaziabile.
Ma voi non è così che avete imparato a conoscere Cristo.
Se pure gli avete dato ascolto e in
lui siete stati istruiti secondo la verità che è in Gesù, avete imparato per
quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo
che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati
nello spirito della vostra mente e a rivestire l'uomo nuovo che è creato a
immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità.
Perciò, bandita la menzogna, ognuno
dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri.
Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira e
non fate posto al diavolo.
Chi rubava non rubi più, ma si
affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché
abbia qualcosa da dare a colui che è nel bisogno.
Nessuna cattiva parola esca dalla
vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il
bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l'ascolta.
Non rattristate lo Spirito Santo di
Dio con il quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione.
Via da voi ogni amarezza, ogni
cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria!
Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi
a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo.
(Efesini 4:17-32)
agli omicidi,
Gesù denuncia satana quale omicida fin dal principio e chi lo serve è
colpevole con lui:
Voi siete figli del diavolo, che è
vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro.
Egli è stato omicida fin dal
principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre
della menzogna.
(Giovanni 8:44)
Ancora Giovanni
dichiara:
Chiunque odia suo fratello è omicida; e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna.
( Giovanni 3:15)
ai fornicatori,
Paolo scriveva ai corinzi:
Vi ho scritto nella mia lettera di
non mischiarvi con i fornicatori; non del tutto però con i fornicatori di
questo mondo, o con gli avari e i ladri, o con
gl'idolatri; perché altrimenti dovreste uscire dal mondo; ma quel che vi
ho scritto è di non mischiarvi con chi, chiamandosi fratello, sia un
fornicatore, un avaro, un idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone, un
ladro; con quelli non dovete neppure mangiare.
Poiché, devo forse giudicare quelli
di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro?
Quelli di fuori li giudicherà Dio.
Togliete il malvagio di mezzo a voi
stessi.
(1 Corinzi 5:9-10)
Il problema della fornicazione nella chiesa del Signore, lo abbiamo visto
già nella lettera destinata all’angelo della chiesa di Tiatiri.
agli stregoni
Per stregoni si
intendono quelli che praticano le arti occulte servendosi di certe pozioni
(da qui il nome farmakoV, avvelenatore ) o di altri mezzi.
In contrapposizione a
questo tipo di stregonerie, Giovanni vedrà le foglie dell’albero della Vita:
In mezzo alla piazza della città e
sulle due rive del fiume stava l'albero della vita.
Esso dà dodici raccolti all'anno,
porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell'albero sono per la
guarigione delle nazioni.
(Apocalisse 22:2)
agli idolatri
sempre dal testo di Paolo ai romani:
L'ira di Dio si rivela dal cielo
contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità
con l'ingiustizia; poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in
loro, avendolo Dio manifestato loro; infatti le sue qualità invisibili, la
sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del
mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono
inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato
come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il
loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato.
Benché si dichiarino sapienti, sono
diventati stolti, e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in
immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e
di rettili.
Per questo Dio li ha abbandonati
all'impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra
di loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e
hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto
in eterno. Amen.
Perciò Dio li ha abbandonati a
passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l'uso naturale in
quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il
rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli
uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in
loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento.
Siccome non si sono curati di
conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì
che facessero ciò che è sconveniente; ricolmi di ogni ingiustizia,
malvagità, cupidigia, malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di contesa, di
frode, di malignità; calunniatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti,
superbi, vanagloriosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati,
sleali, senza affetti naturali, spietati.
Essi, pur conoscendo che secondo i
decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto
le fanno, ma anche approvano chi le commette.
(Romani 1:18-32)
L’apice dell’idolatria sarà raggiunto con la venuta della bestia e con
l’adorazione della sua immagine:
Seguì un terzo angelo, dicendo a gran
voce: «Chiunque adora la bestia e la sua immagine, e ne prende il
marchio sulla fronte o sulla mano, egli pure berrà il vino dell'ira di Dio
versato puro nel calice della sua ira; e sarà tormentato con fuoco e zolfo
davanti ai santi angeli e davanti all'Agnello».
Il fumo del loro tormento sale nei
secoli dei secoli.
Chiunque adora la bestia e la sua
immagine e prende il marchio del suo nome,
non ha riposo né giorno né notte.
(Apocalisse 14:9-11)
e a tutti i bugiardi,
che praticano la
menzogna sotto una forma o sotto un'altra, e che vivono nella menzogna.
Davide scriveva:
Se il malvagio non si converte, egli
affila la sua spada; egli ha teso l'arco suo e lo tiene pronto; dispone
contro di lui strumenti di morte; le sue frecce le rende infocate.
Ecco, il malvagio è in doglie per
produrre iniquità.
Egli ha concepito malizia e
partorisce menzogna.
(Salmo 7:12-14)
( la menzogna è il
frutto della malizia )
E ancora:
Io non siedo in compagnia di
uomini bugiardi, non vado con gente ipocrita.
Detesto l'assemblea dei malvagi, non
vado a sedermi tra gli empi.
(Salmo 26:4)
Beato l'uomo che ripone nel SIGNORE
la sua fiducia, e non si rivolge ai superbi né a chi segue la menzogna!
(Salmo
40:4)
Solo in Dio trova riposo l'anima mia; da lui proviene la mia salvezza.
Lui solo è la mia rocca e la mia salvezza, il mio alto rifugio; io non
potrò vacillare.
Fino a quando vi scaglierete contro un uomo e cercherete tutti insieme di
abbatterlo come si abbatte una parete che pende, o un muricciolo che cede?
Essi non pensano che a farlo cadere dalla sua altezza; prendono piacere
nella menzogna; benedicono con la bocca, ma in cuor loro maledicono.
(Salmo 62:1-4)
Salomone scrive:
Il giusto odia la menzogna, ma
l'empio getta sugli altri discredito e vergogna.
(Proverbi 13:5)
Isaia scriveva così:
Ascoltate dunque la parola del
SIGNORE, o schernitori, che dominate questo popolo di Gerusalemme!
Voi dite: «Noi abbiamo fatto alleanza con la morte, abbiamo fatto un patto con il
soggiorno dei morti;
quando l'inondante flagello passerà,
non giungerà fino a noi perché abbiamo fatto della menzogna il nostro
rifugio e ci siamo messi al sicuro dietro l'inganno».
Perciò così parla il Signore, DIO:
«Ecco, io ho posto come fondamento in
Sion una pietra, una pietra provata, una pietra angolare preziosa, un
fondamento solido; chi confiderà in essa non avrà fretta di fuggire.
Io metterò il diritto per livella, e
la giustizia per piombino; la grandine spazzerà via il rifugio di
menzogna, e le acque inonderanno il vostro riparo.
La vostra alleanza con la morte sarà
annullata, e il vostro patto con il soggiorno dei morti non reggerà; quando
l'inondante flagello passerà, voi sarete da esso calpestati.
(Isaia 28:14-18)
Ecco, la mano del SIGNORE non è
troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire; ma le
vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno
fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi più ascolto.
Le vostre mani infatti sono
contaminate dal sangue, le vostre dita dall'iniquità; le vostre labbra
proferiscono menzogna, la vostra lingua sussurra perversità.
Nessuno muove causa con giustizia,
nessuno la discute con verità; si appoggiano su ciò che non è, dicono
menzogne, concepiscono il male, partoriscono l'iniquità.
Covano uova di serpente, tessono tele
di ragno; chi mangia le loro uova muore, e l'uovo che uno schiaccia, dà
fuori una vipera.
Le loro tele non diventeranno
vestiti, né costoro si copriranno delle loro opere; le loro opere sono opere
d'iniquità, nelle loro mani vi sono atti di violenza.
I loro piedi corrono al male, essi si
affrettano a spargere sangue innocente; i loro pensieri sono pensieri
iniqui, la desolazione e la rovina sono sulla loro strada.
La via della pace non la conoscono,
non c'è equità nel loro procedere; si fanno dei sentieri tortuosi, chiunque
vi cammina non conosce la pace.
Perciò la rettitudine è lontana da
noi, e non arriva fino a noi la giustizia; noi aspettiamo la luce, ma ecco
le tenebre; aspettiamo il chiarore del giorno, ma camminiamo nel buio.
Andiamo tastando la parete come i
ciechi, andiamo a tastoni come chi non ha occhi; inciampiamo in pieno
mezzogiorno come nel crepuscolo, in mezzo all'abbondanza sembriamo dei
morti.
Tutti quanti grugniamo come orsi,
andiamo gemendo come colombe; aspettiamo la rettitudine, ma essa non viene;
la salvezza, ma essa si allontana da noi.
Poiché le nostre trasgressioni si
sono moltiplicate davanti a te e i nostri peccati testimoniano contro di
noi; sì, i nostri peccati ci stanno davanti e le nostre iniquità le
conosciamo.
Siamo stati ribelli al SIGNORE e
l'abbiamo rinnegato, ci siamo rifiutati di seguire il nostro Dio, abbiamo
parlato di oppressione e di rivolta,
abbiamo concepito e meditato in cuore parole di menzogna.
(Isaia 59:1-13)
Geremia scrive così:
Infatti dal più piccolo al più
grande, sono tutti quanti avidi di guadagno; dal profeta al sacerdote, tutti
praticano la menzogna.
(Geremia 6:13)
Osea così profetizza:
Voi avete arato la malvagità, avete
mietuto l'iniquità, avete mangiato il frutto della menzogna; poiché
tu hai confidato nelle tue vie, nella moltitudine dei tuoi guerrieri.
(Osea 10:13)
Paolo ci comanda oggi:
Perciò, bandita la menzogna,
ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli
altri.
(Efesini
4:25)
Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le sue
opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a
immagine di colui che l'ha creato.
(Colossesi 3:9-10)
Giovanni scrive nella sua lettera:
Vi ho scritto, non perché non
conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché tutto ciò che è
menzogna non ha niente a che fare con la verità.
(1 Giovanni 2:21)
Nell’apocalisse, nei suoi versi conclusivi, Gesù Cristo dichiarerà:
«Ecco, sto per venire e con me avrò
la ricompensa da dare a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l'alfa e
l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine. Beati quelli che
lavano le loro vesti per aver diritto all'albero della vita e per entrare
per le porte della città!
Fuori i cani, gli stregoni, i
fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna. Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per attestarvi queste cose in seno
alle chiese.
(Apocalisse 22:12-16)
***
la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte
seconda.
La misericordia di Dio
ha in serbo delle ricchezze d'amore per chi abbandona il male e lo combatte;
ma la sua santità riserva tremendi tesori d'ira a chi persevera nel peccato.
Chi ha seguito il dragone, lo seguirà fino alla fine e avrà lo stesso
destino.
Dio nel principio non aveva destinato l’uomo a questa miserabile fine,
questo tremendo luogo è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli,
ma ospiterà purtroppo tutti quegli uomini che coinvolti nella caduta
universale non hanno voluto aggrapparsi a quell’unica possibilità di
salvezza offerta gratuitamente da Dio, vorranno restare “fuori dall’arca di
salvezza” e subire il giudizio purificatore di Dio.
Può un peccatore salvarsi? Paolo dichiara:
Io ringrazio colui che mi ha reso
forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua
fiducia, ponendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un
persecutore e un violento; ma misericordia mi è stata usata, perché agivo
per ignoranza nella mia incredulità; e la grazia del Signore nostro è
sovrabbondata con la fede e con l'amore che è in Cristo Gesù.
Certa è quest'affermazione e degna di
essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per
salvare i peccatori, dei quali io sono il primo.
Ma per questo mi è stata fatta
misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la
sua pazienza, e io servissi di esempio a quanti in seguito avrebbero creduto
in lui per avere vita eterna.
Al Re eterno, immortale, invisibile,
all'unico Dio, siano onore e gloria nei secoli dei secoli.
Amen.
(1 Timoteo
1:12-17)