“Poi, quando l'Agnello aprì uno dei sette sigilli, vidi e udii una delle
quattro creature viventi, che diceva con voce come di tuono: «Vieni».
Guardai e vidi un cavallo bianco.
Colui che lo cavalcava aveva un arco; e gli fu data una corona, ed egli
venne fuori da vincitore, e per vincere.
Quando l'Agnello aprì il secondo sigillo, udii la seconda creatura vivente
che diceva: «Vieni».
E venne fuori un altro cavallo, rosso; e a colui che lo cavalcava fu dato di
togliere la pace dalla terra affinché gli uomini si uccidessero gli uni gli
altri, e gli fu data una grande spada.
Quando l'Agnello aprì il terzo sigillo, udii la terza creatura vivente che
diceva: «Vieni».
Guardai e vidi un cavallo nero; e colui che lo cavalcava aveva una bilancia
in mano.
E udii come una voce in mezzo alle quattro creature viventi, che diceva:
«Una misura di frumento per un denaro e tre misure d'orzo per un denaro, ma
non danneggiare né l'olio né il vino».
Quando l'Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce della quarta creatura
vivente che diceva: «Vieni».
Guardai e vidi un cavallo giallastro; e colui che lo cavalcava si chiamava
Morte; e gli veniva dietro l'Ades.
Fu loro dato potere sulla quarta parte della terra, per uccidere con la
spada, con la fame, con la mortalità e con le belve della terra.
Quando l'Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l'altare le anime di
quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza
che gli avevano resa.
Essi gridarono a gran voce: «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e
veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che
abitano sopra la terra?»
E a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si
riposassero ancora un po' di tempo, finché fosse completo il numero dei loro
compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come
loro.”
I messaggi di Cristo alle chiese d'Asia si riferiscono alle
"cose che sono" al tempo
dell'autore, e sono preceduti da una visione simboleggiante la presenza e,
l'azione costante di Cristo in seno alla Chiesa; il resto dell'Apocalisse si
riferisce alle 'cose che devono
avvenire', e questo gran quadro delle cose future è preceduto, a sua
volta, da una sublime visione
Apocalisse 4-5 simboleggiante due verità che sono come le chiavi
della storia dell'umanità: l'Iddio eterno ed onnipotente che ha creato tutte
le cose è il sovrano del mondo: il Cristo la cui opera di redenzione è il
pernio della storia, è il solo che possa spiegare gli enigmi ch'essa offre
nel suo svolgimento attraverso i secoli.
E Dio che dà alla storia la sua unità superiore ed il suo senso.
Sono i suoi disegni che hanno da compiersi attraverso giudizi disciplinari o
distruttori, e nonostante tutti gli sforzi di satana e dei suoi strumenti.
La seconda Parte (4-6) si suddivide in tre sezioni:
1)
La visione di Dio sul trono (Apocalisse 4);
2)
L'Agnello proclamato degno d'aprire i sigilli del libro (Apocalisse
5);
3)
L'apertura dei primi sei sigilli (Apocalisse 6-7).
Sezione Terza.
L’APERTURA DEI PRIMI SEI SIGILLI
Quando sul monte degli Ulivi, i discepoli chiesero a Gesù quando avverrebbe
la distruzione di Gerusalemme e quale sarebbe il segno della sua venuta e
della fine dell'età presente, Egli li mise in guardia contro i falsi cristi
che dovevano sorgere, li avvertì di non lasciarsi spaventare dalle guerre,
dalle carestie, dai terremoti, dalle pestilenze che avverrebbero in vari
luoghi. «E
necessario, Egli disse,
che ciò avvenga, ma non sarà ancora
la fine... non sarà che un principio di dolori».
Ed aggiunse che l'evangelo doveva
esser predicato fra tutte le genti e che i seguaci di esso sarebbero odiati,
perseguitati ed anche uccisi; predisse che vi sarebbero sulla fine «dei
segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia delle
nazioni... gli uomini venendo meno per la paurosa aspettazione di quel che
sarebbe per accadere al mondo... Allora vedrebbero il Figliuol dell'uomo
venir sulle nuvole del cielo con potenza e gran gloria». (Cfr. con
il Discorso profetico di Gesù riassunto in
Matteo 24;
Marco 13;
Luca 21).
Paragonando il quadro tracciato da Gesù degli eventi che dovevano precedere
e preparare la Sua Venuta; con quello che ci offre
Apocalisse 6, è impossibile non rimanere colpiti dall'analogia
esistente fra, il discorso, e le visioni che seguono l'apertura dei sei
primi suggelli del libro dell'avvenire.
Sotto l'emblema di quattro cavalieri, passano dinanzi a Giovanni, il falso
cristo portatore di pace, poi i flagelli della guerra, della carestia, della
mortalità che sono dei castighi provvidenziali destinati a trarre gli uomini
a ravvedimento.
Il grido dei martiri che chiedono giustizia (5° suggello) ci fa comprendere
fino a che punto si spingerà l'odio del mondo contro i seguaci di Cristo, e
l'apertura del penultimo suggello ci descrive i rivolgimenti cosmici che
devono precedere la fine ed il terrore che invade gl'impenitenti.
Come il discorso profetico di Gesù, così i quadri apocalittici del Capitolo
6 abbracciano l'intero periodo che corre dalla prima alla seconda venuta di
Cristo e lo descrivono sotto l'aspetto speciale dei mezzi che sono adoperati
per stabilire nel mondo il regno di Dio.
I quattro primi suggelli, preceduti da una esplicita chiamata da parte di
ciascuna delle quattro creature viventi, danno luogo a quattro visioni che
formano un gruppo distinto, perchè ogni rottura di sigillo è seguita
dall'apparizione di un cavaliere montato sopra un cavallo di color diverso
dagli altri.
1 “Poi vidi, quando l'Agnello ebbe
aperto uno dei sette suggelli, e udii una delle quattro creature viventi che
diceva con voce come di tuono: Vieni.”
Il poi vidi è formula frequente nell'Apocalisse per indicare il
principio di una nuova visione o serie di visioni.
Non è detto in nessun luogo che il libro sia stato letto per intero dopo
l'apertura dei sette suggelli, o in parte dopo la rottura di ciascun
suggello.
Il contenuto del libro è comunicato in forma di visioni simboliche a
Giovanni: la parte più importante in questa comunicazione avviene dopo
l'apertura del settimo suggello, allorché il libro resta tutto aperto; ma un
principio di rivelazione sotto forma generale avviene all'apertura dei sei
primi suggelli.
Il perché siano le creature viventi a introdurre le quattro prime figure
simboliche si scorge da molti nel fatto che le figure rappresentano, per lo
più, dei flagelli che toccano da vicino la creazione terrestre di cui le
creature viventi sono l'emblema.
La voce come di tuono, è come la voce di Dio, parla come Lui, la stessa
lingua di Dio, ha la stessa autorità.
Anche noi quando parliamo delle cose celesti con l’autorità di figli di Dio
siamo chiamati ad un atteggiamento reverenziale e dignitoso, come precisato
da Pietro quando dice: Se uno parla,
lo faccia come si annunciano gli oracoli di Dio;( 1 Pietro 4:11 ).
2 “E
vidi, ed ecco un cavallo bianco; e colui che lo cavalcava aveva un arco; e
gli fu data una corona ed egli uscì fuori da vincitore (lett.
vincendo) e per
vincere.”
Giovanni vede venire un cavallo
bianco, da conquistatore cavalcato da un uomo armato di arco (non parla
di frecce), quest’uomo viene investito di autorità (pertanto non può
essere Cristo come erroneamente alcuni ritengono, Cristo è ormai il
detentore dell’autorità) (cfr Apocalisse 1-2-3-4), pertanto è un uomo (o
una istituzione) che riceverà autorità per un tempo, come molti uomini
hanno ricevuto nella storia dell’umanità e sarà un leader mondiale o una
istituzione mondiale.
A tale proposito è interessante mettere a confronto questo cavaliere con il
conquistatore di Daniele 9:26-27 che conquisterà e stabilirà un patto con
molti durante le ultime 7 settimane:
“Il popolo d'un capo che verrà distruggerà la città e il santuario; la sua
fine verrà come un'inondazione ed è decretato che vi saranno devastazioni
sino alla fine della guerra.
Egli stabilirà un patto con molti, per una settimana; in mezzo alla
settimana farà cessare sacrificio e offerta; sulle ali delle abominazioni
verrà un devastatore.
Il devastatore commetterà le cose più abominevoli, finché la completa
distruzione, che è decretata, non piombi sul devastatore.”
(Daniele 9:26-27)
Questo “patto con molti” fa
presagire un periodo nel quale si prospetta la pace ( ottenuta con la
minaccia delle armi ), ma Paolo dice di quel tempo:
“…voi
stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro
nella notte. Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina
improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non
scamperanno.”
(1 Tessalonicesi 5:2-3)
Il cavaliere con il cavallo bianco, può quindi rappresentare un’istituzione
pacifica ma con la minaccia delle armi (arco senza frecce).
A fronte di quanto detto precedentemente riporto l’estratto di cosa scrive
Wikipedia in merito agli obiettivi e scopi dell’ONU:
L'articolo 1 e 2 dello Statuto
delle Nazioni Unite riassumono
gli scopi e i principi che l'organizzazione internazionale si è prefissata:
1.
mantenere la pace e la sicurezza internazionale;
2.
promuovere la soluzione delle controversie internazionali e risolvere
pacificamente le situazioni che potrebbero portare ad una rottura della
pace;
3.
sviluppare le relazioni amichevoli tra le nazioni sulla base del rispetto
del principio di uguaglianza tra gli Stati e l'autodeterminazione dei
popoli;
4.
promuovere la cooperazione economica e sociale;
5.
promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali a
vantaggio di tutti gli individui;
6.
promuovere il disarmo e la disciplina degli armamenti;
7.
promuovere il rispetto per il diritto internazionale e incoraggiarne lo
sviluppo progressivo e la sua codificazione.
L’ondata di pacifismo e buonismo che ci circonda dovrebbe tenerci svegli
relativamente all’avvento di questo cavallo bianco!
3 “E
quando ebbe aperto il secondo suggello, io udii la seconda creatura vivente
che diceva: Vieni. E uscì fuori un altro cavallo, rosso; e a colui che lo
cavalcava fu dato di togliere la pace dalla terra affinchè gli uomini si
uccidessero gli uni gli altri, e gli fu data una grande spada.”
Anche a questo cavaliere “ viene data autorità”, ovvero riceverà autorità
per un tempo, come molti uomini hanno ricevuto nella storia dell’umanità e
sarà un leader mondiale o una istituzione mondiale.
L’autorità che viene data a questo cavaliere è quella di togliere la pace
dalla terra, ovvero interrompere quel periodo di pace effimera che sembrava
essere raggiunta con quel patto con molti del primo cavaliere con il cavallo
bianco.
Il colore del secondo cavallo è quello del sangue e il cavaliere con la
grande spada è il simbolo della guerra, ch'è spesso presentata nelle
Scritture come uno dei più terribili flagelli (cfr con
Ezechiele 14:17-18), non solo perché toglie dalla terra il bene
inestimabile della pace, anche quando non c'è guerra guerreggiata, ma per
gli odii selvaggi che scatena, per le stragi di cui insanguina il mondo, le
devastazioni che l'accompagnano e le lacrime che fa versare.
Il cavaliere dalla grande spada rappresenta la guerra in genere, quindi
tutte le guerre, civili o internazionali, scatenate dal peccato umano ma
permesse da Dio qual giudizio destinato a trarre gli uomini a pentimento e i
credenti alla vigilanza e all'umiliazione.
A differenza del primo cavaliere che aveva un arco senza frecce, questo
cavaliere porta una grande spada, la spada rappresenta il potere politico in
mano al cavaliere.
5 “E
quando ebbe aperto il terzo suggello, io udii la terza creatura vivente che
diceva: Vieni. Ed io vidi, ed ecco un cavallo nero; e colui che lo cavalcava
aveva una bilancia in mano.”
Il terzo cavaliere simboleggia la Carestia che segue la guerra, questi non
riceve alcuna autorità, è la diretta conseguenza di quello che ha prodotto
il cavaliere del secondo sigillo.
Il nero non è qui l'emblema del lutto ma quello della fame.
Descrivendo gli orrori dell'assedio di Gerusalemme per parte dei Caldei;
Geremia dice degli abitanti stremati dalle privazioni:
'Il loro volto s'è fatto più nero
della notte; non li si riconosce per le vie; la loro pelle s'è attaccata
alle ossa, è seccata, è divenuta come legno.” (Lamentazioni
4:8-9)
La bilancia serve a pesare le razioni del frumento e dell'orzo, perchè vi è
grande scarsità dei prodotti alimentari più necessari, tanto che il prezzo
n'è salito a un dodici volte quello dei tempi ordinari (Cfr.
Levitico 26:26).
6 “E
udii come una voce in mezzo alle quattro creature viventi che diceva: Una
chènice di frumento per un denaro e tre chènici d'orzo per un denaro; e non
danneggiare nè l'olio nè il vino.”
La chènice era la razione giornaliera d'un operaio o d'un soldato e il
denaro era la paga d'una giornata di lavoro (cfr
Matteo 20:2).
La proclamazione della voce significa dunque che la paga giornaliera
dell'operaia basta appena per procurargli il vitto a lui, e chi ha famiglia
deve contentarsi d'orzo, cibo meno caro ma più ordinario.
Le ultime parole della voce segnano una attenuazione misericordiosa della
carestia, poiché sono risparmiati due prodotti agricoli: il vino e l'olio.
7 “E
quando ebbe aperto il quarto suggello, io udii la voce della quarta creatura
vivente che diceva: Vieni. Ed io vidi, ed ecco un cavallo giallastro; e
colui che lo cavalcava aveva nome la Morte e gli teneva dietro l’ades. E fu
loro data potestà sopra la quarta parte della terra di uccidere con la
spada, con la fame, con la mortalità e con le fiere della terra.”
Il color del cavallo ricorda il pallore mortale di persona invasa da terrore
e anche il color livido dei cadaveri.
Il quarto cavaliere simboleggia la Morte che segue la carestia, e insieme
all’Ades riceve l’autorità di mietere vittime come conseguenza di quello che
ha prodotto il cavaliere del secondo sigillo passando per la carestia
emanata del terzo sigillo.
Il termine morte (qanatoV) ha in
Apocalisse 6:7 il suo senso generale, mentre nel v. 8 ove figura
come strumento di morte accanto alla spada, alla fame e alle fiere, ha il
senso più ristretto di mortalità prodotta da epidemie, più specialmente
dalla peste.
La versione dei settanta infatti traduce colla parola thánatos
l'ebraico deber che vale peste.
La morte personificata nel quarto cavaliere è seguita dall’ades cioè dal
luogo invisibile che raccoglie le anime dei morti.
Il soggiorno dei morti è personificato anche in
Apocalisse 1:18; 20:14.
Il cavaliere simboleggia la morte, non nella sua opera quotidiana in mezzo
ai mortali, ma nei suoi periodi di attività straordinaria., allorché l’Ades
accoglie a migliaia e a milioni le moltitudini umane mietute da quei lugubri
servitori della morte che sono le guerre, le carestie, le epidemie, e le
fiere che invadono i territori semi spopolati.
I quattro flagelli distruttori sono menzionati insieme in
Ezechiele 14:13-20:
«Figlio d'uomo, se un popolo peccasse contro di me commettendo qualche
infedeltà, e io stendessi la mia mano contro di lui, e gli spezzassi l'asse
del pane, e gli mandassi contro la fame, e ne sterminassi uomini e bestie, e
in mezzo a esso si trovassero questi tre uomini: Noè, Daniele e Giobbe,
questi non salverebbero che se stessi, per la loro giustizia», dice il
Signore, DIO.
«Se io facessi passare per quel paese delle bestie feroci che lo
spopolassero, al punto da renderlo un deserto dove nessuno passasse più a
causa di quelle bestie, se in mezzo ad esso si trovassero quei tre uomini,
com'è vero che io vivo», dice il Signore, DIO, «essi non salverebbero né
figli né figlie; essi soltanto sarebbero salvati, ma il paese rimarrebbe
desolato.
O se io facessi venire la spada contro quel paese, e dicessi: "Passi la
spada per il paese!" in modo che ne sterminasse uomini e bestie, se in mezzo
ad esso si trovassero quei tre uomini, com'è vero che io vivo», dice il
Signore, DIO, «essi non salverebbero né figli né figlie, ma essi soltanto
sarebbero salvati.
O se contro quel paese mandassi la peste, e riversassi su di esso il mio
furore fino al sangue, per sterminare uomini e bestie, se in mezzo ad esso
si trovassero Noè, Daniele, Giobbe, com'è vero che io vivo», dice il
Signore, DIO, «essi non salverebbero né figli né figlie; non salverebbero
che se stessi, per la loro giustizia.
La Morte e l’ades hanno però potere solo sulla quarta parte degli uomini,
proporzione considerevole sì, ma che sarà accresciuta ancora a misura che si
avvicineranno i tempi della fine, e insieme colla responsabilità, crescerà
l'empietà degli uomini.
Paragonato ad oggi vorrebbe dire che da 7.000.000.000 di abitanti si
arriverebbe a 5.250.000.000 abitanti, un bel risultato se pensiamo che buona
parte dei leaders mondiali aderiscono ai principi dell’eugenetica.
Tratto da:
http://www.uccronline.it/2013/04/22/il-legame-tra-leugenetica-e-il-laicismo-progressista/
Opinione comune e diffusa è che l’eugenetica e
gli esaltati deliri del bisogno di “salvare” la purezza della razza siano
nati col Nazismo, a sua volta lunga gestazione delle superstizioni medievali
(per “medievali” leggasi “cattoliche”).
In realtà l’ossessione eugenetica è
più vecchia del
nazismo, nulla ha a che fare col “barbaro” medioevo e ha origini inglesi: nasce
con Francis Galton, scienziato cugino di Charles Darwin,
creatore del termine “eugenetica” e propugnatore del “darwinismo
sociale”.
Galton a sua volta è figlio del laicismo scientista e positivista che alla
fine dell’800 ha condotto molti paesi occidentali (specie Usa, Inghilterra,
Germania, Svezia) all’eugenetica così come la intendiamo oggi.
E’ un clima culturale, quello di cui si cibò Galton, nel quale l’uomo, liberandosi
di ogni trascendenza divina, elevando il progresso e il
proprio ingegno a somme divinità, confida di raggiungere la libertà e la
felicità assolute.
In questo tragitto eugenetica-nazismo ha un suo posto di rilievo Margaret
Sanger(1879-1966), figura quasi sconosciuta in Italia, colei
che coniò il termine “birth control”, che tutt’oggi così enorme peso ha
nelle politiche familiari dell’Onu e in quelle natali di Cina e India.
Ma chi è Margaret Sanger?
Laicista progressista di orientamento anarchico, nel 1914 concepì appunto il“birth
control” come
strumento di prevenzione della povertà (meno bocche da sfamare = più risorse
per tutti) e della guerra (meno povertà = meno bisogno di far guerre), e di
emancipazione delle donne dalla morale cristiana sulla sessualità (meno
morale = più felicità).
Fatto sta però che, se da un lato la Sanger ottenne le simpatie di coloro
che si battevano per ideali rivoluzionari contro ogni costrizione, d’altro
canto di fatto i sostenitori più forti, coloro che davvero appoggiarono le
sue istituzioni (la più famosa è la
Planned Parenthood, catena di cliniche per l’aborto più
grande del mondo) non furono né anarchici né rivoluzionari né femministe,
bensì propugnatori dell’eugenetica e scientisti laicisti.
Perché? Quale filo collega Galton alla Sanger?
Prima di tutto, bisogna dire che la Sanger era perfettamente consapevole di
questo legame tra i suoi ideali progressisti e le istanze scientiste.
Lei stessa passò dagli ideali rivoluzionari agli ideali di Galton per un
salto logico che all’inizio può apparire poco chiaro se non contraddittorio,
ma in realtà coerente.
La Genitorialità Pianificata della Sanger adottò come strumenti di
diffusione della pianificazione delle nascite la contraccezione,
l’aborto,
la sterilizzazione,
lo screening
prenatale e la fecondazione
artificiale, stessi identici strumenti di quelle istituzioni
che volevano incidere sui costumi sociali per prevenire la sovrappopolazione
e la nascita di persone malate e deforme.
Lotte diverse ma stessi strumenti, quindi. Sì, ma non solo.
Nell’ultima fase della sua vita la Sanger passò agli ideali scientisti
dicevamo, e ciò ha fatto pensare gli studiosi a una sorta di chiusura
conservatrice, un ripiegare su sé stessa in posizioni più rigide e diverse,
se non opposte a tutti quegli ideali di libertà e liberazione della
giovinezza.
In realtà no, la Sanger non ripiegò su nulla in particolare, né “deviò” o
“cambiò”: anzi, fu estremamente coerente con sé stessa.
Il passaggio alla dottrina eugenista era
molto comune tra
gli intellettuali radicali cui lei apparteneva, si rapportava e s’ispirava.
Perché? Perché l’eugenetica ha lo
stesso fondamento degli
ideali progressisti che la Sanger avrebbe “tradito”, cioè la totale
autonomia dell’uomo, inteso come essere che appartiene solamente a sé
stesso, del tutto indipendente da ogni legame sociale e familiare,
istituzionale o affettivo, libero di non interessarsi al benessere di nessun
altro se non il proprio esclusivo e, quindi, di ignorare ogni possibile
prescrizione etica o religiosa.
La nuova morale fa coincidere
in modo totale e assoluto la
coscienza con la volontà individuale, e questa nuova morale è il filo che
collega Galton alla Sanger, la quale, in modo intelligente e coerente, si
rese conto che era nel laicismo scientista che poteva trovare i
migliori sviluppi dei
suoi ideali: l’eugenetica era il frutto più ricco e abbondante che le sue
idee progressiste potessero portare, e lei se ne rese conto.
La Sanger disse che il suo obiettivo finale era convincere le donne a
dare sé stesse alla scienza così
come, in passato, si erano date alla religione. Perché mai?
Perché la “scienza” com’era intesa dagli scientisti avrebbe
portato, attraverso piani come il “birth control”, a una
“società pulita e intelligente” e quindi a un mondo migliore, come le
vecchie religioni si auspicavano.
Però, effettivamente, poi cadde in una contraddizione: pur lottando per il
riconoscimento al diritto individuale di regolare la propria vita
riproduttiva senza legacci, sostenne con passione decisi e forti interventi
dello Stato nella programmazione di una seria politica eugenetica.
Quindi, un estremo individualismo plagiato però
da pesanti interventi statali.
Di nuovo: perché? Perché la nuova morale progressista e scientista rende
ogni singola donna e ogni coppia responsabili non solo di sé stessi e del
proprio piacere ma anche della tutela e salvezza di tutta la razza umana.
In realtà, a pensarci, non è una grossa contraddizione: l’assoluta libertà
propugnata dalla Sanger è
soltanto libertà da convinzioni (e
convenzioni) etiche, morali e religiose, e null’altro, perché uno Stato
eugenista non
può permettere che
le coppie siano davvero libere, nella loro coscienza e nelle loro scelte.
E’ non altro che una fuga da ogni possibile Credo, tenuta a freno dalla
lunga catena del “birth
control” di Stato.
La libertà sessuale della donna è tutelata mentre lo Stato ne tiene a freno
l’aspetto più dannoso, ciò che la rende un Vaso di Pandora: la capacità di
portare la Vita.
Una prospettiva antropologica senza alcuna trascendenza ma tesa all’ideale:
l’ideale di un essere umano capace di curare
il proprio piacere senza limiti, senza alcuna
responsabilità, ma chiuso alla Vita.
Un ideale lontano dall’uomo reale, portatore non solo di desideri sessuali
ma anche e soprattutto di istanze ben più profonde, istanze di Vita,
mortificate e schiacciate da un ideale di razza sana e di libertà assoluta
che uccide colui che dovrebbe salvare.
Margaret Sanger, fondatrice della Planned Parenthood, era una donna dedita a
sovvertire la moralità Giudaico - Cristiana;
difendeva e predicava apertamente in favore delle relazioni sessuali
prematrimoniali e del sesso extraconiugale.
Oggi i suoi seguaci di rado fanno accenno ad altre sue convinzioni.
Frequentava sedute spiritiche e voleva estirpare la "cattiva stirpe" dalla
razza, manipolando i poveri perché usassero contraccettivi e si facessero
sterilizzare.
Del materiale disponibile sulla vita e opere di Margaret Sanger e Planned
Parenthood, con i riferimenti più importanti, è disponibile un sommario
dagli Intercessors for America (P.O. Box D., Elyria, OH 44036), in un
articolo del loro Notiziario del 1 Maggio, 1981.
Due fonti particolarmente utili sono Lawrence Lader: "The Margaret Sanger
Story and the Fight for Birth Control," (Westport, Conn.: Greenwood Press
Publishers, 1975), e An
Autobiography di Sanger (New York: Dover Publishers, 1967).
9 “E
quando ebbe aperto il quinto suggello, io vidi sotto l'altare le anime di
quelli ch'erano stati immolati per la parola di Dio e per la testimonianza
che avevano resa.”
Dell'altare non era stato fatto cenno fin qui, ma ogni suggello
aperto apre una visione nuova.
Giovanni riceve, con l’apertura del quinto sigillo, una nuova rivelazione e
la sua attenzione viene rivolta alle anime che si trovano sotto l’altare e
che si identificano come
quelli ch'erano stati immolati per
la parola di Dio e per la testimonianza che avevano resa
Le anime dei martiri sono sotto l'altare perchè hanno offerto
le loro vite come un sacrificio a Dio per non venir meno alla fedeltà dovuta
alla sua parola.
A proposito delle anime sotto l’altare:
“Prenderai del sangue del toro e ne metterai col dito sui corni dell’altare
e spargerai tutto il sangue ai piedi
dell’altare.”
(Esodo 29:12)
“Il sacerdote quindi metterà di quel sangue sui corni dell'altare
dell'incenso aromatico, altare che è davanti al SIGNORE nella tenda di
convegno; e spargerà tutto il sangue del toro
ai piedi dell'altare degli olocausti
…”
(Levitico 4:7)
Il sangue delle vittime era infatti sparso sull'altare tutto all'intorno, o
versato sotto di esso.
Paolo parlando del suo prossimo martirio dice: «Quanto
a me io sto per essere offerto a mo' di libazione» (
2 Timoteo 4:6 ) e altrove: «offerto
a mo' di libazione sul sacrificio e sul servizio della vostra fede» (Filippesi 2:17; Cfr.
Romani 12:1).
L'assimilazione del martirio a un sacrificio risulta anche dal termine
immolati o sgozzati (esfagmenwn) che è proprio delle vittime condotte al
sacrificio.
L'espressione greca la testimonianza che avevano si può
intendere o della testimonianza che avevano resa a Gesù riconoscendolo
dinanzi agli uomini come il loro Signore, o della verità che Gesù aveva
attestata e ch'essi avevano ritenuta saldamente (Cfr.
Apocalisse 12:17; 1:9; 20:4;
Giovanni 14:21).
10 “e
gridarono con gran voce, dicendo: Fino a quando, o nostro Signore che nei
santo e verace, non fai tu giudizio e non vendichi il nostro sangue su
quelli che abitano sopra la terra?”
La gran voce è indizio sia del loro numero sia della intensità della
loro preghiera.
Chiamano Dio lett. il loro padrone (DespothV) perchè ha il pieno
diritto di disporre della loro vita ed essi sono suoi servi (douloi)
Apocalisse 6:11.
Così Simeone si rivolge a Dio Luca 2:29:
'Ora, o Padrone, tu congedi in pace
il tuo servo...'.
Si rivolgono a lui come a colui che odia il male e ogni menzogna, che
giudica secondo giustizia e verità chiedendogli di non ritardare più oltre
il giudizio che deve ristabilir la giustizia calpestata dai loro
persecutori, mettere in piena luce la loro innocenza e dare ai nemici
impenitenti della Verità, la loro retribuzione.
La fede sospira dietro la fine del regno del male nel mondo.
In
Luca 18:1-8, Cristo rappresenta gli eletti come gridanti a Dio
giorno e notte e dichiara che certamente Dio farà loro giustizia.
11 “E
a ciascun d'essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero
ancora un po' di tempo, finché fosse completo il numero dei loro conservi e
dei loro fratelli che hanno ad essere uccisi come loro.”
La veste bianca è simbolo della loro giustificazione dinanzi a Dio,
ma anche della loro riabilitazione davanti agli uomini.
La veste bianca è simbolo pure della vittoria ch'essi hanno riportato.
Se la loro preghiera non può essere esaudita immediatamente, è perché non è
completo ancora il numero, da Dio solo determinato e conosciuto, dei loro
compagni di martirio, loro conservi perché servono lo stesso Signore,
loro fratelli perché appartengono tutti alla stessa famiglia
spirituale.
Gesù ha dato le persecuzioni e i martiri come uno dei segni che dovevano
caratterizzar l'epoca anteriore alla sua venuta; ogni periodo della storia
del popolo Dio ha avuto i suoi martiri.
Il sangue degli uomini più eccellenti che la terra abbia veduto chiede
giustizia al Dio santo e verace, e il sospiro sempre più potente delle loro
anime non può che affrettare l'ora del giudizio.
Questa rivelazione di Giovanni, ci fa comprendere ancora una volta che la
vita cristiana non è un gioco, dobbiamo essere disposti a dare la nostra
vita per il Signore, per la Sua testimonianza e anche per i fratelli:
“Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi;
anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli.”(1
Giovanni 3:16)
Siamo veramente disposti a farlo?