Il
fiume e l'albero della vita
APOCALISSE
22:1-5
Poi mi mostrò il fiume dell'acqua
della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e
dell'Agnello.
Esso dà dodici raccolti all'anno,
porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell'albero sono per la guarigione
delle nazioni.
***
Il
giudizio di Dio ha colpito successivamente:
- la
falsa chiesa;
- lo
Stato anticristiano e il suo profeta;
-
Satana stesso coi suoi ultimi seguaci.
Tutti i nemici sono stati distrutti.
Il
mondo stesso che è stato il teatro delle ribellioni umane e dei giudizi
divini è passato.
Il
velo che nasconde ai mortali la prospettiva dell'avvenire si alza un'ultima
volta per far contemplare a Giovanni la felicità pura ed eterna dei redenti
in un mondo rinnovato.
E, questa la meta
suprema cui mirano i disegni di Dio manifestati dalla profezia; è questo il
sospiro più profondo dei fedeli di tutte le età, e non dei fedeli soltanto,
ma della creazione stessa che 'geme
insieme ed è in travaglio'
Romani 8:22.
Vero
è che la terra ha avuto, dopo le aspre lotte, il suo lungo sabato di riposo
e di pace; ma il millennio non è ancora la fase suprema del regno di Dio. La
terra e la parte dell'umanità che vive ancora in corpi di carne, è in questo
periodo, tuttora più o meno separata dal cielo e dall'umanità glorificata; è
possibile ancora una grande rivolta contro a Dio... Tutte le cose non sono
ancora fatte nuove...
Nel
periodo della Chiesa la vita dello Spirito si manifesta in modo tutto
interiore e non modifica ancora, in modo essenziale, il corso della storia
nè quello della natura.
Durante il millennio la vita di Cristo cessa dall'essere nascosta e penetra
potentemente la storia e tutte le relazioni sociali, lo Stato, le arti, la
civiltà.
Infine, coi nuovi cieli e con la nuova terra, la vita di Dio raggiunge e
trasforma la natura stessa.
In
quest'ultima parte dell'Apocalisse, si possono distinguere tre sezioni:
-
Apocalisse 21:1-8, la rapida visione di nuovi cieli e di una
nuova terra, con una Gerusalemme nuova; -
Apocalisse 21:9-22:5 la descrizione più ampia della nuova
Gerusalemme e della sua gloria.
-
Apocalisse 22:6-21 gli ammonimenti e le promesse finali che
formano la chiusa del libro.
***
1 Poi
mi mostrò il fiume dell'acqua della vita, limpido come cristallo, che
procedeva dal trono di Dio e dell'Agnello.
Del
paradiso terrestre, narra la Genesi che un fiume uscito dall'Eden per
irrigare il giardino di cui assicurava così la fertilità e la freschezza.
Nel
mezzo del giardino era l'albero della vita.
Già
in eden abbiamo la presenza e la citazione di un fiume ed una situazione
simile a quella descritta nell’Apocalisse:
Dio il SIGNORE piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi pose l'uomo che
aveva formato.
Dio il SIGNORE fece spuntare dal suolo ogni sorta d'alberi piacevoli a
vedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali l'albero della vita in mezzo al
giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male.
Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, e di là si divideva in
quattro bracci.
Il nome del primo è Pison, ed è quello che circonda tutto il paese di
Avila, dove c'è l'oro; e l'oro di quel paese è puro; qui si trovano pure il
bdellio e l'ònice.
Il nome del secondo fiume è Ghion, ed è quello che circonda tutto il paese
di Cus.
Il nome del terzo fiume è Chiddechel, ed è quello che scorre a Oriente
dell'Assiria.
Il quarto fiume è l'Eufrate.
Dio il SIGNORE prese dunque l'uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo
lavorasse e lo custodisse.
Dio il SIGNORE ordinò all'uomo: «Mangia pure da ogni albero del giardino,
ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché
nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai».
(Genesi 2:8-17)
Anche il cantore Core cita una descrizione simile in un suo salmo profetico
di lode a Dio:
Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle
difficoltà.
Perciò non temiamo se la terra è sconvolta, se i monti si smuovono in mezzo
al mare, se le sue acque rumoreggiano, schiumano e si gonfiano, facendo
tremare i monti.
C'è un fiume, i cui ruscelli rallegrano la città di Dio, il luogo santo
della dimora dell'Altissimo.
Dio si trova in essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorrerà al primo chiarore del mattino.
Le nazioni rumoreggiano, i regni vacillano; egli fa udire la sua voce, la
terra si scioglie.
Il SIGNORE degli eserciti è con noi, il Dio di Giacobbe è il nostro
rifugio.
Venite, guardate le opere del SIGNORE, egli fa sulla terra cose stupende.
Fa cessare le guerre fino all'estremità della terra; rompe gli archi,
spezza le lance, brucia i carri da guerra.
«Fermatevi», dice, «e riconoscete che io sono Dio. Io sarò glorificato fra
le nazioni, sarò glorificato sulla terra».
Il SIGNORE degli eserciti è con noi; il Dio di Giacobbe è il nostro
rifugio.
(Salmo 46)
Ezechiele ebbe una visione molto simile:
Egli mi ricondusse all'ingresso della casa; ed ecco delle acque uscivano
sotto la soglia della casa, dal lato d'oriente; perché la facciata della
casa guardava a oriente; le acque uscite di là scendevano dal lato
meridionale della casa, a mezzogiorno dell'altare.
Poi mi condusse fuori per la via della porta settentrionale e mi fece fare
il giro, di fuori, fino alla porta esterna, che guarda a oriente; ed ecco,
le acque scendevano dal lato destro.
Quando l'uomo fu uscito verso oriente, aveva in mano una cordicella e
misurò mille cubiti; mi fece attraversare le acque, ed esse mi arrivavano
alle calcagna.
Misurò altri mille cubiti, e mi fece attraversare le acque, ed esse mi
arrivavano alle ginocchia.
Misurò altri mille cubiti, e mi fece attraversare le acque, ed esse mi
arrivavano sino ai fianchi.
Ne misurò altri mille: era un torrente che io non potevo attraversare,
perché le acque erano ingrossate; erano acque che bisognava attraversare a
nuoto: un torrente che non si poteva guadare.
Egli mi disse: «Hai visto, figlio d'uomo?»
Poi mi ricondusse sulla riva del torrente.
Tornato che vi fu, ecco che sulla riva del torrente c'erano moltissimi
alberi, da un lato e dall'altro.
Egli mi disse: «Queste acque si dirigono verso la regione orientale,
scenderanno nella pianura ed entreranno nel mare; quando saranno entrate nel
mare, le acque del mare saranno rese sane.
Avverrà che ogni essere vivente che si muove, dovunque giungerà il torrente
ingrossato, vivrà, e ci sarà grande abbondanza di pesce; poiché queste acque
entreranno là; quelle del mare saranno risanate, e tutto vivrà dovunque
arriverà il torrente.
Dei pescatori staranno sulle rive del mare; da En-Ghedi fino a En-Glaim si
stenderanno le reti; vi sarà pesce di diverse specie come il pesce del mar
Grande, e in grande abbondanza.
Ma le sue paludi e le sue lagune non saranno rese sane; saranno abbandonate
al sale.
Presso il torrente, sulle sue rive, da un lato e dall'altro, crescerà ogni
specie d'alberi fruttiferi le cui foglie non appassiranno e il cui frutto
non verrà mai meno; ogni mese faranno frutti nuovi, perché quelle acque
escono dal santuario; quel loro frutto servirà di cibo, e quelle loro foglie
di medicamento».
(Ezechiele 47:1-12)
Nella visione di
Ezechiele 47 si legge che delle acque uscivano di sotto la soglia
della casa (di Dio) dal lato d'oriente, le quali poi dovevano scendere a
mezzogiorno e, ingrossate, andare a risanare il Mar Morto. Sulle due rive
del torrente crescevano degli alberi d'ogni specie, sempre verdi,
'il cui frutto, dice l'angelo, non
verrà mai meno: ogni mese faranno dei frutti nuovi... e quel loro frutto
servirà di cibo, e quelle loro foglie di medicamento'.
La
visione apocalittica, a differenza del racconto di Genesi e della visione
profetica di Ezechiele, è più completa, più ricca di particolari e di senso
e di gloria di quelle del profeta antico.
Il fiume è chiamato
'il fiume dell'acqua della vita'
(cfr.
Apocalisse 22:17;
Giovanni 7:37-38); limpido
come il cristallo ( senza alcuna impurità ), esce direttamente dal trono
di Dio e dell'Agnello, perchè la vita spirituale fluisce da Dio nell'uomo
per mezzo di Cristo; lungo le due rive del fiume che attraversa la piazza e
la via principale, cresce l'albero della vita che dà dodici raccolti e le
cui foglie stesse hanno virtù medicinali. C'è in abbondanza tutto quel che
serve a mantenere la vita dei redenti, a darle sempre nuovo vigore,
freschezza ed accrescimento.
***
2 In
mezzo alla piazza della città e d'ambo i lati del fiume stava l'albero della
vita che dà dodici raccolti e porta il suo frutto ogni mese; e le foglie
dell'albero son per la guarigione delle nazioni.
Anche in eden era presente l’albero della vita, al quale, prima della caduta
Adamo ed Eva avevano libero accesso, ma in seguito all’atto di aver prestato
fede al nemico, alla contaminazione con il peccato, per non che l’uomo
potesse vivere per sempre propagando il seme mortifero con conseguenze
devastanti più di quello che già viviamo, Dio ne precluse l’accesso fino
alla restaurazione del tempi:
Dio il SIGNORE prese dunque l'uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo
lavorasse e lo custodisse.
Dio il SIGNORE ordinò all'uomo: «Mangia pure da ogni albero del giardino,
ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché
nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai».
(Genesi 2:15-17)
Dopo
la caduta:
Poi Dio il SIGNORE disse: «Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi, quanto
alla conoscenza del bene e del male. Guardiamo che egli non stenda la mano e
prenda anche del frutto dell'albero della vita, ne mangi e viva per sempre».
Perciò Dio il SIGNORE mandò via l'uomo dal giardino d'Eden, perché
lavorasse la terra da cui era stato tratto.
Così egli scacciò l'uomo e pose a oriente del giardino d'Eden
i cherubini, che vibravano da ogni parte una spada fiammeggiante, per
custodire la via dell'albero della vita.
(Genesi 2:22-24)
Ora, con la restaurazione dei tempi, con la definitiva sconfitta del male,
dopo aver provato col fuoco ogni cosa, dopo aver eliminato qualsiasi
contaminazione dalla chiesa, dal mondo, dall’universo, dopo aver ricreato
nuovi cieli e nuova terra, dopo aver stabilito la presenza di Dio nella
città Santa, la via di accesso all’albero della vita è aperta a tutti, i
cherubini non devono più custodire e sorvegliare con una spada fiammeggiante
la via che porta all’albero della vita!
In Ezechiele 47 si dice
che il frutto dell'albero 'servirà di
cibo' e in
Apocalisse 2:7 leggiamo: 'A
chi vince io darò a mangiare dell'albero della vita'.
La varietà e l'abbondanza dei frutti danno risalto all'idea che la pienezza
della vita è assicurata per sempre da Dio che n'è la fonte, anche qui
compare il numero dodici, il numero della rivelazione completa, ovvero
potremo nutrirci della pienezza della conoscenza di Dio,
Poiché ora vediamo come in uno
specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in
parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente
conosciuto. (1
Corinzi 13:12)
Il frutto dell’albero della vita, ogni mese, dodici mesi all’anno come i
dodici fondamenti della Gerusalemme celeste, come i dodici apostoli, come le
dodici tribù di Israele, ci parla della conoscenza di Dio nella sua
completezza, anche nei proverbi troviamo un passo che lo illustra così:
Beato l'uomo che ha trovato la saggezza, l'uomo che ottiene l'intelligenza!
Poiché il guadagno che essa procura è migliore a quello dell'argento, il
profitto che se ne trae vale più dell'oro fino.
Essa è più pregevole delle perle, quanto hai di più prezioso non
l'equivale.
Lunghezza di vita è nella sua destra; ricchezza e gloria nella sua
sinistra.Le sue vie sono vie deliziose, e tutti i suoi sentieri sono pace.
Essa è un albero di vita per quelli che l'afferrano, e chi la possiede è
beato.
(Proverbi 3:13-18)
Giovanni ci rivela inoltre che
le
foglie di questo albero della vita sono per la guarigione delle nazioni.
Analizziamo il Salmo 1:
Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si
ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori;
ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE, e su quella legge medita giorno
e notte.
Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo
frutto nella sua stagione, e il cui
fogliame non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà.
Non così gli empi, anzi sono come pula che il vento disperde.
Perciò gli empi non reggeranno davanti al giudizio, né i peccatori
nell'assemblea dei giusti.
Poiché il SIGNORE conosce la via dei giusti, ma la via degli empi conduce
alla rovina.
La prima parte di questo salmo
è una bellissima figura dell’albero della vita.
Come chi si nutre di qualcosa
diventa come “quella cosa” ( siamo costantemente esortati a nutrirci di
Cristo per diventare come lui o evitare di nutrirci di immondizie spirituali
per non diventare noi stessi immondizie – cfr con animali puri ed impuri
(Antico patto) e con altri insegnamenti del Nuovo Patto ), così coloro che
mangeranno dell’albero della Vita saranno come l’albero del Salmo 1.
Questo
meraviglioso albero, oltre a dare dodici raccolti l’anno (ogni mese è la sua
stagione), ha un fogliame che non appassisce mai e queste foglie sono per la
“salvezza” (guarigione) delle nazioni.
Sarà il simbolo permanente
della salvezza di tutta l’umanità e garantirà uno stato di salvezza
permanente!
L’uomo non ha potenza di vita
in sé stesso, né capacità di “mantenersi in salute”, la presenza dell’albero
della Vita gli garantirà la permanenza alla continua presenza di Dio ed uno
stato di piena salute, proprio come era stato concepito nell’eden… …anzi in
un modo ancora più perfetto.
L’albero della
Vita, essendo un albero necessita di due cose fondamentali, acqua e luce,
entrambi saranno presenti nella maniera più perfetta nella città di Dio.
***
3 E non ci sarà più
alcuna cosa maledetta, e in essa sarà il trono di Dio e dell'Agnello e i
suoi servitori gli serviranno,
4 ed essi vedranno la sua faccia e
avranno in fronte il suo nome
Nella presenza diretta di Dio nulla di impuro è ammesso né vi potrà entrare,
i servitori avranno ilo privilegio del servizio spirituale ed avranno
comunione piena d intima con Lui.
Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati
figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non
ha conosciuto lui.
Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò
che saremo.
Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo
vedremo com'egli è.
E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com'egli è puro.
(1 Giovanni 3:1-3)
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
(Matteo 5:8)
Tutti coloro che entreranno
nella Città Santa sono servitori di Dio, i santi sono stati tutti chiamati
per questo scopo:
Infatti da voi la parola del Signore ha echeggiato non soltanto nella
Macedonia e nell'Acaia, ma anzi la fama della fede che avete in Dio si è
sparsa in ogni luogo, di modo che non abbiamo bisogno di parlarne; perché
essi stessi raccontano quale sia stata la nostra venuta fra voi, e come vi
siete convertiti dagl'idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero, e per
aspettare dai cieli il Figlio suo che egli ha risuscitato dai morti; cioè,
Gesù che ci libera dall'ira imminente.
(1 Tessalonicesi 1:8-10)
Il “vedere la faccia di Dio” è
sempre stata la ardente speranza di tutti coloro che Lo amano.
Adamo prima della caduta ne
aveva sicuramente il privilegio (cfr con i racconti di Genesi 2 e 3).
Mosè fece una specifica
richiesta a Dio in simile senso:
Mosè disse al SIGNORE: «Vedi, tu mi dici: "Fa' salire questo popolo!" Però
non mi fai conoscere chi manderai con me. Eppure hai detto: "Io ti conosco
personalmente e anche hai trovato grazia agli occhi miei".
Or dunque, se ho trovato grazia agli occhi tuoi, ti prego, fammi conoscere
le tue vie, affinché io ti conosca e possa trovare grazia agli occhi tuoi.
Considera che questa nazione è popolo tuo».
Il SIGNORE rispose: «La mia presenza andrà con te e io ti darò riposo».
Mosè gli disse: «Se la tua presenza non viene con me, non farci partire di
qui.
Poiché, come si farà ora a conoscere che io e il tuo popolo abbiamo trovato
grazia agli occhi tuoi, se tu non vieni con noi? Questo fatto distinguerà me
e il tuo popolo da tutti i popoli che sono sulla faccia della terra».
Il SIGNORE disse a Mosè: «Farò anche questo che tu chiedi, perché tu hai
trovato grazia agli occhi miei, e ti conosco personalmente».
Mosè disse: «Ti prego, fammi vedere la tua gloria!»
Il SIGNORE gli rispose: «Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà,
proclamerò il nome del SIGNORE davanti a te; farò grazia a chi vorrò fare
grazia e avrò pietà di chi vorrò avere pietà».
Disse ancora: «Tu non puoi vedere il mio volto, perché l'uomo non può
vedermi e vivere».
E il SIGNORE disse: «Ecco qui un luogo vicino a me; tu starai su quel
masso; mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una buca del masso, e
ti coprirò con la mia mano finché io sia passato; poi ritirerò la mano e mi
vedrai da dietro; ma il mio volto non si può vedere».
(Esodo 33:12-23)
Davide esclama:
Poiché il SIGNORE è giusto; egli ama la giustizia; gli uomini retti
contempleranno il suo volto.
(Salmo
11:7)
Perché tu sei il vanto della loro forza e con il tuo favore accresci la
nostra potenza.
Poiché il nostro scudo appartiene al SIGNORE, e il nostro re al Santo
d'Israele.
(Salmo
89:15-18)
Un altro salmista esclamava:
Celebrate il SIGNORE, invocate il suo
nome; fate conoscere i suoi prodigi tra i popoli.
Cantate e salmeggiate a lui, meditate
su tutte le sue meraviglie.
Esultate per il suo santo nome;
gioisca il cuore di quanti cercano il SIGNORE!
Cercate il SIGNORE e la sua forza,
cercate sempre il suo volto!
Ricordatevi dei prodigi fatti da lui,
dei suoi miracoli e dei giudizi della sua bocca, voi, figli d'Abraamo, suo
servo, discendenza di Giacobbe, suoi eletti!
Egli, il SIGNORE, è il nostro Dio; i
suoi giudizi si estendono su tutta la terra.
Egli si ricorda per sempre del suo
patto, della parola da lui data per mille generazioni, del patto che fece
con Abraamo, del giuramento che fece a Isacco, che confermò a Giacobbe come
uno statuto, a Israele come un patto eterno, dicendo: «Ti darò il paese di
Canaan come vostra eredità».
(Salmo 105:1-11)
Anche Giobbe nella sua totale
disperazione esclamò il suo grido di vittoria in tal senso:
Ma io so che il mio
Redentore vive e che alla fine si alzerà sulla polvere.
E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia
carne, vedrò Dio.
Io lo vedrò a me favorevole; lo contempleranno i miei occhi, non quelli
d'un altro; il cuore, dal desiderio, mi si consuma!
(Giobbe 19:25-27)
Per questo Paolo, prendendo
come spunto la trasfigurazione del volto di Mosè ci dà un importante
insegnamento:
Or se il ministero della morte, scolpito in lettere su pietre, fu glorioso,
al punto che i figli d'Israele non potevano fissare lo sguardo sul volto di
Mosè a motivo della gloria, che pur svaniva, del volto di lui, quanto più
sarà glorioso il ministero dello Spirito?
Se, infatti, il ministero della condanna fu glorioso, molto più abbonda in
gloria il ministero della giustizia.
Anzi, quello che nel primo fu reso glorioso, non fu reso veramente
glorioso, quando lo si confronti con la gloria tanto superiore del secondo;
infatti, se ciò che era transitorio fu circondato di gloria, molto più
grande è la gloria di ciò che è duraturo.
Avendo dunque una tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza, e non
facciamo come Mosè, che si metteva un velo sul volto, perché i figli
d'Israele non fissassero lo sguardo sulla fine di ciò che era transitorio.
Ma le loro menti furono rese ottuse; infatti, sino al giorno d'oggi, quando
leggono l'antico patto, lo stesso velo rimane, senza essere rimosso, perché
è in Cristo che esso è abolito.
Ma fino a oggi, quando si legge Mosè, un velo rimane steso sul loro cuore;
però quando si saranno convertiti al Signore, il velo sarà rimosso.
Ora, il Signore è lo Spirito; e dove c'è lo Spirito del Signore, lì c'è
libertà.
E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria
del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in
gloria, secondo l'azione del Signore, che è lo Spirito.
(2 Corinzi 3:7-18)
Quanto più completa sarà la
trasfigurazione alla Sua presenza nella pienezza dei tempi di restaurazione!
Altra promessa adempiuta è
quella che i redenti
avranno in fronte il
suo nome.
Portare sulla fronte qualcosa
rappresenta l’aver una mente completamente rispondente alla mente di quella
persona a cui appartiene quel nome.
Proprio come coloro che
porteranno il marchio della bestia sulla loro fronte avranno il pensiero
dell’anticristo (cfr Apocalisse 13), coloro che porteranno il nome di Dio
avranno il pensiero di Dio (esempio i 144.000 di Apocalisse 14).
Questo è comunque
l’adempimento della promessa fatta alla chiesa di Filadelfa:
Chi vince io lo porrò come colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non ne
uscirà mai più; scriverò su di lui il
nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio (la nuova Gerusalemme
che scende dal cielo da presso il mio Dio)
e il mio nuovo nome.
(Apocalisse
3:12)
***
5 E
non ci sarà più notte; ed essi non avranno bisogno di luce di lampada, nè di
luce di sole, perchè li illuminerà il Signore Iddio ed essi regneranno nei
secoli dei secoli.
L'ultima visione dell'Apocalisse si chiude con una nota di trionfo che apre
dinanzi ai fedeli la prospettiva di un'attività gloriosa e benefica
prolungantesi all'infinito nell'eternità.
Mirabile ordinamento del piano di Dio rivelato nelle sante Scritture!
La
Bibbia che si apre con la creazione dell'uomo e con la descrizione della sua
prima dimora, che lo segue nella sua caduta e in tutte le fasi del suo
sviluppo sotto le misericordiose dispensazioni di Dio, si chiude con la
restaurazione di tutte le cose, con la descrizione della dimora eterna
dell'umanità riscattata.
La
fine si riannoda al principio.
Tutti i misteri sono spiegati, tutti i mali riparati, l'uomo è reso al suo
destino, alla pienezza della vita, che è Dio stesso!
In
Genesi leggiamo:
Dio disse: «Sia luce!» E luce fu.
Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre.
Dio chiamò la luce «giorno» e le tenebre «notte».
Fu sera, poi fu mattina: primo giorno.
(Genesi 1:3-5)
La Luce era buona… …il buio no!
La Luce è stata subito separata dalle tenebre, e tale deve rimanere,
fisicamente e spiritualmente!
La Luce non può avere comunione con le tenebre, è necessaria una
separazione!
Gesù
disse a Nicodemo:
Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno
preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.
Perché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce,
affinché le sue opere non siano scoperte; ma chi mette in pratica la verità
viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte
in Dio». (Giovanni 3:19-21)
E
ribadì in altra occasione:
Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma
avrà la luce della vita.
(Giovanni 8:12)
Paolo scrive:
Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne
scriva; perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà
come viene un ladro nella notte.
Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro
addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno.
Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno abbia a
sorprendervi come un ladro;
perché voi tutti siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della
notte né delle tenebre.
Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri; poiché
quelli che dormono, dormono di notte, e quelli che si ubriacano, lo fanno di
notte.
Ma noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza
della fede e dell'amore e preso per elmo la speranza della salvezza.
Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo
del nostro Signore Gesù Cristo, il quale è morto per noi affinché, sia che
vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.
Perciò, consolatevi a vicenda ed edificatevi gli uni gli altri, come
d'altronde già fate.
(1 Tessalonicesi
5:1-11)
A
differenza della Genesi, qui non c’è separazione tra la luce e le tenebre,
le tenebre non ci saranno proprio più!
Il
male non troverà neanche spazi confinati nella Gloria di Dio!