Il sesto sigillo - La rivolta del creato

APOCALISSE 6:12-17

 

 

“Guardai di nuovo quando l'Agnello aprì il sesto sigillo; e si fece un gran terremoto; il sole diventò nero come un sacco di crine, e la luna diventò tutta come sangue; le stelle del cielo caddero sulla terra come quando un fico scosso da un forte vento lascia cadere i suoi fichi immaturi.

Il cielo si ritirò come una pergamena che si arrotola; e ogni montagna e ogni isola furono rimosse dal loro luogo.

I re della terra, i grandi, i generali, i ricchi, i potenti e ogni schiavo e ogni uomo libero si nascosero nelle spelonche e tra le rocce dei monti.

E dicevano ai monti e alle rocce: «Cadeteci addosso, nascondeteci dalla presenza di colui che siede sul trono e dall'ira dell'Agnello; perché è venuto il gran giorno della sua ira. Chi può resistere?»”

 

I messaggi di Cristo alle chiese d'Asia si riferiscono alle 'cose che sono' al tempo dell'autore, e sono preceduti da una visione simboleggiante la presenza e, l'azione costante di Cristo in seno alla Chiesa; il resto dell'Apocalisse si riferisce alle 'cose che devono avvenire', e questo gran quadro delle cose future è preceduto, a sua volta, da una sublime visione Apocalisse 4-5 simboleggiante due verità che sono come le chiavi della storia dell'umanità: l'Iddio eterno ed onnipotente che ha creato tutte le cose è il sovrano del mondo: il Cristo la cui opera di redenzione è il pernio della storia, è il solo che possa spiegare gli enigmi ch'essa offre nel suo svolgimento attraverso i secoli.

E Dio che dà alla storia la sua unità superiore ed il suo senso.

Sono i suoi disegni che hanno da compiersi attraverso giudizi disciplinari o distruttori, e nonostante tutti gli sforzi di satana e dei suoi strumenti.

 

La seconda Parte (4-6) si suddivide in tre sezioni:

1)         La visione di Dio sul trono (Apocalisse 4);

2)         L'Agnello proclamato degno d'aprire i sigilli del libro (Apocalisse 5);

3)         L'apertura dei primi sei sigilli (Apocalisse 6-7).

 

Con l'apertura del sesto sigillo siamo giunti sulla soglia del gran giorno della Venuta di Cristo; i segni tremendi che lo annunziano prossimo si sono prodotti ed hanno riempito di spavento i nemici Apocalisse 6:5-17.

Si aspetta l'apertura del settimo suggello che sarà il segnale della fine.

Ma qui ha luogo una pausa nelle visioni ed assistiamo, in Apocalisse 7, a una duplice scena che si potrebbe chiamare il preludio di quelle che dovranno seguire.

A differenza di quanto è avvenuto per i primi quattro sigilli, il quinto e il sesto sigillo non sono annunciati da alcuna creatura, è un atto di autorità direttamente esercitato dall’Agnello.

Il quinto sigillo apre una finestra sulla situazione dei martiri che attendono il giorno della vendetta ed Egli esercita l’autorità su di loro dicendo che si riposassero ancora un po' di tempo, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro, il sesto sigillo invece è l’espressione della sua autorità nel creato e in tutto ciò che ne è in qualche modo coinvolto.

I primi quattro sigilli sono stati attacchi esterni (dipendenti da situazioni estrinseche dal creato, la falsa pace, la guerra con tutte le conseguenze derivanti).

Con l’apertura del sesto sigillo si verifica un letterale sconvolgimento cosmico, è il creato stesso che si rivolta, con l’autorità del Creatore, contro chi lo ha sottoposto alla vanità.

Oltre a ciò l’Autorità suprema costringe tutte le autorità terrene alla umiliante resa e annullamento totale, è il momento della resa dei conti!

 

12 Poi vidi, quand'ebbe aperto il sesto suggello e si fece un gran terremoto.”

 

Di tutti gli avvenimenti che sono descritti nei versetti 12-14, Gesù ne riferisce in anticipo ai discepoli nel suo discorso profetico in Matteo 24, Marco 13 e Luca 21:

«Guardate che nessuno vi seduca.

Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: "Io sono il Cristo". E ne sedurranno molti.

Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, infatti bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine.

Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo non sarà che principio di dolori.

Allora vi abbandoneranno all'oppressione e vi uccideranno e sarete odiati da tutte le genti a motivo del mio nome.

Allora molti si svieranno, si tradiranno e si odieranno a vicenda.

Molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti.

Poiché l'iniquità aumenterà, l'amore dei più si raffredderà.

Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.

E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine. (Matteo 24:4-14)

«Guardate che nessuno v'inganni!

Molti verranno nel mio nome, dicendo: "Sono io"; e ne inganneranno molti. Quando udrete guerre e rumori di guerre, non vi turbate; è necessario che ciò avvenga, ma non sarà ancora la fine.

Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in vari luoghi; vi saranno carestie. Queste cose saranno un principio di dolori.

Badate a voi stessi! Vi consegneranno ai tribunali, sarete battuti nelle sinagoghe, sarete fatti comparire davanti a governatori e re, per causa mia, affinché ciò serva loro di testimonianza.

E prima bisogna che il vangelo sia predicato fra tutte le genti.

Quando vi condurranno per mettervi nelle loro mani, non preoccupatevi in anticipo di ciò che direte, ma dite quello che vi sarà dato in quell'ora; perché non siete voi che parlate, ma lo Spirito Santo.

Il fratello darà il fratello alla morte, il padre darà il figlio; i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire.

Sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato sino alla fine, sarà salvato.” (Marco 13:5-13)

«Guardate di non farvi ingannare; perché molti verranno in nome mio, dicendo: "Sono io"; e: "Il tempo è vicino". Non andate dietro a loro.

Quando sentirete parlare di guerre e di sommosse, non siate spaventati; perché bisogna che queste cose avvengano prima; ma la fine non verrà subito».

Allora disse loro: «Insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno grandi terremoti, e in vari luoghi pestilenze e carestie; vi saranno fenomeni spaventosi e grandi segni dal cielo. Ma prima di tutte queste cose, vi metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno consegnandovi alle sinagoghe, e mettendovi in prigione, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Ma ciò vi darà occasione di rendere testimonianza.

Mettetevi dunque in cuore di non premeditare come rispondere a vostra difesa, perché io vi darò una parola e una sapienza alle quali tutti i vostri avversari non potranno opporsi né contraddire.

Voi sarete traditi perfino da genitori, fratelli, parenti e amici; faranno morire parecchi di voi; e sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma neppure un capello del vostro capo perirà.

Con la vostra costanza salverete le vostre vite.” (Luca 21:8-19)

La parola qui tradotta terremoto (seismoV) ha senso generale di scrollamento e si estende quindi non solo alla superficie terrestre, ma al sistema di cui la terra fa parte.

Abbiamo almeno tre avvenimenti nel Nuovo Testamento, dove si parla dell’avvenimento di un terremoto:

Matteo 27:54: Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, visto il terremoto e le cose avvenute, furono presi da grande spavento e dissero: «Veramente, costui era Figlio di Dio»

Matteo 28:2: Ed ecco si fece un gran terremoto; perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e vi sedette sopra.

Atti 16:26: A un tratto, vi fu un gran terremoto, la prigione fu scossa dalle fondamenta; e in quell'istante tutte le porte si aprirono, e le catene di tutti si spezzarono.

·                    In tutti è tre gli avvenimenti vi è un filo di unione, la dichiarazione della autorità di Dio e della Sua potenza:

·                    In Matteo 27:54 il terremoto contribuisce al pubblico riconoscimento della natura divina del Cristo crocifisso da parte di colui che ha assistito alla Sua morte.

·                    In Matteo 28:2 il terremoto attesta la vittoria di Cristo sulla morte!

·                    In Atti 16:26 il terremoto è la dimostrazione della potenza di Dio in favore dei Suoi servi.

 

In Apocalisse troveremo altri momenti dove vi sarà un terremoto, ma in tutti i casi è la dimostrazione di un qualcosa ordinato da Dio.

 

“e il sole divenne nero come un cilicio di crine (stoffa ruvida di pel di capra e di color nero di cui si facevano sacchi e tende e vesti grossolane) e tutta la luna diventò come sangue  

13 e le stelle del cielo caddero sulla terra come quando un fico scosso da un gran vento lascia cadere i suoi fichi immaturi

14 E il cielo si ritrasse come una pergamena che si arrotola e ogni montagna e ogni isola fu rimossa dal suo luogo.”

Questi rappresentano i segni nel cielo del discorso profetico di Gesù di Luca 21 ma vengono anche trattati dalla profezia del profeta Isaia:

“Tutto l'esercito del cielo si dissolve; i cieli sono arrotolati come un libro e tutto il loro esercito cade, come cade la foglia della vite, come cade il fogliame morto dal fico.” (Isaia 34:4)

Il giudizio purificatore di Dio, coinvolge la primariamente la chiesa ( Apocalisse 2-3 ) e poi tutto il mondo decaduto, compreso tutto il creato sottoposto alla vanità dal peccato dell’uomo. (2 Pietro 3:11)

Siamo lontani dal giorno in cui:

“Dio disse: «Vi siano delle luci nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; siano dei segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni; facciano luce nella distesa dei cieli per illuminare la terra».E così fu.

Dio fece le due grandi luci: la luce maggiore per presiedere al giorno e la luce minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle.

Dio le mise nella distesa dei cieli per illuminare la terra, per presiedere al giorno e alla notte e separare la luce dalle tenebre. Dio vide che questo era buono. Fu sera, poi fu mattina: quarto giorno.” (Genesi 1:14-19)

 

Il gran terremoto ed il fatto che il cielo si arrotola come una pergamena, fa contrasto con l’opera creatrice di Dio in favore degli uomini:

“Così parla Dio, il SIGNORE, che ha creato i cieli e li ha spiegati, che ha disteso la terra con tutto quello che essa produce, che dà il respiro al popolo che c'è sopra e lo spirito a quelli che vi camminano.” (Isaia 42:5)

“Hai dimenticato il SIGNORE che ti ha fatto, che ha disteso i cieli e fondato la terra?” (Isaia 51:13)

“Egli, con la sua potenza, ha fatto la terra; con la sua saggezza ha stabilito fermamente il mondo; con la sua intelligenza ha disteso i cieli.” (Geremia 10:12 – 51:15)

Si potrebbe interpretare questo passo come l’inizio dello smantellamento della terra, una rivolta del cosmo verso quell’uomo che ha tradito irrimediabilmente il patto con il suo creatore.

Un sorta di cessazione di quella “grazia comune” che fino a quel momento è stata lasciata agire in favore degli uomini.

Gli uomini, sono perfettamente coscienti che è venuto il gran giorno della Sua ira!

Questo spiega perché Paolo dice che sono “inescusabili”:

“L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia; poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro; infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato. Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.” (Romani 1:18-23)

 

E perché Pietro dice che dimenticano “volontariamente”:

“Sappiate questo, prima di tutto: che negli ultimi giorni verranno schernitori beffardi, i quali si comporteranno secondo i propri desideri peccaminosi e diranno: «Dov'è la promessa della sua venuta? Perché dal giorno in cui i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano come dal principio della creazione».

Ma costoro dimenticano volontariamente che nel passato, per effetto della parola di Dio, esistettero dei cieli e una terra tratta dall'acqua e sussistente in mezzo all'acqua; e che, per queste stesse cause, il mondo di allora, sommerso dall'acqua, perì; mentre i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della perdizione degli empi.” (2 Pietro 3:3-7)

 

15 E i re della terra, e i grandi e i capitani e i ricchi e i potenti, ogni servo e ogni libero si nascosero nelle spelonche e nelle rocce dei monti 16 e dicevano ai monti ed alle rocce: Cadeteci addosso e nascondeteci dal cospetto di Colui che siede sul trono e dall'ira dell'Agnello: perché è venuto il gran giorno della sua ira e chi può reggere in piè?”

Molti giudizi preparatori e parziali possono esser manifestazioni dell'ira, ossia della santa giustizia del mite Agnello cui è affidata l'esecuzione dei piani di Dio; ma il gran giorno della sua ira è quello del giudizio finale e delle finali retribuzioni.

L'espressione è tolta dalla profezia di Gioele relativa agli ultimi tempi:

«Farò prodigi nel cielo e sulla terra: sangue, e fuoco e colonne di fumo.

Il sole sarà mutato in tenebre e la luna in sangue prima che venga il grande e tremendo giorno dell'Eterno»  (Gioele 2:30-31. Cfr. Atti 2:19-20)

Gli empi senza eccezione, terrorizzati dall'appressarsi del gran giorno del rendiconto, invocano la morte nella catastrofe finale, come preferibile al giudizio che li attende.

Cfr. espressioni analoghe relative al giudizio sull'Israele incredulo:

Ma Gesù, voltatosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri figli.

Perché, ecco, i giorni vengono nei quali si dirà: "Beate le sterili, i grembi che non hanno partorito e le mammelle che non hanno allattato".

Allora cominceranno a dire ai monti: "Cadeteci addosso"; e ai colli: "Copriteci".

Perché se fanno questo al legno verde, che cosa sarà fatto al secco?» (Luca 23:28-31)

 

Ed alla rovina di Samaria:

“Quanto a Samaria, il suo re sarà annientato, come schiuma sull'acqua.

Gli alti luoghi di Aven, peccato d'Israele, saranno distrutti.

Le spine e i rovi cresceranno sui loro altari; ed essi diranno ai monti: «Copriteci!» e ai colli: «Cadeteci addosso!»” (Osea 10:7-8)

Davanti alla “resa dei conti” stabilità dall’Onnipotente chi può resistere?

Questa è la domanda che si pone Giovanni. Il Signore come il Re dei re.

I re della terra sono la prima categoria che viene citata nell’elenco delle tipologie di persona che subiranno il giudizio di Dio.

Questi re, sono quelli che hanno congiurato contro Dio e contro il Suo unto:

I re della terra si danno convegno e i prìncipi congiurano insieme contro il SIGNORE e contro il suo Unto, dicendo: «Spezziamo i loro legami, e liberiamoci dalle loro catene». (Salmo 2:2-3)

Dobbiamo prendere coscienza che questa congiura è una realtà, non è una mania di persecuzione dei cristiani, non c’è nulla di anormale nel pensare che il principe di questo mondo abbia posto i re della terra per congiurare contro il Signore, purtroppo di questo pochissimi figli di luce ne sono consapevoli!

Ma sappiamo anche che nessun re della terra potrà resistere davanti al Re dei re!

Il Signore come Onnipotente.

 

I grandi della terra sono quegli uomini potenti che sembrano avere il controllo di tutto quanto succede nel mondo, pensiamo a coloro che dominano con il potere politico-religioso, anche loro sono chiamati a subire il giudizio per avere usurpato il titolo.

Davanti a Dio, questa “grandezza” è solo una vana apparenza:

“Egli non porta rispetto all'apparenza dei grandi, non considera il ricco più del povero, perché sono tutti opera delle sue mani.” (Giobbe 34:19)

 

I grandi della terra sono anche coloro che opprimono il popolo con la loro violenza:

“Si grida per le molte oppressioni, si alzano lamenti per la violenza dei grandi.” (Giobbe 35:9)

Nessun grande della terra potrà resistere davanti all’Onnipotente.

Il Signore come Eterno degli eserciti.

Con il titolo di capitani, si vuole probabilmente intendere i grandi strateghi della guerra. Tutto l’antico testamento è ripieno di insegnamenti e dimostrazioni che il nostro Dio è l’Iddio della storia, è Colui che stabilisce l'esito della battaglia  (cfr 1 Samuele 17:47).

Nessuno stratega militare potrà resistere davanti all’Eterno degli eserciti!

Il Signore giudica i ricchi, i potenti, i servi e i liberi.

 

“Egli non porta rispetto all'apparenza dei grandi, non considera il ricco più del povero, perché sono tutti opera delle sue mani.” (Giobbe 34:19)

Come i re della terra, i grandi, i capitani, anche i ricchi come i potenti insieme ai servi e ai liberi, sono confrontati con la giustizia di Dio.

Certamente più grande è stato l’orgoglio sfoggiato e più umiliante sarà confrontarsi con l’ira di Dio, ma nessun povero o servo potrà portare davanti a Dio, come un credito il suo stato di umiliazione, quello che conterà è l’aver cercato il Signore.

“Si grida per le molte oppressioni, si alzano lamenti per la violenza dei grandi; ma nessuno dice: "Dov'è Dio, il mio Creatore, che nella notte ispira canti di gioia, che ci fa più intelligenti delle bestie dei campi e più saggi degli uccelli del cielo?"

Là gridano, ma Egli non risponde, a motivo della superbia dei malvagi.

Certo, Dio non dà ascolto a lamenti vani; l'Onnipotente non ne fa caso; e tu, quando dici che non lo scorgi, la tua causa gli sta davanti; sappilo aspettare!” (Giobbe 35:9-14)

La disperazione degli uomini che vogliono nascondersi dall’ira di Dio sarà terribile!

Oggi si sente sempre più parlare di un dio bonaccione, che alla fine perdonerà tutto e tutti.

L’uomo ha inventato il “purgatorio” o altre dottrine simili con lo scopo di sminuire quella che è la Giustizia di Dio.

Quando si spiegano le conseguenze del rifiuto della Grazia di Dio o la condanna del peccato alla luce della Scrittura, ci si sente rispondere: ”Ma non sai che Dio è Amore?”.

Certo che Dio è Amore e proprio perché è Amore, ama la Giustizia e non può tollerare la vista del male!

Amore, Santità e Giustizia, sono tre attributi di Dio, da sempre coesistenti in un’armonia ed equilibrio perfetti!

Oggi, all’interno del mondo cattolico si fa sempre più strada il concetto che “L’inferno c’è ma è vuoto o comunque poco affollato “ in quanto Dio alla fine perdonerà tutti (si consiglia ricerca su internet su questo argomento), che falsa illusione … Lasciateli; sono ciechi, guide di ciechi; ora se un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso. (Matteo 15:14)

Quello che colpisce nella dichiarazione di questi uomini che si nascondono davanti all’ira dell’Agnello è la loro consapevolezza del momento che stanno vivendo.

Questo avverrà perché il vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; (cfr Matteo 24:14).

Anche l’apostolo Pietro parla della loro malafede:

“Sappiate questo, prima di tutto: che negli ultimi giorni verranno schernitori beffardi, i quali si comporteranno secondo i propri desideri peccaminosi e diranno: «Dov'è la promessa della sua venuta? Perché dal giorno in cui i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano come dal principio della creazione».

Ma costoro dimenticano volontariamente che nel passato, per effetto della parola di Dio, esistettero dei cieli e una terra tratta dall'acqua e sussistente in mezzo all'acqua; e che, per queste stesse cause, il mondo di allora, sommerso dall'acqua, perì; mentre i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della perdizione degli empi.” (2 Pietro 3:3-7)

 

Il profeta Isaia profetizza di questa situazione:

“La terra è profanata dai suoi abitanti, perché essi hanno trasgredito le leggi, hanno violato il comandamento, hanno rotto il patto eterno.

Perciò una maledizione ha divorato la terra e i suoi abitanti ne portano la pena; perciò gli abitanti della terra sono consumati e poca è la gente che ne è rimasta.

Il mosto è in lutto, la vigna langue, tutti quelli che avevano la gioia nel cuore sospirano. L'allegria dei tamburelli è cessata, il chiasso della gente in festa è finito, il suono allegro dell'arpa è cessato. Non si beve più vino in mezzo ai canti, la bevanda alcolica è amara ai bevitori.

La città deserta è in rovina; ogni casa è serrata, nessuno più vi entra.

Per le strade si odono lamenti, perché non c'è vino; ogni gioia è tramontata, l'allegrezza è andata via dal paese. Nella città non resta che la desolazione e la porta sfondata cade in rovina.

Poiché avviene in mezzo alla terra, fra i popoli, ciò che avviene quando si scuotono gli olivi, quando si racimola dopo la vendemmia. I superstiti alzano la voce, mandano grida di gioia, acclamano dal mare la maestà del SIGNORE.

Glorificate dunque il SIGNORE nelle regioni dell'aurora, glorificate il nome del SIGNORE, Dio d'Israele, nelle isole del mare!

Dall'estremità della terra udiamo cantare: «Gloria al Giusto!» Ma io dico: Ahimè! Ahimè! Guai a me! I perfidi agiscono perfidamente, sì, i perfidi raddoppiano di perfidia.

Spavento, fossa, laccio ti sovrastano, o abitante della terra!

Avverrà che chi fuggirà davanti alle grida di spavento cadrà nella fossa; chi risalirà dalla fossa resterà preso nel laccio.

Poiché si apriranno dall'alto le cateratte, e le fondamenta della terra tremeranno.

La terra si schianterà tutta: la terra si screpolerà interamente, la terra tremerà, traballerà. La terra barcollerà come un ubriaco, vacillerà come una capanna.

Il suo peccato grava su di lei; essa cade e non si rialzerà mai più.

In quel giorno il SIGNORE punirà nei luoghi eccelsi l'esercito di lassù, e giù sulla terra i re della terra; saranno riuniti assieme, come si fa dei prigionieri nel carcere sotterraneo; saranno rinchiusi nella prigione e dopo molti giorni saranno puniti.

La luna sarà coperta di rossore e il sole di vergogna; poiché il SIGNORE degli eserciti regnerà sul monte Sion e in Gerusalemme, fulgido di gloria in presenza dei suoi anziani.” (Isaia 24:5-23)

 

 

Gianni Marinuzzi