APOCALISSE
14:1-5
“Poi guardai e vidi l'Agnello che stava in piedi sul monte Sion e con lui
erano centoquarantaquattromila persone che avevano il suo nome e il nome di
suo Padre scritto sulla fronte. Udii una voce dal cielo simile a un fragore
di grandi acque e al rumore di un forte tuono; e la voce che udii era come
il suono prodotto da arpisti che suonano le loro arpe.
Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono, davanti alle quattro
creature viventi e agli anziani. Nessuno poteva imparare il cantico se non i
centoquarantaquattromila, che sono stati riscattati dalla terra.
Essi sono quelli che non si sono contaminati con donne, poiché sono vergini.
Essi sono quelli che seguono l'Agnello dovunque vada.
Essi sono stati riscattati tra gli uomini per esser primizie a Dio e
all'Agnello.
Nella bocca loro non è stata trovata menzogna: sono irreprensibili.”
Dopo aver visto le due bestie “salire” dal basso ( il potere salito dagli
inferi ), ora Giovanni vede l’Agnello “sceso” sul monte Sion, qui si tratta
di visioni di discesa, di autorità conferita dall’alto, di posizioni
benedette.
I capitoli 10-11-12-13 contengono i quadri più tetri dell'Apocalisse.
La visione dei nemici tremendi congiurati contro il popolo di Dio per la sua
rovina incute spavento nell'anima dei credenti. Chi potrà sussistere di
fronte a così potenti forze?
I capitoli 14-15 e 16 rinfrancano il cuore perplesso facendogli udire come i
preludi della vittoria di Dio sulle potenze del male.
Si potrebbero intitolare: I segni del giudizio divino, che sarà poi
partitamente descritto nei capitoli 17-18-19-20, ma ciò non muterebbe la
sostanza, in quanto l'intervento di Dio quale giudice non può che segnare il
trionfo dei giusti e la condanna degli empi.
Il primo quadro
Apocalisse 14:1-5 ci fa contemplare i redenti raccolti intorno al
loro capo sul monte Sion.
1 Poi vidi, ed ecco l'Agnello che stava in piè sul monte Sion, e con lui
erano centoquarantaquattromila persone che avevano il suo nome e il nome di
suo Padre scritto sulle loro fronti.
Dopo aver visto il male personificato nella figura delle due bestie e lo
smarrimento totale dei loro seguaci, lo sguardo di Giovanni si rivolge ad
un’altra visione, “ed ecco” enfatizza la grandezza della visione, lui vede
l’Agnello, quello stesso che aveva visto in mezzo al trono (Apocalisse
5:6-7), glorioso, forte insieme ai suoi seguaci, segnati sulla fronte (nel
pensiero) con il sigillo di Dio.
Il monte Sion era quello su cui era costruito il palazzo reale della
casa di Davide e il tempio dell'Eterno.
Nei Salmi e nei profeti assume spesso un carattere ideale: si eleva al
disopra delle sommità terrene, è il luogo ove abita l'Iddio d'Israele in
mezzo al suo popolo; da quello emanano i giudizi sui nemici e da quello
procedono le grandi liberazioni; è il monte ove trovano protezione e scampo
i salvati (cfr.
Salmi 50;
Isaia 2:1-4;
Amos 1:2;
Gioele 2:32).
Il monte Sion è anche il monte del Re:
“Perché questo tumulto fra le nazioni, e perché meditano i popoli cose vane?
I re della terra si danno convegno e i prìncipi congiurano insieme contro il
SIGNORE e contro il suo Unto, dicendo: «Spezziamo i loro legami, e
liberiamoci dalle loro catene».
Colui che siede nei cieli ne riderà; il Signore si farà beffe di loro.
Egli parlerà loro nella sua ira, e nel suo furore li renderà smarriti: «Sono
io», dirà, «che ho stabilito il mio re sopra Sion, il mio monte santo».
Io annuncerò il decreto: Il SIGNORE mi ha detto: «Tu sei mio figlio, oggi io
t'ho generato.
Chiedimi, io ti darò in eredità le nazioni e in possesso le estremità della
terra.
Tu le spezzerai con una verga di ferro; tu le frantumerai come un vaso
d'argilla».
Ora, o re, siate saggi; lasciatevi correggere, o giudici della terra.
Servite il SIGNORE con timore, e gioite con tremore.
Rendete omaggio al figlio, affinché il SIGNORE non si adiri e voi non
periate nella vostra via, perché improvvisa l'ira sua potrebbe
divampare.Beati tutti quelli che confidano in lui!”
(Salmo 2)
“Grande è il SIGNORE e degno di lode
nella città del nostro Dio, sul suo monte santo.
Bello si erge, e rallegra tutta la terra, il monte Sion: parte estrema del
settentrione, città del gran re.”
(Salmo 48:2-3)
“Quelli che confidano nel SIGNORE
sono come il monte di Sion, che non può vacillare, ma sta saldo in eterno.
Gerusalemme è circondata dai monti; e così il SIGNORE circonda il suo
popolo, ora e per sempre.
Lo scettro dell'empio non rimarrà per sempre sull'eredità dei giusti,
affinché i giusti non tendano le loro mani verso il male. O SIGNORE, fa' del
bene ai buoni e ai retti di cuore.
Ma quanti deviano per sentieri tortuosi, il SIGNORE li disperderà insieme ai
malfattori.
Pace sia sopra Israele.”
(Salmo 125)
Il monte Sion avrà anche una collocazione speciale durante il regno
milleniale:
“Avverrà, negli ultimi giorni, che il
monte della casa del SIGNORE si ergerà sulla vetta dei monti, e sarà elevato
al di sopra dei colli; e tutte le nazioni affluiranno a esso.
Molti popoli vi accorreranno, e diranno: «Venite, saliamo al monte del
SIGNORE, alla casa del Dio di Giacobbe; egli ci insegnerà le sue vie, e noi
cammineremo per i suoi sentieri».
Da Sion, infatti, uscirà la legge, e da Gerusalemme la parola del SIGNORE.
Egli giudicherà tra nazione e nazione e sarà l'arbitro fra molti popoli; ed
essi trasformeranno le loro spade in vomeri d'aratro, e le loro lance, in
falci; una nazione non alzerà più la spada contro un'altra, e non
impareranno più la guerra.”
(Isaia 2:2-4)
“Ma negli ultimi tempi, il monte
della casa del SIGNORE sarà posto in cima ai monti e si eleverà al di sopra
delle colline e i popoli affluiranno ad esso.
Verranno molte nazioni e diranno: «Venite, saliamo al monte del SIGNORE,
alla casa del Dio di Giacobbe; egli c'insegnerà le sue vie e noi cammineremo
nei suoi sentieri!»
Poiché da Sion uscirà la legge, da Gerusalemme la parola del SIGNORE.
Egli sarà giudice fra molti popoli, arbitro fra nazioni potenti e lontane.
Dalle loro spade fabbricheranno vòmeri, dalle loro lance, ròncole; una
nazione non alzerà più la spada contro l'altra e non impareranno più la
guerra.
Potranno sedersi ciascuno sotto la sua vite e sotto il suo fico, senza che
nessuno li spaventi; poiché la bocca del SIGNORE degli eserciti ha parlato.
Mentre tutti i popoli camminano ciascuno nel nome del suo dio, noi
cammineremo nel nome del SIGNORE, nostro Dio, per sempre.”
(Michea 4:1-5)
Mentre nelle profondità della terra infuriano la bestia e il falso profeta e
par che tutto sia finito per il popolo di Dio, ecco ch'esso appare vivo e
trionfante sul monte di Dio, con in mezzo il suo celeste Capo, e senza che
nulla manchi al numero suo completo.
Le porte dell'Ades, anzi le forze tutte del mondo e dell'inferno non sono
riuscite a sopprimerlo.
I seguaci dell’Agnello sono centoquarantaquattromila, cioè il numero
simbolico significante la completezza. Con relativa sicurezza sono gli
stessi di cui si è letto prima:
“Dopo questo, vidi quattro angeli che stavano in piedi ai quattro angoli
della terra, e trattenevano i quattro venti della terra perché non
soffiassero sulla terra, né sopra il mare, né sugli alberi.
Poi vidi un altro angelo che saliva dal sol levante, il quale aveva il
sigillo del Dio vivente; e gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era
stato concesso di danneggiare la terra e il mare, dicendo: «Non danneggiate
la terra, né il mare, né gli alberi, finché non abbiamo segnato sulla
fronte, con il sigillo, i servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo:
centoquarantaquattromila segnati di tutte le tribù dei figli d'Israele:
della tribù di Giuda dodicimila segnati; della tribù di Ruben dodicimila;
della tribù di Gad dodicimila; della tribù di Aser dodicimila; della tribù
di Neftali dodicimila; della tribù di Manasse dodicimila; della tribù di
Simeone dodicimila; della tribù di Levi dodicimila; della tribù di Issacar
dodicimila; della tribù di Zabulon dodicimila; della tribù di Giuseppe
dodicimila; della tribù di Beniamino dodicimila segnati.”
(Apocalisse 7:1-8)
“Poi il quinto angelo sonò la tromba e io vidi un astro che era caduto dal
cielo sulla terra; e a lui fu data la chiave del pozzo dell'abisso.
Egli aprì il pozzo dell'abisso e ne salì un fumo, come quello di una grande
fornace; il sole e l'aria furono oscurati dal fumo del pozzo.
Dal fumo uscirono sulla terra delle cavallette a cui fu dato un potere
simile a quello degli scorpioni della terra. E fu detto loro di non
danneggiare l'erba della terra, né la verdura, né gli alberi, ma solo gli
uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte.”
(Apocalisse 9:1-4)
Le moltitudini che adorano la bestia ne portano sulla mano o sulla fronte il
marchio; i redenti che appartengono all'Agnello immolato per loro, e al
Padre che li ha adottati per suoi figli, portano scritto in fronte il nome
dell'Agnello e il nome del suo Padre (cfr.
Apocalisse 3:12; 22:4), ovvero sono di proprietà di Dio.
Per questo motivo la Parola di Dio prescriveva di non tatuarsi o marchiarsi,
il tatuaggio o il segno nella carne simboleggia l’appartenenza a qualcuno
(esempio è la circoncisione per il popolo ebreo).
2 E
udii una voce dal cielo come rumore (lett. voce)
di molte acque e come rumore di
gran tuono; e la voce che udii era come il suono prodotto da arpisti che
suonano le loro arpe.
Con questo ne descrive la potenza, la dolcezza e l'armonia.
In
Apocalisse 5:8-9 i ventiquattro anziani, muniti di cetre, cantano
un nuovo cantico in onore dell'Agnello; in
Apocalisse 15:2 quelli che hanno vinto la bestia stanno in piè
sul mar di vetro, avendo delle arpe di Dio, e cantano il cantico di Mosè e
il cantico dell'Agnello.
Qui pure si parla di un cantico nuovo.
3 E
cantavano un cantico nuovo davanti al trono e davanti alle quattro creature
viventi ed agli anziani; e nessuno poteva imparare il cantico se non quei
centoquarantaquattromila, i quali cono stati riscattati dalla terra.
Non è detto esplicitamente chi siano quelli che cantano e c'è chi pensa agli
angeli che in
Apocalisse 5:11 uniscono i loro inni a quelli dei redenti.
Ad ogni modo i centoquarantaquattromila si associano al coro celeste, se pur
non sono essi che lo formano.
Il cantico è nuovo perché frutto di esperienze nuove della bontà e
della fedeltà di Dio che li ha riscattati dalla terra, li ha liberati
dalla condanna, li ha strappati alla potenza del male che regna sulla terra,
e li ha fatti capaci di vincere le seduzioni e le violenze dei nemici
traendoli in salvo presso di sé.
Nessuno può imparar quel cantico se non chi ha fatto le esperienze dei
riscattati usciti dalla gran tribolazione, in quanto sarà il risultato di
una dispensazione particolare, anche i canti che cantiamo uniti ai fratelli,
dovrebbero essere sempre una lode risultante da un sincero ringraziamento
per qualcosa di vero, personale e contingente, non una mera catena di canti
scelti a caso su con motivazioni non pertinenti.
L'esperienza, per quanto ancora imperfetta, che i redenti fanno delle
perfezioni di Dio nella loro salvezza è fonte perenne della più alta poesia
attraverso le successive, generazioni dei fedeli.
La nota fondamentale della lode è sempre la stessa, ma la varietà delle
esperienze individuali svoltesi in circostanze diverse, da ai cantici
un'impronta sempre nuova; e così dal cantico di Mosè sulle rive del Mar
Rosso, a quello di Debora, sull'altura di Rama, dai meravigliosi salmi di
Davide fino alle elegie sulle rovine di Gerusalemme, dai primi inni
cristiani intorno alla culla del Salvatore, fino agli innari moderni che in
centinaia di lingue celebrano la Redenzione, la poesia cristiana è venuta
erigendo uno splendido monumento alla gloria di Dio e dell'Agnello.
Segue una descrizione in brevi tratti del carattere di questi riscattati.
4 Essi
son quelli che non si sono contaminati con donne, perché son vergini.
Questa frase ha dato luogo ad interpretazioni diverse. Gli uni l'hanno
intesa in senso puramente simbolico e spirituale.
Siccome nell'Antico Testamento la fornicazione e l'adulterio sono spesso
usati dai profeti come immagine dell'infedeltà del popolo al suo Dio, la
verginità starebbe qui a significare che i centoquarantaquattromila sono
puri da idolatria e da infedeltà religiosa; in particolare non hanno adorato
la bestia né la sua immagine.
Non si vede però la ragione per cui sarebbe stata sostituita un'espressione
insolita alle immagini dei profeti, i quali, d'altronde, opponevano
l'adulterio e la fornicazione, non alla verginità, ma alla fedeltà coniugale
della nazione eletta verso il suo Dio.
Altri si sono attenuti al senso letterale considerando i
centoquarantaquattromila come una compagnia scelta di riscattati composta
tutta di persone vissute nel celibato, consacrate in modo speciale al
servizio di Cristo ed eminenti per rettitudine e veracità.
A sostegno di tale ipotesi ci sarebbero le esortazioni dell’apostolo Paolo
circa il matrimonio, che nei tempi di persecuzione estrema può essere un
motivo di distrazione circa l’opera di Dio:
“Or quanto alle cose di cui mi avete scritto, è bene per l'uomo non toccare
donna; ma, per evitare le fornicazioni, ogni uomo abbia la propria moglie e
ogni donna il proprio marito.
Il marito renda alla moglie ciò che le è dovuto; lo stesso faccia la moglie
verso il marito.
La moglie non ha potere sul proprio corpo, ma il marito; e nello stesso modo
il marito non ha potere sul proprio corpo, ma la moglie.
Non privatevi l'uno dell'altro, se non di comune accordo, per un tempo, per
dedicarvi alla preghiera; e poi ritornate insieme, perché Satana non vi
tenti a motivo della vostra incontinenza.
Ma questo dico per concessione, non per comando; io vorrei che tutti gli
uomini fossero come sono io; ma ciascuno ha il suo proprio dono da Dio;
l'uno in un modo, l'altro in un altro.
Ai celibi e alle vedove, però, dico che è bene per loro che se ne stiano
come sto anch'io.
Ma se non riescono a contenersi, si sposino; perché è meglio sposarsi che
ardere.”
(1 Corinzi 7:1-9)
La visione starebbe ad insegnare alle chiese che, ad un grado eminente di
consacrazione e di santità, corrisponderà un grado eminente di gloria.
Se nell'attraversare la gran tribolazione i fedeli saranno chiamati a
speciali rinunce, nessun sacrificio rimarrà senza adeguata ricompensa.
L'idea è conforme all'insegnamento generale della Scrittura: e riguardo al
celibato, Gesù afferma
Matteo 19:12 che uno può rinunciare volontariamente alle gioie
della famiglia a motivo del regno dei
cieli, cioè per esser più libero di darsi interamente all'opera di Dio,
specie quando si tratti di missioni pericolose, o quando i tempi siano
calamitosi.
Nel caso dell’insegnamento di Paolo ai corinzi, si ha un esempio della
bellezza morale di una vita celibe consacrata a Dio.
Potendolo fare senza pericolo per sè, Paolo ha rinunciato alle dolcezze
della vita di famiglia per darsi senza distrazione al servizio del Signore,
secondo la parola di Gesù riferita in
Matteo 19:10-12. Ma egli ben sa che non tutti possono fare come
lui.
Eccellente, per molti rispetti, è il dono naturale di continenza santificato
dalla grazia; ma non meno eccellente è l'attitudine naturale alla vita di
famiglia che, santificata dalla grazia, è focolare di soavi e forti virtù.
Accanto alla purezza verginale di cui sono stati fatti capaci
2 Corinzi 11:2 emerge nel carattere dei riscattati un altro
tratto (probabilmente il verso senso):
“Infatti sono geloso di voi della gelosia di Dio, perché vi ho fidanzati a
un unico sposo, per presentarvi come una casta vergine a Cristo.
Ma temo che, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così le vostre
menti vengano corrotte e sviate dalla semplicità e dalla purezza nei
riguardi di Cristo.
Infatti, se uno viene a predicarvi un altro Gesù, diverso da quello che
abbiamo predicato noi, o se si tratta di ricevere uno spirito diverso da
quello che avete ricevuto, o un vangelo diverso da quello che avete
accettato, voi lo sopportate volentieri.
Stimo infatti di non essere stato in nulla inferiore a quei sommi apostoli.
Anche se sono rozzo nel parlare, non lo sono però nella conoscenza; e
l'abbiamo dimostrato tra di voi, in tutti i modi e in ogni cosa.”
(2 Corinzi 11:2-6)
Essi son quelli che seguono l'Agnello dovunque vada.
Si vede qui, a motivo del tempo presente del verbo, un accenno all'onore
speciale fatto ai centoquarantaquattromila che sarebbero come la “guardia
presidenziale” che è sempre vicina al suo Maestro.
Il fatto però che gli altri due tratti della descrizione si riferiscono al
carattere morale dei riscattati, induce a credere che si tratti anche qui di
una caratteristica dello stesso genere.
Il presente mostra che l'ubbidienza assoluta a Colui che li ha comprati a
prezzo di sangue è divenuta la disposizione permanente dell'animo loro.
“Seguono”, non “hanno
seguito” sulla terra l'Agnello, il loro compito è al presente!
Continuano a farlo!
Essi sono stati riscattati
(lett. comprati) di fra gli
uomini per esser primizie a Dio ed all'Agnello.
La parola primizie (aparch) è usata nella versione dell'Antico
Testamento nel senso ristretto di 'primi
frutti' degli alberi o prime spighe della messe ecc., i quali primi
prodotti dovevano essere offerti a Dio; ma è usato spesso nel senso più
generale di 'offerta', offerta consacrata.
Stando al senso ristretto ch'è il solo che occorra nel Nuovo Testamento
Romani 11:16; 8:23; 16:5;
1Corinzi 16:15; 15:20,23;
Giacomo 1:18 il popolo dei riscattati nel corso dei secoli in cui
Satana è lasciato libero d'agire, è considerato come la primizia consacrata
di quella messe immensa di salvati che sarà raccolta nei “granai celesti”.
Come Israele doveva essere la primizia del popolo di Dio, questi sono la
primizia dei credenti davanti all’Agnello!
Se prendiamo le primizie come esempio possiamo fare un interessante paragone
con la festa delle primizie o della “mietitura”, la festa della mietitura,
da celebrarsi in primavera all’inizio della raccolta del grano, nella quale
venivano offerti al Signore le primizie (due pani di grano nuovo) (cfr
Levitico 23:15-21).
“Osserverai
la festa della Mietitura, con le primizie del tuo lavoro, con quello che
avrai seminato nei campi e la festa della Raccolta, alla fine dell'anno,
quando avrai raccolto dai campi i frutti del tuo lavoro.
Tre volte all'anno tutti gli uomini si presenteranno davanti al Signore
vostro DIO.
Non mi offrirai il sangue della vittima insieme con pane lievitato; il
grasso dei sacrifici della mia festa non sarà conservato durante la notte
fino al mattino. Porterai alla casa del SIGNORE Dio tuo il meglio delle
primizie della terra. Non farai cuocere il capretto nel latte di sua madre.”
(Esodo 23:16-19)
Questi 144.000 potrebbero quindi rappresentare la primizia offerta a Dio, la
mietitura è quella che troveremo qualche versetto più avanti!
Come per la festa delle primizie istituita nella Legge mosaica, questi sono
l’anticipazione offerta a Dio per fede, sapendo che ne seguirà un grande
raccolto.
Com'è santa e bella quella coorte celeste! E chi non bramerebbe farne parte?
When the Saints Go Marching In
Camminiamo sulle orme
Di coloro che sono già andati,
E saremo tutti riuniti,
In una nuova spiaggia soleggiata,
Oh, quando i santi marceranno
Oh, quando i santi marceranno
Signore, come vorrei essere con loro
Quando i santi marceranno
E quando il sole si rifiuterà di splendere
E quando il sole si rifiuterà di splendere
Signore, come vorrei essere con loro
Quando il sole si rifiuterà di splendere
E quando la luna si arrosserà di sangue
E quando la luna si arrosserà di sangue
Signore, come vorrei essere con loro
Quando la luna si arrosserà di sangue
Oh, quando la tromba suonerà il richiamo
Oh, quando la tromba suonerà il richiamo
Signore, come vorrei essere con loro
Quando la tromba suonerà il richiamo
Alcuni dicono che questo mondo tormentato
sia l'unico a disposizione,
Ma io sto aspettando quel giorno,
Quando il nuovo mondo sarà rivelato.
Oh, quando il nuovo mondo sarà rivelato
Oh, quando il nuovo mondo sarà rivelato
Signore, come vorrei essere con loro
Quando il nuovo mondo sarà rivelato
Oh, quando i santi marceranno
Oh, quando i santi marceranno
Signore, come vorrei essere con loro
Quando i santi marceranno.
5 e
nella loro bocca non è stata trovata menzogna: sono irreprensibili.
Questo è lo stesso termine che Gesù uso per indicare Natanaele:
Gesù vide Natanaele che gli veniva incontro e disse di lui: «Ecco un vero
Israelita in cui non c’è frode.»
(Giovanni 1:47)
Mentre il mondo è vittima delle seduzioni del mendace e strumento di
menzogna, i redenti hanno amato e conosciuto la verità, perseverano in essa,
e la loro vita intera, permeata dalla verità, si allontana
da tutto quel ch'è menzogna.
La sincerità e l'efficacia salutare della fede deve mostrarsi nella
santificazione dei credenti: deve purificarli
'da ogni contaminazione di carne e di
spirito', siano essi giovani o vecchi, celibi o coniugati; deve portarli
a considerarsi come servi di Cristo e a far della sua volontà e del suo
esempio la regola della loro attività; deve portarli ad essere
irreprensibili, nemici d'ogni forma di menzogna.
Così potranno 'esser sempre col
Signore' per appartenergli e servirlo nell'eternità.
Paolo scrisse ai credenti di Efeso:
“In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e
irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere
adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno
benevolo della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia, che ci ha
concessa nel suo amato Figlio.”
(Efesini 1:4-6)
“…Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, per santificarla
dopo averla purificata lavandola con l'acqua della parola, per farla
comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili
difetti, ma santa e irreprensibile.”
(Efesini 5:25-27)
E ancora scrisse ai credenti di Colosse:
“E voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e
delle vostre opere malvagie, ora Dio vi ha riconciliati nel corpo della
carne di lui, per mezzo della sua morte, per farvi comparire davanti a sé
santi, senza difetto e irreprensibili, se appunto perseverate nella fede,
fondati e saldi e senza lasciarvi smuovere dalla speranza del vangelo che
avete ascoltato, il quale è stato predicato a ogni creatura sotto il cielo e
di cui io, Paolo, sono diventato servitore.”
(Colossesi 1:21-23)
Proprio come hanno fatto i 144.000!
Applicazioni:
Il riscattato dal Signore, che sia “la primizia” o “la messe” successiva è
cosciente di:
·
Sei cosciente di essere stato acquistato dal Signore, ad alto prezzo?
“Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel
vostro corpo.”
(1 Corinzi 6:20)
“Voi siete stati riscattati a caro
prezzo; non diventate schiavi degli uomini.” (1 Corinzi 7:23)
“Infatti c'è un solo Dio e anche un
solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso
come prezzo di riscatto per tutti.” (1 Timoteo 2:5-6)
·
Vuoi seguire l’Agnello ovunque Egli vada?
·
Sai di essere suggellato con il Suo Spirito? (il sigillo è sulla fronte e
influenza tutti i nostri pensieri): “In
lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della
vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello
Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità
fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della
sua gloria.” (Efesini 1:13-14)
“Or colui che con voi ci fortifica in Cristo e che ci ha unti, è Dio; egli
ci ha pure segnati con il proprio sigillo e ha messo la caparra dello
Spirito nei nostri cuori.”
(2 Corinzi 1:21-22)
Allora anche tu hai un nuovo canto, che puoi cantare con il cuore al
Signore.
Dio ti preserverà dai giudizi perché sei Suo!
“La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la
pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria
gloria e virtù.
Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime
promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura
divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della
concupiscenza.
Voi, per questa stessa ragione, mettendoci da parte vostra ogni impegno,
aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla
conoscenza l'autocontrollo; all'autocontrollo la pazienza; alla pazienza la
pietà; alla pietà l'affetto fraterno; e all'affetto fraterno l'amore.
Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né
pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo.
Ma colui che non ha queste cose, è cieco oppure miope, avendo dimenticato di
essere stato purificato dei suoi vecchi peccati.
Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a render sicura la vostra
vocazione ed elezione; perché, così facendo, non inciamperete mai.
In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno
eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.”
(2 Pietro 2:3-11)
“Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché
siamo membra gli uni degli altri.
Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira e non fate
posto al diavolo.
Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente
con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a colui che è nel
bisogno.
Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna
buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a
chi l'ascolta.
Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati
per il giorno della redenzione.”
(Efesini 4:25-30)
Portiamo il Suo Nome sulla fronte senza vergogna e con onore!