Apocalisse - La bestia che sale dal mare

APOCALISSE 13:1-10

  

“Poi vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e sulle teste nomi blasfemi. La bestia che io vidi era simile a un leopardo, i suoi piedi erano come quelli dell'orso e la bocca come quella del leone.

Il dragone le diede la sua potenza, il suo trono e una grande autorità.

E vidi una delle sue teste come ferita a morte; ma la sua piaga mortale fu guarita; e tutta la terra, meravigliata, andò dietro alla bestia; e adorarono il dragone perché aveva dato il potere alla bestia; e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia? e chi può combattere contro di lei?»

E le fu data una bocca che proferiva parole arroganti e bestemmie.

E le fu dato potere di agire per quarantadue mesi.

Essa aprì la bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome, il suo tabernacolo e quelli che abitano nel cielo.

Le fu pure dato di far guerra ai santi e di vincerli, di avere autorità sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione.

L'adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti fin dalla creazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello che è stato immolato.

Se uno ha orecchi, ascolti.

Se uno deve andare in prigionia, andrà in prigionia; se uno dev'essere ucciso con la spada, bisogna che sia ucciso con la spada.

Qui sta la costanza e la fede dei santi.”

 

A partire dal suono della settima tromba, sembrerebbe che si apre una finestra sulla storia dell’umanità, la visione della donna e del dragone descrive la vana difesa del dragone rispetto alla progenie della donna che gli schiaccerà il capo ( evento memorabile della Croce di Cristo, simbolo della ferita del calcagno, nostro segno di vittoria sul serpente antico ), adesso sembra esservi la descrizione di come il dragone abbia in qualche modo delegato la sua potenza ad altri esseri per perseguitare gli eletti, coloro che abitano la terra, teatro di questa sfida.

 

“E vidi salir dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, e sulle corna dieci diademi, e sulle teste nomi di bestemmia.”

In armonia con quanto si legge in Apocalisse 17 della meretrice 'sedente sopra molte acque' che 'son popoli e moltitudini e nazioni e lingue' Apocalisse 17:15, il mare dal quale Giovanni vede salire la bestia ha da intendersi anche qui come simbolo delle moltitudini umane spinte come le onde ed in balia di esse.

Ben diversa è la posizione di colui che ha Cristo come Suo fondamento, la Roccia dei secoli!

Il termine “salire”, indica che la bestia viene investita  del “potere” che sale dal basso, a differenza dell’autorità che viene trasferita dall’alto verso il basso (Gesù fu glorificato dall’alto, lo Spirito Santo scende…)

Bastano poche intelligenze, poche volontà risolute, spesso anche una sola, per trascinare le masse umane, imporsi a loro e farsi acclamare ed ubbidire.

E’ interessante mettere in parallelo la visione di Daniele con quella di Giovanni:

“Daniele prosperò durante il regno di Dario e durante il regno di Ciro, il Persiano.” (Daniele 6:28)

Quindi Daniele, nella sua visione del capitolo 7 non sta prosperando in quanto sta regnando Balsassar, un re superbo che verrà giudicato in una notte e perderà il regno a favore di Ciro il persiano (cfr Daniele 5).

Nel suo momento di prova e persecuzione, Dio rivela a Daniele, come a Giovanni, quanto avverrà negli ultimi giorni.

1.      Daniele vede durante la “visione notturna” (circondato da tenebre), scatenarsi i quattro venti del cielo sul mare.

2.      Giovanni, prima di vedere i 144.000 ebrei segnati in fronte, vede un angelo che trattiene i venti di giudizio che saranno evidentemente lasciati soffiare all’apertura del settimo sigillo, ovvero quando avrà inizio il giudizio e si compirà il mistero di Dio (cfr Apocalisse 10:7).

 

1.      Daniele vede salire dal mare quattro bestie: “Io guardavo, nella mia visione notturna, ed ecco scatenarsi sul mar Grande i quattro venti del cielo. Quattro grandi bestie salirono dal mare, una diversa dall'altra.”(Daniele 7:2)

2.      Giovanni vede salire dal mare una bestia: “Poi vidi salire dal mare una bestia…” (Apocalisse 13:1)

      

Quando poi Giovanni vedrà la prostituta, la vedrà seduta su molte acque e la spiegazione è data dallo stesso angelo: “Le acque che hai viste e sulle quali siede la prostituta, sono popoli, moltitudini, nazioni e lingue.”(Apocalisse 17:15)

Questa spiegazione di fa presupporre con buona possibilità che il mare rappresenta la moltitudine dei popoli, estranei ad Israele, ed in particolare dei regni che arrivano dalle popolazioni ad ovest della terra di Canaan (il Mar Grande, o mare Mediterraneo, è ad ovest).

Le bestie che vede Daniele sono quattro distinte, Giovanni invece le vede unite in una sola bestia.

Una spiegazione la possiamo trovare proprio nelle visioni del profeta Daniele.

Quando egli rivela il sogno della statua a Nabucodonosor, parla di quattro materiali, quattro regni ma di fatto un’unica statua, similmente ( tanto per cambiare ) come i quattro evangeli parlano della stessa persona: Gesù Cristo, questi quattro regni o quattro rivelazioni parlano della stessa bestia.

 

Daniele vede salire dal mare quattro bestie, una diversa dall’altra:

a.       Una simile ad un leone con delle ali d’aquila che verranno strappate

b.       Una simile ad un orso famelico eretto su un fianco

c.       Una simile ad un leopardo con quattro ali di uccello e quattro teste (dominio)

d.       Una particolarmente spaventosa, forte, dotata di grossi denti di ferro e con dieci corna con un corno che spunta in luogo di tre corni divelti (in tutto ha otto corna). L’ultimo corno è dotato di occhi simili a quelli di un uomo ( intelligenza ) e dotato di una bocca ( è dotato di eloquenza ) e pronuncia parole arroganti.

Secondo l’interpretazione dello stesso Daniele, queste quattro grandi bestie sono quattro re che sorgeranno dalla terra; poi i santi dell'Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per sempre, eternamente". Allora volli conoscere la verità intorno alla quarta bestia che era diversa da tutte le altre, straordinariamente terribile, che aveva denti di ferro e unghie di bronzo, che divorava, sbranava e calpestava il resto con le zampe. Chiesi pure spiegazioni delle dieci corna che aveva sul capo, del corno che spuntava e davanti al quale ne erano caduti tre; quel corno aveva occhi e una bocca che proferiva parole arroganti, e appariva maggiore delle altre corna. Io vidi quel corno fare guerra ai santi e avere il sopravvento, finché non giunse il vegliardo. Allora il potere di giudicare fu dato ai santi dell'Altissimo, e venne il tempo che i santi ebbero il regno. Ed egli mi disse: "La quarta bestia è un quarto regno sulla terra, diverso da tutti i regni, che divorerà tutta la terra, la calpesterà e la frantumerà. Le dieci corna sono dieci re che sorgeranno da questo regno; e dopo quelli, sorgerà un altro re, che sarà diverso dai precedenti e abbatterà tre re. Egli parlerà contro l'Altissimo, affliggerà i santi dell'Altissimo, e si proporrà di mutare i giorni festivi e la legge; i santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà d'un tempo. Poi si terrà il giudizio e gli sarà tolto il dominio; verrà distrutto e annientato per sempre. Allora il regno, il potere e la grandezza dei regni che sono sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo; il suo regno è un regno eterno, e tutte le potenze lo serviranno e gli ubbidiranno". (Daniele 7:17-27)

 

 La prima bestia che vede salire Daniele è simile ad un leone.

Daniele rivela che la testa della statua di Nabucodonosor è d’oro e rappresenta il suo regno, il regno di Babilonia: “Tu, o re, sei il re dei re, a cui il Dio del cielo ha dato il regno, la potenza, la forza e la gloria; e ha messo nelle tue mani tutti i luoghi in cui abitano gli uomini, le bestie della campagna e gli uccelli del cielo, e ti ha fatto dominare sopra tutti loro: la testa d'oro sei tu.” (Daniele 2:37-38)

Il principato di questo mondo che è già in atto, come dice Paolo: “Infatti il mistero dell'empietà è già in atto, soltanto c'è chi ora lo trattiene, finché sia tolto di mezzo.

E allora sarà manifestato l'empio, che il Signore Gesù distruggerà con il soffio della sua bocca, e annienterà con l'apparizione della sua venuta.” (2 Tessalonicesi 2:7-8)

Anche ai tempi di Nabucodonosor lo Spirito dell’anticristo era all’opera, difatti egli si inorgoglì talmente che Dio lo trasformò in bestia.

Geremia parlando dell’invasione imminente di Nabucodonosor profetizza: “Un leone balza fuori dal folto bosco, un distruttore di nazioni si è messo in marcia, ha lasciato il suo luogo, per ridurre il tuo paese in desolazione, al punto che le tue città saranno rovinate e prive d'abitanti.” (Geremia 4:7)

Ecco, l'invasore sale come fanno le nuvole; i suoi carri sono come un turbine; i suoi cavalli sono più rapidi delle aquile. Guai a noi! poiché siamo devastati!” (Geremia 4:13)

Anche Ezechiele, parlando della imminente invasione di Nabucodonosor profetizza: “Così parla il Signore, DIO: "Una grande aquila, dalle ampie ali, dalle lunghe penne, coperta di piume di svariati colori, venne al Libano e tolse la cima a un cedro.” (Ezechiele 17:3)

Daniele specifica che a questa bestia furono strappate le ali d’aquila, fu sollevata da terra e fu fatta stare in piedi come un uomo e le fu dato un cuore d’uomo.

Il fatto che gli furono strappate le ali d’aquila, potrebbe alludere ad una minore capacità di movimenti rapidi ( decadimento progressivo della capacità imperiale del regno di Nabucodonosor giunto ormai all’apice ) e il fatto che il leone in qualche modo prende sembianze umane, potrebbe alludere all’esperienza del re Nabucodonosor fu “trasformato” dall’esperienza della sua umiliazione e ravvedimento:

“Abbattete l'albero e tagliate i suoi rami; scotete il fogliame e disperdete il suo frutto; fuggano gli animali dalla sua ombra e gli uccelli dai suoi rami! Però, lasciate in terra il ceppo e le sue radici, ma legati con catene di ferro e di bronzo, tra l'erba dei campi; sia bagnato dalla rugiada del cielo e, come gli animali, abbia in sorte l'erba della terra. Gli sia cambiato il cuore; invece di un cuore umano, gli sia dato un cuore di bestia; e passino su di lui sette tempi.” (Daniele 4:14-16)

La seconda bestia che vede salire Daniele è simile ad un orso.

Daniele rivela che la seconda parte della statua di Nabucodonosor è d’argento e rappresenta il regno medo-persiano, successivo all’impero babilonese:

“…il suo petto e le sue braccia erano d'argento … Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo…” (Daniele 2:32 e 39)

L’orso rappresenta un animale sciamanico, magico, che sa di mistico.

Inoltre questo orso è particolarmente famelico, ha tre costole in bocca.

Secondo la profezia di Daniele, questo è un regno che viene dopo il regno babilonese e la storia ci insegna che subito dopo l’impero babilonese, nacque e divenne forte l’impero medo-persiano e rappresenta la parte di argento della statua di Nabucodonosor.

Questo impero durò dal 539 a.C. al 331 a.C. e sconfisse tre nazioni importanti, Babilonia (quindi Israele e lei assoggettato), l’Egitto e tutta la Lidia, queste possono essere le tre costole che ha in bocca.

Dalla lettura della visione del montone e del capro di Daniele 8, si evince inoltre che l’impero medo-persiano è simboleggiato da un montone con due corna (di cui uno più alto dell’altro) e questo rappresenta proprio i regni di Media e di Persia, e il corno più grande è quello di Persia in quanto ebbe poi il sopravvento sull’altro regno.

La terza bestia che vede salire Daniele è simile ad un leopardo.

Daniele rivela che la terza parte della statua di Nabucodonosor è di bronzo e rappresenta l’impero greco, successivo all’impero medo-persiano:

“… il suo ventre e le sue cosce di bronzo…

…poi un terzo regno, di bronzo, che dominerà sulla terra…” (Daniele 2:32 e 39)

La bestia che vede Daniele è simile ad un leopardo con quattro teste e quattro paia di ali e ebbe il dominio. L’impero greco, che successe a quello medo-persiano, durò dal 331 a.C. al 168 a.C.

Il leopardo è un animale conosciuto per la sua agilità e velocità, Alessandro Magno a soli 21 anni e in 11 anni estese il suo dominio dal mare Egeo all’Indo, dal mar Nero al Nilo.

Dopo la morte di Alessandro Magno ma dopo di lui il regno fu diviso in quattro regni, proprio come Daniele descrive nella profezia:

Il capro irsuto è il re di Grecia; e il suo gran corno, fra i suoi occhi, è il primo re.

Le quattro corna, sorte al posto di quello spezzato, sono quattro regni che sorgeranno da questa nazione, ma non con la stessa sua potenza.” (Daniele 8:22-23)

Questi quattro regni sono:

-            Il regno di Siria ( Seleuco )

-            Il regno di Egitto ( Tolomeo )

-            Il regno di Macedonia ( Cassandro )

-            Il regno d’Asia minore ( Lisimaco )

Israele fu contesa tra i Tolomei e i Seleucidi e questi diventeranno il soggetto di ulteriori profezie (Daniele 11).

Il dominio che questo regno riceve è il segno dell’influenza culturale che l’impero greco ebbe su tutti gli altri regni, ne influenzò profondamente la cultura e fu un dominatore “culturale” indiscusso.

La quarta bestia che vede salire Daniele è spaventosamente forte.

Daniele rivela che la quarta parte della statua di Nabucodonosor è di ferro e rappresenta l’impero romano, successivo all’impero greco: “… le sue gambe, di ferro; i suoi piedi, in parte di ferro e in parte d'argilla …poi vi sarà un quarto regno, forte come il ferro; poiché, come il ferro spezza e abbatte ogni cosa, così, pari al ferro che tutto frantuma, esso spezzerà ogni cosa. Come i piedi e le dita, in parte d'argilla da vasaio e in parte di ferro, che tu hai visto, così sarà diviso quel regno; ma vi sarà in esso qualcosa della consistenza del ferro, poiché tu hai visto il ferro mescolato con la fragile argilla. Come le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte d'argilla, così quel regno sarà in parte forte e in parte fragile. Hai visto il ferro mescolato con la molle argilla, perché quelli si mescoleranno mediante matrimonio, ma non si uniranno l'uno all'altro, così come il ferro non si amalgama con l'argilla.” (Daniele 2:33 e 40-43)

L’impero romano che successe all’impero greco, o noto per la sua forza immensa, l’impero durò dal 168 a.C. al 479 d.C. poi ci fu la scissione tra i due imperi d’oriente e d’occidente…

Il regno di Roma è simboleggiato dal ferro, notiamo come i denti della bestia vista da Daniele sono di ferro.

Giovanni vede salire dal mare una sola bestia che ha in se tutte le caratteristiche delle quattro bestie che vede Daniele.

a.       E’ simile ad un leopardo

b.       Ha i piedi di un orso

c.       Ha una bocca da leone

d.       Ha il potere del dragone (la quarta bestia spaventosa)

Questa bestia ha sette teste e dieci corna e sulle corna dieci diademi con sopra scritte bestemmie.

Come per la quarta bestia di Daniele, anche la bestia che vede Giovanni, è dotata di intelligenza (può agire) e di eloquenza (ha una bocca con la quale bestemmia contro Dio e contro i santi), essa avrà un potere temporale e ben stabilito da Dio, 42 mesi, ovvero 1260 giorni o tre anni e mezzo.

Questa bestia sarà potente, vincerà i santi e li perseguiterà fino alla morte, sembrerà invincibile.

Questa bestia ha la caratteristica di avere dieci corna, proprio come quella dove è seduta la prostituta di Apocalisse 17.

Per quel loro carattere di violenza brutale e crudele, quelle grandi manifestazioni della potenza terrena erano rappresentate da bestie feroci e contrapposte al regno giusto, benefico, pacifico ed eterno del figliuol d'uomo che Daniele vide venir sulle nuvole del cielo.

Per similitudine simbolica, dunque se le bestie viste da Daniele erano quattro regni, anche questa bestia dovrebbe essere un regno, forte, terribile, che arriva dal mar grande (rispetto ad Israele) quindi dall’occidente, ma a differenza delle quattro bestie di Daniele, che erano distinte (quindi quattro regni distinti), questa bestia sembra essere una confederazione di regni.

La bestia che Giovanni vede salir dal mare riunisce in sè le caratteristiche delle quattro di Daniele: ha l'astuzia, l'agilità, la crudeltà del leopardo; ha la ponderatezza, la regolarità, la perseveranza dell'orso; ha la forza, la maestà, la rapacità del leone; ha la sete di conquista, di dominio assoluto, l'orgoglio empio della quarta.

La bestia porta non quattro teste soltanto ma sette e non è soltanto sull'ultima che sono nomi di bestemmia, ma su tutto; il che non toglie che l'arroganza bestemmiatrice contro Dio e la persecuzione del suo popolo da parte del potere mondano segnino un crescendo nel corso della storia:

·           Il Faraone egizio che viene per primo in relazione col popolo di Dio, l'opprime ed esclama:

Dopo questo, Mosè e Aaronne andarono dal faraone e gli dissero: «Così dice il SIGNORE, il Dio d'Israele: "Lascia andare il mio popolo, perché mi celebri una festa nel deserto"». Ma il faraone rispose: «Chi è il SIGNORE che io debba ubbidire alla sua voce e lasciare andare Israele? Io non conosco il SIGNORE e non lascerò affatto andare Israele». (Esodo 5:1-2)

·           Sennacherib l'Assiro 'insulta e oltraggia l'Eterno' Isaia 37. “Così dice il SIGNORE: Non temere le parole che hai udite, con le quali i servi del re d'Assiria mi hanno insultato. Ecco, io metterò in lui uno spirito tale che, all'udire una certa notizia, egli tornerà nel suo paese; e io lo farò morire di spada nel suo paese.” (Isaia 37:6-7)

·           Nebucadonosor, il monarca caldeo glorifica se stesso quasi fosse Dio e n'è punito con la pazzia che lo assimila alle bestie Daniele 4.

·           Alessandro si lascia proclamar figlio della divinità; gl'imperatori romani si fanno chiamare 'augusti', 'divini', 'figli di Dio', 'dei' e si fanno erigere templi e statue dinanzi a cui si brucia incenso.

In genere, i rappresentanti del potere mondano si son lasciati proclamare di razza divina assumendo titoli divini e l'ultima incarnazione del potere autocratico appare in Apocalisse 17:3 come «coperta di nomi di bestemmia».

Paolo dice dell'anticristo (ovvero di quel piccolo corno che crescerà in mezzo alle dieci corna abbattendone tre) che «si porrà a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e dicendo ch'egli è Dio»  (2 Tessalonicesi 2:4).

Il fatto che la bestia sale dal mare, ci riporta ad passo del profeta Isaia: “Ma gli empi sono come il mare agitato, quando non si può calmare e le sue acque cacciano fuori fango e pantano. «Non c'è pace per gli empi», dice il mio Dio.” (Isaia 57:20-21)

Nel quadro della storia dell’umanità che si è aperto all’inizio del capitolo 12, questo segno potrebbe essere il cavallo bianco di apocalisse 6:2, in quanto si presenta potente ma non minaccioso, anzi con poteri “salutari”.

Il fatto che Giovanni vede nella bestia che sale dal mare le quattro bestie di Daniele, potrebbe farci supporre che è come se le quattro bestie sono in realtà una sola bestia che ha agito in tempi differenti, proprio come i quattro cavalli dell’apocalisse.

Giovanni vede quattro cavalieri che avanzano portando con sé altrettanti segni:

a.       Un cavallo bianco con un cavaliere vestito da vincitore

b.       Un cavallo rosso con un cavaliere che porta la guerra

c.       Un cavallo nero con un cavaliere che porta la carestia

d.       Un cavallo giallastro con un cavaliere che porta la morte

E’ significativo constatare che dopo il quarto cavaliere, all’apertura del quinto sigillo i santi martiri gridano a Dio: “fino a quando aspetterai…?”, come ad implorare Dio di passare a quando i santi dell'Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per sempre, eternamente.” (Daniele 7:18)

Le visioni dell'Apocalisse del Nuovo Testamento sono la continuazione e lo svolgimento di quelle dell'Apocalisse dell'Antico Testamento.

 

2 E la bestia ch'io vidi era simile a un leopardo, e i suoi piedi erano come di orso e la sua bocca come bocca di leone; e il dragone le diede la propria potenza e il proprio trono e grande potestà.

La somiglianza col dragone dalle sette teste e dalle dieci corna Apocalisse 12:3 indica già che la bestia è lo strumento di Satana nella guerra contro Dio ed il suo popolo.

Come i Figli di Luce, contemplano Cristo si trasformano nella Sua stessa immagine:

“E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Signore, che è lo Spirito.” (2 Corinzi 3:18)

Così chi contempla la vanità prende le sembianze di essa:

Gl'idoli delle nazioni sono argento e oro, opera di mano d'uomo. Hanno bocca e non parlano; hanno occhi e non vedono; hanno orecchi e non odono e non hanno respiro alcuno nella loro bocca. Siano simili a loro quelli che li fanno, tutti quelli che in essi confidano.” (Salmo 135:15-18)

Ma qui la cosa è notata in modo esplicito.

Ritroviamo qui l'idea di Satana, principe di questo mondo in genere e particolarmente dei regni di questo mondo (cfr Giovanni 12:31; 1Giovanni 5:19; Luca 4:6).

La bestia essendo l'immagine fedele del dragone, deve rappresentare l'insieme delle potenze terrene anziché un impero particolare.

Il dragone non agisce apertamente, si nasconde dietro agli strumenti che ispira, che incita, che inganna con le sue calunnie, che aiuta con tutto il potere di cui dispone.

Il dragone da alla bestia tre cose:

-            La propria potenza

-            Il suo trono

-            Grande potestà

Un giorno il diavolo, tentò Gesù la terza volta in questo modo: “Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli: «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori».” (Matteo 4:8-9)

Ora Satana ha trovato qualcuno disposto a questo.

E’ inoltre interessante notare come le due bestie nel loro insieme sono simili al popolo di Israele nel suo insieme; entrambe hanno sette teste (come il loro padrone) e la prima bestia ha dieci corna (le dieci tribù di Israele del nord) e la seconda bestia ha due corna (il regno di Giuda).

 

3 E io vidi una delle sue teste come ferita a morte; e la sua piaga mortale fu sanata;

Ci troviamo qui di fronte ad una delle maggiori difficoltà che si presentino all'interprete dell'Apocalisse; perciò le soluzioni proposte sono diverse e molto numerose, anche perchè nell'interpretare Apocalisse 13 si deve tener conto di quanto è detto in Apocalisse 17 dove si torna a parlare della bestia dalle sette teste e dalle dieci corna e un angelo ne da una spiegazione in forma enigmatica che lascia sussistere per noi parecchie oscurità.

“L'angelo mi disse: «Perché ti meravigli? Io ti dirò il mistero della donna e della bestia con le sette teste e le dieci corna che la porta.

La bestia che hai vista era, e non è; essa deve salire dall'abisso e andare in perdizione.

Gli abitanti della terra, i cui nomi non sono stati scritti nel libro della vita fin dalla creazione del mondo, si meraviglieranno vedendo la bestia perché era, e non è, e verrà di nuovo.

Qui occorre una mente che abbia intelligenza.

Le sette teste sono sette monti sui quali la donna siede. Sono anche sette re: cinque sono caduti, uno è, l'altro non è ancora venuto; e quando sarà venuto, dovrà durare poco. E la bestia che era, e non è, è anch'essa un ottavo re, viene dai sette, e se ne va in perdizione.

Le dieci corna che hai viste sono dieci re, che non hanno ancora ricevuto regno; ma riceveranno potere regale, per un'ora, insieme alla bestia. Essi hanno uno stesso pensiero e daranno la loro potenza e la loro autorità alla bestia. Combatteranno contro l'Agnello e l'Agnello li vincerà, perché egli è il Signore dei signori e il Re dei re; e vinceranno anche quelli che sono con lui, i chiamati, gli eletti e i fedeli». Poi mi disse: «Le acque che hai viste e sulle quali siede la prostituta, sono popoli, moltitudini, nazioni e lingue.

Le dieci corna che hai viste e la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la consumeranno con il fuoco.” (Apocalisse 17:7-16)

La bestia potrebbe anche rappresentare gli imperi umani sotto le loro varie dominazioni:

·           Cinque dominazioni che al tempo di Giovanni erano “cadute”:

-            L’impero sumerico babilonese

-            L’impero Egizio

-            L’impero Assiro babilonese

-            L’impero Babilonese Medo-Persiano

-            L’impero Greco

 

·           Una dominazione “era” al tempo di Giovanni:

-            L’impero romano

 

·           Una dominazione non è ancora venuta, ma quando verrà ha da durare poco:

-            La dominazione dei tre anni e mezzo dell’apocalisse degli ultimi tempi

 

E’ interessante fare anche un parallelo tra le sette dominazioni sopra descritte e le sette chiese dei capitoli 2-3 del libro dell’apocalisse, visto che satana si ispira sempre a quanto predisposto da Dio:

La chiesa di Efeso

L’Impero sumerico-babilonese (la chiamata di Abramo)

La chiesa di Smirne

L’impero egizio (il dominio e la persecuzione egizia)

La chiesa di Pergamo

L’impero Assiro babilonese

La chiesa di Tiatiri

L’impero Babilonese Medo-Persiano

La chiesa di Sardi

L’impero Greco

La chiesa di Filadelfia

L’impero romano (la persecuzione sotto Roma)

La chiesa di Laodicea

L’impero degli ultimi tempi

L’ottava chiesa è …

L’ottavo impero è la rivelazione della bestia rapita nei cieli e va in perdizione (lo stagno ardente di fuoco e di zolfo)

      

Satana, il dragone con la testa fracassata non può esporsi direttamente manifestando la sua rovina, allora in qualche modo usa un’immagine dove fa vedere che una ferita a morte risanata può rappresentare il ristabilimento del suo potere, penso che questo sia uno di quei segni di cui parlava Gesù:

Se quei giorni non fossero stati abbreviati, nessuno scamperebbe; ma, a motivo degli eletti, quei giorni saranno abbreviati. Allora, se qualcuno vi dice: “Il Cristo è qui”, oppure: “È là”, non lo credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti.

Ecco, ve l’ho predetto. Se dunque vi dicono: “Eccolo, è nel deserto”, non v’andate; “Eccolo, è nelle stanze interne”, non lo credete; infatti, come il lampo esce da levante e si vede fino a ponente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo.

Dovunque sarà il cadavere, lì si raduneranno le aquile. (Matteo 24:22-28)

 

 

E tutta la terra meravigliata andò dietro alla bestia e adorarono il dragone perché aveva dato il potere alla bestia

(lett. E tutta la terra si meravigliò dietro...) ch'era riuscita con le arti e con l'aiuto di Satana a ricostituire la monarchia universale antidivina.

Soltanto l'apostasia generale della cristianità spiega questo fenomeno.

Nella coerenza satanica, questo è quanto promesso: «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori». (Matteo 4:9)

Adorano il dragone piegando mente e cuore ai principi diabolici in virtù dei quali l'anticristo stabilirà il suo potere assoluto sulle anime e sui corpi.

 

…e adorarono la bestia dicendo: Chi è simile alla bestia? e chi può guerreggiare con lei?

Nella loro empia ammirazione del potere anticristiano gli uomini si prostreranno dinanzi ad esso e l'incenseranno con le parole stesse usate dagli antichi profeti nel celebrare le lodi dell'Eterno:

«Chi è pari a te fra gli dei, o Eterno... che operi meraviglie?» (Esodo 15:11; cfr. Isaia 40:25).

Il rischio serio e stringente che corre chi insegue i segni e i prodigi, qui trova ampia evidenza, oggi nella cristianità si è propagato più che mai, il rincorrere le manifestazioni soprannaturali per sentirsi approvati o in qualche modo sotto l’ala divina.

E’ vero che i segni e i prodigi hanno accompagnato l’epoca apostolica per confermare la propria testimonianza, ma all’epoca la Parola di Dio non era ancora completata, oggi abbiamo la completa rivelazione di Dio e siamo chiamati a credere ad Essa.

 

Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno (Ebrei 13:8), ma non fa le stesse cose ieri, oggi in eterno, anzi: “Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi.

Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi. Così è diventato di tanto superiore agli angeli, di quanto il nome che ha ereditato è più eccellente del loro.” (Ebrei 1:1-4)

Proprio sui miracoli che avvengono per forze demoniache è utile fare una considerazione tratta dalla Legge di Mosè:

“Quando sorgerà in mezzo a te un profeta o un sognatore che ti annuncia un segno o un prodigio, e il segno o il prodigio di cui ti avrà parlato si compie, ed egli ti dice: «Andiamo dietro a dèi stranieri, che tu non hai mai conosciuto, e serviamoli», tu non darai retta alle parole di quel profeta o di quel sognatore, perché il SIGNORE, il vostro Dio, vi mette alla prova per sapere se amate il SIGNORE, il vostro Dio, con tutto il vostro cuore e con tutta l’anima vostra.

Seguirete il SIGNORE, il vostro Dio, lo temerete, osserverete i suoi comandamenti, ubbidirete alla sua voce, lo servirete e vi terrete stretti a lui.

Quel profeta o quel sognatore sarà messo a morte, perché avrà predicato l’apostasia dal SIGNORE Dio vostro che vi ha fatti uscire dal paese d’Egitto e vi ha liberati dalla casa di schiavitù, per spingerti fuori dalla via per la quale il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha ordinato di camminare. Così toglierai il male di mezzo a te.” (Deuteronomio 13:1-5)

L’espressione di lode proferita dai seguaci della bestia si contrappone all’arcangelo Michele, il combattente (Chi è come Dio?) ed a quanto riportano le lodi dei profeti di Dio:

“Chi è pari a te fra gli dèi, o SIGNORE? Chi è pari a te, splendido nella tua santità, tremendo anche a  chi ti loda, operatore di prodigi? (Esodo 15:11)

“Tu sei davvero grande, Signore, DIO! Nessuno è pari a te e non c'è altro Dio fuori di te, secondo tutto quello che abbiamo udito con i nostri orecchi. (2 Samuele 7:22)

“SIGNORE, nessuno è pari a te, e non c'è altro Dio all'infuori di te, secondo tutto quello che abbiamo udito con i nostri orecchi.” (1 Cronache 17:20)

“Non c'è nessuno pari a te fra gli dèi, o Signore, e non ci sono opere pari alle tue.” (Salmo 86:8)

“Non c'è nessuno pari a te, SIGNORE; tu sei grande, e grande in potenza è il tuo nome. Chi non ti temerebbe, re delle nazioni? Poiché questo ti è dovuto; poiché fra tutti i saggi delle nazioni e in tutti i loro regni non c'è nessuno pari a te.” (Geremia 10:6-7)

Noi invece siamo esortati a:

“…mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.” (2 Corinzi 4:18)

 

5 E le fu data, una bocca che proferiva parole arroganti e bestemmie.

Dell'anticristo si legge in Daniele: 'quel corno aveva degli occhi come quelli d'un uomo (simbolo d'intelligenza e autorità) e una bocca che proferiva parole arroganti' (Daniele 7:8) 'Proferirà parole contro l'altissimo; opprimerà i santi dell'altissimo... i santi saranno dati in suo potere durante un tempo, dei tempie la metà d'un tempo' (Daniele 7:25)

Le fu data una bocca, perché tutto dipende dal voler di Dio che permette alla libertà umana, entro determinati limiti, di ribellarsi al suo Creatore e anche di bestemmiarlo.

La bestemmia di chi ha conosciuto la verità, di chi non ignora l'amor di Dio in Cristo è assai più colpevole di quella del pagano.

 

e le fu data potestà di agire per quarantadue mesi.

Dice letter. 'potestà di fare' che può significare di agire o di durare.

I 42 mesi sono il periodo apocalittico menzionato sotto diverse forme e di cui abbiam già parlato. Cfr. Apocalisse 11:3; 12:6,14.

Tutta la serie dei “le fu dato”, ci parla di un potere temporale stabilito, non da un potere con “capacità gestionale”, i tempi sono stabiliti da Dio!

 

6 Ed essa apri la bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome e il suo tabernacolo e quelli che abitano nel cielo.

Aprì la bocca per... accenna a una serie di bestemmie contro l'essere stesso di Dio e le sue perfezioni (il suo nome), contro tutto ciò ch'è connesso con Dio: la sua abitazione e gli esseri che lo servono nel cielo, cioè gli angeli, e insieme con gli angeli gli spiriti dei giusti accolti presso a Dio.

L'anticristo coprirà di vituperio la memoria di quelli che son morti nel Signore e si farà beffe della speranza cristiana.

In Apocalisse 21:3 si legge: 'Udii una gran voce dal trono che diceva (della nuova Gerusalemme) Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini; ed Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà loro Dio...'.

Le bestemmie qui accennate vanno oltre quelle implicite nell'assunzione, per parte degl'imperatori pagani, di titoli divini.

 

7 E le fu dato di far guerra ai santi e di vincerli.

La bestia può molestare, imprigionare, esiliare, uccidere, tormentare i santi, cioè i cristiani fedeli; e lo può fare con tanto maggior efficacia che essi non possono trovare scampo fuggendo da un paese all'altro perché l'impero della bestia è universale assai più di quanto lo sia mai stato quello di Roma.

 

…e le fu data potestà sopra ogni tribù e popolo e lingua e nazione.

Più aumenta la facilità delle comunicazioni d'ogni sorta fra i popoli della terra e più diventa concepibile un impero universale sia pur sotto forma federativa. La bestia diventerà un governatore mondiale, il suo potere si estenderà sopra ogni tribù e popolo e lingua e nazione.

 

8 E tutti gli abitanti della terra i cui nomi (lett.: ognuno il cui nome.) non sono scritti, fin dalla fondazione del mondo, nel libro della vita dell'Agnello ch'è stato immolato, l'adoreranno.

I manoscritti più autorevoli e più numerosi portano il pronome maschile: 'lo adoreranno' (auton) che si spiega o col riferirlo al dragone che però non è nominato in questi versetti, o meglio col fatto che la potenza della bestia sarà concentrata in un individuo, l'anticristo personale che dovrà venire.

 

9  Se uno ha orecchio ascolti:

Il v. 9 invita il lettore a fare attenzione alle rivelazioni che precedono circa le tribolazioni che sono riservate ai fedeli.

 

10 Se uno è destinato alla cattività, se ne andrà (lett. se ne va) in cattività; ne uno è destinato ad essere ucciso con la spada, dovrà essere ucciso con la spada.

Lo scopo di questo passo è d'inculcare con forza nei cristiani il dovere di restar fedeli al Signore, costi quel che costi.

I giorni della persecuzione verranno; ognuno deve occupare, da soldato leale, il posto assegnatogli, ed accettare la sorte che gli è riservata: la prigionia se così richiede il servizio di Cristo; la morte violenta se così esige la testimonianza da rendere alla verità.

In questo atteggiamento di paziente ed eroica sottomissione, si manifesterà la costanza dei cristiani fondata sulla loro fede nelle promesse di Dio:

Il sogno di molte persone oggi, di una chiesa universale, si realizzerà in questi tempi, ma avrà un carattere satanico e blasfemo e non consisterà nell’adorare il vero Dio.

 

Qui sta la costanza e la fede dei santi.

I santi non sono sotto il potere di nessuno fuorché sotto quello di Cristo:

“Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra.»” (Matteo 28:18) A loro viene chiesto di avere costanza e fede.

 

·           Costanza

Un espresso esempio di costanza nella Parola di Dio è il re Iotam:

“Iotam aveva venticinque anni quando cominciò a regnare, e regnò sedici anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Ierusa, figlia di Sadoc. Egli fece ciò che è giusto agli occhi del SIGNORE, interamente come aveva fatto Uzzia suo padre; soltanto non entrò nel tempio del SIGNORE, ma il popolo continuava a corrompersi. Egli costruì la porta superiore della casa del SIGNORE, e fece molti lavori sulle mura di Ofel. Costruì anche delle città nella regione montuosa di Giuda, e dei castelli e delle torri nelle foreste.
Egli mosse guerra al re dei figli di Ammon, e vinse gli Ammoniti. I figli di Ammon gli diedero quell'anno cento talenti d'argento, diecimila cori di grano e diecimila d'orzo; e altrettanto gli pagarono il secondo e il terzo anno.

Così Iotam divenne potente, perché camminò con costanza davanti al SIGNORE, suo Dio.
Il rimanente delle azioni di Iotam, tutte le sue guerre e le sue imprese si trovano scritte nel libro dei re d'Israele e di Giuda. Aveva venticinque anni quando cominciò a regnare, e regnò sedici anni a Gerusalemme. Iotam si addormentò con i suoi padri, e fu sepolto nella città di Davide. E Acaz, suo figlio, regnò al suo posto.”
(2 Cronache 27:1-9)

Con la vostra costanza salverete le vostre vite.” (Luca 21:19)

 

La pietà, con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno.

Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla; ma avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti.

Invece quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione.

Infatti l'amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori.

Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose, e ricerca la giustizia, la pietà, la fede, l'amore, la costanza e la mansuetudine.

Combatti il buon combattimento della fede, afferra la vita eterna alla quale sei stato chiamato e in vista della quale hai fatto quella bella confessione di fede in presenza di molti testimoni.

Al cospetto di Dio che dà vita a tutte le cose, e di Cristo Gesù che rese testimonianza davanti a Ponzio Pilato con quella bella confessione di fede, ti ordino di osservare questo comandamento da uomo senza macchia, irreprensibile, fino all'apparizione del nostro Signore Gesù Cristo, la quale sarà a suo tempo manifestata dal beato e unico sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l'immortalità e che abita una luce inaccessibile; che nessun uomo ha visto né può vedere; a lui siano onore e potenza eterna. Amen.” (1 Timoteo 6:6-16)

…se abbiamo costanza, con lui anche regneremo.” (2 Timoteo 2:12)

Non abbandonate la vostra franchezza che ha una grande ricompensa!

Infatti avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso. Perché: «Ancora un brevissimo tempo e colui che deve venire verrà e non tarderà; ma il mio giusto per fede vivrà; e se si tira indietro, l'anima mia non lo gradisce».

Ora, noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che hanno fede per ottenere la vita.” (Ebrei 10:35-39)

Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza.

E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti.” (Giacomo 1:2-4)

La costanza dell’angelo della chiesa di Efeso è stata lodata:

All'angelo della chiesa di Efeso scrivi: Queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro: "Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi.

So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amor del mio nome e non ti sei stancato.” (Apocalisse 2:2-3)

La costanza dell’angelo della chiesa di Filadelfia è stata oggetto di ricompensa:

Siccome hai osservato la mia esortazione alla costanza, anch'io ti preserverò dall'ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra.” (Apocalisse 3:10)

 

Fede

Gli esempi di fede, nella Bibbia sono veramente molti, abbiamo il capitolo 11 della lettera agli ebrei che ne elenca alcuni particolarmente esemplari:

Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono.
Infatti, per essa fu resa buona testimonianza agli antichi.

Per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio; così le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti.

Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino; per mezzo di essa gli fu resa testimonianza che egli era giusto, quando Dio attestò di gradire le sue offerte; e per mezzo di essa, benché morto, egli parla ancora.

Per fede Enoc fu rapito perché non vedesse la morte; e non fu più trovato, perché Dio lo aveva portato via; infatti prima che fosse portato via ebbe la testimonianza di essere stato gradito a Dio.

Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano.

Per fede Noè, divinamente avvertito di cose che non si vedevano ancora, con pio timore, preparò un'arca per la salvezza della sua famiglia; con la sua fede condannò il mondo e fu fatto erede della giustizia che si ha per mezzo della fede.

Per fede Abraamo, quando fu chiamato, ubbidì, per andarsene in un luogo che egli doveva ricevere in eredità; e partì senza sapere dove andava.

Per fede soggiornò nella terra promessa come in terra straniera, abitando in tende, come Isacco e Giacobbe, eredi con lui della stessa promessa, perché aspettava la città che ha le vere fondamenta e il cui architetto e costruttore è Dio.

Per fede anche Sara, benché fuori di età, ricevette forza di concepire, perché ritenne fedele colui che aveva fatto la promessa.

Perciò, da una sola persona, e già svigorita, è nata una discendenza numerosa come le stelle del cielo, come la sabbia lungo la riva del mare che non si può contare.
Tutti costoro sono morti nella fede, senza ricevere le cose promesse, ma le hanno vedute e salutate da lontano, confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra. Infatti, chi dice così dimostra di cercare una patria; e se avessero avuto a cuore quella da cui erano usciti, certo avrebbero avuto tempo di ritornarvi! Ma ora ne desiderano una migliore, cioè quella celeste; perciò Dio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio, poiché ha preparato loro una città.

Per fede Abraamo, quando fu messo alla prova, offrì Isacco; egli, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito. Eppure Dio gli aveva detto: «È in Isacco che ti sarà data una discendenza».

Abraamo era persuaso che Dio è potente da risuscitare anche i morti; e riebbe Isacco come per una specie di risurrezione.

Per fede Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù anche riguardo a cose future.

Per fede Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di Giuseppe e adorò appoggiandosi in cima al suo bastone.

Per fede Giuseppe, quando stava per morire, fece menzione dell'esodo dei figli d'Israele e diede disposizioni circa le sue ossa.

Per fede Mosè, quando nacque, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il bambino era bello, e non ebbero paura dell'editto del re.

Per fede Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio, che godere per breve tempo i piaceri del peccato; stimando gli oltraggi di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d'Egitto, perché aveva lo sguardo rivolto alla ricompensa.

Per fede abbandonò l'Egitto, senza temere la collera del re, perché rimase costante, come se vedesse colui che è invisibile.

Per fede celebrò la Pasqua e fece l'aspersione del sangue affinché lo sterminatore dei primogeniti non toccasse quelli degli Israeliti.

Per fede attraversarono il mar Rosso su terra asciutta, mentre gli Egiziani che tentarono di fare la stessa cosa furono inghiottiti.

Per fede caddero le mura di Gerico dopo che gli Israeliti vi ebbero girato attorno per sette giorni.
Per fede Raab, la prostituta, non perì con gli increduli, avendo accolto con benevolenza le spie.
Che dirò di più? Poiché il tempo mi mancherebbe per raccontare di Gedeone, Barac, Sansone, Iefte, Davide, Samuele e dei profeti, i quali per fede conquistarono regni, praticarono la giustizia, ottennero l'adempimento di promesse, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, guarirono da infermità, divennero forti in guerra, misero in fuga eserciti stranieri. Ci furono donne che riebbero per risurrezione i loro morti; altri furono torturati perché non accettarono la loro liberazione, per ottenere una risurrezione migliore; altri furono messi alla prova con scherni, frustate, anche catene e prigionia.

Furono lapidati, segati, uccisi di spada; andarono attorno coperti di pelli di pecora e di capra; bisognosi, afflitti, maltrattati (di loro il mondo non era degno), erranti per deserti, monti, spelonche e per le grotte della terra.

Tutti costoro, pur avendo avuto buona testimonianza per la loro fede, non ottennero ciò che era stato promesso.

Perché Dio aveva in vista per noi qualcosa di meglio, in modo che loro non giungessero alla perfezione senza di noi.” (Ebrei 11:1-40)

Al capo della sinagoga, sulla soglia della rassegnazione per la morte della figlia, quasi convinto ormai dalla folla che ne annunciava il decesso, Gesù disse solo di continuare ad avere fede:

“Mentre egli parlava ancora, vennero dalla casa del capo della sinagoga, dicendo: «Tua figlia è morta; perché incomodare ancora il Maestro?»

Ma Gesù, udito quel che si diceva, disse al capo della sinagoga: «Non temere; soltanto continua ad aver fede!» (Marco 5:35-36)

Anche davanti ai nostri fallimenti spirituali, Gesù ci invita ad avere fede in Lui:

Simon Pietro gli domandò: «Signore, dove vai?»

Gesù rispose: «Dove vado io, non puoi seguirmi per ora; ma mi seguirai più tardi».

Pietro gli disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!»

Gesù gli rispose: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico che il gallo non canterà che già tu non mi abbia rinnegato tre volte. Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me! Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi; e del luogo dove io vado, sapete anche la via». (Giovanni 13:36 – 14:4)

Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo.

(Romani 10:17)

Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio; non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza.

Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato. (Romani 5:1-5)

Gianni Marinuzzi