La caduta della meretrice
APOCALISSE
17:1-18
Poi uno dei sette angeli che avevano le sette coppe venne a dirmi: «Vieni,
ti farò vedere il giudizio che spetta alla grande prostituta che siede su
molte acque. I re della terra hanno fornicato con lei e gli abitanti della
terra si sono ubriacati con il vino della sua prostituzione».
Egli mi trasportò in spirito nel deserto; e vidi una donna seduta sopra una
bestia di colore scarlatto, piena di nomi di bestemmia, e che aveva sette
teste e dieci corna.
La donna era vestita di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre
preziose e di perle.
In mano aveva un calice d'oro pieno di abominazioni e delle immondezze della
sua prostituzione.
Sulla fronte aveva scritto un nome, un mistero: BABILONIA LA GRANDE, LA
MADRE DELLE PROSTITUTE E DELLE ABOMINAZIONI DELLA TERRA.
E vidi che quella donna era ubriaca del sangue dei santi e del sangue dei
martiri di Gesù.
Quando la vidi, mi meravigliai di grande meraviglia.
L'angelo mi disse: «Perché ti meravigli?
Io ti dirò il mistero della donna e della bestia con le sette teste e le
dieci corna che la porta.
La bestia che hai vista era, e non è; essa deve salire dall'abisso e andare
in perdizione.
Gli abitanti della terra, i cui nomi non sono stati scritti nel libro della
vita fin dalla creazione del mondo, si meraviglieranno vedendo la bestia
perché era, e non è, e verrà di nuovo.
Qui occorre una mente che abbia intelligenza.
Le sette teste sono sette monti sui quali la donna siede.
Sono anche sette re: cinque sono caduti, uno è, l'altro non è ancora venuto;
e quando sarà venuto, dovrà durar poco.
E la bestia che era, e non è, è anch'essa un ottavo re, viene dai sette, e
se ne va in perdizione.
Le dieci corna che hai viste sono dieci re, che non hanno ancora ricevuto
regno; ma riceveranno potere regale, per un'ora, insieme alla bestia.
Essi hanno uno stesso pensiero e daranno la loro potenza e la loro autorità
alla bestia.
Combatteranno contro l'Agnello e l'Agnello li vincerà, perché egli è il
Signore dei signori e il Re dei re; e vinceranno anche quelli che sono con
lui, i chiamati, gli eletti e i fedeli».
Poi mi disse: «Le acque che hai viste e sulle quali siede la prostituta,
sono popoli, moltitudini, nazioni e lingue.
Le dieci corna che hai viste e la bestia odieranno la prostituta, la
spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la consumeranno
con il fuoco.
Infatti Dio ha messo nei loro cuori di eseguire il suo disegno che è di
dare, di comune accordo, il loro regno alla bestia fino a che le parole di
Dio siano adempiute.
La donna che hai vista è la grande città che domina sui re della terra».
***
Mentre
Apocalisse 14-16
ci facevano assistere soltanto ai preludi della Vittoria, i capitoli che
seguono fino ad
Apocalisse 20
ci descrivono la vittoria stessa di Cristo sui nemici del suo regno, giunti,
negli ultimi tempi, al loro completo sviluppo e quindi maturi per il
giudizio di Dio.
In qualche modo è come se entrasse nel dettaglio dei
giudizi annunciati nei capitoli precedenti.
E’ il momento del giudizio!
Come il giudizio (sotto forma di valutazione) è iniziato
dalla Chiesa (la sposa), così il giudizio (sotto forma di valutazione e
condanna) inizia dalla falsa chiesa (la prostituta).
E’ fuorviante dichiarare (come purtroppo spesso viene
fatto), che i cristiani non passeranno attraverso il giudizio, il giudizi di
Dio si manifestano attraverso:
-
Condanna
-
Sentenze
-
Valutazioni
-
Disciplina
Quando Paolo dichiara:
“Non c'è dunque più nessuna condanna
per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della vita
in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte”.
(Romani 8:1-2)
Si riferisce alla “condanna”, ma Paolo parla anche della
valutazione:
“Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho
posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra.
Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra; poiché nessuno può porre altro
fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù.
Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di
valore, legno, fieno, paglia, l'opera
di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà
visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e
il fuoco proverà quale sia l'opera di
ciascuno.
Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà
ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli
ne avrà il danno; ma egli stesso
sarà salvo; però come attraverso il fuoco”.
(1 Corinzi 3:10-15)
Anche nell’Apocalisse stessa troviamo:
“Le nazioni si erano adirate, ma la tua ira è giunta, ed è arrivato il
momento di giudicare i morti, di dare il loro premio ai tuoi servi, ai
profeti, ai santi, a quelli che temono il tuo nome, piccoli e grandi, e di
distruggere quelli che distruggono la terra”.
(Apocalisse 11:18)
Ora ci troviamo davanti al
giudizio di condanna che comincia
dalla gran meretrice,
chiamata simbolicamente Babilonia e di cui sono, in una prima visione
Apocalisse 17,
prospettati il carattere e l'influenza funesta, le relazioni intime con la
bestia, gli strumenti di cui Dio si varrà nel giudizio di essa e il modo in
cui questo sarà eseguito.
-
In una seconda sezione
Apocalisse 18
il giudizio su Babilonia è descritto in modo anche più grafico, sotto forma
di lamento che, sullo sua caduta, fanno i re della terra, i mercanti e i
naviganti tutti.
-
Nella terza sezione s'ode l'eco della esultanza
celeste per il giudizio inflitto alla grande corruttrice della terra
Apocalisse 19:1-10.
-
La quarta sezione
Apocalisse 19:11-21
ci fa assistere alla vittoria di Cristo sulla
Bestia e sul falso
Profeta.
-
Nella quinta
Apocalisse 20:1-10
Satana, il gran nemico, è
dapprima ridotto all'impotenza per un millennio e, dopo un'ultima sua gesta
contro Cristo, condannato in modo definitivo.
-
La sesta sezione ci da un breve quadro del giudizio
finale
Apocalisse 20:11-15.
***
IL GIUDIZIO DELLA MERETRICE SEDUTA SULLA BESTIA
E uno dei
sette angeli che avevano le sette coppe venne, e mi parlò dicendo: Vieni, io
ti mostrerò il giudizio della gran meretrice che siede su molte acque e con
la quale hanno fornicato i re della terra; e gli abitanti della terra sono
stati inebriati del vino della sua fornicazione.
E’ la prima volta che nell'Apocalisse si fa menzione
esplicita della gran meretrice,
sebbene vi si accennasse di già in
Apocalisse 14:8
e in
Apocalisse 16:19
sotto il nome simbolico di 'Babilonia
la grande', corruttrice delle nazioni.
In
Apocalisse 17:16
è chiamata semplicemente 'la
meretrice'.
Su questo lato essenziale del suo carattere il testo
insiste: i re della terra hanno fornicato con lei (rapporti politici), i
mercanti della terra (rapporti economici) si sono arricchiti con la sua
sfrenata lussuria (fornicazione spirituale)
Apocalisse 18:3,
gli abitanti della terra sono stati inebriati (storditi, confusi, ubriacati)
del vino della sua fornicazione, essa tiene in mano un calice pieno di
abominazioni e delle immondizie della sua fornicazione, è la madre delle
meretrici. Cfr.
Apocalisse 18:7,9.
Questa seduttrice
è una donna (come la Chiesa) ed
è una città (come la Gerusalemme
celeste) poichè è chiamata Babilonia la grande, la gran città, la potente
città
Apocalisse
18:10,16,18-19,21; e l'angelo precisa anche
di più quando in
Apocalisse 17:18
dice: La donna che hai veduta è la
gran città che impera sui re della terra', e quando in
Apocalisse 17:9
dice: Le sette teste [della
bestia] sono sette monti sui quali la
donna siede...'
La Chiesa è visibile sulla terra da sette chiese (cfr
Apocalisse 2-3), similmente la falsa chiesa siede su sette monti (ricordano
gli “alti luoghi” dove si adoravano i falsi dei).
Per alcuni interpreti, la grande meretrice raffigura Roma
nella sua qualità di ospitale dell'impero romano pagano e dell'influenza
corruttrice esercitata dalla città sui costumi e sulla religione dei popoli
a lei soggetti.
Per altri si tratta di Roma divenuta centro della Chiesa
infedele, apostata, poggiante sullo Stato od anche dominatrice di esso,
persecutrice dei credenti, propagatrice di ogni sorta d'idolatrie e di
adulterazioni del Vangelo, mondana nelle sue aspirazioni, nella fastosa
pompa esterna di cui si compiace e di cui si serve per attrarre a sè le
moltitudini ignare della verità.
Si noti che
chi vede nella gran meretrice la Chiesa mondanizzata e divenuta del tutto
apostata negli ultimi tempi, include sotto il nome di Chiesa, la cristianità
intera nei suoi vari rami: greco-ortodosso; cattolico-romano, protestante od
altro.
Sia il credo
ufficiale più o meno conforme al Vangelo, dovunque, alla fede nel Cristo
Salvatore è subentrata l'incredulità, dovunque la mondanità ha preso il
posto della pietà, ivi è lo spirito della meretrice;
ma Roma ha il triste primato della infedeltà religiosa; perciò è detta
'madre delle meretrici' e le
rappresenta nel quadro profetico.
Inoltre un indizio possiamo anche vederlo nei saluti
che l’apostolo Pietro scrive alla fine della sua prima lettera ( secondo la
tradizione, Pietro, in quel momento si trovava a Roma ): “La
chiesa che è in Babilonia, eletta come voi, vi saluta. Anche Marco, mio
figlio, vi saluta”. (1 Pietro 5:13)
E’ significativo mettere a confronto ancora una volta il
Salmo 2 con questo passo:
“Perché
questo tumulto fra le nazioni, e perché meditano
i popoli cose vane?
I re della terra
si danno convegno e
i prìncipi congiurano insieme contro il SIGNORE e
contro
il suo Unto, dicendo: “Spezziamo i loro legami, e
liberiamoci dalle loro catene”.
Colui che
siede nei cieli ne riderà; il Signore si farà beffe di loro.
Egli parlerà
loro nella sua ira, e nel suo furore li renderà smarriti: «Sono io», dirà,
«che ho stabilito il mio re sopra Sion, il mio monte santo».
Io annuncerò
il decreto: Il SIGNORE mi ha detto: «Tu sei mio figlio, oggi io t'ho
generato.
Chiedimi, io
ti darò in eredità le nazioni e in possesso le estremità della terra.
Tu le
spezzerai con una verga di ferro; tu le frantumerai come un vaso d'argilla».
Ora, o re,
siate saggi; lasciatevi correggere, o giudici della terra.
Servite il
SIGNORE con timore, e gioite con tremore.
Rendete
omaggio al figlio, affinché il SIGNORE non si adiri e voi non periate nella
vostra via, perché improvvisa l'ira sua potrebbe divampare. Beati tutti
quelli che confidano in lui!”
Il nome stesso di gran
meretrice dato a Roma per definirne il
carattere essenziale.
Nell'Antico Testamento quando si parla di fornicazione o
di adulterio in senso metaforico, si tratta sempre dell'infedeltà religiosa
del popolo, d'Israele col quale Dio ha stretto un patto paragonato al
matrimonio, patto che la sposa infrange quando abbandona Dio per darsi
all'idolatria ed ai traviamenti morali o per cercare protezione presso ai
potentati pagani quasi che Dio fosse tramontato.
In due passi si parla di Tiro e di Ninive come di
meretrici:
TIRO:
rappresenta la Babilonia dei guadagni impuri che si procura con i suoi
commerci:
-
“In quel giorno, Tiro cadrà nell'oblio per settant'anni, per la durata della
vita di un re.
Dopo settant'anni, avverrà di Tiro ciò che dice la canzone della prostituta:
«Prendi la cetra, va' attorno per la città, o prostituta dimenticata; suona
bene, moltiplica i canti, perché qualcuno si ricordi di te».
Dopo settant'anni, il SIGNORE visiterà Tiro ed essa tornerà ai suoi
guadagni; si prostituirà con tutti i regni del mondo sulla faccia della
terra.
Ma i suoi guadagni e i suoi salari impuri saranno consacrati al SIGNORE; non
saranno accumulati né riposti; poiché i suoi guadagni andranno a quelli che
stanno in presenza del SIGNORE, perché mangino, si sazino e si vestano
d'abiti sontuosi”.
(Isaia 23:15-18)
NINIVE:
rappresenta la Babilonia della politica scaltra:
-
“Guai alla città sanguinaria, piena di menzogna e di violenza, che non cessa
di depredare!
Si ode rumore di fruste, frastuono di ruote, galoppo di cavalli, sobbalzare
di carri.
I cavalieri danno la carica, fiammeggiano le spade, sfolgorano le lance, i
feriti abbondano, si ammucchiano i cadaveri, sono infiniti i morti, si
inciampa nei cadaveri.
Questo a causa delle tante fornicazioni dell'avvenente prostituta,
dell'abile incantatrice, che vendeva le nazioni con le sue fornicazioni, e i
popoli con i suoi incantesimi.
«Eccomi a te», dice il SIGNORE degli eserciti; «io alzerò i lembi della tua
veste fin sulla tua faccia e mostrerò alle nazioni la tua nudità, ai regni
la tua vergogna; ti getterò addosso delle immondizie, ti umilierò, e ti
esporrò allo scherno.
Tutti quelli che ti vedranno fuggiranno lontano da te, e diranno: Ninive è
distrutta! Chi la compiangerà? Dove ti cercherò dei consolatori?»
Sei forse migliore di No-Amon, che stava seduta tra i fiumi, circondata
dalle acque, che aveva il mare per baluardo, il mare per mura?
L'Etiopia e l'Egitto erano la sua forza che non aveva limiti; Put e i Libici
erano i suoi alleati. Eppure, anch'essa è stata deportata, è andata in
esilio; anche i suoi bambini sono stati sfracellati a ogni angolo di strada;
i suoi nobili sono stati estratti a sorte e tutti i suoi grandi sono stati
messi in catene.
Tu pure sarai ubriacata e andrai a nasconderti; tu pure cercherai un rifugio
davanti al nemico.
Tutte le tue fortezze saranno come alberi di fico dai frutti primaticci,
che, quando sono scossi, cadono in bocca a chi li vuol mangiare.
Ecco il tuo popolo, in mezzo a te, sono solo donne; le porte del tuo paese
sono spalancate davanti ai tuoi nemici, il fuoco ha divorato le tue sbarre.
Attingi pure acqua per l'assedio! Rinforza le tue difese! Pesta la malta,
impasta l'argilla! Ripara la fornace!
Là il fuoco ti divorerà, la spada ti distruggerà; ti divorerà come la
cavalletta, fossi tu pur numerosa come le cavallette, fossi tu pur numerosa
come le locuste.
Tu hai moltiplicato i tuoi mercanti, più delle stelle del cielo; sono come
le cavallette che spogliano ogni cosa e volano via.
I tuoi prìncipi sono come le locuste, i tuoi ufficiali come sciami di
giovani locuste, che si accampano lungo le siepi nei giorni freddi, e quando
spunta il sole, volano via e non si riconosce più il posto dov'erano.
O re d'Assiria, i tuoi pastori si sono addormentati; i tuoi valorosi
ufficiali riposano; il tuo popolo è disperso su per i monti e non c'è
nessuno che lo riunisca.
Non c'è rimedio per la tua ferita; la tua piaga è grave; tutti quelli che
udranno parlare di te batteranno le mani per la tua sorte; su chi infatti
non è passata la tua malvagità senza fine?”
(Naum
3)
Nel Nuovo Testamento ritroviamo le stesse immagini: La
Chiesa dei credenti è la sposa di Cristo
Giovanni 3:29;
Efesini 5:22-33;
Apocalisse 19:7-8; ma
quando abbandona la verità e diventa mondana, essa è adultera.
o
Gesù chiamò i Giudei increduli del suo tempo una
'generazione malvagia e adultera'
Matteo 12:39;
Marco 8:38;
o
Giacomo chiama,
'gente adultera' i cristiani di nome che sono amici del mondo anziché di
Dio (Giacomo
4:4; Cfr.
2Corinzi 11:1-3);
o
nella lettera a Tiatiri si parla della fornicazione e dell'adulterio della
sedicente profetessa Izebeel;
o
in
Apocalisse 12
la Chiesa fedele è raffigurata da una donna vestita del sole.
Il linguaggio biblico, così dell'Antico come del Nuovo
Testamento porta dunque a veder nella gran meretrice raffigurata la Chiesa
che invece di perseverar nella fedeltà a Cristo suo sposo e redentore, lo
rinnega nella sua gran maggioranza, per darsi in braccio al mondo, ai suoi
traviamenti religiosi e morali.
È da
notare poi che l'angelo trasporta Giovanni in
un deserto per mostrargli la donna seduta sulla
bestia, nel deserto si era
rifugiata la donna perseguitata di
Apocalisse 12.
La grande meraviglia da cui è preso l'apostolo ai
spiega facilmente se si ammette che nella meretrice egli ha riconosciuto la
donna fedele di
Apocalisse 12,
nella chiesa apostata degli ultimi giorni, la chiesa dei primi secoli
divenuta mondana.
La meretrice è cosa
ben distinta
dalla bestia:
in
Apocalisse 17:3
essa appare seduta sulla bestia quasi a significare che la dirige e la
domina valendosene per i suoi fini; in
Apocalisse 17:16
essa è odiata e spogliata e arsa dalla bestia e dai re suoi complici.
Nel pronunciare la decadenza della Chiesa che, nei tempi
della fine, raggiungerà il più alto grado, l'Apocalisse non fa che
riprodurre e svolgere in altra forma le profezie contenute nell'insegnamento
di Cristo e dei suoi apostoli.
La
Chiesa raccoglie nella sua rete, insieme ai pesci buoni, molta roba senza
valore. 'La carità dei più si
raffredderà... 'Sorgeranno falsi cristi e falsi profeti'. 'Quando il
Figliuol dell'uomo verrà, troverà egli la fede sulla terra?'
Matteo 24:13;
Luca 18:8.
Gli
apostoli descrivono gli 'ultimi giorni' con colori tetri; Paolo e Giovanni parlano del
'mistero d'iniquità' all'opera,
dei molti anticristi che preparano l'apostasia generale e l'apparizione
dell''uomo di peccato', 'dell'anticristo'
finale.
Cfr.
1Timoteo 4:1;
2Timoteo 3:1; 4:3;
2Pietro 3:3;
1Giovanni 2:18;
2Tessalonicesi 2.
Sarebbe strano che nell'unico libro profetico del Nuovo
Testamento fosse taciuto un evento di tanta importanza nella storia del
Regno di Dio.
Queste considerazioni generali ci serviranno di guida
nella spiegazione di vari particolari relativi alla meretrice.
Essa siede su molte acque cioè
esercita un'autorità religiosa sopra
'popoli, moltitudini e nazioni e lingue'
secondo la parola dell'angelo a
Apocalisse 17:15,
con lei hanno fornicato i re della terra
in quanto la chiesa apostata ha avuto con i potenti
della terra delle relazioni illegittime.
La Chiesa di Cristo aveva per missione di predicar
l'Evangelo e di estendere il regno di Cristo sulle anime, non già di dominar
lo Stato o di appoggiarsi al braccio secolare o di farsi l'ancella dei
potenti.
Le autorità secolari avevano per missione di tutelare la
libertà e i diritti di tutti, ma non di invadere il campo della coscienza
ponendosi al servizio della Chiesa, per opprimere, e ottenendone in cambio
il consolidamento d'un potere spesso male acquistato e tirannico.
Agli occhi di Dio è una fornicazione.
Gli abitanti della terra sono
stati inebriati del vino della sua fornicazione.
La Chiesa doveva dare ai popoli il puro Vangelo di
Cristo; divenuta infedele, essa ha loro dato da bere in abbondanza
'il vino della sua fornicazione'
cioè un insegnamento misto di verità e di errori, un evangelo adulterato
2Corinzi 2:17,
adattato ai gusti del mondo, un cristianesimo in cui all'autorità della
Parola di Dio è associata e poi sostituita quella della tradizione, della
Chiesa, del Pontefice, del Reverendo o del tal pastore, ovvero quella della
ragione; un cristianesimo in cui alle grandi esperienze del pentimento e
della conversione si sostituiscono penitenze e riti, in cui alla salvezza
per grazia si sostituisce quella per merito d'opere, in cui al culto di Dio
in spirito si sostituisce il culto delle creature, delle immagini e delle
reliquie; in cui alla forza della pietà si sostituiscono le forme di essa,
I popoli hanno bevuto volentieri questo vino adulterato.
Il mondo
ascolta chi gli parla secondo le sue inclinazioni
(cfr
1Giovanni 4:5-6).
Sono
stati inebriati:
hanno perduto la visione chiara della verità; alla spiritualità cristiana è
subentrata una religione di forme che alletta i sensi; ma il senso morale ha
perduto la sua sensibilità, le sue alte aspirazioni in mezzo a queste masse
cristiane di nome.
I popoli del Salmo 2
meditano cose vane.
Come Mosè, ad
ammonimento costante del popolo, parlò delle future infedeltà d'Israele,
così Gesù parlò della mescolanza di cristiani spuri coi veri, e gli
apostoli, al par di lui, annunziarono giorni tristi per la Chiesa degli
ultimi tempi.
Nell'Apocalisse, l'apostasia di cui aveva scritto Paolo,
assume la forma plastica, simbolica, della meretrice seduta sulla bestia.
Gettando uno sguardo sulla storia passata della
cristianità, e sullo stato suo attuale, è impossibile non riconoscere che la
profezia si è venuta adempiendo di secolo in secolo, e che la Chiesa,
colonna e piedistallo della verità, chiamata a farla risplender nel mondo
con la parola e con la vita santa, non è riconoscibile nei milioni di
cristiani di nome che ignorano il vangelo, che non hanno nè fede nè vita
cristiana.
Certo la degenerazione è più manifesta in certi rami
della cristianità che in altri.
Ciò non toglie che i fedeli abbiano il dovere di
'raffermare il resto che sta per morire'
Apocalisse 3:2
e di risvegliare i dormienti; ciò non mette in forse il trionfo del regno di
Cristo; anzi, nel costatare l'adempimento graduale della parte fosca delle
profezie, cresce la fede nella Parola di Dio e la certezza che anche le
promesse luminose si adempiranno al tempo loro.
La descrizione della Chiesa degenere serve a farla
riconoscere segnalandone i caratteri; ma serve in pari tempo a mettere in
piena luce le colpe che traggono su di essa il giusto giudizio di Dio.
Il suo primo
ed essenziale, carattere è l'infedeltà:
Essa era la sposa di Cristo che l'ha amata e che per lei
si è dato onde santificarla, è divenuta una meretrice anzi la gran meretrice
che ha abbandonato il suo sposo per darsi ad amori impuri.
Era
chiamata ad onorare il Vangelo mostrandosi ossequente nel bene alle autorità
civili volute da Dio “chiamata fuori“; ha preferito “inserirsi
nel mondo” per esserne sostenuta e servita, ha fornicato coi re della
terra, ha fatto della politica e della diplomazia; della propaganda con la
violenza, si è seduta o si sederà sulla bestia coperta di nomi di bestemmia.
Il suo
ornamento doveva essere la luce della verità, lo splendore spirituale di una
vita santa, ricca di opere di giustizia e di amore; ha preferito lo
scarlatto, l'oro, le pietre preziose e le perle, le grandi cattedrali, il
culto fastoso per attrar le moltitudini.
Doveva predicare al mondo la Buona Novella della salvezza
offerta in Cristo ad ogni credente e attrar le anime col suo santo esempio;
invece, il ricco calice ch'essa fa bere alle nazioni è pieno di
abominazioni: di dottrine false, di comandamenti anticristiani, di
idolatrie, di superstizioni.
Doveva offrire al mondo lo spettacolo nuovo d'una
fratellanza animata da uno spirito d'amore e di mutua tolleranza; invece s'è
inebriata del sangue dei testimoni di Gesù.
Dinanzi a un tale spettacolo di degenerazione e di
corruzione di quello che v'era di migliore nel mondo, chi non dividerebbe il
profondo stupore dì Giovanni; chi non si sentirebbe umiliato?
L'Apocalisse è il libro dei solenni avvertimenti.
Esso grida a tutti i credenti: Non lasciate entrare nella
chiesa nè le false dottrine, nè lo spirito del secolo.
Lo spettacolo della chiesa decaduta ci invita a
coltivare in noi la fedeltà del primo amore verso Cristo, la spiritualità e
la semplicità del culto che rendiamo a Dio, l'amore fraterno verso tutti i
testimoni di Cristo. Ci
invita a fuggire la mondanità.
L'anima che crede di poter abbracciare il mondo è da lui
abbracciata e ridotta mondana.
L'antica Babilonia diceva in cuor suo:
'Io sarò signora in perpetuo' 'io non
rimarrò mai vedova'
Isaia 47:7-8
e non pensava al giudizio che la fece cadere repentinamente.
Così la cristianità infedele non si preoccupa nè
dell'avvento di Cristo, nè del giudizio cui va incontro e che deve
cominciare dalla casa di Dio.
Ma i fedeli che sanno la certezza del giudizio divino,
osservando i segni dei tempi, sono indotti a vegliare ed a pregare.
Essi non saranno spaventati dal numero degli avversari;
si terranno stretti a Cristo e di vincere con lui.
Sono stati chiamati, sono stati eletti e si
'studieranno di render sicura la loro
vocazione ed elezione'
mantenendosi
fedeli fino alla fine.
“La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la
pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria
gloria e virtù.
Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime
promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura
divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della
concupiscenza.
Voi, per questa stessa ragione, mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete
alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza
l'autocontrollo; all'autocontrollo la pazienza; alla pazienza la pietà; alla
pietà l'affetto fraterno; e all'affetto fraterno l'amore.
Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né
pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo.
Ma colui che non ha queste cose, è cieco oppure miope, avendo dimenticato di
essere stato purificato dei suoi vecchi peccati.
Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a render
sicura la vostra vocazione ed elezione; perché, così facendo, non
inciamperete mai. In
questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno
del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo”.
(2 Pietro 1:3-11)
***
3 Ed
egli mi trasportò in spirito, in un deserto; ed io vidi una donna che sedeva
sopra una bestia di colore scarlatto, piena di nomi di bestemmia, e avente
sette teste e dieci corna.
La donna nel deserto, e la bestia, non erano figure del
tutto nuove per Giovanni; ma in ambedue sono avvenuti dei mutamenti che lo
sorprendono.
La bestia vista in
Apocalisse 13
salir dalle acque porta sempre le sette teste e le dieci corna, ma è ora di
color scarlatto, di un colore cioè simile a quello del dragone
Apocalisse 12:3,
e simile dal sangue; è ora tutta coperta di
nomi di bestemmia mentre prima questi nomi
erano solo sulle sue teste; s'è verificato nello Stato anticristiano un
accrescimento di odio antireligioso e di empietà dichiarata.
La donna che prima era perseguitata, appare ora seduta
sopra la bestia, si appoggia alla forza del potere secolare e lo dirige
secondo i suoi fini.
Il fatto che Giovanni veda un’unica figura tra la meretrice e la bestia dà
un bel significato a quanto Paolo dice in merito alla fornicazione: “Ogni
cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile.
Ogni
cosa mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da nulla.
Le vivande sono per il ventre, e il ventre è per le vivande; ma Dio
distruggerà queste e quello.
Il corpo però non è per la fornicazione, ma è per il Signore, e il Signore è
per il corpo; Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche
noi mediante la sua potenza.
Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?
Prenderò dunque le membra di Cristo per farne membra di una prostituta? No
di certo!
Non sapete che chi si unisce alla prostituta è un
corpo solo con lei? «Poiché»,
Dio dice, «i
due diventeranno una sola carne».
Ma
chi si unisce al Signore è uno spirito solo con lui.
Fuggite la fornicazione. Ogni altro peccato che l'uomo commetta, è fuori del
corpo; ma il fornicatore pecca contro il proprio corpo.
Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello
Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non
appartenete a voi stessi.
Poiché
siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro
corpo”.
(1 Corinzi 6:12-20)
In altre parole, la meretrice e la bestia sono uno stesso potere
politico-religioso.
***
4 Mentre
prima era ricca di beni e di virtù celesti, ma povera di ornamenti mondani,
ora è meretrice e sfoggia un lusso straordinario:
E la donna era vestita di porpora e di scarlatto
(veste regale ma dal color sanguigno),
adorna d'oro, di pietre preziose e di perle;
***
5 e
sulla fronte portava scritto un nome: Mistero, Babilonia la grande, la madre
delle meretrici e delle abominazioni della terra.
La parola mistero è considerata come facente parte
dell'iscrizione; da altri come osservazione destinata a caratterizzare come
misteriosa l'iscrizione stessa, ad avvertire cioè il lettore che il nome
Babilonia,
menzionato già in
Apocalisse 14:8;16:19,
non va inteso in senso geografico ma in senso simbolico.
Anche qui troviamo la caratteristica di “mano” e “fronte”,
che ci ricorda il marchio della bestia.
La Bibbia fornisce molte informazioni riguardo a Babilonia, come origine
della falsa religione, a partire dalla costruzione della torre di Babele (
che significa “ confusione” ):
“Tutta la terra parlava la stessa lingua e usava le stesse parole.
Dirigendosi verso l'Oriente, gli uomini capitarono in
una pianura nel paese di Scinear, e là si stanziarono.
Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamo dei mattoni cotti con il fuoco!»
Essi adoperarono mattoni anziché pietre, e bitume invece di calce.
Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una
torre la cui cima giunga fino al cielo; acquistiamoci fama, affinché non
siamo dispersi sulla faccia di tutta la terra».
Il SIGNORE discese per vedere la città e la torre che i figli degli uomini
costruivano.
Il SIGNORE disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua
sola; questo è il principio del loro lavoro; ora nulla impedirà loro di
condurre a termine ciò che intendono fare.
Scendiamo dunque e confondiamo il loro linguaggio, perché l'uno non capisca
la lingua dell'altro!» Così il SIGNORE li disperse di là su tutta la faccia
della terra ed essi cessarono di costruire la città. Perciò a questa fu dato
il nome di Babel, perché là il SIGNORE confuse la lingua di tutta la terra e
di là li disperse su tutta la faccia della terra”.
(Genesi 11:1-9)
Più tardi Babilonia divenne il nome stesso di una città che ha una lunga
storia i cui inizi risalgono alla antichità.
Uno dei suoi re più famosi fu Hammurabi (1728-1686 a.C.), famoso per il suo
codice.
Dopo un lungo declino riprese splendore ai tempi di Nabucodonosor (605-562
a.C.) al tempo del quale si snoda la storia del profeta Daniele.
Babilonia fu importante non solo dal punto di vista politico ma anche
religioso.
Fu fondata da Nimrod, figlio di Cam, figlio di Noè (Genesi 10:1-12), che,
secondo un racconto extra-biblico, aveva una moglie di nome Semiramide che
ideò i segreti riti religiosi dei misteri babilonesi, ebbe un figlio, il cui
concepimento si diceva essere avvenuto miracolosamente, di nome Tammuz, che
rappresentò un falso adempimento della promessa fatta ad Eva (Genesi 3:15).
Molte e svariate furono le pratiche religiose collegate a questa falsa
religione, compresa la venerazione della madre e del figlio come dio e la
ideazione di un ordine di vergini dedite alla prostituzione religiosa.
Tammuz, secondo la tradizione, fu ucciso da un animale feroce e poi
risuscitato; e questa costituisce una anticipazione satanica e una
contraffazione della resurrezione di Cristo.
Il culto di Baal (dio della prosperità), di Astarte,
e del dio Adone (per i greci) sono legati alla
figura di Tammuz.
Quando i persiani occuparono Babilonia (539 a.C.), vietarono la
partecipazione ai misteri religiosi ed i sacerdoti babilonesi si
trasferirono a Pergamo (cfr Apocalisse 2:12-17).
I sacerdoti del culto babilonese portavano delle corone
che avevano la forma della testa di un pesce per onorare il “dio pesce”.
Sulle corone stavano scritte le parole “protettore del
ponte” che rappresenta il ponte tra l’uomo e satana - si faccia riferimento
alla moneta del dollaro (per la torre di babele) ed al retro di qualsiasi
banconota dell’euro (per i ponti).
Questo titolo fu assunto dagli imperatori romani, che usavano chiamare se
stessi “pontefice massimo”, appellativo che significa “ primo protettore del
ponte”.
Lo stesso titolo più tardi, venne usato dal vescovo di Roma ed anche oggi il
papa si fa chiamare così.
Quando più tardi si spostarono da Pergamo a Roma, i sacerdoti babilonesi
riuscirono con successo a paganizzare la cristianità e, con la loro
influenza, contribuirono alla formazione dei riti religiosi che si sono
insinuati nella chiesa ritualistica.
La storia biblica di Babilonia ci insegna che essa è stata
la città dove il popolo di Dio è stato deportato a causa della sua
infedeltà.
Nello stesso modo, la chiesa apostata è il luogo dove i cristiani vero hanno
vissuto come stranieri, come profeti inascoltati, hanno subito l’onta del
disprezzo e la persecuzione (Daniele e i suoi amici considerati ma mai
adeguatamente riconosciuti come uomini di Dio), dove gli interessi politici
e personali sono sempre stati sopra la verità e la fedeltà.
Babilonia è quindi il simbolo dell’apostasia e della
sostituzione blasfema del culto degli idoli al culti di Dio in Cristo.
***
6 E
vidi la donna ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri
(o testimoni)
di Gesù.
L'avvenire mostrerà quel che la cristianità apostata
riserbi ancora ai fedeli di Cristo.
Come mai quella santa donna che aveva dato i natali al
Messia, è ella divenuta una meretrice!
Come mai colei che gli era apparsa vestita del sole della
verità, con sul capo una corona di stelle simboleggianti i suoi patriarchi
ed apostoli, come mai ha ella rinnegato la verità divina, che doveva far
brillare nel mondo, per pascersi e pascer le moltitudini di errori, di
superstizioni, d'idolatrie!
Come mai colei che per la sua fedeltà era perseguitata
dal dragone, si trova ora seduta sulla bestia bestemmiatrice, e colei che
aveva sofferto per Cristo è ora ebbra del sangue dei testimoni di Gesù!
Come mai la città di Dio è ella diventata una Babilonia?!
In questo fenomeno di pessima corruzione di quel ch'era
stato ottimo, sta la ragione del doloroso stupore di Giovanni.
Quante volte i profeti, di fronte al contrasto tra il
primo amore del popolo di Dio e la decadenza di cui erano testimoni, hanno
espresso uno stupore simile a quello di Giovanni, vogliamo considerare tre
profeti:
Isaia profetizzava così: “
Come mai la
città fedele è diventata una prostituta?
Era piena di rettitudine, la giustizia vi abitava, e ora è invece un covo di
assassini!
Il tuo argento si è cambiato in scorie, il tuo vino è stato tagliato con
acqua.
I tuoi prìncipi sono ribelli e compagni di ladri; tutti amano i regali e
corrono dietro alle ricompense; non fanno giustizia all'orfano, e la causa
della vedova non giunge fino a loro.
Perciò il Signore, il SIGNORE degli eserciti, il Potente d'Israele, dice:
«Guai! Io avrò soddisfazione dai miei avversari, e mi vendicherò dei miei
nemici!
Ti rimetterò la mano addosso, ti purificherò delle tue scorie, come fa la
potassa, e toglierò da te ogni particella di piombo.
Ristabilirò i tuoi giudici com'erano anticamente, e i tuoi consiglieri
com'erano al principio.
Dopo questo, sarai chiamata la città della giustizia, la città fedele».
Sion sarà salvata mediante il giudizio, e quelli che in lei si convertiranno
saranno salvati mediante la giustizia; ma i ribelli e i peccatori andranno
in rovina assieme, e quelli che abbandonano il SIGNORE saranno distrutti”.
(Isaia 1:21-28)
Geremia profetizzava così: “La
parola del SIGNORE mi fu ancora rivolta in questi termini: «Va', e grida
alle orecchie di Gerusalemme:
"Così dice il SIGNORE:
'Io mi ricordo dell'affetto che avevi per me quand'eri
giovane, del tuo amore da fidanzata, quando mi seguivi nel deserto, in una
terra non seminata.
Israele era consacrato al SIGNORE, egli era le primizie della sua rendita;
tutti quelli che lo divoravano si rendevano colpevoli, e la calamità
piombava su di loro'"», dice il SIGNORE.
Ascoltate la parola del SIGNORE, o casa di Giacobbe, e voi tutte le famiglie
della casa d'Israele!
Così parla il SIGNORE:
«Quale iniquità hanno trovato i vostri padri in me, che si sono allontanati
da me, e sono andati dietro alla vanità, e sono diventati essi stessi
vanità?
Essi non hanno detto: "Dov'è il SIGNORE che ci ha fatto uscire dal paese
d'Egitto, che ci ha condotti per il deserto, per un paese di solitudine e di
crepacci, per un paese di siccità e di ombra di morte, per un paese per il
quale nessuno passò mai e dove non abitò mai nessuno?"
Io vi ho condotti in un paese che è un frutteto, perché ne mangiaste i
frutti e i buoni prodotti; ma voi, quando vi siete entrati, avete
contaminato il mio paese e avete fatto della mia eredità un'abominazione.
Non hanno detto i sacerdoti: "Dov'è il SIGNORE?"
I depositari della legge non mi hanno conosciuto, i pastori mi sono stati
infedeli, i profeti hanno profetato nel nome di Baal, e sono andati dietro a
cose che non giovano a nulla.
Perciò io contenderò ancora in giudizio con voi», dice il SIGNORE, «e
contenderò con i figli dei vostri figli.
Passate dunque nelle isole di Chittim, e guardate!
Mandate a Chedar e osservate bene, e guardate se avvenne mai qualcosa di
simile!
C'è forse una nazione che abbia cambiato i suoi dèi, sebbene non siano dèi?
Ma il mio popolo ha cambiato la sua gloria per ciò che non giova a nulla.
O cieli, stupite di questo; inorridite e restate attoniti», dice il SIGNORE.
«Il mio popolo infatti ha commesso due mali: ha abbandonato me, la sorgente
d'acqua viva, e si è scavato delle cisterne, delle cisterne screpolate, che
non tengono l'acqua.
Israele è forse uno schiavo? È forse uno schiavo nato in casa? Perché dunque
è diventato una preda?
I leoncelli ruggiscono contro di lui, fanno udire la loro voce, e riducono
il suo paese in una desolazione; le sue città sono bruciate e non ci sono
più abitanti.
Persino gli abitanti di Nof e di Tafanes ti divorano il cranio.
Tutto questo non ti succede forse perché hai abbandonato il SIGNORE, il tuo
Dio, mentre egli ti guidava per la buona via?
E ora, perché vai per la via che conduce in Egitto per andare a bere l'acqua
del Nilo?
O perché vai per la via che conduce in Assiria per andare a bere l'acqua
dell'Eufrate?
La tua malvagità è quella che ti castiga; le tue infedeltà sono la tua
punizione.
Sappi dunque e vedi che cattiva e amara cosa è abbandonare il SIGNORE, il
tuo Dio, e il non aver di me nessun timore», dice il Signore, DIO degli
eserciti.
«Già da lungo tempo tu hai spezzato il tuo giogo, rotto le tue catene, e hai
detto: "Non voglio più servire!"
Ma sopra ogni alto colle e sotto ogni albero verdeggiante ti sei buttata giù
come una prostituta.
Eppure, io ti avevo piantata come una nobile vigna, tutta del miglior ceppo;
come mai ti sei trasformata in tralci degenerati di una vigna a me non
familiare?
Anche se ti lavassi con il nitro e usassi molto sapone, la tua iniquità
lascerebbe una macchia davanti a me», dice il Signore, DIO.
«Come puoi dire: "Non mi sono contaminata, non sono andata dietro ai Baali"?
Guarda i tuoi passi nella valle, riconosci quello che hai fatto, dromedaria
leggera e vagabonda!
Asina selvatica, abituata al deserto, che sbuffa nell'ardore della sua
passione!
Chi le impedirà di soddisfare le sue voglie?
Tutti quelli che la cercano non hanno da affaticarsi: la trovano nel suo
mese.
Guarda che il tuo piede non si scalzi e che la tua gola non s'inaridisca!
Ma tu hai detto: "Non c'è rimedio; no, io amo gli stranieri e andrò dietro a
loro!"
Come il ladro è confuso quand'è colto sul fatto, così sono confusi quelli
della casa d'Israele: essi, i loro re, i loro capi, i loro sacerdoti e i
loro profeti, i quali dicono al legno: "Tu sei mio padre", e alla pietra:
"Tu ci hai dato la vita!"
Poiché essi mi hanno voltato le spalle e non la faccia; ma nel tempo della
loro sventura dicono: "Àlzati e salvaci!"
Dove sono i tuoi dèi che ti sei fatti? Si alzino, se ti possono salvare nel
tempo della tua sventura!
Infatti, o Giuda, tu hai tanti dèi quante città.
Perché mi contestate? Voi tutti mi siete stati infedeli», dice il SIGNORE.
«Invano ho colpito i vostri figli; non ne hanno ricevuto correzione; la
vostra spada ha divorato i vostri profeti come un leone distruttore.
Gente, considerate la parola del SIGNORE!
Io sono stato forse un deserto o un paese di fitte tenebre per Israele?
Perché dice il mio popolo: "Noi siamo liberi, non vogliamo tornare più da
te"?
La fanciulla può forse dimenticare i suoi ornamenti, o la sposa la sua
cintura?
Eppure il mio popolo ha dimenticato me, da giorni innumerevoli.
Come sei brava a trovare la via per cercare l'amore!
Hai di che insegnare persino alle donne malvagie!
Anche sulla tua veste si trova il sangue di poveri innocenti, che tu non hai
còlto in flagrante delitto di scasso; eppure, dopo tutto questo, tu dici:
"Io sono innocente; certo l'ira sua si è distolta da me".
Ecco, io ti condannerò perché hai detto: "Non ho peccato".
Perché hai tanta premura di cambiare strada?
Anche dall'Egitto riceverai confusione, come già l'hai ricevuta dall'Assiria.
Anche di là uscirai con le mani sul capo; perché il SIGNORE rigetta quelli
nei quali tu confidi, e tu non riuscirai nel tuo intento per loro mezzo”.
(Geremia 2)
Ezechiele profetizzava così: “La
parola del SIGNORE mi fu ancora rivolta, in questi termini:
«Figlio d'uomo, fa' conoscere a Gerusalemme le sue abominazioni e di':
Così parla il Signore, DIO, a Gerusalemme: "Per la tua origine e per la tua
nascita sei del paese del Cananeo; tuo padre era un Amoreo, tua madre
un'Ittita. Quanto alla tua nascita, il giorno che nascesti l'ombelico non ti
fu tagliato, non fosti lavata con acqua per pulirti, non fosti sfregata con
sale, né fosti fasciata. Nessuno ebbe sguardi di pietà per te, per farti una
sola di queste cose, mosso a compassione di te; ma fosti gettata nell'aperta
campagna, il giorno che nascesti, per il disprezzo che si aveva di te.
Io ti passai accanto, vidi che ti dibattevi nel sangue e ti dissi: 'Vivi, tu
che sei nel sangue!'
Ti ripetei: 'Vivi, tu che sei nel sangue!' Io ti farò moltiplicare per
miriadi, come il germoglio dei campi. Tu ti sviluppasti, crescesti,
giungesti al colmo della bellezza, il tuo seno si formò, la tua capigliatura
crebbe abbondante, ma tu eri nuda e scoperta.
Io ti passai accanto, ti guardai, ed ecco, il tuo tempo era giunto: il tempo
degli amori; io stesi su di te il lembo della mia veste e coprii la tua
nudità; ti feci un giuramento, entrai in un patto con te", dice il Signore,
DIO, "e tu fosti mia.
Ti lavai con acqua, ti ripulii del sangue che avevi addosso e ti unsi con
olio.
Ti misi delle vesti ricamate, dei calzari di pelle di delfino, ti cinsi il
capo di lino fino, ti ricoprii di seta. Ti fornii d'ornamenti, ti misi dei
braccialetti ai polsi e una collana al collo.
Ti misi un anello al naso, dei pendenti agli orecchi e una magnifica corona
in capo.
Così fosti adorna d'oro e d'argento; fosti vestita di lino fino, di seta e
di ricami; tu mangiasti fior di farina, miele e olio; diventasti bellissima
e giungesti fino a regnare.
La tua fama si sparse fra le nazioni, per la tua bellezza; essa infatti era
perfetta, perché io ti avevo rivestita della mia magnificenza", dice il
Signore, DIO.
"Ma tu, inebriata della tua bellezza, ti prostituisti sfruttando la tua fama
e offrendoti a ogni passante, a chi voleva.
Tu prendesti delle tue vesti, ti facesti degli alti luoghi ornati di vari
colori, e là ti prostituisti: cose tali non ne avvennero mai, e non ne
avverranno più.
Prendesti pure i tuoi bei gioielli fatti del mio oro e del mio argento, che
io ti avevo dati, te ne facesti delle immagini d'uomo, e ad esse ti
prostituisti; prendesti le tue vesti ricamate e ne ricopristi quelle
immagini, davanti alle quali tu mettesti il mio olio e il mio profumo.
Così anche il mio pane che ti avevo dato, il fior di farina, l'olio e il
miele con cui ti nutrivo, tu li mettesti davanti a loro, come un profumo di
soave odore. Questo si fece!", dice il Signore, DIO.
"Prendesti inoltre i tuoi figli e le tue figlie, che mi avevi partoriti, e
li offristi loro in sacrificio, perché li divorassero. Non bastavano dunque
le tue prostituzioni, perché tu avessi anche a scannare i miei figli, e a
darli loro facendoli passare per il fuoco?
In mezzo a tutte le tue abominazioni e alle tue prostituzioni, non ti sei
ricordata dei giorni della tua giovinezza, quando eri nuda, scoperta, e ti
dibattevi nel sangue.
Ora dopo tutta la tua malvagità, guai! guai a te!",
dice il Signore, DIO, "ti sei costruita un bordello; ti sei fatta un alto
luogo in ogni piazza pubblica: hai costruito un alto luogo a ogni capo di
strada, hai reso abominevole la tua bellezza, ti sei offerta a ogni
passante; hai moltiplicato le tue prostituzioni.
Ti sei prostituita agli Egiziani, tuoi vicini dalle membra vigorose, e hai
moltiplicato le tue prostituzioni per provocare la mia ira. Perciò, ecco, io
ho steso la mia mano contro di te, ho diminuito la razione che ti avevo
fissata, e ti ho abbandonata in balìa delle figlie dei Filistei, che ti
odiano e hanno vergogna della tua condotta scellerata.
Non sazia ancora, ti sei pure prostituita agli Assiri; ti sei prostituita a
loro; ma neppure allora sei stata sazia! Hai moltiplicato le tue
prostituzioni con il paese di Canaan fino in Caldea, ma neppure con questo
sei stata sazia.
Com'è vile il tuo cuore", dice il Signore, DIO, "a ridurti a fare tutte
queste cose, da sfacciata prostituta!
Quando ti costruivi il bordello a ogni capo di strada e ti facevi gli alti
luoghi in ogni pubblica piazza, tu non eri come una prostituta, poiché
disprezzavi il salario, ma come una donna adultera, che riceve gli stranieri
invece di suo marito.
A tutte le prostitute si fanno regali; ma tu hai dato regali a tutti i tuoi
amanti, li hai sedotti con i doni, perché venissero a te, da tutte le parti,
per le tue prostituzioni.
Con te, nelle tue prostituzioni è avvenuto il contrario delle altre donne;
poiché non eri tu la sollecitata; in quanto tu pagavi, invece di essere
pagata, facevi il contrario delle altre".
Perciò, prostituta, ascolta la parola del SIGNORE.
Così parla il Signore, DIO: "Poiché il tuo denaro è
stato dilapidato e la tua nudità è stata scoperta nelle tue prostituzioni
con i tuoi amanti, a motivo di tutti i tuoi idoli abominevoli e a causa del
sangue dei tuoi figli che hai dato loro, ecco, io radunerò tutti i tuoi
amanti ai quali ti sei resa gradita, tutti quelli che hai amati e tutti
quelli che hai odiati; li radunerò da tutte le parti contro di te, scoprirò
davanti a loro la tua nudità ed essi vedranno tutta la tua nudità.
Io ti giudicherò alla stregua delle donne che commettono adulterio e
spargono il sangue; farò che il tuo sangue sia sparso dal furore e dalla
gelosia.
Ti darò nelle loro mani ed essi abbatteranno il tuo bordello, distruggeranno
i tuoi alti luoghi, ti spoglieranno delle tue vesti, ti prenderanno i bei
gioielli e ti lasceranno nuda e scoperta; faranno salire contro di te una
moltitudine e ti lapideranno e ti trafiggeranno con le loro spade; daranno
alle fiamme le tue case, faranno giustizia di te in presenza di molte donne;
io ti farò cessare dal fare la prostituta e tu non pagherai più nessuno.
Così io sfogherò il mio furore su di te e la mia gelosia si distoglierà da
te; mi calmerò e non sarò più adirato.
Poiché tu non ti sei ricordata dei giorni della tua giovinezza e hai
provocato la mia ira con tutte queste cose, ecco, anch'io ti farò ricadere
sul capo la tua condotta", dice il
Signore, DIO, "e tu non aggiungerai altri delitti a tutte le tue
abominazioni…
…Poiché, così parla il Signore, DIO: "Io farò a te come hai fatto tu, che
hai disprezzato il giuramento, infrangendo il patto.
Tuttavia mi ricorderò del patto che feci con te nei giorni della tua
giovinezza e stabilirò per te un patto eterno.
Tu ti ricorderai della tua condotta e ne avrai vergogna, quando riceverai le
tue sorelle, quelle che sono più grandi e quelle che sono più piccole di te;
io te le darò per figlie, ma non in virtù del tuo patto.
Io stabilirò il mio patto con te e tu conoscerai che io sono il SIGNORE,
affinché tu ricordi, tu arrossisca e tu non possa più aprir la bocca dalla
vergogna, quando ti avrò perdonato tutto quello che hai fatto", dice il
Signore, DIO”.
(Tratto da Ezechiele 16)
***
7 E
l'angelo mi disse: Perchè ti meravigli? Io ti dirò il mistero della donna e
della bestia che la porta, la quale ha le sette teste e le dieci corna.
***
8 La
bestia che hai veduta era e non è e deve salir dall'abisso e andare in
perdizione. E quelli che abitano sulla terra i cui nomi non sono stati
scritti nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo
(cfr.
Apocalisse 13:8),
si meraviglieranno vedendo la bestia, [vedendo]
che era e non è e verrà di nuovo
Essa era,
nelle grandi incarnazioni di questo potere apparse nella storia prima di
Cristo; ma al tempo di Giovanni s'è aperto un nuovo periodo in cui ci può
dire che la bestia non è
nel suo pieno vigore, perchè, con la venuta di Cristo e con la sua
risurrezione, essa ha ricevuto una ferita mortale: lo spirito cristiano, a
misura che fa sentire la sua influenza, scema forza alla ferocia
persecutrice delle autorità; la conversione di Costantino segna la fine
delle ostilità dell'impero contro il cristianesimo e la spada dei Barbari,
rompendo l'unità del colosso, contribuisce a renderlo relativamente
inoffensivo.
Però la ferita della bestia guarisce; il mostro deve
riprender vita e mostrare una malvagità non vista ancora:
deve salire dall'abisso
dimora dei demoni, essere animato di spirito diabolico e spiegare un'astuzia
d'inganno e un furore anticristiano quali sono descritti da Paolo in
2Tessalonicesi 2
e da Giovanni in
Apocalisse 13.
Coloro che non sono insegnati da Dio, che non hanno
l'unzione dello Spirito di verità, l'intuizione delle cose spirituali, che
ammirano il successo ottenuto con l'inganno e con la violenza,
si meraviglieranno nel
veder risorto il potere anticristiano creduto morto per sempre e, dice in
Apocalisse 13:8,
'adoreranno' la bestia.
***
9 Qui
sta la mente che ha sapienza.
Qui è il luogo ove ci vuole una mente sapiente che Dio
solo può dare. Cfr.
Apocalisse 13:18.
Una possibile lettura potrebbe portare ad una elencazione
come segue:
-
Regno sumero-babilonese
-
Impero Egizio
-
Impero Assiro-babilonese
-
Impero Medo-persiano
-
Impero Greco
-
Impero Romano
-
Impero dell’Anticristo
Come nel linguaggio profetico di Daniele, i re non
sono individui ma son regni, anzi monarchie universali; Cfr.
Daniele 7:17,23-24;
8:20,22.
Le cinque monarchie cadute sarebbero:
l'egizia che venne per prima a
contatto col popolo di Dio, l'assira, la babilonese,
la medo-persiana e
la greca; quella esistente al
tempo di Giovanni (uno è),
l'impero romano.
Più difficile è il dire quale sia per essere la
settima: l'altro non ancora venuto.
Sembra possibile il vedervi una coalizione
internazionale dei popoli occupanti il territorio dell'impero, coalizione
animata da uno spirito rivoluzionario, antireligioso che spianerà la via
all'anticristo.
Apocalisse 17:12
e segg. si parla di dieci re che riceveranno potestà con la bestia per
un'ora, e che prima di far guerra all'Agnello, odieranno la meretrice, la
spoglieranno e la consumeranno col fuoco.
Paolo parla di un potere che toglierà di mezzo quello che
impedisce all'anticristo di manifestarsi.
L'avvenire getterà maggior luce su queste parole
dell'angelo e su quelle che seguono.
E’ anche interessante notare come la Chiesa è costituita
da sette chiese e da sette angeli e la grande meretrice ha sette “alti
luoghi” e sette re che la sostengono.
***
11 E
la bestia che era, e non è (perchè ferita ed
entrata in un periodo di indebolimento, quasi di morte),
è anch'essa un ottavo re
o regno, in cui s'incarnerà il potere anticristiano e che riunirà in sè
quanto di più empio, di più astuto, di più crudele abbiano presentato le
precedenti manifestazioni storiche di esso.
Salirà dall'abisso e sarà l'incarnazione di Satana,
l'anticristo personale.
Se si traduce: viene dai
sette l'idea è: procede dai sette come loro
successore e sintesi, come l'erede del loro spirito antidivino.
L'anticristo non avrà successori;
'il Signore Gesù lo distruggerà col
soffio della sua bocca e lo annienterà con l'apparizione della sua venuta'
2Tessalonicesi 2:8
e così se ne andrà in perdizione,
cioè alla sua eterna rovina.
***
12 E
le dieci corna che hai vedute sono dieci re, che non hanno ancora ricevuto
regno; ma riceveranno potestà, come re, assieme alla bestia, per un'ora.
Possono essere re individuali o regni, ma è poco
probabile l'esistenza simultanea di dieci re che siano in attesa del regno e
lo ricevano nello stesso tempo.
Potrebbero quindi essere i capi degli stati sorti
dall'impero romano nella sua ultima fase: quegli stessi probabilmente che
formeranno la coalizione antireligiosa rappresentata dalla settima testa e
che poi cederanno il loro potere all'anticristo finale, in unione coi re
dell'oriente
Apocalisse 16:12...
Alcuni pensano che l'espressione
come re possa accennare
al prevalere, in quel tempo futuro, della demagogia.
Va da se che per un'ora
non s'interpreta alla lettera, ma vale 'per un breve tempo'.
***
13 Costoro
hanno uno stesso pensiero (il che suppone che
si sono coalizzati), e daranno la loro potenza
e la loro autorità alla bestia (rinnovando in
altra forma l'apparizione d'un impero mondiale).
14 Costoro
guerreggeranno contro l'agnello,
In
Apocalisse 16:14
è parola degli sforzi nemici per adunare i re di tutto il mondo per la
battaglia del gran giorno di Dio.
In
Apocalisse 19:19
Giovanni vede 'la bestia e i re della
terra e i loro eserciti radunati per muover guerra' al Re dei re e
all'esercito suo.
L'esito della battaglia è il macello dei nemici:
e l'Agnello
li vincerà, perchè egli è il Signor dei signori e il Re dei re
(cfr.
Apocalisse 19:16)
e vinceranno anche quelli che son con lui, i
chiamati, gli eletti e fedeli.
Il testo dice propriamente:
'L'agnello li vincerà... e quelli che
son con lui, chiamati...'; si sottintende vinceranno col loro Capo e
avranno parte al suo trionfo.
I vincitori sono caratterizzati come
chiamati dal Signore, ma
siccome molti sono i chiamati e pochi gli eletti, questi che hanno risposto
alla chiamata con fede ed ubbidienza, sono annoverati fra gli
eletti; e poichè han
perseverato nell'attaccamento al loro Signore in mezzo ai rinunce ed alle
prove, son chiamati i fedeli
e lo sono fino alla morte
Apocalisse 2:10.
***
15 Poi
mi disse: Le acque che hai vedute e sulle quali siede la meretrice, son
popoli e moltitudini e nazioni e lingue.
16 E
le dieci corna che hai vedute e la bestia odieranno la meretrice e la
renderanno desolata e nuda e mangeranno le sue carni e la consumeranno
(lett. arderanno)
col fuoco.
Per un tempo lo Stato si adatta a sostenere la Chiesa e a
subirne l'influenza e le direzioni, perchè ha bisogno d'esser sostenuto da
lei nel suo despotismo sulle moltitudini; ma, a misura che la Chiesa decade,
e che le masse abbandonano la fede, cresce l'antagonismo tra il potere
secolare e la gerarchia ecclesiastica finchè il conflitto scoppia in modo
aperto e violento.
Come Israele, quando abbandona il suo Dio per allearsi
alle potenze pagane, è castigato per mezzo di queste che invadono, devastano
il suo paese e ne riducono schiavi gli abitanti, così la Chiesa, diventata
mondana e corrotta, riceve la sua punizione, per disposizione divina, per
mezzo dei re e della bestia sui quali si era appoggiata.
La potenza mondana è la verga che punisce la sua
mondanità.
***
17 Poichè
Iddio ha messo in cuor loro di eseguire, il suo disegno e di avere un
medesimo pensiero e di dare il loro regno alla bestia finchè le parole di
Dio siano adempiute.
La Chiesa infedele sarà spogliata dei suoi beni, dei suoi
tesori, dei suoi preziosi ornamenti; sarà odiata e la sua capitale arsa.
Questo avverrà per impulso di passioni antireligiose
negli esecutori di questo giudizio, ma per disposizione superiore di Dio il
quale fa servire ai suoi fini anche i furori degli uomini.
Isaia scriveva così:
“SIGNORE, tu sei il mio Dio; io ti esalterò, loderò il tuo nome,
perché hai fatto cose meravigliose; i tuoi disegni, concepiti da tempo, sono
fedeli e stabili.
Poiché tu hai ridotto la città in un mucchio di
pietre, la città forte in un monte di rovine; il castello degli stranieri
non è più una città, non sarà mai più ricostruito”.
(Isaia 25:1-2)
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18 E
la donna che hai veduta è la gran città che impera sui re della terra.
Impera politicamente soltanto per un tempo; ma impererà
anche religiosamente come capitale della Chiesa degenere del futuro.
Geremia avverte così: “
Fuggite di mezzo a Babilonia, salvi ognuno la sua vita, guardate di non
perire per l'iniquità di lei!
Poiché questo è il tempo della vendetta del SIGNORE; egli le dà la sua
retribuzione.
Babilonia era nelle mani del SIGNORE una coppa d'oro, che ubriacava tutta la
terra; le nazioni hanno bevuto il suo vino, perciò le nazioni sono divenute
deliranti.
All'improvviso, Babilonia è caduta, è frantumata.
Alzate su di lei alti lamenti, prendete del balsamo per il suo dolore; forse
guarirà!
"Noi abbiamo voluto guarire Babilonia, ma essa non è guarita; abbandonatela,
e andiamocene ognuno al nostro paese; poiché la sua punizione arriva fino al
cielo, s'innalza fino alle nuvole”.
(Geremia 51:6-9)
“Il mare è
salito su Babilonia; essa è stata coperta dal tumulto dei suoi flutti.
Le sue città
sono diventate una desolazione, una terra arida, un deserto, un paese dove
non abita più nessuno, per dove non passa più nessun figlio d'uomo”.
(Geremia 51:42-43)
“Poi udii un'altra voce dal cielo che diceva: «Uscite
da essa, o popolo mio, affinché non siate complici dei suoi peccati e non
siate coinvolti nei suoi castighi; perché i suoi peccati si sono accumulati
fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità”.
(Apocalisse 18:4 -5)