La caduta di Babilonia


APOCALISSE 
18:1-24

 

Dopo queste cose vidi scendere dal cielo un altro angelo che aveva una grande autorità, e la terra fu illuminata dal suo splendore.

Egli gridò con voce potente: «È caduta, è caduta Babilonia la grande! È diventata ricettacolo di demòni, covo di ogni spirito immondo, rifugio di ogni uccello impuro e abominevole.

Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino della sua prostituzione furente, e i re della terra hanno fornicato con lei, e i mercanti della terra si sono arricchiti con gli eccessi del suo lusso».

Poi udii un'altra voce dal cielo che diceva: «Uscite da essa, o popolo mio, affinché non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi castighi; perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità.

Usatele il trattamento che lei usava, datele doppia retribuzione per le sue opere; nel calice in cui ha versato ad altri, versatele il doppio.

Datele tormento e afflizione nella stessa misura in cui ha glorificato se stessa e vissuto nel lusso. Poiché dice in cuor suo: "Io sono regina, non sono vedova e non vedrò mai lutto".

Perciò in uno stesso giorno verranno i suoi flagelli: morte, lutto e fame, e sarà consumata dal fuoco; poiché potente è Dio, il Signore che l'ha giudicata.

I re della terra, che fornicavano e vivevano in lascivie con lei, quando vedranno il fumo del suo incendio piangeranno e faranno cordoglio per lei.

Spaventati dai suoi tormenti se ne staranno lontani e diranno: "Ahi! ahi! Babilonia, la gran città, la potente città! Il tuo giudizio è venuto in un momento!"

I mercanti della terra piangeranno e faranno cordoglio per lei, perché nessuno compra più le loro merci: oro, argento, pietre preziose, perle, lino pregiato, porpora, seta, scarlatto, ogni varietà di legno odoroso, ogni varietà di oggetti d'avorio e di legno preziosissimo, bronzo, ferro, marmo, cannella, spezie, profumi, unguenti, incenso, vino, olio, fior di farina, grano, buoi, pecore, cavalli, carri e persino i corpi e le anime di uomini.

I frutti che l'anima tua desiderava sono andati lontani da te; tutte le cose delicate e sontuose sono perdute per te e non si troveranno mai più.

I mercanti di queste cose che sono stati arricchiti da lei se ne staranno lontani per timore del suo tormento, piangeranno e faranno cordoglio dicendo: "Ahi! ahi! La gran città ch'era vestita di lino fino, di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle! In un attimo una ricchezza così grande è stata distrutta".

Tutti i piloti, tutti i naviganti, i marinai e quanti trafficano sul mare se ne staranno lontano e vedendo il fumo del suo incendio esclameranno: "Quale città fu mai simile a questa grande città?"

E si getteranno della polvere sul capo e grideranno, piangeranno e faranno cordoglio dicendo: "Ahi! ahi! La gran città nella quale tutti quelli che avevano navi in mare si erano arricchiti con la sua opulenza! In un attimo è stata ridotta a un deserto".

Rallègrati, o cielo, per la sua rovina! E voi, santi, apostoli e profeti, rallegratevi perché Dio, giudicandola, vi ha reso giustizia».

Poi un potente angelo sollevò una pietra grossa come una grande macina, e la gettò nel mare dicendo: «Così, con violenza, sarà precipitata Babilonia, la gran città, e non sarà più trovata.

In te non si udranno più le armonie degli arpisti, né dei musicisti, né dei flautisti, né dei sonatori di tromba; né sarà più trovato in te artefice di qualunque arte, e non si udrà più in te rumore di macina.

In te non brillerà più luce di lampada, e non si udrà più in te voce di sposo e di sposa; perché i tuoi mercanti erano i prìncipi della terra e perché tutte le nazioni sono state sedotte dalle tue magie.

In lei è stato trovato il sangue dei profeti e dei santi e di tutti quelli che sono stati uccisi sulla terra».

***

Le ultime parole dell'angelo in Apocalisse 17 dicevano: 'La donna che hai veduta è la gran città che impera sui re della terra'.

In Apocalisse 18 l'immagine della donna è lasciata da parte e non si parla che di 'Babilonia, la gran città,', la quale torna ad esser chiamata 'la gran meretrice' in Apocalisse 19:2.

La caduta della capitale e rappresentante della cristianità apostata, della città del mondo, come altri l'ha chiamata, è descritta con colori altamente poetici, tolti dal linguaggio dei profeti relativo alla rovina di Ninive, di Babilonia, e di Tiro Isaia 23; Geremia 51; Ezechiele 26-27; Naum 3.

Giovanni ode prima la voce d'un angelo potente che proclama la caduta di Babilonia come se fosse già avvenuta, tanto è cosa certa l'imminente giudizio divino Apocalisse 18:1-3.

Ode quindi una voce dal cielo che invita il popolo di Dio ad uscire dalla città colpevole e condannata Apocalisse 18:4-8.

È descritto poi in Apocalisse 18:9-20 il lamento che sulla rovina di Babilonia faranno i re, i mercanti della terra ed i naviganti.

Infine, Apocalisse 18:21-24 un angelo rappresenta con un atto simbolico il carattere subitaneo, violento definitivo del giudizio che sta per piombare sulla Chiesa infedele, ricordandone le colpe.

La caduta di Babilonia, compie il giudizio politico sulla città antagonista della Gerusalemme celeste.

Da essa viene “chiamato fuori” (santificato) il popolo di Dio.

La sua caduta rovinosa, provocherà una reazione di cordoglio e dolore in tutte le categorie di persone che con lei hanno condiviso il benessere: i re della terra, i mercanti (i principi della terra, i capi della finanza) e tutti i trafficanti.

La sua caduta è anche l’oggetto di rallegramenti celesti e dei santi.

Con la sua caduta cesseranno tutte le distorsioni della verità e delle buone attitudini che Dio vuole dalla Chiesa.

***

E dopo queste cose vidi un altro angelo, che scendeva dal cielo, il quale aveva gran potestà; e la terra fu illuminata dalla sua gloria.

 La gran potenza dell'angelo si addice alla grandezza del giudizio che egli annuncia; giudizio che farà risplendere dinanzi al modo intero la santità e la giustizia di Dio.

Per questo giudizio viene incaricato un angelo con “grande autorità”!

Nel cielo, come d’altronde in terra, vi sono diversi gradi di autorità, anche per i riscattati sarà così, il metro usato sarà la fedeltà dimostrata verso il Signore, Gesù fa intravedere questo nella parabola dei talenti: “ E il suo padrone gli disse: Va bene, buono e fedel servitore; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore”. (Matteo 25:21)

 

Anche Paolo, parlando della trasmissione del vangelo, esorta Timoteo a trasmettere il messaggio ad uomini fedeli, che possano “in autorità” insegnarlo ad altri:

 “Tu dunque, figlio mio, fortìficati nella grazia che è in Cristo Gesù, e le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri”. (2 Timoteo 2:1-2)

 E “l’insegnamento” nel pensiero di Paolo è strettamente collegato al concetto di autorità:

“ Allo stesso modo, le donne si vestano in modo decoroso, con pudore e modestia: non di trecce e d'oro o di perle o di vesti lussuose, ma di opere buone, come si addice a donne che fanno professione di pietà.

La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. Poiché non permetto alla donna d'insegnare, né di usare autorità sul marito, ma stia in silenzio.

Infatti Adamo fu formato per primo, e poi Eva; e Adamo non fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione; tuttavia sarà salvata partorendo figli, se persevererà nella fede, nell'amore e nella santificazione con modestia”. (1 Timoteo 2:9-15)

 A differenza delle potenze sataniche che “salgono dal mare, dalla terra o dagli abissi”, l’angelo di Dio “scende dal cielo”.

La discesa di questo angelo porterà luce, Giovanni dice che “la terra fu illuminata del suo splendore”.

In conformità con la propria autorità, l’angelo parla con “voce potente”.

Ogni cristiano, ambasciatore di Cristo nel mondo dovrebbe avere queste caratteristiche:

-          Portare luce nel mondo (siamo ambasciatori di Cristo, della Luce, della Verità, della Vita)

-          Parlare con autorità (siamo ambasciatori della Parola di Dio)

***

2 Ed egli gridò con voce potente, dicendo: Caduta, caduta è Babilonia la grande, ed è divenuta albergo di demoni e ricetto d'ogni spirito immondo, e ricetto d'ogni uccello immondo e abominevole.

 La Bibbia fornisce molte informazioni riguardo a Babilonia, come origine della falsa chiesa, a partire dalla costruzione della torre di Babele (che significa “confusione”):

“ Tutta la terra parlava la stessa lingua e usava le stesse parole.

Dirigendosi verso l'Oriente, gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Scinear, e là si stanziarono. 

Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamo dei mattoni cotti con il fuoco!» Essi adoperarono mattoni anziché pietre, e bitume invece di calce.

Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga fino al cielo; acquistiamoci fama, affinché non siamo dispersi sulla faccia di tutta la terra».

Il SIGNORE discese per vedere la città e la torre che i figli degli uomini costruivano.

Il SIGNORE disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è il principio del loro lavoro; ora nulla impedirà loro di condurre a termine ciò che intendono fare.

Scendiamo dunque e confondiamo il loro linguaggio, perché l'uno non capisca la lingua dell'altro!» Così il SIGNORE li disperse di là su tutta la faccia della terra ed essi cessarono di costruire la città. Perciò a questa fu dato il nome di Babel, perché là il SIGNORE confuse la lingua di tutta la terra e di là li disperse su tutta la faccia della terra”. (Genesi 11:1-9)

 

Più tardi Babilonia divenne il nome stesso di una città che ha una lunga storia i cui inizi risalgono alla antichità.

Uno dei suoi re più famosi fu Hammurabi (1728-1686 a.C.), famoso per il suo codice.

Dopo un lungo declino riprese splendore ai tempi di Nabucodonosor (605-562 a.C.) al tempo del quale si snoda la storia del profeta Daniele.

Babilonia fu importante non solo dal punto di vista politico ma anche religioso. Fu fondata da Nimrod, figlio di Cam, figlio di Noè (Genesi 10:1-12), che, secondo un racconto extra-biblico, aveva una moglie di nome Semiramide che ideò i segreti riti religiosi dei misteri babilonesi, ebbe un figlio, il cui concepimento si diceva essere avvenuto miracolosamente, di nome Tammuz, che rappresentò un falso adempimento della promessa fatta ad Eva (Genesi 3:15).

Molte e svariate furono le pratiche religiose collegate a questa falsa religione, compresa la venerazione della madre e del figlio come dio e la ideazione di un ordine di vergini dedite alla prostituzione religiosa.

Tammuz, secondo la tradizione, fu ucciso da un animale feroce e poi risuscitato; e questa costituisce una anticipazione satanica e una contraffazione della resurrezione di Cristo.

Il culto di Baal (dio della prosperità), di Astarte,  e del dio Adone (per i greci) sono legati alla figura di Tammuz.

Quando i persiani occuparono Babilonia (539 a.C.), vietarono la partecipazione ai misteri religiosi ed i sacerdoti babilonesi si trasferirono a Pergamo (cfr Apocalisse 2:12-17).

I sacerdoti del culto babilonese portavano delle corone che avevano la forma della testa di un pesce per onorare il “dio pesce”.

Sulle corone stavano scritte le parole “protettore del ponte” che rappresenta il ponte tra l’uomo e satana - si faccia riferimento alla moneta del dollaro (per la torre di babele) ed al retro di qualsiasi banconota dell’euro (per i ponti) e per le porte (Babilonia in sumerico significa “porta degli dei” e la porta principale era la porta di Isthar ovvero Astarte).

Il titolo di “pontefice” fu assunto dagli imperatori romani, che usavano chiamare se stessi “pontefice massimo”, appellativo che significa “ primo protettore del ponte”.

Lo stesso titolo più tardi, venne usato dal vescovo di Roma ed anche oggi il papa si fa chiamare così.

Quando più tardi si spostarono da Pergamo a Roma, i sacerdoti babilonesi riuscirono con successo a paganizzare la cristianità e, con la loro influenza, contribuirono alla formazione dei riti religiosi che si sono insinuati nella chiesa ritualistica.

La storia biblica di Babilonia ci insegna che essa è stata la città dove il popolo di Dio è stato deportato a causa della sua infedeltà.

Nello stesso modo, la chiesa apostata è il luogo dove i cristiani vero hanno vissuto come stranieri, come profeti inascoltati, hanno subito l’onta del disprezzo e la persecuzione (Daniele e i suoi amici), considerati ma mai adeguatamente riconosciuti come uomini di Dio), dove gli interessi politici e personali sono sempre stati sopra la verità e la fedeltà.

Babilonia è quindi il simbolo dell’apostasia e della sostituzione blasfema del culto degli idoli al culti di Dio in Cristo.

Isaia profetizzava sulla Babilonia assira, come se avesse lo stesso quadro di Giovanni davanti, così: “Ecco il giorno del SIGNORE giunge: giorno crudele, d'indignazione e d'ira furente, che farà della terra un deserto e ne distruggerà i peccatori.

Poiché le stelle e le costellazioni del cielo non faranno più brillare la loro luce; il sole si oscurerà mentre sorge, la luna non farà più risplendere il suo chiarore.

Io punirò il mondo per la sua malvagità e gli empi per la loro iniquità; farò cessare l'alterigia dei superbi e abbatterò l'arroganza dei tiranni.

Renderò gli uomini più rari dell'oro fino, più rari dell'oro di Ofir.

Perciò farò tremare i cieli, e la terra sarà scossa dal suo luogo per l'indignazione del SIGNORE degli eserciti, nel giorno della sua ira furente.

Allora, come gazzella inseguita, o come pecora che nessuno raccoglie, ognuno si volgerà verso il suo popolo, ognuno fuggirà al proprio paese.

Chiunque sarà trovato, sarà trafitto, chiunque sarà preso, cadrà di spada.

I loro bimbi saranno schiacciati davanti ai loro occhi, le loro case saranno saccheggiate, le loro mogli saranno violentate.

Ecco, io spingo contro di loro i Medi, i quali non fanno alcun caso dell'argento e non prendono alcun piacere nell'oro.

I loro archi atterreranno i giovani ed essi non avranno pietà del frutto del seno: l'occhio loro non risparmierà i bambini.

Babilonia, lo splendore dei regni, la superba bellezza dei Caldei, sarà come Sodoma e Gomorra quando Dio le distrusse.

Essa non sarà mai più abitata, di epoca in epoca nessuno vi si stabilirà più; l'Arabo non vi pianterà più la sua tenda, né i pastori vi faranno più riposare le loro greggi; ma vi riposeranno le bestie del deserto e le sue case saranno piene di gufi; vi faranno dimora gli struzzi, le capre selvatiche vi balleranno.

Gli sciacalli ululeranno nei suoi palazzi, i cani selvatici nelle sue ville deliziose.

Il suo tempo sta per venire, i suoi giorni non saranno prolungati”. (Isaia 13:9-22)

“Poiché così mi ha parlato il Signore: «Va', metti una sentinella; che essa annunci quanto vedrà! Vedrà carri, cavalieri a due a due, truppa a dorso d'asini, truppa a dorso di cammelli; osservi, osservi attentamente».

Poi la vedetta gridò:

«Signore, di giorno io sto sempre sulla torre di vedetta e tutte le notti sono in piedi nel mio posto di guardia. Ed ecco venire un carro con un uomo e due cavalli.

Quello gridava:

"Caduta, caduta è Babilonia! E tutte le immagini scolpite dei suoi dèi sono frantumate al suolo"».

Popolo mio, che sei trebbiato come il grano della mia aia, ciò che ho udito dal SIGNORE degli eserciti, dal Dio d'Israele, io te l'ho annunciato!” (Isaia 21:6-10)

 

“Scendi e siedi sulla polvere, vergine figlia di Babilonia! Siediti in terra, senza trono, figlia dei Caldei! Infatti non sarai chiamata più la delicata, la voluttuosa.

Metti mano alla mola e macina farina; lèvati il velo, àlzati lo strascico, scopriti la gamba e passa i fiumi! Si scopra la tua nudità, si veda la tua vergogna; io farò vendetta e non risparmierò anima viva.

Il nostro redentore si chiama SIGNORE degli eserciti, il Santo d'Israele.

Siediti in silenzio e va' nelle tenebre, figlia dei Caldei, poiché non sarai più chiamata la signora dei regni.

Io mi adirai contro il mio popolo, profanai la mia eredità e li diedi in mano tua; tu non avesti per essi alcuna pietà; facesti gravare duramente il tuo giogo sul vecchio, e dicesti: "Io sarò signora per sempre".

Non prendesti a cuore e non immaginasti la fine di tutto questo.

Ora ascolta questo, o voluttuosa, che abiti al sicuro, e dici in cuor tuo:

"Io, e nessun altro all'infuori di me; io non rimarrò mai vedova e non conoscerò privazione di figli"; ma queste due cose ti avverranno in un attimo, in uno stesso giorno:

privazione di figli e vedovanza; ti piomberanno addosso tutte assieme, nonostante la moltitudine dei tuoi sortilegi e la grande abbondanza dei tuoi incantesimi.

Tu ti fidavi della tua malizia e dicevi: "Nessuno mi vede", la tua saggezza e la tua scienza ti hanno sviata e tu dicevi in cuor tuo: "Io, e nessun altro fuori di me".

Ma un male verrà sopra di te, che non saprai come scongiurare; una calamità ti piomberà addosso, che non potrai allontanare con alcuna espiazione: ti cadrà improvvisamente addosso una rovina imprevedibile.

Sta' pure con i tuoi incantesimi e con i tuoi numerosi sortilegi, nei quali ti sei affaticata fin dalla tua giovinezza! Forse potrai trarne profitto, forse riuscirai a incutere terrore.

Tu sei stanca di tutte le tue consultazioni; si alzino dunque quelli che misurano il cielo, che osservano le stelle, che fanno pronostici a ogni novilunio; ti salvino essi dalle cose che ti piomberanno addosso!

Ecco, essi sono come stoppia; il fuoco li consuma; non salveranno la loro vita dalla violenza della fiamma; non ne rimarrà brace a cui scaldarsi, né fuoco davanti al quale sedersi.

Così sarà la sorte di quelli intorno a cui ti sei affaticata.

Quelli che hanno trafficato con te fin dalla tua giovinezza andranno senza meta ognuno per conto suo e non ci sarà nessuno che ti salvi”. (Isaia 47)

Anche il profeta Geremia profetizzava contro Babilonia dell’Impero persiano, con precisione, in questo modo: “Così parla il SIGNORE:   «Ecco, io faccio levare contro Babilonia e contro gli abitanti di questo paese, che è il cuore dei miei nemici, un vento distruttore; mando contro Babilonia degli stranieri che la ventileranno, e vuoteranno il suo paese; poiché, nel giorno della calamità, piomberanno su di lei da tutte le parti.

Tenda l'arciere il suo arco contro chi tende l'arco e contro chi si erge fieramente nella sua corazza! Non risparmiate i suoi giovani, votate allo sterminio tutto il suo esercito!

Cadano uccisi nel paese dei Caldei, crivellati di ferite per le vie di Babilonia!

Infatti Israele e Giuda non sono abbandonati dal loro Dio, il SIGNORE degli eserciti; il paese dei Caldei è pieno di colpe contro il Santo d'Israele.

Fuggite di mezzo a Babilonia, salvi ognuno la sua vita, guardate di non perire per l'iniquità di lei! Poiché questo è il tempo della vendetta del SIGNORE; egli le dà la sua retribuzione.

Babilonia era nelle mani del SIGNORE una coppa d'oro, che ubriacava tutta la terra; le nazioni hanno bevuto il suo vino, perciò le nazioni sono divenute deliranti.

All'improvviso, Babilonia è caduta, è frantumata.

Alzate su di lei alti lamenti, prendete del balsamo per il suo dolore; forse guarirà!

"Noi abbiamo voluto guarire Babilonia, ma essa non è guarita; abbandonatela, e andiamocene ognuno al nostro paese; poiché la sua punizione arriva fino al cielo, s'innalza fino alle nuvole.

Il SIGNORE ha fatto emergere i nostri diritti; venite, raccontiamo in Sion l'opera del SIGNORE nostro Dio".

Appuntite le frecce, imbracciate gli scudi!

Il SIGNORE ha eccitato lo spirito dei re dei Medi, perché il suo disegno contro Babilonia è di distruggerla; poiché questa è la vendetta del SIGNORE, la vendetta del suo tempio.

Alzate la bandiera contro le mura di Babilonia!

Rinforzate le guardie, mettete le sentinelle, preparate gli agguati!

Poiché il SIGNORE ha preso una decisione e già mette in pratica ciò che ha detto contro gli abitanti di Babilonia.

O tu che abiti in riva alle grandi acque, tu che abbondi di tesori, la tua fine è giunta, il termine delle tue rapine!

Il SIGNORE degli eserciti l'ha giurato per se stesso:

Sì, certo, io ti riempirò di uomini come di locuste ed essi alzeranno contro di te grida di trionfo.

Egli, con la sua potenza, ha fatto la terra, con la sua saggezza ha stabilito fermamente il mondo; con la sua intelligenza ha disteso i cieli.

Quando fa udire la sua voce, c'è un rumore d'acque nel cielo, egli fa salire i vapori dalle estremità della terra, fa guizzare i lampi per la pioggia e sprigiona il vento dai suoi serbatoi; ogni uomo allora diventa stupido, privo di conoscenza, ogni orafo ha vergogna delle sue immagini scolpite; perché le sue immagini fuse sono menzogna e non c'è soffio vitale in loro.

Sono vanità, lavoro d'inganno; nel giorno del castigo, periranno.

A loro non somiglia Colui che è la parte di Giacobbe; perché Egli ha formato tutte le cose, e Israele è la tribù della sua eredità. Il suo nome è: SIGNORE degli eserciti.

O Babilonia, tu sei stata per me un martello, uno strumento di guerra; con te ho schiacciato le nazioni, con te ho distrutto i regni; con te ho schiacciato cavalli e cavalieri, con te ho schiacciato i carri e chi vi stava sopra; con te ho schiacciato uomini e donne, con te ho schiacciato vecchi e bambini, con te ho schiacciato giovani e fanciulle; con te ho schiacciato i pastori e le loro greggi, con te ho schiacciato i lavoratori e i loro buoi aggiogati, con te ho schiacciato governatori e magistrati.

Ma, sotto i vostri occhi, io renderò a Babilonia e a tutti gli abitanti della Caldea, tutto il male che hanno fatto a Sion», dice il SIGNORE.

«Eccomi a te, o montagna di distruzione», dice il SIGNORE; «a te che distruggi tutta la terra! Io stenderò la mia mano su di te, ti rotolerò giù dalle rocce e farò di te una montagna bruciata.

Da te non si trarrà più pietra angolare, né pietre da fondamenta; ma tu sarai una desolazione perenne», dice il SIGNORE.

«Alzate una bandiera sulla terra, suonate la tromba fra le nazioni, preparate le nazioni contro di lei, chiamate a raccolta contro di lei i regni d'Ararat, di Minni e d'Aschenaz, costituite contro di lei dei generali, fate avanzare i cavalli come locuste dalle ali ritte!

Preparate contro di lei le nazioni, i re di Media, i suoi governatori, tutti i suoi magistrati e tutti i paesi dei suoi domini.

La terra trema, è in doglie, perché i disegni del SIGNORE contro Babilonia si effettuano: di ridurre il paese di Babilonia in un deserto senza abitanti.

I prodi di Babilonia cessano di combattere; se ne stanno nelle loro fortezze; la loro bravura è venuta meno, sono come donne; le sue abitazioni sono in fiamme, le sbarre delle sue porte sono spezzate.

Un corriere incrocia l'altro, un messaggero incrocia l'altro, per annunciare al re di Babilonia che la sua città è presa da ogni lato, che i guadi sono occupati, che le paludi sono in preda alle fiamme, che gli uomini di guerra sono allibiti».

Poiché così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: «La figlia di Babilonia è come un'aia al tempo in cui la si trebbia; ancora un poco, e verrà per lei il tempo della mietitura».

«Nabucodonosor, re di Babilonia, ci ha divorati, ci ha schiacciati, ci ha posti là come un vaso vuoto; ci ha inghiottiti come un dragone; ha riempito il suo ventre con le nostre delizie, ci ha cacciati via.

La violenza che mi è fatta e il tormento della mia carne ricadano su Babilonia!», dirà l'abitante di Sion. «Il mio sangue ricada sugli abitanti di Caldea!», dirà Gerusalemme.

Perciò, così parla il SIGNORE:

«Ecco, io difenderò la tua causa e farò la tua vendetta!

Io prosciugherò il suo mare, disseccherò la sua sorgente.

Babilonia diventerà un mucchio di macerie, un covo di sciacalli, un oggetto di stupore e di scherno, un luogo senza abitanti.

Essi ruggiranno assieme come leoni, grideranno come piccoli di leonesse.

Quando saranno riscaldati, darò loro da bere, li ubriacherò perché stiano allegri, e poi si addormentino di un sonno perenne e non si risveglino più», dice il SIGNORE.

«Io li farò scendere al macello come agnelli, come montoni, come capri.

Come mai è stata presa Sesac, ed è stata conquistata colei che era il vanto di tutta la terra?

Come mai Babilonia è diventata una desolazione, fra le nazioni?

Il mare è salito su Babilonia; essa è stata coperta dal tumulto dei suoi flutti.

Le sue città sono diventate una desolazione, una terra arida, un deserto, un paese dove non abita più nessuno, per dove non passa più nessun figlio d'uomo.

Io punirò Bel a Babilonia, gli trarrò di gola ciò che ha trangugiato; le nazioni non affluiranno più a lui; perfino le mura di Babilonia sono cadute.

O popolo mio, uscite di mezzo a lei, salvi ciascuno la sua vita davanti all'ardente ira del SIGNORE!

Il vostro cuore non si avvilisca, non vi spaventate delle voci che si udranno nel paese; poiché un anno correrà una voce e l'anno seguente correrà un'altra voce; ci sarà nel paese violenza, dominatore contro dominatore.

Perciò, ecco, i giorni vengono in cui io farò giustizia delle immagini scolpite di Babilonia: tutto il suo paese sarà coperto di vergogna, tutti i suoi feriti a morte cadranno in mezzo a lei.

I cieli, la terra, e tutto ciò che è in essi, esulteranno su Babilonia, perché i devastatori piomberanno su di lei dal settentrione», dice il SIGNORE.

«Come Babilonia ha fatto cadere i feriti a morte d'Israele, così in Babilonia cadranno i feriti a morte di tutto il paese. O voi che siete scampati dalla spada, partite, non vi fermate, ricordatevi, mentre siete lontano, del SIGNORE, e Gerusalemme vi ritorni in cuore!»

«Noi eravamo coperti d'infamia all'udire gli insulti, la vergogna ci copriva la faccia, perché gli stranieri erano venuti nel santuario della casa del SIGNORE».

«Perciò, ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE, «in cui io farò giustizia delle sue immagini scolpite e in tutto il suo paese gemeranno i feriti a morte.

Anche se Babilonia si elevasse fino al cielo, anche se rendesse inaccessibili i suoi alti baluardi, le verranno da parte mia dei devastatori», dice il SIGNORE.

«Giunge da Babilonia un grido, la notizia di un gran disastro dalla terra dei Caldei.

Il SIGNORE infatti devasta Babilonia e fa cessare il suo grande rumore; le onde dei devastatori muggono come grandi acque, se ne ode il fracasso; perché il devastatore piomba su di lei, su Babilonia, i suoi prodi sono presi, i loro archi spezzati, poiché il SIGNORE è il Dio delle retribuzioni, non manca di rendere ciò che è dovuto.

Io ubriacherò i suoi capi e i suoi saggi, i suoi governatori, i suoi magistrati, i suoi prodi, ed essi si addormenteranno di un sonno perenne, e non si risveglieranno più», dice il Re, che si chiama SIGNORE degli eserciti.

Così parla il SIGNORE degli eserciti: «Le larghe mura di Babilonia saranno spianate al suolo, le sue alte porte saranno incendiate; così i popoli avranno lavorato per nulla, le nazioni si saranno stancate per il fuoco».

Ordine dato dal profeta Geremia a Seraia, figlio di Neria, figlio di Maaseia, quando si recò a Babilonia con Sedechia, re di Giuda, il quarto anno del regno di Sedechia. Seraia era responsabile delle soste.

Geremia scrisse in un libro tutto il male che doveva accadere a Babilonia, cioè tutte queste parole che sono scritte riguardo a Babilonia.

Geremia disse a Seraia: «Quando sarai arrivato a Babilonia, avrai cura di leggere tutte queste parole, e dirai: "O SIGNORE, tu hai detto di questo luogo che lo avresti distrutto, al punto che non sarebbe stato più abitato né da uomo, né da bestia, e che sarebbe stato ridotto in una desolazione perenne". Quando avrai finito di leggere questo libro, tu vi legherai una pietra, lo getterai in mezzo all'Eufrate, e dirai: "Così affonderà Babilonia, e non si rialzerà più, a causa del male che io faccio venire su di lei; cadrà esausta". (Geremia 51)

 

L'angelo si serve del detto profetico, nella sua descrizione; ma che la caduta non sia ancora avvenuta nella realtà, risulta dal fatto che in Apocalisse 18:4 il popolo di Dio è invitato ad uscire prima della rovina della città e in Apocalisse 18:8-9 e segg. i verbi sono al futuro: 'verranno le sue piaghe', 'sarà arsa', 'i re la piangeranno'; cfr. Apocalisse 18:15,21.

Una importante riflessione la possiamo trarre dalle parole dell'angelo che ricordano quelle d'Isaia relative alla Babilonia antica: 'Essa non sarà mai più abitata... vi riposeranno le bestie del deserto e le sue case saran piene di gufi; vi faran la loro dimora gli struzzi, i satiri vi balleranno. Gli sciacalli ululeranno nei suoi palazzi, i cani salvatici nelle sue ville deliziose' Isaia 13:20-22.

Cfr. Isaia 34:11-15 ov'è descritta la rovina di Edom i cui abitanti saranno il pellicano, il porcospino, la civetta, il corvo, i serpenti e gli avvoltoi, animali impuri secondo la legge mosaica.

Le rovine che son ricetto d'animali impuri, che parlano di morte, salario del peccato, sono rappresentate come dimora prediletta degli spiriti immondi che lavorano alla rovina dell'umanità.

L’angelo dichiara apertamente che la grande Babilonia è diventata:

- “ricettacolo” (ovvero luogo di raccolta) di demoni;

- “covo” (ovvero luogo nascosto per lo svolgimento di attività clandestine o illecite, nascondiglio) di ogni spirito immondo;

- “rifugio” ( ovvero luogo di protezione), di ogni uccello impuro e abominevole (pensieri malvagi).

***

3 Poichè tutte le nazioni han bevuto del vino dell'ira della sua fornicazione, e i re della terra han fornicato con lei, e i mercanti della terra si sono arricchiti con la sua sfrenata lussuria.

 Accanto al giudizio che attende la cristianità infedele ed il centro di essa, è posto l'accenno a tre dei grandi peccati per i quali è punita:

-          l'aver traviate e sedotte le moltitudini trascinandole nell'errore, nell'idolatria, nella mondanità e infine nell'apostasia;

-          le relazioni ed alleanze immorali coi potenti della terra (detentori del potere politico);

-          la sfrenata lussuria attestata dalla ricchezza dei mercanti (principi della terra e detentori del potere finanziario), e che implica un lusso, un fasto smodato, e la sete di godimenti d'ogni sorta. Vedi Apocalisse 14:8; 17:2,4; 18:11-16.

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4 Poi udii un'altra voce dal cielo che diceva: Uscite da essa, o popolo mio, affinchè non siate partecipi dei suoi peccati e non abbiate parte alle sue piaghe;

 La voce sembra essere di un angelo che faccia udire un invito di Dio.

In Apocalisse 18:4 dice 'popolo mio', ma in Apocalisse 18:5,8 parla di Dio alla terza persona.

L'invito ricorda quello rivolto a Lot ed alla sua famiglia quando fu distrutta Sodoma:

“Quegli uomini dissero a Lot: «Chi hai ancora qui? Fa' uscire da questo luogo generi, figli, figlie e chiunque dei tuoi è in questa città, perché noi distruggeremo questo luogo.

Infatti il grido contro i suoi abitanti è grande davanti al SIGNORE, e il SIGNORE ci ha mandati a distruggerlo».  Allora Lot uscì, parlò ai suoi generi che avevano preso le sue figlie, e disse: «Alzatevi, uscite da questo luogo, perché il SIGNORE sta per distruggere la città».

Ma ai suoi generi parve che volesse scherzare.

Quando l'alba cominciò ad apparire, gli angeli sollecitarono Lot, dicendo: «Àlzati, prendi tua moglie e le tue figlie che si trovano qui, perché tu non perisca nel castigo di questa città».

Ma egli indugiava; e quegli uomini presero per la mano lui, sua moglie e le sue due figlie, perché il SIGNORE lo voleva risparmiare; lo portarono via, e lo misero fuori della città.

Dopo averli fatti uscire, uno di quegli uomini disse: «Metti la tua vita al sicuro: non guardare indietro e non ti fermare in alcun luogo della pianura; cerca scampo sul monte, altrimenti perirai!” (Genesi 19:12-17)

 

Oppure quello rivolto agli Israeliti prima del giudizio su Babilonia:

“O popolo mio, uscite di mezzo a lei, e salvi ciascuno la sua vita d'innanzi all'ardente ira dell'Eterno”. (Geremia 51:6,45)

 Gesù aveva avvertito i cristiani di Giudea di 'fuggire ai monti' quando sarebbe vicina la presa di Gerusalemme; e fuggirono infatti a Pella. Matteo 24:15-18.

Così i fedeli dovranno separare la loro responsabilità dalla cristianità infedele e uscir dalla città condannata prima che sia colpita dal castigo divino.

L'invito celeste fa presagire l'imminenza del giudizio e sembra indicare che, al tempo opportuno, Dio non mancherà di mostrare al suo popolo la via del dovere e della salvezza.

Il fatto di uscire da Babilonia ha un preciso significato: affinchè non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi castighi. Anche Paolo scriveva a Timoteo una esortazione simile: “ Ti scongiuro, davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti, di osservare queste cose senza pregiudizi, e di non fare nulla con parzialità. Non imporre con troppa fretta le mani a nessuno, e non partecipare ai peccati altrui; consèrvati puro”. (1 Timoteo 5:21-22)

 

Siamo certi di non partecipare ai peccati altrui?

Da notare l’enfasi con la quale Paolo esorta Timoteo!!!

Come si può partecipare ai peccati altrui?

L’apostolo Giovanni ci da un indicazione: “ Poiché molti seduttori sono usciti per il mondo, i quali non riconoscono pubblicamente che Gesù Cristo è venuto in carne. Quello è il seduttore e l'anticristo. Badate a voi stessi affinché non perdiate il frutto delle opere compiute, ma riceviate piena ricompensa.

Chi va oltre e non rimane nella dottrina di Cristo, non ha Dio.

Chi rimane nella dottrina, ha il Padre e il Figlio.

Se qualcuno viene a voi e non reca questa dottrina, non ricevetelo in casa e non salutatelo.

Chi lo saluta, partecipa alle sue opere malvagie”. (2 Giovanni 7-11)

 L'ordine di uscire dalla Chiesa infedele interessa tutti i credenti sinceri disseminati nella cristianità.

Esso ha dato luogo a innumerevoli e dolorosi drammi di coscienza.

Non basta dissentire in segreto; non basta neppure protestare, sebbene questo, dove lo si possa fare, sia doveroso; bisogna uscire perchè questo è l'unico modo di separare apertamente la propria responsabilità dalla comunità infedele.

Così soltanto non si partecipa, nè con atti individuali, nè con la solidarietà morale, ai peccati di Babilonia; così soltanto uno provvede alla propria salvezza non soffocando la voce della coscienza, non confermando altri nell'errore, non esponendo se stesso ai giudizi di Dio.

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5 poichè i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo (cfr. Geremia 51:9) e Dio si è ricordato delle iniquità di lei.

 Dopo il tempo della pazienza è venuto quello della giustizia.

Dio, già una volta provvide a sopprimere il mondo pre-diluviano per dei precisi motivi: “Il SIGNORE vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo.

Il SIGNORE si pentì d'aver fatto l'uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuor suo.

E il SIGNORE disse: «Io sterminerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato: dall'uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli; perché mi pento di averli fatti”. (Genesi 6:5-7)

 

Dio provvide però un’arca di salvezza per il residuo del genere umano, e di Noè è detto:

“Per fede Noè, divinamente avvertito di cose che non si vedevano ancora, mosso da pio timore, preparò un'arca per la salvezza della propria famiglia; e per essa fede condannò il mondo e fu fatto erede della giustizia che si ha mediante la fede”. (Ebrei 11:7)

 

Gesù riprese questo esempio nel suo discorso profetico: “ Ma quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo.

Come fu ai giorni di Noè, così sarà alla venuta del Figlio dell'uomo.

Infatti, come nei giorni prima del diluvio si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e s'andava a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e la gente non si accorse di nulla, finché venne il diluvio che portò via tutti quanti, così avverrà alla venuta del Figlio dell'uomo.

Allora due saranno nel campo; l'uno sarà preso e l'altro lasciato; due donne macineranno al mulino: l'una sarà presa e l'altra lasciata.

Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà.

Ma sappiate questo, che se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte il ladro deve venire, veglierebbe e non lascerebbe scassinare la sua casa.

Perciò, anche voi siate pronti; perché, nell'ora che non pensate, il Figlio dell'uomo verrà.

Qual è mai il servo fedele e prudente che il padrone ha costituito sui domestici per dare loro il vitto a suo tempo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà così occupato!”

(Matteo 24:36-46)

 Ora è simbolico che i peccati si sono accumulati fino al cielo, e questo ci ricorda la torre di Babele e l’intento con la quale è stata costruita:

“Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamo dei mattoni cotti con il fuoco!»

Essi adoperarono mattoni anziché pietre, e bitume invece di calce.

Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga fino al cielo; acquistiamoci fama, affinché non siamo dispersi sulla faccia di tutta la terra”. (Genesi 11:3-4)

 Il confondere le lingue e il disperderli è stato un atto di grazia di Dio.

Negli ultimi tempi, con la globalizzazione del mondo, ritorna il vecchio intento malefico (vedasi banconota da 1 dollaro USA).

Dio ha provveduto anche questa volta un’arca di Salvezza: Gesù Cristo!.

Dio si è ricordato di Babilonia (cfr Geremia 51:63-64 con Apocalisse 16-12 e 19)

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6 Rendetele il contraccambio di quello ch'ella ha fatto e rendetele al doppio la retribuzione delle sue opere. Nel calice in cui ha mesciuto agli altri, mescetele il doppio.

 L'ordine è rivolto, non ai fedeli, ma agli esecutori umani od angelici della sentenza divina.

La retribuzione deve esser piena, abbondante, rispondente alla natura dei peccati commessi.

L’arte di mesciare il vino trova parecchi paralleli nella scrittura: “Figlio mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie; perché la prostituta è una fossa profonda, e la straniera, un pozzo stretto.

Anch'essa sta in agguato come un ladro, e accresce fra gli uomini il numero dei traditori.

Per chi sono gli «ahi»? Per chi gli «ahimè»? Per chi le liti? Per chi i lamenti?

Per chi le ferite senza ragione? Per chi gli occhi rossi?

Per chi s'indugia a lungo presso il vino, per quei che vanno a gustare il vino tagliato.

Non guardare il vino quando rosseggia, quando scintilla nel bicchiere e va giù così facilmente!

Alla fine, esso morde come un serpente e punge come una vipera.

I tuoi occhi vedranno cose strane, e il tuo cuore farà dei discorsi pazzi.

Sarai come chi si coricasse in mezzo al mare, come chi si coricasse in cima a un albero di nave.

Dirai: «M'hanno picchiato e non m'hanno fatto male; mi hanno percosso e non me ne sono accorto. Quando mi sveglierò? Tornerò a cercarne ancora!” (Proverbi 23:26-35)

 A proposito di doppia retribuzione, guardiamo come venne retribuito Giobbe per la sua costanza nella prova: “… il SIGNORE lo ristabilì nella condizione di prima e gli rese il doppio di tutto quello che già gli era appartenuto”. (Giobbe 42:10)

 Il Signore è generoso!!!! Investiamo in Lui!!!

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7 Quanto ella ha glorificato se stessa ed ha lussureggiato, tanto datele di tormento e di cordoglio.

 All'orgoglio sarà proporzionata l'umiliazione; alla ricerca del piacere, il tormento.

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Poichè ella dice in cuor suo: Io seggo regina e non son vedova e non vedrò mai cordoglio.

 Era questo il vanto superbo dell'antica Babilonia, che l’angelo riprende testualmente:

“Io sarò signora per sempre".

Non prendesti a cuore e non immaginasti la fine di tutto questo.

Ora ascolta questo, o voluttuosa, che abiti al sicuro, e dici in cuor tuo:

"Io, e nessun altro all'infuori di me; io non rimarrò mai vedova e non conoscerò privazione di figli".  (Isaia 47:7-8)

 Ripetuto in altra forma da Roma quando si chiama la 'Città eterna'.  Al vanto risponde la carnale sicurezza della Chiesa degenere, dimentica del giudizio che l'attende.

Come gli somiglia l’angelo della Chiesa di Laodicea:

“Tu dici: 'Sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di niente!”. (Apocalisse 3:17)

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8 Perciò, in uno stesso giorno, verranno le sue piaghe, mortalità, e cordoglio e fame, e sarà consumata dal fuoco (Cfr. Geremia 50:32; 51:25,30,58), poichè potente è il Signore Iddio che l'ha giudicata.

 Nell'onnipotenza di Dio sta la garanzia dell'esecuzione della sua sentenza.

Babilonia si credeva immortale, i figlio di Core, riferendosi agli stolti salmeggiavano così:

 “Pensano che le loro case dureranno per sempre e che le loro abitazioni siano eterne; perciò danno i loro nomi alle terre.

Ma anche tenuto in grande onore, l'uomo non dura; egli è simile alle bestie che periscono.

Questo loro modo di comportarsi è follia; eppure i loro successori approvano i loro discorsi.

Sono cacciati come pecore nel soggiorno dei morti; la morte è il loro pastore; e al mattino gli uomini retti li calpestano. La loro gloria deve consumarsi nel soggiorno dei morti, e non avrà altra dimora”. (Salmo 49:11-14)

Continuando la lettura del passo profetico di Isaia, vediamo come è letterale il giudizio:

“…ma queste due cose ti avverranno in un attimo, in uno stesso giorno:

privazione di figli e vedovanza; ti piomberanno addosso tutte assieme, nonostante la moltitudine dei tuoi sortilegi e la grande abbondanza dei tuoi incantesimi”. (Isaia 47:9)

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9 E i re della terra che fornicavano e lussureggiavano con lei la piangeranno e faranno cordoglio per lei quando vedranno il fumo del suo incendio, e standosene da lungi, per tema del suo tormento, diranno: Ahi! Ahi! Babilonia, la gran città, la potente città! il tuo giudizio è venuto in un momento!

 

LA REAZIONE DEI RE DELLA TERRA

 I re piangono e fanno cordoglio perchè perdono in Babilonia un utile ausiliare dei loro progetti terreni, e del loro despotismo.

I re della terra (i detentori del potere politico, forse non appartenenti alle dieci corna che hanno spogliato e ucciso la prostituta – cfr Apocalisse 17:12 e 16-17), commentano la caduta della città.

Essi, dice Giovanni, che fornicavano (partecipavano ai riti religiosi), vivevano in lascivie con lei (condividevano il suo lusso, le sue ricchezze).

Questi re piangeranno e faranno cordoglio, a differenza dei santi che gioiranno di questa disfatta.

Questi re saranno spaventati e se ne staranno lontani e da politici esperti riconosceranno la disfatta della città di Babilonia.

Giovanni non contempla nella visione la rovina di Babilonia, nè l'angelo gliela descrive; ma la grandezza della catastrofe risulta dal lamento che sulla città distrutta faranno tutti quelli che avevano interesse nella sua conservazione.

L’espressione grafica e poetica per dire: quando la vedranno colpita dal giudizio di Dio.

Anche a Lot, come a Giovanni non fu permesso di vedere la fine di Sodoma e Gomorra:

“Dopo averli fatti uscire, uno di quegli uomini disse: «Metti la tua vita al sicuro: non guardare indietro e non ti fermare in alcun luogo della pianura; cerca scampo sul monte, altrimenti perirai!” (Genesi 19:17)

E Abraamo, come Giovanni, vide solo il fumo dell’incendio: “Abraamo si alzò la mattina presto e andò al luogo dove si era prima fermato davanti al SIGNORE;  guardò verso Sodoma e Gomorra e verso tutta la regione della pianura, ed ecco vide un fumo che saliva dalla terra, come il fumo di una fornace”. (Genesi 19:27-28)

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11  I mercanti della terra piangeranno e faranno cordoglio per lei, perchè nessuno compera più le loro mercanzie: mercanzie d'oro, d'argento, di pietre preziose, di perle, di lino fino, di porpora, di seta, di scarlatto e ogni sorta di legno odoroso, e ogni sorta d'oggetti d'avorio e ogni sorta d'oggetti di legno preziosissimo e di rame, di ferro e di marmo, e la cannella e le essenze, e i profumi e gli unguenti, e l'incenso, e il vino e l'olio, e il fior di farina, e il grano, e i buoi, e le pecore, e i cavalli e i carri e i corpi e le anime d'uomini.

E i frutti che l'anima tua appetiva se ne sono andati lungi da te; e tutte le cose delicate e sontuose son perdute per te e non si troveranno mai più.

I mercanti di queste cose che sono stati arricchiti da lei se ne staranno da lungi, come i re, per tema del suo tormento, piangendo e facendo cordoglio, e dicendo: Ahi! Ahi! la gran città ch'era vestita di lino fino e di porpora e di scarlatto, e adorna d'oro e di pietre preziose e di perle. Una cotanta ricchezza è stata devastata in un momento!

 

LA REAZIONE DEI MERCANTI

 I mercanti sono i principi della terra (cfr Apocalisse 18:23), rappresentati da coloro che detengono il potere finanziario, presenti nella descrizione di coloro che congiurano contro il Cristo (cfr Salmo 2).

I mercanti piangono e fanno cordoglio perchè perdono un vasto mercato, da cui traevano lauti guadagni.

Essi, dice Giovanni, che sono stati arricchiti da lei  (sfruttavano la religione ed i suoi rituali per arricchirsi) ed ora piangono e fanno cordoglio perché nessuno compra più le loro merci.

Gesù stesso ebbe a contrastare questo mercanteggiare nel tempio già ai suoi tempi e manifestò tutta la sua disapprovazione: “Poi, entrato nel tempio, cominciò a scacciare i venditori, dicendo loro: «Sta scritto: "La mia casa sarà una casa di preghiera", ma voi ne avete fatto un covo di ladri”. (Luca 19:45-46)

 Già Gesù definì il tempio un covo di ladri! (cfr Apocalisse 18:2) riprendendo la profezia di Geremia: “È forse, agli occhi vostri, una spelonca di ladri questa casa sulla quale è invocato il mio nome? Ecco, tutto questo io l'ho visto", dice il SIGNORE”. (Geremia 7:11)

 Questi mercanti piangeranno e faranno cordoglio, a differenza dei santi che gioiranno di questa disfatta.

Questi mercanti saranno spaventati e se ne staranno lontani e riconosceranno la disfatta della città di Babilonia.

L’angelo elenca tutte le mercanzie che sono state l’oggetto dell’arricchimento, oltre a tutti i metalli, tessuti elementi e profumi, animali, (cose di altissimo pregio e ritenute ancora oggi “beni rifugio” cfr con Apocalisse 18:2), spiccano i corpi e le anime di uomini, due termini che sono adoperati nell'Antico Testamento per indicare gli schiavi o i prigionieri di guerra: Ezechiele 27:13...: «Anch'essi trafficano teco (Tiro); danno anime umane e utensili di rame in scambio delle tue mercanzie»; 1Cronache 5:21: «Essi presero il bestiame dei vinti... e centomila anime umane (Ebraico)».

Per i mercanti, per Babilonia, i corpi e le anime degli uomini sono semplici oggetti per il proprio arricchimento!

Giacomo fa un solenne ammonimento ai ricchi che accumulano tesori negli ultimi tempi:

A voi ora, o ricchi! Piangete e urlate per le calamità che stanno per venirvi addosso!

Le vostre ricchezze sono marcite e le vostre vesti sono tarlate.

Il vostro oro e il vostro argento sono arrugginiti, e la loro ruggine sarà una testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come un fuoco.

Avete accumulato tesori negli ultimi giorni”. (Giacomo 5:1-3)

 Gli autori pagani attestano la enorme quantità di mercanzie d'ogni genere che affluivano a Roma antica da tutte le parti del monda: dall'India, dall'Arabia, dalla Mesopotamia, dall'Egitto e da tutte le rive e paesi del Mediterraneo.

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17 E tutti i piloti e tutti i naviganti e i marinari e quanti trafficano sul mare se ne staranno da lungi; e vedendo il fumo dell'incendio d'essa esclameranno dicendo: Qual città era simile a questa gran città? Cfr. Ezechiele 27:32.

E si getteranno della polvere sul capo in segno di lutto, e grideranno, piangendo e facendo cordoglio, e dicendo: Ahi! Ahi! la gran città nella quale tutti coloro che avevano navi in mare s'erano arricchiti con la sua magnificenza! In un momento ella è stata ridotta in un deserto.

 LA REAZIONE DEI PILOTI, DEI MARINAI E DEI TRAFFICANTI

 I piloti (kubernhthV) son quelli che governano la nave e comprendono i capitani; i naviganti son quelli che fanno il cabotaggio, i marinari (nautai) sono i proprietari di navi anche di lungo corso; quelli che trafficano sul mare (lett. che lavorano il mare) son tutti quelli che dal mare traggono i mezzi di sussistenza.

Questi trafficanti piangono e fanno cordoglio perchè perdono un vasto traffico, da cui traevano lauti guadagni.

Essi, dice Giovanni, che s'erano arricchiti con la sua magnificenza (sfruttavano la religione ed i suoi traffici per arricchirsi) ed ora piangono e fanno cordoglio perché il traffico viene a cessare.

Questi trafficanti piangeranno e faranno cordoglio, a differenza dei santi che gioiranno di questa disfatta.

Questi trafficanti se ne staranno lontani e riconosceranno la disfatta della città di Babilonia.

Per la terza volta in questo capitolo si parla del fuoco come dell'agente della distruzione di Babilonia. Cfr. Apocalisse 18:8-9,18 e anche in Apocalisse 18:15 ove la parola 'tormento' corrisponde all'incendio. Non si dice se l'incendio sarà opera degli uomini o conseguenza di terremoto o d'altra causa fortuita; ma è difficile dare a queste fiamme un senso simbolico.

Per la quarta volta torna l'affermazione della rapidità con la quale sarà effettuata la rovina della 'Babilonia': in un momento, in un giorno.

***

20 Rallegrati d'essa, o cielo, e voi santi, ed apostoli e profeti, rallegratevi poichè Dio, giudicandola, vi ha reso giustizia. (lett. ha giudicato il vostro giudizio).

 A differenza dei re della terra, dei mercanti e dei trafficanti che piangono e fanno cordoglio, vi è qui un invito a rallegrarsi in quanto finalmente è stata resa giustizia ai santi, apostoli e profeti!

Essa vi aveva condannati o perseguitati; condannando lei Dio ha rivendicato la vostra innocenza e la verità del Vangelo affidato ai suoi messaggeri.

Coloro che sono invitati a rallegrarsi sono considerati come abitanti del cielo insieme agli angeli che seguono con amore le vicende del regno di Dio sulla terra.

La caduta di Babilonia, come rappresentante della cristianità degenere, rallegra i santi cioè i credenti che furono da lei calunniati, condannati ed anche uccisi Apocalisse 17:6, gli apostoli e i profeti che hanno portato in alto la Verità e che vedono la fine della falsa chiesa e la dottrina adulterata, gettate entrambe alle fiamme.

***

21 Poi un potente angelo sollevò una pietra grossa come una gran macina, e la gettò nel mare dicendo: Così sarà con impeto precipitata Babilonia la gran città e non sarà più ritrovata.

 Come abbiamo già visto Geremia profetizzava con particolare precisione: “Ordine dato dal profeta Geremia a Seraia, figlio di Neria, figlio di Maaseia, quando si recò a Babilonia con Sedechia, re di Giuda, il quarto anno del regno di Sedechia. Seraia era responsabile delle soste.  Geremia scrisse in un libro tutto il male che doveva accadere a Babilonia, cioè tutte queste parole che sono scritte riguardo a Babilonia.

Geremia disse a Seraia: «Quando sarai arrivato a Babilonia, avrai cura di leggere tutte queste parole, e dirai: "O SIGNORE, tu hai detto di questo luogo che lo avresti distrutto, al punto che non sarebbe stato più abitato né da uomo, né da bestia, e che sarebbe stato ridotto in una desolazione perenne". Quando avrai finito di leggere questo libro, tu vi legherai una pietra, lo getterai in mezzo all'Eufrate, e dirai: "Così affonderà Babilonia, e non si rialzerà più, a causa del male che io faccio venire su di lei; cadrà esausta". ( Geremia 51:59-64)

 L'atto dell'angelo, come si conveniva all'importanza del giudizio, è più grandioso e simboleggia lo sdegno col quale Dio colpisce la chiesa che ha tradito la sua missione, la rapidità del giudizio ed il carattere radicale e definitivo di esso.

Non ci sarà più bisogno di asciugare il fiume Eufrate per aspettare il giudizio di Babilonia, essa è stata precipitata nel mare che non può asciugarsi e che sparirà con tutta la terra!

Il giudizio su Babilonia ci riporta a quello che disse Gesù circa un insegnamento fondamentale: “Gesù disse ai suoi discepoli: «È impossibile che non avvengano scandali, ma guai a colui per colpa del quale avvengono!

Sarebbe meglio per lui che una macina da mulino gli fosse messa al collo e fosse gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno solo di questi piccoli.

State attenti a voi stessi! Se tuo fratello pecca, riprendilo; e se si ravvede, perdonalo. Se ha peccato contro di te sette volte al giorno, e sette volte torna da te e ti dice: "Mi pento", perdonalo».

Allora gli apostoli dissero al Signore: «Aumentaci la fede!»

Il Signore disse: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo sicomoro: "Sràdicati e trapiàntati nel mare", e vi ubbidirebbe”. (Luca 17:1-5)

 Segue una descrizione poetica, analoga a quelle dei profeti, della solitudine completa che subentrerà alle feste allegre, al rumore delle industrie e del lavoro, alle gioie più tranquille della famiglia.

***

22 E in te non sarà più udito suono di arpisti nè di musici, nè di flautisti nè di sonatori di tromba; nè sarà più trovato in te artefice alcuno d'arte qualsiasi, nè s'udrà più in te rumore di macina.

E non rilucerà più in te lume di lampada e non s'udrà più in te voce di sposo e di sposa; perchè i tuoi mercanti erano i principi della terra, perchè tutte le nazioni sono state sedotte dalle tue malie, e in lei è stato trovato il sangue dei profeti e dei santi e di tutti quelli che sono stati uccisi sopra la terra.

 

Per il sangue dei profeti, dei santi e di tutti gli uccisi della terra si intende uccisi per la loro fede e per la loro testimonianza cristiana.

Essa è moralmente responsabile di quel sangue perchè è stato versato per suo ordine, o dietro sua istigazione, o in conseguenza dell'insegnamento anticristiano ch'essa ha impartito.

In Babilonia si trovano:

-          Le armonie musicali (anziché salmi, inni e cantici spirituali – cfr Efesini 5:19), facciamo attenzione sulla base di cosa scegliamo la “musica cristiana”.

-          L’arte, ovvero l’esaltazione delle capacità umane (anziché Cristo – cfr 2 Corinzi 4:5), facciamo attenzione su come ascoltiamo e predichiamo la Parola di Dio, ricordiamoci “dell’arte dell’eloquenza”.

-          Il servizio cristiano deve essere svolto nel segreto, il rumore della macina… …lasciamolo a Babilonia!

-          La luce di lampada (non di candelabro – cfr Apocalisse 2:3), noi siamo portatori di Luce non di lampade, le lampade (soggette a consumo ed usura, lasciamole a Babilonia)!

-          Voce di sposo o di sposa, l’autorità sul matrimonio è di Dio, non è la Chiesa che unisce o divide, è Dio che detta le regole sul matrimonio!

-          Le malie (o magie), lasciamole a Babilonia, noi predichiamo Cristo, Potenza di Dio (1 Corinzi 1:24)!

-          Il sangue dei profeti, dei santi e di tutti gli uccisi (i martiri), non si trovano (e non si trovino) questa cose nella Chiesa di Dio.

 

Confrontiamo le accuse e le sentenze contro Babilonia con quelle mosse da Gesù ai farisei:

“Allora Gesù parlò alla folla e ai suoi discepoli, dicendo: «Gli scribi e i farisei siedono sulla cattedra di Mosè. Fate dunque e osservate tutte le cose che vi diranno, ma non fate secondo le loro opere; perché dicono e non fanno. Infatti, legano dei fardelli pesanti e li mettono sulle spalle della gente; ma loro non li vogliono muovere neppure con un dito.

Tutte le loro opere le fanno per essere osservati dagli uomini; infatti allargano le loro filatterie e allungano le frange dei mantelli; amano i primi posti nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe, i saluti nelle piazze ed essere chiamati dalla gente: "Rabbì!"

Ma voi non vi fate chiamare "Rabbì"; perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. 

Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli.

Non vi fate chiamare guide, perché una sola è la vostra Guida, il Cristo; ma il maggiore tra di voi sia vostro servitore. Chiunque si innalzerà sarà abbassato e chiunque si abbasserà sarà innalzato.

Ma guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché serrate il regno dei cieli davanti alla gente; poiché non vi entrate voi, né lasciate entrare quelli che cercano di entrare.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché divorate le case delle vedove e fate lunghe preghiere per mettervi in mostra; perciò riceverete maggior condanna.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché viaggiate per mare e per terra per fare un proselito; e quando lo avete fatto, lo rendete figlio della geenna il doppio di voi.

Guai a voi, guide cieche, che dite: Se uno giura per il tempio, non importa; ma se giura per l'oro del tempio, resta obbligato. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l'oro o il tempio che santifica l'oro?

E se uno, voi dite, giura per l'altare, non importa; ma se giura per l'offerta che c'è sopra, resta obbligato. Ciechi! Che cosa è più grande: l'offerta o l'altare che santifica l'offerta? Chi dunque giura per l'altare, giura per esso e per tutto quello che c'è sopra; e chi giura per il tempio, giura per esso e per Colui che lo abita; e chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi siede sopra.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pagate la decima della menta, dell'aneto e del comino, e trascurate le cose più importanti della legge: il giudizio, la misericordia, e la fede.

Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre.

Guide cieche, che filtrate il moscerino e inghiottite il cammello.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pulite l'esterno del bicchiere e del piatto, mentre dentro sono pieni di rapina e d'intemperanza.

Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere e del piatto, affinché anche l'esterno diventi pulito.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d'ossa di morti e d'ogni immondizia.

Così anche voi, di fuori sembrate giusti alla gente; ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché costruite i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti e dite: "Se fossimo vissuti ai tempi dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nello spargere il sangue dei profeti!"  In tal modo voi testimoniate contro voi stessi, di essere figli di coloro che uccisero i profeti. E colmate pure la misura dei vostri padri!

Serpenti, razza di vipere, come scamperete al giudizio della geenna?

Perciò ecco, io vi mando dei profeti, dei saggi e degli scribi; di questi, alcuni ne ucciderete e metterete in croce; altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città, affinché ricada su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che voi uccideste fra il tempio e l'altare.

Io vi dico in verità che tutto ciò ricadrà su questa generazione”. (Matteo 23)

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Esortazione per i servi del Signore:

Perché la saggezza ti entrerà nel cuore, la scienza sarà la delizia dell'anima tua, la riflessione veglierà su di te, l'intelligenza ti proteggerà; essa ti scamperà così dalla via malvagia, dalla gente che parla di cose perverse, da quelli che lasciano i sentieri della rettitudine per camminare nelle vie delle tenebre, che godono a fare il male e si compiacciono delle perversità del malvagio, i cui sentieri sono contorti e percorrono vie tortuose.

Ti salverà dalla donna adultera, dalla infedele che usa parole seducenti, che ha abbandonato il compagno della sua gioventù e ha dimenticato il patto del suo Dio.

Infatti la sua casa pende verso la morte, e i suoi sentieri conducono ai defunti.

Nessuno di quelli che vanno da lei ne ritorna, nessuno riprende i sentieri della vita.

Così camminerai per la via dei buoni e rimarrai nei sentieri dei giusti.

Gli uomini retti infatti abiteranno la terra, quelli che sono integri vi rimarranno; ma gli empi saranno sterminati dalla terra, gli sleali ne saranno estirpati.  (Proverbi 2:10-22)

Gianni Marinuzzi