La caduta di Babilonia
APOCALISSE
18:1-24
Dopo queste cose vidi scendere dal cielo un altro angelo che aveva una
grande autorità, e la terra fu illuminata dal suo splendore.
Egli gridò con voce potente: «È caduta, è caduta Babilonia la grande! È
diventata ricettacolo di demòni, covo di ogni spirito immondo, rifugio di
ogni uccello impuro e abominevole.
Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino della sua prostituzione
furente, e i re della terra hanno fornicato con lei, e i mercanti della
terra si sono arricchiti con gli eccessi del suo lusso».
Poi udii un'altra voce dal cielo che diceva: «Uscite da essa, o popolo mio,
affinché non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi
castighi; perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è
ricordato delle sue iniquità.
Usatele il trattamento che lei usava, datele doppia retribuzione per le sue
opere; nel calice in cui ha versato ad altri, versatele il doppio.
Datele tormento e afflizione nella stessa misura in cui ha glorificato se
stessa e vissuto nel lusso. Poiché dice in cuor suo: "Io sono regina, non
sono vedova e non vedrò mai lutto".
Perciò in uno stesso giorno verranno i suoi flagelli: morte, lutto e fame, e
sarà consumata dal fuoco; poiché potente è Dio, il Signore che l'ha
giudicata.
I re della terra, che fornicavano e vivevano in lascivie con lei, quando
vedranno il fumo del suo incendio piangeranno e faranno cordoglio per lei.
Spaventati dai suoi tormenti se ne staranno lontani e diranno: "Ahi! ahi!
Babilonia, la gran città, la potente città! Il tuo giudizio è venuto in un
momento!"
I mercanti della terra piangeranno e faranno cordoglio per lei, perché
nessuno compra più le loro merci: oro, argento, pietre preziose, perle, lino
pregiato, porpora, seta, scarlatto, ogni varietà di legno odoroso, ogni
varietà di oggetti d'avorio e di legno preziosissimo, bronzo, ferro, marmo,
cannella, spezie, profumi, unguenti, incenso, vino, olio, fior di farina,
grano, buoi, pecore, cavalli, carri e persino i corpi e le anime di uomini.
I frutti che l'anima tua desiderava sono andati lontani da te; tutte le cose
delicate e sontuose sono perdute per te e non si troveranno mai più.
I mercanti di queste cose che sono stati arricchiti da lei se ne staranno
lontani per timore del suo tormento, piangeranno e faranno cordoglio
dicendo: "Ahi! ahi! La gran città ch'era vestita di lino fino, di porpora e
di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle! In un attimo una
ricchezza così grande è stata distrutta".
Tutti i piloti, tutti i naviganti, i marinai e quanti trafficano sul mare se
ne staranno lontano e vedendo il fumo del suo incendio esclameranno: "Quale
città fu mai simile a questa grande città?"
E si getteranno della polvere sul capo e grideranno, piangeranno e faranno
cordoglio dicendo: "Ahi! ahi! La gran città nella quale tutti quelli che
avevano navi in mare si erano arricchiti con la sua opulenza! In un attimo è
stata ridotta a un deserto".
Rallègrati, o cielo, per la sua rovina! E voi, santi, apostoli e profeti,
rallegratevi perché Dio, giudicandola, vi ha reso giustizia».
Poi un potente angelo sollevò una pietra grossa come una grande macina, e la
gettò nel mare dicendo: «Così, con violenza, sarà precipitata Babilonia, la
gran città, e non sarà più trovata.
In te non si udranno più le armonie degli arpisti, né dei musicisti, né dei
flautisti, né dei sonatori di tromba; né sarà più trovato in te artefice di
qualunque arte, e non si udrà più in te rumore di macina.
In te non brillerà più luce di lampada, e non si udrà più in te voce di
sposo e di sposa; perché i tuoi mercanti erano i prìncipi della terra e
perché tutte le nazioni sono state sedotte dalle tue magie.
In lei è stato trovato il sangue dei profeti e dei santi e di tutti quelli
che sono stati uccisi sulla terra».
***
Le ultime parole dell'angelo in
Apocalisse 17
dicevano: 'La donna che hai veduta è
la gran città che impera sui re della terra'.
In
Apocalisse 18
l'immagine della donna è lasciata da parte e non si parla che di
'Babilonia, la gran città,', la quale torna ad esser chiamata
'la gran meretrice' in
Apocalisse 19:2.
La caduta della capitale e rappresentante della
cristianità apostata, della città del mondo, come altri l'ha chiamata, è
descritta con colori altamente poetici, tolti dal linguaggio dei profeti
relativo alla rovina di Ninive, di Babilonia, e di Tiro
Isaia 23;
Geremia 51;
Ezechiele 26-27;
Naum 3.
Giovanni ode prima la voce d'un angelo potente che
proclama la caduta di Babilonia come se fosse già avvenuta, tanto è cosa
certa l'imminente giudizio divino
Apocalisse 18:1-3.
Ode quindi una voce dal cielo che invita il popolo di
Dio ad uscire dalla città colpevole e condannata
Apocalisse 18:4-8.
È descritto poi in
Apocalisse 18:9-20
il lamento che sulla rovina di Babilonia faranno i re, i mercanti della
terra ed i naviganti.
Infine,
Apocalisse 18:21-24
un angelo rappresenta con un atto simbolico il carattere subitaneo, violento
definitivo del giudizio che sta per piombare sulla Chiesa infedele,
ricordandone le colpe.
La caduta di
Babilonia, compie il giudizio politico sulla città antagonista della
Gerusalemme celeste.
Da essa viene “chiamato
fuori” (santificato) il popolo di Dio.
La sua caduta
rovinosa, provocherà una reazione di cordoglio e dolore in tutte le
categorie di persone che con lei hanno condiviso il benessere: i re della
terra, i mercanti (i principi della terra, i capi della finanza) e tutti i
trafficanti.
La sua caduta è anche
l’oggetto di rallegramenti celesti e dei santi.
Con la sua caduta
cesseranno tutte le distorsioni della verità e delle buone attitudini che
Dio vuole dalla Chiesa.
***
E dopo queste
cose vidi un altro angelo, che scendeva dal cielo, il quale aveva gran
potestà; e la terra fu illuminata dalla sua gloria.
Per questo giudizio viene incaricato un angelo con
“grande autorità”!
Nel cielo, come d’altronde in terra, vi sono diversi
gradi di autorità, anche per i riscattati sarà così, il metro usato sarà la
fedeltà dimostrata verso il Signore, Gesù fa intravedere questo nella
parabola dei talenti: “
E il suo padrone gli disse: Va bene,
buono e fedel servitore; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra
molte cose; entra nella gioia del tuo Signore”.
(Matteo 25:21)
Anche Paolo, parlando della trasmissione del vangelo, esorta Timoteo a
trasmettere il messaggio ad uomini fedeli, che possano “in autorità”
insegnarlo ad altri:
“ Allo stesso modo, le donne si vestano in modo decoroso, con pudore e
modestia: non di trecce e d'oro o di perle o di vesti lussuose, ma di opere
buone, come si addice a donne che fanno professione di pietà.
La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. Poiché non permetto alla
donna d'insegnare, né di usare autorità sul marito, ma stia in silenzio.
Infatti Adamo fu formato per primo, e poi Eva; e Adamo non fu sedotto; ma la
donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione; tuttavia sarà salvata
partorendo figli, se persevererà nella fede, nell'amore e nella
santificazione con modestia”.
(1 Timoteo 2:9-15)
La discesa di questo angelo porterà
luce, Giovanni dice che “la
terra fu illuminata del suo splendore”.
In conformità con la propria
autorità, l’angelo parla con “voce
potente”.
Ogni cristiano, ambasciatore di Cristo nel mondo dovrebbe
avere queste caratteristiche:
-
Portare luce nel mondo (siamo ambasciatori di Cristo,
della Luce, della Verità, della Vita)
-
Parlare con autorità (siamo ambasciatori della Parola di
Dio)
***
2 Ed
egli gridò con voce potente, dicendo: Caduta, caduta è Babilonia la grande,
ed è divenuta albergo di demoni e ricetto d'ogni spirito immondo, e ricetto
d'ogni uccello immondo e abominevole.
“ Tutta la terra parlava la stessa lingua e usava le stesse parole.
Dirigendosi verso l'Oriente, gli uomini capitarono in
una pianura nel paese di Scinear, e là si stanziarono.
Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamo dei mattoni cotti con il fuoco!»
Essi adoperarono mattoni anziché pietre, e bitume invece di calce.
Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga
fino al cielo; acquistiamoci fama, affinché non siamo dispersi sulla faccia
di tutta la terra».
Il SIGNORE discese per vedere la città e la torre che i figli degli uomini
costruivano.
Il SIGNORE disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua
sola; questo è il principio del loro lavoro; ora nulla impedirà loro di
condurre a termine ciò che intendono fare.
Scendiamo dunque e confondiamo il loro linguaggio, perché l'uno non capisca
la lingua dell'altro!» Così il SIGNORE li disperse di là su tutta la faccia
della terra ed essi cessarono di costruire la città. Perciò a questa fu dato
il nome di Babel, perché là il SIGNORE confuse la lingua di tutta la terra e
di là li disperse su tutta la faccia della terra”.
(Genesi 11:1-9)
Più tardi Babilonia divenne il nome stesso di una città che ha una lunga
storia i cui inizi risalgono alla antichità.
Uno dei suoi re più famosi fu Hammurabi (1728-1686 a.C.), famoso per il suo
codice.
Dopo un lungo declino riprese splendore ai tempi di Nabucodonosor (605-562
a.C.) al tempo del quale si snoda la storia del profeta Daniele.
Babilonia fu importante non solo dal punto di vista politico ma anche
religioso. Fu fondata da Nimrod, figlio di Cam, figlio di Noè (Genesi
10:1-12), che, secondo un racconto extra-biblico, aveva una moglie di nome
Semiramide che ideò i segreti riti religiosi dei misteri babilonesi, ebbe un
figlio, il cui concepimento si diceva essere avvenuto miracolosamente, di
nome Tammuz, che rappresentò un falso adempimento della promessa fatta ad
Eva (Genesi 3:15).
Molte e svariate furono le pratiche religiose collegate a questa falsa
religione, compresa la venerazione della madre e del figlio come dio e la
ideazione di un ordine di vergini dedite alla prostituzione religiosa.
Tammuz, secondo la tradizione, fu ucciso da un animale feroce e poi
risuscitato; e questa costituisce una anticipazione satanica e una
contraffazione della resurrezione di Cristo.
Il culto di Baal (dio della prosperità), di Astarte,
e del dio Adone (per i greci) sono legati alla
figura di Tammuz.
Quando i persiani occuparono Babilonia (539 a.C.), vietarono la
partecipazione ai misteri religiosi ed i sacerdoti babilonesi si
trasferirono a Pergamo (cfr Apocalisse 2:12-17).
I sacerdoti del culto babilonese portavano delle corone che avevano la forma
della testa di un pesce per onorare il “dio pesce”.
Sulle corone stavano scritte le parole “protettore del ponte” che
rappresenta il ponte tra l’uomo e satana - si faccia riferimento alla moneta
del dollaro (per la torre di babele) ed al retro di qualsiasi banconota
dell’euro (per i ponti) e per le porte (Babilonia in sumerico significa
“porta degli dei” e la porta principale era la porta di Isthar ovvero
Astarte).
Il titolo di “pontefice” fu assunto dagli imperatori romani, che usavano
chiamare se stessi “pontefice massimo”, appellativo che significa “ primo
protettore del ponte”.
Lo stesso titolo più tardi, venne usato dal vescovo di Roma ed anche oggi il
papa si fa chiamare così.
Quando più tardi si spostarono da Pergamo a Roma, i sacerdoti babilonesi
riuscirono con successo a paganizzare la cristianità e, con la loro
influenza, contribuirono alla formazione dei riti religiosi che si sono
insinuati nella chiesa ritualistica.
La storia biblica di Babilonia ci insegna che essa è stata la città dove il
popolo di Dio è stato deportato a causa della sua infedeltà.
Nello stesso modo, la chiesa apostata è il luogo dove i cristiani vero hanno
vissuto come stranieri, come profeti inascoltati, hanno subito l’onta del
disprezzo e la persecuzione (Daniele e i suoi amici), considerati ma mai
adeguatamente riconosciuti come uomini di Dio), dove gli interessi politici
e personali sono sempre stati sopra la verità e la fedeltà.
Babilonia è quindi il simbolo dell’apostasia e della sostituzione blasfema
del culto degli idoli al culti di Dio in Cristo.
Isaia profetizzava sulla Babilonia assira, come se
avesse lo stesso quadro di Giovanni davanti, così: “Ecco
il giorno del SIGNORE giunge: giorno crudele, d'indignazione e d'ira
furente, che farà della terra un deserto e ne distruggerà i peccatori.
Poiché le stelle e le costellazioni del cielo non faranno più brillare la
loro luce; il sole si oscurerà mentre sorge, la luna non farà più
risplendere il suo chiarore.
Io punirò il mondo per la sua malvagità e gli empi per la loro iniquità;
farò cessare l'alterigia dei superbi e abbatterò l'arroganza dei tiranni.
Renderò gli uomini più rari dell'oro fino, più rari dell'oro di Ofir.
Perciò farò tremare i cieli, e la terra sarà scossa dal suo luogo per
l'indignazione del SIGNORE degli eserciti, nel giorno della sua ira furente.
Allora, come gazzella inseguita, o come pecora che nessuno raccoglie, ognuno
si volgerà verso il suo popolo, ognuno fuggirà al proprio paese.
Chiunque sarà trovato, sarà trafitto, chiunque sarà preso, cadrà di spada.
I loro bimbi saranno schiacciati davanti ai loro occhi, le loro case saranno
saccheggiate, le loro mogli saranno violentate.
Ecco, io spingo contro di loro i Medi, i quali non fanno alcun caso
dell'argento e non prendono alcun piacere nell'oro.
I loro archi atterreranno i giovani ed essi non avranno pietà del frutto del
seno: l'occhio loro non risparmierà i bambini.
Babilonia, lo splendore dei regni, la superba bellezza dei Caldei, sarà come
Sodoma e Gomorra quando Dio le distrusse.
Essa non sarà mai più abitata, di epoca in epoca nessuno vi si stabilirà
più; l'Arabo non vi pianterà più la sua tenda, né i pastori vi faranno più
riposare le loro greggi; ma vi riposeranno le bestie del deserto e le sue
case saranno piene di gufi; vi faranno dimora gli struzzi, le capre
selvatiche vi balleranno.
Gli sciacalli ululeranno nei suoi palazzi, i cani selvatici nelle sue ville
deliziose.
Il suo tempo sta per venire, i suoi giorni non saranno prolungati”.
(Isaia 13:9-22)
“Poiché così mi ha parlato il Signore: «Va', metti una sentinella; che essa
annunci quanto vedrà! Vedrà carri, cavalieri a due a due, truppa a dorso
d'asini, truppa a dorso di cammelli; osservi, osservi attentamente».
Poi la vedetta gridò:
«Signore, di giorno io sto sempre sulla torre di vedetta e tutte le notti
sono in piedi nel mio posto di guardia. Ed ecco venire un carro con un uomo
e due cavalli.
Quello gridava:
"Caduta, caduta è Babilonia! E tutte le immagini scolpite dei suoi dèi sono
frantumate al suolo"».
Popolo mio, che sei trebbiato come il grano della mia aia, ciò che ho udito
dal SIGNORE degli eserciti, dal Dio d'Israele, io te l'ho annunciato!”
(Isaia 21:6-10)
“Scendi e siedi sulla polvere, vergine figlia di Babilonia! Siediti in
terra, senza trono, figlia dei Caldei! Infatti non sarai chiamata più la
delicata, la voluttuosa.
Metti mano alla mola e macina farina; lèvati il velo, àlzati lo strascico,
scopriti la gamba e passa i fiumi! Si scopra la tua nudità, si veda la tua
vergogna; io farò vendetta e non risparmierò anima viva.
Il nostro
redentore si chiama SIGNORE degli eserciti, il Santo d'Israele.
Siediti in silenzio e va' nelle tenebre, figlia dei Caldei, poiché non sarai
più chiamata la signora dei regni.
Io mi adirai contro il mio popolo, profanai la mia eredità e li diedi in
mano tua; tu non avesti per essi alcuna pietà; facesti gravare duramente il
tuo giogo sul vecchio, e dicesti: "Io sarò signora per sempre".
Non prendesti a cuore e non immaginasti la fine di tutto questo.
Ora ascolta questo, o voluttuosa, che abiti al sicuro, e dici in cuor tuo:
"Io, e nessun altro all'infuori di me; io non rimarrò mai vedova e non
conoscerò privazione di figli"; ma queste due cose ti avverranno in un
attimo, in uno stesso giorno:
privazione di figli e vedovanza; ti piomberanno addosso tutte assieme,
nonostante la moltitudine dei tuoi sortilegi e la grande abbondanza dei tuoi
incantesimi.
Tu ti fidavi della tua malizia e dicevi: "Nessuno mi vede", la tua saggezza
e la tua scienza ti hanno sviata e tu dicevi in cuor tuo: "Io, e nessun
altro fuori di me".
Ma un male verrà sopra di te, che non saprai come scongiurare; una calamità
ti piomberà addosso, che non potrai allontanare con alcuna espiazione: ti
cadrà improvvisamente addosso una rovina imprevedibile.
Sta' pure con i tuoi incantesimi e con i tuoi numerosi sortilegi, nei quali
ti sei affaticata fin dalla tua giovinezza!
Forse potrai trarne profitto, forse riuscirai a incutere terrore.
Tu sei stanca di tutte le tue consultazioni; si alzino dunque quelli che
misurano il cielo, che osservano le stelle, che fanno pronostici a ogni
novilunio; ti salvino essi dalle cose che ti piomberanno addosso!
Ecco, essi sono come stoppia; il fuoco li consuma; non salveranno la loro
vita dalla violenza della fiamma; non ne rimarrà brace a cui scaldarsi, né
fuoco davanti al quale sedersi.
Così sarà la sorte di quelli intorno a cui ti sei affaticata.
Quelli che hanno trafficato con te fin dalla tua giovinezza andranno senza
meta ognuno per conto suo e non ci sarà nessuno che ti salvi”.
(Isaia 47)
Anche il profeta Geremia profetizzava contro Babilonia
dell’Impero persiano, con precisione, in questo modo: “Così
parla il SIGNORE:
«Ecco, io faccio levare contro Babilonia e
contro gli abitanti di questo paese, che è il cuore dei miei nemici, un
vento distruttore; mando contro Babilonia degli stranieri che la
ventileranno, e vuoteranno il suo paese; poiché, nel giorno della calamità,
piomberanno su di lei da tutte le parti.
Tenda l'arciere il suo arco contro chi tende l'arco e contro chi si erge
fieramente nella sua corazza! Non risparmiate i suoi giovani, votate allo
sterminio tutto il suo esercito!
Cadano uccisi nel paese dei Caldei, crivellati di ferite per le vie di
Babilonia!
Infatti Israele e Giuda non sono abbandonati dal loro Dio, il SIGNORE degli
eserciti; il paese dei Caldei è pieno di colpe contro il Santo d'Israele.
Fuggite di mezzo a Babilonia, salvi ognuno la sua vita, guardate di non
perire per l'iniquità di lei! Poiché questo è il tempo della vendetta del
SIGNORE; egli le dà la sua retribuzione.
Babilonia era nelle mani del SIGNORE una coppa d'oro, che ubriacava tutta la
terra; le nazioni hanno bevuto il suo vino, perciò le nazioni sono divenute
deliranti.
All'improvviso, Babilonia è caduta, è frantumata.
Alzate su di lei alti lamenti, prendete del balsamo per il suo dolore; forse
guarirà!
"Noi abbiamo voluto guarire Babilonia, ma essa non è guarita; abbandonatela,
e andiamocene ognuno al nostro paese; poiché la sua punizione arriva fino al
cielo, s'innalza fino alle nuvole.
Il SIGNORE ha fatto emergere i nostri diritti; venite, raccontiamo in Sion
l'opera del SIGNORE nostro Dio".
Appuntite le frecce, imbracciate gli scudi!
Il SIGNORE ha eccitato lo spirito dei re dei Medi, perché il suo disegno
contro Babilonia è di distruggerla; poiché questa è la vendetta del SIGNORE,
la vendetta del suo tempio.
Alzate la bandiera contro le mura di Babilonia!
Rinforzate le guardie, mettete le sentinelle, preparate gli agguati!
Poiché il SIGNORE ha preso una decisione e già mette in pratica ciò che ha
detto contro gli abitanti di Babilonia.
O tu che abiti in riva alle grandi acque, tu che abbondi di tesori, la tua
fine è giunta, il termine delle tue rapine!
Il SIGNORE degli eserciti l'ha giurato per se stesso:
Sì, certo, io ti riempirò di uomini come di locuste ed essi alzeranno contro
di te grida di trionfo.
Egli, con la sua potenza, ha fatto la terra, con la sua saggezza ha
stabilito fermamente il mondo; con la sua intelligenza ha disteso i cieli.
Quando fa udire la sua voce, c'è un rumore d'acque nel cielo, egli fa salire
i vapori dalle estremità della terra, fa guizzare i lampi per la pioggia e
sprigiona il vento dai suoi serbatoi; ogni uomo allora diventa stupido,
privo di conoscenza, ogni orafo ha vergogna delle sue immagini scolpite;
perché le sue immagini fuse sono menzogna e non c'è soffio vitale in loro.
Sono vanità, lavoro d'inganno; nel giorno del castigo, periranno.
A loro non somiglia Colui che è la parte di Giacobbe;
perché Egli ha formato tutte le cose, e Israele è la tribù della sua
eredità. Il suo nome è: SIGNORE degli eserciti.
O Babilonia, tu sei stata per me un martello, uno strumento di guerra; con
te ho schiacciato le nazioni, con te ho distrutto i regni; con te ho
schiacciato cavalli e cavalieri, con te ho schiacciato i carri e chi vi
stava sopra; con te ho schiacciato uomini e donne, con te ho schiacciato
vecchi e bambini, con te ho schiacciato giovani e fanciulle; con te ho
schiacciato i
pastori e le loro greggi, con te ho schiacciato i lavoratori e i loro buoi
aggiogati, con te ho schiacciato governatori e magistrati.
Ma, sotto i vostri occhi, io renderò a Babilonia e a tutti gli abitanti
della Caldea, tutto il male che hanno fatto a Sion», dice il SIGNORE.
«Eccomi a te, o montagna di distruzione», dice il SIGNORE; «a te che
distruggi tutta la terra! Io stenderò la mia mano su di te, ti rotolerò giù
dalle rocce e farò di te una montagna bruciata.
Da te non si trarrà più pietra angolare, né pietre da fondamenta; ma tu
sarai una desolazione perenne», dice il SIGNORE.
«Alzate una bandiera sulla terra, suonate la tromba fra le nazioni,
preparate le nazioni contro di lei, chiamate a raccolta contro di lei i
regni d'Ararat, di Minni e d'Aschenaz, costituite contro di lei dei
generali, fate avanzare i cavalli come locuste dalle ali ritte!
Preparate contro di lei le nazioni, i re di Media, i suoi governatori, tutti
i suoi magistrati e tutti i paesi dei suoi domini.
La terra trema, è in doglie, perché i disegni del SIGNORE contro Babilonia
si effettuano: di ridurre il paese di Babilonia in un deserto senza
abitanti.
I prodi di Babilonia cessano di combattere; se ne stanno nelle loro
fortezze; la loro bravura è venuta meno, sono come donne; le sue abitazioni
sono in fiamme, le sbarre delle sue porte sono spezzate.
Un corriere incrocia l'altro, un messaggero incrocia l'altro, per annunciare
al re di Babilonia che la sua città è presa da ogni lato, che i guadi sono
occupati, che le paludi sono in preda alle fiamme, che gli uomini di guerra
sono allibiti».
Poiché così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: «La figlia di
Babilonia è come un'aia al tempo in cui la si trebbia; ancora un poco, e
verrà per lei il tempo della mietitura».
«Nabucodonosor, re di Babilonia, ci ha divorati, ci ha schiacciati, ci ha
posti là come un vaso vuoto; ci ha inghiottiti come un dragone; ha riempito
il suo ventre con le nostre delizie, ci ha cacciati via.
La violenza che mi è fatta e il tormento della mia carne ricadano su
Babilonia!», dirà l'abitante di Sion. «Il mio sangue ricada sugli abitanti
di Caldea!», dirà Gerusalemme.
Perciò, così parla il SIGNORE:
«Ecco, io difenderò la tua causa e farò la tua vendetta!
Io prosciugherò il suo mare, disseccherò la sua sorgente.
Babilonia diventerà un mucchio di macerie, un covo di sciacalli, un oggetto
di stupore e di scherno, un luogo senza abitanti.
Essi ruggiranno assieme come leoni, grideranno come piccoli di leonesse.
Quando saranno riscaldati, darò loro da bere, li ubriacherò perché stiano
allegri, e poi si addormentino di un sonno perenne e non si risveglino più»,
dice il SIGNORE.
«Io li farò scendere al macello come agnelli, come montoni, come capri.
Come mai è stata presa Sesac, ed è stata conquistata colei che era il vanto
di tutta la terra?
Come mai Babilonia è diventata una desolazione, fra le nazioni?
Il mare è salito su Babilonia; essa è stata coperta dal tumulto dei suoi
flutti.
Le sue città sono diventate una desolazione, una terra arida, un deserto, un
paese dove non abita più nessuno, per dove non passa più nessun figlio
d'uomo.
Io punirò Bel a Babilonia, gli trarrò di gola ciò che ha trangugiato; le
nazioni non affluiranno più a lui; perfino le mura di Babilonia sono cadute.
O popolo mio, uscite di mezzo a lei, salvi ciascuno la sua vita davanti
all'ardente ira del SIGNORE!
Il vostro cuore non si avvilisca, non vi spaventate delle voci che si
udranno nel paese; poiché un anno correrà una voce e l'anno seguente correrà
un'altra voce; ci sarà nel paese violenza, dominatore contro dominatore.
Perciò, ecco, i giorni vengono in cui io farò giustizia delle immagini
scolpite di Babilonia: tutto il suo paese sarà coperto di vergogna, tutti i
suoi feriti a morte cadranno in mezzo a lei.
I cieli, la terra, e tutto ciò che è in essi, esulteranno su Babilonia,
perché i devastatori piomberanno su di lei dal settentrione», dice il
SIGNORE.
«Come Babilonia ha fatto cadere i feriti a morte d'Israele, così in
Babilonia cadranno i feriti a morte di tutto il paese.
O voi che
siete scampati dalla spada, partite, non vi fermate, ricordatevi, mentre
siete lontano, del SIGNORE, e Gerusalemme vi ritorni in cuore!»
«Noi eravamo coperti d'infamia all'udire gli insulti, la vergogna ci copriva
la faccia, perché gli stranieri erano venuti nel santuario della casa del
SIGNORE».
«Perciò, ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE, «in cui io farò giustizia
delle sue immagini scolpite e in tutto il suo paese gemeranno i feriti a
morte.
Anche se Babilonia si elevasse fino al cielo, anche se rendesse
inaccessibili i suoi alti baluardi, le verranno da parte mia dei
devastatori», dice il SIGNORE.
«Giunge da Babilonia un grido, la notizia di un gran disastro dalla terra
dei Caldei.
Il SIGNORE infatti devasta Babilonia e fa cessare il suo grande rumore; le
onde dei devastatori muggono come grandi acque, se ne ode il fracasso;
perché il devastatore piomba su di lei, su Babilonia, i suoi prodi sono
presi, i loro archi spezzati, poiché il SIGNORE è il Dio delle retribuzioni,
non manca di rendere ciò che è dovuto.
Io ubriacherò i suoi capi e i suoi saggi, i suoi governatori, i suoi
magistrati, i suoi prodi, ed essi si addormenteranno di un sonno perenne, e
non si risveglieranno più», dice il Re, che si chiama SIGNORE degli
eserciti.
Così parla il SIGNORE degli eserciti: «Le larghe mura di Babilonia saranno
spianate al suolo, le sue alte porte saranno incendiate; così i popoli
avranno lavorato per nulla, le nazioni si saranno stancate per il fuoco».
Ordine dato dal profeta Geremia a Seraia, figlio di Neria, figlio di Maaseia,
quando si recò a Babilonia con Sedechia, re di Giuda, il quarto anno del
regno di Sedechia. Seraia era responsabile delle soste.
Geremia scrisse in un libro tutto il male che doveva accadere a Babilonia,
cioè tutte queste parole che sono scritte riguardo a Babilonia.
Geremia disse a Seraia: «Quando sarai arrivato a Babilonia, avrai cura di
leggere tutte queste parole, e dirai: "O SIGNORE, tu hai detto di questo
luogo che lo avresti distrutto, al punto che non sarebbe stato più abitato
né da uomo, né da bestia, e che sarebbe stato ridotto in una desolazione
perenne". Quando avrai finito di leggere questo libro, tu vi legherai una
pietra, lo getterai in mezzo all'Eufrate, e dirai: "Così affonderà
Babilonia, e non si rialzerà più, a causa del male che io faccio venire su
di lei; cadrà esausta".
(Geremia 51)
L'angelo si serve del detto profetico, nella sua
descrizione; ma che la caduta non sia ancora avvenuta nella realtà, risulta
dal fatto che in
Apocalisse 18:4
il popolo di Dio è invitato ad uscire prima della rovina della città e in
Apocalisse 18:8-9
e segg. i verbi sono al futuro:
'verranno le sue piaghe', 'sarà
arsa', 'i re la piangeranno'; cfr.
Apocalisse 18:15,21.
Una importante riflessione la possiamo trarre dalle
parole dell'angelo che ricordano quelle d'Isaia relative alla Babilonia
antica: 'Essa non sarà mai più abitata... vi riposeranno le bestie del deserto e
le sue case saran piene di gufi; vi faran la loro dimora gli struzzi, i
satiri vi balleranno. Gli sciacalli ululeranno nei suoi palazzi, i cani
salvatici nelle sue ville deliziose'
Isaia 13:20-22.
Cfr.
Isaia 34:11-15 ov'è
descritta la rovina
di Edom i cui abitanti saranno il pellicano, il porcospino, la civetta, il
corvo, i serpenti e gli avvoltoi, animali impuri secondo la legge mosaica.
Le rovine che
son ricetto d'animali impuri, che parlano di morte, salario del peccato,
sono rappresentate come dimora prediletta degli spiriti immondi che lavorano
alla rovina dell'umanità.
L’angelo dichiara apertamente che la grande Babilonia è
diventata:
- “ricettacolo” (ovvero luogo di raccolta) di demoni;
- “covo” (ovvero luogo nascosto per lo svolgimento di
attività clandestine o illecite, nascondiglio) di ogni spirito immondo;
- “rifugio” ( ovvero luogo di protezione), di ogni
uccello impuro e abominevole (pensieri malvagi).
***
3 Poichè
tutte le nazioni han bevuto del vino dell'ira della sua fornicazione, e i re
della terra han fornicato con lei, e i mercanti della terra si sono
arricchiti con la sua sfrenata lussuria.
-
l'aver
traviate e sedotte le moltitudini trascinandole nell'errore, nell'idolatria,
nella mondanità e infine nell'apostasia;
-
le relazioni
ed alleanze immorali coi potenti della terra (detentori del potere
politico);
-
la sfrenata
lussuria attestata dalla ricchezza dei mercanti (principi della terra e
detentori del potere finanziario), e che implica un lusso, un fasto smodato,
e la sete di godimenti d'ogni sorta.
Vedi
Apocalisse 14:8; 17:2,4;
18:11-16.
***
4 Poi
udii un'altra voce dal cielo che diceva: Uscite da essa, o popolo mio,
affinchè non siate partecipi dei suoi peccati e non abbiate parte alle sue
piaghe;
In
Apocalisse 18:4
dice 'popolo mio', ma in
Apocalisse 18:5,8
parla di Dio alla terza persona.
L'invito ricorda quello rivolto a Lot ed alla sua
famiglia quando fu distrutta Sodoma:
“Quegli uomini dissero a Lot: «Chi hai ancora qui? Fa' uscire da questo
luogo generi, figli, figlie e chiunque dei tuoi è in questa città, perché
noi distruggeremo questo luogo.
Infatti il grido contro i suoi abitanti è grande
davanti al SIGNORE, e il SIGNORE ci ha mandati a distruggerlo».
Allora
Lot uscì, parlò ai suoi generi che avevano preso le sue figlie, e disse:
«Alzatevi, uscite da questo luogo, perché il SIGNORE sta per distruggere la
città».
Ma ai suoi generi parve che volesse scherzare.
Quando l'alba cominciò ad apparire, gli angeli sollecitarono Lot, dicendo: «Àlzati,
prendi tua moglie e le tue figlie che si trovano qui, perché tu non perisca
nel castigo di questa città».
Ma egli indugiava; e quegli uomini presero per la mano lui, sua moglie e le
sue due figlie, perché il SIGNORE lo voleva risparmiare; lo portarono via, e
lo misero fuori della città.
Dopo averli fatti uscire, uno di quegli uomini disse: «Metti la tua vita al
sicuro: non guardare indietro e non ti fermare in alcun luogo della pianura;
cerca scampo sul monte, altrimenti perirai!”
(Genesi 19:12-17)
Oppure quello rivolto agli Israeliti prima del giudizio
su Babilonia:
“O popolo mio, uscite di mezzo a lei, e salvi ciascuno la sua vita d'innanzi
all'ardente ira dell'Eterno”.
(Geremia
51:6,45)
Così i fedeli
dovranno separare la loro responsabilità dalla cristianità infedele e uscir
dalla città condannata prima che sia colpita dal castigo divino.
L'invito celeste fa presagire l'imminenza del giudizio e
sembra indicare che, al tempo opportuno, Dio non mancherà di mostrare al suo
popolo la via del dovere e della salvezza.
Il fatto di uscire da Babilonia ha un preciso
significato: affinchè non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei
suoi castighi.
Anche Paolo scriveva a Timoteo una esortazione simile: “
Ti scongiuro,
davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti,
di osservare queste cose senza pregiudizi, e di non fare nulla con
parzialità. Non imporre con troppa fretta le mani a nessuno, e non
partecipare ai peccati altrui; consèrvati puro”.
(1 Timoteo 5:21-22)
Siamo certi di non partecipare ai peccati altrui?
Da notare l’enfasi con la quale Paolo esorta Timoteo!!!
Come si può partecipare ai peccati altrui?
L’apostolo Giovanni ci da un indicazione: “
Poiché molti seduttori sono usciti per il mondo, i quali non riconoscono
pubblicamente che Gesù Cristo è venuto in carne. Quello è il seduttore e
l'anticristo. Badate a voi stessi affinché non perdiate il frutto delle
opere compiute, ma riceviate piena ricompensa.
Chi va oltre e non rimane nella dottrina di Cristo, non ha Dio.
Chi rimane nella dottrina, ha il Padre e il Figlio.
Se qualcuno viene a voi e non reca questa dottrina, non ricevetelo in casa e
non salutatelo.
Chi lo saluta, partecipa alle sue opere malvagie”.
(2 Giovanni 7-11)
Esso ha dato luogo a innumerevoli e dolorosi drammi di
coscienza.
Non basta dissentire in segreto; non basta neppure
protestare, sebbene questo, dove lo si possa fare, sia doveroso; bisogna
uscire perchè questo è l'unico modo di separare apertamente la propria
responsabilità dalla comunità infedele.
Così soltanto non si partecipa, nè con atti individuali,
nè con la solidarietà morale, ai peccati di Babilonia; così soltanto uno
provvede alla propria salvezza non soffocando la voce della coscienza, non
confermando altri nell'errore, non esponendo se stesso ai giudizi di Dio.
***
5 poichè
i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo
(cfr.
Geremia 51:9)
e Dio si è ricordato delle iniquità di lei.
Dio, già una volta provvide a sopprimere il mondo
pre-diluviano per dei precisi motivi:
“Il SIGNORE vide
che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore
concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo.
Il SIGNORE si pentì d'aver fatto l'uomo sulla terra, e se ne addolorò in
cuor suo.
E il SIGNORE disse: «Io sterminerò dalla faccia della terra l'uomo che ho
creato: dall'uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli; perché mi
pento di averli fatti”.
(Genesi 6:5-7)
Dio provvide però un’arca di salvezza per il residuo del
genere umano, e di Noè è detto:
“Per fede Noè, divinamente avvertito di cose che non si vedevano ancora,
mosso da pio timore, preparò un'arca per la salvezza della propria famiglia;
e per essa fede condannò il mondo e fu fatto erede della giustizia che si ha
mediante la fede”.
(Ebrei 11:7)
Gesù riprese questo esempio nel suo discorso
profetico: “ Ma quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno li
sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo.
Come fu ai giorni di Noè, così sarà alla venuta del Figlio dell'uomo.
Infatti, come nei giorni prima del diluvio si mangiava e si beveva, si
prendeva moglie e s'andava a marito, fino al giorno in cui Noè entrò
nell'arca, e la gente
non si accorse di nulla, finché venne il diluvio che portò via tutti quanti,
così avverrà alla venuta del Figlio dell'uomo.
Allora due saranno nel campo; l'uno sarà preso e l'altro lasciato; due donne
macineranno al mulino: l'una sarà presa e l'altra lasciata.
Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà.
Ma sappiate questo, che se il padrone di casa sapesse a quale ora della
notte il ladro deve venire, veglierebbe e non lascerebbe scassinare la sua
casa.
Perciò, anche voi siate pronti; perché, nell'ora che non pensate, il Figlio
dell'uomo verrà.
Qual è mai il servo fedele e prudente che il padrone ha costituito sui
domestici per dare loro il vitto a suo tempo? Beato quel servo che il
padrone, arrivando, troverà così occupato!”
(Matteo 24:36-46)
“Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamo dei mattoni cotti con il fuoco!»
Essi adoperarono mattoni anziché pietre, e bitume invece di calce.
Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga
fino al cielo; acquistiamoci fama, affinché non siamo dispersi sulla faccia
di tutta la terra”.
(Genesi 11:3-4)
Negli ultimi tempi, con la globalizzazione del mondo, ritorna il vecchio
intento malefico (vedasi banconota da 1 dollaro USA).
Dio ha provveduto anche questa volta un’arca di Salvezza: Gesù Cristo!.
Dio si è ricordato di Babilonia (cfr Geremia 51:63-64 con Apocalisse 16-12 e
19)
***
6 Rendetele
il contraccambio di quello ch'ella ha fatto e rendetele al doppio la
retribuzione delle sue opere. Nel calice in cui ha mesciuto agli altri,
mescetele il doppio.
La retribuzione deve esser piena, abbondante, rispondente
alla natura dei peccati commessi.
L’arte di mesciare il vino trova parecchi paralleli
nella scrittura: “Figlio
mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie;
perché la prostituta è una fossa profonda, e la straniera, un pozzo stretto.
Anch'essa sta in agguato come un ladro, e accresce fra gli uomini il numero
dei traditori.
Per chi sono gli «ahi»? Per chi gli «ahimè»? Per chi le liti? Per chi i
lamenti?
Per chi le ferite senza ragione? Per chi gli occhi rossi?
Per chi s'indugia a lungo presso il vino, per quei che vanno a gustare il
vino tagliato.
Non guardare il vino quando rosseggia, quando scintilla nel bicchiere e va
giù così facilmente!
Alla fine, esso morde come un serpente e punge come una vipera.
I tuoi occhi vedranno cose strane, e il tuo cuore farà dei discorsi pazzi.
Sarai come chi si coricasse in mezzo al mare, come chi si coricasse in cima
a un albero di nave.
Dirai: «M'hanno picchiato e non m'hanno fatto male; mi hanno percosso e non
me ne sono accorto. Quando mi sveglierò? Tornerò a cercarne ancora!”
(Proverbi 23:26-35)
***
7 Quanto
ella ha glorificato se stessa ed ha lussureggiato, tanto datele di tormento
e di cordoglio.
***
Poichè ella
dice in cuor suo: Io seggo regina e non son vedova e non vedrò mai
cordoglio.
“Io sarò signora per sempre".
Non prendesti a cuore e non immaginasti la fine di tutto questo.
Ora ascolta questo, o voluttuosa, che abiti al sicuro, e dici in cuor tuo:
"Io, e nessun altro all'infuori di me; io non rimarrò mai vedova e non
conoscerò privazione di figli".
(Isaia
47:7-8)
Come gli somiglia l’angelo della Chiesa di Laodicea:
“Tu dici: 'Sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di niente!”.
(Apocalisse 3:17)
***
8 Perciò,
in uno stesso giorno, verranno le sue piaghe, mortalità, e cordoglio e fame,
e sarà consumata dal fuoco (Cfr.
Geremia 50:32;
51:25,30,58),
poichè potente è il Signore Iddio che l'ha giudicata.
Babilonia si credeva immortale, i figlio di Core, riferendosi agli stolti
salmeggiavano così:
Ma anche tenuto in grande onore, l'uomo non dura; egli è simile alle bestie
che periscono.
Questo loro modo di comportarsi è follia; eppure i loro successori approvano
i loro discorsi.
Sono cacciati come pecore nel soggiorno dei morti; la morte è il loro
pastore; e al mattino gli uomini retti li calpestano. La loro gloria deve
consumarsi nel soggiorno dei morti, e non avrà altra dimora”.
(Salmo 49:11-14)
Continuando la lettura del passo profetico di Isaia, vediamo come è
letterale il giudizio:
“…ma queste due cose ti avverranno in un attimo, in uno stesso giorno:
privazione di figli e vedovanza; ti piomberanno addosso tutte assieme,
nonostante la moltitudine dei tuoi sortilegi e la grande abbondanza dei tuoi
incantesimi”.
(Isaia 47:9)
***
9 E
i re della terra che fornicavano e lussureggiavano con lei la piangeranno e
faranno cordoglio per lei quando vedranno il fumo del suo incendio, e
standosene da lungi, per tema del suo tormento, diranno: Ahi! Ahi!
Babilonia, la gran città, la potente città! il tuo giudizio è venuto in un
momento!
LA REAZIONE DEI RE DELLA TERRA
I re della terra (i detentori del potere politico, forse
non appartenenti alle dieci corna che hanno spogliato e ucciso la prostituta
– cfr Apocalisse 17:12 e 16-17), commentano la caduta della città.
Essi,
dice Giovanni, che fornicavano (partecipavano ai riti religiosi),
vivevano in lascivie con lei (condividevano il suo lusso, le sue
ricchezze).
Questi re
piangeranno e faranno cordoglio, a differenza dei santi che gioiranno di
questa disfatta.
Questi re
saranno spaventati e se ne staranno lontani e da politici esperti
riconosceranno la disfatta della città di Babilonia.
Giovanni non contempla nella visione la rovina di
Babilonia, nè l'angelo gliela descrive; ma la grandezza della catastrofe
risulta dal lamento che sulla città distrutta faranno tutti quelli che
avevano interesse nella sua conservazione.
L’espressione grafica e poetica per dire: quando la
vedranno colpita dal giudizio di Dio.
Anche a Lot, come a Giovanni non fu permesso di vedere la fine di Sodoma e
Gomorra:
“Dopo averli fatti uscire, uno di quegli uomini disse: «Metti la tua vita al
sicuro: non guardare indietro e non ti fermare in alcun luogo della pianura;
cerca scampo sul monte, altrimenti perirai!”
(Genesi 19:17)
E Abraamo, come Giovanni, vide solo il fumo
dell’incendio: “Abraamo si alzò la mattina presto e andò al luogo
dove si era prima fermato davanti al SIGNORE;
guardò verso Sodoma e Gomorra e verso tutta la
regione della pianura, ed ecco vide un fumo che saliva dalla terra, come il
fumo di una fornace”. (Genesi 19:27-28)
***
11
I mercanti della terra piangeranno e faranno cordoglio per lei, perchè
nessuno compera più le loro mercanzie: mercanzie d'oro, d'argento, di pietre
preziose, di perle, di lino fino, di porpora, di seta, di scarlatto e ogni
sorta di legno odoroso, e ogni sorta d'oggetti d'avorio e ogni sorta
d'oggetti di legno preziosissimo e di rame, di ferro e di marmo, e la
cannella e le essenze, e i profumi e gli unguenti, e l'incenso, e il vino e
l'olio, e il fior di farina, e il grano, e i buoi, e le pecore, e i cavalli
e i carri e i corpi e le anime d'uomini.
E i frutti che l'anima tua appetiva se ne sono andati
lungi da te; e tutte le cose delicate e sontuose son perdute per te e non si
troveranno mai più.
I mercanti di
queste cose che sono stati arricchiti da lei se ne staranno da lungi, come i
re, per tema del suo tormento, piangendo e facendo cordoglio,
e dicendo: Ahi! Ahi! la gran città ch'era vestita di
lino fino e di porpora e di scarlatto, e adorna d'oro e di pietre preziose e
di perle. Una cotanta ricchezza è stata devastata in un momento!
LA REAZIONE DEI MERCANTI
I mercanti piangono e fanno cordoglio perchè perdono un
vasto mercato, da cui traevano lauti guadagni.
Essi,
dice Giovanni, che sono stati arricchiti da lei
(sfruttavano la religione ed i suoi rituali per
arricchirsi) ed ora piangono e fanno
cordoglio perché nessuno compra più le loro merci.
Gesù stesso ebbe a contrastare questo mercanteggiare
nel tempio già ai suoi tempi e manifestò tutta la sua disapprovazione: “Poi,
entrato nel tempio, cominciò a scacciare i venditori, dicendo loro: «Sta
scritto: "La mia casa sarà una casa
di preghiera", ma voi ne avete fatto un covo di ladri”.
(Luca 19:45-46)
Questi mercanti
saranno spaventati e se ne staranno lontani e riconosceranno la disfatta
della città di Babilonia.
L’angelo elenca tutte le mercanzie che sono state
l’oggetto dell’arricchimento, oltre a tutti i metalli, tessuti elementi e
profumi, animali, (cose di altissimo pregio e ritenute ancora oggi “beni
rifugio” cfr con Apocalisse 18:2), spiccano i corpi e le anime di uomini,
due termini che sono adoperati nell'Antico Testamento per indicare gli
schiavi o i prigionieri di guerra:
Ezechiele 27:13...: «Anch'essi
trafficano teco (Tiro); danno
anime umane e utensili di rame in scambio delle tue mercanzie»;
1Cronache 5:21: «Essi presero il
bestiame dei vinti... e centomila anime umane (Ebraico)».
Per i mercanti, per Babilonia, i corpi e le anime degli
uomini sono semplici oggetti per il proprio arricchimento!
Giacomo fa un solenne ammonimento ai ricchi che accumulano tesori negli
ultimi tempi:
”A voi ora, o
ricchi! Piangete e urlate per le calamità che stanno per venirvi addosso!
Le vostre ricchezze sono marcite e le vostre vesti sono tarlate.
Il vostro oro e il vostro argento sono arrugginiti, e la loro ruggine sarà
una testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come un fuoco.
Avete accumulato tesori negli ultimi giorni”.
(Giacomo 5:1-3)
***
17 E
tutti i piloti e tutti i naviganti e i marinari e quanti trafficano sul mare
se ne staranno da lungi;
e vedendo il fumo dell'incendio d'essa
esclameranno dicendo: Qual città era simile a questa gran città?
Cfr.
Ezechiele 27:32.
E si
getteranno della polvere sul capo in segno di lutto, e grideranno, piangendo
e facendo cordoglio, e dicendo: Ahi! Ahi! la gran città nella quale tutti
coloro che avevano navi in mare s'erano arricchiti con la sua magnificenza!
In un momento ella è stata ridotta in un deserto.
Questi trafficanti piangono e fanno cordoglio perchè
perdono un vasto traffico, da cui traevano lauti guadagni.
Essi,
dice Giovanni, che
s'erano arricchiti
con la sua magnificenza
(sfruttavano la religione ed i suoi traffici per
arricchirsi) ed ora piangono e fanno
cordoglio perché il traffico viene a cessare.
Questi trafficanti
piangeranno e faranno cordoglio, a
differenza dei santi che gioiranno di questa disfatta.
Questi trafficanti
se ne staranno lontani e
riconosceranno la disfatta della città di Babilonia.
Per la terza volta in questo capitolo si parla del
fuoco come dell'agente della distruzione di Babilonia. Cfr.
Apocalisse 18:8-9,18
e anche in
Apocalisse 18:15
ove la parola 'tormento'
corrisponde all'incendio. Non si dice se l'incendio sarà opera degli uomini
o conseguenza di terremoto o d'altra causa fortuita; ma è difficile dare a
queste fiamme un senso simbolico.
Per la quarta volta torna l'affermazione della rapidità
con la quale sarà effettuata la rovina della 'Babilonia': in un momento, in
un giorno.
***
20 Rallegrati
d'essa, o cielo, e voi santi, ed apostoli e profeti, rallegratevi poichè
Dio, giudicandola, vi ha reso giustizia. (lett.
ha giudicato il vostro giudizio).
Essa vi aveva condannati o perseguitati; condannando lei
Dio ha rivendicato la vostra innocenza e la verità del Vangelo affidato ai
suoi messaggeri.
Coloro che sono invitati a rallegrarsi sono considerati
come abitanti del cielo insieme agli angeli che seguono con amore le vicende
del regno di Dio sulla terra.
La caduta di Babilonia, come rappresentante della
cristianità degenere, rallegra i santi cioè i credenti che furono da lei
calunniati, condannati ed anche uccisi
Apocalisse 17:6,
gli apostoli e i
profeti che hanno
portato in alto la Verità e che vedono la fine della falsa chiesa e la
dottrina adulterata, gettate entrambe alle fiamme.
***
21 Poi
un potente angelo sollevò una pietra grossa come una gran macina, e la gettò
nel mare dicendo: Così sarà con impeto precipitata Babilonia la gran città e
non sarà più ritrovata.
Geremia disse a Seraia: «Quando sarai arrivato a Babilonia, avrai cura di
leggere tutte queste parole, e dirai: "O SIGNORE, tu hai detto di questo
luogo che lo avresti distrutto, al punto che non sarebbe stato più abitato
né da uomo, né da bestia, e che sarebbe stato ridotto in una desolazione
perenne". Quando avrai finito di leggere questo libro, tu vi legherai una
pietra, lo getterai in mezzo all'Eufrate, e dirai: "Così affonderà
Babilonia, e non si rialzerà più, a causa del male che io faccio venire su
di lei; cadrà esausta".
( Geremia 51:59-64)
Non ci sarà più bisogno di asciugare il fiume Eufrate per
aspettare il giudizio di Babilonia, essa è stata precipitata nel mare che
non può asciugarsi e che sparirà con tutta la terra!
Il giudizio su Babilonia ci riporta a quello che disse
Gesù circa un insegnamento fondamentale: “Gesù
disse ai suoi discepoli: «È impossibile che non avvengano scandali, ma guai
a colui per colpa del quale avvengono!
Sarebbe meglio per lui che una macina da mulino gli fosse messa al collo e
fosse gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno solo di questi
piccoli.
State attenti a voi stessi! Se tuo fratello pecca, riprendilo; e se si
ravvede, perdonalo. Se ha peccato contro di te sette volte al giorno, e
sette volte torna da te e ti dice: "Mi pento", perdonalo».
Allora gli apostoli dissero al Signore: «Aumentaci la fede!»
Il Signore disse: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste
dire a questo sicomoro: "Sràdicati e trapiàntati nel mare", e vi
ubbidirebbe”.
(Luca 17:1-5)
***
22 E
in te non sarà più udito suono di arpisti nè di musici, nè di flautisti nè
di sonatori di tromba; nè sarà più trovato in te artefice alcuno d'arte
qualsiasi, nè s'udrà più in te rumore di macina.
E non
rilucerà più in te lume di lampada e non s'udrà più in te voce di sposo e di
sposa; perchè i tuoi mercanti erano i principi della terra, perchè tutte le
nazioni sono state sedotte dalle tue malie,
e in lei è stato trovato il sangue dei
profeti e dei santi e di tutti quelli che sono stati uccisi sopra la terra.
Per il sangue dei profeti, dei santi e di tutti gli
uccisi della terra si intende uccisi per la loro fede e per la loro
testimonianza cristiana.
Essa è moralmente responsabile di quel sangue perchè è
stato versato per suo ordine, o dietro sua istigazione, o in conseguenza
dell'insegnamento anticristiano ch'essa ha impartito.
In Babilonia si trovano:
-
Le armonie
musicali (anziché salmi, inni e cantici spirituali – cfr Efesini 5:19),
facciamo attenzione sulla base di cosa scegliamo la “musica cristiana”.
-
L’arte,
ovvero l’esaltazione delle capacità umane (anziché Cristo – cfr 2 Corinzi
4:5), facciamo attenzione su come ascoltiamo e predichiamo la Parola di Dio,
ricordiamoci “dell’arte dell’eloquenza”.
-
Il servizio
cristiano deve essere svolto nel segreto, il rumore della macina…
…lasciamolo a Babilonia!
-
La luce di
lampada (non di candelabro – cfr Apocalisse 2:3), noi siamo portatori di
Luce non di lampade, le lampade (soggette a consumo ed usura, lasciamole a
Babilonia)!
-
Voce di sposo
o di sposa, l’autorità sul matrimonio è di Dio, non è la Chiesa che unisce o
divide, è Dio che detta le regole sul matrimonio!
-
Le malie (o
magie), lasciamole a Babilonia, noi predichiamo Cristo, Potenza di Dio (1
Corinzi 1:24)!
-
Il sangue dei
profeti, dei santi e di tutti gli uccisi (i martiri), non si trovano (e non
si trovino) questa cose nella Chiesa di Dio.
Confrontiamo le accuse e le sentenze contro Babilonia con
quelle mosse da Gesù ai farisei:
“Allora Gesù parlò alla folla e ai suoi discepoli, dicendo: «Gli scribi e i
farisei siedono sulla cattedra di Mosè. Fate dunque e osservate tutte le
cose che vi diranno, ma non fate secondo le loro opere; perché dicono e non
fanno. Infatti, legano dei fardelli pesanti e li mettono sulle spalle della
gente; ma loro non li vogliono muovere neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere osservati dagli uomini; infatti
allargano le loro filatterie e allungano le frange dei mantelli; amano i
primi posti nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe, i saluti nelle
piazze ed essere chiamati dalla gente: "Rabbì!"
Ma voi non vi fate chiamare "Rabbì"; perché uno solo è
il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli.
Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre
vostro, quello che è nei cieli.
Non vi fate chiamare guide, perché una sola è la vostra Guida, il Cristo; ma
il maggiore tra di voi sia vostro servitore.
Chiunque si innalzerà sarà abbassato e chiunque si abbasserà sarà innalzato.
Ma guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché serrate il regno dei cieli
davanti alla gente; poiché non vi entrate voi, né lasciate entrare quelli
che cercano di entrare.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché divorate le case delle vedove
e fate lunghe preghiere per mettervi in mostra; perciò riceverete maggior
condanna.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché viaggiate per mare e per terra
per fare un proselito; e quando lo avete fatto, lo rendete figlio della
geenna il doppio di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: Se uno giura per il tempio, non importa;
ma se giura per l'oro del tempio, resta obbligato. Stolti e ciechi! Che cosa
è più grande: l'oro o il tempio che santifica l'oro?
E se uno, voi dite, giura per l'altare, non importa; ma se giura per
l'offerta che c'è sopra, resta obbligato. Ciechi! Che cosa è più grande:
l'offerta o l'altare che santifica l'offerta? Chi dunque giura per l'altare,
giura per esso e per tutto quello che c'è sopra; e chi giura per il tempio,
giura per esso e per Colui che lo abita; e chi giura per il cielo, giura per
il trono di Dio e per Colui che vi siede sopra.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pagate la decima della menta,
dell'aneto e del comino, e trascurate le cose più importanti della legge: il
giudizio, la misericordia, e la fede.
Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre.
Guide cieche, che filtrate il moscerino e inghiottite il cammello.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pulite l'esterno del bicchiere
e del piatto, mentre dentro sono pieni di rapina e d'intemperanza.
Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere e del piatto, affinché
anche l'esterno diventi pulito.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri
imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d'ossa di
morti e d'ogni immondizia.
Così anche voi, di fuori sembrate giusti alla gente; ma dentro siete pieni
d'ipocrisia e d'iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché
costruite i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti e dite: "Se
fossimo vissuti ai tempi dei nostri padri, non saremmo stati loro complici
nello spargere il sangue dei profeti!"
In tal modo voi testimoniate contro voi stessi,
di essere figli di coloro che uccisero i profeti. E colmate pure la misura
dei vostri padri!
Serpenti, razza di vipere, come scamperete al giudizio della geenna?
Perciò ecco, io vi mando dei profeti, dei saggi e degli scribi; di questi,
alcuni ne ucciderete e metterete in croce; altri ne flagellerete nelle
vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città, affinché ricada su
di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto
Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che voi uccideste fra
il tempio e l'altare.
Io vi dico in verità che tutto ciò ricadrà su questa generazione”.
(Matteo 23)
***
Esortazione per i servi del Signore:
Perché la saggezza ti entrerà nel cuore, la scienza sarà la delizia
dell'anima tua, la riflessione veglierà su di te, l'intelligenza ti
proteggerà; essa ti
scamperà così dalla via malvagia, dalla gente che parla di cose perverse, da
quelli che lasciano i sentieri della rettitudine per camminare nelle vie
delle tenebre, che godono a fare il male e si compiacciono delle perversità
del malvagio, i cui sentieri sono contorti e percorrono vie tortuose.
Ti salverà dalla donna adultera, dalla infedele che usa parole seducenti,
che ha abbandonato il compagno della sua gioventù e ha dimenticato il patto
del suo Dio.
Infatti la sua casa pende verso la morte, e i suoi sentieri conducono ai
defunti.
Nessuno di quelli che vanno da lei ne ritorna, nessuno riprende i sentieri
della vita.
Così camminerai per la via dei buoni e rimarrai nei sentieri dei giusti.
Gli uomini retti infatti abiteranno la terra, quelli
che sono integri vi rimarranno; ma gli empi saranno sterminati dalla terra,
gli sleali ne saranno estirpati.
(Proverbi 2:10-22)