Apocalisse - La dedica e la presentazione
Io, Giovanni, vostro fratello e
vostro compagno nella tribolazione, nel regno e nella costanza in Gesù, ero
nell'isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza
di Gesù.
Fui rapito dallo Spirito nel giorno
del Signore, e udii dietro a me una voce potente come il suono di una
tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle
sette chiese: a Efeso, a Smirne, a Pergamo, a Tiatiri, a Sardi, a Filadelfia
e a Laodicea».
Io mi voltai per vedere chi mi stava
parlando. Come mi fui voltato, vidi sette candelabri d'oro e, in mezzo ai
sette candelabri, uno simile a un figlio d'uomo, vestito con una veste lunga
fino ai piedi e cinto di una cintura d'oro all'altezza del petto.
Il suo capo e i suoi capelli erano
bianchi come lana candida, come neve; i suoi occhi erano come fiamma di
fuoco; i suoi piedi erano simili a bronzo incandescente, arroventato in una
fornace, e la sua voce era come il fragore di grandi acque. Nella sua mano
destra teneva sette stelle; dalla sua bocca usciva una spada a due tagli,
affilata, e il suo volto era come il sole quando risplende in tutta la sua
forza.
Quando lo vidi, caddi ai suoi piedi
come morto.
Ma egli pose la sua mano destra su di
me, dicendo: «Non temere, io sono il primo e l'ultimo, e il vivente. Ero
morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della
morte e dell'Ades. Scrivi dunque le cose che hai viste, quelle che sono e
quelle che devono avvenire in seguito, il mistero delle sette stelle che hai
viste nella mia destra, e dei sette candelabri d'oro.
Le sette stelle sono gli angeli delle
sette chiese, e i sette candelabri sono le sette chiese.
9 Io, Giovanni, vostro
fratello e partecipe con voi della tribolazione, del regno e della
costanza in Gesù, ero nell'isola chiamata Patmo, a motivo della parola
di Dio e della testimonianza di Gesù.
Col relegare l'apostolo
Giovanni nell'isolotto di Patmos, l'autorità pagana ha creduto di troncare
la sua attività religiosa nell'Asia proconsolare; invece, il re celeste si è
valso di quest'esilio per allargare oltremodo la cerchia di quell'attività.
Non solo Giovanni
scriverà ancora alle chiese d'Asia, ma riceverà delle rivelazioni che
serviranno a istruire, a confortare, a confermare nel corso di molti secoli
le chiese del mondo intero.
Così Dio sa trarre il
bene dal male.
Patmos chiamata anche
Palmosa e Patino è un'isoletta rocciosa, senza importanza, quasi senza
abitanti, situata nel gruppo delle Sporadi ad ovest della costa dell'Asia.
Plinio attesta che i
Romani ne avevano fatto una colonia penale.
E quelli che vi erano
confinati dovevano lavorare nelle miniere o nelle cave di marmo.
Gli scrittori
ecclesiastici del secondo secolo riferiscono che l'apostolo Giovanni vi
era stato relegato a motivo della sua fedeltà e del suo zelo nel predicar
la parola di Dio e in specie nel render testimonianza a Cristo
qual Figliuolo di Dio e Salvatore del mondo.
Giovanni è relegato
perchè è stato fedele nel testimoniar di Cristo.
Tali conseguenze non
sono casuali, la persecuzione non è una eventualità, è una certezza!
Del resto, tutti quelli che vogliono
vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.
( 2 Timoteo 3:12 )
Chi è fedele nella
parte dell'opera affidatagli, sarà in grado di comprender sempre meglio il
piano generale di Dio.
Giovanni ha studiato
con cura i profeti dell'Ant.T.; ha meditato le dichiarazioni profetiche di
Gesù ai suoi discepoli.
Il suo linguaggio è
pieno di ebraismi, saturo di allusioni a istituzioni, a fatti, a figure, a
promesse dell'Ant.T.
Lo studio delle
profezie anteriori ha preparato l'apostolo a ricever le nuove che
riassumono, chiariscono e completano le antiche.
Senza lo studio delle
Sacre Scritture i disegni di Dio quali si svolgono nella storia restano un
mistero impenetrabile. Sullo scorcio del secolo apostolico, Giovanni medita
sullo stato della Chiesa cristiana.
La persecuzione di
Nerone è passata da tempo; ma l'autorità pagana si mostra sempre più avversa
ai cristiani; le chiese sono qua e là invase da errori o cadute
nell'indifferenza.
Che ne sarà della
Chiesa di Dio? Delle promesse di Cristo? La sua venuta è ella imminente?
A tali angosciose
preoccupazioni rispondono le visioni concessegli.
Chi è più preoccupato
di sè che delle sorti del regno di Dio, non è in condizione di comprendere i
disegni divini.
Giovanni fa un preciso riferimento alla
tribolazione e alla costanza, la tribolazione è una diretta
conseguenza dell’essere cristiani, l’Apocalisse è quindi un libro scritto a
dei servi di Dio ( vedi il prologo ) perseguitati.
La tribolazione è stata preannunciata da Gesù:
Vi ho detto queste
cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma
fatevi coraggio, io ho vinto il mondo». ( Giovanni 16:33 )
Ricordatevi della
parola che vi ho detta: "Il servo non è più grande del suo signore". Se
hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato
la mia parola, osserveranno anche la vostra. ( Giovanni 15:20 )
… però non ha radice in
sé ed è di corta durata; e quando giunge la tribolazione o
persecuzione a motivo della parola, è subito sviato.” ( Matteo 13:21 )
E confermata dagli apostoli:
“… siate allegri nella
speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera.”
( Romani 12:12 )
“Chi ci separerà
dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la
persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?” ( Romani 8:35 )
“Del resto, tutti
quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.”
(2 Timoteo 3:12)
Che ci indicano la strada per superare la
tribolazione e la persecuzione, la costanza:
“Ma tu, uomo di Dio,
fuggi queste cose, e ricerca la giustizia, la pietà, la fede, l'amore, la
costanza e la mansuetudine.” ( 1 Timoteo 6:11 )
“… se abbiamo
costanza, con lui anche regneremo; ( 2 Timoteo 2:12 )
“… sapendo che la prova della vostra fede produce
costanza. E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi,
perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti.” ( Giacomo 1:3-4 )
10 Fui rapito (lett. fui)
in ispirito nel giorno del Signore e udii dietro a me una gran voce come
d'una tromba!
L'espressione (Cfr.
Apocalisse 4:2; 21:10) non vuol dir soltanto che fu ispirato, ma
che, sotto l'influenza dello Spirito di Dio, egli fu elevato in uno stato in
cui lo spirito suo soltanto, ossia l'organo superiore atto a percepir le
cose divine, si trovava attivo, mentre il corpo ed i sensi erano come in
istato di letargia.
Un tale stato è
chiamato altrove nel N.T. l'estasi che vale propriamente un
'esser fuori' dello stato normale,
cosciente, che poi è lo stato a cui è chiamato a vivere ogni singolo
credente, il significato del termine “ chiesa” significa proprio “ chiamati
fuori da”.
Così di Pietro si narra
Atti 10:10 che «fu
rapito in estasi e vide il cielo aperto...» e Paolo, parlando delle
visioni e rivelazioni avute, dice,
2Corinzi 12:2, che fu
rapito fino al terzo cielo, ma non sa dir se «col corpo o senza il corpo». Cfr. altro esempio di estasi
Atti 17:17-18.
Il giorno del Signore,
può indicare, secondo alcuni la domenica, secondo altri il giorno della resa
dei conti, il giorno dove trionferà la giustizia di Dio, dove sarà
proclamata la vittoria.
Il suono della tromba, sta a ricordare una chiamata, un
appello, un segnale, un avvertimento per l’esercito di Dio, questo suono,
non è un semplice “tono melodico”, ha un messaggio chiaro per Giovanni, è
un preciso ordine.
11 che diceva: Quel che tu vedi,
cioè, che stai per vedere, scrivilo in un libro e mandalo alle sette
chiese: a Efeso, a Smirne, a Pergamo, a Tiatiri, a Sardi, a Filadelfia e a
Laodicea.
Il libro è l'Apocalisse
per intero, non le sole lettere di
Apocalisse 2-3 che non
contengono la visione delle cose a venire
Apocalisse 1:1,19.
Il libro è stato
scritto in Patmos stessa sotto l'impressione immediata delle rivelazioni
ricevute.
Il numero sette
indica qui, come sempre, una totalità come “completezza”.
Per meglio comprendere il significato simbolico della
descrizione di Giovanni, dobbiamo ricordare i materiali presenti nella
costruzione del tabernacolo di Israele e il loro significato:
-
L’oro rappresenta la divinità;
-
L’argento rappresenta la redenzione, il riscatto ( Esodo 30:16 );
-
Il rame rappresenta la giustizia divina nel giudizio ( Numeri 16:36-40 );
-
Il legno di acacia rappresenta l’umanità immarcescibile;
-
L’olio rappresenta la luce dello Spirito Santo;
-
Gli aromi rappresentano il profumo, ovvero la testimonianza ( Filippesi 3:3);
-
Le pietre ( Esodo 25:7 ) rappresentano i riscattati, le pietre di onice
sulle spalle del Sommo Sacerdote o da incastonare ( sul suo cuore );
Abbiamo poi il significato dei colori:
-
Blu ( o violaceo ): Colui che è sceso dal cielo;
-
Scarlatto: Sangue, sofferenza, gloria terrestre ( Numeri 4:8 );
-
Porpora: gloria universale al di là della sofferenza ( Numeri 4:13 );
-
Bianco: la purezza;
Abbiamo ancora il significato dei tessuti:
-
Lino: l’uomo perfetto, giusto verso Dio e verso gli uomini ( Apocalisse
19:8 );
-
Pelo di capra: Separazione dal mondo per Dio ( abbigliamento dei profeti
cfr Zaccaria 13:4 / Matteo 3:4 );
-
Pelli di montone tinto in rosso: devozione fino alla morte ( il montone
era l’offerta per la consacrazione, cfr Esodo 29:15-35 );
-
Pelli di tasso ( o di delfino ): resistenza a qualsiasi tentazione, umiltà
( coperta esterna del tabernacolo cfr Numeri 4:6 / Isaia 53:2 );
12 E io mi voltai per veder qual
fosse la voce che mi parlava e come mi fui voltato, vidi sette candelabri
d'oro
Giovanni si volta per
vedere chi fosse a pronunciare quelle parole, ma non vede direttamente la
fonte della voce, vede degli “strumenti”, così è di Dio, l’uomo non può
vedere direttamente il volto di Dio, Egli rimane invisibile, Giovanni
ripeterà tante volte “come” è
letteralmente indescrivibile!
Proprio come Gesù ha
fatto conoscere Dio, la Chiesa fa conoscere Gesù:
“Nessuno ha mai visto Dio;
l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto
conoscere.”
( Giovanni 1:18 )
“Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha
mandato, anch'io mando voi».” ( Giovanni 20:21 )
“Ma riceverete potenza quando lo
Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in
tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra.”
( Atti 1:8 )
Nel luogo santo
dell'antico Tabernacolo c'era un candelabro d'oro, dal cui tronco si
partivano tre bracci a destra e tre a sinistra.
Le sette lampade così
ottenute simboleggiavano probabilmente la missione d'Israele.
Qui i candelabri sono
separati perchè ciascuno rappresenta, come dirà in
Apocalisse 1:20, una
chiesa locale.
Gesù aveva detto ai
suoi: 'Voi siete la luce del mondo...
non si accende una lampada per metterla sotto il moggio; anzi la si mette
sul candeliere...'
Matteo
5:14-15.
E Paolo esortando i
Filippesi a tenere una condotta irreprensibile in mezzo a una generazione
corrotta, aggiunge: «nella quale voi
risplendete come luminari nel mondo tenendo alta la Parola della vita».
Tale è la missione
d'ogni chiesa cristiana, missione gloriosa come l'indica il fatto che sono
d'oro i candelieri.
La chiesa locale è
d’oro, della stessa sostanza di Dio, è un qualcosa di invisibile all’occhio
umano ma di ben definito per Dio.
Una altra indicazione
particolare può essere la forma del candelabro, esso rappresenta una
struttura che tende ad uscire dalla terra e si propende verso il cielo,
proprio come la Chiesa, chiamata fuori dal mondo, e propensa verso l’alto
con in cima la Luce di Dio.
Come il candelabro
riceve la luce e la fa risplendere davanti a tutti, così la Chiesa deve
attingere la verità dalle Sacre Scritture e dalla comunione col Cristo luce
del mondo, e la deve professare nella sua purezza, non tenerla nascosta al
popolo, ma insegnarla ai piccoli ed ai grandi e recarla fino alle estremità
della terra.
I servi di Cristo in
senso particolare: stanno nella sua mano, a sua disposizione.
13 e in mezzo ai candelabri Uno
somigliante a un figliuol d'uomo, vestito d'una veste lunga fino ai piedi e
cinto d'una cintura d'oro all'altezza del petto.
I sette candelabri
illuminano Colui che sta in mezzo a loro, non illuminano se stessi, lo scopo
della Chiesa è quello di rendere luminosa la figura di Cristo in questo
mondo buio!
Da notare che la
particolare descrizione del figlio d’uomo corrisponde al vestimento
sacerdotale di Aaronne e i suoi figli ( cfr Esodo 28:2-4 - Levitico 6:9-10
).
Nelle sue visioni,
Daniele vede venir sulle nuvole l'uno simile ad un figliuol d'uomo, al quale
è dato il regno che non trapassa
Daniele 7:13.
L'espressione qui si
applica al Cristo stesso divenuto simile all'uomo in ogni cosa salvo nel
peccato, abbassatosi fino alla morte ed ora glorificato d'una gloria di cui
danno una qualche idea i simboli che seguono:
La veste di lino è
segno esterno in Oriente di alta dignità, ma anche della giustizia
immacolata del passato terrestre di Gesù.
In
Apocalisse 15:6 sette
angeli escono dal tempio «vestiti di lino puro e risplendente e col petto
cinto di cinture d'oro». I sacerdoti
ed i re indossavano la veste talare.
La cintura d'oro era
usata dai re.
In
Daniele 10:5 l'angelo che
parla con Daniele è vestito di lino ed ha sui fianchi una cintura d'oro fino
di Ufaz.
Il Cristo che fa dei
suoi redenti dei sacerdoti e dei re è egli stesso il Sacerdote ed il
Apocalisse perfetto ed eterno.
Egli è il Capo
invisibile ma sempre presente della sua Chiesa, la conosce a fondo, la
conforta, la protegge, la guida, la corregge ed anche la castiga e giudica.
Perciò è rappresentato
come stando in mezzo ai candelabri e camminante fra loro
Apocalisse 2:1.
14 E
il suo capo e i suoi capelli erano bianchi come candida lana, come neve e i
suoi occhi erano come una fiamma di fuoco
Il capo è qui la parte
coperta dai capelli, visto che il volto è nominato a parte
Apocalisse 1:16.
I capelli bianchi ci
ricordano la purezza, che parte dal capo, dalla sede dei pensieri, la stessa
fonte di pensiero è perfettamente pura.
I suoi occhi come
fiamma di fuoco sono l’emblema della onniscienza che tutto investiga e tutto
penetra, nei cuori e nelle chiese, e che denunzia e folgora tutto ciò che
non è santo e buono.
L'emblema è ripetuto
nella lettera alla chiesa di Tiatiri
Apocalisse 2:18, di cui
Cristo conosce le opere, loda il bene e punirà il male, «e tutte le chiese, aggiunge
Apocalisse 1:23,
conosceranno che io son colui che
investigo le reni e i cuori e darò a ciascun di voi secondo le vostre opere».
Abacuc 1:13 dice:”
Tu hai gli occhi troppo puri per sopportare la vista del male “.
15 e i suoi piedi eran simili a
terso rame, arroventato in una fornace e la sua voce era come la voce di
molte acque
La derivazione e il
senso esatto del greco calcolibano restano incerti.
Gli uni lo considerano
come una specie d'incenso, ma l'incenso non si mette nella fornace; altri
come una lega d'argento e d'oro, e altri con maggior probabilità, date le
analogie con
Daniele 10:6;
Ezechiele 1:4; 7:27; 8:2, come una specie finissima di rame
rovente e scintillante.
In
Apocalisse 10. si legge
d'un angelo potente che «i suoi piedi erano come colonne di fuoco».
In tutta la persona
splende la gloria del Figliuol dell'uomo, che ha camminato per un tempo fra
noi ed è stato provato come un metallo nella fornace ed è stato trovato
puro, il rame ci parla del giusto giudizio di Dio che è caduto su di Lui.
La voce di molte acque
è paragonabile all'alto fragore delle onde del mare.
Quando Ezechiele (Ezechiele 43:2 ebraico)
contempla la gloria del Dio d'Israele, egli dice: «La sua voce era come il rumore di grandi acque e la terra era illuminata
dalla sua gloria».
Il tuono è chiamato
nell'A.T. la voce dell'Eterno:
Date al SIGNORE, o figli di Dio, date
al SIGNORE gloria e forza!
Date al SIGNORE la gloria dovuta al
suo nome; adorate il SIGNORE, con santa magnificenza.
La voce del SIGNORE è sulle acque; il
Dio di gloria tuona; il SIGNORE è sulle grandi acque.
La voce del SIGNORE è potente, la
voce del SIGNORE è piena di maestà.
La voce del SIGNORE rompe i cedri; il
SIGNORE spezza i cedri del Libano.
Fa saltellare i monti come vitelli,
il Libano e l'Ermon come giovani bufali.
La voce del SIGNORE fa guizzare i
fulmini.
La voce del SIGNORE fa tremare il
deserto; il SIGNORE fa tremare il deserto di Cades.
La voce del SIGNORE fa partorire le
cerve e sfronda le selve.
E nel suo tempio tutto esclama:
«Gloria!»
Il SIGNORE sedeva sovrano sul
diluvio, anzi il SIGNORE siede re per sempre.
Il SIGNORE darà forza al suo popolo;
il SIGNORE benedirà il suo popolo dandogli pace.
( Salmo 29 )
Udite, udite il fragore della sua
voce, il rombo che esce dalla sua bocca!
Egli lo lancia sotto tutti i cieli e
il suo lampo guizza fino alle estremità della terra.
Dopo il lampo, una voce rugge;
egli tuona con la sua voce maestosa; quando si ode la voce, il fulmine
non è già più nella sua mano.
Dio tuona con la sua voce in modo
prodigioso; grandi cose egli fa che noi non
comprendiamo.
( Giobbe 37:2-5 )
Il
SIGNORE farà udire la sua voce maestosa e mostrerà come colpisce con
il suo braccio, nel furore della sua ira, tra le fiamme di un fuoco
divorante, in mezzo a una tempesta, a un diluvio di pioggia, e a una
gragnuola di sassi. ( Isaia 37:30 )
L'immagine è atta a
dare un'idea della potenza gloriosa di Colui al quale ogni potestà è data
nel cielo e sulla terra.
16 Ed egli teneva (lett.
aveva) nella sua man destra sette stelle e dalla sua bocca usciva una
spada a due tagli, acuta e il suo volto era come il sole quando splende
nella sua forza.
Le sette stelle
descritte anche in
Apocalisse 1:20 rappresentano gli angeli delle sette chiese.
Il tenerli nella mano è
simbolo di potere assoluto su di essi, sia che si tratti di dar loro degli
ordini, o di proteggerli, o di rivolger loro rimproveri e minacce.
“…e nessuno le rapirà dalla mia
mano.”
(Giovanni 10:28)
Il deutero-Isaia
esclama Isaia 49:2: 'Ha resa la mia
bocca simile ad una spada acuta' e nell'Ep. agli
Ebrei 4:12 si legge che «la
parola di Dio è vivente ed efficace, e più affilata di qualunque spada a due
tagli e penetra fino alla divisione dell'anima e dello spirito... e giudica
i sentimenti ed i pensieri del cuore».
Nella descrizione del
Re-messia in
Isaia
11:4 è detto che giudicherà i poveri con giustizia, ma «percoterà la terra colla verga (nella LXX: colla parola)
della sua bocca e ucciderà l'empio col
soffio delle sue labbra».
La spada che esce dalla
bocca di Cristo rappresenta qui la parola di verità e di santità colla quale
egli, taglia nel vivo delle magagne delle chiese, rappresenta pure le giuste
sentenze ch'egli pronunzia ed eseguisce con potenza sopra i suoi nemici.
Alla chiesa di Pergamo
dice: «Ravvediti dunque; se no verrò
tosto a te e combatterò contro a loro (i Nicolaiti)
con la spada della mia bocca».
In
Apocalisse 19:21 è detto
dei seguaci della bestia che «furono
uccisi con la spada che usciva dalla bocca» del Fedele e Verace il cui
nome è: la Parola di Dio.
La parola
oyiV qui usata è la stessa
utilizzata per descrivere il
volto del passo di
Giovanni 11:14 ove si
parla del volto di Lazzaro.
Quando Gesù fu
trasfigurato «la sua faccia risplendè
come il sole e i suoi vestiti divennero candidi come la luce»
Matteo 17:2.
Era quella una fugace
anticipazione della gloria permanente ch'egli ora possiede e che l'occhio
mortale non può contemplare.
Il sole splende nella
sua forza nelle ore centrali d'una giornata senza nubi.
17 E quando l'ebbi veduto caddi ai
suoi piedi come morto ed egli mise la sua man destra su di me, dicendo: Non
temere, Io sono il primo e l'ultimo
Dio disse a Mosè: «Tu non puoi vedere
il mio volto, perché l'uomo non può vedermi e vivere».
(Esodo 33:20)
Giovanni, il discepolo
che Gesù amava, era stato in relazione intima col Maestro; ma il
contemplarlo ora nello splendore della sua gloria celeste, oltrepassa le
forze della sua natura terrena ed egli cade tramortito e preso dal timore
che assale la creatura peccatrice in presenza di Dio.
Un tempo Giovanni aveva
posato il suo capo sul petto di Gesù ( Giovanni 13:25 ), ma ora non può più
comportarsi così verso il Cristo nella gloria!
Col toccare il suo
vecchio servitore, il Cristo gli comunica nuove forze fisiche; col dirgli:
'Non temere', infonde coraggio
nell'animo di lui. Cfr. Daniele 10:19:
'Non temere, uomo gradito, pace sia teco, fatti animo, fatti animo'.
Il gesto di Gesù e le
Sue parole, dimostrano a Gesù che quella morte che non permetteva il
contatto diretto tra l’uomo e Dio è stata vinta ed Egli ha il potere di
risuscitare ed Egli stesso ne è la prova inconfutabile.
Giovanni è chiamato a
ricevere rivelazioni tremende intorno alle future tribolazioni del popolo di
Dio; ma troverà conforto nel pensiero che Cristo è il Vivente, il padrone
della morte.
«In lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra,
le visibili e le invisibili..., tutte le cose sono state create per mezzo di
lui ed in vista di lui ed egli è avanti ogni cosa e tutte le cose sussistono
in lui». Così Paolo ai
Colossesi 1:16-17.
In
Isaia 44:6; 48:12 ebraico,
l'Eterno è chiamato il primo e l'ultimo.
Il Figliuol di Dio
partecipa all'essenza divina e come tale è al principio di tutte le cose e
sarà anche l'ultimo cioè sussisterà immutato quando saranno stati inabissati
tutti i suoi nemici, quando i cieli e la terra attuali saranno passati ed
egli avrà compiuto interamente il disegno di Dio.
19 e il Vivente, e fui morto, ma
ecco son vivente per i secoli dei secoli e tengo le chiavi della morte e del
soggiorno dei morti.
Il Cristo possiede la
vita assoluta, divina, al pari del Padre.
Nell'A.T. Jahveh è
chiamato spesso l'Iddio vivente e la forma usuale del giuramento è:
'Com'è vero che l'Eterno vive...'.
È vero che Cristo con
la sua incarnazione si sottopose alla morte fisica per amore degli uomini e
Giovanni l'aveva veduto pender dalla croce; ma la vita ha trionfato della
morte colla risurrezione, talchè ora, nella sua persona glorificata di
uomo-Dio, egli possiede una vita che non è più soggetta alla morte, una vita
ch'egli può comunicare alle membra del suo corpo mistico
Giovanni 14:19.
Il tener le chiavi che
aprono e chiudono un luogo equivale ad esserne il padrone.
Morte
e Hades o soggiorno dei morti,
esprimono lo stesso concetto.
Si parla delle porte
della morte in
Giobbe
38:17;
Salmi 9:13; delle porte
dell'Hades in
Matteo
16:16;
Isaia 38:10.
Cristo non apre le
porte della morte ai suoi prima che abbiano compiuta l'opera ad essi
assegnata.
Egli è entrato nell'Hades
da vincitore per predicare agli spiriti la Redenzione compiuta (1Pietro 3:18...); egli ne
trarrà a suo tempo i redenti che avranno parte alla prima risurrezione
Apocalisse 20:4-6; e alla
risurrezione universale la morte e lo Hades dovranno rendere i loro morti e
saranno inabissati per sempre
Apocalisse 20:13-14.
20 Scrivi dunque le cose che hai
vedute, quelle che sono e quelle che devono avvenire in appresso, il mistero
delle sette stelle che hai vedute nella mia destra e dei sette candelabri
d'oro.
Le sette stelle sono
gli angeli delle sette chiese e i sete candelabri sono le sette chiese.
Così fortificato,
scrive le cose che hai visto, la visione ora contemplata ( il passato ), lo
stato presente delle chiese e del mondo quale risulta dalle lettere alle
sette chiese ( il presente ), e quelle che vedrai in seguito ( il futuro ).
LE SETTE CARATTERISTICHE DELLA
COMPLETEZZA DELLA VISIONE:
-
Colui che tiene le sette stelle nella Sua destra e cammina in mezzo ai
sette candelabri d’oro
( Apocalisse 1:13/16
Apocalisse 2:1 );