La donna e il dragone


APOCALISSE  12:1-18

 

  

Poi un grande segno apparve nel cielo: una donna rivestita del sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sul capo.

Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto.

Apparve ancora un altro segno nel cielo: ed ecco un gran dragone rosso, che aveva sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi.

La sua coda trascinava la terza parte delle stelle del cielo e le scagliò sulla terra.

Il dragone si pose davanti alla donna che stava per partorire, per divorarne il figlio, non appena l'avesse partorito.

Ed ella partorì un figlio maschio, il quale deve reggere tutte le nazioni con una verga di ferro; e il figlio di lei fu rapito vicino a Dio e al suo trono.

Ma la donna fuggì nel deserto, dove ha un luogo preparato da Dio, per esservi nutrita per milleduecentosessanta giorni.

E ci fu una battaglia nel cielo: Michele e i suoi angeli combatterono contro il dragone.

Il dragone e i suoi angeli combatterono, ma non vinsero, e per loro non ci fu più posto nel cielo.

Il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù; fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati anche i suoi angeli.

Allora udii una gran voce nel cielo, che diceva: «Ora è venuta la salvezza e la potenza, il regno del nostro Dio, e il potere del suo Cristo, perché è stato gettato giù l'accusatore dei nostri fratelli, colui che giorno e notte li accusava davanti al nostro Dio.

Ma essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell'Agnello, e con la parola della loro testimonianza; e non hanno amato la loro vita, anzi l'hanno esposta alla morte.

Perciò rallegratevi, o cieli, e voi che abitate in essi!

Guai a voi, o terra, o mare!

Perché il diavolo è sceso verso di voi con gran furore, sapendo di aver poco tempo».

Quando il dragone si vide precipitato sulla terra, perseguitò la donna che aveva partorito il figlio maschio.

Ma alla donna furono date le due ali della grande aquila affinché se ne volasse nel deserto, nel suo luogo, dov'è nutrita per un tempo, dei tempi e la metà di un tempo, lontana dalla presenza del serpente. Il serpente gettò acqua dalla sua bocca, come un fiume, dietro alla donna, per farla travolgere dalla corrente.

Ma la terra soccorse la donna: aprì la bocca e inghiottì il fiume che il dragone aveva gettato fuori dalla sua bocca.

Allora il dragone s'infuriò contro la donna e andò a far guerra a quelli che restano della discendenza di lei che osservano i comandamenti di Dio e custodiscono la testimonianza di Gesù.

E si fermò sulla riva del mare.

 

Perché il regno di Cristo sia effettivo e operante, bisogna che siano vinti tutti i suoi nemici.

Il primo in ordine di tempo come pure in fatto di potenza, è Satana, in quanto il conflitto tra il bene ed il male ha le sue origini nel mondo spirituale: è iniziato nel cielo ma avrà il suo epilogo sulla terra.

Questo capitolo ci riporta quindi molto indietro ed anche nel mondo invisibile per farci meglio comprendere le manifestazioni estreme del male che saranno descritte nei capitoli seguenti.

Dopo il suono della settima tromba, ci si apre un periodo di visioni, la prima di queste è quella che ci approcciamo a leggere, quella della donna e il dragone, dalla lettura del precedente capitolo 11:7, sappiamo che la bestia che sale dal mare e la bestia che sale dalla terra sono già operativi nel mondo ma non ci viene detto come hanno preso il potere.

Se noi leggiamo la promessa di Dio in Eden, circa la progenie della donna, qui troviamo il compimento della promessa e la vana strategia del serpente di renderla nulla:

“Allora Dio il SIGNORE disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, sarai il maledetto fra tutto il bestiame e fra tutte le bestie selvatiche! Tu camminerai sul tuo ventre e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno».” (Genesi 3:14-15)

Questa visione della donna e del dragone, sembra descrivere, nei vari tempi la lotta tra il dragone e la progenie della donna.

 

1 Poi apparve un gran segno nel cielo: una donna rivestita del sole, con la luna sotto i piedi e sul capo una corona di dodici stelle.

2 Ella era incinta e gridava (letteralmente grida) nelle doglie tormentose del parto.

Lo spettacolo che si presenta agli occhi di Giovanni è chiamato un gran segno perché è grandioso a vedersi e perché ha un significato importante e perché evidentemente è un segnale importante nei tempi di Dio per il Suo popolo sulla terra.

Il segno, nella Scrittura ha la funzione di mostrare una determinata realtà.

Chi è la donna rivestita del sole?

Buona parte degli espositori vedono nella donna la personificazione di Israele dal seno del quale, secondo le profezie, doveva uscire il Salvatore del mondo, il leone della tribù di Giuda, il figliuol di Davide.

 

Il popolo di Israele è spesso nell'Antico Testamento rappresentato come la sposa dell'Eterno:

«Esulta, o sterile, tu che non partorivi!

Da' in grida di gioia e rallègrati, tu che non provavi doglie di parto!

Poiché i figli dell'abbandonata saranno più numerosi dei figli di colei che ha marito», dice il SIGNORE.

«Allarga il luogo della tua tenda, si spieghino i teli della tua abitazione, senza risparmio; allunga i tuoi cordami,rafforza i tuoi picchetti!

Poiché ti spanderai a destra e a sinistra; la tua discendenza possederà le nazioni e popolerà le città deserte.

Non temere, perché tu non sarai più confusa; non avere vergogna, perché non dovrai più arrossire; ma dimenticherai la vergogna della tua giovinezza, non ricorderai più l'infamia della tua vedovanza.

Poiché il tuo creatore è il tuo sposo; il suo nome è: il SIGNORE degli eserciti; il tuo redentore è il Santo d'Israele, che sarà chiamato Dio di tutta la terra.

Poiché il SIGNORE ti richiama come una donna abbandonata, il cui spirito è afflitto, come la sposa della giovinezza, che è stata ripudiata», dice il tuo Dio.

«Per un breve istante io ti ho abbandonata, ma con immensa compassione io ti raccoglierò.

In un accesso d'ira, ti ho per un momento nascosto la mia faccia, ma con un amore eterno io avrò pietà di te», dice il SIGNORE, il tuo Redentore.

«Avverrà per me come delle acque di Noè; poiché, come giurai che le acque di Noè non si sarebbero più sparse sopra la terra, così io giuro di non irritarmi più contro di te, di non minacciarti più.

Anche se i monti si allontanassero e i colli fossero rimossi, l'amore mio non si allontanerà da te, né il mio patto di pace sarà rimosso», dice il SIGNORE, che ha pietà di te.

«O afflitta, sbattuta dalla tempesta, sconsolata, ecco, io incasserò le tue pietre nell'antimonio, e ti fonderò sopra zaffiri.

Farò i tuoi merli di rubini, le tue porte di carbonchi, e tutto il tuo recinto di pietre preziose.

Tutti i tuoi figli saranno discepoli del SIGNORE e grande sarà la pace dei tuoi figli.

Tu sarai stabilita fermamente mediante la giustizia; sarai lontana dall'oppressione, perché non avrai niente da temere,e dalla rovina, perché non si accosterà a te.

Ecco, potranno fare alleanze, ma senza di me.

Chiunque farà alleanza contro di te, cadrà davanti a te.

Ecco, io ho creato il fabbro; egli soffia nel fuoco sui carboni e forgia uno strumento per il suo lavoro; io pure ho creato il devastatore per distruggere.

Nessuna arma fabbricata contro di te riuscirà; ogni lingua che sorgerà in giudizio contro di te, tu la condannerai.

Questa è l'eredità dei servi del SIGNORE, la giusta ricompensa che verrà loro da me», dice il SIGNORE.  (Isaia 54)

 

La nascita di Gesù in Betlemme è celebrata da Maria, da Zaccaria, da Simeone, come il compimento delle antiche promesse divine ad Israele:

“Ha soccorso Israele, suo servitore, ricordandosi della misericordia, di cui aveva parlato ai nostri padri, verso Abraamo e verso la sua discendenza per sempre.” (Cantico di Maria – Luca 1:54-55)

 

“Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo e profetizzò, dicendo: «Benedetto sia il Signore, il Dio d'Israele, perché ha visitato e riscattato il suo popolo, e ci ha suscitato un potente Salvatore nella casa di Davide suo servo, come aveva promesso da tempo per bocca dei suoi profeti; uno che ci salverà dai nostri nemici e dalle mani di tutti quelli che ci odiano.

Egli usa così misericordia verso i nostri padri e si ricorda del suo santo patto, del giuramento che fece ad Abraamo nostro padre, di concederci che, liberati dalla mano dei nostri nemici, lo serviamo senza paura, in santità e giustizia, alla sua presenza, tutti i giorni della nostra vita.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo, perché andrai davanti al Signore per preparare le sue vie, per dare al suo popolo conoscenza della salvezza mediante il perdono dei loro peccati, grazie ai sentimenti di misericordia del nostro Dio; per i quali l'Aurora dall'alto ci visiterà per risplendere su quelli che giacciono in tenebre e in ombra di morte, per guidare i nostri passi verso la via della pace».” (Cantico di Zaccaria – Luca 1:67-79)

«Ora, o mio Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo, secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, che hai preparata dinanzi a tutti i popoli per essere luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele».

Il padre e la madre di Gesù restavano meravigliati delle cose che si dicevano di lui.

E Simeone li benedisse, dicendo a Maria, madre di lui: «Ecco, egli è posto a caduta e a rialzamento di molti in Israele, come segno di contraddizione (e a te stessa una spada trafiggerà l'anima), affinché i pensieri di molti cuori siano svelati». (Adorazione di Simeone – Luca 2:29-35)

 

“Prima di provare le doglie del parto, essa ha partorito; prima che le venissero i dolori, ha dato alla luce un maschio.” (Isaia 66:7)

Un’altra similitudine interessante la troviamo nel sogno di Giuseppe:

“Egli fece ancora un altro sogno e lo raccontò ai suoi fratelli, dicendo: «Ho fatto un altro sogno!  Il sole, la luna e undici stelle si inchinavano davanti a me».

Egli lo raccontò a suo padre e ai suoi fratelli; suo padre lo sgridò e gli disse: «Che significa questo sogno che hai fatto? Dovremo dunque io, tua madre e i tuoi fratelli venire a inchinarci fino a terra davanti a te?» I suoi fratelli erano invidiosi di lui, ma suo padre serbava dentro di sé queste parole.” (Genesi 37:9-11)

Giuseppe e suo padre intesero subito il significato e le similitudini di questo sogno!

Ha sul capo una corona di dodici stelle che possono rappresentare i patriarchi da cui discendeva l'antico Israele.

 La nuova Gerusalemme porta i nomi delle dodici tribù sulle sue porte, e i nomi dei dodici apostoli sui suoi fondamenti Apocalisse 21:12,14.

Per lunghi secoli Israele portò nel suo seno la promessa del Redentore, promessa che venne assumendo forme sempre più definite e precise per opera dei profeti.

 

3 E apparve un altro segno nel cielo; ed ecco un gran dragone rosso che aveva sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi.

Questo è il secondo segno, la seconda realtà!

Di fronte alla donna che rappresenta Israele, appare il primo e il massimo nemico di essa sotto la figura ben notte dalla Genesi, del serpente.  Il dragone non è altro che un enorme serpente.

Nei libri poetici dell'Antico Testamento figura talvolta come un mostro marino.

E’ rosso - lett. “color fuoco” - che può, significare o il suo carattere sanguinario (cfr. Apocalisse 6:4: è omicida fin dal principio, Giovanni 8:44), o la sua sete di distruzione.

Fuoco e sangue seguono dovunque le sue orme nella storia.

Nella Scrittura, vediamo che il dragone è identificato con il nemico di Israele:

«Nabucodonosor, re di Babilonia, ci ha divorati, ci ha schiacciati, ci ha posti là come un vaso vuoto; ci ha inghiottiti come un dragone; ha riempito il suo ventre con le nostre delizie, ci ha cacciati via. (Geremia 51:34-35)

 

Ha sette teste e sulle teste sette diademi che sono l'emblema dell'autorità regale di cui si è impossessato in eden sfruttando la caduta dell’uomo, egli è:

·         Il principe di questo mondo:

“Ora avviene il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo.” (Giovanni 12:31)

“Io non parlerò più con voi per molto, perché viene il principe di questo mondo.

Egli non può nulla contro di me; ma così avviene affinché il mondo conosca che amo il Padre e opero come il Padre mi ha ordinato.” (Giovanni 14:30-31)

“Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato. (Giovanni 16:9-11)

 

·         Il principe della potestà dell’aria:

“Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli. (Efesini 2:1-2)

 

La bestia che Giovanni vedrà salir dal mare Apocalisse 13:12 avrà dieci corna e sette teste e di essa si dirà che «il dragone le diede la propria potenza e il proprio trono e grande potestà», ovvero farà quello che cercò di fare con Gesù Cristo uomo:

“Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo e gli disse: «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio. Se dunque tu ti prostri ad adorarmi, sarà tutta tua». (Luca 4:5-7)

 

Un’altra caratteristica del dragone sono i sette diademi, questi diademi ricordano quelli che il sommo sacerdote portava nei suoi paramenti, diademi di santità, che addosso al dragone rappresentano una apparente “santità” che nasconde la vera natura del dragone, d’altronde la Scrittura ci dice:

“Quei tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo. Non c'è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce. Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere.” (2 Corinzi 11:13-15)

 

4 E la sua coda trascinava la terza parte delle stelle del cielo e le gettò sulla terra.

Con questo vien raffigurata la vasta influenza di seduzione esercitata da Satana nel mondo superiore degli angeli: egli è riuscito a trascinar nella sua ribellione un gran numero di quegli esseri celesti che sono paragonati alle lucenti stelle del firmamento.

Si parla in Apocalisse 12:7 del dragone e dei suoi angeli che combattono e sono vinti e gettati sulla terra.

A questo deve riferirsi l'espressione: 'le gettò sulla terra ' ch'è il risultato; e non l'ultimo, dell'aver seguito il diavolo nella sua ribellione.

 

E il dragone si fermò davanti alla donna che stava per partorire, al fine di divorarne il figliolo, quando l'avrebbe partorito.

“Allora Dio il SIGNORE disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, sarai il maledetto fra tutto il bestiame e fra tutte le bestie selvatiche! Tu camminerai sul tuo ventre e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno».” (Genesi 3:14-15)

Dal momento che Dio diede la promessa che dal seme della donna avrebbe un giorno schiacciato la testa del serpente, satana prese la sua posizione davanti alla donna in modo che l’avrebbe distrutto appena fosse nato.

L'inimicizia del serpente antico contro al Cristo si palesa fin dalla nascita del fanciullo (persecuzione di Erode e morte dei primogeniti).

Il dragone ha un preciso intento, quello di divorare il Figlio, la persecuzione della donna (l’odio verso Israele prima e per la Chiesa poi) è finalizzato a eliminare il Figlio di Dio, in quanto Egli è Colui che l’ha vinto ed è l’Unico mediatore tra Dio e gli uomini:

“Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo.” (1 Timoteo 2:5)

Per mezzo di Erode cerca di farlo sopprimere; più tardi cercherà di ucciderlo moralmente facendolo cader nel peccato con svariate tentazioni; lo circonderà d'insidie e finirà con l'ottenere che Giudei e pagani lo inchiodino alla croce.

 

S'illuderà di aver vinto, ma l'illusione sarà breve.

Ancora oggi l’unico obiettivo del dragone è eliminare il Figlio, ogni religione non cristiana, che annulla o disorienta l’uomo da Cristo è sotto l’influenza del dragone, eliminato il mediatore o distolto l’attenzione da Lui, per l’uomo non esiste strada per arrivare a Dio, per quanto alti e sublimi siano i precetti e le motivazioni che possono spingere l’uomo alla ricerca spirituale!

 

5 Ed ella partorì un figliuolo maschio (l'erede regale promesso) che ha da reggere tutte le nazioni con verga di ferro

Si allude qui manifestamente alle parole del Salmi 2 in cui Dio promette al re messianico da lui stabilito, l'imperio su tutte le nazioni: 'Chiedimi, e ti darò le nazioni per tua eredità, e le estremità della terra per tuo possesso. Tu le fiaccherai (Settanta: pascerai, reggerai) con scettro di ferro...' Salmi 2:8-9; Apocalisse 19:15.

L'impero di Cristo sull'umanità è la fine di quello di Satana; da ciò il suo furore.

 

e il figliuolo di lei fu rapito presso a Dio ed al suo trono.

Dopo essere stato protetto nel corso della vita terrena finchè ebbe compiuta l'opera sua, il Cristo fu strappato alla morte mediante la risurrezione e innalzato al cielo nell'ascensione.

Con questi atti della sovrana potenza di Dio egli fu insediato come re del regno di Dio e fatto partecipe del trono divino.

Dio conosce i pericoli che corre la donna e provvede alla sua protezione, lo stesso vale per tutti i Suoi figli (se questo rientra nella Sua volontà e nel Suo piano benevolo).

 

6 E la donna fuggì nel deserto, dove ha un luogo preparato da Dio, affinchè vi sia nutrita per milleduecentosessanta giorni.

 

Questa fuga della donna avviene in seguito alla persecuzione di cui è fatto parola in Apocalisse 12:13 e seguenti.

·         Israele uscito d'Egitto era stato nutrito di manna nel deserto finchè fosse maturo per entrar in Canaan;

·         Elia aveva cercato rifugio nel deserto contro il furore di Izebeel;

·         spesso nel corso della storia i cristiani han dovuto cercare un asilo nelle solitudini;

·         la Chiesa primitiva viveva nell'isolamento a cui la condannavano l'odio e le persecuzioni pagane; ma il suo esilio spirituale la protesse contro i furori del dragone'. Perseguitata dai Giudei increduli, la Chiesa nascente si rifugia nella terra deserta, dal punto di vista religioso, del paganesimo ove vivrà per un tempo fissato da Dio, sotto la dominazione delle potenze terrestri che a volte la proteggeranno e a volte anche l'opprimeranno. Corrisponderebbe questo al tempo in cui, secondo la parola di Cristo Matteo 21:43, il regno di Dio sarebbe tolto ai Giudei e dato ai Gentili.

 

La condotta del dragone rispetto al Figlio, l'elevazione sul trono divino di Colui che si è abbassato fino alla morte della croce, segna la condanna del suo grande avversario.

«Il principe di questo mondo, dice Gesù, è stato giudicato»  (Giovanni 16:11)

 

E in Giovanni 12:31: 'Ora avviene il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo'.

L'annientamento del suo potere è questione ormai di tempo.

Gesù stesso alludendo alla cacciata dei demoni per parte dei suoi discepoli, aveva veduto in quelle parziali vittorie sul regno del male, il preludio della vittoria completa sull''uomo forte' ed aveva esclamato: 'Io mirava Satana cader dal cielo a guisa di folgore' Luca 10:18; 11:14-22.

L'Apocalisse ci mostra Satana, prima, cacciato dal cielo sulla terra in Apocalisse 12, poi in Apocalisse 20 incatenato e gettato nell'abisso per mille anni, e finalmente, in Apocalisse 20:10 «gettato nello stagno di fuoco e di zolfo».

La sua cacciata dal cielo è quella che spiega il suo furore contro la Chiesa di Cristo.

Dio ha preparato per gli Ebrei messianici, un luogo e il sostentamento per 3 anni e mezzo della grande tribolazione, altri particolari della fuga li vedremo a partire dal versetto 13.

 

7 E vi fu battaglia in cielo:

L'entrata trionfale del Cristo nel cielo e il suo insediamento qual Re determina la cacciata dell'usurpatore.

Le schiere angeliche fedeli sono incaricate di eseguire la sentenza.

 

Michele e i suoi angeli combatterono col dragone, e il dragone e i suoi angeli combatterono, ma non vinsero; e il luogo loro non fu più trovato nel cielo.

Micael (significato del nome: Chi è come Dio?)è chiamato un 'gran capo' nel libro di Daniele e vi figura come il difensore del popolo d'Israele.

“Poi udii il suono delle sue parole, ma appena le udii caddi assopito con la faccia a terra.

Ed ecco, una mano mi toccò e mi fece stare sulle ginocchia e sulle palme delle mani. Poi mi disse: "Daniele, uomo molto amato, cerca di capire le parole che ti rivolgo, e àlzati nel luogo dove stai; perché ora io sono mandato a te".

Quando egli mi disse questo, io mi alzai in piedi, tutto tremante.

Egli mi disse: "Non temere, Daniele, poiché dal primo giorno che ti mettesti in cuore di capire e d'umiliarti davanti al tuo Dio, le tue parole sono state udite e io sono venuto a motivo delle tue parole. Ma il capo del regno di Persia m'ha resistito ventun giorni; però Michele, uno dei primi capi, è venuto in mio soccorso e io sono rimasto là presso i re di Persia.

Ora sono venuto a farti conoscere ciò che avverrà al tuo popolo negli ultimi giorni; perché è ancora una visione che concerne l'avvenire".

Mentre egli mi rivolgeva queste parole, io abbassai gli occhi a terra e rimasi in silenzio.

Ed ecco uno che aveva l'aspetto di un figlio d'uomo; egli mi toccò le labbra.

Allora aprii la bocca, parlai, e dissi a colui che mi stava davanti: "Mio signore, questa visione mi ha riempito d'angoscia, le forze mi hanno abbandonato e non mi è più rimasto alcun vigore. Io, tuo servo, non potrei parlare con te, o mio signore, perché ormai non ho più forza e mi manca persino il respiro".

Allora colui che aveva l'aspetto d'uomo mi toccò di nuovo e mi fortificò.

Egli disse: "Non temere, o uomo molto amato! La pace sia con te. Coraggio! Sii forte!"

Alle sue parole ripresi forza e dissi: "Parla, o mio signore, perché tu mi hai fortificato".
Egli disse: "Sai perché sono venuto da te? Ora torno a lottare con il re di Persia; e quando uscirò a combattere, verrà il principe di Grecia.

Ma io ti voglio far conoscere ciò che è scritto nel libro della verità; e non c'è nessuno che mi sostenga contro quelli, tranne Michele vostro capo"». (Daniele 10:9-21)

 

E lo stesso Daniele parla di questo tempo d’angoscia:

 «In quel tempo sorgerà Michele, il grande capo, il difensore dei figli del tuo popolo; vi sarà un tempo di angoscia, come non ce ne fu mai da quando sorsero le nazioni fino a quel tempo; e in quel tempo, il tuo popolo sarà salvato; cioè, tutti quelli che saranno trovati iscritti nel libro.” (Daniele 12:1)

 

In Giuda è chiamato 'arcangelo' e il nostro passo lo presenta come il condottiero delle schiere angeliche nella lotta contro i nemici di Dio e del suo popolo.

Invece, l'arcangelo Michele, quando contendeva con il diavolo disputando per il corpo di Mosè, non osò pronunciare contro di lui un giudizio ingiurioso, ma disse: «Ti sgridi il Signore!» (Giuda 9)

 

8 L'Antico Testamento ci mostra Satana come avente libera entrata in cielo per accusare e calunniare i servi di Dio.

Così in Giobbe 1:6; 2:1-7; Zaccaria 3:1-2. Cfr. Luca 22:31; Efesini 6:12.

La morte espiatoria di Cristo priva l'accusatore dell'arma sua contro i fedeli che hanno, nel Cristo, un Avvocato presso il Padre 1 Giovanni 2:1.

L'Epistola ai Colossesi dice che per 'mezzo della croce' Cristo ha trionfato sui principati e sulle potestà, li ha spogliati e ne ha fatto un pubblico spettacolo Colossesi 2:15.

Satana è stato detronizzato; la sua sfera d'azione sarà ormai limitata alla terra ove tenterà gli estremi, disperati sforzi del malfattore che si vede vinto e costretto a rendere i conti alla giustizia.

 

9 E il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato Diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù; fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati gli angeli suoi.

Giovanni caratterizza la natura e l'attività malvagia del dragone, non solo perché sia identificato, ma perché si veda quanto giusta sia stata la sentenza che lo ha sbalzato dal potere e quanto terribile per gli abitanti della terrà sia il furore dell'angelo del male.

Lo chiama il serpente antico per allusione al racconto della tentazione di Eva ed Adamo nel paradiso terrestre Genesi 3. Cfr. 2Corinzi 11:3.

Diavolo che vale in greco 'il calunniatore', è la traduzione poco esatta data dai Settanta del nome ebraico Satana che significa 'l'avversario' e che occorre in Giobbe 1-2; Zaccaria 3:1-2; 1Cronache 21:1.

Il seduttore di tutto il mondo accenna alla vastità dell'opera compiuta da Satana in seno all'umanità per mezzo della menzogna e dell'inganno.

Di quest'opera e dei suoi risultati parleranno ancora i capitoli seguenti.

 

Gesù nella Sua onniscienza divina ha parlato di questo avvenimento:

Ed egli disse loro: «Io vedevo Satana cadere dal cielo come folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e su tutta la potenza del nemico; nulla potrà farvi del male. Tuttavia, non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». (Luca 10:18-20)

Questo brano presenta il diavolo come il primo e il grande nemico di Dio e del suo regno. Egli è un angelo che si è ribellato a Dio e che ha trascinato nella sua ribellione un numero considerevole di angeli inferiori. Egli ha sedotto con la menzogna i nostri primi progenitori ed è il seduttore di tutto il mondo.

Ha tentato di uccidere e poi di far cadere il Salvatore; accusa i fedeli dinanzi a Dio; ha cercato di soffocar la Chiesa nella sua culla; cerca di perdere i credenti inducendoli con le persecuzioni e con le lusinghe ad abbandonar la verità; si serve per i suoi fini di strumenti umani svariati.

 

L'insegnamento dell'Apocalisse intorno a Satana è dunque in perfetto accordo con quello di Cristo e degli apostoli.

Lo è per quanto concerne la natura, la personalità, il carattere, l'azione di quello spirito; ma lo è pure per quel che concerne la sorte di Satana e del suo potere usurpato.

L'incarnazione e l'opera di salvezza del Cristo lo hanno sbalzato dalla sua alta posizione; la potenza e la bontà di Dio proteggono i fedeli contro il furore di esso e li rendono vincitori; presto l'apparizione del Re divino lo relegherà nell'abisso e quindi nella perdizione definitiva.

Ma nonostante tutti gli sforzi del dragone noi siamo vincitori!

“Che diremo dunque riguardo a queste cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?

Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica.

Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi.

Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Com'è scritto: «Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello».

Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati.

Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.” (Romani 8:31-39)

 

10 Ed io udii una gran voce nel cielo che diceva: Ora è venuta la salvezza e la potenza e il regno dell'Iddio nostro, e la potestà del suo Cristo,

La voce che echeggia nel cielo vede in questa prima vittoria sul dragone il pegno del trionfo completo del regno di Dio e ne celebrano anticipatamente l'avvento.

Ora è venuta la salvezza torna a dire: Ora sta per realizzarsi in tutta la sua ineffabile ricchezza la salvezza che Dio ha preparato in Cristo ai credenti: nessun nemico tenterà più di strapparli al loro Salvatore: godranno in pace dei beni che Dio tiene in serbo per quelli che l'amano.

Ora sta per spiegarsi la potenza infinita, e il regno, cioè la gloria regale che appartiene a Dio e la potestà ch'Egli ha delegata al suo Cristo. Cfr. Salmi 2; Filippesi 2:9-11; Matteo 28:18.

 

perché è stato gettato giù l'accusatore dei nostri fratelli che li accusava dinanzi all'Iddio nostro, giorno e notte

Finché non era ridotto al silenzio l'accusatore dei fedeli, finché poteva invocar contro di loro la legge stessa di Dio, la loro salvezza non poteva dirsi sicura.

Per noi è incomprensibile che Dio permetteva a satana di accedere alla Sue presenza ma questa facoltà è confermata da diversi passi biblici:

 

“Un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al SIGNORE, e Satana venne anch'egli in mezzo a loro. Il SIGNORE disse a Satana: «Da dove vieni?» Satana rispose al SIGNORE: «Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa».

Il SIGNORE disse a Satana: «Hai notato il mio servo Giobbe? Non ce n'è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Dio e fugga il male».

Satana rispose al SIGNORE: «È forse per nulla che Giobbe teme Dio? Non l'hai forse circondato di un riparo, lui, la sua casa, e tutto quel che possiede? Tu hai benedetto l'opera delle sue mani e il suo bestiame ricopre tutto il paese. Ma stendi un po' la tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non ti rinnega in faccia».

Il SIGNORE disse a Satana: «Ebbene, tutto quello che possiede è in tuo potere; soltanto, non stender la mano sulla sua persona». E Satana si ritirò dalla presenza del SIGNORE.”  (Giobbe 1:6-12)

“Un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al SIGNORE, e Satana venne anch'egli in mezzo a loro a presentarsi davanti al SIGNORE.

Il SIGNORE disse a Satana: «Da dove vieni?» Satana rispose al SIGNORE: «Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa».

Il SIGNORE disse a Satana: «Hai notato il mio servo Giobbe? Non ce n'è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Dio e fugga il male. Egli si mantiene saldo nella sua integrità, benché tu mi abbia incitato contro di lui per rovinarlo senza alcun motivo».

Satana rispose al SIGNORE: «Pelle per pelle! L'uomo dà tutto quel che possiede per la sua vita; ma stendi un po' la tua mano, toccagli le ossa e la carne, e vedrai se non ti rinnega in faccia».

Il SIGNORE disse a Satana: «Ebbene, egli è in tuo potere; soltanto rispetta la sua vita».

Satana si ritirò dalla presenza del SIGNORE e colpì Giobbe di un'ulcera maligna dalla pianta dei piedi alla sommità del capo; Giobbe prese un coccio con cui grattarsi, e si sedette in mezzo alla cenere.” (Giobbe 2:1-7)

 

“Mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, che stava davanti all'angelo del SIGNORE, e Satana che stava alla sua destra per accusarlo.

Il SIGNORE disse a Satana: «Ti sgridi il SIGNORE, Satana! Ti sgridi il SIGNORE che ha scelto Gerusalemme! Non è forse costui un tizzone strappato dal fuoco?»

Giosuè era vestito di vesti sudicie, e stava davanti all'angelo.

L'angelo disse a quelli che gli stavano davanti: «Levategli di dosso le vesti sudicie!»

Poi disse a Giosuè: «Guarda, io ti ho tolto di dosso la tua iniquità e ti ho rivestito di abiti magnifici». Allora io dissi: «Gli sia messo sul capo un turbante pulito!» Quelli gli posero sul capo un turbante pulito e gli misero delle vesti; l'angelo del SIGNORE era presente.

Poi l'angelo del SIGNORE fece a Giosuè questo solenne ammonimento: «Così parla il SIGNORE degli eserciti: "Se tu cammini nelle mie vie e osservi quello che ti ho comandato, anche tu governerai la mia casa, custodirai i miei cortili e io ti darò libero accesso fra quelli che stanno qui davanti a me.

Ascolta dunque, Giosuè, sommo sacerdote, tu e i tuoi compagni che stanno seduti davanti a te! Poiché questi uomini servono da presagio. Ecco, io faccio venire il mio servo, il Germoglio. Infatti, guardate la pietra che io ho posta davanti a Giosuè; sopra un'unica pietra stanno sette occhi; ecco, io vi inciderò quello che deve esservi inciso", dice il SIGNORE degli eserciti, "e toglierò via l'iniquità di questo paese in un solo giorno.

In quel giorno", dice il SIGNORE degli eserciti, "voi vi inviterete gli uni gli altri sotto la vite e sotto il fico"». (Zaccaria 3:1-10)

Ma venuto Cristo, il Sommo Sacerdote che offerse se stesso puro d'ogni colpa a Dio qual propiziazione per i peccati del mondo, la legge è stata soddisfatta, le coscienze sono state liberate mediante il perdono divino, e i fedeli possono esclamar con Paolo: 'Non v'è dunque ora alcuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù... Chi accuserà gli eletti di Dio? Iddio è quel che li giustifica. Chi sarà quel che li condanni? Cristo Gesù è quel ch'è morto; e più che questo è risuscitato ed è alla destra di Dio; ed anche intercede per noi' (Romani 8:1,33-34. Cfr. 1Giovanni 2:1-2.).

 

 

11 Ma essi l'hanno vinto a cagione del sangue dell'Agnello, e a cagione della parola della loro testimonianza; e non hanno amata la loro vita, anzi l'hanno esposta alla morte.

Essi si sono appropriata per fede la virtù espiatoria del sacrificio di Cristo Apocalisse 7:14 e con la loro parola hanno reso testimonianza al loro Salvatore davanti agli uomini esponendosi alle persecuzioni ed anche alla morte per non rinnegar la loro fede.

Il greco dice lett.: “e non hanno amato la loro vita fino alla morte”; espressione concisa che ricorda la parola di Gesù riportata da Giovanni 12:25: «Chi ama la sua vita (terrena) la perde (perde la vita eterna), e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà in vita eterna».

Essi, esponendosi alla morte del corpo per non perdere la vita superiore hanno mostrato che la vita di quaggiù, i suoi beni e i suoi godimenti, non erano il loro supremo amore. Cfr. Matteo 16:25.

E’ interessante notare quali sono i mezzi con i quali i fratelli hanno vinto:

·         il sangue dell’Agnello

·         la parola della loro testimonianza

·         il loro non amare la propria vita

 

La vittoria su satana, l’adempimento della promessa di Genesi 3:15, è avvenuta con la morte di Cristo e la prova della vittoria è il sangue ( la ferita del calcagno ), questo sangue è la prova della vittoria!

“Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù.” (Romani 3:25-26)

“Ma se camminiamo nella luce, com'egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.” (1 Giovanni 1:7)

 

Per grazia di Dio, anche noi abbiamo una parte in questa vittoria, la nostra testimonianza e l’amare la vita eterna più della nostra vita terrena.

Come per il sangue di Gesù, che rappresenta la Sua vittoria, in quanto rivela la conseguenza, la ferita di guerra, dell’atto di schiacciare la testa del serpente, così è per noi:

 

- la nostra testimonianza è la prova della nostra nuova vita in Cristo:

“E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella geenna. Due passeri non si vendono per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra senza il volere del Padre vostro.

Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati.

Non temete dunque; voi valete più di molti passeri.

Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. (Matteo 10:28-33)

Questa è la parola della fede che noi annunciamo; perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati. (Romani 10:8-10)

 

- il non amare la nostra vita terrena è la nostra vittoria:

E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella geenna. Due passeri non si vendono per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra senza il volere del Padre vostro.

Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati.

Non temete dunque; voi valete più di molti passeri.

Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. (Matteo 10:28-33)

Chi ama la sua vita, la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà in vita eterna. Se uno mi serve, mi segua; e là dove sono io, sarà anche il mio servitore; se uno mi serve, il Padre l'onorerà. (Giovanni 12:25-26)

Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini. (1 Corinzi 15:19)

Sopporta anche tu le sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù.

Uno che va alla guerra non s'immischia in faccende della vita civile, se vuol piacere a colui che lo ha arruolato. Allo stesso modo quando uno lotta come atleta non riceve la corona, se non ha lottato secondo le regole.

Il lavoratore che fatica dev'essere il primo ad avere la sua parte dei frutti.

Considera quel che dico, perché il Signore ti darà intelligenza in ogni cosa.

Ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, della stirpe di Davide, secondo il mio vangelo, per il quale io soffro fino ad essere incatenato come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata. Ecco perché sopporto ogni cosa per amor degli eletti, affinché anch'essi conseguano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.

Certa è quest'affermazione: se siamo morti con lui, con lui anche vivremo; se abbiamo costanza, con lui anche regneremo; se lo rinnegheremo anch'egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso. (2 Timoteo 1:2-13)

Mentre camminavano per la via, qualcuno gli disse: «Io ti seguirò dovunque andrai».

E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».  A un altro disse: «Seguimi».

Ed egli rispose: «Permettimi di andare prima a seppellire mio padre».

Ma Gesù gli disse: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; ma tu va' ad annunciare il regno di Dio».

Un altro ancora gli disse: «Ti seguirò, Signore, ma lasciami prima salutare quelli di casa mia». Ma Gesù gli disse: «Nessuno che abbia messo la mano all'aratro e poi volga lo sguardo indietro, è adatto per il regno di Dio». (Luca 9:57-62)

Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni.

Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. (Apocalisse 2:10)

Dobbiamo prendere coscienza che siamo in guerra, e la nostra guerra è contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti, solo così ci prepareremo adeguatamente alla battaglia:

 

Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza.

Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.  Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere.

State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno.

Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. (Efesini 6:11-17)

 

12 Perciò rallegratevi, o cieli, e voi che abitate in essi.

Gli angeli e gli spiriti dei giusti accolti presso a Dio, sono invitati a rallegrarsi per la sconfitta del dragone e la sua relegazione sulla terra, che segnano il primo atto del suo giudizio definitivo.

Ma per gli abitanti della terra si apre il periodo delle supreme lotte.

 

Guai a voi, o terra, o mare! perché il diavolo è disceso a voi con gran furore, sapendo di non aver che breve tempo.

Il diavolo è furioso per la sconfitta patita: sente che il Re insediato alla destra di Dio gli schiaccerà fra breve il capo e nel breve tempo che gli resta farà ogni sforzo per contrastare al regno di Cristo.

 

13 E quando il dragone si vide gettato sulla terra, perseguitò la donna che aveva partorito il figliuolo maschio.

Non avendo potuto divorare il figlio rapito da mano più potente presso a Dio, il dragone reso furente dalla sua disfatta, sfoga il suo odio contro la madre di lui, contro la comunità dei fedeli e la perseguita. Persecuzione!

Parola tremenda che gocciola lacrime e sangue e che accompagnerà la Chiesa di Cristo attraverso tutta la sua storia.

Non per nulla il Signore ne parlò spesso coi suoi discepoli:

“Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo.” (Giovanni 16:33)

E anche l’apostolo Paolo non ne fece mai un segreto:

“Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.” (2 Timoteo 3:12)

Le persecuzioni sono state uno dei mezzi più frequenti di cui si è servito il diavolo per spegnere, se fosse stato possibile, la voce dei testimoni di Cristo.

Dal giorno in cui in Gerusalemme furono carcerati e battuti gli apostoli e lapidato Stefano e dispersi i discepoli, fino a quelli di Nerone e dei suoi successori pagani, fino ai secoli della dominazione papale del Medio Evo ed oltre, fino alla grande tribolazione che sarà cagionata dall'anticristo, va rinnovandosi e intensificandosi l'adempimento della parola: 'il dragone perseguitò la donna...', non troviamo quindi applicazione ragionevole il “pregare per i perseguitati” o meglio perché pregare per i perseguitati, affinchè rinuncino alla testimonianza?

 

Immaginiamo un soldato che chiede al suo capitano di evitare di soffrire in combattimento, cosa ne penserà il superiore?

Gesù stesso ci da un esempio:

Gesù rispose loro, dicendo: «L'ora è venuta, che il Figlio dell'uomo dev'essere glorificato. In verità, in verità vi dico che se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita, la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà in vita eterna. Se uno mi serve, mi segua; e là dove sono io, sarà anche il mio servitore; se uno mi serve, il Padre l'onorerà. Ora, l'animo mio è turbato; e che dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma è per questo che sono venuto incontro a quest'ora. Padre, glorifica il tuo nome!»

Allora venne una voce dal cielo: «L'ho glorificato, e lo glorificherò di nuovo!» (Giovanni 12:23-28)

 

In che modo allora pregare per i perseguitati?

La risposta, come sempre la troviamo nella Scrittura, Gesù disse a tal proposito:

“Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me.

Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo.” (Giovanni 16:33)

“Poiché il contrasto andava crescendo, il tribuno, temendo che Paolo fosse fatto a pezzi da quella gente, comandò ai soldati di scendere e di portarlo via di mezzo a loro, e di condurlo nella fortezza. La notte seguente, il Signore si presentò a Paolo e gli disse: «Fatti coraggio; perché come hai reso testimonianza di me a Gerusalemme, così bisogna che tu la renda anche a Roma».” (Atti 23:10-11)

“Infatti io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev'essere manifestata a nostro riguardo.” (Romani 8:18)

 

“Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione; perché, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Perciò se siamo afflitti, è per la vostra consolazione e salvezza; se siamo consolati, è per la vostra consolazione, la quale opera efficacemente nel farvi capaci di sopportare le stesse sofferenze che anche noi sopportiamo.

La nostra speranza nei vostri riguardi è salda, sapendo che, come siete partecipi delle sofferenze, siete anche partecipi della consolazione.” (2 Corinzi 1:3-7)

 

“Ora sono lieto di soffrire per voi; e quel che manca alle afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne a favore del suo corpo che è la chiesa. Di questa io sono diventato servitore, secondo l'incarico che Dio mi ha dato per voi di annunciare nella sua totalità la parola di Dio, cioè, il mistero che è stato nascosto per tutti i secoli e per tutte le generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi.

Dio ha voluto far loro conoscere quale sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra gli stranieri, cioè Cristo in voi, la speranza della gloria, che noi proclamiamo esortando ciascun uomo e ciascun uomo istruendo in ogni sapienza, affinché presentiamo ogni uomo perfetto in Cristo.

A questo fine mi affatico, combattendo con la sua forza, che agisce in me con potenza.” (Colossesi 1:24-29)

“Voi stessi, fratelli, sapete che la nostra venuta tra voi non è stata vana; anzi, dopo aver prima sofferto e subìto oltraggi, come sapete, a Filippi, trovammo il coraggio nel nostro Dio, per annunciarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte.

Perché la nostra predicazione non proviene da finzione, né da motivi impuri, né è fatta con inganno; ma come siamo stati approvati da Dio che ci ha stimati tali da poterci affidare il vangelo, parliamo in modo da piacere non agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori.

Difatti, non abbiamo mai usato un parlare lusinghevole, come ben sapete, né pretesti ispirati da cupidigia; Dio ne è testimone. E non abbiamo cercato gloria dagli uomini, né da voi, né da altri, sebbene, come apostoli di Cristo, avessimo potuto far valere la nostra autorità; invece, siamo stati mansueti in mezzo a voi, come una nutrice che cura teneramente i suoi bambini.

Così, nel nostro grande affetto per voi, eravamo disposti a darvi non soltanto il vangelo di Dio, ma anche le nostre proprie vite, tanto ci eravate diventati cari. Perché, fratelli, voi ricordate la nostra fatica e la nostra pena; infatti è lavorando notte e giorno per non essere di peso a nessuno di voi, che vi abbiamo predicato il vangelo di Dio.

Voi siete testimoni, e Dio lo è pure, del modo santo, giusto e irreprensibile con cui ci siamo comportati verso di voi che credete; sapete pure che, come fa un padre con i suoi figli, abbiamo esortato, confortato e scongiurato ciascuno di voi a comportarsi in modo degno di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria. (1 Tessalonicesi 2:1-12)

 

“Sopporta anche tu le sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù. Uno che va alla guerra non s'immischia in faccende della vita civile, se vuol piacere a colui che lo ha arruolato. Allo stesso modo quando uno lotta come atleta non riceve la corona, se non ha lottato secondo le regole.” (2 Timoteo 2:3-5)

 

“Carissimi, non vi stupite per l'incendio che divampa in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. Anzi, rallegratevi in quanto partecipate alle sofferenze di Cristo, perché anche al momento della rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.

Se siete insultati per il nome di Cristo, beati voi! Perché lo Spirito di gloria, lo Spirito di Dio, riposa su di voi.

Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida, o ladro, o malfattore, o perché si immischia nei fatti altrui; ma se uno soffre come cristiano, non se ne vergogni, anzi glorifichi Dio, portando questo nome.

Infatti è giunto il tempo in cui il giudizio deve cominciare dalla casa di Dio; e se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non ubbidiscono al vangelo di Dio? E se il giusto è salvato a stento, dove finiranno l'empio e il peccatore?

Perciò anche quelli che soffrono secondo la volontà di Dio affidino le anime loro al fedele Creatore, facendo il bene.” (1 Pietro 4:12-19)

 

14 Ma alla donna furon date le due ali della grande aquila affinchè se ne volasse nel deserto, nel suo luogo, dov'è nutrita un tempo, dei tempi e la metà d'un tempo, lungi dalla presenza del serpente.

In Apocalisse 12:6 era stato detto soltanto: 'E la donna fuggi nel deserto dove ha, un luogo preparato da Dio'; qui, dopo il quadro di Apocalisse 12:7-12, veniamo a conoscere non solo la ragione della sua fuga, ma il soccorso e le cure provvidenziali di cui essa è l'oggetto per parte di Dio che non l'abbandona al furore del nemico, in quanto ne va del Suo piano benevolo di Salvezza.

In Esodo 19:4 (cfr. Deuteronomio 32:11-13), a raffigurare il potente suo intervento nella liberazione degli Israeliti, Dio dice: “Vi ho portati sopra ali d'aquila”; qui, a render rapida e sicura la fuga della donna, le son “date le due ali della grande aquila” che rappresentano tutti i mezzi naturali o soprannaturali di cui la Provvidenza di Dio si serve, per proteggere i Suoi.

 

L'antico popolo di Dio ebbe durante quarant'anni il suo rifugio nel deserto ove Dio lo sostentò con la manna; così la chiesa fedele, pur essendo perseguitata, è da Dio, protetta per modo che le porte dell'Ades non prevalgano contro essa.

La bontà di Dio che nutrì Elia ed altri profeti al tempo di Acab e protesse i 7000 fedeli, prenderà cura di loro e provvederà alle loro necessità spirituali e temporali, fino al giorno in cui sia ridotto all'impotenza il grande suscitatore di odii e di persecuzioni.

Il periodo del soggiorno nel deserto è rappresentato qui da un tempo, dei tempi e la metà d'un tempo vale a dire da tre anni e mezzo che equivalgono a 42 mesi o a 1260 giorni che consideriamo non come un'indicazione cronologica da prendersi alla lettera, ma come indicazione del periodo fissato da Dio per il faticoso pellegrinaggio della chiesa dei credenti.

 

15 E il serpente gettò dalla sua bocca, dietro alla donna, dell'acqua a guisa di fiume, per farla portar via dalla fiumana.

Gli attacchi del serpente sono a raso terra, la donna ha avuto le ali della grande aquila per volare lontano, gli attacchi del nemico sono così, se noi usiamo le ali non ci possono colpire.

Riuscito vano, grazie al soccorso divino, un primo tentativo del serpente di spegnere fin dai suoi inizi la Chiesa di Cristo, soffocandola nella sua culla in Gerusalemme per mezzo delle persecuzioni del Sinedrio, del fanatismo farisaico e di Erode, il dragone tenta un secondo mezzo e lancia dietro alla donna che gli è sfuggita, una fiumana che la sommerga.

Questa può rappresentare le persecuzioni violente scatenate contro la chiesa.

“… quando l'avversario verrà come una fiumana, lo Spirito del SIGNORE lo metterà in fuga.” (Isaia 59:19)

   

Anche Davide ci parla di questo:

Se il SIGNORE non fosse stato in nostro favore, - lo dica pure Israele - se il SIGNORE non fosse stato in nostro favore, quando gli uomini ci assalirono, essi ci avrebbero inghiottiti vivi, talmente erano furiosi contro di noi; allora le acque ci avrebbero sommersi, il torrente sarebbe passato sull'anima nostra; allora sarebbero passate sull'anima nostra le acque tempestose.

Benedetto sia il SIGNORE che non ci ha abbandonati in preda ai loro denti!

L'anima nostra è scampata come un uccello dal laccio dei cacciatori: il laccio è stato spezzato e noi siamo scampati.

Il nostro aiuto è nel nome del SIGNORE, che ha fatto il cielo e la terra. (Salmo 124)

 

16 Ma la terra soccorse la donna, e la terra aprì la sua bocca e inghiottì il fiume che il dragone aveva gettato fuori dalla propria bocca.

Il dragone è sempre considerato come l'autore vero dei tentativi micidiali contro la donna, anche quando si serve di strumenti umani non privi di responsabilità propria.

Dio ha cura della donna, non solo le da le due ali della grande aquila per fuggire, un posto dove essere nutrita e protetta, questa donna potrebbe rappresentare la Chiesa rapita che in questa fase dell’apocalisse è preservata dalla tribolazione.

 

17 E il dragone si adirò contro la donna, e andò a far guerra col rimanente della progenie d'essa che serba i comandamenti di Dio e ritiene la testimonianza di Gesù.

Questo rimanente della progenie di essa potrebbe rappresentare gli ebrei messianici degli ultimi tempi.

Ogni nuovo scacco accresce l'ira di Satana.

Non avendo potuto sopprimere il Figlio, si è volto contro la donna, cioè contro la comunità credente; non essendo riuscito a sopprimer questa d'un colpo, nè ad impedire il suo propagarsi nel mondo, non si dà per vinto e muove guerra dovunque ai membri più fedeli della comunità cristiana che sono i figli genuini della donna mistica.

 

18 E si fermò sulla riva del mare.

Il testo ordinario portava: e mi fermai (1 estaqhn) ma siccome poggia solo sopra due unciali, P. Q, dei secoli IX e X e alcuni minusc., la lezione è stata dalla maggior parte dei critici sostituita dal si fermò (1 estaqh) che si legge nei codici A alef C, nella Vulgata, nella Sir. e in molti minuscoli. Si tratta allora del dragone che si ferma sulla riva del mare, figura delle nazioni sempre agitate e dal seno delle quali ei farà sorgere contro il regno di Dio la bestia dalle sette teste.

 

Gianni Marinuzzi