L’apertura del settimo sigillo
APOCALISSE 8:13 / 9:1-21
Guardai, e udii un'aquila che volava in mezzo al cielo e diceva a gran voce:
«Guai,
guai, guai agli abitanti della terra, a causa degli altri suoni di tromba
che tre angeli stanno per sonare!»
Poi il quinto angelo sonò la tromba e io vidi un astro che era caduto dal
cielo sulla terra; e a lui fu data la chiave del pozzo dell'abisso.
Egli aprì il pozzo dell'abisso e ne salì un fumo, come quello di una grande
fornace; il sole e l'aria furono oscurati dal fumo del pozzo.
Dal fumo uscirono sulla terra delle cavallette a cui fu dato un potere
simile a quello degli scorpioni della terra.
E fu detto loro di non danneggiare l'erba della terra, né la verdura, né gli
alberi, ma solo gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte.
Fu loro concesso, non di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi con un
dolore simile a quello prodotto dallo scorpione quando punge un uomo.
In quei giorni gli uomini cercheranno la morte ma non la troveranno;
brameranno morire ma la morte fuggirà da loro.
L'aspetto delle cavallette era simile a cavalli pronti per la guerra.
Sulla testa avevano come delle corone d'oro e la loro faccia era come viso
d'uomo.
Avevano dei capelli come capelli di donne e i loro denti erano come denti di
leoni.
Il loro torace era simile a una corazza di ferro e il rumore delle loro ali
era come quello di carri tirati da molti cavalli che corrono alla battaglia.
Avevano code e pungiglioni come quelli degli scorpioni, e nelle code stava
il loro potere di danneggiare gli uomini per cinque mesi.
Il loro re era l'angelo dell'abisso il cui nome in ebraico è Abaddon e in
greco Apollion.
Il primo «guai» è passato; ecco, vengono ancora due «guai» dopo queste cose.
Poi il sesto angelo sonò la tromba e udii una voce dai quattro corni
dell'altare d'oro che era davanti a Dio.
La voce diceva al sesto angelo che aveva la tromba: «Sciogli i quattro
angeli che sono legati sul gran fiume Eufrate».
E furono sciolti i quattro angeli che erano stati preparati per quell'ora,
quel giorno, quel mese e quell'anno, per uccidere la terza parte degli
uomini.
Il numero dei soldati a cavallo era di duecento milioni e io udii il loro
numero.
Ed ecco come mi apparvero nella visione i cavalli e quelli che li
cavalcavano: avevano delle corazze color di fuoco, di giacinto e di zolfo; i
cavalli avevano delle teste simili a quelle dei leoni e dalle loro bocche
usciva fuoco, fumo e zolfo. Un terzo degli uomini fu ucciso da questi tre
flagelli: dal fuoco, dal fumo e dallo zolfo che usciva dalle bocche dei
cavalli.
Il potere dei cavalli era nella loro bocca e nelle loro code; perché le loro
code erano simili a serpenti e avevano delle teste, e con esse ferivano.
Il resto degli uomini che non furono uccisi da questi flagelli, non si
ravvidero dalle opere delle loro mani; non cessarono di adorare i demòni e
gli idoli d'oro, d'argento, di bronzo, di pietra e di legno, che non possono
né vedere, né udire, né camminare.
Non si ravvidero neppure dai loro omicidi, né dalle loro magie, né dalla
loro fornicazione, né dai loro furti.
13 E
guardai e udii un'aquila che volava in mezzo al cielo, e diceva con
gran voce: Guai, guai, guai a quelli che abitano sulla terra, a cagione
degli altri suoni di tromba dei tre angeli che debbono ancora suonare!
Il flagello di cui la quinta tromba dà il segnale è stato preannunciato
dall'aquila volante come più grave dei precedenti ed è perciò chiamato
'il primo guaio'
Apocalisse 9:12.
Esso è uno dei più misteriosi trai molti di cui è fatta menzione
nell'Apocalisse.
Di solito l'aquila è piuttosto l'emblema del giudizio di Dio che piomba
sugli uomini come l'aquila sulla sua preda:
Il SIGNORE farà muovere contro di te, da lontano, dalle estremità della
terra, una nazione, pari all'aquila che vola: una nazione della quale
non capirai la lingua, una nazione dall'aspetto minaccioso, che non avrà
riguardo per il vecchio né per il bambino; che mangerà il frutto del tuo
bestiame e il frutto della tua terra, finché sia distrutto, e non ti lascerà
né frumento, né mosto, né olio, né i parti delle tue vacche e delle tue
pecore, finché ti abbia fatto perire.
(Deuteronomio
28:49-51)
"Perché, ecco, io sto per suscitare i Caldei, questa nazione crudele e
impetuosa, che percorre tutta la terra, per impadronirsi di dimore che non
sono sue. È un popolo terribile e spaventoso; da lui stesso procede il suo
diritto e la sua grandezza. I suoi cavalli sono più veloci dei leopardi, più
agili dei lupi di sera; i suoi cavalieri procedono con fierezza; i suoi
cavalieri vengono da lontano, volano come l'aquila che piomba sulla preda."
(Abacuc 1:6-8)
Anche Gesù, nel suo discorso profetico, parla delle aquile:
"Se quei giorni non fossero stati abbreviati, nessuno scamperebbe; ma, a
motivo degli eletti, quei giorni saranno abbreviati.
Allora, se qualcuno vi dice: "Il Cristo è qui", oppure: "È là", non lo
credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi
segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti.
Ecco, ve l'ho predetto. Se dunque vi dicono: "Eccolo, è nel deserto",
non v'andate; "Eccolo, è nelle stanze interne", non lo credete; infatti,
come il lampo esce da levante e si vede fino a ponente, così sarà la venuta
del Figlio dell'uomo.
Dovunque sarà il cadavere, lì si raduneranno le aquile.
Subito dopo la tribolazione di quei giorni,
il sole si oscurerà, la luna non
darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei
cieli saranno scrollate.
Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo; e allora tutte le
tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell'uomo venire
sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria.
E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti
dai quattro venti, da un capo all'altro dei cieli.
Imparate dal fico questa similitudine: quando già i suoi rami si fanno
teneri e mettono le foglie, voi sapete che l'estate è vicina.
Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è
vicino, proprio alle porte.
Io vi dico in verità che questa generazione non passerà prima che tutte
queste cose siano avvenute.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno."
(Matteo 24:22-35)
C'è turbamento nella natura; ma finora gli uomini non sono stati colpiti che
indirettamente; ora tre Guai
speciali annunciati a parte, stanno per piombare su di loro.
1 Poi sonò il quinto angelo e io vidi una stella caduta dal cielo sulla
terra e ad essa fu data la chiave del pozzo dell'abisso.
2 Ed
egli aprì il pozzo dell'abisso; e dal pozzo salì un fumo simile al fumo
d'una gran fornace e il sole e l'aria furono oscurati dal fumo del pozzo.
La stella caduta dal cielo potrebbe essere, anche un angelo. Gli
angeli sono paragonati alle stelle, a questo angelo viene data una chiave
con la quale egli apre un pozzo.
Questo angelo si dice che è caduto dal cielo, dal fatto che quest'angelo è 'caduto',
non disceso, dal cielo, come pure dall'opera che compie, si deduce che si
tratta di un angelo ribelle al quale Dio permette di scatenare il
flagello delle locuste infernali.
Anche in
Isaia 14:12 le ombre del soggiorno dei morti dicono al re di
Babilonia: «Come mai sei caduto
dal cielo, o astro mattutino, figliuol dell'aurora?»
L'abisso è il nome dato alla prigione sotterranea dei demoni per es.
in
Luca 8:31 dove gli spiriti che si sono impadroniti
dell'indemoniato di Gadara chiedono a Gesù di non esser
'mandati nell'abisso'. Cfr.
2Pietro 2:4.
In
Apocalisse 20:1-3 un angelo scende dal cielo, afferra il diavolo
stesso, lo lega e lo getta nell'abisso che chiude e suggella sopra di lui
per lo spazio di mille anni.
In
Apocalisse 11:7; 17:8 si dice della Bestia che deve
'salire dall'abisso' considerato
come fucina di ogni arma da opporre al regno di Cristo.
E’ una prigione provvisoria che da corpo all'idea di sofferenza cui sono fin
d'ora sottoposti gli spiriti ribelli, all'idea che la loro libertà di
nuocere è limitata dalla volontà sovrana di Dio.
La loro sorte finale è l'esser «gettati
nello stagno di fuoco e di zolfo»
Apocalisse 20:10,14-15.
L'abisso è rappresentato qui come un immenso antro sotterraneo dove
arde del fuoco, e che comunica con la superficie terrestre mediante un pozzo
chiuso a chiave da un coperchio.
Di angeli decaduti tenuti prigionieri, ne parla anche Giuda nella sua
lettera:
"Egli ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno
del giudizio, gli angeli che non conservarono la loro dignità e
abbandonarono la loro dimora."
(Giuda 6)
La chiave è nelle mani di Dio
(cfr.
Apocalisse 1:18; 20:1) ed è data all'angelo caduto,
a significare che Dio permette, entro certi limiti, agli angeli ribelli di
spiegare la loro malefica attività a danno degli uomini, infliggendo loro
anche dei flagelli dolorosi.
Così Dio permise a Satana di colpire di lebbra il pio Giobbe, e così
permise, al tempo dell'incarnazione del Figlio di Dio, il moltiplicarsi
delle possessioni demoniache.
L’oscuramento del sole, potrebbe essere il risultato di un imponente
oscuramento spirituale in modo
che la luce sia sempre meno, sono letteralmente “tempi bui” per gli uomini
ribelli.
3 E dal fumo uscirono sulla terra delle locuste. E fu dato loro un potere
pari al potere che hanno gli scorpioni della terra.
Le locuste che vengono dall'abisso non sono cosa della terra, e
differiscono, infatti, sotto molti aspetti, dalle locuste naturali.
Mentre il potere di queste sta nelle mandibole con le quali divorano la
vegetazione, il potere delle locuste infernali sta nelle loro code armate di
pungiglione
Apocalisse 9:10 come quelle degli scorpioni terrestri ben noti
nella Palestina e nell'Asia Minore, ed associati spesso ai serpenti a motivo
del loro veleno.
In
Luca 10:19 Gesù dice ai suoi discepoli:
'Ecco io v'ho dato podestà di
calcar serpenti e scorpioni e tutta la potenza del nemico'.
4 E
fu loro detto di non danneggiare l'erba della terra, nè alcuna verdura, nè
albero alcuno, ma soltanto gli uomini che non aveano il suggello di Dio in
fronte.
Si allude con questo a quanto si legge al principio in
Apocalisse 7 dove gli angeli dei quattro venti ricevono l'ordine
di trattenerli onde non danneggino nè la terra, nè il mare, nè gli alberi,
finchè siano segnati in fronte i servitori di Dio.
Con le prime quattro trombe sono stati di poi scatenati i flagelli che hanno
colpito una terza parte della terra, del mare, dei fiumi e della luce degli
astri.
Con la quinta tromba il flagello delle locuste non colpisce i mezzi di
sussistenza, ma, in modo diretto, la persona degli uomini restati sordi
finora agli appelli divini e che Dio non riconosce per suoi.
Però, è posto un limite al potere malefico delle locuste: possono tormentare
ma non uccidere, in quanto Dio
vuole ancora dar luogo al ravvedimento.
E’ consolante il pensiero che Dio custodisce coloro che riconosce per suoi e
non permette alle infinite schiere infernali di nuocer loro, Paolo in 2
Timoteo 19 dice: Il Signore conosce
quelli che sono suoi.
Anche verso quelli che sono ancor nemici, la libertà di Satana è limitata
sia riguardo ai mali che può infliggere, sia riguardo al tempo della loro
durata.
5 E
fu loro dato, non di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi; e il
tormento che cagionavano (lett. il loro tormento) era come
quello prodotto dallo scorpione quando ferisce un uomo. 6 E in quei
giorni gli uomini cercheranno la morte e non la troveranno, e brameranno
morire e la morte fuggirà da loro.
Sarà tale la smania prodotta da quel tormento che gli uomini preferiranno la
morte alla vita.
Sarà il tormento prodotto dal flagello demoniaco puramente fisico?
Molti ne dubitano, considerando che gli agenti sono qui di natura
spirituale; e alcuni credono, anzi, che si tratti di pene di natura
puramente morale, di tristezze, di cupa malinconia, di disperazione.
Il testo sembra implicare che la disperazione morale nasce da un tormento
fisico, che, però, non è mortale.
Di questo tipo di tormento, possiamo scorgere qualcosa nella prova che Dio
permise, nel caso di Giobbe.
Nelle prime quattro trombe possiamo intravedere il primo attacco di satana:
Ma stendi un po' la tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non ti
rinnega in faccia».
Il SIGNORE disse a satana: «Ebbene, tutto quello che possiede è in tuo
potere; soltanto, non stender la mano sulla sua persona».
(Giobbe 1:11-12)
Nella quinta tromba possiamo intravedere il secondo attacco di satana:
satana
rispose al SIGNORE: «Pelle per pelle! L'uomo dà tutto quel che possiede per
la sua vita; ma stendi un po' la tua mano, toccagli le ossa e la carne, e
vedrai se non ti rinnega in faccia».
Il SIGNORE disse a Satana: «Ebbene, egli è in tuo potere; soltanto rispetta
la sua vita».
Satana si ritirò dalla presenza del SIGNORE e colpì Giobbe di un'ulcera
maligna dalla pianta dei piedi alla sommità del capo;
(Giobbe 2:4-7)
Il risultato di questa piaga non sarà il ravvedimento, ma piuttosto il
desiderio di morire.
Il tema della sofferenza permessa da Dio è sempre stato un argomento
difficile da vivere e da commentare, ma la sofferenza sopportata bene porta
ad un avanzamento spirituale, se sopportata male porta invece ad un
indurimento del cuore.
7 E
nella forma le locuste erano simili a cavalli pronti alla guerra e sulle
teste avevano come delle corone simili ad oro 8 e le loro facce erano
come facce d'uomini, e avevano dei capelli come capelli di donne e i denti
erano come denti di leoni
9 E
aveano degli usberghi come usberghi di ferro, e il rumore delle loro ali era
come il rumore di carri tirati da molti cavalli (lett. carri di molti
cavalli) correnti alla battaglia.
10 E
aveano delle code come quelle degli scorpioni e degli aculei; e nelle code
stava il loro potere di danneggiare gli uomini per cinque mesi
11 E
aveano come re sopra loro l'angelo dell'abisso il cui nome in ebraico e
Abbandon, e in greco Apollion.
Anche Gioele parlando dell'invasione delle locuste
dice: 'A vederle, paiono cavalli e si
slanciano come cavalieri'
Gioele 2:4.
Nei
Proverbi 30:27 si dice delle locuste ordinarie che «non hanno re,
e procedono tutte, divise per schiere».
Le locuste infernali, invece, hanno per re l'angelo dell'abisso ossia
l'angelo ch'è il capo degli spiriti rinchiusi nell'abisso.
Il nome di questo angelo è dato in ebraico con parola che significa
distruzione, e in greco con
parola che vuol dire: Distruttore
o 'Colui che perde'.
Il nome induce a credere che si tratti di Satana
stesso intento a perdere gli uomini, corpo e anima
Giovanni 8:44; 10:10;
1Pietro 5:8.
12 Il
primo guaio è passato: ecco, vengono ancora due guai dopo queste cose.
I guai che l’uomo dovrà subire sono causati solo dal suo rifiuto di Dio e
dei Suoi precetti.
Troviamo dei lamenti e dei solenni avvertimenti in altre versi della
Scrittura:
La gioia è scomparsa dai nostri cuori, le nostre danze sono mutate in lutto.
La corona ci è caduta dal capo; guai a noi, perché abbiamo peccato!
Per questo langue il nostro cuore, per questo si oscurano i nostri occhi…
(Lamentazioni 5:15-17)
«Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida; perché se in Tiro e in Sidone
fossero state fatte le opere potenti compiute tra di voi, già da tempo si
sarebbero ravvedute, prendendo il cilicio e sedendo nella cenere.
Perciò, nel giorno del giudizio, la sorte di Tiro e di Sidone sarà più
tollerabile della vostra.
E tu, Capernaum, sarai forse innalzata fino al cielo? No, tu scenderai fino
all'Ades.
Chi ascolta voi ascolta me; chi respinge voi respinge me, e chi rifiuta me
rifiuta Colui che mi ha mandato».
(Luca 10:13-16)
13 Poi il sesto angelo sonò e io udii una voce dalle quattro corna
dell'altare d'oro che era davanti a Dio, 14 la
quale diceva al sesto angelo che aveva la tromba: Sciogli i quattro angeli
che son legati sul gran fiume Eufrate.
La sesta tromba dà il segnale d'un flagello più grave del precedente
sull'umanità peccatrice.
Le locuste tormentavano, la cavalleria del secondo guaio uccide, ma uccide
soltanto un terzo degli uomini per dar luogo al pentimento.
Invece, il mondo idolatra e corrotto non si ravvede.
La voce arriva questa volta direttamente dai quattro corni dell’altare d’oro
sul quale erano stati arsi i profumi uniti alle preghiere dei santi (cfr.
Apocalisse 6:10; 8:3-4).
L'altare da cui è salito il profumo con le preghiere dei santi, parla e fa
muover gli angeli.
Così l'Apocalisse ci ricorda un'altra volta ancora che «molto
può la preghiera del giusto fatta con efficacia»
Giacomo 5:16.
La preghiera è stata chiamata la leva che mette in moto il braccio
dell'Onnipotente.
Anche se non ottiene una risposta immediata, essa non è mai perduta.
L'esaudimento può esser diverso da quello aspettato; non è perciò meno
reale.
Il sesto flagello è presentato come un esaudimento delle preghiere
imploranti l'avvento del regno di Dio,
esaudimento non preveduto in quella maniera dai fedeli, ma diretto allo
scopo cui essi miravano. Anche nella visione di
Apocalisse 16:7 l'altare è personificato e parla.
Sembra che il sesto angelo sia invitato ad agire personalmente, sciogliendo
i quattro angeli legati.
La caratteristica che sono legati può farci supporre che sono angeli
distruttori, anche nella lettera di
Giuda al verso 6 si parla di questa tipologia di angeli, sarebbe
alquanto strano pensare ad angeli servi di Dio legati.
Vi è una interessante similitudine tra la situazione di quanto avviene dopo
il sesto sigillo (quattro angeli ai quattro angoli della terra che
trattengono i venti), i presenti quattro corni che ordinano di sciogliere i
quattro angeli legati sul gran fiume Eufrate e quanto avverrà ancora quando
il sesto angelo verserà la sesta coppa dell’ira di Dio sul gran fiume
Eufrate per dare inizio alla preparazione della battaglia finale di
Harmagheddon con la distruzione di Babilonia la grande.
Anche il profeta Geremia parla di una pietra gettata sopra il fiume Eufrate
per simboleggiare la caduta di Babilonia, ma questa è sicuramente più
attinente a quanto avverrà con la sesta coppa dell’ira di Dio.
15 E
furono sciolti i quattro angeli che erano stati preparati per quell'ora, per
quel giorno e mese e anno per uccidere la terza parte degli uomini.
I flagelli delle quattro prime trombe avevano colpito la terza parte della
terra, del mare, dei fiumi e degli astri.
Se agli essere liberati dagli abissi alla rottura del
quinto sigillo non fu dato di uccidere ma di tormentare,
questi quattro angeli vengono sciolti
per uccidere 1/3 degli uomini.
In armonia con quanto è detto in
Apocalisse 9:4 si intende che si tratta degli uomini estranei a
Dio.
Il mezzo di cui si servono gli angeli è indicato in Apocalisse 9:16: essi
eseguono il giudizio divino ponendosi alla testa di sterminati eserciti.
Gli angeli erano stati preparati da Dio per quel preciso momento, le cose
non precipitano a caso, sono sotto il totale e completo controllo di Dio.
16 E
il numero degli eserciti della cavalleria era di venti, migliaia di decine
di migliaia; io udii il loro numero.
Non si parla di fanti ma unicamente di cavalleria; anzi più dei cavalli che
dei cavalieri.
Il numero stragrande che Giovanni ode equivale a duecento milioni.
E’ interessante sapere che lungo il fiume Eufrate sono state costruite delle
dighe enormi per deviare le acque del fiume per motivi irrigui.
17 Ed
ecco come mi apparvero (lett. e in questo modo vidi io) nella
visione i cavalli e quelli che li cavalcavano: avevano degli usberghi o
corazze di fuoco, di giacinto e di zolfo; e le teste dei cavalli erano come
teste di leoni; e dalle loro bocche usciva fuoco e fumo e zolfo,
Si intende del color rosso del fuoco, del giacinto cioè
violetto scuro o color del fumo, e dello zolfo ossia giallo chiaro.
La seconda parte del verso mostra che non si tratta, quando si parla degli
usberghi dei cavalieri e dei cavalli, della sostanza ma solo del colore di
quelli.
Il colore delle corazze è quello stesso delle sostanze nocive con le quali
essi uccidono gli uomini, ossia esalazioni sulfuree asfissianti.
E’ interessante notare che le sostanze mortifere sono un assaggio di quel
che sarà lo stagno di fuoco e di zolfo, nel quale saranno gettati i ribelli
con i demoni, il falso profeta, la bestia e satana.
18 Da
queste tre piaghe: dal fuoco, dal fumo e dallo zolfo che usciva dalle loro
bocche fu uccisa la terza parte degli uomini; perchè il potere dei cavalli
era nella loro bocca e nelle loro code, poiché le loro code eran simili a
serpenti e avevano delle teste, e con esse danneggiavano.
Sembrerebbe che le piaghe che uccidono 1/3 degli uomini siano causate dai
morsi velenosi di questi cavalli da battaglia.
Come nella descrizione delle locuste (quinta tromba), così in quella dei
cavalli della sesta tromba vi sono dei tratti di cui non riusciamo a ben
comprendere il senso e sui quali solo l'avvenire getterà luce piena.
20 E
il resto degli uomini che non furono uccisi da queste piaghe, non si
ravvidero delle opere delle loro mani sì da non adorar più i demoni e
gl'idoli d'oro e d'argento e di rame e di pietra e di legno, i quali non
possono nè vedere, nè udire, nè camminare;
Le piaghe a cui si allude sono quelle indicate in
Apocalisse 9:18, 'ultimi
appelli della santità divina alla coscienza umana'.
Circa la follia dell'adorazione d'idoli materiali, opera dell'uomo,
abbondano i passi dell'Antico Testamento
Salmi 115:2-8; 135:15-18;
Isaia 44:8-20;
Daniele 5:23, ecc.
La Scrittura è agli antipodi del latitudinarismo che proclama tutte le
religioni buone.
Essa denuncia la follia e l'empietà dell'idolatria; essa insegna l'intimo
nesso, esistente tra la religione e la vita morale.
Basti ricordare il quadro del paganesimo tracciato da Paolo in
Romani 1.
Nulla di più tristemente falso che le descrizioni della pretesa vita
idilliaca delle popolazioni pagane.
Il mancato ravvedimento di cui si parla in questo verso è quello che
riguarda l’idolatria derivanti dall’opera delle mani dell’uomo, queste
“opere” sono la “divinazione”, ovvero dare un potere divino ad una cosa che
non lo è, questa pratica è una pratica demoniaca e spiritica, per questo
vengono citati i demoni.
Abbiamo ben chiaro quello che il salmista diceva circa gli idoli vani opera
della mani dell’uomo:
Il nostro Dio è nei cieli; Egli fa tutto ciò che gli piace.
I loro idoli sono argento e oro, opera delle mani dell'uomo.
Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non
odono, hanno naso e non odorano, hanno mani e non toccano, hanno piedi e non
camminano, la loro gola non emette alcun suono.
Come loro sono quelli che li fanno, tutti quelli che in essi confidano.
(Salmo 115:3-8)
Al di là della idolatria lampante delle statue, idoli, amuleti ecc… …c’è
un’altra forma di idolatria che spesso sottovalutiamo dietro una
giustificazione di “oculatezza”, che è l’amore del denaro.
L’apostolo Paolo è esplicito nel dire:
Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore o impuro o avaro (che è un
idolatra) ha eredità nel regno di Cristo e di Dio.
(Efesini 5:5)
"ma quel che vi ho scritto è di non mischiarvi con chi, chiamandosi
fratello, sia un fornicatore, un avaro, un idolatra, un
oltraggiatore, un ubriacone, un ladro; con quelli non dovete neppure
mangiare."
(1 Corinzi 5:11)
"Infatti l’amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi
si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori."
(1 Timoteo 6:10)
21 e
non si ravvidero dei loro omicidi, nè delle loro malie, nè della loro
fornicazione, nè dei loro furti.
Mentre l'adorazione dei demoni e degli idoli o la divinazione sono la
violazione della prima tavola della legge di Dio, i peccati qui nominati
costituiscono violazioni dei comandamenti della seconda tavola.
L’omicidio è stata la prima manifestazione del peccato.
La Scrittura ci riporta come primo esempio del frutto del peccato l’omicidio
di Abele per mano di Caino.
Ma gli omicidi sono all’ordine del giorno, è però interessante notare che
Giovanni, nella sua prima epistola dice:
"Chiunque odia suo fratello è omicida;
e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna."
(1 Giovanni 3:15)
Anche Gesù, rivolto ai farisei disse loro:
"Voi siete figli del diavolo,
che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro.
Egli è stato omicida fin dal principio
e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando
dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della
menzogna.
Non fa eccezione la menzione delle malie o stregonerie, della fornicazione e
dei furti che sono altrettante forme di menzogna per ingannare e sfruttare
il prossimo.
Il termine “malie” o “magie” in
greco è “pharmakeion” o “sostanze
farmaceutiche”.
La fornicazione è per definizione un’opera della carne, oggi nel mondo
parlare di fedeltà coniugale è sinonimo di arretratezza, ma la Parola di Dio
ci ordina:
"Non v'illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né
sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori
erediteranno il regno di Dio.
E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati
santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e
mediante lo Spirito del nostro Dio.
Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile.
Ogni cosa mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da nulla.
Le vivande sono per il ventre, e il ventre è per le vivande; ma Dio
distruggerà queste e quello.
Il corpo però non è per la fornicazione, ma è per il Signore, e il Signore è
per il corpo; Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche
noi mediante la sua potenza.
Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?
Prenderò dunque le membra di Cristo per farne membra di una prostituta? No
di certo!
Non sapete che chi si unisce alla prostituta è un corpo solo con lei? «Poiché»,
Dio dice, «i due diventeranno una
sola carne».
Ma chi si unisce al Signore è uno spirito solo con lui.
Fuggite la fornicazione.
Ogni altro peccato che l'uomo commetta, è fuori del corpo; ma il fornicatore
pecca contro il proprio corpo.
Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi
e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi.
Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel
vostro corpo."
(1 Corinzi 6:9-20)
"Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate
della libertà un'occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo
dell'amore servite gli uni agli altri; poiché tutta la legge è adempiuta in
quest'unica parola: «Ama il tuo
prossimo come te stesso».
Ma se vi mordete e divorate gli uni gli altri, guardate di non essere
consumati gli uni dagli altri.
Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri
della carne.
Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri
contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete
fare quello che vorreste.
Ma se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge.
Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità,
dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire,
contese, divisioni, sètte, invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose;
circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non
erediterà il regno di Dio.
(Galati 5:13-21)
"Del resto, fratelli, avete imparato da noi il modo in cui dovete
comportarvi e piacere a Dio ed è già così che vi comportate.
Vi preghiamo e vi esortiamo nel Signore Gesù a progredire sempre di più.
Infatti sapete quali istruzioni vi abbiamo date nel nome del Signore Gesù.
Perché questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate
dalla fornicazione, che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in
santità e onore, senza abbandonarsi a passioni disordinate come fanno gli
stranieri che non conoscono Dio; "(1
Tessalonicesi 4:1-5)
In Osea 4:1-3 troviamo un’interessante citazione di un rimprovero che Dio ha
fatto al popolo di Israele:
Ascoltate la parola del SIGNORE, o figli d'Israele.
Il SIGNORE ha una contestazione con gli abitanti del
paese, poiché non c'è verità, né misericordia, né conoscenza di Dio nel
paese: «Si spergiura, si mente, si uccide,
si ruba, si commette adulterio; si rompe ogni limite e si aggiunge sangue a
sangue.
Per questo il paese sarà in lutto, tutti quelli che lo abitano languiranno e
con loro gli animali della campagna e gli uccelli del cielo; perfino i pesci
del mare spariranno.
Vi era la menzogna, l’omicidio, il furto, l’adulterio, cioè vii era un
totale adeguamento ai costumi dei pagani, perciò il Signore afferma di avere
una lite con gli abitanti del paese e preannuncia un giudizio a riguardo.
La cosa più tragica in ciò che stiamo studiando è che nonostante tutti i
giudizi di Dio sugli uomini ribelli, essi non dimostrano alcuna intenzione
di ravvedimento.
Il giudizio di Dio produrrà paura ma non ravvedimento, nello stesso modo che
i miracoli non creano la fede.