Le
sette coppe dell'ira di Dio - La settima coppa
APOCALISSE
16:17-21
Poi il settimo angelo versò la sua coppa nell'aria; e dal tempio uscì una
gran voce proveniente dal trono, che diceva: «È fatto».
E ci furono lampi, voci, tuoni e un terremoto così forte che da quando gli
uomini sono sulla terra non se n'è avuto uno altrettanto disastroso.
La grande città si divise in tre parti, e le città delle nazioni crollarono
e Dio si ricordò di Babilonia la grande per darle la coppa del vino della
sua ira ardente.
Ogni isola scomparve e i monti non furono più trovati.
E cadde dal cielo sugli uomini una grandine enorme, con chicchi del peso di
circa un talento; gli uomini bestemmiarono Dio a causa della grandine;
perché era un terribile flagello.
***
17 Poi
il settimo angelo versò la sua coppa nell'aria; e una gran voce uscì dal
tempio, dal trono, dicendo: È fatto.
I fenomeni connessi con la settima coppa ricordano quelli che accompagnarono
l'apertura del sesto suggello
Apocalisse 6:12-17 e il suono della settima tromba
Apocalisse 11:15,19.
Essi sono l'emblema ed il principio degli ultimi e più gravi giudizi sui
nemici del regno di Dio.
La voce che esce dal tempio e propriamente dal trono è quella di Dio; essa
proclama che l'ora del giudizio è suonata: tutto è pronto, il segnale è
dato, l'esecuzione è certa poichè si tratta di decreto divino, perciò è
considerata come già compiuta: 'È
fatto'.
18 E
si fecero lampi e voci e tuoni: e ci fu un gran terremoto, tale che, da
quando gli uomini sono stati (lett. uomo fu...) sulla terra,
non si ebbe mai terremoto così grande e così forte.
Come al suono della settima tromba vi
furono lampi e voci e tuoni e un terremoto e una forte grandinata
(Apocalisse 11:19), ma sicuramente più devastante.
“Il SIGNORE regna;
esulti la terra e gioiscano le numerose isole.
Nuvole e oscurità lo circondano; giustizia ed equità sono le basi del suo
trono.
Un fuoco lo precede e consuma i suoi nemici tutt'intorno.
I suoi lampi illuminano il mondo; la terra lo vede e trema.
I monti si sciolgono come cera davanti al SIGNORE, davanti al Signore di
tutta la terra.
I cieli annunciano la sua giustizia e tutti i popoli vedono la sua gloria.
Sono confusi gli adoratori di immagini e quanti si vantano degl'idoli; si
prostrano a lui tutti gli dèi. Sion ascolta e ne gioisce; esultano le figlie
di Giuda per i tuoi giudizi, o SIGNORE!”
(Salmo 97:1-8)
Il profeta Abacuc scriveva: “La sua
gloria copre i cieli, la terra è piena della sua lode.
Il suo splendore è pari alla luce; dei raggi partono dalla sua mano; là si
nasconde la sua potenza. Davanti a lui cammina la peste, la febbre
ardente segue i suoi passi.
Egli si ferma e scuote la terra; guarda e fa tremare le nazioni;
i monti eterni si frantumano, le colline secolari si abbassano; le sue vie
sono quelle di un tempo.
Vedo le tende d'Etiopia sotto il dolore, i padiglioni del paese di Madian
sono sconvolti.
O SIGNORE, ti adiri forse contro i fiumi? È forse contro i fiumi che si
accende la tua ira, o è contro il mare che va il tuo sdegno, mentre tu
avanzi sui tuoi cavalli, sui tuoi carri vittoriosi?
Hai estratto il tuo arco; le frecce lanciate dalla tua parola sono
esecrazioni. [Pausa]
Tu fendi la terra in tanti letti dei fiumi.
I monti ti vedono e tremano;
si riversano torrenti d'acqua: l'abisso fa udire la sua voce.
Il sole alza in alto le mani; la luna si ferma nella sua dimora, alla luce
delle tue saette che partono al lampeggiare della tua lancia che brilla.
Tu percorri la terra con furore, tu schiacci le nazioni nella tua ira.
Tu esci per salvare il tuo popolo, per liberare il tuo unto; tu abbatti la
cima della casa dell'empio, e la demolisci fino alle fondamenta”.
(Abacuc 3:3-13)
Di questo terremoto ne parla specificatamente il profeta Zaccaria: “In
quel giorno i suoi piedi si poseranno sul monte degli Ulivi, che sta di
fronte a Gerusalemme, a oriente, e il monte degli Ulivi si spaccherà a
metà, da oriente a occidente, tanto da formare una grande valle; metà del
monte si ritirerà verso settentrione e l'altra metà verso il meridione.
Voi fuggirete per la valle dei miei monti, poiché la valle dei monti si
estenderà fino ad Asal; fuggirete come fuggiste per il terremoto ai giorni
di Uzzia, re di Giuda; il SIGNORE, il mio Dio, verrà e tutti i suoi santi
con lui”.
(Zaccaria 14:4-5)
19 E
la gran città fu divisa in tre parti e le città delle nazioni caddero;
La gran città per alcuni sarebbe Gerusalemme nel suo stato
d'incredulità; ma per la quasi totalità degli interpreti è Roma, la capitale
dell'anticristo.
Senza escludere i fenomeni fisici che devono accompagnare il giudizio di Dio
sui nemici, si ritiene generalmente che i rivolgimenti esterni cagionati dal
terremoto siano anche l'immagine dei rivolgimenti profondi nella vita
politica e sociale dei popoli.
Però è difficile dire cosa sia per significare esattamente la divisione in
tre parti della gran città (cfr Zaccaria 14:4-5), uno spunto possibile è che
Gerusalemme è considerata la città santa delle tre grandi religioni
mondiali: il cristianesimo, l’ebraismo e l’Islam.
Le città delle nazioni sono le altre capitali dei popoli, si può
quindi presumere che questo terremoto sarà così devastante da distruggere
tutte le costruzioni della terra, forse fatta eccezione per la gran città,
che diventerà il teatro della grande battaglia.
E Dio si ricordò di Babilonia la grande per darle il calice del vino del
furor dell'ira sua.
E la seconda volta che troviamo il nome di Babilonia (Cfr.
Apocalisse 14:8) e siccome ne sarà parlato più a lungo in
Apocalisse 17-18, rimandiamo a più tardi le nostre osservazioni
in proposito.
“Dio si ricordò”, non vuole
significare che Dio si era dimenticato di Babilonia, ma che è giunto il
momento di giudicarla!
Caratteristico è però che “il ricordo” di Babilonia viene subito dopo che
Gerusalemme è stata divisa in tre parti!
20 Ed
ogni isola fuggì e i monti non furon più trovati,
Il profeta Amos scriveva a proposito del terrore che proveranno gli uomini
davanti alla presenza di Dio: “Ecco,
io vi schiaccerò, come un carro carico di covoni schiaccia la terra.
L'agile non avrà modo di darsi alla fuga, il forte non potrà servirsi della
sua forza, e il valoroso non scamperà; chi maneggia l'arco non potrà
resistere, chi ha il piede veloce non potrà scampare; il cavaliere sul suo
cavallo non si salverà, il più coraggioso fra i prodi fuggirà nudo in quel
giorno», dice il SIGNORE”.
(Amos 2:13-16)
21 E
cadde dal cielo sugli uomini una gragnuola grossa del peso di circa un
talento.
(Cfr.
Apocalisse 11:19 e la settima piaga sull'Egitto:
Esodo 9:18-25).
“Poi il SIGNORE disse a Mosè: «Àlzati di buon mattino, presentati al faraone
e digli: "Così dice il SIGNORE, il Dio degli Ebrei: Lascia andare il mio
popolo, perché mi serva; poiché questa volta manderò tutte le mie piaghe
sul tuo cuore, sui tuoi servitori e sul tuo popolo, affinché tu sappia
che nessuno è come me su tutta la terra.
Perché se io avessi steso la mia mano e avessi percosso di peste te e il tuo
popolo, tu saresti stato sterminato dalla terra.
Invece io ti ho lasciato vivere per questo: per mostrarti la mia potenza e
perché il mio nome sia proclamato su tutta la terra.
Ti opponi ancora
al mio popolo per non lasciarlo andare?
Ecco, domani verso quest'ora, io farò cadere una grandine così forte che non
ce ne fu mai di simile in Egitto, dal giorno della sua fondazione, fino ad
oggi.
Or dunque, fa' mettere al riparo il tuo bestiame e tutto quello che hai nei
campi.
La grandine cadrà su tutta la gente, su tutti gli animali, che si troveranno
nei campi e che non saranno stati raccolti in casa, ed essi moriranno"».
Tra i servitori del faraone, quelli che temettero la parola del SIGNORE
fecero rifugiare nelle case i loro servi e il loro bestiame, ma quelli che
non tennero conto della parola del SIGNORE lasciarono i loro servi e il loro
bestiame nei campi.
Il SIGNORE disse a Mosè: «Stendi la tua mano verso il cielo e cada grandine
su tutto il paese d'Egitto, sulla gente, sugli animali e sopra ogni erba dei
campi, nel paese d'Egitto».
Mosè stese il suo bastone verso il cielo e il SIGNORE mandò tuoni e
grandine, e un fuoco si avventò sulla terra; il SIGNORE fece piovere
grandine sul paese d'Egitto.
Così ci fu grandine e il fuoco guizzava continuamente in mezzo alla
grandine; la grandine fu così forte, come non ce n'era stata di simile in
tutto il paese d'Egitto, da quando era diventato nazione.
La grandine percosse, in tutto il paese d'Egitto, tutto quello che era nei
campi: uomini e bestie; la grandine percosse ogni erba dei campi e fracassò
ogni albero della campagna.
Solamente nella terra di Goscen, dov'erano i figli d'Israele, non cadde
grandine”.
(Esodo 9:13-26)
Qual è il motivo per cui gli egiziani subirono le piaghe?
L’orgoglio e la superbia, e questo sarà la causa anche di questo terribile
flagello, l’orgoglio dell’uomo davanti a Dio!
Il flagello colpisce la terra con le potenze che sono nell’aria che si
manifestano in questa impressionante grandinata.
Il peso dei chicchi di grandine o blocchi di ghiaccio oltrepassa quel che di
più straordinario registrino le cronache, in quanto il talento pesa
da 40 a 45 kilogrammi.
Il profeta Isaia, nella profezia contro gli Assiri, scriveva: “Ecco,
il nome del SIGNORE viene da lontano; la sua ira è ardente, grande è il
suo furore; le sue labbra sono piene d'indignazione, la sua lingua è come un
fuoco divorante; il suo fiato è come un torrente che straripa, che arriva
fino al collo.
Egli viene a vagliare le nazioni con il vaglio della distruzione,
e a mettere tra le mascelle dei popoli un morso che li faccia fuorviare.
Allora intonerete dei canti, come la notte quando si celebra una festa;
avrete la gioia nel cuore, come colui che cammina al suono del flauto per
andare al monte del SIGNORE, alla Rocca d'Israele.
Il SIGNORE farà udire la sua voce maestosa e mostrerà come colpisce con il
suo braccio, nel furore della sua ira, tra le fiamme di un fuoco divorante,
in mezzo a una tempesta, a un diluvio di pioggia, e a
una gragnuola
di sassi.
Poiché, alla voce del SIGNORE, l'Assiro sarà costernato; il SIGNORE lo
colpirà con il suo bastone; ogni passaggio del flagello destinatogli, che il
SIGNORE gli farà piombare addosso, sarà accompagnato dal suono di tamburelli
e di cetre; il SIGNORE combatterà contro di lui a mano alzata.
Poiché da lungo tempo Tofet è preparato; è pronto anche per il re; è
profondo e ampio; sul suo rogo c'è fuoco e legna in abbondanza; il soffio
del SIGNORE, come un torrente di zolfo, sta per accenderlo”.
(Isaia 30:27-33)
Ezechiele, anche lui profetizzava così verso coloro che ingannavano il
popolo:
“Perciò, così parla il Signore, DIO: "Poiché proferite cose vane e avete
visioni bugiarde, eccomi contro di voi", dice il Signore, DIO.
"La mia mano sarà contro i profeti dalle visioni vane e dalle divinazioni
bugiarde; essi non saranno più nel consiglio del mio popolo, non saranno più
iscritti nel registro della casa d'Israele, non entreranno nel paese
d'Israele; voi conoscerete che io sono il Signore, DIO.
Proprio perché sviano il mio popolo, dicendo: 'Pace!' quando non c'è
alcuna pace, e perché quando il popolo costruisce un muro, ecco che costoro
lo intonacano di malta che non regge, di' a quelli che lo intonacano di
malta che non regge, che esso cadrà; verrà una pioggia scrosciante, e voi,
o pietre di grandine, cadrete; e
si scatenerà un vento tempestoso.
Ed ecco, quando il muro cadrà, non vi si dirà forse: 'E dov'è la malta con
cui l'avevate intonacato?'".
Perciò così parla il Signore, DIO: "Io, nel mio furore, farò scatenare un
vento tempestoso, nella mia ira farò cadere una pioggia scrosciante, e nella
mia indignazione, delle pietre di
grandine sterminatrice”.
(Ezechiele 13:8-13)
E gli uomini bestemmiarono Iddio a motivo della piaga della gragnuola;
perchè la piaga d'essa era grandissima.
Se la grandine caduta sul Basso Egitto uccideva uomini e bestie, quanto più
questa!
Tuttavia tale sarà l'indurimento dei cuori che invece di pentirsi come i
sopravvissuti di
Apocalisse 11:13, i non colpiti non faranno che bestemmiare
Iddio, mostrando in tal modo d'esser maturi per il giudizio.
“Guai alla città ribelle,
contaminata, alla città piena di soprusi!
Essa non dà ascolto ad alcuna voce, non accetta correzione, non si confida
nel SIGNORE, non si avvicina al suo Dio.
I suoi capi, in mezzo a lei, sono leoni ruggenti; i suoi giudici sono lupi
della sera, che non serbano nulla per la mattina.
I suoi profeti sono arroganti, perfidi; i suoi sacerdoti profanano le cose
sante, infrangono la legge.
Il SIGNORE è giusto in mezzo a essa; egli non commette ingiustizie; ogni
mattina egli dispensa i suoi giudizi e non manca mai; ma il perverso non
conosce vergogna.
«Io ho sterminato delle nazioni; le loro torri sono distrutte; ho rovinato
le loro strade, al punto che non vi passa più nessuno; le loro città sono
distrutte, al punto che non c'è più nessuno, nessun abitante.
Io dicevo: "Se almeno tu volessi temermi, accettare la correzione! La
tua dimora non sarebbe distrutta, nonostante tutto ciò che ho riservato per
te".
Ma essi si sono affrettati a pervertire tutte le loro azioni”.
(Sofonia 3:1-7)
“Io vi ho colpiti con il carbonchio, con la ruggine,
con la grandine in tutta l'opera
delle vostre mani; ma voi non siete tornati a me!", dice il SIGNORE”.
(Aggeo 2:17)
Quando la Scrittura parla dell’ira di Dio, dobbiamo comprendere che tutte le
descrizioni di Dio sono relative e necessariamente tratto dal linguaggio
degli uomini.
Giacomo scriveva: “Sappiate
questo, fratelli miei carissimi: che ogni uomo sia pronto ad ascoltare,
lento a parlare, lento all'ira; perché l'ira dell'uomo non compie la
giustizia di Dio”.
(Giacomo 1:19-20)
Invece l’ira di Dio è la rivendicazione della Sua perfetta Giustizia e
Santità.
Giobbe fu oggetto di questa arringa di Dio a tale proposito:
“Il SIGNORE allora rispose a Giobbe
dalla tempesta, e disse: «Cingiti i fianchi come un prode; ti farò delle
domande e tu insegnami! Vuoi proprio annullare il mio giudizio? Condannare
me per giustificare te stesso?
Hai un braccio pari a quello di Dio, o una voce che tuoni come la sua?
Suvvia, adòrnati di maestà, di grandezza, rivèstiti di splendore, di
magnificenza!
Da' libero sfogo ai furori della tua ira; scruta tutti i superbi e
abbassali!
Scruta tutti i superbi e umiliali! Schiaccia gli empi dovunque stanno!
Seppelliscili tutti assieme nella polvere, copri di bende la loro faccia nel
buio della tomba!
Allora, anch'io ti loderò, perché la tua destra ti avrà dato la vittoria”.
(Giobbe 40:6-14)
La Giustizia di Dio è ben misurata!
I flagelli con le sofferenze conseguenti mettono a nudo il cuore dell’uomo e
le sue disposizioni. Un cuore non indurito, realizzando la riprensione del
Signore, confessa i suoi peccati, si umilia, si sottomette e dà gloria a
Dio, mentre un cuore ribelle si indurisce ulteriormente e bestemmia Dio.