Le nozze dell'Agnello

 

Apocalisse 19:1-10

 

Dopo queste cose, udii nel cielo una gran voce come di una folla immensa, che diceva: «Alleluia! La salvezza, la gloria e la potenza appartengono al nostro Dio, perché veritieri e giusti sono i suoi giudizi. Egli ha giudicato la grande prostituta che corrompeva la terra con la sua prostituzione e ha vendicato il sangue dei suoi servi, chiedendone conto alla mano di lei».

E dissero una seconda volta: «Alleluia! Il suo fumo sale per i secoli dei secoli».

Allora i ventiquattro anziani e le quattro creature viventi si prostrarono, adorarono Dio che siede sul trono, e dissero: «Amen! Alleluia!»

Dal trono venne una voce che diceva: «Lodate il nostro Dio, voi tutti suoi servitori, voi che lo temete, piccoli e grandi».

Poi udii come la voce di una gran folla e come il fragore di grandi acque e come il rombo di forti tuoni, che diceva:

«Alleluia! Perché il Signore, nostro Dio, l'Onnipotente, ha stabilito il suo regno. Rallegriamoci ed esultiamo e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze dell'Agnello e la sua sposa si è preparata. Le è stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino sono le opere giuste dei santi».

E l'angelo mi disse: «Scrivi: "Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze dell'Agnello"».

Poi aggiunse: «Queste sono le parole veritiere di Dio».

Io mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo.

Ma egli mi disse:

«Guàrdati dal farlo. Io sono un servo come te e come i tuoi fratelli che custodiscono la testimonianza di Gesù: adora Dio! Perché la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia».


***

 

Quando il dragone era stato cacciato dal cielo in seguito all'ascensione del Cristo, v'era stata una gran voce nel cielo: «Ora è venuta la salvezza e la potenza e il regno dell'Iddio nostro e la potestà del suo Cristo...» Apocalisse 12:10.

Nello stesso modo ora, dopo la vittoria sulla falsa chiesa, v'è esultanza in cielo.

Per capire un po’ meglio le nozze dell’Agnello, proviamo a vedere cosa è il matrimonio e cosa prevedeva il rituale cerimoniale ebraico:

Il matrimonio è stato istituito nei primissimi istanti successivi alla creazione dell’uomo e della donna, nella purezza e pertanto in completa armonia con Dio (prima della caduta):

L'uomo disse: «Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne.

Ella sarà chiamata donna perché è stata tratta dall'uomo».

Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne.  (Genesi 2:23-24)

 

Con il matrimonio, tra un uomo ed una donna, è organizzata la vita sulla terra tra gli esseri umani, la cellula base per la procreazione.

Il matrimonio ebraico prevedeva un rituale che è bene tenere in considerazione ai fini di meglio comprendere le nozze dell’Agnello:

Dalla lettura del capitolo 7 del libro apocrifo di Tobia, possiamo scorgere un particolare:

Raguele chiamò la figlia Sara e quando essa venne la prese per mano e l'affidò a Tobia con queste parole: «Prendila; secondo la legge e il decreto scritto nel libro di Mosè ti viene concessa in moglie.

Tienila e sana e salva conducila da tuo padre. Il Dio del cielo vi assista con la sua pace».

Chiamò poi la madre di lei e le disse di portare un foglio e stese il documento di matrimonio, secondo il quale concedeva in moglie a Tobia la propria figlia, in base al decreto della legge di Mosè. Dopo di ciò cominciarono a mangiare e a bere.

(Tobia 7:13-14)

Il matrimonio era un vero e proprio contratto!

Successivamente (secondo fonti tradizionali), la futura sposa si bagnava  (per santificarla dopo averla purificata lavandola con l'acqua della parola, per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibileEfesini 5:26-27);

Si vestiva ed ornava di abiti  spesso arricchiti di ricami e diademi preziosi e da una cintura:

-          Le è stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino sono le opere giuste dei santi (Apocalisse 19:8);

-          E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. (Apocalisse 21:2);

-          Io mi rallegrerò grandemente nel SIGNORE, l'anima mia esulterà nel mio Dio; poiché egli mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto nel mantello della giustizia, come uno sposo che si adorna di un diadema, come una sposa che si adorna dei suoi gioielli.       (Isaia 61:10);

-          «Com'è vero che io vivo», dice il SIGNORE, «tu ti rivestirai di essi come di un ornamento, te ne adornerai come una sposa. (Isaia 49:18)

-          La fanciulla può forse dimenticare i suoi ornamenti, o la sposa la sua cintura? (Geremia 2:32)

Si copriva di un velo:

Benedissero Rebecca e le dissero: «Sorella nostra, possa tu divenire migliaia di miriadi e possa la tua discendenza impadronirsi delle città dei suoi nemici!»

Rebecca si levò con le sue serve, montarono sui cammelli e seguirono quell'uomo.  Il servo prese Rebecca e se ne andò.

Isacco era tornato dal pozzo di Lacai-Roi e abitava nella regione meridionale.

Isacco era uscito, sul far della sera, per meditare nella campagna; e, alzando gli occhi, guardò, e vide venire dei cammelli.

Anche Rebecca alzò gli occhi, vide Isacco, saltò giù dal cammello, e disse al servo: «Chi è quell'uomo che viene per la campagna incontro a noi?»

Il servo rispose: «È il mio signore».

Ed ella, preso il velo, si coprì.

Il servo raccontò a Isacco tutto quello che aveva fatto.

E Isacco condusse Rebecca nella tenda di Sara sua madre, la prese, ed ella divenne sua moglie, ed egli l'amò.

Così Isacco fu consolato dopo la morte di sua madre. (Genesi 24:60-67)

 

Anche lo sposo, seguiva un rituale; portava una ghirlanda ( o una corona ) sul capo ed un diadema:

Uscite, figlie di Sion, ammirate il re Salomone con la corona di cui l'ha incoronato sua madre il giorno delle sue nozze, il giorno della gioia del suo cuore.  (Cantico dei cantici 3:11)

Io mi rallegrerò grandemente nel SIGNORE, l'anima mia esulterà nel mio Dio; poiché egli mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto nel mantello della giustizia, come uno sposo che si adorna di un diadema, come una sposa che si adorna dei suoi gioielli.   (Isaia 61:10)

Poi, una volta preparato, usciva di casa per raggiungere, al suono di musica e dei canti, la casa dei genitori della sposa, dove allestiva una festa:

Suo padre scese a trovare quella donna e là Sansone fece un convito; perché tale era il costume dei giovani.

Appena i parenti della sposa videro Sansone, invitarono trenta compagni perché stessero con lui. Sansone disse loro: «Io vi proporrò un enigma; se voi me lo spiegate entro i sette giorni del convito e se l'indovinate, vi darò trenta tuniche e trenta vesti; ma, se non me lo potete spiegare, darete trenta tuniche e trenta vesti a me».   (Giudici 14:11-13)

 

***

 

1 Dopo queste cose udii come una gran voce d'una immensa moltitudine nel cielo, che diceva. Alleluia! La salvazione e la gloria e la potenza appartengono al nostro Dio;

 

Solo dopo che la grande meretrice è stata definitivamente giudicata si può parlare di nozze dell’Agnello!

La Sposa deve essere preservata da qualsiasi accusa, deve essere irreprensibile e questo non è possibile garantirlo fino a che non sia stata eliminata la prostituta che si camuffa da promessa sposa.

La folla è immensa, non è un’esultanza di pochi!

L’esultanza è giustificata perchè Dio ha fatto risplendere le sue perfezioni nel giudizio sulla gran meretrice che ha corrotto l'evangelo della salvezza e perseguitato i santi.

Dio ha mostrato di potere e di saper salvare il suo popolo così dalle astuzie come dalle violenze del nemico.

Se ne parla come di cosa fatta perchè è assolutamente certa.

La descrizione dell'esultanza celeste è parimenti profetica e destinata a rafforzare la fede ed il coraggio di coloro che avranno da soffrire da parte della meretrice e della bestia, d’altronde l’Apocalisse è un libro scritto per i servi nella persecuzione ed è un libro di consolazione.

 

La parola Alleluia, che non s'incontra altrove nel Nuovo Testamento all'infuori di questo capitolo, è tolta dall'ebraico e vale: 'Lodate l'Eterno' (Cfr. Apocalisse 19:5).

 

***

 

2 La gloria di Dio è apparsa particolarmente nella giustizia dei suoi giudizi: perchè veraci, conformi alla verità dei fatti, e giusti sono i suoi giudizi, sempre, come lo ha dimostrato il trattamento usato a Babilonia; poichè Egli ha giudicata, punendola come meritava, la gran meretrice che corrompeva la terra con la sua fornicazione, Vedi Apocalisse 17:1-5, e ha vendicato il sangue dei suoi servitori, ridomandandolo dalla mano di lei.

 

Il grido di esultanza è per il giudizio caduto sulla prostituta.

Corruzione delle moltitudini e odio sanguinario verso i fedeli, sono le due più gravi colpe della Chiesa degenere.

I giudizi di Dio sono veri in quanto sono stati annunciati ed eseguiti e sono giusti perché ha giudicato la meretrice ed ha così vendicato il sangue dei santi e dei profeti, ricordiamo ancora cosa chiedevano i martiri sotto l’altare: «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?» (Apocalisse 6:10)

 

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3 E dissero una seconda volta: Alleluia! e il suo fumo sale per i secoli dei secoli.

 

Non solo è giusta la distruzione di Babilonia, ma è definitiva come quella di Sodoma; essa non risorgerà mai più.

Questo pensiero suscita un secondo Alleluia celeste.

Per l'immagine del fumo perpetuo è utile fare riferimento a quanto profetizza in merito al territorio di Edom (fratello di Giacobbe, figlio di Isacco ma non figlio della promessa ma figlio della “schiava”):

Poiché è il giorno della vendetta del SIGNORE, l'anno della retribuzione per la causa di Sion.

I torrenti di Edom saranno mutati in pece e la sua polvere in zolfo; la sua terra diventerà pece ardente.

Non si spegnerà né notte né giorno, il fumo ne salirà per sempre; di età in età rimarrà deserta, nessuno vi passerà mai più. (Isaia 34:8-10)

 

La seconda esultanza ci ricorda “la morte seconda”, ovvero il giudizio definitivo dell’uomo che ha rifiutato Dio due volte (una volta nell’Eden), e la seconda volta in Cristo!

Il fumo ricorderà per sempre il giudizio di Dio sulla prostituta!

 

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4 E i ventiquattro anziani e le quattro creature viventi si gettarono giù e adorarono Iddio che siede sul trono, dicendo: Amen! Alleluia!

 

Come in Apocalisse 4:10 e in Apocalisse 5:8,14, o ancora in Apocalisse 11:16; i rappresentanti della umanità riscattata e di tutta la creazione, si prostrano adorando Iddio, confermano le lodi espresse dalla gran moltitudine riassumendole nel loro Alleluia!

Il giudizio è approvato dai rappresentanti dell’antico patto, dai rappresentanti del nuovo patto e dai rappresentanti dell’intero creato, essi sono i testimoni della giustizia di Dio, tale richiesta è conforme alla Legge divina:

Il condannato sarà messo a morte in base alla deposizione di due o di tre testimoni; non sarà messo a morte in base alla deposizione di un solo testimone.   (Deuteronomio 17:6)

 

Un solo testimone non sarà sufficiente per condannare un uomo, qualunque sia il delitto o il peccato che questi ha commesso; il fatto sarà stabilito sulla deposizione di due o tre testimoni. (Deuteronomio 19:15)

 

Chi trasgredisce la legge di Mosè viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni. (Ebrei 10:28)

 

E’ altresì conforme agli insegnamenti del Nuovo Patto:

«Se tuo fratello ha peccato contro di te, va' e convincilo fra te e lui solo. Se ti ascolta, avrai guadagnato tuo fratello; ma, se non ti ascolta, prendi con te ancora una o due persone, affinché ogni parola sia confermata per bocca di due o tre testimoni.   (Matteo 18:15-16)

 

Questa è la terza volta che vengo da voi. Ogni parola sarà confermata dalla bocca di due o tre testimoni. (2 Corinzi 13:1)

 

Non ricevere accuse contro un anziano, se non vi sono due o tre testimoni(1 Timoteo 5:19)

 

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5 E una gran voce partì dal trono dicendo: Lodate il nostro Dio! Voi tutti suoi servitori, voi che lo temete, piccoli e grandi.

 

La voce che parte dal trono può venir dagli anziani che circondano il trono o dalle creature viventi che lo sostengono.

Non è la voce di Cristo, in quanto dice: 'il nostro Dio', mentre Cristo non si è mai espresso a quel modo.

La voce è rivolta a tutti i fedeli, dovunque si trovino; ma sembra riferirsi particolarmente, ai fedeli che sono ancora sulla terra, poichè si allude alla loro posizione sociale più o meno elevata.

La caduta di Babilonia ha tale importanza come avviamento all'avvento del regno di Dio, che essa deve suscitare sentimenti di adorazione e di lode in tutti quelli che temono Iddio con cuor sincero.

E’ finalmente caduta l’antagonista terrestre della sposa, la donna adultera che rovinava la reputazione della sposa di Cristo!

La vittoria sul male è la condizione dello stabilimento del regno di Dio nel mondo.

Similmente avviene negli individui; ogni vittoria che riportiamo sull'orgoglio, sulla mondanità, sull'odio, sullo spirito di violenza, sull'egoismo, segna un progresso del regno di Dio in noi stessi, progresso di cui la gloria appartiene all'Iddio della nostra salvezza.

Ogni 'opera giusta' dei fedeli adorna la sposa di Cristo.

 

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6 Poi udii come la voce di una gran moltitudine e come il suono di molte acque e come il rumore di forti tuoni (similitudini intese a rappresentare la potenza immensa del canto celeste) che diceva: Alleluia! poichè il Signore Iddio nostro, l'Onnipotente, ha preso a regnare.

 

La voce della moltitudine assomiglia molto alla voce di Dio, è ormai come la Sua, fedele, ha le sue stesse caratteristiche!

L'esercizio effettivo del potere regale per parte di Dio implica non solo il governare, ma il giudicare, il punire, il ricompensare.

A proposito del parallelismo tra Giacobbe ed Edom e tra la Sposa e la donna adultera, si faccia attenzione a cosa aveva annunciato l’angelo a Maria, rispetto a Gesù:

Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre. 

Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine».  (Luca 1:32-33)

 

Questa lode è la stessa che i ventiquattro anziani hanno esclamato al suono della settima tromba:

Poi il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo si alzarono voci potenti, che dicevano: «Il regno del mondo è passato al nostro Signore e al suo Cristo ed egli regnerà nei secoli dei secoli».

E i ventiquattro anziani che siedono sui loro troni davanti a Dio, si gettarono con la faccia a terra e adorarono Dio, dicendo: «Ti ringraziamo, Signore, Dio onnipotente, che sei e che eri, perché hai preso in mano il tuo grande potere, e hai stabilito il tuo regno.

Le nazioni si erano adirate, ma la tua ira è giunta, ed è arrivato il momento di giudicare i morti, di dare il loro premio ai tuoi servi, ai profeti, ai santi, a quelli che temono il tuo nome, piccoli e grandi, e di distruggere quelli che distruggono la terra». (Apocalisse 11:15-18)

 

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7 Nel giudizio sopra la meretrice, la Chiesa dei fedeli vede il primo grande atto che prepara la via al regno di Dio, la garanzia della disfatta degli altri nemici. (Cfr. Apocalisse 11:15-18).

Più che questo, vi scorge il preludio del compimento della gloriosa e beata speranza cristiana; perciò esclama: Rallegriamoci e giubiliamo e diamo (lett. e daremo) a lui la gloria, poichè con giunte le nozze dell'Agnello e la sua sposa s'è preparata; e le è stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino son le opere giuste dei santi.

 

Nell'Antico Testamento Dio è rappresentato come lo sposo d'Israele:

Mi ferve in cuore una parola soave; io dico: «L'opera mia è per il re; la mia lingua sarà come la penna di un abile scrittore».

Tu sei bello, più bello di tutti i figli degli uomini; le tue parole sono piene di grazia; perciò Dio ti ha benedetto in eterno.

Cingi la spada al tuo fianco, o prode; vèstiti della tua gloria e del tuo splendore.

Avanza maestoso sul carro, per la causa della verità, della clemenza e della giustizia; la tua destra compia cose tremende.

Le tue frecce sono acuminate; i popoli cadranno sotto di te; esse penetreranno nel cuore dei nemici del re.

Il tuo trono, o Dio, dura in eterno; lo scettro del tuo regno è uno scettro di giustizia.

Tu ami la giustizia e detesti l'empietà.

Perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto d'olio di letizia; ti ha preferito ai tuoi compagni.

Le tue vesti sanno di mirra, d'aloe, di cassia; dai palazzi d'avorio la musica degli strumenti ti rallegra.

Figlie di re sono fra le tue dame d'onore, alla tua destra sta la regina, adorna d'oro di Ofir.

Ascolta, fanciulla, guarda e porgi l'orecchio; dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre, e il re s'innamorerà della tua bellezza. Egli è il tuo signore, inchìnati a lui.

E la figlia di Tiro ti porterà regali, e i più ricchi del popolo ricercheranno il tuo favore.

Tutta splendore è la figlia del re, nelle sue stanze; la sua veste è tutta trapunta d'oro.

Ella sarà condotta al re avvolta in vesti ricamate; seguita dalle vergini sue compagne, che gli saranno presentate; saranno condotte con gioia ed esultanza; ed esse entreranno nel palazzo del re.

I tuoi figli prenderanno il posto dei tuoi padri; li farai prìncipi su tutto il paese.

Io renderò celebre il tuo nome per ogni età; perciò i popoli ti loderanno in eterno.

(Salmo 45)

 

«Perciò, ecco, io l'attrarrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Di là le darò le sue vigne e la valle d'Acor come porta di speranza; là mi risponderà come ai giorni della sua gioventù, come ai giorni che uscì dal paese d'Egitto.

Quel giorno avverrà», dice il SIGNORE, «che tu mi chiamerai: "Marito mio!" e non mi chiamerai più: "Mio Baal!" (Osea 2:14-16)

 

«Allarga il luogo della tua tenda, si spieghino i teli della tua abitazione, senza risparmio; allunga i tuoi cordami, rafforza i tuoi picchetti!

Poiché ti spanderai a destra e a sinistra; la tua discendenza possederà le nazioni e popolerà le città deserte.

Non temere, perché tu non sarai più confusa; non avere vergogna, perché non dovrai più arrossire; ma dimenticherai la vergogna della tua giovinezza, non ricorderai più l'infamia della tua vedovanza.

Poiché il tuo creatore è il tuo sposo; il suo nome è: il SIGNORE degli eserciti; il tuo redentore è il Santo d'Israele, che sarà chiamato Dio di tutta la terra.

Poiché il SIGNORE ti richiama come una donna abbandonata, il cui spirito è afflitto, come la sposa della giovinezza, che è stata ripudiata», dice il tuo Dio.

«Per un breve istante io ti ho abbandonata, ma con immensa compassione io ti raccoglierò. (Isaia 54:2-7)

Così parla il Signore, DIO, a Gerusalemme: "Per la tua origine e per la tua nascita sei del paese del Cananeo; tuo padre era un Amoreo, tua madre un'Ittita.

Quanto alla tua nascita, il giorno che nascesti l'ombelico non ti fu tagliato, non fosti lavata con acqua per pulirti, non fosti sfregata con sale, né fosti fasciata.

Nessuno ebbe sguardi di pietà per te, per farti una sola di queste cose, mosso a compassione di te; ma fosti gettata nell'aperta campagna, il giorno che nascesti, per il disprezzo che si aveva di te.

Io ti passai accanto, vidi che ti dibattevi nel sangue e ti dissi: 'Vivi, tu che sei nel sangue!' Ti ripetei: 'Vivi, tu che sei nel sangue!'

Io ti farò moltiplicare per miriadi, come il germoglio dei campi. Tu ti sviluppasti, crescesti, giungesti al colmo della bellezza, il tuo seno si formò, la tua capigliatura crebbe abbondante, ma tu eri nuda e scoperta.

Io ti passai accanto, ti guardai, ed ecco, il tuo tempo era giunto: il tempo degli amori; io stesi su di te il lembo della mia veste e coprii la tua nudità; ti feci un giuramento, entrai in un patto con te", dice il Signore, DIO, "e tu fosti mia.

(Ezechiele 16:3-8)

 

***

Nel nuovo patto, è rivelato chiaramente che lo sposo è Cristo e la sposa è la Chiesa (da notare tra l’altro il perfetto parallelismo tra il passo di Ezechiele 16 e quello di Efesini 5):

 

Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della chiesa, lui, che è il Salvatore del corpo.

Ora come la chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli devono essere sottomesse ai loro mariti in ogni cosa.

Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, per santificarla dopo averla purificata lavandola con l'acqua della parola, per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile.

Allo stesso modo anche i mariti devono amare le loro mogli, come la loro propria persona.

Chi ama sua moglie ama se stesso. Infatti nessuno odia la propria persona, anzi la nutre e la cura teneramente, come anche Cristo fa per la chiesa, poiché siamo membra del suo corpo.

Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diverranno una carne sola.

Questo mistero è grande; dico questo riguardo a Cristo e alla chiesa. (Efesini 5:22-32)

Giovanni identifica bene la chiesa come la sposa:

Nacque dunque una discussione sulla purificazione, tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo.

E andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te di là dal Giordano, e al quale rendesti testimonianza, eccolo che battezza, e tutti vanno da lui».

Giovanni rispose: «L'uomo non può ricevere nulla se non gli è dato dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: "Io non sono il Cristo, ma sono mandato davanti a lui". Colui che ha la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, si rallegra vivamente alla voce dello sposo; questa gioia, che è la mia, è ora completa. Bisogna che egli cresca, e che io diminuisca. (Giovanni 3:25-30)

 

Infatti sono geloso di voi della gelosia di Dio, perché vi ho fidanzati a un unico sposo, per presentarvi come una casta vergine a Cristo. (Corinzi 11:2)

 

In Apocalisse, Giovanni rivela infine che la sposa è la nuova Gerusalemme, la città dei santi, di quelli “chiamati fuori” proprio come Abraamo che hanno finalmente la Terra Promessa:

Poi venne uno dei sette angeli che avevano le sette coppe piene degli ultimi sette flagelli, e mi parlò, dicendo: «Vieni e ti mostrerò la sposa, la moglie dell'Agnello».

Egli mi trasportò in spirito su una grande e alta montagna, e mi mostrò la santa città, Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio, con la gloria di Dio.  (Apocalisse 21:9-11)

 

Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni». (Apocalisse 22:17)

 

Le nozze, rappresentano per i fedeli, considerati nella loro unità spirituale, la comunione con Cristo, non più imperfetta, minacciata dai nemici come quaggiù, ma la comunione intima, perfetta, sicura, indissolubile col Salvatore che li ha amati, li ha redenti col suo sangue, santificati col suo Spirito e li vuol partecipi della sua vita e della sua gloria celeste.

Paolo diceva:

Infatti sono geloso di voi della gelosia di Dio, perché vi ho fidanzati a un unico sposo, per presentarvi come una casta vergine a Cristo. (Corinzi 11:2)

 

Ma in quel momento, saremo la sposa! Entreremo nella casa, nell’intimità del Signore!

 

***

 

8 S'è preparata rivestendosi non di ornamenti mondani come la meretrice, ma di ornamenti spirituali che sono di gran prezzo agli occhi di Dio:

Il vostro ornamento non sia quello esteriore, che consiste nell'intrecciarsi i capelli, nel mettersi addosso gioielli d'oro e nell'indossare belle vesti, ma quello che è intimo e nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore.

Così infatti si ornavano una volta le sante donne che speravano in Dio, restando sottomesse ai loro mariti, come Sara che obbediva ad Abraamo, chiamandolo signore; della quale voi siete diventate figlie facendo il bene senza lasciarvi turbare da nessuna paura. (1 Pietro 3:-6)

 

La sposa s'è preparata; è rimasta fedele a Cristo, resistendo alle seduzioni della meretrice, seguendolo attraverso i vituperi ed i patimenti, emergendo alla luce nel corso della gran tribolazione finale.

È vestita di lino fino, risplendente e puro, che, come nota Giovanni, raffigura le opere giuste dei santi.

Questa veste di buone azioni, manifestazione della vita interna di fede e di amore, le è stata data, come insegna Paolo: «siamo stati creati in Cristo Gesù per le buone opere, le quali Iddio ha innanzi preparate affinchè le pratichiamo» Efesini 2:10. '

Nelle due espressioni: 'le è stato dato', 'si è preparata', ci è presentata la parte di Dio e quella dell'uomo nell'opera della redenzione:

Così, miei cari, voi che foste sempre ubbidienti, non solo come quand'ero presente, ma molto più adesso che sono assente, adoperatevi al compimento della vostra salvezza con timore e tremore;  infatti è Dio che produce in voi il volere e l'agire, secondo il suo disegno benevolo. (Filippesi 2:12-13)

 

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9 E l'angelo mi disse: Scrivi: Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze dell'Agnello.

 

I fedeli si rallegrano e giubilano perchè son giunte le nozze dell'Agnello; e l'angelo conferma la grandezza della beatitudine che attende coloro che partecipano alle nozze, ne attesta in modo solenne la certezza assoluta e ordina a Giovanni di scrivere nel suo libro queste verità confortanti per i fedeli tribolati.

Nella parabola delle nozze, notiamo che ci sono diverse figure, un re, il figlio del re lo sposo, la sposa (non espressamente citata), i servi e gli invitati:

Gesù ricominciò a parlare loro in parabole, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un re, il quale fece le nozze di suo figlio.

Mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze; ma questi non vollero venire.

Mandò una seconda volta altri servi, dicendo: "Dite agli invitati: Io ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono ammazzati; tutto è pronto; venite alle nozze".

Ma quelli, non curandosene, se ne andarono, chi al suo campo, chi al suo commercio; altri poi, presero i suoi servi, li maltrattarono e li uccisero.

Allora il re si adirò, mandò le sue truppe a sterminare quegli omicidi e a bruciare la loro città.

Quindi disse ai suoi servi: "Le nozze sono pronte, ma gli invitati non ne erano degni. Andate dunque ai crocicchi delle strade e chiamate alle nozze quanti troverete".

E quei servi, usciti per le strade, radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni; e la sala delle nozze fu piena di commensali. Ora il re entrò per vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che non aveva l'abito di nozze.

E gli disse: "Amico, come sei entrato qui senza avere un abito di nozze?"

E costui rimase con la bocca chiusa.

Allora il re disse ai servitori: "Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti". Poiché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti».

(Matteo 22:1-14)

Sulla figura del re e di suo figlio non ci sono problemi di interpretazione, essi rappresentano rispettivamente Dio e Gesù Cristo.

Molti commentatori considerano gli invitati i credenti presi singolarmente e la sposa presi collettivamente, ma questa potrebbe essere una interpretazione forzata in quanto sembra improbabile.

Un’altra interpretazione ritiene che la sposa sia la Chiesa del nostro tempo e gli invitati siano rappresentati dai credenti dell’Antico Testamento e i credenti successivamente convertiti rispetto al periodo della Chiesa:

E io vi dico che molti verranno da Oriente e da Occidente e si metteranno a tavola con Abraamo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, ma i figli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Là ci sarà pianto e stridor di denti».  (Matteo 8:11-12)

 

Questa interpretazione si coordina meglio con l’espressione usata da Giovanni Battista:

Colui che ha la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, si rallegra vivamente alla voce dello sposo; questa gioia, che è la mia, è ora completa.  (Giovanni 3:29)

E mi disse: Queste sono le veraci parole di Dio.

 

Cfr. Apocalisse 14:13: 'Sì, dice lo Spirito'; Apocalisse 22:6: 'Queste parole sono fedeli e veraci' - e si tratta anche in quel passo di rivelazioni relative alla beatitudine della città celeste.

La dichiarazione dell'angelo si riferisce al 'Beati...' che Giovanni deve scrivere, non alle rivelazioni antecedenti sulla caduta di Babilonia, sebbene anche quelle siano certe.

 

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10 E io mi prostrai (lett. caddi davanti) ai suoi piedi per adorarlo, non già perchè Giovanni avesse preso l'angelo per il Signore stesso, ma perchè, mosso da un sentimento di riverenza di fronte al 'potente angelo', e di viva riconoscenza per il messaggio recatogli, egli unisce e confonde insieme l'Autore del messaggio con il messaggero che glielo reca. L'angelo subito lo corregge.

Ed egli mi disse: Guardati dal farlo; io sono tuo conservo e dei tuoi fratelli che posseggono (lett. che hanno) la testimonianza di Gesù: Adora Iddio!

 

Nella narrazione di un fatto analogo in Apocalisse 22:8-9, l'angelo dice: 'Io sono tuo conservo e dei tuoi fratelli, i profeti, e di quelli che serbano le parole di questo libro: Adora Iddio'.

Qui, invece, aggiunge: Perchè la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia.

L'angelo si dichiara un semplice servo da non confondersi con il solo Signore e Padrone di tutte le creature.  Come tale egli appartiene alla stessa categoria di Giovanni dal quale non ha da ricevere alcuna adorazione.

Anzi il suo servizio attuale è dello stesso genere di quello di Giovanni, in quanto ambedue sono occupati nella trasmissione della rivelazione divina.

L'angelo è mandato da Cristo a comunicarla a Giovanni, il quale a sua volta sotto l'ispirazione dello spirito della profezia la deve far conoscere alle chiese. Cfr. Apocalisse 1:1-2; 22:16: 'Io Gesù ho mandato il mio angelo per attestarvi queste cose in seno alle chiese'.

L'angelo può quindi chiamarsi 'conservo di Giovanni e dei suoi fratelli, i profeti'; o, come dice qui: 'tuo conservo e dei tuoi fratelli che serbano (o posseggono) la testimonianza di Gesù'; con la quale espressione, si accenna principalmente ai profeti che hanno ricevuto da Gesù, 'il fedel testimone' la conoscenza della verità, e la comunicano ai loro simili.

Due volte, nel corso delle sue visioni, Giovanni nell'esuberanza della sua riconoscenza per le rivelazioni ricevute, volle manifestarla adorando, invece del Donatore, la mano che gli porgeva il dono.

L’esperienza di Giovanni ci ricorda il nostro istinto umano di rimanere affascinati più dall’opera che dal Creatore, questa è la natura decaduta che dobbiamo quotidianamente combattere fissando lo sguardo su Gesù.

Egli narra questi suoi errori e la correzione che ne ricevette, per mettere in guardia i cristiani contro la tendenza pagana a confondere la creazione col Creatore.

Nessuna creatura, per quanto eccelsa, santa e benefica, dev'essere adorata.

Nella sua prima Epistola Giovanni diceva: 'Figlioletti, guardatevi dagl'idoli'; nell'Apocalisse ripete con l'angelo: 'Adora Iddio'.

Mentre rifiutiamo di adorare le creature, anche angeliche, dobbiamo essere tanto più ferventi nel culto che rendiamo all'Iddio Salvatore.

Gianni Marinuzzi