L’apertura del settimo sigillo - Le prime quattro trombe

APOCALISSE 8:1-12

 

“Quando l'Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio nel cielo per circa mezz'ora.

Poi vidi i sette angeli che stanno in piedi davanti a Dio, e furono date loro sette trombe.

E venne un altro angelo con un incensiere d'oro; si fermò presso l'altare e gli furono dati molti profumi affinché li offrisse con le preghiere di tutti i santi sull'altare d'oro posto davanti al trono.

E dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio insieme alle preghiere dei santi.

Poi l'angelo prese l'incensiere, lo riempì del fuoco dell'altare e lo gettò sulla terra.

Immediatamente ci furono tuoni, voci, lampi e un terremoto.

I sette angeli che avevano le sette trombe si prepararono a sonare.

Il primo sonò la tromba, e grandine e fuoco, mescolati con sangue, furono scagliati sulla terra.

Un terzo della terra bruciò, un terzo degli alberi pure e ogni erba verde fu arsa.

Poi il secondo angelo sonò la tromba e una massa simile a una grande montagna ardente fu gettata nel mare.

Un terzo del mare diventò sangue, un terzo delle creature viventi che erano nel mare morì e un terzo delle navi andò distrutto.

Poi il terzo angelo sonò la tromba e dal cielo cadde una grande stella, ardente come una torcia, che piombò su un terzo dei fiumi e sulle sorgenti delle acque.

Il nome della stella è Assenzio; e un terzo delle acque diventò assenzio.

Molti uomini morirono a causa di quelle acque, perché erano diventate amare.

Quando il quarto angelo sonò la tromba, fu colpito un terzo del sole, della luna e delle stelle: un terzo della loro luce si spense e il chiarore del giorno, come quello della notte, diminuì di un terzo.”

 

1 E quando l'Agnello ebbe aperto il settimo suggello, si fece silenzio nel cielo per circa lo spazio di mezz'ora.

 

Con la rottura del settimo suggello il libro dell'avvenire è interamente aperto.

Il silenzio dimostra la attesa per un qualcosa di nuovo, con la rottura di questo settimo sigillo, non sembra scatenarsi alcun giudizio, sembra un periodo preparatorio (come durante i 400 anni di silenzio che porteranno alla rivelazione del messia o i 400 anni di soggiorno in Egitto in preparazione per l’esodo di Israele), presto ci sarà una nuovo visione e nuovi sviluppi del giorno della vendetta.

Del suo contenuto una parte sola è stata rivelata a Giovanni; un'altra lo sarà nella nuova serie di visioni che si inizia con l'apertura dell'ultimo sigillo e altre ancora lo saranno quando avrà suonato la settima tromba.

A significare l'intensa attesa con la quale gli angeli e gli umani seguono lo svolgersi del piano di Dio sulla terra, specialmente nei momenti che paiono decisivi, si fece silenzio nel cielo, quando l’Agnello ebbe aperto l'ultimo sigillo, e quel silenzio solenne si protrasse per circa mezz'ora.

Tace la gran voce di lode dei riscattati, tacciono i cori degli angeli tutto è raccoglimento e adorazione silenziosa.

 

2 E io vidi i sette angeli che stanno in piè davanti a Dio, e furon date loro sette trombe.

 

Lo stare in piedi o il tenersi davanti a Dio è l'atteggiamento di chi è al servizio o agli ordini immediati di Dio.

L'angelo che annuncia la nascita del precursore e poi del Cristo dice a Zaccaria: “Io sono Gabriele che sto davanti a Dio e sono stato mandato... ad annunciarti...” (Luca 1:19).

Il modo in cui si parla qui dei sette angeli a cui son date le trombe che daranno il segnale dei giudizi di Dio, mostra che si tratta di angeli di un ordine molto elevato.

Il vederli muniti di trombe e pronti a dare dei segnali accresce in tutti l'attesa.

I fedeli però devono aver la certezza che Dio, nello svolgere il suo regno, tiene conto delle preghiere che essi fanno salire dinanzi a Lui, specialmente nei tempi della lor distretta.

E questo fatto è messo in rilievo in Apocalisse 8:3-5:

“E venne un altro angelo con un incensiere d'oro; si fermò presso l'altare e gli furono dati molti profumi affinché li offrisse con le preghiere di tutti i santi sull'altare d'oro posto davanti al trono.

E dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio insieme alle preghiere dei santi.

Poi l'angelo prese l'incensiere, lo riempì del fuoco dell'altare e lo gettò sulla terra.

Immediatamente ci furono tuoni, voci, lampi e un terremoto.”

Gli angeli ricevono le sette trombe, non erano in loro possesso, vengono loro consegnate con uno scopo particolare.

Il suono della tromba, nella Parola di Dio, è sempre stato un segno di avvertimento di qualcosa di importante, ha quindi lo scopo di richiamare l’attenzione.

Possiamo anche ricordare, come esempio di giudizio avvenuto per mezzo delle trombe, della caduta di Gerico (Giosuè 6):

“Allora Giosuè, figlio di Nun, chiamò i sacerdoti e disse loro: «Prendete l'arca del patto, e sette sacerdoti portino sette trombe squillanti davanti all'arca del SIGNORE».

Poi disse al popolo: «Andate, girate intorno alla città, e l'avanguardia preceda l'arca del SIGNORE».

Quando Giosuè ebbe parlato al popolo, i sette sacerdoti che portavano le sette trombe squillanti davanti al SIGNORE si misero in marcia suonando le trombe; e l'arca del patto del SIGNORE li seguiva.

L'avanguardia marciava davanti ai sacerdoti che suonavano le trombe, e la retroguardia seguiva l'arca; durante la marcia, i sacerdoti suonavano le trombe.

Giosuè aveva dato al popolo quest'ordine: «Non gridate, fate che non si oda neppure la vostra voce e non vi esca parola di bocca, fino al giorno che io vi dirò: "Gridate!" Allora griderete».

Così fece fare all'arca del SIGNORE il giro della città una volta; poi rientrarono nell'accampamento, e vi passarono la notte.

Giosuè si alzò la mattina presto, e i sacerdoti presero l'arca del SIGNORE.

I sette sacerdoti che portavano le sette trombe squillanti davanti all'arca del SIGNORE avanzavano, suonando le trombe durante la marcia. L'avanguardia li precedeva; la retroguardia seguiva l'arca del SIGNORE; e durante la marcia, i sacerdoti suonavano le trombe.

Il secondo giorno girarono intorno alla città una volta, e poi tornarono all'accampamento.

Così fecero per sei giorni.

Il settimo giorno si alzarono la mattina allo spuntar dell'alba e fecero sette volte il giro della città in quella stessa maniera; soltanto in quel giorno fecero il giro della città sette volte.

La settima volta, come i sacerdoti suonarono le trombe, Giosuè disse al popolo: «Gridate! perché il SIGNORE vi ha dato la città.

E la città con tutto quel che contiene sarà consacrata al SIGNORE per essere voto di interdetto; soltanto Raab, la prostituta, avrà salva la vita: lei e tutti quelli che saranno in casa con lei, perché nascose i messaggeri che noi avevamo inviati.

E voi guardatevi bene da ciò ch'è votato all'interdetto, affinché non siate voi stessi votati allo sterminio, prendendo qualcosa d'interdetto, e non rendiate maledetto l'accampamento d'Israele, gettandovi lo scompiglio. Ma tutto l'argento, l'oro e gli oggetti di bronzo e di ferro saranno consacrati al SIGNORE; entreranno nel tesoro del SIGNORE».

Il popolo dunque gridò e i sacerdoti suonarono le trombe; e quando il popolo udì il suono delle trombe lanciò un gran grido, e le mura crollarono.

Il popolo salì nella città, ciascuno diritto davanti a sé, e s'impadronirono della città.

Votarono allo sterminio tutto ciò che era nella città, passando a fil di spada uomini, donne, bambini, vecchi, buoi, pecore e asini.” (Giosuè 6:6-20)

 

Le trombe, sono state anche avvertimenti per coloro che dovevano essere il popolo di Dio, ma la storia ci illustra di come “non furono ascoltate”:

“A chi parlerò, chi prenderò come testimone perché mi ascolti?

Ecco, il loro orecchio è incirconciso, essi sono incapaci di prestare attenzione; ecco, la parola del SIGNORE è diventata per loro un obbrobrio, non vi trovano più nessun piacere.

Ma io sono pieno del furore del SIGNORE; sono stanco di contenermi.

Rivèrsalo sui bambini per la strada e sui giovani riuniti assieme; poiché il marito e la moglie, il vecchio e l'uomo carico d'anni saranno presi tutti insieme.

Le loro case saranno passate ad altri, così pure i loro campi e le loro mogli, poiché io stenderò la mia mano sugli abitanti del paese», dice il SIGNORE.

«Infatti dal più piccolo al più grande, sono tutti quanti avidi di guadagno; dal profeta al sacerdote, tutti praticano la menzogna.

Essi curano alla leggera la piaga del mio popolo; dicono: "Pace, pace", mentre pace non c'è.

Saranno confusi perché commettono delle abominazioni; non si vergognano affatto, non sanno che cosa sia arrossire; perciò cadranno fra quelli che cadono; quando io li visiterò saranno abbattuti», dice il SIGNORE.

Così dice il SIGNORE: «Fermatevi sulle vie e guardate, domandate quali siano i sentieri antichi, dove sia la buona strada, e incamminatevi per essa; voi troverete riposo alle anime vostre!

Ma quelli rispondono: "Non c'incammineremo per essa!"

Io ho messo delle sentinelle per voi: "State attenti al suono della tromba!"

Ma quelli rispondono: "Non staremo attenti". (Geremia 6:10-17)

 

«Figlio d'uomo, parla ai figli del tuo popolo e di' loro: "Quando io farò venire la spada contro un paese e il popolo di quel paese prenderà in mezzo a sé un uomo e se lo stabilirà come sentinella, ed egli, vedendo venire la spada contro il paese, suonerà il corno (la tromba) e avvertirà il popolo; se qualcuno, pur udendo il suono del corno (la tromba), non se ne cura, e la spada viene e lo porta via, il sangue di quel tale sarà sopra il suo capo; egli ha udito il suono del corno (la tromba), e non se n'è curato; il suo sangue sarà sopra di lui; se se ne fosse curato, avrebbe scampato la sua vita.

Ma se la sentinella vede venir la spada e non suona il corno (la tromba), e il popolo non è stato avvertito, e la spada viene e porta via qualcuno di loro, questo sarà portato via per la propria iniquità, ma io domanderò conto del suo sangue alla sentinella".

Ora, figlio d'uomo, io ho stabilito te come sentinella per la casa d'Israele; quando dunque udrai qualche parola della mia bocca, avvertili da parte mia.

Quando avrò detto all'empio: "Empio, per certo tu morirai!", e tu non avrai parlato per avvertire l'empio che si allontani dalla sua via, quell'empio morirà per la sua iniquità, ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano.

Ma, se tu avverti l'empio che si allontani dalla sua via, e quello non se ne allontana, egli morirà per la sua iniquità, ma tu avrai salvato te stesso. (Ezechiele 33:2-9)

 

3 E un altro angelo venne e si fermò presso l'altare, avendo un turibolo d'oro;

 

L'altare qui menzionato pare essere simile a quello dei profumi, che nel tabernacolo terrestre era posto davanti all'arca.

«Farai pure un altare per bruciarvi sopra il profumo; lo farai di legno d'acacia.

La sua lunghezza sarà di un cubito; la sua larghezza, di un cubito; sarà quadrato e avrà un'altezza di due cubiti; i suoi corni saranno tutti d'un pezzo con esso.

Rivestirai d'oro puro il disopra, i suoi lati tutt'intorno, i suoi corni; gli farai una ghirlanda d'oro intorno.

Gli farai due anelli d'oro sotto la ghirlanda, ai suoi due lati; li metterai ai suoi due lati, per passarvi le stanghe che serviranno a portarlo.

Farai le stanghe di legno d'acacia e le rivestirai d'oro.

Collocherai l'altare davanti al velo che è davanti all'arca della testimonianza, di fronte al propiziatorio che è sopra la Testimonianza, dove io mi incontrerò con te.

Aaronne vi brucerà sopra dell'incenso aromatico; lo brucerà ogni mattina, quando riordinerà le lampade.

Quando Aaronne accenderà le lampade sull'imbrunire, lo farà bruciare; sarà il profumo quotidiano davanti al SIGNORE, di generazione in generazione.

Non offrirete su di esso incenso profano, né olocausto, né oblazione e non vi farete libazioni.

Una volta all'anno Aaronne farà l'espiazione sui corni di esso; con il sangue del sacrificio di espiazione per il peccato vi farà sopra l'espiazione una volta all'anno, di generazione in generazione. Sarà cosa santissima, sacra al SIGNORE». (Esodo 30:1-10)

 

e gli furon dati molti profumi affinchè li unisse alle preghiere di tutti i santi sull'altare d'oro che era davanti al trono.

 

Il greco porta: 'affinché li desse alle preghiere...' a significare ch'è venuto il momento in cui Dio accoglie benignamente le preghiere dei suoi, per esaudirle.

Le preghiere dei santi, vengono “profumate” per renderle gradite, questa è l’opera di intercessione fatta nei cieli che altrove viene descritta come “con sospiri ineffabili”:

“Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili; e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Romani 8:26-27)

 

L’altare dei profumi di Esodo 30:1-10 era di legno di acacia (umanità) rivestito d’oro (reso divino), l’altare che abbiamo davanti al trono è tutto d’oro (completamente divino), è il compimento, la vera figura di quello che era rappresentato sulla terra.

“Mentre Zaccaria esercitava il sacerdozio davanti a Dio nell'ordine del suo turno, secondo la consuetudine del sacerdozio, gli toccò in sorte di entrare nel tempio del Signore per offrirvi il profumo; e tutta la moltitudine del popolo stava fuori in preghiera nell'ora del profumo.” (Luca 1:8-10)

In questo passo di Luca, notiamo come l’offerta del profumo era strettamente legata alla preghiera del popolo di Dio.

 

4 E il fumo dei profumi, unendosi alle preghiere dei santi, salì dalla mano dell'angelo al cospetto di Dio.

 

Dice lett.: 'il fumo dei profumi salì alle preghiere... davanti a Dio', cioè avvolse le preghiere, unendosi ad esse per mostrar ch'esse erano gradite e che stavano per essere esaudite.

 

5 Poi l'angelo prese il turibolo e l'empì del fuoco dell'altare, e lo gettò sulla terra e ne seguirono tuoni e voci e lampi e un terremoto.

 

Sono questi gli emblemi ed i segni precursori dei giudizi divini che stanno per colpir la terra.

Un simbolo analogo serve ad annunziare la rovina di Gerusalemme nella visione d'Ezechiele 10:2:

“Il SIGNORE parlò all'uomo vestito di lino, e disse: «Va' fra le ruote sotto i cherubini, rièmpiti le mani di carboni ardenti tolti in mezzo ai cherubini, e spargili sulla città». Ed egli vi andò in mia presenza.”

Però i giudizi di cui le trombe daranno il segnale non sono ancora definitivi; essi sono più gravi di quelli rappresentati dai suggelli, ma mirano pur sempre ancora a produrre negli uomini, mediante i dolori che cagionano, il ravvedimento.

Purtroppo l'ostinazione dei peccatori frustra l'intenzione divina, come si vede in Apocalisse 9:20-21.

Possiamo quindi presupporre che lo scopo delle sette trombe non è ancora la vera e propria manifestazione dell’ira di Dio, ma ancora un estremo avvertimento (la tromba è uno strumento che annuncia qualcosa), con il versamento delle coppe dell’ira di Dio sarà il momento dell’effettiva vendetta.

I tuoni e i lampi li avvertono ch'è giunto il momento in cui dovranno dare i loro segnali, ovvero il segnale di Dio che è giunto il momento di procedere.

 

6 E i sette angeli che avevano le sette trombe si prepararono a suonare.

 

I giudizi che seguono al suono delle trombe formano due gruppi come quelli connessi coi suggelli Apocalisse 6.

Nelle due serie, i primi quattro presentano analogie speciali fra loro e così pure i tre ultimi.

All'apertura dei primi suggelli si vedono apparire i quattro cavalieri; al suono delle prime quattro trombe, dei flagelli colpiscono la terra, il mare, le acque dolci e i luminari celesti.

I vari mezzi accessori naturali dell'esistenza umana sono devastati o convertiti in veleno: la terra e i suoi prodotti son devastati dal fuoco; il mare è mescolato a sangue e le navi, così utili all'uomo, son distrutte; le fonti e le correnti d'acqua, refrigerio importante della vita, sono avvelenate e cagionano la morte di chi ne beve; le naturali lampade celesti si oscurano.

I flagelli che vengono in seguito alle tre ultime trombe non colpiscono più soltanto i mezzi dell'esistenza; ma colpiscono direttamente la vita degli uomini e sono distinti dai quattro primi dall'aquila volante che li chiama dei guai Apocalisse 8:13.

Questi flagelli offrono parecchie somiglianze con le piaghe mandate sull'Egitto e destinate ad ottenere, per amore o per forza, la liberazione d'Israele.

Vi è anche qui un crescendo nella gravità dei giudizi divini di fronte alla crescente ostinata empietà che resiste agli appelli di Dio.

Nell'Apocalisse questa crescente gravità dei flagelli non si osserva soltanto nella serie annunciata dalle trombe; ma se si paragonano fra loro le tre serie di giudizi connesse con i sette suggelli, con le sette trombe e con le sette coppe, si vedrà che mentre i cavalieri hanno potere sopra la quarta parte della terra Apocalisse 6:8, i flagelli delle trombe colpiscono la terza parte della terra, del mare ecc., e quelli che seguono le coppe versate sulla terra Apocalisse 16 sono assai più radicali: ogni essere vivente nel mare perisce, le acque dolci diventano sangue, il sole brucia gli uomini, il regno della bestia diventa tenebroso... A misura che aumenta l'empietà umana, i giudizi di Dio diventano più severi.

Le prime quattro trombe annunciano quattro distinti giudizi che si abbattono rispettivamente: il primo sulla terra, il secondo sui mari, il terzo sulle acque dolci ed il quarto sui corpi celesti.

Come in ogni cosa, gli eventi drammatici che seguiranno, non sono a caso, sono scanditi esattamente dagli ordini voluti da Dio ed eseguiti al suo ordine, è stupido pensare che gli eventi che subiamo sulla terra siano dovuti al caso, Dio ha sempre il controllo di ogni cosa e nulla sfugge o avviene senza il Suo consenso!

 

E il primo suonò, e vi fu grandine e fuoco, mescolati con sangue che furon gettati sulla terra mescolati con sangue che furono gettati sulla terra e la terza parte della terra fu arsa, e la terza parte degli alberi fu arsa, ed ogni erba verde fu arsa.

Il giudizio che segue al suono della prima tromba si abbatte sulla terra.

La grandine e il fuoco (come nella settima piaga d'Egitto Esodo 9:24), mescolati con il sangue, si abbattono sulla terra.

“Il SIGNORE disse a Mosè: «Stendi la tua mano verso il cielo e cada grandine su tutto il paese d'Egitto, sulla gente, sugli animali e sopra ogni erba dei campi, nel paese d'Egitto».

Mosè stese il suo bastone verso il cielo e il SIGNORE mandò tuoni e grandine, e un fuoco si avventò sulla terra; il SIGNORE fece piovere grandine sul paese d'Egitto.

Così ci fu grandine e il fuoco guizzava continuamente in mezzo alla grandine; la grandine fu così forte, come non ce n'era stata di simile in tutto il paese d'Egitto, da quando era diventato nazione.

La grandine percosse, in tutto il paese d'Egitto, tutto quello che era nei campi: uomini e bestie; la grandine percosse ogni erba dei campi e fracassò ogni albero della campagna.

Solamente nella terra di Goscen, dov'erano i figli d'Israele, non cadde grandine.” (Esodo 9:22-26)

 

Mentre nella settima piaga d'Egitto la grandine era quella che danneggiava persone e cose, qui è il fuoco che dissecca e consuma tutta la vegetazione erbacea necessaria all'alimentazione del bestiame nonché dell'uomo, e consuma una proporzione considerevole anche degli alberi che sono più resistenti alle fiamme.

La distruzione è parziale, non totale, perchè “nella sua ira, Dio si ricorda ancora di aver pietà” (Abacuc 3:2) e vuol dar luogo al ravvedimento.

 

Altre volte il Signore ha colpito i disubbidienti con la grandine e con il fuoco:

Gli assiri: “Il SIGNORE farà udire la sua voce maestosa e mostrerà come colpisce con il suo braccio, nel furore della sua ira, tra le fiamme di un fuoco divorante, in mezzo a una tempesta, a un diluvio di pioggia, e a una gragnuola di sassi.” (Isaia 30:30)

I falsi profeti di Israele: "La mia mano sarà contro i profeti dalle visioni vane e dalle divinazioni bugiarde; essi non saranno più nel consiglio del mio popolo, non saranno più iscritti nel registro della casa d'Israele, non entreranno nel paese d'Israele; voi conoscerete che io sono il Signore, DIO.

Proprio perché sviano il mio popolo, dicendo: 'Pace!' quando non c'è alcuna pace, e perché quando il popolo costruisce un muro, ecco che costoro lo intonacano di malta che non regge, di' a quelli che lo intonacano di malta che non regge, che esso cadrà; verrà una pioggia scrosciante, e voi, o pietre di grandine, cadrete; e si scatenerà un vento tempestoso.

Ed ecco, quando il muro cadrà, non vi si dirà forse: 'E dov'è la malta con cui l'avevate intonacato?'".

Perciò così parla il Signore, DIO: "Io, nel mio furore, farò scatenare un vento tempestoso, nella mia ira farò cadere una pioggia scrosciante, e nella mia indignazione, delle pietre di grandine sterminatrice.

Demolirò il muro che voi avete intonacato con malta che non regge, lo rovescerò a terra e i suoi fondamenti saranno messi allo scoperto; esso cadrà e voi sarete distrutti assieme a esso; conoscerete che io sono il SIGNORE.

Così sfogherò il mio furore su quel muro e su quelli che l'hanno intonacato di malta che non regge; vi dirò: 'Il muro non è più, e quelli che lo intonacavano non sono più', cioè i profeti d'Israele, che profetizzavano riguardo a Gerusalemme e hanno per lei delle visioni di pace, benché non vi sia alcuna pace", dice il Signore, DIO. (Ezechiele 13:9-16)

 

La nazione di Gog: “In quel giorno, nel giorno che Gog verrà contro la terra d'Israele", dice il Signore, DIO, "il mio furore mi monterà nelle narici; nella mia gelosia, nel fuoco della mia ira, io lo dico, certo, in quel giorno, vi sarà un grande sconvolgimento nel paese d'Israele: i pesci del mare, gli uccelli del cielo, le bestie dei campi, tutti i rettili che strisciano sul suolo e tutti gli uomini che sono sulla faccia della terra, tremeranno alla mia presenza; i monti saranno rovesciati, le balze crolleranno, e tutte le mura cadranno al suolo.

Io chiamerò contro di lui la spada su tutti i miei monti", dice il Signore, DIO; "la spada d'ognuno si volgerà contro il proprio fratello.

Verrò in giudizio contro di lui, con la peste e con il sangue; farò piovere torrenti di pioggia e grandine,

fuoco e zolfo, su di lui, sulle sue schiere e sui popoli numerosi che saranno con lui.

Così mostrerò la mia potenza e mi santificherò; mi farò conoscere agli occhi di molte nazioni, ed esse sapranno che io sono il SIGNORE". (Ezechiele 38:18-23)

Questa tempesta produrrà la perdita di 1/3 dei mezzi di sussistenza degli uomini.

Siamo ormai molto lontani dalla soddisfazione che traspariva dal Signore durante i giorni della creazione:

“Dio disse: «Produca la terra della vegetazione, delle erbe che facciano seme e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto avente in sé la propria semenza, sulla terra». E così fu. La terra produsse della vegetazione, delle erbe che facevano seme secondo la loro specie e degli alberi che portavano del frutto avente in sé la propria semenza, secondo la loro specie. Dio vide che questo era buono. (Genesi 1:11-12)

Ora è il giorno dell’indignazione, della vendetta di Dio, della condanna del male che ha contaminato tutto quello che “era buono”.

E come ai tempi di Gioele si alzerà un lamento terribile:

“La campagna è devastata, la terra piange, perché il grano è distrutto, il mosto è svanito, e l'olio manca.

Disperatevi, agricoltori, piangete, viticultori, a causa del grano e dell'orzo, perché il raccolto dei campi è perduto.

La vite è secca, il fico è appassito; il melograno, la palma, il melo, tutti gli alberi della campagna sono secchi; la gioia è scomparsa tra i figli degli uomini.

Vestitevi di sacco e piangete, o sacerdoti! Urlate, ministri dell'altare! Venite, passate la notte vestiti di sacco, ministri del mio Dio! Perché l'offerta e la libazione sono scomparse dalla casa del vostro Dio. Proclamate un digiuno, convocate una solenne assemblea! Riunite gli anziani e tutti gli abitanti del paese, nella casa del SIGNORE, del vostro Dio, e gridate al SIGNORE!

Ahi, che giorno! Poiché il giorno del SIGNORE è vicino, e verrà come una devastazione mandata dall'Onnipotente.£ (Gioele 1:10-15)

 

8 Poi suonò il secondo angelo e una massa simile ad una gran montagna ardente (lett.: e come una gran montagna ardente di fuoco) fu gettata nel mare; e la terza parte del mare divenne sangue 9 e la terza parte delle creature viventi che erano nel mare morì, e la terza parte delle navi perì.

Il giudizio che segue al suono della seconda tromba si abbatte sul mare.

Al suono della seconda tromba, una massa enorme, come una montagna ardente fu gettata nel mare.

La conseguenza di questo giudizio è la rovina di 1/3 di mare trasformato in sangue con la conseguente moria di 1/3 degli esseri marini e la perdita di 1/3 delle navi.

La prima piaga d’Egitto descritta in Esodo 7:14-25, è molto simile a questo avvenimento, anche se in quel caso si trattava del fiume Nilo, fonte primaria della sussistenza dell’intero Egitto.

La prima piaga che colpì l'Egitto consistette nel mutamento in sangue delle acque del Nilo e dei suoi canali, in modo che il pesce morì (cfr Esodo 7).

Della seconda coppa si dice in Apocalisse 16 che «l'angelo la versò nel mare ed esso divenne sangue come di morto, ed ogni essere vivente che si trovava nel mare morì».

Qui il giudizio è meno grave e colpisce solo una terza parte della superficie liquida, tale dev'essere il senso della «terza parte del mare».

Questa massa ardente gettata nel mare produrrà la perdita di 1/3 dei mezzi di sussistenza, provenienti dal mare, per gli uomini.

Non si dice per quale ragione, ma si può supporre che le navi saranno colpite dalla massa infocata o colate a fondo o fatte naufragare dallo sconvolgimento prodotto da quella massa.

Questo giudizio colpisce il mare, le creature viventi in esso, le navi che lo solcano, ch'è quanto dire un'altra fonte dell'alimentazione, il mezzo col quale i popoli giungono alla ricchezza, alla prosperità.

Siamo ormai molto lontani dalla soddisfazione che traspariva dal Signore durante i giorni della creazione:

“Poi Dio disse: «Producano le acque in abbondanza esseri viventi, e volino degli uccelli sopra la terra per l'ampia distesa del cielo».

Dio creò i grandi animali acquatici e tutti gli esseri viventi che si muovono, e che le acque produssero in abbondanza secondo la loro specie, e ogni volatile secondo la sua specie.

Dio vide che questo era buono.

Dio li benedisse dicendo: «Crescete, moltiplicatevi e riempite le acque dei mari, e si moltiplichino gli uccelli sulla terra».”  (Genesi 1:20-22)

 

10 Poi sonò il terzo angelo, e cadde dal cielo una grande stella ardente come una torcia; e cadde sulla terza parte dei fiumi e sulle fonti delle acque. 11 Il nome della stella è Assenzio; e la terza parte delle acque divenne assenzio, e molti uomini morirono a cagione di quelle acque, perché erano divenute amare.

 

Il giudizio che segue al suono della terza tromba si abbatte sui fiumi e sulle sorgenti di acqua dolce.

La descrizione della grande stella fa pensare a una cometa o ad una meteora che frazionandosi lascia cadere i suoi frammenti qua e là su di una parte dei fiumi e delle fonti la cui acqua è indispensabile alla vita. I fiumi e i rivi che bagnano la terra e sono mezzi importanti di comunicazione tra gli uomini, non sono meno utili del mare.

L’assenzio è una pianta amara che cresce nel deserto e viene menzionata solo in questo brano nel Nuovo Testamento.

Nell’Antico Testamento invece viene menzionata più volte e rappresenta il dolore e l’amarezza del castigo:

1 )        «Poiché voi sapete come abbiamo abitato nel paese d'Egitto, e come siamo passati in mezzo alle nazioni che avete attraversate; avete visto le loro abominazioni e gli idoli di legno, di pietra, d'argento e d'oro, che sono fra quelle.

Non vi sia tra di voi uomo o donna o famiglia o tribù che volga oggi il cuore lontano dal SIGNORE nostro Dio, per andare a servire gli dèi di quelle nazioni; non vi sia tra di voi nessuna radice che produca veleno e assenzio.

Nessuno, dopo aver udito le parole di questo giuramento, si illuda nel suo cuore dicendo: "Avrò pace, anche se camminerò secondo la caparbietà del mio cuore".

In questo modo chi ha bevuto largamente porta a perdizione anche chi ha sete.

Il SIGNORE non gli perdonerà; ma in tal caso l'ira del SIGNORE e la sua gelosia s'infiammeranno contro quell'uomo, tutte le maledizioni scritte in questo libro gli verranno addosso e il SIGNORE cancellerà il suo nome sotto il cielo; il SIGNORE lo separerà, per sua sventura, da tutte le tribù d'Israele, secondo tutte le maledizioni del patto scritto in questo libro della legge.

La generazione futura, i vostri figli che verranno dopo di voi e lo straniero che verrà da un paese lontano, anzi tutte le nazioni, quando vedranno le piaghe di questo paese e le malattie con le quali il SIGNORE lo avrà afflitto; quando vedranno che tutto il suo suolo sarà zolfo, sale, arsura e non vi sarà più sementa, né prodotto, né erba di sorta che vi cresca, come dopo la rovina di Sodoma, di Gomorra, di Adma e di Seboim che il SIGNORE distrusse nella sua ira e nel suo furore, diranno: "Perché il SIGNORE ha trattato così questo paese? Perché l'ardore di questa grande ira?"

E si risponderà: "Perché hanno abbandonato il patto del SIGNORE, Dio dei loro padri: il patto che egli stabilì con loro quando li fece uscire dal paese d'Egitto; perché sono andati a servire altri dèi e si sono prostrati davanti a loro; dèi che essi non avevano conosciuti e che il SIGNORE non aveva assegnati loro.

Per questo si è accesa l'ira del SIGNORE contro questo paese ed egli ha fatto venire su di esso tutte le maledizioni scritte in questo libro; il SIGNORE li ha divelti dal loro suolo con ira, con furore, con grande indignazione e li ha gettati in un altro paese, come oggi si vede".

Le cose occulte appartengono al SIGNORE nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli per sempre, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge. (Deuteronomio 29:15-28)

 

2)         "Figlio mio, sta' attento alla mia saggezza, inclina l'orecchio alla mia intelligenza, affinché tu conservi l'accorgimento, e le tue labbra custodiscano la scienza.

Poiché le labbra dell'adultera stillano miele, la sua bocca è più morbida dell'olio; ma la fine a cui conduce è amara come l'assenzio, è affilata come una spada a doppio taglio.

I suoi piedi scendono alla morte, i suoi passi portano al soggiorno dei morti.

Lungi dal prendere il sentiero della vita, le sue vie sono sbagliate, e non sa dove va. " (Proverbi 5:1-4)

 

3)        " Il SIGNORE risponde: «Perché costoro hanno abbandonato la mia legge che io avevo loro messa davanti, e non hanno dato ascolto alla mia voce, né l'hanno seguita nella loro condotta, ma hanno seguito la caparbietà del loro cuore e sono andati dietro ai Baal, come i loro padri insegnarono loro».

Perciò, così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: «Ecco, io farò mangiare assenzio a questo popolo, e gli farò bere acqua avvelenata. Io li disperderò fra le nazioni che né loro né i loro padri hanno conosciuto; manderò dietro a loro la spada, finché io li abbia consumati». (Geremia 9:13-16)

 

4)         Perciò così parla il SIGNORE degli eserciti riguardo ai profeti: «Ecco, io farò loro mangiare assenzio, e farò loro bere acqua avvelenata; poiché dai profeti di Gerusalemme l'empietà si è sparsa per tutto il paese». (Geremia 23:15)

 

5)         Io sono l'uomo che ha visto l'afflizione sotto la verga del suo furore.

Egli mi ha condotto, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce.

Sì, contro di me di nuovo volge la sua mano tutto il giorno.

Egli ha consumato la mia carne e la mia pelle, ha spezzato le mie ossa.

Ha costruito contro di me e mi ha circondato di veleno e di affanno.

Mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi, come quelli che sono morti da lungo tempo.

Mi ha circondato di un muro, perché non esca; mi ha caricato di pesanti catene.

Anche quando grido e chiamo aiuto, egli chiude l'accesso alla mia preghiera.

Egli mi ha sbarrato la via con blocchi di pietra, ha sconvolto i miei sentieri.

È stato per me come un orso in agguato, come un leone in luoghi nascosti.

Mi ha sviato dal mio cammino, e mi ha squarciato, mi ha reso desolato.

Ha teso il suo arco, mi ha posto come bersaglio delle sue frecce.

Mi ha fatto penetrare nelle reni le frecce della sua faretra.

Io sono diventato lo scherno di tutto il mio popolo, la sua canzone di tutto il giorno.

Egli mi ha saziato d'amarezza, mi ha abbeverato d'assenzio.

Mi ha spezzato i denti con la ghiaia, mi ha affondato nella cenere.

Tu mi hai allontanato dalla pace, io ho dimenticato il benessere.

Io ho detto: «È sparita la mia fiducia, non ho più speranza nel SIGNORE!»

Ricòrdati della mia afflizione, della mia vita raminga, dell'assenzio e del veleno! (Lamentazioni 3:1-19)

 

6)         Cercate il SIGNORE e vivrete, affinché egli non si avventi come un fuoco sulla casa di Giuseppe e la consumi senza che a Betel ci sia chi la spenga.

Voi alterate il diritto in assenzio, e gettate a terra la giustizia!

Egli ha fatto le Pleiadi e Orione, cambia in aurora l'ombra di morte, e il giorno in notte oscura; chiama le acque del mare e le riversa sulla faccia della terra: il suo nome è il SIGNORE.

Egli fa sorgere improvvisa la rovina sui potenti, e la rovina piomba sulle fortezze. (Amos 5:6-9)

 

Nell'Antico Testamento l'amaro e il velenoso sono spesso accoppiati per non dire identificati, inoltre dalla lettura dei passi precedenti possiamo notare che l’amaro è sempre associato alla maledizione.

Il Signore aveva sempre promesso il dolce per il suo popolo, e questa era sinonimo di benedizione, una bella figura della benedizione di Dio e della grazia di Cristo per i suoi è l’avvenimento di Esodo 15:

“Poi Mosè fece partire gli Israeliti dal mar Rosso ed essi si diressero verso il deserto di Sur; camminarono tre giorni nel deserto e non trovarono acqua.

Quando giunsero a Mara, non potevano bere l'acqua di Mara, perché era amara; perciò quel luogo fu chiamato Mara.

Allora il popolo mormorò contro Mosè, dicendo: «Che berremo?»

Egli gridò al SIGNORE; e il SIGNORE gli mostrò un legno.

Mosè lo gettò nell'acqua, e l'acqua divenne dolce.

È lì che il SIGNORE diede al popolo una legge e una prescrizione, e lo mise alla prova, dicendo: «Se tu ascolti attentamente la voce del SIGNORE che è il tuo Dio, e fai ciò che è giusto agli occhi suoi, porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitte agli Egiziani, perché io sono il SIGNORE, colui che ti guarisce». (Esodo 15:22-26)

 

L’amaro invece è la conseguenza della disobbedienza alle dolci leggi di Dio:

«Il tuo procedere e le tue azioni ti hanno attirato queste cose; questo è il frutto della tua malvagità; sì, è amaro; sì, è una cosa che ti penetra fino al cuore».

Le mie viscere! Le mie viscere! Sento un gran dolore! Le pareti del mio cuore!

Il mio cuore mi freme nel petto!

Io non posso tacere; poiché io ho udito il suono della tromba, il grido di guerra.

Si annuncia rovina sopra rovina, poiché tutto il paese è devastato.

Le mie tende sono distrutte all'improvviso, i miei teli in un attimo.

Fino a quando vedrò la bandiera e udrò il suono della tromba?

«Veramente il mio popolo è stolto, non mi conosce; sono figli insensati, non hanno intelligenza; sono saggi per fare il male, ma il bene non lo sanno fare». (Geremia 4:18-22)

 

Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro! (Isaia 5:20)

Questa stella ardente gettata nei fiumi e nelle sorgenti di acqua dolce produrrà la intossicazione di tutte le acque dolci, molti uomini moriranno a causa di queste acque tossiche.

L’uomo veramente “raccoglierà, ciò che ha seminato”.

Invece di mietere benedizione, mieterà il giudizio contro se stesso.

 

Qualcuno, nel leggere questi capitoli, potrebbe chiedersi  “Ma a me questi versetti che cosa vogliono insegnarmi?”.

1)    La pazienza e la grazia del Signore. Pur trovandoci in un contesto che parla di giudizio, questo brano ci vuole ricordare ancora una volta che il Signore è paziente nei confronti dell’uomo, nonostante la sua malvagità, così come Egli è paziente anche nei nostri confronti.

2)    La giustizia del Signore. La malvagità dell’uomo avrà la sua giusta retribuzione.

 

12 Poi sonò il quarto angelo, e la terza parte del sole fu colpita e la terza parte della luna e la terza parte delle stelle, affinchè la loro terza parte si oscurasse e il giorno non risplendesse per la sua terza parte e lo stesso avvenisse della notte.

 

Il giudizio che segue al suono della quarta tromba colpisce l’esercito del cielo, il firmamento di Dio.

L’effetto di questo giudizio, che avverrà con la diminuzione dell’energia luminosa sul nostro pianeta, produrrà un oscuramento globale, sia di giorno che di notte.

Nella creazione troviamo scritto:

“Dio disse: «Vi siano delle luci nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; siano dei segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni; facciano luce nella distesa dei cieli per illuminare la terra». E così fu.

Dio fece le due grandi luci: la luce maggiore per presiedere al giorno e la luce minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle.

Dio le mise nella distesa dei cieli per illuminare la terra, per presiedere al giorno e alla notte e separare la luce dalle tenebre.

Dio vide che questo era buono.” (Genesi 1:14-18)

Dio fece il Sole, la Luna e le stelle, per “presiedere” al giorno e alla notte, per “separare” il giorno dalla notte, per “illuminare” la terra, questo era buono.

Adesso Dio, a causa del persistente ed impenitente peccato dell’uomo, sovverte il creato e da all’uomo la giusta condanna (seppur ancora parziale) con l’oscuramento dei cieli.

Il parziale oscuramento dei cieli, avrà sicuramente degli effetti catastrofici dal punto di vista fisico, pensiamo anche solo all’abbassamento della temperatura e agli effetti sulla vegetazione e sui cicli naturali.

Un evento di questo genere lo troviamo, come per altri simili avvenimenti di questo libro, tra le piaghe d’Egitto e precisamente nella nona piaga:

 Allora il SIGNORE disse a Mosè: «Stendi la tua mano verso il cielo e vi siano tenebre nel paese d'Egitto, così fitte da potersi toccare».

Mosè stese la sua mano verso il cielo e per tre giorni ci fu una fitta oscurità in tutto il paese d'Egitto.  Non ci si vedeva più l'un l'altro e per tre giorni nessuno si mosse da dove stava; ma tutti i figli d'Israele avevano luce nelle loro abitazioni.” (Esodo 10:21-23)

Un altro avvenimento dove si oscurò il cielo fu alla morte di Gesù:

“Era circa l'ora sesta, e si fecero tenebre su tutto il paese fino all'ora nona.” (Luca 23:44)

L’oscuramento dei cieli,  rappresenta comunque una condanna divina, un diminuire di quella luce che è il primo dono di Dio agli uomini:

Dio disse: “Sia luce!” e luce fu. Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre.” (Genesi 1:3)

“Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.” (Giovanni 3:19)

 

“Volgetevi ad ascoltare la mia correzione; ecco, io farò sgorgare su di voi il mio Spirito, vi farò conoscere le mie parole.

Poiché, quand'ho chiamato avete rifiutato d'ascoltare, quand'ho steso la mano nessuno vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto sapere, anch'io riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando lo spavento vi piomberà addosso; quando lo spavento vi piomberà addosso come una tempesta, quando la sventura v'investirà come un uragano e vi cadranno addosso l'afflizione e l'angoscia.

Allora mi chiameranno, ma io non risponderò; mi cercheranno con premura ma non mi troveranno.

Poiché hanno odiato la scienza, non hanno scelto il timore del SIGNORE, non hanno voluto sapere i miei consigli e hanno disprezzato ogni mia correzione, si pasceranno del frutto della loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli.”

Infatti il pervertimento degli insensati li uccide e la prosperità degli stolti li fa perire; ma chi mi ascolta starà al sicuro, vivrà tranquillo, senza paura di nessun male». (Proverbi 1:23-33)

 

L’oscuramento dei cieli, rappresenta anche un oscuramento della rivelazione di Dio, probabilmente in quei giorni potrebbe essere molto più difficile riuscire a credere, a vedere la Luce:

“Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio.

Essa era nel principio con Dio.

Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.

In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini.

La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno sopraffatta.

Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui.

Egli stesso non era la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce.

La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo.

Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto.

È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio.”(Giovanni 1:1-13)

 

L’oscuramento dei cieli, produrrà anche un oscuramento della rivelazione di Dio, probabilmente in quei giorni potrebbe essere molto più difficile “camminare nella Luce”:

“Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che vi annunziamo: Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre.

Se diciamo che abbiamo comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità.

Ma se camminiamo nella luce, com'egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.” (1 Giovanni 1:5-7)

 

Per questo dobbiamo prendere seriamente in considerazione gli inviti al ravvedimento della Parola di Dio:

“Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza!” (2 Corinzi 6:2)

“Gesù dunque disse loro: «La luce è ancora per poco tempo tra di voi.

Camminate mentre avete la luce, affinché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre, non sa dove va.” (Giovanni 12:35)

Il profeta Gioele, nella sua profezia descrive una situazione molto simile a quella successa con il suono della quarta tromba:

“Suonate la tromba a Sion! Date l'allarme sul mio monte santo!

Tremino tutti gli abitanti del paese, perché il giorno del SIGNORE viene, è vicino, giorno di tenebre, di densa oscurità, giorno di nubi e di fitta nebbia!

Come l'aurora, si sparge sui monti un popolo numeroso e potente, quale non se n'è mai visto prima, e non se ne vedrà mai più in appresso negli anni delle generazioni future.

Davanti a lui un fuoco divora, dietro divampa una fiamma; prima di lui, il paese era come il giardino dell'Eden; dopo di lui, è un deserto desolato; nulla gli sfugge.

A vederli, sembrano cavalli, corrono come dei cavalieri.

Sembra un fragore di carri, quando saltano sulle vette dei monti; crepitano come la fiamma che brucia la stoppia; sono come un popolo poderoso, schierato in battaglia.

Davanti a loro tremano i popoli, ogni volto impallidisce.

Corrono come prodi, danno la scalata alle mura come guerrieri; ognuno va diritto davanti a sé e non devia dal proprio sentiero; nessuno spinge il suo vicino, ognuno avanza per la sua strada; si slanciano in mezzo alle frecce, non rompono le file.

Invadono la città, corrono sulle mura; salgono sulle case, entrano per le finestre come ladri.

Davanti a loro la terra trema, i cieli sono scossi, il sole e la luna si oscurano, le stelle perdono il loro splendore.

Il SIGNORE fa sentire la sua voce davanti al suo esercito, perché le sue schiere sono innumerevoli, perché l'esecutore della sua parola è potente, perché il giorno del SIGNORE è grande, davvero terribile!

Chi potrà sopportarlo?

«Nondimeno, anche adesso», dice il SIGNORE, «tornate a me con tutto il vostro cuore, con digiuni, con pianti e con lamenti!»

Stracciatevi il cuore, non le vesti; tornate al SIGNORE, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all'ira e pieno di bontà, e si pente del male che manda.

Può darsi che egli torni e si penta, e lasci dietro a sé una benedizione: un'offerta e una libazione per il SIGNORE, vostro Dio.

Suonate la tromba a Sion, proclamate un digiuno, convocate una solenne assemblea!

Adunate il popolo, santificate l'assemblea!

Adunate i vecchi, i bambini, e quelli che poppano ancora!

Esca lo sposo dalla sua camera, e la sposa dalla camera nuziale!

Piangano, fra il portico e l'altare, i sacerdoti, ministri del SIGNORE, e dicano: «Risparmia, o SIGNORE, il tuo popolo e non esporre la tua eredità all'infamia, allo scherno delle nazioni!

Perché dovrebbero dire fra i popoli: "Dov'è il loro Dio?"»

Il SIGNORE ha provato gelosia per il suo paese e ha avuto pietà del suo popolo.

Il SIGNORE ha risposto e ha detto al suo popolo: «Ecco, io vi manderò grano, vino, olio, e voi ne sarete saziati; e non vi esporrò più all'infamia tra le nazioni.

Allontanerò da voi il nemico che viene dal settentrione, lo respingerò verso una terra arida e desolata:

la sua avanguardia, verso il mare orientale, la sua retroguardia, verso il mare occidentale; la sua infezione salirà, aumenterà il suo fetore», perché ha fatto cose grandi.

Non temere, o terra del paese, gioisci, rallègrati, perché il SIGNORE ha fatto cose grandi!

Non temete, o animali selvatici, perché i pascoli del deserto rinverdiscono, perché gli alberi portano il loro frutto, il fico e la vite producono abbondantemente!

Voi, figli di Sion, gioite, rallegratevi nel SIGNORE, vostro Dio, perché vi dà la pioggia d'autunno in giusta misura, e fa scendere per voi la pioggia, quella d'autunno e quella di primavera, come prima.

Le aie saranno piene di grano, i tini traboccheranno di vino e d'olio.

«Vi compenserò delle annate divorate dal grillo, dalla cavalletta, dalla locusta e dal bruco, il grande esercito che avevo mandato contro di voi.

Mangerete a sazietà e loderete il nome del SIGNORE, vostro Dio, che avrà operato per voi meraviglie,

e il mio popolo non sarà mai più coperto di vergogna.

Conoscerete che io sono in mezzo a Israele, che io sono il SIGNORE, vostro Dio, e non ce n'è nessun altro; e il mio popolo non sarà mai più coperto di vergogna.

«Dopo questo, avverrà che io spargerò il mio Spirito su ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni.

Anche sui servi e sulle serve, spargerò in quei giorni il mio Spirito.

Farò prodigi nei cieli e sulla terra: sangue, fuoco, e colonne di fumo.

Il sole sarà cambiato in tenebre, e la luna in sangue, prima che venga il grande e terribile giorno del SIGNORE.

Chiunque invocherà il nome del SIGNORE sarà salvato; poiché sul monte Sion e a Gerusalemme vi sarà salvezza, come ha detto il SIGNORE, così pure fra i superstiti che il SIGNORE chiamerà.” (Gioele 2:1-32)

 

Anche il profeta Amos ed il profeta Sofonia, parlano di un giorno di vendetta con l’oscuramento dei cieli:

“Guai a voi che desiderate il giorno del SIGNORE!

Che vi aspettate dal giorno del SIGNORE?

Sarà un giorno di tenebre, non di luce.

Voi sarete come uno che fugge davanti a un leone e s'imbatte in un orso; come uno che entra in casa, appoggia la mano alla parete, e lo morde un serpente.

Il giorno del SIGNORE non è forse tenebre e non luce? Oscurissimo e senza splendore?” (Amos 5:18-20)

“Il gran giorno del SIGNORE è vicino; è vicino e viene in gran fretta; si sente venire il giorno del SIGNORE e il più valoroso grida amaramente.

Quel giorno è un giorno d'ira, un giorno di sventura e d'angoscia, un giorno di rovina e di desolazione,

un giorno di tenebre e caligine, un giorno di nuvole e di fitta oscurità, un giorno di squilli di tromba e di allarme contro le città fortificate e le alte torri.

Io metterò gli uomini nell'angoscia ed essi brancoleranno come ciechi, perché hanno peccato contro il SIGNORE; il loro sangue sarà sparso come polvere e la loro carne come escrementi.

Né il loro argento né il loro oro potrà liberarli nel giorno dell'ira del SIGNORE; ma tutto il paese sarà divorato dal fuoco della sua gelosia; poiché egli farà una distruzione improvvisa e totale di tutti gli abitanti del paese».” (Sofonia 1:14-18)

 

E’ comunque Dio che controlla la situazione, come negli altri casi, è Lui l’autore di questi avvenimenti, non sono lasciati al caso:

“Io formo la luce, creo le tenebre, do il benessere, creo l'avversità; io, il SIGNORE, sono Colui che fa tutte queste cose.” (Isaia 45:7)

“A causa di te, oscurerò tutti gli astri che splendono in cielo e stenderò le tenebre sul tuo paese", dice il Signore, DIO.” (Ezechiele 32:8)

 

Gianni Marinuzzi