La lettera alla chiesa di Smirne
LA CHIESA SOFFERENTE
«All'angelo della chiesa di Smirne scrivi:
Queste cose dice il primo e l'ultimo, che fu morto e tornò in vita: "Io
conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le
calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma
sono una sinagoga di Satana.
Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare
alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una
tribolazione per dieci giorni.
Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita.
Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.
Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda".
APOCALISSE 2:8-11
La città di Smirne è
tutt’oggi un porto importante turco che si affaccia nel mare Egeo.
Si presuma che sia
stata la patria del poeta Omero.
Si trovava a 60 km a
nord di Efeso, il suo nome significa “Mirra”
o “Amarezza”, un olio profumato
utilizzato nel tabernacolo ( cfr Esodo 30:23 ), è il profumo utilizzato
dalla sposa del Cantico dei cantici ( cfr Cantico dei cantici 3:6; 5:5 ), è
stato uno dei doni dei magi d’oriente per Gesù ( cfr Matteo 2:11 ), ed era
il profumo utilizzato per imbalsamare i morti ( cfr Giovanni 19:39 ).
Mentre i sirmioti
sperimentavano l’amaro della sofferenza, un profumo soave si spargeva
intorno a loro.
Era famosa per il culto
di Bacco e le feste baccanali contribuivano sicuramente alla corruzione dei
costumi.
La tradizione
storico-religiosa ci informa che uno dei martiri più noti della chiesa di
Smirne fu un vescovo di nome Policarpo, nel 160 d.C. circa, fu bruciato vivo
sul rogo per la sua fede e i giudei si unirono ai pagani nell’accusare il
vescovo Policarpo di essere il “distruttore degli dei, colui che insegnava
alla gente a non offrire loro né sacrifici né culto” e nella preparazione
del rogo i giudei, sebbene fosse sabato, mostrarono uno zelo particolare nel
raccogliere la legna per il rogo.
All'angelo della chiesa
di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l'ultimo, che fu morto e tornò
in vita.
Poco prima Gesù si era
presentato a Giovanni in questo modo e Giovanni era caduto ai suoi piedi
come morto ( cfr Apocalisse 1:17-18 ).
Questa presentazione ci
porta direttamente davanti al concetto della morte, questa chiesa era
costantemente esposta alla morte ed alla sofferenza acuta per la sua fede,
Gesù si presenta come il garante che ha superato e vinto la morte, come il
primo e l’ultimo ovvero come il capo e compitore della fede e Colui che è
sopra tutto in ogni cosa ed è il fine e la fine di ogni cosa.
Ha il pieno controllo
su tutto, anche sulla morte.
Io conosco la tua
tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da
quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di
Satana.
“Io conosco”, questa
dichiarazione che traduce in parole il senso del simbolo degli occhi simili
ad una fiamma di fuoco, è ripetuta letteralmente, o in termini equivalenti,
al principio di ognuna delle lettere.
Mentre per la chiesa di
Efeso dichiara di conoscere le sue opere, alla chiesa di Smirne dichiara di
conoscere la sua “tribolazione”.
Sapere che la loro
tribolazione era conosciuta da Gesù, è stata sicuramente la più grande
consolazione che la chiesa di Smirne abbia potuto sentirsi fare.
Un’altra cosa che Gesù
dichiara di conoscere della chiesa di Smirne è la sua “povertà”, evidentemente
materiale, perché in contrapposizione a questa Egli sottolinea loro la loro
ricchezza spirituale.
Il povero fra gli
uomini è ricco se conosce Cristo ( cfr 2 Corinzi 6:10; Giacomo 2:5 ).
Che differenza con la
chiesa di Laodicea che invece si riteneva
ricca, arricchita e senza bisogni!
Gesù dichiara di
conoscere anche le “calunnie lanciate” da
coloro che pensavano di essere figli della promessa e non lo erano perché
avevano rifiutato la promessa stessa:
Giudeo infatti non è colui che è tale
all'esterno; e la circoncisione non è quella esterna, nella carne; ma Giudeo
è colui che lo è interiormente; e la circoncisione è quella del cuore, nello
spirito, non nella lettera; di un tale Giudeo la lode proviene non dagli
uomini, ma da Dio.
(Romani 2:28-29)
(cfr Romani 4; Giovanni 8; Galati 6:15-16).
Il rifiutare Cristo
mette l’incredulo nella situazione di essere uno strumento di satana e
l’assemblea di queste persone, in contrapposizione alla Chiesa è una
sinagoga di satana.
Nella storia della
Chiesa la persecuzione più severa è venuta sempre dalle religioni
istituzionalizzate o da quella “falsa chiesa”.
Un’altra riflessione
utile a capire l’utilità delle prove della Chiesa, la troviamo nella
descrizione per la costruzione del candelabro del tabernacolo:
Farai anche un candelabro d'oro puro;
il candelabro, il suo piede e il suo tronco saranno lavorati al martello;
i suoi calici, i suoi pomi e i suoi fiori saranno tutti di un pezzo col
candelabro.
(Esodo 25:31)
La costruzione di
questo candelabro avviene mediante la lavorazione “al martello” (sofferenze)
e sarà un pezzo unico (non ci sono raccordi tra gli elementi) è un corpo
solo.
Paolo esortò i fratelli
di Listra di Iconio e di Antiochia di Pisidia che "Per
molte afflizioni è necessario che entriamo nel regno di Dio"
Atti 14:22. "È
necessario!"
Questa parola suona
male, stride alle nostre orecchie; ma pure, è così; "è necessario", non di
una necessità imposta dal fato cieco; ma di una necessità stabilita dal
savio Iddio.
È necessario, perché il
credente deve somigliare a Colui nel quale ha creduto
Romani 8:17; è necessario,
perché come potrebbe essere altrimenti, data la "inimicizia"
che regna fra il bene ed il male
Genesi
3:15, fra Cristo e Satana
2Corinzi 6:15, fra Dio ed il mondo
Giacomo 4:4; è necessario, per la nostra santificazione
2 Corinzi 4:16-17;
Ebrei 12:4-12.
La Chiesa appassisce,
sovente, nel tempo della prosperità; più ella piange e più fiorisce.
La Chiesa è la vigna
dell'Eterno; e la vigna cresce ricca e feconda quando l'Eterno la pota.
Crediamo noi d'entrare
nel regno di Dio senza la croce e senza tribolazione?
Ma neppur Cristo, né
alcuno dei suoi più cari amici, né alcuno dei suoi santi poterono e vollero
farlo.
Gesù lo dichiarò
apertamente ai suoi discepoli:
Nel mondo avrete tribolazione; ma
fatevi coraggio, io ho vinto il mondo.
(Giovanni 16:33)
Paolo lo confermò a
Timoteo:
Tu invece hai seguito da vicino il
mio insegnamento, la mia condotta, i miei propositi, la mia fede, la mia
pazienza, il mio amore, la mia costanza, le mie persecuzioni, le mie
sofferenze, quello che mi accadde ad Antiochia, a Iconio e a Listra.
Sai quali persecuzioni ho sopportate;
e il Signore mi ha liberato da tutte.
Del resto, tutti quelli che vogliono
vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.
Ma gli uomini malvagi e gli impostori
andranno di male in peggio, ingannando gli altri ed essendo ingannati.
(2 Timoteo 3:10-13)
Non temere quello che
avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in
prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci
giorni.
Questo versetto ci fa
comprendere che Gesù conosce in anticipo le macchinazioni di satana, sa
benissimo che la chiesa dovrà soffrire, quindi è in grado di “dosare” la
prova, Dio è fedele e non permetterà
che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche
la via d'uscirne, affinché la possiate sopportare. (1 Corinzi 10:13)
Da notare anche che
Gesù conosce esattamente anche la durata della prova, è tutto veramente
sotto il suo controllo!
Da notare inoltre che
il diavolo sta per cacciare “alcuni”
in prigione ma la prova è per tutta la chiesa
(non
temere quello che avrai da soffrire).
In questo abbiamo la
piena realizzazione di quanto scritto in 1 Corinzi 12:26 “Se un membro soffre,
tutte le membra soffrono con lui”.
Sii fedele fino alla
morte e io ti darò la corona della vita.
La promessa che Gesù fa
per il superamento della prova è la stessa che Giacomo dichiara nella sua
lettera:
Beato l'uomo che sopporta la prova;
perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore
ha promessa a quelli che lo amano.
(Giacomo 1:12)
I persecutori potevano
togliere la vita fisica, ma Gesù promette la “corona della vita”.
La corona è il segno
della vittoria.
Nella Parola di Dio
troviamo:
-
La corona della Vita (
Giacomo 1:12 e Apocalisse 2:10 )
-
La corona di Giustizia
( 2 Timoteo 4:9 )
-
La corona di Gloria ( 1
Pietro 5:4 )
Paolo esorta i credenti
di Corinto ad impegnarsi per riportare il premio, una corona incorruttibile:
Chiunque fa l'atleta è temperato in
ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi,
per una incorruttibile.
( 1 Corinzi 9:25 )
Questo sta a
significare che non tutti i credenti saranno coronati automaticamente.
La corona è un segno di
fedeltà!
In Apocalisse 4 gli
anziani getteranno le loro corone d’oro ai piedi del trono di Dio in segno
di completa devozione e adorazione.
L’esempio emblematico
ce lo fornisce la tradizione storico-religiosa che ci informa che uno dei
martiri più noti della chiesa di Smirne fu un vescovo di nome Policarpo, nel
160 d.C. circa, fu bruciato vivo sul rogo per la sua fede e i giudei si
unirono ai pagani nell’accusare il vescovo Policarpo di essere il
“distruttore degli dei, colui che insegnava alla gente a non offrire loro né
sacrifici né culto” e nella preparazione del rogo i giudei, sebbene fosse
sabato, mostrarono uno zelo particolare nel raccogliere la legna per il
rogo.
La fedeltà dei credenti
è sostenuta dalla contemplazione di ciò che li attende dopo la morte!
Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese
Ciascun messaggio
esprime il pensiero di Cristo di fronte allo stato particolare della chiesa
cui è rivolto; ma ognuno che abbia orecchio per udire cose spirituali, saprà
applicare al proprio stato gli incoraggiamenti, le esortazioni, i biasimi e
le promesse contenute nella varie lettere.
I messaggi sono parola
di Cristo: “ Queste cose dice Colui…
“ e sono ugualmente Parola dello Spirito Santo: “
ciò che lo Spirito dice alle chiese “.
Chi vince non sarà
colpito dalla morte seconda
In contrapposizione
alla morte fisica alla quale i credenti di Smirne erano esposti, Gesù fa
loro la promessa che non saranno colpiti dalla morte seconda, ovvero non
saranno gettati nello stagno ardente di fuoco e di zolfo preparato per il
diavolo e per i suoi angeli (
cfr Apocalisse 20:6 – 20:14-15 ).
La morte seconda ( da
approfondire durante lo studio del giudizio finale ), segue il giudizio.
E’ interessante notare
che non viene rivolto alcun rimprovero alla chiesa di Smirne.
Le sofferenze, benchè
estremamente difficili da sopportare, le avevano permesso di mantenersi pura
nella vita e nella fede e di non perdere il “primo amore”.
Perché la nostra momentanea, leggera
afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria,
mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle
che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle
che non si vedono sono eterne.
(2
Corinzi 4:17-18)
Una applicazione
conclusiva che possiamo trarre dalla lettera alla chiesa di Smirne è
l’effetto positivo che può lasciare la sofferenza nel cuore dell’uomo.
Noi siamo naturalmente
propensi a evitare la sofferenza, a considerarla solamente sotto l’aspetto
negativo, ma questo è un modo di vedere le cose molto “occidentale” e
moderno.
La sofferenza fu una delle più
evidenti caratteristiche di Gesù Cristo uomo, reso perfetto per mezzo delle
sofferenze:
Disprezzato e abbandonato dagli
uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui
davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato e noi non ne
facemmo stima alcuna.
Tuttavia erano le nostre malattie che
Egli portava, erano i nostri peccati di cui si era caricato; ma noi lo
ritenevamo percosso da Dio e umiliato!
(Isaia 53:3-4)
Infatti, per condurre molti figli
alla gloria, era giusto che colui, a causa del quale e per mezzo del
quale sono tutte le cose, rendesse perfetto, per via di sofferenze,
l'autore della loro salvezza.
(Ebrei 2:10)
Benché fosse Figlio, imparò
l'ubbidienza dalle cose che soffrì; e, reso perfetto, divenne per
tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna.
(Ebrei 5:8-9)
Poi cominciò a insegnare loro che
era necessario che il Figlio dell'uomo soffrisse molte cose,
fosse respinto dagli anziani, dai capi dei sacerdoti, dagli scribi, e fosse
ucciso e dopo tre giorni risuscitasse.
(Marco 8:31)
Allora Gesù disse loro: «O insensati
e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! Non
doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?»
(Luca 24:25-26)
La sofferenza
cristiana porta con sé molti aspetti positivi:
-
Si può sperimentare la consolazione
di Dio:
Benedetto sia il Dio e Padre del
nostro Signore Gesù Cristo, il Padre misericordioso e Dio di ogni
consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione,
affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio
consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione;
perché, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così, per mezzo di
Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.
Perciò se siamo afflitti, è per la
vostra consolazione e salvezza; se siamo consolati, è per la vostra
consolazione, la quale opera efficacemente nel farvi capaci di sopportare
le stesse sofferenze che anche noi sopportiamo.
La nostra speranza nei vostri
riguardi è salda, sapendo che, come siete partecipi delle sofferenze,
siete anche partecipi della consolazione.
(2 Corinzi 1:3-7)
-
Si può sperimentare la comunione con
le sofferenze di Cristo:
… allo scopo di conoscere Cristo,
la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze,
divenendo conforme a lui nella sua morte, per giungere in qualche modo
alla risurrezione dei morti.
(Filippesi 3:10-11)
Lo Spirito stesso attesta insieme con
il nostro spirito che siamo figli di Dio.
Se siamo figli, siamo anche eredi;
eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui.
(Romani 8:16-17)
-
Si può sperimentare una gioia del
tutto particolare (assolutamente folle per l’uomo naturale):
Ora sono lieto di soffrire per voi;
e quel che manca alle afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne a
favore del suo corpo che è la chiesa.
(Colossesi 1:24)
Fratelli miei, considerate una
grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo
che la prova della vostra fede produce costanza.
(Giacomo 1:2-3)
Carissimi, non vi stupite per
l'incendio che divampa in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse
qualcosa di strano. Anzi, rallegratevi in quanto partecipate alle
sofferenze di Cristo, perché anche al momento della rivelazione della
sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.
Se siete insultati per il nome di
Cristo, beati voi!
Perché lo Spirito di gloria, lo
Spirito di Dio, riposa su di voi.
Nessuno di voi abbia a soffrire come
omicida, o ladro, o malfattore, o perché si immischia nei fatti altrui;
ma se uno soffre come cristiano, non se ne vergogni, anzi glorifichi Dio,
portando questo nome.
(1 Pietro 1:12-16)
-
Si può sperimentare la vera comunione
fraterna:
Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui;
se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.
(1 Corinzi 12:26)
-
Si può esperimentare meglio la
preghiera:
C'è tra di voi qualcuno che soffre?
Preghi. (Giacomo 5:13)
-
Si diventa perfetti ( ad immagine di
Gesù ) attraverso la sofferenza:
E la costanza compia pienamente
l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla
mancanti.
(Giacomo 1:4)
-
Si sperimenta l’onore di far parte
dell’esercito di Dio:
Sopporta anche tu le sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù. Uno che va alla guerra non
s'immischia in faccende della vita civile, se vuol piacere a colui che lo ha
arruolato.
(2 Timoteo 2:3-4)
-
La sofferenza può essere fonte di
testimonianza e fa parte integrante della vita del cristiano pio:
Soltanto, comportatevi in modo
degno del vangelo di Cristo, affinché, sia che io venga a vedervi sia che io
resti lontano, senta dire di voi che state fermi in uno stesso spirito,
combattendo insieme con un medesimo animo per la fede del vangelo, per
nulla spaventati dagli avversari.
Questo per loro è una prova evidente
di perdizione; ma per voi di salvezza; e ciò da parte di Dio.
Perché vi è stata concessa la grazia,
rispetto a Cristo, non soltanto di credere in lui, ma anche di soffrire per
lui, sostenendo voi pure la stessa lotta che mi avete veduto sostenere e
nella quale ora sentite dire che io mi trovo.
(Filippesi 1:27-30)
Tu invece hai seguito da vicino il mio insegnamento, la mia condotta, i miei propositi, la mia fede, la
mia pazienza, il mio amore, la mia costanza, le mie persecuzioni, le mie
sofferenze, quello che mi accadde ad Antiochia, a Iconio e a Listra.
Sai quali persecuzioni ho sopportate;
e il Signore mi ha liberato da tutte.
Del resto, tutti quelli che vogliono
vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.
( 2 Timoteo 3:10-12 )
Ma tu sii vigilante in ogni cosa,
sopporta le sofferenze, svolgi il compito di evangelista, adempi
fedelmente il tuo servizio.
(2 Timoteo 4:5)
Prendete, fratelli, come modello
di sopportazione e di pazienza i profeti che hanno parlato nel nome del
Signore.
Ecco, noi definiamo felici quelli che
hanno sofferto pazientemente.
(Giacomo 5:10-11)