Il Vangelo annunciato agli stranieri - Pietro e Cornelio


ATTI DEGLI APOSTOLI
10:1-48

 

   

 

Vi era in Cesarea un uomo di nome Cornelio, centurione della coorte detta «Italica».

Quest'uomo era pio e timorato di Dio con tutta la sua famiglia, faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio assiduamente.

Egli vide chiaramente in visione, verso l'ora nona del giorno, un angelo di Dio che entrò da lui e gli disse: «Cornelio!»

Egli, guardandolo fisso e preso da spavento, rispose: «Che c'è, Signore?»

E l'angelo gli disse: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite, come una ricordanza, davanti a Dio.

E ora manda degli uomini a Ioppe, e fa' venire un certo Simone, detto anche Pietro.

Egli è ospite di un tal Simone, conciatore di pelli, la cui casa è vicino al mare».

Appena l'angelo che gli parlava se ne fu andato, Cornelio chiamò due dei suoi domestici, e un pio soldato fra i suoi attendenti e, dopo aver raccontato loro ogni cosa, li mandò a Ioppe.

Il giorno seguente, mentre quelli erano in viaggio e si avvicinavano alla città, Pietro salì sulla terrazza, verso l'ora sesta, per pregare.

Ebbe però fame e desiderava prender cibo. Ma mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi.  Vide il cielo aperto, e scenderne un oggetto simile a una gran tovaglia, che, tenuta per i quattro angoli, veniva calata a terra.

In essa c'era ogni sorta di quadrupedi, rettili della terra e uccelli del cielo.

E una voce gli disse: «Àlzati, Pietro; ammazza e mangia».

Ma Pietro rispose: «No assolutamente, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di impuro e di contaminato».

E la voce parlò una seconda volta: «Le cose che Dio ha purificate, non farle tu impure».

Questo avvenne per tre volte; poi d'un tratto quell'oggetto fu ritirato in cielo.

Mentre Pietro, dentro di sé, si domandava che cosa significasse la visione, ecco gli uomini mandati da Cornelio, i quali, avendo domandato della casa di Simone, si fermarono alla porta.

Avendo chiamato, chiesero se Simone, detto anche Pietro, alloggiasse lì.

Mentre Pietro stava ripensando alla visione, lo Spirito gli disse: «Ecco tre uomini che ti cercano.

Àlzati dunque, scendi e va' con loro, senza fartene scrupolo, perché li ho mandati io».

Pietro, sceso verso quegli uomini, disse loro: «Eccomi, sono io quello che cercate; qual è il motivo per cui siete qui?»

Essi risposero: «Il centurione Cornelio, uomo giusto e timorato di Dio, del quale rende buona testimonianza tutto il popolo dei Giudei, è stato divinamente avvertito da un santo angelo, di farti chiamare in casa sua e di ascoltare quello che avrai da dirgli».

Pietro allora li fece entrare e li ospitò.

Il giorno seguente andò con loro; e alcuni fratelli di Ioppe l'accompagnarono.

L'indomani arrivarono a Cesarea.

Cornelio li stava aspettando e aveva chiamato i suoi parenti e i suoi amici intimi.

Mentre Pietro entrava, Cornelio, andandogli incontro, si gettò ai suoi piedi per adorarlo.

Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati, anch'io sono uomo!»

Conversando con lui, entrò e, trovate molte persone lì riunite, disse loro: «Voi sapete come non sia lecito a un Giudeo aver relazioni con uno straniero o entrare in casa sua; ma Dio mi ha mostrato che nessun uomo deve essere ritenuto impuro o contaminato. Perciò, essendo stato chiamato, sono venuto senza fare obiezioni.

Ora vi chiedo: qual è il motivo per cui mi avete mandato a chiamare?»

Cornelio disse: «Quattro giorni or sono stavo pregando, all'ora nona, in casa mia, quand'ecco un uomo mi si presentò davanti, in veste risplendente, e disse: "Cornelio, la tua preghiera è stata esaudita, e le tue elemosine sono state ricordate davanti a Dio.

Manda dunque qualcuno a Ioppe e fa' venire Simone, detto anche Pietro; egli è ospite in casa di Simone, conciatore di pelli, in riva al mare".

Perciò, subito mandai a chiamarti, e tu hai fatto bene a venire; or dunque siamo tutti qui presenti davanti a Dio, per ascoltare tutto ciò che ti è stato comandato dal Signore».

Allora Pietro, cominciando a parlare, disse: «In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali; ma che in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito.

Questa è la parola ch'egli ha diretta ai figli d'Israele, portando il lieto messaggio di pace per mezzo di Gesù Cristo. Egli è il Signore di tutti.

Voi sapete quello che è avvenuto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; vale a dire, la storia di Gesù di Nazaret; come Dio lo ha unto di Spirito Santo e di potenza; e com'egli è andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.

E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nel paese dei Giudei e in Gerusalemme; essi lo uccisero, appendendolo a un legno.

Ma Dio lo ha risuscitato il terzo giorno e volle che egli si manifestasse non a tutto il popolo, ma ai testimoni prescelti da Dio; cioè a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.

E ci ha comandato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è colui che è stato da Dio costituito giudice dei vivi e dei morti.

Di lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome».

Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo scese su tutti quelli che ascoltavano la Parola.

E tutti i credenti circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliarono che il dono dello Spirito Santo fosse dato anche agli stranieri, perché li udivano parlare in altre lingue e glorificare Dio.

Allora Pietro disse: «C'è forse qualcuno che possa negare l'acqua e impedire che siano battezzati questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo come noi?»

E comandò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Allora essi lo pregarono di rimanere alcuni giorni con loro.

 

***

Il mandato di Gesù era stato chiaro:

…riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra. (Atti 1:8)

Ma effettivamente gli apostoli facevano fatica a comprendere che il loro mandato era per tutto il mondo, loro erano concentrati sul regno di Israele, come possiamo notare negli antefatti a questa dichiarazione di Gesù:

Trovandosi con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'attuazione della promessa del Padre, «la quale», egli disse, «avete udita da me.

Perché Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati in Spirito Santo fra non molti giorni».

Quelli dunque che erano riuniti gli domandarono: «Signore, è in questo tempo che ristabilirai il regno a Israele?» (Atti 1:4-6)

 

Per loro era ormai chiaro che Gesù era il Salvatore del mondo, ma le loro idee “giudaizzanti” li tenevano in qualche modo legati al loro popolo.

Come abbiamo anche visto in Atti 6:1, probabilmente i mormorii degli ellenisti avevano un qualche fondamento… …c’era voluto Stefano per iniziare i primi contatti evangelistici con gli “stranieri” (Atti 6:9), ma ora il Signore vuole “aprire le loro menti” ed iniziare l’evangelizzazione oltre i confini che loro non avrebbero mai potuto (e forse voluto) varcare e ci vorrà Paolo per aprire le porte a tutti gli uomini e non senza problemi!

Questo passo ci insegna come, nel nostro tempo di Grazia, non dobbiamo valutare le cose spirituali con i metri umani, basati sulla nostra cultura, tradizione (anche religiosa), saper andare oltre i nostri pre-giudizi… …la Buona Notizia è per tutti in quanto:

Questo è buono e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità.

Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti; questa è la testimonianza resa a suo tempo, e della quale io fui costituito predicatore e apostolo (io dico il vero, non mento), per istruire gli stranieri nella fede e nella verità. (1 Timoteo 2:3-7)

E’ un momento importante per la comprensione dell’universale mandato cristiano, e il Signore prepara sia Pietro che Cornelio, per mezzo di visioni, agli eventi che dovevano avvenire.

 

***

Vi era in Cesarea un uomo di nome Cornelio, centurione della coorte detta «Italica».

Cesarea era la residenza del Procuratore romano; ovvero il capoluogo politico della provincia.

Il centurione comandava la sesta parte d'una coorte; ed una coorte era la sesta parte d'una legione (6000 uomini). Cornelio era capitano di una delle compagnie (un qualcosa più di cento sessanta uomini) la coorte di soldati di origine “italiana”.

 

***

Quest'uomo era pio e timorato di Dio con tutta la sua famiglia, faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio assiduamente.

Cornelio e coloro che sono in casa sua, sono i primi pagani battezzati da un apostolo.

Egli pur non avendo rapporti con i giudei, secondo quanto confermato dallo stesso Pietro in atti 10:28 e 10:34,era un uomo pio e timorato di Dio con tutta la sua famiglia, faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio assiduamente.

Cornelio viene definito da Luca “pio” (eusebes), la stessa espressione che troviamo in 2 Pietro 2:9; e “timorato di Dio” (giusto).

Cornelio aveva rinunciato alle popolari credenze del paganesimo ed aveva abbracciato, con tutta la sua famiglia, il monoteismo ed evidentemente credeva nel Dio d'Israele e dimostrava la sincerità delle sue convinzioni con una vita esemplare e con degli atti di carità proprio come il centurione di Capernaum incontrato da Gesù:

Un centurione aveva un servo, molto stimato, che era infermo e stava per morire;  avendo udito parlare di Gesù, gli mandò degli anziani dei Giudei per pregarlo che venisse a guarire il suo servo.  Essi, presentatisi a Gesù, lo pregavano con insistenza, dicendo: «Egli merita che tu gli conceda questo; perché ama la nostra nazione ed è lui che ci ha costruito la sinagoga».

Gesù s'incamminò con loro; ormai non si trovava più molto lontano dalla casa, quando il centurione mandò degli amici a dirgli: «Signore, non darti quest'incomodo, perché io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; perciò non mi sono neppure ritenuto degno di venire da te; ma di' una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io sono uomo sottoposto all'autorità altrui, e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: "Vai", ed egli va; a un altro: "Vieni", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo", ed egli lo fa».

Udito questo, Gesù restò meravigliato di lui; e, rivolgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neppure in Israele ho trovato una così gran fede!»   (Luca 7:2-9)

 

Paolo parlerà di questo atteggiamento derivante dalla “rivelazione generale” nella sua lettera ai romani:

Infatti quando degli stranieri, che non hanno legge, adempiono per natura le cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda.

Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo. (Romani 2:14-16)

 

Ancora più essenziale che l’avere una buona condotta, Luca ci dice che egli pregava Dio assiduamente, evidentemente chiedeva con insistenza a Dio di ricevere la rivelazione della Sua Parola e bramava entrare a far parte del Regno dei cieli.

Che bella figura questo centurione, schivato dal popolo di Dio!

Egli chiedeva con insistenza a Dio di poter farne parte… …questo suo profondo desiderio, conforme alla volontà di Dio che vedeva maturare i tempi, non poteva rimanere senza risposta, ricordiamo cosa disse Gesù:

Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte e gli dice: "Amico, prestami tre pani, perché un amico mi è arrivato in casa da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti"; e se quello dal di dentro gli risponde: "Non darmi fastidio; la porta è già chiusa, e i miei bambini sono con me a letto, io non posso alzarmi per darteli", io vi dico che se anche non si alzasse a darglieli perché gli è amico, tuttavia, per la sua importunità, si alzerà e gli darà tutti i pani che gli occorrono.

Io altresì vi dico: chiedete con perseveranza, e vi sarà dato; cercate senza stancarvi, e troverete; bussate ripetutamente, e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa.

E chi è quel padre fra di voi che, se il figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra? O se gli chiede un pesce, gli dia invece un serpente? Oppure se gli chiede un uovo, gli dia uno scorpione?

Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!» (Luca 11:5-13)

 

Cornelio è italiano, comanda una compagnia d'una coorte italiana, ed è un carattere onesto, nobile, franco.

Cornelio non è più pagano; ma non ha conoscenza sufficiente delle cose religiose per dirsi cristiano ma il grido della sua anima è onesto e sincero e non resta senza risposta da parte di Colui, che vuole che “tutti gli uomini vengano alla conoscenza della Verità"

(1 Timoteo 2:4)

 

***

Egli vide chiaramente in visione, verso l'ora nona del giorno, un angelo di Dio che entrò da lui e gli disse: «Cornelio!»

Egli, guardandolo fisso e preso da spavento, rispose: «Che c'è, Signore?»

Quel chiaramente è molto significativo. Si trattava di una visione, di un fenomeno di cui Dio era l'autore; però egli vide in modo chiaro, nitido, distinto l'angelo di Dio.

Luca è preciso circa l’ora della visione (le 15,00), questo centurione rispetta le ore della preghiera rituale ebraica.

L’ora nona era una delle tre ore della preghiera: terza (le nove); sesta (mezzogiorno); nona (le tre); ed era l'ora in cui si offriva nel tempio il sacrificio della sera.

 

***

E l'angelo gli disse: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite, come una ricordanza, davanti a Dio.

E ora manda degli uomini a Ioppe, e fa' venire un certo Simone, detto anche Pietro.

Egli è ospite di un tal Simone, conciatore di pelli, la cui casa è vicino al mare».

 

L'angelo dichiara chiaramente che le preghiere e le elemosine del centurione sono considerate da Dio come un vero e proprio sacrificio, che gli è più gradito del sangue dei tori e dei becchi.

Sono agli occhi dell'Altissimo come un profumo d'incenso, come un'offerta di ricordanza; un atto, cioè, per il quale Iddio si ricorda di chi l'ha compito; e se ne ricorda al punto, come nel caso del centurione, da circondarlo delle sue cure e da offrirgli i mezzi per giungere alla comunione col Salvatore.

E’ notevole considerare come il Signore, nella Sua coerenza, abbia gradito la condotta di questo centurione, Egli infatti diceva così al Suo popolo:

«Ascolta, popolo mio, e io parlerò; ascolta, Israele, e io testimonierò contro di te.

Io sono Dio, il tuo Dio.

Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici; i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.

Non esigo tori dalla tua casa, né capri dai tuoi ovili.

Sono mie infatti tutte le bestie della foresta, mio è il bestiame che sta sui monti a migliaia.

Conosco tutti gli uccelli dei monti, e quel che si muove per la campagna è a mia disposizione.

Se avessi fame, non lo direi a te, perché mio è il mondo, con tutto quel che contiene.

Mangio forse carne di tori, o bevo forse sangue di capri?

Come sacrificio offri a Dio il ringraziamento, e mantieni le promesse fatte al SIGNORE; poi invocami nel giorno della sventura; io ti salverò, e tu mi glorificherai».

Ma Dio dice all'empio: «Perché vai elencando le mie leggi e hai sempre sulle labbra il mio patto, tu che detesti la disciplina e ti getti dietro alle spalle le mie parole?

Se vedi un ladro, ti diletti della sua compagnia, e ti fai compagno degli adùlteri.

Abbandoni la tua bocca al male, e la tua lingua trama inganni.

Ti siedi e parli contro tuo fratello, diffami il figlio di tua madre.

Hai fatto queste cose, io ho taciuto, e tu hai pensato che io fossi come te; ma io ti riprenderò, e ti metterò tutto davanti agli occhi.

Capite questo, voi che dimenticate Dio, perché io non vi laceri e nessuno vi liberi.

Chi mi offre come sacrificio il ringraziamento, mi glorifica, e a chi regola bene il suo comportamento, io farò vedere la salvezza di Dio». (Salmo 50:7-23)

«Che m'importa dei vostri numerosi sacrifici?», dice il SIGNORE;

«io sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di bestie ingrassate; il sangue dei tori, degli agnelli e dei capri, io non lo gradisco.

Quando venite a presentarvi davanti a me, chi vi ha chiesto di contaminare i miei cortili?

Smettete di portare offerte inutili; l'incenso io lo detesto; e quanto ai noviluni, ai sabati, al convocare riunioni, io non posso sopportare l'iniquità unita all'assemblea solenne.

L'anima mia odia i vostri noviluni e le vostre feste stabilite; mi sono un peso che sono stanco di portare.

Quando stendete le mani, distolgo gli occhi da voi; anche quando moltiplicate le preghiere, io non ascolto; le vostre mani sono piene di sangue.

Lavatevi, purificatevi, togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni; smettete di fare il male; imparate a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l'oppresso, fate giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova!

Poi venite, e discutiamo», dice il SIGNORE; «anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana.

Se siete disposti a ubbidire, mangerete i frutti migliori del paese; ma se rifiutate e siete ribelli, sarete divorati dalla spada»; poiché la bocca del SIGNORE ha parlato.

(Isaia 1:11-20)

Quattro caratteristiche di Cornelio sono la garanzia più eloquente della sincerità e dell'onestà delle sue convinzioni:

a)     Una vita esemplare:

egli teme Iddio; ha paura di offenderLo; poichè è "per il timor dell'Eterno che l'uomo si ritrae dal male" ( Proverbi 16:6).

b)     Uno spirito largo di abnegazione:

egli fa molte elemosine a quei giudei che Roma opprime e che egli deve politicamente sorvegliare.

L'abnegazione è l'atmosfera che aiuta l'evoluzione d'una fede nascente; l'egoismo è l'atmosfera che la soffoca e l'uccide.

c)     Egli prega Dio del continuo:

prega bene, perché prega "del continuo"; non prega invano, perché "prega Dio", il Dio di Israele che non conosce ma del quale ha sentito parlare e brama conoscere!

d)     Cornelio fa dei proseliti:

le convinzioni che non cercano di comunicarsi, sono come le acque stagnanti; malsane ed infeconde; le convinzioni che si espandono e si comunicano, sono come le acque limpide e profonde del fiume che porta vita dove arriva.

 

***

Appena l'angelo che gli parlava se ne fu andato, Cornelio chiamò due dei suoi domestici, e un pio soldato fra i suoi attendenti e, dopo aver raccontato loro ogni cosa, li mandò a Ioppe.

 

In queste parole si può notare come Cornelio avesse a suo modo “coinvolto” in questa suo percorso di fede, oltre alla sua famiglia, anche i suoi servi e i soldati che gli erano sottoposti e li coinvolge in questa sua ricerca della Volontà e della Grazia di Dio.

 

***

Il giorno seguente, mentre quelli erano in viaggio e si avvicinavano alla città, Pietro salì sulla terrazza, verso l'ora sesta, per pregare.

Ebbe però fame e desiderava prender cibo.

Ma mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi. 

Vide il cielo aperto, e scenderne un oggetto simile a una gran tovaglia, che, tenuta per i quattro angoli, veniva calata a terra.

In essa c'era ogni sorta di quadrupedi, rettili della terra e uccelli del cielo.

E una voce gli disse: «Àlzati, Pietro; ammazza e mangia».

Ma Pietro rispose: «No assolutamente, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di impuro e di contaminato».

E la voce parlò una seconda volta: «Le cose che Dio ha purificate, non farle tu impure».

Questo avvenne per tre volte; poi d'un tratto quell'oggetto fu ritirato in cielo.

 

Ioppe distava da Cesarea circa 53 Km; più d'una giornata di viaggio.

I messi di Cornelio arrivarono probabilmente un po' prima di mezzogiorno.

Pietro intanto si ritira sulla terrazza per pregare, luogo probabilmente appartato e tranquillo, i tetti nelle case orientali erano e sono spesso piani ed erano anche usati spesso come luogo di preghiera.

Arriva mezzogiorno (l’ora sesta) e Pietro è pronto per la preghiera ancora secondo gli usi giudaici.

Paolo, insegnerà più tardi come la preghiera non debba rispettare orari e luoghi, anzi:

Io voglio dunque che gli uomini preghino in ogni luogo, alzando mani pure, senza ira e senza dispute. (1 Timoteo 2:8)

 

non cessate mai di pregare. (1 Tessalonicesi 5:17)

Pietro ha inoltre fame ed è in attesa di pranzare con il cibo che gli stanno preparando, cibo sicuramente “puro” secondo gli usi giudaici, preparato secondo le buone tradizioni… …ma Dio lo rapisce in estasi… …ha un insegnamento per Pietro.

Pietro cadde dunque in uno stato estatico, sarà lui stesso a definirlo così:

Io ero nella città di Ioppe in preghiera e, rapito in estasi, ebbi una visione  (Atti 11:5)

L'estasi è un'alienazione della mente prodotta dallo stimolo d'idee di soggetti assenti: stimolo così potente, che distrugge la percezione degli oggetti presenti.

È uno stato di mente, nel quale l'attenzione è così assorbita in un particolare ordine di pensieri, che l'uso dei sensi esterni è in parte o del tutto sospeso.

Pietro vede una “tavola celeste” apparecchiata e pronta, una tavola legate su quattro capi.

Un qualcosa come una tela immensa, calata giù in terra per mezzo di funi legate ai quattro capi della tela stessa e tenute e regolate da braccia potenti ed invisibili.

 

Ricordiamo l’arca del patto del tabernacolo:

«Faranno dunque un'arca di legno d'acacia; la sua lunghezza sarà di due cubiti e mezzo, la sua larghezza di un cubito e mezzo e la sua altezza di un cubito e mezzo.

La rivestirai d'oro puro; la rivestirai così, sia dentro che fuori; le farai al di sopra una ghirlanda d'oro, che giri intorno.

Fonderai per essa quattro anelli d'oro, che metterai ai suoi quattro piedi: due anelli da un lato e due anelli dall'altro lato.

Farai anche delle stanghe di legno di acacia e le rivestirai d'oro.

Farai passare le stanghe negli anelli ai lati dell'arca, perché servono a portarla.

Le stanghe rimarranno negli anelli dell'arca e non ne saranno sfilate.  (Esodo 25:10-15)

 

Ricordiamo la tavola dei pani del tabernacolo:

«Farai anche una tavola di legno d'acacia; la sua lunghezza sarà di due cubiti; la sua larghezza di un cubito e la sua altezza di un cubito e mezzo.

La rivestirai d'oro puro e le farai una ghirlanda d'oro che le giri intorno.

Le farai una cornice alta quattro dita; e a questa cornice farai tutt'intorno una ghirlanda d'oro.

Le farai pure quattro anelli d'oro e metterai gli anelli ai quattro angoli, ai quattro piedi della tavola.

Gli anelli saranno vicinissimi alla cornice per farvi passare le stanghe destinate a portare la tavola.

Farai le stanghe di legno d'acacia, le rivestirai d'oro e serviranno a portare la tavola.

Farai pure i suoi piatti, le sue coppe, i suoi calici e le sue tazze da servire per le libazioni. Li farai d'oro puro.

Metterai sulla tavola il pane della presentazione, che starà sempre davanti a me.  (Esodo 25:23-30)

 

Ricordiamo l’altare dei sacrifici del tabernacolo:

«Farai anche un altare di legno d'acacia, lungo cinque cubiti e largo cinque cubiti.

L'altare sarà quadrato, e avrà tre cubiti di altezza.

Ai quattro angoli farai dei corni che spuntino dall'altare, e lo rivestirai di bronzo.

Farai pure i suoi vasi per raccogliere le ceneri, le sue palette, i suoi catini, i suoi forchettoni e i suoi bracieri; tutti i suoi utensili li farai di bronzo.

E gli farai una graticola di bronzo a forma di rete; sopra la rete, ai suoi quattro angoli, farai quattro anelli di bronzo.

Porrai la rete sotto la cornice dell'altare, nella parte inferiore, in modo che la rete raggiunga la metà dell'altezza dell'altare.

Farai anche delle stanghe per l'altare: delle stanghe di legno d'acacia, e le rivestirai di bronzo.

Si faranno passare le stanghe negli anelli; le stanghe saranno ai due lati dell'altare, quando lo si dovrà portare.

Lo farai di tavole, vuoto; dovrà essere fatto come ti è stato mostrato sul monte.  (Esodo 27:1-8)

 

…nulla di impuro e di contaminato

ovvero impuri secondo il concetto levitico (cfr Levitico 11 e Levitico 20:25).

 

…ammazza e mangia

Gli animali che Pietro contemplava nell'estasi, erano puri ed impuri.

Egli ha fame, ed una voce dal cielo gli dice:" Ammazza e mangia!" "Rompi pure la legge mosaica! È finito il tempo delle distinzioni levitiche fra puro ed impuro, fra giudeo e gentile!"

Non bisogna dimenticare, per comprendere bene la portata di questa visione allegorica, che per un giudeo ortodosso, un pagano non circonciso era un essere vile, impuro, contaminato.

 

…No assolutamente, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di impuro e di contaminato…

Per un momento torniamo a vedere il Pietro degli Evangeli:

Pietro, trattolo da parte, cominciò a rimproverarlo, dicendo: «Dio non voglia, Signore!

Questo non ti avverrà mai».

Ma Gesù, voltatosi, disse a Pietro: «Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo.

Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini». (Matteo 16:22-23)

 

Pietro gli disse: «Non mi laverai mai i piedi!»

Gesù gli rispose: «Se non ti lavo, non hai parte alcuna con me».

E Simon Pietro: «Signore, non soltanto i piedi, ma anche le mani e il capo!» (Giovanni 13:8-9)

 

La lezione nascosta nella visione allegorica, Gesù l'aveva già data a Pietro in parole semplici e chiare:

Poi, chiamata la folla a sé, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete: non c'è nulla fuori dell'uomo che entrando in lui possa contaminarlo; sono le cose che escono dall'uomo quelle che contaminano l'uomo. [Se uno ha orecchi per udire oda.]»

Quando lasciò la folla ed entrò in casa, i suoi discepoli gli chiesero di spiegare quella parabola.

Egli disse loro: «Neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che dal di fuori entra nell'uomo non lo può contaminare, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e se ne va nella latrinaCosì dicendo, dichiarava puri tutti i cibi.

Diceva inoltre: «È quello che esce dall'uomo che contamina l'uomo; perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza.

Tutte queste cose cattive escono dal di dentro e contaminano l'uomo». (Marco 7:14-23)

 

…Le cose che Dio ha purificate, non farle tu impure

Paolo scriverà così ai romani:

Non distruggere, per un cibo, l'opera di Dio.  Certo, tutte le cose sono pure; ma è male quando uno mangia dando occasione di peccato. (Romani 14:20)

 

La visione sparirà e Pietro non giungerà, come vedremo, a disfarsi completamente del suo scrupolo religioso (cfr Atti 10:17), ma una cosa gli rimane della visione; gli rimane il ricordo di questa parola, alla quale egli resiste finché l'interpreta letteralmente; ma che più tardi diventerà per lui una vera e propria rivelazione, quando avrà imparato a darle un senso più elevato.

 

…Questo avvenne per tre volte

La ripetizione è senza dubbio intesa ad imprimere nella mente di Pietro la grande importanza della visione e potrebbe anche essere un segno che fa riferimento ai tre uomini impuri che gli stanno giungendo in visita.

Una situazione simile la possiamo vedere nei sogni del faraone spiegati da Giuseppe:

Il fatto che il sogno si sia ripetuto due volte al faraone vuol dire che la cosa è decretata da Dio e che Dio l'eseguirà presto. (Genesi 41:32)

La visione di Pietro potrebbe sembrarci strana e senza coincidenze ma se ci immedesimiamo un attimo sul luogo e sulle circostanze potremo trovare degli spunti di riflessione interessanti:

            - Pietro è a Ioppe; sul tetto di una casa.

- Davanti agli occhi gli sta l'immensa distesa del mare.

- Egli è un apostolo che Cristo ha chiamato, ed a cui Egli ha detto: "Vai, ammaestra tutti i popoli..." (cfr Matteo 28:19).

- Da Ioppe era, un tempo partito Giona (cfr Giona 1:3), il missionario dei Niniviti... e come, e in quali condizioni si compirà oggi la missione fra i Gentili?...

Pietro farà come Giona, o si arrenderà? Davanti ai suoi fratelli, dichiarerà:

Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato anche a noi che abbiamo creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io da potermi opporre a Dio? (Atti 11:17)

 

***

Mentre Pietro, dentro di sé, si domandava che cosa significasse la visione, ecco gli uomini mandati da Cornelio, i quali, avendo domandato della casa di Simone, si fermarono alla porta. Avendo chiamato, chiesero se Simone, detto anche Pietro, alloggiasse lì. Mentre Pietro stava ripensando alla visione, lo Spirito gli disse: «Ecco tre uomini che ti cercano.

Àlzati dunque, scendi e va' con loro, senza fartene scrupolo, perché li ho mandati io».

Pietro, sceso verso quegli uomini, disse loro: «Eccomi, sono io quello che cercate; qual è il motivo per cui siete qui?»

Essi risposero: «Il centurione Cornelio, uomo giusto e timorato di Dio, del quale rende buona testimonianza tutto il popolo dei Giudei, è stato divinamente avvertito da un santo angelo, di farti chiamare in casa sua e di ascoltare quello che avrai da dirgli».

Pietro allora li fece entrare e li ospitò. Il giorno seguente andò con loro; e alcuni fratelli di Ioppe l'accompagnarono. L'indomani arrivarono a Cesarea.

Cornelio li stava aspettando e aveva chiamato i suoi parenti e i suoi amici intimi.

Mentre Pietro entrava, Cornelio, andandogli incontro, si gettò ai suoi piedi per adorarlo. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati, anch'io sono uomo!»

…Il giorno seguente andò con loro; e alcuni fratelli di Ioppe l'accompagnarono.

 

Da Atti 11:12 sappiamo che erano sei: e da Atti 10:45, che erano “della circoncisione”; vale a dire: convertiti dal giudaismo.

La presenza di questi fratelli doveva essere una testimonianza:

"I fatti siano verificati dal dire di due o tre testimoni"  (Deuteronomio 19:15)

 

…Mentre Pietro entrava, Cornelio, andandogli incontro, si gettò ai suoi piedi per adorarlo.

Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati, anch'io sono uomo!»

Cornelio va incontro a Pietro fino alla porta e lo riceve come un messaggero di Dio; con dimostrazioni di profondo rispetto e con onori generalmente riserbati alla divinità.

Ma Pietro si comporta da buon servo di Dio, proprio come l’angelo che illustrò a Giovanni nella visione dell’Apocalisse:

Io mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo. Ma egli mi disse: «Guàrdati dal farlo. Io sono un servo come te e come i tuoi fratelli che custodiscono la testimonianza di Gesù: adora Dio! Perché la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia. (Apocalisse 19:10)

 

Io, Giovanni, sono quello che ha udito e visto queste cose. E, dopo averle viste e udite, mi prostrai ai piedi dell'angelo che me le aveva mostrate, per adorarlo.

Ma egli mi disse: «Guàrdati dal farlo; io sono un servo come te e come i tuoi fratelli, i profeti, e come quelli che custodiscono le parole di questo libro. Adora Dio!» (Apocalisse 22:8-9)

 

***

Conversando con lui, entrò e, trovate molte persone lì riunite, disse loro: «Voi sapete come non sia lecito a un Giudeo aver relazioni con uno straniero o entrare in casa sua; ma Dio mi ha mostrato che nessun uomo deve essere ritenuto impuro o contaminato. Perciò, essendo stato chiamato, sono venuto senza fare obiezioni.

Ora vi chiedo: qual è il motivo per cui mi avete mandato a chiamare?»

Cornelio disse: «Quattro giorni or sono stavo pregando, all'ora nona, in casa mia, quand'ecco un uomo mi si presentò davanti, in veste risplendente, e disse: "Cornelio, la tua preghiera è stata esaudita, e le tue elemosine sono state ricordate davanti a Dio.

Manda dunque qualcuno a Ioppe e fa' venire Simone, detto anche Pietro; egli è ospite in casa di Simone, conciatore di pelli, in riva al mare".

Perciò, subito mandai a chiamarti, e tu hai fatto bene a venire; or dunque siamo tutti qui presenti davanti a Dio, per ascoltare tutto ciò che ti è stato comandato dal Signore».

Allora Pietro, cominciando a parlare, disse: «In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali; ma che in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito.

Questa è la parola ch'egli ha diretta ai figli d'Israele, portando il lieto messaggio di pace per mezzo di Gesù Cristo. Egli è il Signore di tutti.

Voi sapete quello che è avvenuto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; vale a dire, la storia di Gesù di Nazaret; come Dio lo ha unto di Spirito Santo e di potenza; e com'egli è andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.

E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nel paese dei Giudei e in Gerusalemme; essi lo uccisero, appendendolo a un legno.

Ma Dio lo ha risuscitato il terzo giorno e volle che egli si manifestasse non a tutto il popolo, ma ai testimoni prescelti da Dio; cioè a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.

E ci ha comandato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è colui che è stato da Dio costituito giudice dei vivi e dei morti.

Di lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome».

 

Pietro è sicuramente sorpreso di trovarsi in mezzo ad un'assemblea numerosa di pagani che cercano il Signore, e comincia con il giustificare la sua presenza, si potrebbe dire, non solo davanti a questi stranieri che devono conoscere gli usi e gli scrupoli dei giudei, ma prima ancora, davanti alla propria coscienza.

L'apostolo si affretta a constatare che se deroga alla regola comune e generale, lo fa perché ne ha ricevuto il comando da Dio.

Ma non è solo ubbidienza, il Signore concede a Pietro anche di comprendere… …così accade con Dio, prima si ubbidisce e poi si comprende, Gesù disse un giorno a Pietro:         Gesù gli rispose: «Tu non sai ora quello che io faccio, ma lo capirai dopo». (Giovanni 13:7)

           

Camminare nella ubbidienza (anche senza comprendere) guidati da Dio, vale molto di più che camminare ad occhi aperti secondo la carne.

Fede non è visione per mezzo dei sensi; è fiducia assoluta, è abbandono completo del cuore in Colui che abbiamo scelto per oggetto del nostro amore.

L’uomo naturale dice: "Se non vedo, non posso credere!"

Gesù risponde: No; credi prima; e "se credi, tu vedrai la gloria di Dio" (Giovanni 11:40)

 

…In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali; ma che in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito.

 

L'espressione greca (ουκ εστιν προσωπολημτης θεος) ha le sue radici in una frase ebraica, che vuol dire: Iddio non giudica gli uomini da qualità puramente esterne ed estranee alla morale.

I giudei si ritenevano privilegiati, in modo tutto speciale favoriti da Dio; al punto, che credevano che le altre nazioni non potere aver parte nella salvezza.

Dio invece non rifiuta la ammissione nel regno di Cristo, a nessuno; qualunque sia la nazione a cui appartiene.

 

…chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome.

 

Ecco la risposta ai dubbi ed alle perplessità degli uditori!

Non per la Legge, non per la circoncisione, ma per un sincero atto di fede in Cristo!

Ecco finalmente spezzate le ritorte del particolarismo giudaico ed ecco spuntare l’alba dell'universalismo cristiano!

E qui il discorso di Pietro è interrotto in modo improvviso dal fenomeno pentecostale che si rinnova!

Queste parole di Pietro erano rivoluzionarie perchè spazzavano via tutti i pregiudizi e gli indottrinamenti provenienti da generazioni e generazioni di giudaismo.

 

***

Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo scese su tutti quelli che ascoltavano la Parola.

E tutti i credenti circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliarono che il dono dello Spirito Santo fosse dato anche agli stranieri, perché li udivano parlare in altre lingue e glorificare Dio.

I fenomeni che si producono qui come effetti della discesa dello Spirito, sono gli identici fenomeni che si produssero nel giorno della Pentecoste. (cfr Atti 11:15), dal quale passo risulta chiaro, che tra i due fatti non ci fu alcuna differenza: né per la forma, né per la sostanza.

 

***

Allora Pietro disse: «C'è forse qualcuno che possa negare l'acqua e impedire che siano battezzati questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo come noi?»

E comandò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Allora essi lo pregarono di rimanere alcuni giorni con loro.

Pietro ha saputo piegare tutti i suoi pregiudizi alla volontà di Dio, ha rinunciato alle sue tradizioni, ha ubbidito al comando ed alla volontà di Dio.

Davanti alla evidente manifestazione della volontà di Dio… …chi può opporsi? Chi può impedire…?

Anche in questo passo, come nel passo dell’eunuco etiope ci troviamo davanti alla possibilità di “impedimento

Anzi, per l’eunuco era “che cosa mi impedisce?” (l’eunuco aveva una condizione fisica che impediva di essere gradito a Dio).

Qui abbiamo l’espressione “Chi impedisce?”, e Pietro scoprirà presto che molti dei suoi fratelli di Gerusalemme (come d’altronde egli stesso prima della rivelazione), sarebbero stati pronti ad impedire questo… …e non sarà semplice! 

 

Gianni Marinuzzi