Introduzione - Ascensione di Gesù Cristo

ATTI DEGLI APOSTOLI
1:1-11

 

  

Nel mio primo libro, o Teofilo, ho parlato di tutto quello che Gesù cominciò a fare e a insegnare, fino al giorno che fu elevato in cielo, dopo aver dato mediante lo Spirito Santo delle istruzioni agli apostoli che aveva scelti.

Ai quali anche, dopo che ebbe sofferto, si presentò vivente con molte prove, facendosi vedere da loro per quaranta giorni, parlando delle cose relative al regno di Dio.

Trovandosi con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'attuazione della promessa del Padre, «la quale», egli disse, «avete udita da me.

Perché Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati in Spirito Santo fra non molti giorni».

Quelli dunque che erano riuniti gli domandarono: «Signore, è in questo tempo che ristabilirai il regno a Israele?»

Egli rispose loro: «Non spetta a voi di sapere i tempi o i momenti che il Padre ha riservato alla propria autorità. Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra».

Dette queste cose, mentre essi guardavano, fu elevato; e una nuvola, accogliendolo, lo sottrasse ai loro sguardi.

E come essi avevano gli occhi fissi al cielo, mentre egli se ne andava, due uomini in vesti bianche si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo».

 

***

 

1 Nel mio primo libro, o Teofilo, ho parlato di tutto quello che Gesù cominciò a fare e a insegnare, 2 fino al giorno che fu elevato in cielo, dopo aver dato mediante lo Spirito Santo delle istruzioni agli apostoli che aveva scelti.

 

Il libro degli Atti degli apostoli è il seguito dell’evangelo secondo Luca, anch’esso dedicato a Teofilo (cfr Luca 1:1-4), uomo sicuramente colto di origine greca del quale non si conosce molto.

Luca, nella dedica iniziale del suo primo libro, dichiara di essersi bene informato di ogni cosa, possiamo quindi dare pieno credito a questo fratello guidato dallo Spirito Santo e da un’encomiabile minuziosità e precisione.

Lo scopo del libro è sicuramente lo stesso di quello dell’evangelo, del quale si riporta la dedica iniziale:

Poiché molti hanno intrapreso a ordinare una narrazione dei fatti che hanno avuto compimento in mezzo a noi, come ce li hanno tramandati quelli che da principio ne furono testimoni oculari e che divennero ministri della Parola, è parso bene anche a me, dopo essermi accuratamente informato di ogni cosa dall'origine, di scrivertene per ordine, illustre Teofilo, perché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate.   (Luca 1:1-4)

La storia della Chiesa è la continuazione dell'opera di Cristo.

Cristo non ha posto la parola fine al suo ministerio quando lascia la terra; ma il suo ministerio lo porta Egli stesso avanti dalla destra del Padre, chiamando le anime al ravvedimento ed alla fede, pascendo la sua Chiesa e dirigendo la trionfale evoluzione del suo regno nel mondo.

La storia della Chiesa senza il ministerio di Cristo, è un fatto incomprensibile; col ministerio di Cristo, ella è una prova evidente della sapienza e della Sua grandezza.

Gesù, per mezzo dello Spirito Santo diede “istruzioni” ai discepoli.

Si trattava di istruzioni circa la sana dottrina, quella sana dottrina che più volte Paolo trasmetteva ed “ordinava”:

Del resto, fratelli, avete imparato da noi il modo in cui dovete comportarvi e piacere a Dio ed è già così che vi comportate.

Vi preghiamo e vi esortiamo nel Signore Gesù a progredire sempre di più.

Infatti sapete quali istruzioni vi abbiamo date nel nome del Signore Gesù.

(1 Tessalonicesi 4:1-2)

Fratelli, vi ordiniamo nel nome del nostro Signore Gesù Cristo che vi ritiriate da ogni fratello che si comporta disordinatamente e non secondo l'insegnamento che avete ricevuto da noi.

(2 Tessalonicesi 3:6)

 

Ma tu esponi le cose che sono conformi alla sana dottrina: i vecchi siano sobri, dignitosi, assennati, sani nella fede, nell'amore, nella pazienza; anche le donne anziane abbiano un comportamento conforme a santità, non siano maldicenti né dedite a molto vino, siano maestre nel bene, per incoraggiare le giovani ad amare i mariti, ad amare i figli, a essere sagge, caste, diligenti nei lavori domestici, buone, sottomesse ai loro mariti, perché la parola di Dio non sia disprezzata.

(Tito 2:1-5)

 

Tutta la Legge di Dio dell’Antico Patto era costellata di istruzioni e di insegnamenti.

L’ubbidienza ad essi non era certamente facoltativa ma era un obbligo che Israele doveva compiere.

Anche oggi la Chiesa del Signore Gesù è chiamata a seguire le Sue istruzioni.

 

***

3 Ai quali anche, dopo che ebbe sofferto, si presentò vivente con molte prove, facendosi vedere da loro per quaranta giorni, parlando delle cose relative al regno di Dio.

 

Luca ci tiene a precisare che dopo aver sofferto, Gesù si presentò vivente con molte prove, facendosi vedere per 40 giorni dandogli precise istruzioni.

Detta precisazione mette un solido fondamento circa:

-          La avvenuta risurrezione di Gesù Cristo

-          La assoluta credibilità degli insegnamenti apostolici in quanto ricevuti direttamente da Gesù Cristo risorto.

Queste due cose sono l’effettivo fondamento del nuovo patto, il Patto tra di Dio e l’uomo in Cristo Gesù risorto e i Suoi insegnamenti.

La parola “prove” utilizzata qui da Luca, è la parola greca “tekmeriois”, ovvero qualcosa riscontrabile a livello di tatto, vista e sentimento e si trova solo in questo punto del Nuovo Testamento.

Il concetto giudaico del Regno di Dio era quello di una teocrazia terrena; di un regno terreno, cioè, governato direttamente da Dio. Gesù prese l'idea dall'Antico Testamento, ma le dette un significato più puro e più spirituale.

Nel Nuovo Testamento, difatti, il concetto del Regno di Dio presenta vari aspetti, ma ha sempre questa idea fondamentale: che la cittadinanza di questo regno impone a chi desidera conseguirla, due condizioni:

1) il ravvedimento, o il cangiamento, del cuore e della condotta;

2) la fede viva e individuale nel vivente Salvatore.

 

Gesù inaugura e chiude il suo ministerio, predicando il Regno di Dio (cfr Marco 1:15; Atti 1:3); e si può dire che il Regno di Dio è il soggetto fondamentale dell'insegnamento di Cristo.

La "denominazione" religiosa alla quale apparteniamo, è una frazione della Chiesa; la Chiesa è la riunione dei credenti d'ogni lingua e d'ogni nazione; ma la non è "il Regno", è la capitale del Regno di Dio; l'idea del Regno di Dio, di quel Regno che sarà stabilito quando la volontà di Dio sarà fatta in terra com'è già fatta nei cieli, vola come aquila su tutte le altre idee.

Il cristiano che non vede un palmo più in là del campanile della propria chiesuola, è un cristiano gretto ed egoista; il cristiano che al di là del campanile della propria chiesuola sa vedere ed amare la Chiesa che è il corpo mistico di Cristo (cfr 1Corinzi 12:20,27), è già, più del primo, vicino all'ideale.

Il cristiano che al di là della Chiesa contempla il Regno e sospira e prega e lavora per l'incremento de Regno di Dio, è il cristiano che pensa ed ama col pensiero e con l'amore di Cristo.

LA RISURREZIONE DI CRISTO

Luca era un discepolo di Paolo e pertanto aveva ricevuto gli insegnamenti dell’apostolo che predicava Cristo risorto, anzi poneva questa come condizione affinchè la fede avesse un senso:

Ora se si predica che Cristo è stato risuscitato dai morti, come mai alcuni tra voi dicono che non c'è risurrezione dei morti?

Ma se non vi è risurrezione dei morti, neppure Cristo è stato risuscitato; e se Cristo non è stato risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è la vostra fede.

Noi siamo anche trovati falsi testimoni di Dio, poiché abbiamo testimoniato di Dio, che egli ha risuscitato il Cristo; il quale egli non ha risuscitato, se è vero che i morti non risuscitano.

Difatti, se i morti non risuscitano, neppure Cristo è stato risuscitato; e se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati. Anche quelli che sono morti in Cristo sono dunque periti.

Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini.

Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti.

Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti.

Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati; ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta; poi verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza.

Poiché bisogna ch'egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi.  L'ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte.

Difatti, Dio ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi; ma quando dice che ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro che colui che gli ha sottoposto ogni cosa, ne è eccettuato.

Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti.

Altrimenti, che faranno quelli che sono battezzati per i morti?

Se i morti non risuscitano affatto, perché dunque sono battezzati per loro?

E perché anche noi siamo ogni momento in pericolo?

Ogni giorno sono esposto alla morte; sì, fratelli, com'è vero che siete il mio vanto, in Cristo Gesù, nostro Signore.

Se soltanto per fini umani ho lottato con le belve a Efeso, che utile ne ho?

Se i morti non risuscitano, «mangiamo e beviamo, perché domani morremo».

(1 Corinzi 15:12-32)

 

Il cristiano vive, si incoraggia, evangelizza, si sprona quando è consapevole che il suo Signore è risuscitato ed è Glorioso!

La risurrezione di Cristo è posta come conclusione di tutti e quattro gli evangeli:

Dopo il sabato, verso l'alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l'altra Maria andarono a vedere il sepolcro.

Ed ecco si fece un gran terremoto; perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e vi sedette sopra.

Il suo aspetto era come di folgore e la sua veste bianca come neve.

E, per lo spavento che ne ebbero, le guardie tremarono e rimasero come morte.

Ma l'angelo si rivolse alle donne e disse: «Voi, non temete; perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. Egli non è qui, perché è risuscitato come aveva detto; venite a vedere il luogo dove giaceva.

E andate presto a dire ai suoi discepoli: "Egli è risuscitato dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete". Ecco, ve l'ho detto».

E quelle se ne andarono in fretta dal sepolcro con spavento e grande gioia e corsero ad annunciarlo ai suoi discepoli.

Quand'ecco, Gesù si fece loro incontro, dicendo: «Vi saluto!»

Ed esse, avvicinatesi, gli strinsero i piedi e l'adorarono.

Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea; là mi vedranno».

Mentre quelle andavano, alcuni della guardia vennero in città e riferirono ai capi dei sacerdoti tutte le cose che erano avvenute. Ed essi, radunatisi con gli anziani e tenuto consiglio, diedero una forte somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: "I suoi discepoli sono venuti di notte e lo hanno rubato mentre dormivamo".

E se mai questo viene alle orecchie del governatore, noi lo persuaderemo e vi solleveremo da ogni preoccupazione».

Ed essi, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute e quella diceria è stata divulgata tra i Giudei, fino al giorno d'oggi.

(Matteo 28:1-15)

           

Matteo ci riporta quanto fecero i sacerdoti per cercare di confutare la risurrezione di Cristo. Questo fatto, oltre a evidenziare tutta la loro mala fede, fa risaltare quanto questo avvenimento fosse straordinariamente fondamentale per provare la effettiva “costituzione del Messia”, “l’uomo” che Dio aveva approvato ed aveva costituito Re (cfr Salmo 2)

 

Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo, e Salome comprarono degli aromi per andare a ungere Gesù. La mattina del primo giorno della settimana, molto presto, vennero al sepolcro al levar del sole. E dicevano tra di loro: «Chi ci rotolerà la pietra dall'apertura del sepolcro?» Ma, alzati gli occhi, videro che la pietra era stata rotolata; ed era pure molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane seduto a destra, vestito di una veste bianca, e furono spaventate. Ma egli disse loro: «Non vi spaventate!

Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; egli è risuscitato; non è qui; ecco il luogo dove l'avevano messo. Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea; là lo vedrete, come vi ha detto».

Esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro, perché erano prese da tremito e da stupore; e non dissero nulla a nessuno, perché avevano paura.

Or Gesù, essendo risuscitato la mattina del primo giorno della settimana, apparve prima a Maria Maddalena, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a coloro che erano stati con lui, i quali facevano cordoglio e piangevano.

Essi, udito che egli viveva ed era stato visto da lei, non lo credettero.

Dopo questo, apparve in modo diverso a due di loro che erano in cammino verso i campi; e questi andarono ad annunciarlo agli altri; ma neppure a quelli credettero. Poi apparve agli undici mentre erano a tavola e li rimproverò della loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che l'avevano visto risuscitato.

(Marco 16:1-14)

 

Marco si sofferma invece sulla incredulità iniziale dei discepoli che aveva costituto apostoli.

Essi, chiamati ad annunciare la Sua risurrezione, furono inizialmente increduli, questo fatto ci fa capire quanto sia sentito quanto Pietro scriveva nella sua lettera:

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile. Essa è conservata in cielo per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi tempi. Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo. Benché non l'abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa, ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime.

(1 Pietro 1:3-9)

Ma il primo giorno della settimana, la mattina prestissimo, esse si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparati.

E trovarono che la pietra era stata rotolata dal sepolcro.

Ma quando entrarono non trovarono il corpo del Signore Gesù.

Mentre se ne stavano perplesse di questo fatto, ecco che apparvero davanti a loro due uomini in vesti risplendenti; tutte impaurite, chinarono il viso a terra; ma quelli dissero loro: «Perché cercate il vivente tra i morti? Egli non è qui, ma è risuscitato; ricordate come egli vi parlò quand'era ancora in Galilea, dicendo che il Figlio dell'uomo doveva essere dato nelle mani di uomini peccatori ed essere crocifisso, e il terzo giorno risuscitare».

Esse si ricordarono delle sue parole.

Tornate dal sepolcro, annunciarono tutte queste cose agli undici e a tutti gli altri.

Quelle che dissero queste cose agli apostoli erano: Maria Maddalena, Giovanna, Maria, madre di Giacomo, e le altre donne che erano con loro. Quelle parole sembrarono loro un vaneggiare e non prestarono fede alle donne.

Ma Pietro, alzatosi, corse al sepolcro; si chinò a guardare e vide solo le fasce; poi se ne andò, meravigliandosi dentro di sé per quello che era avvenuto.

Due di loro se ne andavano in quello stesso giorno a un villaggio di nome Emmaus, distante da Gerusalemme sessanta stadi; e parlavano tra di loro di tutte le cose che erano accadute.

Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù stesso si avvicinò e cominciò a camminare con loro. Ma i loro occhi erano impediti a tal punto che non lo riconoscevano.

Egli domandò loro: «Di che discorrete fra di voi lungo il cammino?» Ed essi si fermarono tutti tristi. Uno dei due, che si chiamava Cleopa, gli rispose: «Tu solo, tra i forestieri, stando in Gerusalemme, non hai saputo le cose che vi sono accadute in questi giorni?»

Egli disse loro: «Quali?»

Essi gli risposero: «Il fatto di Gesù Nazareno, che era un profeta potente in opere e in parole davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati lo hanno fatto condannare a morte e lo hanno crocifisso.

Noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato Israele; invece, con tutto ciò, ecco il terzo giorno da quando sono accadute queste cose.

È vero che certe donne tra di noi ci hanno fatto stupire; andate la mattina di buon'ora al sepolcro, non hanno trovato il suo corpo, e sono ritornate dicendo di aver avuto anche una visione di angeli, i quali dicono che egli è vivo.

Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato tutto come avevano detto le donne; ma lui non lo hanno visto».

Allora Gesù disse loro: «O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?»

E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano.

Quando si furono avvicinati al villaggio dove andavano, egli fece come se volesse proseguire.

Essi lo trattennero, dicendo: «Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno sta per finire». Ed egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede loro.

Allora i loro occhi furono aperti e lo riconobbero; ma egli scomparve alla loro vista. Ed essi dissero l'uno all'altro: «Non sentivamo forse ardere il cuore dentro di noi mentr'egli ci parlava per la via e ci spiegava le Scritture?»

E, alzatisi in quello stesso momento, tornarono a Gerusalemme e trovarono riuniti gli undici e quelli che erano con loro, i quali dicevano: «Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone».

Essi pure raccontarono le cose avvenute loro per la via, e come era stato da loro riconosciuto nello spezzare il pane.

Ora, mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!»

Ma essi, sconvolti e atterriti, pensavano di vedere uno spirito.

Ed egli disse loro: «Perché siete turbati? E perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio io! Toccatemi e guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho io».

E, detto questo, mostrò loro le mani e i piedi.

Ma siccome per la gioia non credevano ancora e si stupivano, disse loro: «Avete qui qualcosa da mangiare?»

Essi gli porsero un pezzo di pesce arrostito; egli lo prese, e mangiò in loro presenza.

(Luca 24:1-42)

                       

Luca anch’esso si sofferma sulla incredulità dei discepoli circa la avvenuta risurrezione di Cristo, e come potrebbe essere altrimenti.

Ogni uomo rimarrebbe perplesso e sbigottito di una tale manifestazione, proprio per questo occorre la fede, il dono di Dio.

 

Il primo giorno della settimana, la mattina presto, mentre era ancora buio, Maria Maddalena andò al sepolcro e vide la pietra tolta dal sepolcro.

Allora corse verso Simon Pietro e l'altro discepolo che Gesù amava e disse loro: «Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'abbiano messo».

Pietro e l'altro discepolo uscirono dunque e si avviarono al sepolcro.

I due correvano assieme, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse primo al sepolcro; e, chinatosi, vide le fasce per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro, e vide le fasce per terra, e il sudario che era stato sul capo di Gesù, non per terra con le fasce, ma piegato in un luogo a parte.

Allora entrò anche l'altro discepolo che era giunto per primo al sepolcro, e vide, e credette.

Perché non avevano ancora capito la Scrittura, secondo la quale egli doveva risuscitare dai morti.

I discepoli dunque se ne tornarono a casa.

Maria, invece, se ne stava fuori vicino al sepolcro a piangere.

Mentre piangeva, si chinò a guardare dentro il sepolcro, ed ecco, vide due angeli, vestiti di bianco, seduti uno a capo e l'altro ai piedi, lì dov'era stato il corpo di Gesù.

Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?»

Ella rispose loro: «Perché hanno tolto il mio Signore e non so dove l'abbiano deposto».

Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù.

Gesù le disse: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?»

Ella, pensando che fosse l'ortolano, gli disse: «Signore, se tu l'hai portato via, dimmi dove l'hai deposto, e io lo prenderò».

Gesù le disse: «Maria!»

Ella, voltatasi, gli disse in ebraico: «Rabbunì!» che vuol dire: «Maestro!»

Gesù le disse: «Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli, e di' loro: "Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro"».

Maria Maddalena andò ad annunciare ai discepoli che aveva visto il Signore, e che egli le aveva detto queste cose.

La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, Gesù venne e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!»

E, detto questo, mostrò loro le mani e il costato.

I discepoli dunque, veduto il Signore, si rallegrarono.

Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch'io mando voi».

Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti».

Or Tommaso, detto Didimo, uno dei dodici, non era con loro quando venne Gesù.

Gli altri discepoli dunque gli dissero: «Abbiamo visto il Signore!»

Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò».

Otto giorni dopo, i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro.

Gesù venne a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!»

Poi disse a Tommaso: «Porgi qua il dito e guarda le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente».

Tommaso gli rispose: «Signor mio e Dio mio!»

Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»

Or Gesù fece in presenza dei discepoli molti altri segni miracolosi, che non sono scritti in questo libro; ma questi sono stati scritti, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome.

Dopo queste cose, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli presso il mare di Tiberiade; e si manifestò in questa maniera.

Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e due altri dei suoi discepoli erano insieme.

Simon Pietro disse loro: «Vado a pescare».

Essi gli dissero: «Veniamo anche noi con te».

Uscirono e salirono sulla barca; e quella notte non presero nulla.

Quando già era mattina, Gesù si presentò sulla riva; i discepoli però non sapevano che era Gesù.

Allora Gesù disse loro: «Figlioli, avete del pesce?»

Gli risposero: «No».

Ed egli disse loro: «Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete». Essi dunque la gettarono, e non potevano più tirarla su per il gran numero di pesci.

Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!»

Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare.

Ma gli altri discepoli vennero con la barca, perché non erano molto distanti da terra (circa duecento cubiti), trascinando la rete con i pesci.

Appena scesero a terra, videro là della brace e del pesce messovi su, e del pane.

Gesù disse loro: «Portate qua dei pesci che avete preso ora».

Simon Pietro allora salì sulla barca e tirò a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci; e benché ce ne fossero tanti, la rete non si strappò.

Gesù disse loro: «Venite a fare colazione». E nessuno dei discepoli osava chiedergli: «Chi sei?» Sapendo che era il Signore.

Gesù venne, prese il pane e lo diede loro; e così anche il pesce.

Questa era già la terza volta che Gesù si manifestava ai suoi discepoli, dopo esser risuscitato dai morti.

Quand'ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami più di questi?»

Egli rispose: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene».

Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli».

Gli disse di nuovo, una seconda volta: «Simone di Giovanni, mi ami?»

Egli rispose: «Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene».

Gesù gli disse: «Pastura le mie pecore».

Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?»

Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene».

Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità ti dico che quand'eri più giovane, ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti».

Disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio.

E, dopo aver parlato così, gli disse: «Seguimi».

Pietro, voltatosi, vide venirgli dietro il discepolo che Gesù amava; quello stesso che durante la cena stava inclinato sul seno di Gesù e aveva detto: «Signore, chi è che ti tradisce?»

Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e di lui che sarà?»

Gesù gli rispose: «Se voglio che rimanga finché io venga, che t'importa? Tu, seguimi».

Per questo motivo si sparse tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto; Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che t'importa?»

(Giovanni 20:1 / 21:23)

 

Giovanni è più circostanziato circa i discorsi che avvennero tra i discepoli e Gesù successivamente alla Sua risurrezione, discorsi che ponevano le basi per l’imminente incarico in affidamento.

 

Possiamo quindi elencare brevemente le varie apparizioni di Gesu Cristo risorto come segue:

1) a Maria Maddalena (Giovanni 20:11-18; Marco 16:9-11);

2) alle altre donne che andarono al sepolcro (Matteo 28:9);

3) a Pietro (Luca 24:34; 1Corinzi 15:5);

4) ai due discepoli sulla via d'Emmaus (Luca 24:13-35; Marco 16:12);

5) ai discepoli assieme radunati, meno Tommaso (Giovanni 20:19-24).

 

Una settimana dopo, apparve

6) ai discepoli tutti assieme, essendo Tommaso presente (Giacomo 20:25-29; Marco 16:14-18).

 

Poi apparve

7) ai sette discepoli al mar di Galilea (Giovanni 21:1-24);

8) a più di cinquecento discepoli (1Corinzi 15:6);

9) a Giacomo (1Corinzi 15:7);

10) agli apostoli in Gerusalemme (Atti 1:3-5; 1Corinzi 15:7);

11) presso Betania, all'Ascensione (Atti 1:6-11; Marco 16:19; Luca 24:50-51).

 

Gesù Cristo si presentò ai suoi "vivente"; e "vivente" sta davanti agli occhi della sua Chiesa che lo contempla e che vive della vita di lui (cfr Giovanni 14:19).

Gesù muore per espiare i nostri peccati (cfr 1Pietro 2:24), risuscita, e per la sua risurrezione noi acquistiamo la certezza che ogni nostro debito è pagato, perché Dio ha accettato, come valido a pagarlo, il sacrificio del Golgota (cfr Romani 4:25); Egli si mostra vivente, e sale al cielo per intercedere del continuo per noi (cfr Ebrei 7:25).

Quando lo contempliamo sul legno della croce, abbiamo nel cuore la pace che è il frutto della riconciliazione con Dio.

Quando contempliamo il sepolcro vuoto di Giuseppe d'Arimatea, abbiamo la gioia della Salvezza.

La risurrezione di Cristo non è un'idea, non è un mito, non fu effetto d'una illusione ottica, nè una creazione di fantasie innamorate; è un fatto storico, circondato da un nuvolo d'irrefragabili prove.

Le teorie intese a negare la risurrezione di Cristo passano e non lasciano che qualche debole traccia nel mondo delle idee; la risurrezione rimane, nel mondo dei fatti, come maestosa torre che non crolla, perché fondata sulla divina roccia della testimonianza apostolica.

 

LA CREDIBILITA’ DEGLI INSEGNAMENTI APOSTOLICI  IN QUANTO RICEVUTI DA GESU’ CRISTO RISORTO

 

Luca sottolinea a Teofilo che durante i quaranta giorni tra la risurrezione di Gesù e la Sua ascensione, Gesù diede precise istruzioni ai suoi discepoli circa il regno di Dio.

Di queste istruzioni troviamo sicuramente traccia nei tre evangeli sinottici, ma li vediamo esposti in dettaglio negli scritti neotestamentari.

Circa gli insegnamenti che Gesù diede e gli evangelisti riportano, elenco quanto risulta:

Quanto agli undici discepoli, essi andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro designato. E, vedutolo, l'adorarono; alcuni però dubitarono.

E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente».

(Matteo 28:16-20)

 

Matteo ci riporta essenzialmente il “grande mandato”, fondato sulla assoluta autorità ricevuta da Gesù Cristo risorto.

Nel mandato sono presenti degli atti e degli insegnamenti:

§  Fare discepoli ( ovvero formare nuovi discepoli con la trasmissione degli insegnamenti ricevuti );

§  Battezzare gli uomini convertiti nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo ( la completa rivelazione divina );

§  Insegnare ( con parole e con esempi di vita ), ad osservare i “comandamenti” ricevuti direttamente da Gesù Cristo, che troveremo ampiamente descritti nelle epistola come “sana dottrina”.

Questo “grande mandato”, sarebbe veramente gravoso ed impossibile da portare a termine se non fosse garantita la costante presenza di Gesù al nostro fianco.

Egli infatti ci garantisce la Sua presenza costante!

                       

E’ interessante notare che nelle parole di Gesù era già chiaro che l’evangelo era per tutti i popoli della terra, ma questa istruzione non fu subito capita dai discepoli, ci furono successive rivelazioni particolari a riguardo che vedremo in seguito.

 

E disse loro: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato. Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demòni; parleranno in lingue nuove; prenderanno in mano dei serpenti; anche se berranno qualche veleno, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno».

Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

E quelli se ne andarono a predicare dappertutto e il Signore operava con loro confermando la Parola con i segni che l'accompagnavano.

(Marco 16:15-20)

 

Marco si sofferma sui segni che accompagnarono la testimonianza apostolica.

L’autorità apostolica (per quanto comprendo dalla lettura della Scrittura), si è completata con la rivelazione della Parola scritta, sarebbe quindi oggi alquanto disutile e assai rischioso aprirsi a nuove rivelazioni extra-scritturali (cfr Apocalisse 22:18-19). 

 

Poi disse loro: «Queste sono le cose che io vi dicevo quand'ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi».

Allora aprì loro la mente per capire le Scritture e disse loro: «Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. Voi siete testimoni di queste cose.

Ed ecco io mando su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi, rimanete in questa città, finché siate rivestiti di potenza dall'alto».

Poi li condusse fuori fin presso Betania; e, alzate in alto le mani, li benedisse.

Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato su nel cielo.

Ed essi, adoratolo, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio, benedicendo Dio.

(Luca 24:44-53)

 

Luca ci evidenzia il compimento di tutte le profezie dell’antico testamento in Gesù Cristo.

E’ in questa chiave di lettura che noi dobbiamo studiare gli scritti dell’Antico Patto e tutti i Salmi, dove vediamo il compimento di tutto nella persona di Gesù Cristo, in quanto tutto è stato scritto in funzione di Lui, per il nostro ammaestramento.

 

***

 4 Trovandosi con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'attuazione della promessa del Padre, «la quale», egli disse, «avete udita da me.

5 Perché Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati in Spirito Santo fra non molti giorni».

 

Gesù da una precisa istruzione, un ordine dato ai discepoli: aspettare l’attuazione della promessa del Padre, la discesa dello Spirito Santo.

La promessa della venuta dello Spirito Santo, fu un preciso insegnamento che Gesù diede ai discepoli durante l’ultima cena (avete udita da me):

Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce.

Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi.

Non vi lascerò orfani; tornerò da voi.

Ancora un po', e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete.

In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi.

Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Giuda (non l'Iscariota) gli domandò: «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?»

Gesù gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l'amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato.

Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto.

Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti.

Avete udito che vi ho detto: "Io me ne vado, e torno da voi"; se voi mi amaste, vi rallegrereste che io vada al Padre, perché il Padre è maggiore di me.

Ora ve l'ho detto prima che avvenga, affinché, quando sarà avvenuto, crediate.

(Giovanni 14:15-29)

 Da queste dichiarazioni possiamo dedurre che Gesù e lo Spirito Santo sono una stessa cosa, Gesù ha garantito la Sua presenza costante (cfr Matteo 28:20) e nello stesso modo dichiara che il Consolatore, lo Spirito Santo, starà con noi per sempre.

Ovvero è la manifestazione di Cristo risorto che accompagna i Suoi discepoli durante tutto il periodo che il corpo naturale dell’uomo e l’attesa del compimento dei nuovi cieli e nuova terra li separano in attesa dell’incontro che culminerà nelle nozze dell’Agnello e l’unione “fisica” tra Cristo e la Sua sposa, la Chiesa! ( cfr Apocalisse 19:1-10).

 I discepoli, quindi si trovano nell’attesa di ricevere una “nuova forza”, che mai era stato possibile rilasciare prima, che solo la Vittoria di Cristo ne ha permesso la discesa.

Ogni esempio di forza spirituale prima descritto non è paragonabile a quanto Dio sta per manifestare nel giorno che i discepoli stanno aspettando.

Qui trovano applicazione le parole che Gesù disse circa Giovanni il battista:

In verità io vi dico, che fra i nati di donna non è sorto nessuno maggiore di Giovanni il battista; eppure il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.

(Matteo 11:11)

 

Questa “nuova forza”, questo Consolatore, trasformerà letteralmente questi discepoli impauriti, duri a credere, in veri araldi del Vangelo, che vedremo all’opera nel proseguimento dello studio.

Qui trovano applicazione le parole che Gesù disse ai suoi durante l’ultima cena:

Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla.   (Giovanni 15:5)

 

La parola “battezzare”, che normalmente significa “immergere”, qui contiene l’idea di ”unire con” come anche descritto nel testo di 1 Corinzi 10:1-4:

Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, passarono tutti attraverso il mare, furono tutti battezzati nella nuvola e nel mare, per essere di Mosè; mangiarono tutti lo stesso cibo spirituale, bevvero tutti la stessa bevanda spirituale, perché bevevano alla roccia spirituale che li seguiva; e questa roccia era Cristo.

Qui trovano applicazione le parole di Paolo:

Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno una medesima funzione, così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro.

(Romani 12:4-5)

 

Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo.

Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito.

Infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra.

Se il piede dicesse: «Siccome io non sono mano, non sono del corpo», non per questo non sarebbe del corpo.

Se l'orecchio dicesse: «Siccome io non sono occhio, non sono del corpo», non per questo non sarebbe del corpo.

Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l'udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l'odorato?

Ma ora Dio ha collocato ciascun membro nel corpo, come ha voluto.

Se tutte le membra fossero un unico membro, dove sarebbe il corpo?

Ci sono dunque molte membra, ma c'è un unico corpo; l'occhio non può dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né il capo può dire ai piedi: «Non ho bisogno di voi».

Al contrario, le membra del corpo che sembrano essere più deboli, sono invece necessarie; e quelle parti del corpo che stimiamo essere le meno onorevoli, le circondiamo di maggior onore; le nostre parti indecorose sono trattate con maggior decoro, mentre le parti nostre decorose non ne hanno bisogno; ma Dio ha formato il corpo in modo da dare maggior onore alla parte che ne mancava, perché non ci fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero la medesima cura le une per le altre.

Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.

Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua.

(1 Corinzi 12:12-27)

 

Nelle altre epoche non fu concesso ai figli degli uomini di conoscere questo mistero, così come ora, per mezzo dello Spirito, è stato rivelato ai santi apostoli e profeti di lui; vale a dire che gli stranieri sono eredi con noi, membra con noi di un medesimo corpo e con noi partecipi della promessa fatta in Cristo Gesù mediante il vangelo, di cui io sono diventato servitore secondo il dono della grazia di Dio a me concessa in virtù della sua potenza.

(Efesini 3:5-7)

 

***

6 Quelli dunque che erano riuniti gli domandarono: «Signore, è in questo tempo che ristabilirai il regno a Israele?»

7 Egli rispose loro: «Non spetta a voi di sapere i tempi o i momenti che il Padre ha riservato alla propria autorità. 8 Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra».

 

I discepoli dimostrano ancora una volta la loro cecità spirituale, la mancanza dello Spirito Santo in loro è evidente.

In realtà tale ragionamento era in parte giustificato dal fatto che per loro la “potenza ricevuta” e la restaurazione del regno di Israele fossero l’una conseguenza dell’altra.

Infatti la parola greca tradotta per “tempi” (chronous) si riferisce alla durata del tempo, e la parola “momenti” (kairous) si riferisce sia alla lunghezza che alla qualità di quel “tempo” (es. tempi difficili…).

Ben diverse sono le loro convinzioni quando avranno “ricevuto potenza”.

Allora insegneranno loro agli altri queste cose, ma nel rispetto dei tempi e nei momenti di Dio.

Paolo, Pietro, l’autore della lettera agli ebrei ed in particolare Giovanni, daranno delle precise indicazioni profetiche, dietro la rivelazione del Consolatore!

Paolo, nella prima lettera ai tessalonicesi, parla come di cose ormai rivelate “i tempi e i momenti”:

Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte.

Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno.

Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno abbia a sorprendervi come un ladro; perché voi tutti siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre.

Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri; poiché quelli che dormono, dormono di notte, e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte.

Ma noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell'amore e preso per elmo la speranza della salvezza.

Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, il quale è morto per noi affinché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.  Perciò, consolatevi a vicenda ed edificatevi gli uni gli altri, come d'altronde già fate.

(1 Tessalonicesi 5:1-11)

 

Il fatto che Gesù dichiari che come Figlio d’uomo non conosce il giorno e l’ora di tale evento non limita la Sua deità. Egli sta parlando come Figlio dell’uomo sottomesso al Padre, il Quale stabilisce i tempi ed i momenti.

Gesù precisa nuovamente che solo dopo aver “ricevuto potenza”, i discepoli saranno in grado di essere testimoni.

Anzi, il “ma” che precede la frase, intenderebbe:

…invece di ricercare i tempi e i momenti che Dio si è riservato per la Sua autorità… …dopo aver ricevuto potenza, voi preoccupatevi di essere miei testimoni…

Questo ci insegna che la predicazione, la testimonianza del Signore, per essere efficace, deve provenire da cuori rigenerati dallo Spirito Santo.

Non sono le parole (finanche giuste e corrette), non è neanche un buon comportamento morale fine a se stesso che può essere una testimonianza che “convince”.

E’ lo Spirito Santo che agisce, che convince per mezzo di noi, delle nostre parole e dei nostri atti.

Non si può essere testimoni del Signore senza l’aiuto indispensabile dello Spirito Santo, non si può servire il Signore se non siamo Suoi servi!

 

***

 9 Dette queste cose, mentre essi guardavano, fu elevato; e una nuvola, accogliendolo, lo sottrasse ai loro sguardi.

10 E come essi avevano gli occhi fissi al cielo, mentre egli se ne andava, due uomini in vesti bianche si presentarono a loro e dissero: 11 «Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo».

 Luca riprende qui quanto già descritto alla fine del suo evangelo:

Poi li condusse fuori fin presso Betania; e, alzate in alto le mani, li benedisse.

Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato su nel cielo.

Ed essi, adoratolo, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio, benedicendo Dio.

(Luca 24:50-53)

 

Di questo momento ne parla anche Marco:

Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

(Marco 16:19)

 Nel complessivo di quanto riportato di questo momento, possiamo notare, che Gesù è asceso accompagnato da una nuvola.

Questo ritorno del Signore con le nuvole, è confermato anche da altre Scritture:

Ecco, egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero, e tutte le tribù della terra faranno lamenti per lui. Sì, amen.

(Apocalisse 1:7)

Il testo ci riporta della presenza di questi due uomini, due testimoni, vestiti di bianco (simbolo di purezza e di santità).

Il fatto che siano due è coerente con la quanto si aspettavano gli uomini, come ci conforta leggendo quanto scrisse Giovanni:

D'altronde nella vostra legge è scritto che la testimonianza di due uomini è vera.

(Giovanni 8:17)

La presenza di questa nuvola, che evidentemente accompagnerà Gesù nel suo ritorno (secondo la promessa dei due uomini del verso 11) sono nient’altro che l’esercito celeste che accompagnerà Gesù Cristo nella Sua seconda venuta descritta in Apocalisse 19:

Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con giustizia. I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui. Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio.

Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro.

Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino dell'ira ardente del Dio onnipotente.

E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI.

(Apocalisse 19:11-16)

 

Poi il SIGNORE si farà avanti e combatterà contro quelle nazioni, come egli combatté tante volte nel giorno della battaglia.

In quel giorno i suoi piedi si poseranno sul monte degli Ulivi, che sta di fronte a Gerusalemme, a oriente, e il monte degli Ulivi si spaccherà a metà, da oriente a occidente, tanto da formare una grande valle; metà del monte si ritirerà verso settentrione e l'altra metà verso il meridione.

Voi fuggirete per la valle dei miei monti, poiché la valle dei monti si estenderà fino ad Asal; fuggirete come fuggiste per il terremoto ai giorni di Uzzia, re di Giuda; il SIGNORE, il mio Dio, verrà e tutti i suoi santi con lui.

(Zaccaria 14:3-5)

L'Ascensione è il degno coronamento della vita di Cristo.

Una vita per ogni aspetto eccezionale come quella di Cristo, doveva finire in modo eccezionale.  Anche Enoc (cfr Genesi 5:24; Ebrei 11:5) ed Elia (2Re 2:11) ebbero da Dio l'onore di una fine tutta eccezionale; ma la fine del Cristo è più sublime della fine di Enoc e di Elia.

È cosa grande, infatti, "l'esser trasportati", come Enoc, nei cieli, dopo una vita di quieta e tranquilla comunione con Dio; è cosa grande il "Salire al cielo in un turbine", dopo avere, come Elia, difeso la verità dell'Eterno con la spada in pugno (1Re 18:40); ma è cosa più grande ancora l'ascendere al cielo, come il Cristo, dopo aver annunciato in pace la parola dell'amore, e dopo avere, Egli pure, dato sè stesso per riconciliare con Dio il mondo empio ed impuro (cfr 2 Corinzi 5:19-21).

 

L'Ascensione è il premio divino che Gesù ebbe per il suo profondo abbassamento.

"Chi s'abbassa sarà innalzato", diceva Gesù (cfr Matteo 23:12; Luca 18:14); e Paolo scrive ai filippesi: "Gesù s'è abbassato, rendendosi ubbidiente sino alla morte ed alla morte della croce; perciò, per questa ragione, cioè, Iddio lo ha sovranamente innalzato" (Filippesi 2:8).

 Se il Salvatore dopo essere risuscitato fosse rimasto sempre fra gli uomini, la Chiesa sarebbe stata condannata a camminare "per la vista e non per la fede"; si sarebbe attaccata alla presenza materiale del suo Capo; la superstizione avrebbe preso il posto della vita cristiana ed il pellegrinaggio il posto della preghiera.

 L'Ascensione che glorifica sovranamente Gesù Cristo, glorifica anche l'umanità; essa la fa entrare nei cieli nella persona dell'Uomo-Dio.

 Paolo, apostolo non da parte di uomini né per mezzo di un uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti, e tutti i fratelli che sono con me, alle chiese della Galazia; grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo, che ha dato se stesso per i nostri peccati, per sottrarci al presente secolo malvagio, secondo la volontà del nostro Dio e Padre, al quale sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Mi meraviglio che così presto voi passiate, da colui che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo, a un altro vangelo.

Ché poi non c'è un altro vangelo; però ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.

Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema.

Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema.

(Galati 1:1-9)

 

 

Gianni Marinuzzi