L'arrivo del Consolatore - La Pentecoste

ATTI DEGLI APOSTOLI
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Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo.

Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov'essi erano seduti.

Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro.

Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.

Or a Gerusalemme soggiornavano dei Giudei, uomini religiosi di ogni nazione che è sotto il cielo.

Quando avvenne quel suono, la folla si raccolse e fu confusa, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua.

E tutti stupivano e si meravigliavano, dicendo: «Tutti questi che parlano non sono Galilei?

Come mai li udiamo parlare ciascuno nella nostra propria lingua natìa?

Noi Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia cirenaica e pellegrini romani, tanto Giudei che proseliti, Cretesi e Arabi, li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue».

Tutti stupivano ed erano perplessi chiedendosi l'uno all'altro: «Che cosa significa questo?»

Ma altri li deridevano e dicevano: «Sono pieni di vino dolce».

 

***

 Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo.

 

Per capire al meglio il significato di questo evento,  importante avere presente le sette feste ebraiche, di cui questa  quella centrale.

Il popolo di Israele doveva rispettare le seguenti feste:

-          La Pasqua

-          La festa dei pani azzimi

-          La festa delle primizie

-          Il giorno della pentecoste

-          La festa delle trombe

-          Il giorno delle espiazioni

-          La festa delle capanne

 

L’uomo, in seguito alla caduta  stato condannato a “lavorare la terra” tra spine e tribolazioni, ma per il popolo di Dio, vi è una speranza: la festa! Simboleggiata nel giorno del sabato, il giorno del riposo, il popolo di Dio deve sapere che per lui ci sarà un riposo!

Il peccato ha reso impossibile per l’uomo il godimento del riposo di Dio, ma attraverso una progressiva liberazione l’uomo avrà nuovamente accesso a questo riposo.

Le feste dell’Eterno, come ce le presenta il capitolo 23 del Levitico, sono delle “solennità dell’Eterno”.

Sono dei tempi che Dio stesso si è preso, si è messo da parte per la Sua Gloria!

In esse possiamo vedere l’opera che Dio ha fatto, il Suo disegno benevolo realizzato, hanno quindi un significato dottrinale e profetico che l’uomo di Dio farebbe bene a conoscere per capire sempre di più l’Opera sublime dell’Eterno.

Questi sono anche i tempi di cui parlava Gesù ai discepoli poco prima della Sua ascensione:

Non spetta a voi di sapere i tempi o i momenti che il Padre ha riservato alla propria autorità

(Atti 1:7)

 

Sono i tempi di Dio!

 Sono dei tempi e momenti in cui l’uomo deve riposare, in quanto l’Eterno sta svolgendo Lui il lavoro, è Lui che Opera e l’uomo non deve entrare …è un tempo Suo!

 

Il primo passo verso il riposo di Dio è la redenzione, da cui la necessità della prima festa, La  Pasqua, fondamento di tutte le altre.

Dio vede nel sangue di Gesù Cristo l’espiazione del peccato, la propiziazione, ovvero il compiacimento nell’opera della croce.

L’agnello pasquale diviene il nutrimento di coloro che sono nella casa dove il sangue è stato posto sugli stipiti della porta, quella casa che si è provveduta un agnello, lo ha custodito, lo ha sgozzato e ne ha intinto il sangue per spargerlo sugli stipiti, avendo fede nella promessa secondo la quale il primogenito sarebbe stato risparmiato dal giudizio.

La pasqua diventerà il memoriale celebrato ogni anno, così come la Cena del Signore deve essere celebrata ogni qual volta la Chiesa si raduna per adorare il Signore.

La Pasqua anticipa la croce, la Cena la ricorda.

La Pasqua rappresenta la redenzione.

La festa dei pani azzimi è legata strettamente alla Pasqua, anzi sembra esserne il suo naturale seguito.

Non si può credere nel sacrificio espiatorio continuando a vivere come prima.

La Pasqua doveva essere mangiata con pani senza lievito, ma non solo tutta la settimana che seguiva (che rappresenta la vita restante del riscattato) doveva essere vissuta con lo stesso alimento.

Durante quella settimana, non si doveva trovare lievito in tutto il territorio confinato di Israele.

La festa dei pani azzimi rappresenta la santificazione, rappresenta il periodo che trascorre tra la morte di Gesù e la Sua resurrezione.

 

La terza festa dell’Eterno ( la festa delle primizie ) si svolgeva quando le primizie del raccolto venivano portate all’Eterno invece la domenica mattina (il giorno dopo il sabato), all’alba del nuovo giorno.

Questo ci porta inevitabilmente alla resurrezione di Gesù Cristo!

Primizia della mietitura, la mannella di spighe ci parla proprio di Gesù Cristo risorto.

Come abbiamo precedentemente visto, fino a che non veniva presentata la mannella delle primizie, non si poteva parlare di “nuovo cibo”.

Dopo l’offerta delle primizie, il raccolto continuava per sette settimane:

Conterai sette settimane; da quando si metterà la falce nella messe comincerai a contare sette settimane;

(Deuteronomio 16:9)

La festa delle primizie rappresenta la resurrezione di Cristo.

 

 

Proprio dopo 49 giorni dalla festa delle primizie avviene la festa delle pentecoste (la festa della mietitura). La festa della mietitura è la quarta delle sette feste, quella centrale.

Questo intervallo di tempo tra la resurrezione di Cristo e la nostra resurrezione corporale (o trasformazione per coloro che saranno viventi al Suo ritorno – cfr 1 Tessalonicesi 4:13-17), ci parla del periodo di transizione tra la nuova nascita e la manifestazione dei figli di Dio.

Giovanni parla di questo nella sua prima lettera:

Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo.

Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è. (1 Giovanni 3:2)

 

In questo periodo antecedente la festa delle pentecoste, vediamo i discepoli di Gesù nella “camera alta”, riuniti insieme in preghiera e di pari consentimento,  proprio come la Chiesa del Signore durante questo periodo di attesa.

Questo periodo è descritto da Paolo nella seconda lettera ai corinzi:

vi ho fidanzati a un unico sposo, per presentarvi come una casta vergine a Cristo.

(2 Corinzi 11:2)

 

Quel giorno di festa, si onorava la solennità del Signore con l’offerta di due pani per un'offerta agitata, i quali saranno di due decimi di un efa di fior di farina e cotti con lievito, unitamente a sette agnelli dell’anno, senza difetto, un toro e due montoni:

Dall'indomani del sabato, dal giorno che avrete portato l'offerta agitata del fascio di spighe, conterete sette settimane intere.

Conterete cinquanta giorni fino all'indomani del settimo sabato e offrirete al SIGNORE una nuova oblazione.

Porterete dai luoghi dove abiterete due pani per un'offerta agitata, i quali saranno di due decimi di un efa di fior di farina e cotti con lievito; sono le primizie offerte al SIGNORE.

Con quei pani offrirete sette agnelli dell'anno, senza difetto, un toro e due montoni, che saranno un olocausto al SIGNORE insieme alla loro oblazione e alle loro libazioni; sarà un sacrificio consumato dal fuoco, di profumo soave per il SIGNORE.

E offrirete un capro come sacrificio per il peccato e due agnelli dell'anno come sacrificio di riconoscenza.

Il sacerdote offrirà gli agnelli con il pane delle primizie, come offerta agitata davanti al SIGNORE; tanto i pani quanto i due agnelli consacrati al SIGNORE apparterranno al sacerdote.

In quel medesimo giorno proclamerete la festa e avrete una santa convocazione. Non farete nessun lavoro ordinario.

È una legge perenne, di generazione in generazione, in tutti i luoghi dove abiterete.

(Levitico 23:15-21)

 

Questi pani offerti dopo la resurrezione di Gesù Cristo, ci parlano dei due popoli che Dio ha unito e che sono un’offerta unica (Israeliti e gentili), Paolo parla di questa offerta:

Lui, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell'inimicizia, la legge fatta di comandamenti in forma di precetti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo facendo la pace; e per riconciliarli tutti e due con Dio in un corpo unico mediante la sua croce, sulla quale fece morire la loro inimicizia.

Con la sua venuta ha annunciato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini; perché per mezzo di lui gli uni e gli altri abbiamo accesso al Padre in un medesimo Spirito.

(Efesini 2:14-18)

 

Anche questi pani e questi due agnelli (Gesù Cristo uomo e Dio), vengono agitati davanti all’Eterno per essere esaminati, approvati e   trovati di Suo gradimento perché sono della stessa sostanza della primizia, di Cristo:

Se la primizia è santa, anche la massa è santa; se la radice è santa, anche i rami sono santi.

(Romani 11:16)

 

A differenza delle offerte presentate prima della mietitura (che erano senza lievito), ora l’offerta è presentata con pani lievitati, ma del lievito di Cristo.

Gesù insegnò in tal senso:

A che cosa paragonerò il regno di Dio?

Esso è simile al lievito che una donna ha preso e mescolato in tre misure di farina, finché sia tutta lievitata.

(Luca 13:20-21)

 

C’è lievito e lievito, un conto è il lievito del peccato dal quale bisogna guardarsi per non esserne contaminati, un altro conto è il lievito di Cristo dal quale dobbiamo lasciarci “trasformare” come una nuova pasta, Paolo porta ancora due splendidi esempi in tal senso:

Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.

(Romani 12:2)

 

E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Signore, che è lo Spirito.

(2 Corinzi 3:18)

 

Una cosa profondamente nuova di questa festa rispetto alle precedenti è la presenza delle offerte volontarie in misura delle benedizioni ricevute:

Conterai sette settimane; da quando si metterà la falce nella messe comincerai a contare sette settimane; poi celebrerai la festa delle Settimane in onore del SIGNORE tuo Dio, mediante offerte volontarie, che presenterai nella misura delle benedizioni che avrai ricevute dal SIGNORE tuo Dio.

 

Come siamo ormai lontani dalle prescrizioni della Legge, dalle precise istruzioni, dal peso e dal numero … ora si parla di volontarietà… …secondo le benedizioni ricevute da Dio!

 

Questa è la Legge della Libertà e l’azione dello Spirito Santo!

 

Qui trova l’applicazione quanto diceva Gesù alla samaritana:

Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori.

Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità.

(Giovanni 4:23-24)

 

L’adorazione qui rappresentata è un’adorazione che deriva dalle benedizioni ricevute, non “affinchè le riceviamo”!

Paolo infatti scrive così agli efesini, circa tutte le benedizioni che abbiamo già ricevuto:

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.

In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio.  n lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia, che egli ha riversata abbondantemente su di noi dandoci ogni sorta di sapienza e d'intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé, per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti.  Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra.

In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà, per essere a lode della sua gloria; noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo.  In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria.

(Efesini 1:3-14)

L’autore alla lettera agli ebrei, ci parla di questa offerta continua che siamo invitati a portare sempre davanti al Padre:

Per mezzo di Gesù, dunque, offriamo continuamente a Dio un sacrificio di lode: cioè, il frutto di labbra che confessano il suo nome.

(Ebrei 13:15)

 

Ciò che ci colpisce in questa festa è il largo posto che occupano i sacrifici offerti insieme a questa nuova oblazione dei due pani (i due popoli) e dei due agnelli (il sacrificio per i due popoli); ritroviamo qui l’olocausto, l’offerta di fior di farina intrisa con l’olio, il sacrificio di prosperità, il sacrificio per il peccato, ovvero tutto l’apprezzamento dell’opera di Gesù Cristo.

Questo ci deve rendere particolarmente fieri di vivere il tempo della Chiesa, dove, per l’azione dello Spirito Santo, abbiamo l’opportunità di conoscere molto più completamente che in passato, l’Opera del nostro Signore.

La pentecoste è strettamente legata alla mietitura, che vediamo realizzata nel tempo della Chiesa, ma essa non termina, occorreva lasciare “gli angoli e un residuo per il povero”.

La mietitura continuerà dopo il rapimento della Chiesa, ci sarà il residuo di Israele “il povero” (i 144.000 di Apocalisse 7:1-8 e 14:1-5), la folla immensa di coloro che arriveranno dalla grande tribolazione “lo straniero” (Apocalisse 7:9-17 e 19:1-3), anche questi saranno raccolti, ma in un secondo tempo!

La pentecoste è quindi quella solennità dell’Eterno che rappresenta il raccolto, la messe che biancheggia e che può finalmente essere raccolta in quanto l’Opera giustificatrice e vivificante di Gesù Cristo  stata completata.

La pentecoste ci parla anche dell’Evangelo per tutti, mentre nell’evento della torre di Babele Dio aveva confuso le lingue, qui ognuno ode nella propria lingua, Dio parla ora a tutti i popoli, non più solo al popolo di Israele, la Buona Notizia, grazie al sacrificio espiatorio di Gesù Cristo, è ora per tutti!

In questo passo possiamo vedere come Gesù Cristo non è venuto per abolire l’Antico Patto ma per compierlo, per dargli quel vero significato:

Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento.

(Matteo 5:17)

Le altre feste sono:

- la festa delle trombe che rappresenta gli ultimi appelli

- il giorno delle espiazioni (il giorno del giudizio)

- la festa delle capanne (il regno di Gesù Cristo)

 

***

 2  Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov'essi erano seduti.

Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro.

Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.

 

Gli interventi del Signore, i giorni riservati alla Sua autorità sono sempre “improvvisi”, ma non “inaspettati” per i Suoi (la pasqua e la fuga dall’Egitto, la prima venuta di Gesù Cristo, la Sua morte, la Sua resurrezione, la discesa dello Spirito Santo, gli avvertimenti, il giudizio, il Suo regno).

I discepoli infatti erano perfettamente al corrente che questo evento sarebbe avvenuto “fra non molti giorni” (cfr Atti 1:5).

E’ sempre stato così e sarà sempre così, il profeta Amos scriveva già 2750 anni fa:

Poiché il Signore, DIO, non fa nulla senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti.

(Amos 3:7)

 

Ancora oggi noi aspettiamo il ritorno del Signore per il rapimento, quel giorno è atteso dai Suoi ma per gli increduli verrà “come un ladro nella notte”:

Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte. Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno.

Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno abbia a sorprendervi come un ladro; perché voi tutti siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre.

Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri; poiché quelli che dormono, dormono di notte, e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte.  (1 Tessalonicesi 5:1-7)

 

L’evento ha origini celesti, difatti il suono “viene dal cielo”, come “un vento impetuoso che soffia”.

Il paragone dello Spirito Santo come un vento, l’aveva già fatto Gesù nel Suo discorso a Nicodemo:

Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito   (Giovanni 3:8)

 

Questa effusione dello Spirito Santo arriva dalle narici di Dio, è il Suo soffio, quello che Egli inalò nelle narici di Adamo:

Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente.

(Genesi 2:7)

 

Gesù mandò già sui discepoli il suo soffio:

Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo.

(Giovanni 20:22)

 

Ma evidentemente, fino a che Egli non fu asceso al Padre, approvato pienamente, dichiarato GIUSTO e GIUSTIFICANTE nei cieli, non poteva scendere lo Spirito Santo in modo completo, Gesù parlò chiaramente di questo ai Suoi:

Io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada; perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò. Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato.

Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire.

Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.

Tutte le cose che ha il Padre, sono mie; per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annuncerà.

(Giovanni 16:7-15)

 

Lo Spirito Santo è ora non solo sui discepoli, ma in tutta la casa.

Oltre al suono del vento, ci fu un’altra manifestazione, questa volta visiva, apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro…

 

***

 Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.

 

La manifestazione finale di questa effusione di Spirito Santo è quella della espressione delle lingue (evidentemente lingue conosciute, altrimenti Luca non avrebbe parlato di lingue ma di “espressioni vocali”).

Il fine di questo evento miracoloso (perché “i segni miracolosi” hanno sempre un fine, non sono mai fine a sé stessi), era quello di aprire una nuova dispensazione, l’Evangelo è ormai per tutte le nazioni, fino a quel momento Dio aveva “confuso le lingue” e parlava solo con il popolo di Israele, da questo momento il Suo messaggio è rivolto a tutta l’umanità!

La festa (solennità) della pentecoste durava  un giorno, non è una festa che dura “settimane”, questo ci fa anche comprendere che questo evento è ben definito nel tempo.

Ogni figlio di Dio e servo del Signore è chiamato ad amministrare con fedeltà la Sua Parola, Paolo dice chiaramente che:

Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno.

(Romani 12:3)

 

Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra.

Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra; poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù.

Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno.

Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco.   (1 Corinzi 3:10) 

Quindi ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio  (Romani 14:12) 

Del resto, quel che si richiede agli amministratori è che ciascuno sia trovato fedele.   (1 Corinzi 4:2)

 

Perciò non giudicate nulla prima del tempo, finché sia venuto il Signore, il quale metterà in luce quello che è nascosto nelle tenebre e manifesterà i pensieri dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.

(1 Corinzi 4:15)

 

Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male.

(2 Corinzi 5:10) 

Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo.

(1 Giovanni 4:1)

 

A ciascuno le proprie valutazioni.

Altra cosa è il “dono delle lingue” di cui si parla nelle epistole, che sarà oggetto di altro studio.

La Pentecoste è il messaggio di Salvezza di Dio (suono come di un vento impetuoso) che scende dal cielo, tradotto per tutti gli uomini che sono sotto il cielo, “prima dal giudeo e poi dal greco”, affinchè ognuno lo possa intendere nella propria lingua.

Ogni altra manifestazione che non tenda a questo… …ognuno ne risponderà per sé stesso.

Solo dopo la resurrezione di Gesù Cristo poteva essere inviato questo messaggio, è giunto il giorno!

 

***

 5 Or a Gerusalemme soggiornavano dei Giudei, uomini religiosi di ogni nazione che è sotto il cielo.

Quando avvenne quel suono, la folla si raccolse e fu confusa, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua.

E tutti stupivano e si meravigliavano, dicendo: «Tutti questi che parlano non sono Galilei?  Come mai li udiamo parlare ciascuno nella nostra propria lingua natìa?

Noi Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia cirenaica e pellegrini romani, tanto Giudei che proseliti, Cretesi e Arabi, li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue».

 

Luca ci informa che in quei giorni a Gerusalemme soggiornavano “uomini religiosi”, ovvero uomini che seguivano determinate regole imposte dalla tradizione, ma prive della salvezza di Dio.

Paolo si trovò ad affrontare una folla di “uomini religiosi” in Atene, e il discorso fu del tutto simile, per Dio ogni “religione” è uguale, non conta se a Gerusalemme o ad Atene…:

E Paolo, stando in piedi in mezzo all'Areòpago, disse: «Ateniesi, vedo che sotto ogni aspetto siete estremamente religiosi. Poiché, passando, e osservando gli oggetti del vostro culto, ho trovato anche un altare sul quale era scritto: Al dio sconosciuto. Orbene, ciò che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annuncio. Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d'uomo; e non è servito dalle mani dell'uomo, come se avesse bisogno di qualcosa; lui, che dà a tutti la vita, il respiro e ogni cosa. Egli ha tratto da uno solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino su tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche loro assegnate, e i confini della loro abitazione, affinché cerchino Dio, se mai giungano a trovarlo, come a tastoni, benché egli non sia lontano da ciascuno di noi. Difatti, in lui viviamo, ci moviamo, e siamo, come anche alcuni vostri poeti hanno detto: "Poiché siamo anche sua discendenza".

Essendo dunque discendenza di Dio, non dobbiamo credere che la divinità sia simile a oro, ad argento, o a pietra scolpita dall'arte e dall'immaginazione umana. Dio dunque, passando sopra i tempi dell'ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell'uomo ch'egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti».

(Atti 17:22-31)

 

Paolo testimoniò di essere stato anch’egli un uomo estremamente religioso:

Quale sia stata la mia vita fin dalla mia gioventù, che ho trascorsa a Gerusalemme in mezzo al mio popolo, è noto a tutti i Giudei, perché mi hanno conosciuto fin da allora, e sanno, se pure vogliono renderne testimonianza, che, secondo la più rigida setta della nostra religione, sono vissuto da fariseo.

(Atti 26:4-5)

 

Non si può sapere se tutte le genti videro la manifestazione visiva delle lingue “come di fuoco”, ma è espressamente detto che il suono raccolse le folle, quindi fu udito da tutti ed attirò la attenzione di coloro che erano presenti.

A conferma delle lingue esistenti abbiamo lo stesso commento degli uditori convenuti, che dichiarano espressamente di udirli ciascuno nella propria lingua.

Questi popoli che odono la Parola di Dio, sono originari di diverse nazioni che erano notoriamente nemiche del popolo di Israele, Paolo scriverà così:

Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli. Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri.

Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù, per mostrare nei tempi futuri l'immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù.

Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo. Perciò, ricordatevi che un tempo voi, stranieri di nascita, chiamati incirconcisi da quelli che si dicono circoncisi, perché tali sono nella carne per mano d'uomo, voi, dico, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d'Israele ed estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo. Lui, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell'inimicizia, la legge fatta di comandamenti in forma di precetti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo facendo la pace; e per riconciliarli tutti e due con Dio in un corpo unico mediante la sua croce, sulla quale fece morire la loro inimicizia.

Con la sua venuta ha annunciato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini; perché per mezzo di lui gli uni e gli altri abbiamo accesso al Padre in un medesimo Spirito.

Così dunque non siete più né stranieri né ospiti; ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio. Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l'edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore. In lui voi pure entrate a far parte dell'edificio che ha da servire come dimora a Dio per mezzo dello Spirito.

(Efesini 2)

 

E voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e delle vostre opere malvagie, ora Dio vi ha riconciliati nel corpo della carne di lui, per mezzo della sua morte, per farvi comparire davanti a sé santi, senza difetto e irreprensibili, se appunto perseverate nella fede, fondati e saldi e senza lasciarvi smuovere dalla speranza del vangelo che avete ascoltato, il quale è stato predicato a ogni creatura sotto il cielo e di cui io, Paolo, sono diventato servitore.

(Colossesi 1:21-23)

 

***

12 Tutti stupivano ed erano perplessi chiedendosi l'uno all'altro: «Che cosa significa questo?»  Ma altri li deridevano e dicevano: «Sono pieni di vino dolce».

La manifestazione divide l’uditorio, la perplessità evidentemente colpisce tutti ma c’è chi è giustamente perplesso e si chiede che significato possa avere e c’è chi superficialmente si beffa di Dio.

Questo è sempre stato e sempre sarà il risultato della predicazione del Vangelo, della manifestazione di Dio, non ci deve stupire.

La manifestazione è umanamente incomprensibile, è un intervento diretto di Dio, miracoloso, evento esattamente contrario a quello che Dio fece (una volta) davanti alla torre di Babele:

Tutta la terra parlava la stessa lingua e usava le stesse parole.

Dirigendosi verso l'Oriente, gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Scinear, e là si stanziarono.

Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamo dei mattoni cotti con il fuoco!»

Essi adoperarono mattoni anziché pietre, e bitume invece di calce.

Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga fino al cielo; acquistiamoci fama, affinché non siamo dispersi sulla faccia di tutta la terra».

Il SIGNORE discese per vedere la città e la torre che i figli degli uomini costruivano. Il SIGNORE disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è il principio del loro lavoro; ora nulla impedirà loro di condurre a termine ciò che intendono fare. Scendiamo dunque e confondiamo il loro linguaggio, perché l'uno non capisca la lingua dell'altro!»

Così il SIGNORE li disperse di là su tutta la faccia della terra ed essi cessarono di costruire la città.

Perciò a questa fu dato il nome di Babel, perché là il SIGNORE confuse la lingua di tutta la terra e di là li disperse su tutta la faccia della terra.

(Genesi 11:1-9)

 

Questo intervento diretto di Dio fu una GRAZIA per l’umanità intera, soprassedendo sulle loro intenzioni, avrebbe messo a rischio la contaminazione dei cieli con il peccato dell’uomo, la unione “fisica e spirituale” che avrebbe “geneticamente modificato” la creazione.

Possiamo vedere alcuni particolari che ci illustreranno le “anomalie” di questo “progetto”.

Innanzi tutto Dio dice che cambiarono i materiali da costruzione (non che siano strutturalmente inadeguati ma sono “sostanzialmente” inadeguati):

 

-          i mattoni sono costituiti da argilla (terra), proprio il materiale che costituisce “l’uomo naturale”;

o   la “cottura” del mattoni con il fuoco può farci pensare alla loro prova superata (ricordiamoci che la prova del fuoco e la stessa che userà Dio per provare ogni cosa a Suo tempo) e questa è una falsità perché sta scritto che:

Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non c'è Dio».

Sono corrotti, fanno cose abominevoli; non c'è nessuno che faccia il bene.

Il SIGNORE ha guardato dal cielo i figli degli uomini, per vedere se vi è una persona intelligente, che ricerchi Dio.

Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti, non c'è nessuno che faccia il bene, neppure uno.

(Salmo 14:1-3)

 

-          il bitume è un derivato dalla decomposizione di materiali fossili (ci parla di morte e con molta probabilità della creazione distrutta nel diluvio), abbiamo inoltre la presenza di questo materiale proprio nei pressi del mar morto (ex valle di Siddim), che diventa una trappola per i re corrotti di Sodoma e Gomorra:

La valle di Siddim era piena di pozzi di bitume; i re di Sodoma e di Gomorra si diedero alla fuga e vi caddero dentro; quelli che scamparono fuggirono al monte.

(Genesi 14:30)

 

-          i costruttori di quel tempo volevano “acquistarsi fama”;

“L’acquistarsi fama” è sinonimo di orgoglio, superbia, una delle tre concupiscenze che provengono dal mondo corrotto e che dominano l’istinto umano:

Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo.

(1 Giovanni 2:16)

 

Gesù Cristo, l’UOMO GIUSTO, fu l’esatto opposto:

Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma spogliò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.

Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.

(Filippesi 2:5-11)

 

-          non volevano inoltre “essere dispersi” ma vivere tutti in una città;

Il comandamento di Dio per gli uomini di quel tempo era:

Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra.

(Genesi 1:28)

Dio benedisse Noè e i suoi figli, e disse loro: «Crescete, moltiplicatevi e riempite la terra.

(Genesi 9:1)

 

                        Il primo uomo che si mise a costruire una città fu Caino:

Caino conobbe sua moglie, che concepì e partorì Enoc.

Quindi si mise a costruire una città, a cui diede il nome di Enoc, dal nome di suo figlio.

(Genesi 4:17)

 

Questo atteggiamento è descritto in modo esemplare in una salmo dei figli di Core:

Ascoltate, popoli tutti; porgete orecchio, abitanti del mondo, plebei e nobili, ricchi e poveri tutti insieme.

La mia bocca dirà parole sagge, il mio cuore mediterà pensieri intelligenti.

Io presterò orecchio a un proverbio, canterò sulla cetra il mio enigma.

Perché temere nei giorni funesti, quando mi circonda la malvagità dei miei avversari?

Essi hanno fiducia nei loro beni e si vantano della loro grande ricchezza, ma nessun uomo può riscattare il fratello, né pagare a Dio il prezzo del suo riscatto.

Il riscatto dell'anima sua è troppo alto, e il denaro sarà sempre insufficiente, perché essa viva in eterno ed eviti di veder la tomba.

Infatti la vedrà: i sapienti muoiono; lo stolto e l'ignorante periscono tutti e lasciano ad altri le loro ricchezze.

Pensano che le loro case dureranno per sempre e che le loro abitazioni siano eterne; perciò danno i loro nomi alle terre.

Ma anche tenuto in grande onore, l'uomo non dura; egli è simile alle bestie che periscono.

Questo loro modo di comportarsi è follia; eppure i loro successori approvano i loro discorsi. [Pausa]

Sono cacciati come pecore nel soggiorno dei morti; la morte è il loro pastore; e al mattino gli uomini retti li calpestano.

La loro gloria deve consumarsi nel soggiorno dei morti, e non avrà altra dimora.

Ma Dio riscatterà l'anima mia dal potere del soggiorno dei morti, perché mi prenderà con sé. [Pausa]

Non temere se uno s'arricchisce, se aumenta la gloria della sua casa.

Perché, quando morrà, non porterà nulla con sé; la sua gloria non scenderà con lui.

Benché tu, mentre vivi, ti ritenga felice, e la gente ti ammiri per i tuoi successi, tu te ne andrai con la generazione dei tuoi padri, che non vedranno mai più la luce.

L'uomo che vive tra gli onori e non ha intelligenza è simile alle bestie che periscono.

(Salmo 49)

Questa opera, Dio l’ha compiuta Egli stesso e l’ha portata a termine, ma non con l’arroganza di chi vuole “contaminare” (se fosse possibile) anche il trono di Dio, ma con l’intervento di un uomo GIUSTO, FEDELE e secondo il cuore di Dio: Gesù Cristo.

Egli ha realizzato tutto quanto era nell’animo umano:

 

-          Egli sta costruendo un edificio spirituale, la Chiesa, costituita da “pietre viventi” legate tra loro per mezzo della calce (l’amore fraterno);

 

Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.

(1 Corinzi 3:9)

 

Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l'edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore.

In lui voi pure entrate a far parte dell'edificio che ha da servire come dimora a Dio per mezzo dello Spirito.

(Efesini 2:21-22)

 

Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio scelta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo.

(1 Pietro 2:4-5)

 

-          ha fatto dei redenti una generazione eletta un real sacerdozio;

Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio scelta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo.

(1 Pietro 2:4-5)

 

A lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno e dei sacerdoti del Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.

(Apocalisse 1:5-6)

 

-          sta preparando nuovi cieli e nuova terra con la Santa Città;

 

Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo?

Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi; e del luogo dove io vado, sapete anche la via

(Giovanni 14:2-4)

Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c'era più.

E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.

Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio.

Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate».

E colui che siede sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere», e aggiunse:  «Ogni cosa è compiuta.

Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine.

Poi venne uno dei sette angeli che avevano le sette coppe piene degli ultimi sette flagelli, e mi parlò, dicendo: «Vieni e ti mostrerò la sposa, la moglie dell'Agnello».

Egli mi trasportò in spirito su una grande e alta montagna, e mi mostrò la santa città, Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio, con la gloria di Dio.

Il suo splendore era simile a quello di una pietra preziosissima, come una pietra di diaspro cristallino.

Aveva delle mura grandi e alte; aveva dodici porte, e alle porte dodici angeli.

Sulle porte erano scritti dei nomi, che sono quelli delle dodici tribù dei figli d'Israele.

Tre porte erano a oriente, tre a settentrione, tre a mezzogiorno e tre a occidente.

Le mura della città avevano dodici fondamenti, e su quelli stavano i dodici nomi di dodici apostoli dell'Agnello.

E colui che mi parlava aveva come misura una canna d'oro, per misurare la città, le sue porte e le sue mura.

E la città era quadrata, e la sua lunghezza era uguale alla larghezza; egli misurò la città con la canna, ed era dodicimila stadi; la lunghezza, la larghezza e l'altezza erano uguali.

Ne misurò anche le mura ed erano di centoquarantaquattro cubiti, a misura d'uomo, adoperata dall'angelo.

Le mura erano costruite con diaspro e la città era d'oro puro, simile a terso cristallo.

I fondamenti delle mura della città erano adorni d'ogni specie di pietre preziose.

Il primo fondamento era di diaspro; il secondo di zaffiro; il terzo di calcedonio; il quarto di smeraldo; il quinto di sardonico; il sesto di sardio; il settimo di crisòlito; l'ottavo di berillo; il nono di topazio; il decimo di crisopazio; l'undicesimo di giacinto; il dodicesimo di ametista.

Le dodici porte erano dodici perle e ciascuna era fatta da una perla sola.

La piazza della città era d'oro puro, simile a cristallo trasparente.

Nella città non vidi alcun tempio, perché il Signore, Dio onnipotente, e l'Agnello sono il suo tempio.

La città non ha bisogno di sole, né di luna che la illumini, perché la gloria di Dio la illumina, e l'Agnello è la sua lampada.

Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra vi porteranno la loro gloria.

Di giorno le sue porte non saranno mai chiuse (la notte non vi sarà più); e in lei si porterà la gloria e l'onore delle nazioni.

E nulla di impuro, né chi commetta abominazioni o falsità, vi entrerà; ma soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello.

(Apocalisse 21:1-27)

 

 

Gianni Marinuzzi