Primo viaggio missionario

Predicazione ad Antiochia di Pisidia

                                                

 (Atti degli Apostoli 13:14-52)

 

Essi, passando oltre Perga, giunsero ad Antiochia di Pisidia; ed entrati di sabato nella sinagoga, si sedettero.

Dopo la lettura della legge e dei profeti, i capi della sinagoga mandarono a dir loro:

«Fratelli, se avete qualche parola di esortazione da rivolgere al popolo, ditela».

Allora Paolo si alzò e, fatto cenno con la mano, disse:

«Israeliti, e voi che temete Dio, ascoltate.

Il Dio di questo popolo d'Israele scelse i nostri padri, fece grande il popolo durante la sua dimora nel paese di Egitto, e con braccio potente lo trasse fuori.

E per circa quarant'anni sopportò la loro condotta nel deserto.

Poi, dopo aver distrutto sette nazioni nel paese di Canaan, distribuì loro come eredità il paese di quelle.

Dopo queste cose, per circa quattrocentocinquant'anni, diede loro dei giudici fino al profeta Samuele.

In seguito chiesero un re; e Dio diede loro Saul, figlio di Chis, della tribù di Beniamino, per un periodo di quarant'anni.

Poi lo rimosse, e suscitò loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: "Io ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore, che eseguirà ogni mio volere".
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio ha suscitato a Israele un salvatore nella persona di Gesù.

Giovanni, prima della venuta di lui, aveva predicato il battesimo del ravvedimento a tutto il popolo d'Israele.

E quando Giovanni stava per concludere la sua missione disse: "Che cosa pensate voi che io sia? Io non sono il Messia; ma ecco, dopo di me viene uno, al quale io non sono degno di slacciare i calzari".

Fratelli miei, figli della discendenza d'Abraamo, e tutti voi che avete timor di Dio, a noi è stata mandata la Parola di questa salvezza.

Infatti gli abitanti di Gerusalemme e i loro capi non hanno riconosciuto questo Gesù e, condannandolo, adempirono le dichiarazioni dei profeti che si leggono ogni sabato.

Benché non trovassero in lui nulla che fosse degno di morte, chiesero a Pilato che fosse ucciso.

Dopo aver compiuto tutte le cose che erano scritte di lui, lo trassero giù dal legno, e lo deposero in un sepolcro.

Ma Dio lo risuscitò dai morti; e per molti giorni egli apparve a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, i quali ora sono suoi testimoni davanti al popolo.

E noi vi portiamo il lieto messaggio che la promessa fatta ai padri, Dio l'ha adempiuta per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche è scritto nel salmo secondo:
"Tu sei mio Figlio, oggi io t'ho generato".

Siccome lo ha risuscitato dai morti, in modo che non abbia più a tornare alla decomposizione, Dio ha detto così: "Io vi manterrò le sacre e fedeli promesse fatte a Davide".
Difatti egli dice altrove: "Tu non permetterai che il tuo Santo subisca la decomposizione".
Or Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nella sua generazione, si è addormentato, ed è stato unito ai suoi padri, e il suo corpo si è decomposto; ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subìto decomposizione.

Vi sia dunque noto, fratelli, che per mezzo di lui vi è annunciato il perdono dei peccati; e, per mezzo di lui, chiunque crede è giustificato di tutte le cose, delle quali voi non avete potuto essere giustificati mediante la legge di Mosè.

Guardate dunque che non vi accada ciò che è detto nei profeti:

"Guardate, o disprezzatori, stupite e nascondetevi, perché io compio un'opera ai giorni vostri, un'opera che voi non credereste, se qualcuno ve la raccontasse"».

Mentre uscivano, furono pregati di parlare di quelle medesime cose il sabato seguente. Dopo che la riunione si fu sciolta, molti Giudei e proseliti pii seguirono Paolo e Barnaba; i quali, parlando loro, li convincevano a perseverare nella grazia di Dio.

Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per udire la Parola di Dio.

Ma i Giudei, vedendo la folla, furono pieni di invidia e, bestemmiando, contraddicevano le cose dette da Paolo.

Ma Paolo e Barnaba dissero con franchezza: «Era necessario che a voi per primi si annunciasse la Parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi ritenete degni della vita eterna, ecco, ci rivolgiamo agli stranieri.

Così infatti ci ha ordinato il Signore, dicendo:

"Io ti ho posto come luce dei popoli, perché tu porti la salvezza fino all'estremità della terra"».
Gli stranieri, udendo queste cose, si rallegravano e glorificavano la Parola di Dio; e tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero.

E la Parola del Signore si diffondeva per tutta la regione.

Ma i Giudei istigarono le donne pie e ragguardevoli e i notabili della città, scatenando una persecuzione contro Paolo e Barnaba, che furono cacciati fuori dal loro territorio.

Allora essi, scossa la polvere dei piedi contro di loro, andarono a Iconio, mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.

 

***

Essi, passando oltre Perga, giunsero ad Antiochia di Pisidia; ed entrati di sabato nella sinagoga, si sedettero.

Al tempo di Paolo, la Pisidia, terra inospitale, faceva parte della provincia romana fondata nel 25 avanti l'era cristiana con l'unione di varie regioni:  Galazia, Pisidia, Frigia, Licaonia, Isauria, Paflagonia.  Antiochia ne era il centro principale.

Tra le varie comunità, quella ebraica era tra le più numerose e influenti, al punto che si era guadagnata un'alta reputazione soprattutto tra le donne dell'alta società, confluite tra i "timorati di Dio".

La sinagoga di cui parlano gli Atti degli Apostoli esiste ancora.

Durante gli scavi effettuati nel 1924 nei pressi di Yalvaç (nome turco dell'antica Antiochia di Pisidia), una cittadina in provincia di Isparta, nel sud ovest della Turchia, gli archeologi Arundell e Ramsay trovarono una grande chiesa, sotto la quale affiorò un'altra costruzione che essi identificarono con la sinagoga.

Scavi successivi, fatti nel 1985, hanno consentito di esaminare meglio gli edifici succedutisi nei secoli, e si è arrivati a questa conclusione:  sulla sinagoga fu edificata nel terzo secolo una piccola chiesa, sulla quale qualche tempo dopo ne fu costruita una più grande a tre navate, l'unica, pare, dedicata a san Paolo in tutto l'Oriente, con un pavimento in mosaico a cinque colori e tre disegni con motivi geometrici e floreali.

Al centro del mosaico, coperto di sabbia per proteggerlo da agenti atmosferici (e dai ladri), c'è un'iscrizione greca in tasselli policromi, con i nomi degli ideatori dell'opera, dei benefattori e dei sacerdoti del tempo.

Tra questi c'è quello di un certo Optimus, che fu vescovo di Antiochia fra il 375 e il 381.

 

…ed entrati di sabato nella sinagoga, si sedettero.

Si posero a sedere nel luogo dei Rabbi; e, così facendo, mostrarono il desiderio di parlare all'assemblea.

Il culto della sinagoga si componeva dei seguenti elementi:

1) preghiere lette dal Capo;

2) recitazione dei Salmi;

3) lettura di brani della legge e dei profeti;

4) la esortazione.

 

In vista di questa lettura sinagogale, i libri della legge erano divisi in tante sezioni, calcolate in modo, che durante un certo tempo (prima erano tre anni e più tardi un anno) tutta quanta la legge poteva esser letta all'assemblea.

A questa prima lettura se ne aggiunse, già prima dell'era cristiana, una seconda, che comprendeva dei brani scelti (delle pericope) dei libri profetici; e in questi libri profetici erano compresi non soltanto i profeti propriamente detti, ma anche i libri di Giosuè, dei Giudici, di Samuele e dei Re.

Il sedersi nella sinagoga era l'atto per il quale indicavano che non erano soltanto degli ascoltatori, ma che avevano qualcosa da dire, come avvenne a Gesù:

Poi, chiuso il libro e resolo all'inserviente, si mise a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui.

Egli prese a dir loro: «Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite». (Luca 4:20-21)

 

Paolo, pur riconoscendo in tali formalità, “tanta spazzatura” (cfr Filippesi 3:8), rispetta le loro usanze, si conforma alla loro vana formalità, si sottomette a quei “capi della sinagoga” pur di potergli annunciare il Vangelo e “il Capo della Chiesa”, questo è un insegnamento che Paolo portava e praticava:

Poiché, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti, per guadagnarne il maggior numero; con i Giudei, mi sono fatto giudeo, per guadagnare i Giudei; con quelli che sono sotto la legge, mi sono fatto come uno che è sotto la legge (benché io stesso non sia sottoposto alla legge), per guadagnare quelli che sono sotto la legge; con quelli che sono senza legge, mi sono fatto come se fossi senza legge (pur non essendo senza la legge di Dio, ma essendo sotto la legge di Cristo), per guadagnare quelli che sono senza legge.

Con i deboli mi sono fatto debole, per guadagnare i deboli; mi sono fatto ogni cosa a tutti, per salvarne ad ogni modo alcuni.

E faccio tutto per il vangelo, al fine di esserne partecipe insieme ad altri. (1 Corinzi 9:19-23)

E questa è la vera Libertà in Cristo!

 

***

Dopo la lettura della legge e dei profeti, i capi della sinagoga mandarono a dir loro: «Fratelli, se avete qualche parola di esortazione da rivolgere al popolo, ditela».

Allora Paolo si alzò e, fatto cenno con la mano, disse: «Israeliti, e voi che temete Dio, ascoltate.

 

E’ bello e utile notare la differenza di approccio reciproco tra i capi della sinagoga e Paolo:

-       I capi della sinagoga chiamano Paolo e Barnaba “fratelli” sulla base della loro appartenenza al ceppo carnale giudaico e sulla base di questo legame li ritengono tali;

-       Paolo, nella sua saggezza, non ricambia l’appellativo, ma li chiama:

o   israeliti (eredi della promessa)

o   voi che temete Dio (uomini pii stranieri che avevano aderito al giudaismo)

 

Per Paolo, la natura carnale non esiste più, egli ha ora tutto un altro modo di concepire il mondo ed i suoi legami parentali.

Per Paolo “fratello” lo è chi fa la volontà di Dio, conformemente agli insegnamenti di Gesù:

Mentre Gesù parlava ancora alle folle, ecco sua madre e i suoi fratelli che, fermatisi di fuori, cercavano di parlargli. E uno gli disse: «Tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori che cercano di parlarti».

Ma egli rispose a colui che gli parlava: «Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?»

E, stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!

Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre». (Matteo 12:46-50)

 

***

Il Dio di questo popolo d'Israele scelse i nostri padri, fece grande il popolo durante la sua dimora nel paese di Egitto, e con braccio potente lo trasse fuori.

E per circa quarant'anni sopportò la loro condotta nel deserto.  

Poi, dopo aver distrutto sette nazioni nel paese di Canaan, distribuì loro come eredità il paese di quelle.

Dopo queste cose, per circa quattrocentocinquant'anni, diede loro dei giudici fino al profeta Samuele.

In seguito chiesero un re; e Dio diede loro Saul, figlio di Chis, della tribù di Beniamino, per un periodo di quarant'anni.

Poi lo rimosse, e suscitò loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: "Io ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore, che eseguirà ogni mio volere".

Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio ha suscitato a Israele un salvatore nella persona di Gesù.

Giovanni, prima della venuta di lui, aveva predicato il battesimo del ravvedimento a tutto il popolo d'Israele.  E quando Giovanni stava per concludere la sua missione disse: "Che cosa pensate voi che io sia? Io non sono il Messia; ma ecco, dopo di me viene uno, al quale io non sono degno di slacciare i calzari".

Fratelli miei, figli della discendenza d'Abraamo, e tutti voi che avete timor di Dio, a noi è stata mandata la Parola di questa salvezza.

Infatti gli abitanti di Gerusalemme e i loro capi non hanno riconosciuto questo Gesù e, condannandolo, adempirono le dichiarazioni dei profeti che si leggono ogni sabato.

Benché non trovassero in lui nulla che fosse degno di morte, chiesero a Pilato che fosse ucciso.

Dopo aver compiuto tutte le cose che erano scritte di lui, lo trassero giù dal legno, e lo deposero in un sepolcro. 

Ma Dio lo risuscitò dai morti; e per molti giorni egli apparve a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, i quali ora sono suoi testimoni davanti al popolo.

E noi vi portiamo il lieto messaggio che la promessa fatta ai padri, Dio l'ha adempiuta per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche è scritto nel salmo secondo: "Tu sei mio Figlio, oggi io t'ho generato".

Siccome lo ha risuscitato dai morti, in modo che non abbia più a tornare alla decomposizione, Dio ha detto così: "Io vi manterrò le sacre e fedeli promesse fatte a Davide".

Difatti egli dice altrove: "Tu non permetterai che il tuo Santo subisca la decomposizione".

Or Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nella sua generazione, si è addormentato, ed è stato unito ai suoi padri, e il suo corpo si è decomposto; ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subìto decomposizione.

Vi sia dunque noto, fratelli, che per mezzo di lui vi è annunciato il perdono dei peccati; e, per mezzo di lui, chiunque crede è giustificato di tutte le cose, delle quali voi non avete potuto essere giustificati mediante la legge di Mosè.

Guardate dunque che non vi accada ciò che è detto nei profeti: "Guardate, o disprezzatori, stupite e nascondetevi, perché io compio un'opera ai giorni vostri, un'opera che voi non credereste, se qualcuno ve la raccontasse"».

 

Paolo descrive l’opera di Dio nell’Antico Testamento circa la promessa del Messia e presenta come tale Gesù Cristo!

A proposito di questo discorso tenuto in greco, i biblisti concordano nel dire che esso costituisce un esempio e una sintesi della predicazione missionaria dell'apostolo ai giudei.

Percorrendo le tappe salienti della storia della salvezza dell'Antico Testamento fino a Giovanni Battista, Paolo giunse alla proclamazione di Gesù, Messia e Figlio di Dio, imperniata sulla sua risurrezione, che presentò quale realizzazione delle profezie messianiche.

E’ bello e utile notare come Paolo si ispira alla predicazione che udì da Stefano, il primo martire che egli stesso giudicò ed approvò la sentenza di morte!

Il messaggio di questo primo sabato, fatto nella sinagoga da Paolo, può essere diviso in tre parti:

-       La preparazione alla venuta del Messia

-       Il rifiuto, la crocifissione e la resurrezione di Gesù

-       L’annuncio e l’appello di ravvedimento e conversione

 

Paolo basa la sua predicazione sulle conoscenze che aveva l’uditorio, ha spesso fatto così, non predica qualcosa di astratto, ma dimostra come Cristo è il compimento di quello che l’uomo cerca.

Paolo presenta loro il Cristo come l’adempimento della promessa di Dio.

Paolo ripercorre tutta la storia di Israele per sommi capi fino alla morte e risurrezione di Cristo, confermandone la veridicità citando i passi profetici di Isaia 55:3 e il Salmo 16:10.

 

-       La preparazione alla venuta del Messia

Il Dio di questo popolo d'Israele scelse i nostri padri, fece grande il popolo durante la sua dimora nel paese di Egitto, e con braccio potente lo trasse fuori.

E per circa quarant'anni sopportò la loro condotta nel deserto.  

Poi, dopo aver distrutto sette nazioni nel paese di Canaan, distribuì loro come eredità il paese di quelle.

Dopo queste cose, per circa quattrocentocinquant'anni, diede loro dei giudici fino al profeta Samuele.

In seguito chiesero un re; e Dio diede loro Saul, figlio di Chis, della tribù di Beniamino, per un periodo di quarant'anni.

Poi lo rimosse, e suscitò loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: "Io ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore, che eseguirà ogni mio volere".

Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio ha suscitato a Israele un salvatore nella persona di Gesù.

Giovanni, prima della venuta di lui, aveva predicato il battesimo del ravvedimento a tutto il popolo d'Israele.  E quando Giovanni stava per concludere la sua missione disse: "Che cosa pensate voi che io sia? Io non sono il Messia; ma ecco, dopo di me viene uno, al quale io non sono degno di slacciare i calzari".

 

Paolo inizia la sua predicazione dal presentare il Dio di Israele, ed il Suo disegno:

-       …ha scelto i padri

Descrive la cura e la pazienza che Dio ebbe per il Suo popolo e la ribellione del popolo in un periodo di 450 anni (400+40+10):

-       …fece grande il popolo durante il soggiorno in Egitto

-       …con braccio potente, lo trasse fuori

-       …sopportò per quaranta anni la loro condotta nel deserto (per 40 anni)

-       …distrusse sette nazioni nel paese di Canaan (gli Ittiti, i Ghirgasei, gli Amorei, i Cananei, i Ferezei, gli Ivvei e i Gebusei – cfr Deuteronomio 7:1)

-       …distribuì l’eredità al popolo

 

Descrive la storia del popolo di Israele in tappe ben definite:

-       …diede al popolo dei giudici (l’ultimo giudice fu il profeta Samuele)

-       su loro espressa richiesta diede loro Saul come re (per 40 anni)

-       …rimosse Saul e suscitò re Davide (uomo secondo il cuore di Dio – cfr Atti 13:22)

-       …dalla discendenza di Davide, Dio suscitò il Salvatore Gesù

-       …Giovanni Battista era il preparatore della via del Messia (battesimo di ravvedimento) e Lo ha annunciato e riconosciuto

 

-       Il rifiuto, la crocifissione e la resurrezione di Gesù

Fratelli miei, figli della discendenza d'Abraamo, e tutti voi che avete timor di Dio, a noi è stata mandata la Parola di questa salvezza.

Infatti gli abitanti di Gerusalemme e i loro capi non hanno riconosciuto questo Gesù e, condannandolo, adempirono le dichiarazioni dei profeti che si leggono ogni sabato.

Benché non trovassero in lui nulla che fosse degno di morte, chiesero a Pilato che fosse ucciso.

Dopo aver compiuto tutte le cose che erano scritte di lui, lo trassero giù dal legno, e lo deposero in un sepolcro. 

Ma Dio lo risuscitò dai morti; e per molti giorni egli apparve a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, i quali ora sono suoi testimoni davanti al popolo.

E noi vi portiamo il lieto messaggio che la promessa fatta ai padri, Dio l'ha adempiuta per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche è scritto nel salmo secondo: "Tu sei mio Figlio, oggi io t'ho generato".

Siccom e lo ha risuscitato dai morti, in modo che non abbia più a tornare alla decomposizione, Dio ha detto così: "Io vi manterrò le sacre e fedeli promesse fatte a Davide".a

Difatti egli dice altrove: "Tu non permetterai che il tuo Santo subisca la decomposizione".

Or Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nella sua generazione, si è addormentato, ed è stato unito ai suoi padri, e il suo corpo si è decomposto; ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subìto decomposizione.

 

In questo frangente, Paolo mette in evidenza l’aspetto della fratellanza giudaica, in quanto anch’egli erede della promessa (giudeo di nascita), definendo in questo modo i giudei astanti “fratelli della discendenza” e coinvolgendo nello stesso tempo tutti gli stranieri che avevano aderito al giudaismo per “pio timore di Dio”.

Paolo, come d’altronde Stefano e Pietro, non esita a dichiarare apertamente i giudei, ed in particolare gli abitanti di Gerusalemme e i loro capi quali:

-       Colpevoli di non aver riconosciuto il Messia Gesù Cristo

-     Uccisori del Messia Gesù Cristo

-       Adempienti delle dichiarazioni profetiche circa la ribellione del popolo a Dio.

 

Gesù stesso addebitò ai giudei l’uccisione di tutti i profeti dell’Antico Patto:

Perciò ecco, io vi mando dei profeti, dei saggi e degli scribi; di questi, alcuni ne ucciderete e metterete in croce; altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città, affinché ricada su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che voi uccideste fra il tempio e l'altare.

Io vi dico in verità che tutto ciò ricadrà su questa generazione.

«Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto!

Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta.

Infatti vi dico che da ora in avanti non mi vedrete più, finché non direte: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"» (Matteo 23:34-39)

 

Paolo dichiara apertamente che la loro è una colpa volontaria e consapevole, in quanto  benché non trovassero in lui nulla che fosse degno di morte, chiesero a Pilato che fosse ucciso.

Paolo specifica altresì chiaramente che tutto quello che fu fatto a Gesù, fu fatto in quanto erano tutte le cose che erano scritte di lui.

Ma nello stesso tempo, dichiara che nonostante il rifiuto del popolo e dei suoi capi, Dio ha pienamente approvato l’Opera di Gesù Cristo, resuscitandoLo dai morti ed esaltandoLo nei cieli.

La risurrezione di Gesù Cristo è la prova della validità del Vangelo.

 

Un vangelo che non annuncia la risurrezione di Cristo ma si ferma a precetti moralistici non è un vangelo è una filosofia di vita come ce ne sono tante altre.

Paolo dichiara che la resurrezione è stata un opera di Dio, provata dalle apparizioni di Gesù Cristo risorto ai discepoli che sono i Suoi testimoni.

 

Paolo in tutto questo è un araldo, un proclamatore del lieto messaggio dell’adempimento della promessa fatta da Dio ai padri, citando esplicitamente il Salmo 2, dove è dichiarata la vana opposizione dei re della terra a Dio, la regale proclamazione del Re, l’invito a riconoscere il Re dei re prima della Sua ira imminente:       

Perché questo tumulto fra le nazioni, e perché meditano i popoli cose vane?

I re della terra si danno convegno e i prìncipi congiurano insieme contro il SIGNORE e contro il suo Unto, dicendo: «Spezziamo i loro legami, e liberiamoci dalle loro catene».

Colui che siede nei cieli ne riderà; il Signore si farà beffe di loro.

Egli parlerà loro nella sua ira, e nel suo furore li renderà smarriti: «Sono io», dirà, «che ho stabilito il mio re sopra Sion, il mio monte santo».

Io annuncerò il decreto: Il SIGNORE mi ha detto: «Tu sei mio figlio, oggi io t'ho generato. Chiedimi, io ti darò in eredità le nazioni e in possesso le estremità della terra. Tu le spezzerai con una verga di ferro; tu le frantumerai come un vaso d'argilla».

Ora, o re, siate saggi; lasciatevi correggere, o giudici della terra.

Servite il SIGNORE con timore, e gioite con tremore.

Rendete omaggio al figlio, affinché il SIGNORE non si adiri e voi non periate nella vostra via, perché improvvisa l'ira sua potrebbe divampare.

Beati tutti quelli che confidano in lui!

 

Paolo dichiara altresì che la fedeltà delle promesse di Dio è garantita dal fatto che Gesù Cristo è tutt’ora vivente e viventi sono tutte le Sue promesse fatte in Davide e compiute in Gesù Cristo (cfr vv. 34-37).

 

-       L’annuncio e l’appello di ravvedimento e conversione

Vi sia dunque noto, fratelli, che per mezzo di lui vi è annunciato il perdono dei peccati; e, per mezzo di lui, chiunque crede è giustificato di tutte le cose, delle quali voi non avete potuto essere giustificati mediante la legge di Mosè.

Guardate dunque che non vi accada ciò che è detto nei profeti: "Guardate, o disprezzatori, stupite e nascondetevi, perché io compio un'opera ai giorni vostri, un'opera che voi non credereste, se qualcuno ve la raccontasse"».

 

Dopo aver descritto l’opera di Cristo, quale sacrificio offerto a Dio per i peccati, sacrificato per mano del popolo che Dio aveva scelto per offrire a Lui i sacrifici, Paolo si concentra ora sul “perdono dei peccati”.

Paolo, con molta franchezza, nella sinagoga annuncia la superiorità di Cristo a Mosè e la superiorità della giustificazione in Cristo sulla giustificazione secondo la Legge.

Possiamo meglio comprendere, in questo contesto, quanto scrive l’autore della lettera agli ebrei:

Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate Gesù, l'apostolo e il sommo sacerdote della fede che professiamo, il quale è fedele a colui che lo ha costituito, come anche lo fu Mosè, in tutta la casa di Dio.

Gesù, anzi, è stato ritenuto degno di una gloria tanto più grande di quella di Mosè quanto chi costruisce una casa ha maggior onore della casa stessa.

Certo ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito tutte le cose è Dio.

Mosè fu fedele in tutta la casa di Dio come servitore per rendere testimonianza di ciò che doveva essere annunciato, ma Cristo lo è come Figlio, sopra la sua casa; e la sua casa siamo noi se manteniamo ferma sino alla fine la nostra franchezza e la speranza di cui ci vantiamo. (Ebrei 3:1-6)

Certo anche il primo patto aveva norme per il culto e un santuario terreno.

Infatti fu preparato un primo tabernacolo, nel quale si trovavano il candeliere, la tavola e i pani della presentazione. Questo si chiamava il luogo santo.

Dietro la seconda cortina c'era il tabernacolo, detto il luogo santissimo.

Conteneva un incensiere d'oro, l'arca del patto tutta ricoperta d'oro, nella quale c'erano un vaso d'oro contenente la manna, la verga di Aaronne che era fiorita e le tavole del patto. E sopra l'arca c'erano i cherubini della gloria che coprivano con le ali il propiziatorio. Di queste cose non possiamo parlare ora dettagliatamente.

Questa dunque è la disposizione dei locali. I sacerdoti entrano bensì continuamente nel primo tabernacolo per compiervi gli atti del culto; ma nel secondo, non entra che il sommo sacerdote una sola volta all'anno, non senza sangue, che egli offre per se stesso e per i peccati del popolo.

Lo Spirito Santo voleva con questo significare che la via al santuario non era ancora manifestata finché restava ancora in piedi il primo tabernacolo.

Questo è una figura per il tempo presente.

I doni e i sacrifici offerti secondo quel sistema non possono, quanto alla coscienza, rendere perfetto colui che offre il culto, perché si tratta solo di cibi, di bevande e di varie abluzioni, insomma, di regole carnali imposte fino al tempo di una loro riforma.

Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa creazione, è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna.

Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano, in modo da procurare la purezza della carne, quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!

Per questo egli è mediatore di un nuovo patto.

La sua morte è avvenuta per redimere dalle trasgressioni commesse sotto il primo patto, affinché i chiamati ricevano l'eterna eredità promessa. (Ebrei 9:1-15)

La citazione di Abacuc 1:5 contiene un preciso e solenne avvertimento in vista del giudizio di Dio, il regno di Giuda sarebbe caduto in mano a Babilonia (Abacuc 1:6) e questa sarebbe stata un’opera di Dio, pertanto Paolo sta mettendo l’uditorio davanti alla scelta di entrare nel piano di Salvezza di Dio o di essere giudicato insieme al male.

 

L’appello accorato di Paolo è di non trascurare la chiamata di Dio!

Una volta descritto il disegno di Dio, il compimento di questo disegno in Cristo Gesù nonostante il continuo rifiuto del popolo fino alla Sua uccisione proprio per loro mano, Paolo giunge all’annuncio della Buona Novella: il perdono dei peccati.

Questo è evangelizzare!!!!

 

Non il promuovere un Dio che risolve le difficoltà della nostra vita terrena…, …che è nostro compagno di merende…, Paolo annuncia un Dio che può perdonarci i peccati nonostante che non abbiamo fatto nulla per meritarcelo.

 

…chiunque crede è giustificato di tutte le cose

L’invito è aperto a tutti e non deve essere riservato solo ad alcuni, questa dichiarazione toglie ogni velo di errata interpretazione circa l’esclusione di qualcuno (interpretando erroneamente quanto scritto da Luca al verso 48)

All’appello di grazia segue però un solenne avvertimento circa il rifiutare questa mano amorosa di Dio.

In questo contesto comprendiamo appieno tutti gli avvertimenti scritto nella lettera agli ebrei ed in particolare:

Badate, fratelli, che non ci sia in nessuno di voi un cuore malvagio e incredulo, che vi allontani dal Dio vivente; ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si può dire: «Oggi», perché nessuno di voi s'indurisca per la seduzione del peccato.

Infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che manteniamo ferma sino alla fine la fiducia che avevamo da principio, mentre ci viene detto: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori, come nel giorno della ribellione».

Infatti, chi furono quelli che dopo averlo udito si ribellarono? Non furono forse tutti quelli che erano usciti dall'Egitto, sotto la guida di Mosè? Chi furono quelli di cui Dio si disgustò per quarant'anni? Non furono quelli che peccarono, i cui cadaveri caddero nel deserto? A chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che furono disubbidienti? Infatti vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro incredulità. (Ebrei 3:12-19)

 

Infatti quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo futuro, e poi sono caduti, è impossibile ricondurli di nuovo al ravvedimento perché crocifiggono di nuovo per conto loro il Figlio di Dio e lo espongono a infamia.

Quando una terra, imbevuta della pioggia che vi cade frequentemente, produce erbe utili a quelli che la coltivano, riceve benedizione da Dio; ma se produce spine e rovi, è riprovata e prossima a essere maledetta; e la sua fine sarà di essere bruciata.          (Ebrei 6:4-8)

 

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Mentre uscivano, furono pregati di parlare di quelle medesime cose il sabato seguente.

L'effetto fu sorprendente e lusinghiero, tanto che, mentre i due apostoli uscivano dalla sinagoga, li pregavano di esporre ancora queste cose nel prossimo sabato.

 

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Dopo che la riunione si fu sciolta, molti Giudei e proseliti pii seguirono Paolo e Barnaba; i quali, parlando loro, li convincevano a perseverare nella grazia di Dio.

Sciolta poi l'assemblea, molti giudei e proseliti pii (le due categorie di persone presenti nella sinagoga) Dio seguirono Paolo e Barnaba ed essi, intrattenendosi con loro, li convincevano a perseverare nella grazia di Dio.

Possiamo qui vedere come è importante seminare la Parola, e subito innaffiare il seme affinchè germogli presto.

Paolo e Barnaba sanno già che presto giungerà la persecuzione, non sono degli illusi, conoscono a fondo l’attività distruttiva di satana e si prodigano con tutte le loro forze affinchè la Parola di Dio attecchisca nei cuori di queste persone che hanno udito la Parola.

 

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Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per udire la Parola di Dio.

Ma i Giudei, vedendo la folla, furono pieni di invidia e, bestemmiando, contraddicevano le cose dette da Paolo.

In una sola settimana la predicazione di Paolo e Barnaba ebbe un effetto dirompente ed esplosivo: Il sabato seguente, quasi tutta la città si radunò per udire la Parola di Dio!

Quello che si nota è che in realtà nessuno dei giudei accusa Paolo e Barnaba di eresia, proprio come con il Maestro, la cosa che “rode” a questi “capi della sinagoga” è il perdere il loro “primato” e vedere come “la folla” si volgeva dalla parte di Paolo e Barnaba.

Ciò che spinge la loro opposizione al vangelo è un mero sentimento di invidia!

Il peggior nemico del Vangelo è la religiosità vana, che si basa sul prestigio personale, sui riti formali e vuoti di sostanza e sulla ricerca del prestigio personale!

L’apostolo Giovanni scriverà di un certo Diotrefe, che anche nella chiesa del Signore, nutriva questi malsani sentimenti:

Ho scritto qualcosa alla chiesa; ma Diotrefe, che aspira ad avere il primato tra di loro, non ci riceve.  Perciò, se vengo, io ricorderò le opere che fa, sparlando contro di noi con parole maligne; e non contento di questo, non solo non riceve egli stesso i fratelli, ma a quelli che vorrebbero riceverli impedisce di farlo, e li caccia fuori dalla chiesa. Carissimo, non imitare il male, ma il bene.  

Chi fa il bene è da Dio; chi fa il male non ha visto Dio. (3 Giovanni 9-11)

Paolo scriverà così a Timoteo, circa la religiosità degli ultimi tempi:

Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi l'apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza. (2 Timoteo 3:1-5)

 

***

Ma Paolo e Barnaba dissero con franchezza: «Era necessario che a voi per primi si annunciasse la Parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi ritenete degni della vita eterna, ecco, ci rivolgiamo agli stranieri. 

Così infatti ci ha ordinato il Signore, dicendo: "Io ti ho posto come luce dei popoli,
perché tu porti la salvezza fino all'estremità della terra
"».

Davanti al rifiuto dei giudei formalisti ed attaccati ai loro riti vuoti ed al loro presunto prestigio, Paolo e Barnaba aprono, senza indugio, la predicazione ai gentili.

Quello che è da notare è che la predicazione di Paolo era data “con franchezza”, non era diluita con parole persuasive verso i sentimenti umani, non cedeva a nessun tipo di compromesso, non cercava il compiacimento della folla (a differenza dei capi religiosi).

Il risultato della predicazione non era quello di fare “proselitismo” inutile… era quello di portare l’evangelo nella sua reale integrità!

Paolo ha sempre ritenuto corretto (secondo l’insegnamento ricevuto dal Signore e dagli apostoli), il dare sempre precedenza al popolo di Israele, una precedenza che però non ha alcun vanto:

Tribolazione e angoscia sopra ogni uomo che fa il male; sul Giudeo prima e poi sul Greco; ma gloria, onore e pace a chiunque opera bene; al Giudeo prima e poi al Greco; perché davanti a Dio non c'è favoritismo. (Romani 2:9-11)

 

Qual è dunque il vantaggio del Giudeo? Qual è l'utilità della circoncisione?

Grande in ogni senso. Prima di tutto, perché a loro furono affidate le rivelazioni di Dio. (Romani 3:1-2)

 

Dov'è dunque il vanto? Esso è escluso. Per quale legge? Delle opere? No, ma per la legge della fede; poiché riteniamo che l'uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge. Dio è forse soltanto il Dio dei Giudei? Non è egli anche il Dio degli altri popoli? Certo, è anche il Dio degli altri popoli, poiché c'è un solo Dio, il quale giustificherà il circonciso per fede, e l'incirconciso ugualmente per mezzo della fede. (Romani 3:27-30)

Nel rivolgersi agli stranieri, Paolo e Barnaba videro un compimento della profezia di Isaia ed un ordine del Signore:

Egli dice: «È troppo poco che tu sia mio servo per rialzare le tribù di Giacobbe e per ricondurre gli scampati d'Israele; voglio fare di te la luce delle nazioni, lo strumento della mia salvezza fino alle estremità della terra». (Isaia 49:6)

 

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Gli stranieri, udendo queste cose, si rallegravano e glorificavano la Parola di Dio; e tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero.

E la Parola del Signore si diffondeva per tutta la regione.

Ma i Giudei istigarono le donne pie e ragguardevoli e i notabili della città, scatenando una persecuzione contro Paolo e Barnaba, che furono cacciati fuori dal loro territorio.

 

Il rallegrarsi degli stranieri ed il glorificare Dio, ha le stesse motivazioni che portarono una gioia e allegria nel ministro etiope evangelizzato da Filippo (cfr Atti 8:39).

Questi uomini stranieri timorati di Dio, sempre ai margini per la loro natura non giudaica, bramavano fare parte del popolo di Dio e questa possibilità si realizzava materialmente davanti ai loro occhi nella Parola di Dio predicata da Paolo.

Tutti coloro che Dio aveva preconosciuti credettero,  e come insegna l’apostolo Paolo, quelli che amano Dio, Egli li ha preconosciuti, ma l’invito è riferito a tutti (cfr v. 39)

Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.

Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati. (Romani 8:28-30)

 

Come in tutte le altre situazioni di persecuzione, Luca ci tiene a evidenziare che la Parola del Signore si diffondeva per tutta la regione, è questa la cosa più importante!!!

La azione di satana questa volta utilizza i falsi eredi della promessa (i giudei ribelli), che istigando le donne (proprio come il serpente usò Eva) e i notabili (gli uomini ambiziosi ed in vista), scatenano una persecuzione contro Paolo e Barnaba, cacciandoli dal loro territorio.

 

***

Allora essi, scossa la polvere dei piedi contro di loro, andarono a Iconio, mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.

Paolo e Barnaba non perdono altro tempo a discutere con i ribelli, fanno esattamente cosa aveva ordinato di fare Gesù agli apostoli:

Se qualcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scotete la polvere dai vostri piedi. ( Matteo 10:14 )

 

Una massima giudaica diceva che la stessa polvere di un paese pagano portava con se contaminazione.

Questo "scuotere la polvere contro essi" era un atto simbolico che voleva dire: "Non sono i pagani, ma siete voi, giudei maligni ed infedeli, che contaminate perfino la polvere che calpestate!"

Mentre i giudei invidiosi scatenavano una persecuzione contro Paolo e Barnaba, essi vanno verso una nuova conquista, i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo, la gioia è un frutto dello Spirito già sperimentato:

E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo.

Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano salvati.

( Atti 2:46-47 )

 

L’attacco del nemico in questa tappa del viaggio di Paolo e Barnaba è stata l’opposizione spirituale alla Parola di Dio (l’azione di satana) da parte di coloro che avrebbero dovuto essere il Suo popolo, il popolo che “aveva abbandonato ed odiato il Signore”.

La predicazione della Buona Notizia ha “chiamato fuori” dal “popolo apostata” coloro che hanno visto in Gesù Cristo il Condottiero divino, la Vera Guida, il Vero Capo, Colui che si deve seguire!

Questo appello a “uscire fuori”, verrà annunciato fino alla fine, e lo troviamo ancora per l’ultima volta prima della caduta della babilonia dei tempi della fine:

Poi udii un'altra voce dal cielo che diceva: «Uscite da essa, o popolo mio, affinché non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi castighi; perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità.

 (Apocalisse 18:4-5)

 

 

Gianni Marinuzzi