Abbiamo visto come oggi, chiunque:

            - abbia ascoltato il Vangelo di Gesù Cristo;

            - abbia creduto il Vangelo di Gesù Cristo;

            - abbia ricevuto il Vangelo di Gesù Cristo;

…sia diventato (per opera di Dio):

- una nuova creatura:

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.  (2 Corinzi 5:7)

- in una nuova creazione:

E colui che siede sul trono disse: Ecco, io faccio nuove tutte le cose.    (Apocalisse 21:5-6)

- nella quale è indentificato come figlio di Dio!

 

…a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio.  (Giovanni 1:12-13)

 

Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio.  (Apocalisse 21:7)

 

Questo miracolo… questa resurrezione a nuova vita è ciò che la Parola definisce come “la Salvezza” (che è già ora una realtà presente – cfr Efesini 1:3-14, al momento invisibile, ma che sarà pienamente manifestata nel Giorno di Cristo).

 

Abbiamo anche visto come, di questa Salvezza, noi (se siamo figli di Dio) possiamo esserne assolutamente certi perché:

 - GESU’, LA VERITA’ ce lo ha detto e ci ha rivelato il DISEGNO DI DIO che la concerne

- DIO E’ POTENTE da portare a compimento il SUO DISEGNO

 - DIO E’ FEDELE e nulla può ostacolare l’adempimento della SUA VOLONTA’.

 

Il miracolo della Salvezza operato da Dio, realizza quella comunione dell’uomo con Dio nella persona di Gesù Cristo; ed implica necessariamente una identificazione nella morte e nella risurrezione con Lui.

Ed abbiamo visto ancora come queste realtà spirituali devono (per comandamento di Gesù) essere testimoniate mediante dei segni esteriori, il primo dei quali è il battesimo.

Abbiamo poi considerato come il neonato spirituale ha bisogno di passare molto tempo con il Padre per crescere e per questo ha fame e si nutre del puro latte spirituale che trova nella lettura e nella meditazione della Parola di Dio e ricerca la comunione con Lui nella preghiera personale.

Abbiamo ancora imparato come la persecuzione della nuova creatura sotto ogni aspetto (corpo, anima e spirito) sia assolutamente normale in quanto parte integrante del “progetto di salvezza” che si compie nel credente ed è il segno di essere dalla parte di Colui che ha vinto, perchè… tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati (cfr 1 Timoteo 3:12).

 

Se dunque siamo diventati figli di Dio (e tali siamo – cfr 1 Giovanni 3:1) abbiamo inoltre  considerato che il compito principale di un figlio è di ubbidire a suo padre, proprio come è stato ubbidiente Gesù stesso perché           qual egli è, tali siamo anche noi in questo mondo (cfr 1 Giovanni 4:17), anche se questo ha un costo (e ci costerà ogni volta) ma è abbondantemente ricompensato!

L’ultima volta abbiamo infine potuto constatare come la comunione fraterna è un luogo di profonda benedizione per ordine di Dio stesso e siamo tutti chiamati a prenderne parte contribuendo ciascuno con il vigore che lo Spirito Santo da ad ognuno per l’utile e l’edificazione comune.

Sarebbe bello se andasse avanti così per sempre?

 

Secondo noi forse si, ma il Signore (che ha delle ambizioni per noi molto più elevate), conosce che per essere ancora più “preziosi” ci sono delle scorie da eliminare nella nostra preziosa fede, e questa per poter essere ancora più utile deve essere “purgata”… provata!

Proviamo a pensare ad un buon chirurgo, che ha studiato nelle migliori università del mondo, si laurea con 110 e lode con tutti gli onori possibili… poi entra in ospedale e viene nominato primario del reparto più prestigioso… ma non ha mai eseguito alcun intervento chirurgico sotto la sua responsabilità… ci fideremmo di affidare la nostra vita nelle sue mani per un intervento importante?

Io penso di no!

Proviamo a pensare ad un ottimo e promettente neolaureato in architettura, che ha studiato nelle migliori università del mondo, si laurea con 110 e lode con tutti gli onori possibili… poi apre uno studio in pieno centro… ma non ha mai costruito nemmeno la cuccia del cane… ci fideremmo di affidare la progettazione del nuovo ponte di Genova?

Io penso di no!

 

Perché allora dovremmo essere così superficiali se parliamo di un servizio per la guarigione delle anime… per la collaborazione nell’edificazione della Chiesa, seguendo fratelli che magari hanno tutti i titoli… tutti gli onori… ma non hanno esperienza di fede vera… una fede provata?

Ma cosa vuole dire “provare la fede”?

Se pensiamo che la vita cristiana approvata da Dio sia quella dove scorre tutto liscio e senza complicazioni e difficoltà… abbiamo una visiona distorta di cosa significa avere una fede forte!

Le fede viene provata nelle difficoltà… è lì che cresce!

La fede viene provata nelle ansietà della vita… è lì che si irrobustisce!

La fede viene provata nelle afflizioni… è li che si alimenta!

Per questo motivo le prove della vita servono a farci crescere sani e forti.

Se un bambino non fosse sottoposto al rischio di cadere non imparerebbe mai a camminare.

Se un allievo non fosse sottoposto alle verifiche scolastiche non sarebbe mai stimolato a studiare diligentemente e diventare così utile alla società e a chi lo circonda.

Se un giovane non fosse sottoposte alla disciplina diventerebbe un fannullone pretenzioso e disutile alla comunità.

Se un artigiano non fosse sottoposto all’apprendistato (con tutte le prove annesse e connesse) non diventerebbe mai un artista nel suo lavoro.

Se un soldato non fosse sottoposto alla disciplina militare non diventerebbe mai utile all’esercito.

 

Se riconosciamo che questo è giusto nella vita fisica, perché dovremmo allora pensare diversamente per la vita spirituale?

Perché pensiamo che un cristiano non debba essere anch’esso soggetto alle prove, alle difficoltà della vita, alla disciplina, per crescere verso la perfetta statura di Cristo?

Abbiamo degli esempi di come Dio ha messo alla prova gli uomini che ha preparato per svolgere particolari compiti nel Suo Disegno Benevolo:

            - Abramo:

 Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abraamo e gli disse: «Abraamo!»   Egli rispose: «Eccomi».

E Dio disse: «Prendi ora tuo figlio, il tuo unico, colui che ami, Isacco, e va' nel paese di Moria, e offrilo là in olocausto sopra uno dei monti che ti dirò».   Abraamo si alzò la mattina di buon'ora, sellò il suo asino, prese con sé due suoi servi e suo figlio Isacco, spaccò della legna per l'olocausto, poi partì verso il luogo che Dio gli aveva indicato.   Il terzo giorno, Abraamo alzò gli occhi e vide da lontano il luogo.

Allora Abraamo disse ai suoi servi: «Rimanete qui con l'asino; io e il ragazzo andremo fin là e adoreremo; poi torneremo da voi».

Abraamo prese la legna per l'olocausto e la mise addosso a Isacco suo figlio, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutti e due insieme.  Isacco parlò ad Abraamo suo padre e disse: «Padre mio!»   Abraamo rispose: «Eccomi qui, figlio mio».

E Isacco: «Ecco il fuoco e la legna; ma dov'è l'agnello per l'olocausto?»

Abraamo rispose: «Figlio mio, Dio stesso si provvederà l'agnello per l'olocausto».   E proseguirono tutti e due insieme.

Giunsero al luogo che Dio gli aveva detto. Abraamo costruì l'altare e vi accomodò la legna; legò Isacco suo figlio, e lo mise sull'altare, sopra la legna. Abraamo stese la mano e prese il coltello per scannare suo figlio.  Ma l'angelo del SIGNORE lo chiamò dal cielo e disse: «Abraamo, Abraamo!» Egli rispose: «Eccomi».  E l'angelo: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli male! Ora so che tu temi Dio, poiché non mi hai rifiutato tuo figlio, l'unico tuo».  (Genesi 22:1-12)

  - Il popolo di Israele:

 Ricòrdati di tutto il cammino che il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha fatto fare in questi quarant'anni nel deserto per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandamenti.

Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per insegnarti che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che vive di tutto quello che procede dalla bocca del SIGNORE.

(Deuteronomio 8:2-3)

 

Anche Gesù è stato provato:

Nei giorni della sua carne, con alte grida e con lacrime egli offrì preghiere e suppliche a colui che poteva salvarlo dalla morte ed è stato esaudito per la sua pietà. Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì; e, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna.   (Ebrei 5:7-9)

Infatti, per condurre molti figli alla gloria, era giusto che colui, a causa del quale e per mezzo del quale sono tutte le cose, rendesse perfetto, per via di sofferenze, l'autore della loro salvezza.   (Ebrei 2:10)

 

Ancora nei primi anni della Chiesa (quando servivano uomini estremamente coraggiosi):

- Paolo e i suoi collaboratori sono stati provati:

Fratelli, non vogliamo che ignoriate, riguardo all'afflizione che ci colse in Asia, che siamo stati molto provati, oltre le nostre forze, tanto da farci disperare perfino della vita. Anzi, avevamo già noi stessi pronunciato la nostra sentenza di morte, affinché non mettessimo la nostra fiducia in noi stessi, ma in Dio che risuscita i morti. Egli ci ha liberati e ci libererà da un così gran pericolo di morte, e abbiamo la speranza che ci libererà ancora.   (2 Corinzi 1:8-10)

 

- i credenti di Filippi:

Perché vi è stata concessa la grazia, rispetto a Cristo, non soltanto di credere in lui, ma anche di soffrire per lui, sostenendo voi pure la stessa lotta che mi avete veduto sostenere e nella quale ora sentite dire che io mi trovo.   (Filippesi 1:29-30)

E questa prova non deve stupirci (come ci spiega Pietro):

Carissimi, non vi stupite per l'incendio che divampa in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano.

Anzi, rallegratevi in quanto partecipate alle sofferenze di Cristo, perché anche al momento della rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Se siete insultati per il nome di Cristo, beati voi!  Perché lo Spirito di gloria, lo Spirito di Dio, riposa su di voi.

Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida, o ladro, o malfattore, o perché si immischia nei fatti altrui; ma se uno soffre come cristiano, non se ne vergogni, anzi glorifichi Dio, portando questo nome.

(1 Pietro 4:12-16)

E’ assurdo (dal punto dio vista umano), ma la prova porta con sé la consolazione:

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione; perché, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. (2 Corinzi 1:3-5)

Una consolazione basata sulla gloria futura:

Infatti io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev'essere manifestata a nostro riguardo. (Romani 8:18)

 

Esemplare è quanto scrive Paolo ai fratelli di Tessalonica:

Conosciamo, fratelli amati da Dio, la vostra elezione.

Infatti il nostro vangelo non vi è stato annunciato soltanto con parole, ma anche con potenza, con lo Spirito Santo e con piena convinzione; infatti sapete come ci siamo comportati fra voi, per il vostro bene.

Voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore, avendo ricevuto la parola in mezzo a molte sofferenze, con la gioia che dà lo Spirito Santo, tanto da diventare un esempio per tutti i credenti della Macedonia e dell'Acaia. Infatti da voi la parola del Signore ha echeggiato non soltanto nella Macedonia e nell'Acaia, ma anzi la fama della fede che avete in Dio si è sparsa in ogni luogo, di modo che non abbiamo bisogno di parlarne; perché essi stessi raccontano quale sia stata la nostra venuta fra voi, e come vi siete convertiti dagl'idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero, e per aspettare dai cieli il Figlio suo che egli ha risuscitato dai morti; cioè, Gesù che ci libera dall'ira imminente.   (1 Tessalonicesi 1:4-10)

 

Per quale motivo strano i credenti di oggi non dovrebbero essere provati?

Dobbiamo inoltre considerare le prove degli altri fratelli anche come un insegnamento ed una opportunità per noi, e questo era anche una cosa che aveva in cuore Paolo per i fratelli:

Fratelli, non vogliamo che ignoriate, riguardo all'afflizione che ci colse in Asia…   (2 Corinzi 1:8)

Tu invece hai seguito da vicino il mio insegnamento, la mia condotta, i miei propositi, la mia fede, la mia pazienza, il mio amore, la mia costanza, le mie persecuzioni, le mie sofferenze, quello che mi accadde ad Antiochia, a Iconio e a Listra.

Sai quali persecuzioni ho sopportate; e il Signore mi ha liberato da tutte.

(2 Timoteo 3:10-11)

Le difficoltà che i credenti provano nella loro vita, non sono quindi necessariamente conseguenza di un peccato, anzi:

Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.

Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati.

(Romani 8:28-30)

Quindi, come ci insegna Giacomo (che era l’anziano della Chiesa di Gerusalemme, una Chiesa fortemente provata):

Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza.

E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti…

…Beato l'uomo che sopporta la prova; perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo amano.

 Nessuno, quand'è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno; invece ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce.

Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte.

(tratto da Giacomo 1:3-15)

 

Possiamo vedere come la prova e la tentazione siano apparentemente simili ma profondamente diverse tra loro:

La prova viene da Dio La tentazione non viene da Dio
La prova alimenta la costanza La tentazione “alimenta” la concupiscenza
La prova si comprende con la saggezza
(che ci libera dall’animo doppio)
La tentazione si contrasta con la fuga e con l’attaccamento alla Parola
 (il cedere ci lega alla schiavitù)

La prova produce l’Opera di Dio in noi

 (perfetti e completi, di nulla mancanti)

La tentazione produce il peccato
(la morte, la decomposizione)
La prova tende a purificare la fede    La tentazione tende a contaminare la fede
La prova superata rende beati La tentazione rende dannati

                        

 Ogni uomo che si mette al servizio di Dio deve sapere che dovrà essere sottoposto alle prove (e anche alle tentazioni), abbiamo già visto come anche Gesù fu provato:

Nei giorni della sua carne, con alte grida e con lacrime egli offrì preghiere e suppliche a colui che poteva salvarlo dalla morte ed è stato esaudito per la sua pietà. Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì; e, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna.   (Ebrei 5:7-9)

 

E fu anche tentato:

Gesù, pieno di Spirito Santo, ritornò dal Giordano, e fu condotto dallo Spirito nel deserto per quaranta giorni, dove era tentato dal diavolo. Durante quei giorni non mangiò nulla; e quando furono trascorsi, ebbe fame.

Il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane».

Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Non di pane soltanto vivrà l'uomo"».

Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo e gli disse: «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio. Se dunque tu ti prostri ad adorarmi, sarà tutta tua».

Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Adora il Signore, il tuo Dio, e a lui solo rendi il tuo culto"».
Allora lo portò a Gerusalemme e lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui; perché sta scritto: "Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, di proteggerti" e "Essi ti porteranno sulle mani, perché tu non urti col piede contro una pietra"».

Gesù gli rispose: «È stato detto: "Non tentare il Signore Dio tuo"».

Allora il diavolo, dopo aver finito ogni tentazione, si allontanò da lui fino a un momento determinato.

(Luca 4:1-13)

 

Per questo Egli può comprenderci pienamente:

Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato.  Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.   (Ebrei 4:15-16)

 

Possiamo ricordare fratelli che hanno ben superato delle prove:

Apelle un fratello di Roma: Salutate Apelle, che ha dato buona prova in Cristo.  (Romani 16:10)

Timoteo (la sua completa dedizione e servizio svolto per Paolo aveva prodotto in sé una fede altruista):

Ora spero nel Signore Gesù di mandarvi presto Timoteo…

…Infatti non ho nessuno di animo pari al suo che abbia sinceramente a cuore quel che vi concerne.

Poiché tutti cercano i loro propri interessi, e non quelli di Cristo Gesù.

Voi sapete che egli ha dato buona prova di sé, perché ha servito con me la causa del vangelo, come un figlio con il proprio padre.

(tratto da Filippesi 2:19-22)

 

Così anche tutti coloro che sono chiamati all’insegnamento ed alla assistenza nella Chiesa:

Certa è quest'affermazione: se uno aspira all'incarico di vescovo, desidera un'attività lodevole.

Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino né violento, ma sia mite, non litigioso, non attaccato al denaro, che governi bene la propria famiglia e tenga i figli sottomessi e pienamente rispettosi (perché se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa di Dio?), che non sia convertito di recente, affinché non diventi presuntuoso e cada nella condanna inflitta al diavolo.

Bisogna inoltre che abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, perché non cada in discredito e nel laccio del diavolo.

Allo stesso modo i diaconi devono essere dignitosi, non doppi nel parlare, non propensi a troppo vino, non avidi di illeciti guadagni; uomini che custodiscano il mistero della fede in una coscienza pura.

Anche questi siano prima provati; poi svolgano il loro servizio se sono irreprensibili.

Allo stesso modo siano le donne dignitose, non maldicenti, sobrie, fedeli in ogni cosa.

I diaconi siano mariti di una sola moglie, e governino bene i loro figli e le loro famiglie.

Perché quelli che hanno svolto bene il compito di diaconi si acquistano un grado onorabile e una grande franchezza nella fede che è in Cristo Gesù.   (1 Timoteo 3:1-13)

C’è in ballo la Gloria di Dio… non si scherza!

 

I rischi sono altissimi:

- diventare presuntuosi, screditando l’insegnamento della dottrina… si può cadere in discredito e nel laccio del diavolo… dando ampia occasione di bestemmiare il Nome di Dio screditando la Parola di Dio!

Affrontiamo quindi le prove con gioia… proprio pensando allo scopo di esse, sapendo che se il Signore le permette è per il nostro perfezionamento:

Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti.

(Giacomo 3:15)

 

Paolo incoraggia il discepolo Timoteo ad affrontare bene le prove, guardando a Cristo, il perfetto esempio di Uomo provato e di sé stesso quale Suo imitatore:

Tu dunque, figlio mio, fortìficati nella grazia che è in Cristo Gesù, e le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri.

Sopporta anche tu le sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù.

Uno che va alla guerra non s'immischia in faccende della vita civile, se vuol piacere a colui che lo ha arruolato.

Allo stesso modo quando uno lotta come atleta non riceve la corona, se non ha lottato secondo le regole.

Il lavoratore che fatica dev'essere il primo ad avere la sua parte dei frutti.

Considera quel che dico, perché il Signore ti darà intelligenza in ogni cosa.

Ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, della stirpe di Davide, secondo il mio vangelo, per il quale io soffro fino ad essere incatenato come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata.

Ecco perché sopporto ogni cosa per amor degli eletti, affinché anch'essi conseguano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.

Certa è quest'affermazione: se siamo morti con lui, con lui anche vivremo; se abbiamo costanza, con lui anche regneremo; se lo rinnegheremo anch'egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso.

Ricorda loro queste cose, scongiurandoli davanti a Dio che non facciano dispute di parole; esse non servono a niente e conducono alla rovina chi le ascolta.

Sfòrzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità.

(2 Timoteo 2:1-15)

 

Tu invece hai seguito da vicino il mio insegnamento, la mia condotta, i miei propositi, la mia fede, la mia pazienza, il mio amore, la mia costanza, le mie persecuzioni, le mie sofferenze, quello che mi accadde ad Antiochia, a Iconio e a Listra. Sai quali persecuzioni ho sopportate; e il Signore mi ha liberato da tutte.

Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.

Ma gli uomini malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, ingannando gli altri ed essendo ingannati.

Tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la certezza, sapendo da chi le hai imparate, e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù. Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare (ciò che è Retto e Giusto), a riprendere (ciò che è deviato e falso), a correggere (ciò che è storto e sbagliato), a educare (ogni cosa ingiusta) alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.   (2 Timoteo 3:10-17)

 

Ti scongiuro, davanti a Dio e a Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il suo regno: predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza.

Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole.

Ma tu sii vigilante in ogni cosa, sopporta le sofferenze, svolgi il compito di evangelista, adempi fedelmente il tuo servizio.  (2 Timoteo 4:1-5)

 

Consideriamo ancora che la nostra fede si impreziosisce sempre di più ogni volta che viene provata:

Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo. Benché non l'abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa, ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime.   (1 Pietro 1:6-9)

 

E se abbiamo capito questo, seguiamo l’esortazione di Pietro:

Perciò, dopo aver predisposto la vostra mente all'azione, state sobri, e abbiate piena speranza nella grazia che vi sarà recata al momento della rivelazione di Gesù Cristo.  Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell'ignoranza; ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo».   (1 Pietro 1:13-16)

 …nonostante le prove; perché la sofferenza della prova non giustifica mai una condotta “non santa”.

  

Del resto, fratelli, rallegratevi, ricercate la perfezione, siate consolati, abbiate un medesimo sentimento, vivete in pace; e il Dio d'amore e di pace sarà con voi.  (2 Corinzi 13:11)

 

Gianni Marinuzzi


11. affrontare le prove