CONOSCERE BENE PER CAMMINARE DEGNAMENTE

 

 

LA condotta nella CHIESA -

camminare nella luce

 

  

 

Non siate dunque loro compagni; perché in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore.

Comportatevi come figli di luce - poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità -

esaminando che cosa sia gradito al Signore.

Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele;

perché è vergognoso perfino il parlare delle cose che costoro fanno di nascosto.

Ma tutte le cose, quando sono denunciate dalla luce, diventano manifeste;

poiché tutto ciò che è manifesto, è luce.

Per questo è detto: «Risvègliati, o tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti inonderà di luce».

 

***

Abbiamo finora visto come Paolo (cfr Efesini capitoli da 1 a 3), ha rivelato chiaramente come la Chiesa è un Unico Corpo spirituale che testimonia di Dio, proprio come aveva pregato Gesù:

Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. (Giovanni 17:20-21)

 

E questa unità spirituale è il risultato della Gloria di Dio, il Suo Amore rivelato e testimoniato:

Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro e tu in me; affinché siano perfetti nell'unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li ami come hai amato me. (Giovanni 17:22-23)

 

E questo stato spirituale di perfetta unità è il risultato che si ottiene soltanto nella conoscenza di Gesù Cristo come il Cristo di Dio:

questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato; e io ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere, affinché l'amore del quale tu mi hai amato sia in loro, e io in loro. (Giovanni 17:25-26)

 

Ma una volta compresa questa meravigliosa realtà spirituale, noi tutti siamo chiamati a viverla, praticarla, camminare in modo degno di quello che siamo realmente, altrimenti rimane solo una teoria mai vissuta, mai goduta, insoddisfacente e vana.

Per questo Paolo, pienamente consapevole della realtà del Corpo di Cristo realizzato nella Chiesa, ci esorta vivamente ad imitare Dio in ogni cosa, vivere proprio come è Lui, vivere mediante le ricchezze dei Suoi doni spirituali ed ambire alle meravigliose Sua caratteristiche:

- Dio (nelle Sue manifestazioni) è perfettamente unito, non vi è in Lui alcuna separazione spirituale, e noi dobbiamo camminare nell’Unità (cfr Efesini 4:1-16);

- Dio è Santo, e noi dobbiamo camminare nella santità (cfr Efesini 4:17-32);

- Dio è Amore, e noi dobbiamo camminare nell’amore (cfr Efesini 5:1-6);

 

Ora vedremo come Dio è Luce, e noi dobbiamo camminare nella luce (cfr Efesini 5:7-14).

 

In questo brano dobbiamo distinguere:

- una prima parte, ovvero la dichiarazione di uno stato spirituale (versi 7-10);

- una seconda parte, ovvero un insegnamento pratico di come vivere la realtà dello stato spirituale (versi 11-14).

 

DICHIARAZIONE DELLA REALTA’ SPIRITUALE

Non siate dunque loro compagni; perché in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore.

Comportatevi come figli di luce - poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità - esaminando che cosa sia gradito al Signore.

 

Nel precedente paragrafo, Paolo aveva dichiarato severamente che nessun fornicatore o impuro o avaro (che è un idolatra) ha eredità nel regno di Cristo e di Dio, facendo poi ulteriormente riferimento a coloro che insinuano “vani ragionamenti” circa la effettiva malvagità che si nasconde dietro questi atteggiamenti, nel prosieguo dell’insegnamento egli specifica questa ulteriore esortazione (comando) non siate dunque loro compagni.

 

In realtà Paolo aveva già specificato nella lettera ai Corinzi:

Vi ho scritto nella mia lettera di non mischiarvi con i fornicatori; non del tutto però con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari e i ladri, o con gl'idolatri; perché altrimenti dovreste uscire dal mondo; ma quel che vi ho scritto è di non mischiarvi con chi, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, un avaro, un idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone, un ladro; con quelli non dovete neppure mangiare.

Poiché, devo forse giudicare quelli di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro?

Quelli di fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi. (1 Corinzi 5:9-13)

Ma qual è quindi il motivo di questo comando?

 

Per comprendere meglio questo versetto possiamo andare proprio a vedere cosa Dio fece il primo giorno della creazione:

La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell'abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque.

Dio disse: «Sia luce!» E luce fu.

Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre.

Dio chiamò la luce «giorno» e le tenebre «notte».

Fu sera, poi fu mattina: primo giorno. (Genesi 2:2-5)

 

La prima cosa che ha creato Dio con la Sua Parola è la Luce.

Ma una volta creata, l’ha esaminata (Dio vide che la luce era buona).

Una volta esaminata e ritenuta “buona”, l’ha immediatamente separata dalle tenebre (Dio separò la luce dalle tenebre) e gli ha dato un nome: “giorno”, ben distinto dal nome delle tenebrenotte”.

 

Questa netta distinzione Dio l’ha portata avanti nel Suo meraviglioso Disegno di Salvezza, per questo troviamo queste esortazioni che evidenziano questa distinzione:

voi tutti siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre.       (1 Tessalonicesi 5:5)

 

Ma noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell'amore e preso per elmo la speranza della salvezza.            (1 Tessalonicesi 5:8)

Pertanto i credenti, i figli di Luce, sarebbero incoerenti se non si separano, ovvero rimangono compagni) da coloro che, a causa del loro stato di peccato, sono sotto l’ira di Dio e non appartengono al Suo Regno, ma ancora più sarebbero “fuori luogo” se diventassero compagni di coloro che, una volta conosciuta la Luce, vogliono persistere nel camminare nelle tenebre… …sicuramente sarebbero fuori dal comandamento di Dio!

 

…perché in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore.

Comportatevi come figli di luce - poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità - esaminando che cosa sia gradito al Signore.

 

Gesù, la Luce del mondo, è venuto proprio per fare questa separazione, questo giudizio:

La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo.

Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto.

È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio. (Giovanni 1:9-13)

 

Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.

Perché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte; ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in Dio». (Giovanni 3:19-21)

 

E se Gesù è venuto per fare questo “giudizio”, questa “separazione”, noi dobbiamo obbedire alla Sua volontà e non farci influenzare (con vani ragionamenti) da coloro che vogliono invece “rimescolare” le tenebre e la Luce, proprio come insegna Paolo:

Come si addice ai santi, né fornicazione, né impurità, né avarizia, sia neppure nominata tra di voi; né oscenità, né parole sciocche o volgari, che sono cose sconvenienti; ma piuttosto abbondi il ringraziamento.

Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore o impuro o avaro (che è un idolatra) ha eredità nel regno di Cristo e di Dio.

Nessuno vi seduca con vani ragionamenti; infatti è per queste cose che l'ira di Dio viene sugli uomini ribelli. Non siate dunque loro compagni… (Efesini 5:3-7)

 

Gesù disse:

Voi siete la luce del mondo.

Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta, e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa.

Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. (Matteo 5:14-16)

 

La Luce non deve quindi mischiarsi con le tenebre, altrimenti diventa “penombra” e se dobbiamo risplendere per le buone opere e ci mischiamo con chi, chiamandosi fratello fa ombra alla luce e non esamina cosa sia gradito al Signore, falliamo il nostro scopo!

Il “camminare nella luce” è veramente determinante per un figlio di Dio, non è solo un consiglio è una attitudine essenziale della sua stessa conversione (ne determina la comunione fraterna e la purificazione stessa dai peccati), Giovanni ci lascia una dichiarazione lapidaria:

Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che vi annunziamo: Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre.

Se diciamo che abbiamo comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità.

Ma se camminiamo nella luce, com'egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. (1 Giovanni 1:5-7)

 

Da Figli di Luce (quali siamo se abbiamo realmente creduto in Cristo), camminiamo in modo degno della vocazione alla quale siamo stati chiamati!

La Luce che siamo è il frutto dell’Opera di Dio che è stata compiuta in noi:

  il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità…

 

Dio ha creato in noi la Luce, questa “energia spirituale” che produce tramite noi bontà, giustizia e verità, caratteristiche proprie di Dio, non nostre, ma che Dio ha prodotto e produce in noi mediante la azione dello Spirito Santo e che manifesta:

- la Sua Bontà        (perché nessuno è Buono tranne Dio – cfr Luca 18:19)

- la Sua Giustizia    (perché non c’è nessun giusto – cfr Romani 3:10)

- la Verità               (Gesù è la Verità – cfr Giovanni 14:6)

 

Davanti a questa importante responsabilità come faremmo a pensare di “mescolare” il Sacro, il Santo, il Valore eterno con il profano e il vano?

 

Sarebbe agire proprio come Esaù, e ricordiamoci cosa sta scritto di lui:

Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore; vigilando bene che nessuno resti privo della grazia di Dio; che nessuna radice velenosa venga fuori a darvi molestia e molti di voi ne siano contagiati; che nessuno sia fornicatore, o profano, come Esaù che per una sola pietanza vendette la sua primogenitura.

Infatti sapete che anche più tardi, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto, sebbene la richiedesse con lacrime, perché non ci fu ravvedimento.  (Ebrei 12:14-17)

 

Alla luce di questo possiamo apprezzare come Paolo ha già, nelle sue lettere, spiegato molto bene la differenza tra chi è nella Luce e chi è nelle tenebre:

Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno abbia a sorprendervi come un ladro; perché voi tutti siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre.

Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri; poiché quelli che dormono, dormono di notte, e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte.

Ma noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell'amore e preso per elmo la speranza della salvezza.

Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, il quale è morto per noi affinché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.

Perciò, consolatevi a vicenda ed edificatevi gli uni gli altri, come d'altronde già fate. (1 Tessalonicesi 5:4-11)

 

E questo dobbiamo fare, consci del momento cruciale: è ora ormai che vi svegliate dal sonno; perché adesso la salvezza ci è più vicina di quando credemmo.

La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.

Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno, senza gozzoviglie e ubriachezze; senza immoralità e dissolutezza; senza contese e gelosie; ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne i desideri. (Romani 13:11-14)

 

I figli di Luce devono quindi camminare come dei figli di Luce!

 

Ovvero, vista la loro natura, essi devono comportarsi conformemente alla stessa!

Ma proprio come ha fatto il Signore dobbiamo imparare a guardare ogni cosa alla Luce della Sua Parola esaminando che cosa sia gradito al Signore.

Per fare questo esame dobbiamo mettere completamente da parte il nostro discernimento carnale ed applicare quanto scriveva Salomone:

Figlio mio, non dimenticare il mio insegnamento, e il tuo cuore custodisca i miei comandamenti, perché ti procureranno lunghi giorni, anni di vita e di prosperità.

Bontà e verità non ti abbandonino; legatele al collo, scrivile sulla tavola del tuo cuore; troverai così grazia e buon senso agli occhi di Dio e degli uomini.

Confida nel SIGNORE con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie ed egli appianerà i tuoi sentieri.

Non ti stimare saggio da te stesso; temi il SIGNORE e allontanati dal male; questo sarà la salute del tuo corpo e un refrigerio alle tue ossa. (Proverbi 3:1-8)

 

Non dobbiamo quindi, come quando eravamo morti nelle nostre colpe e nei nostri peccati, abbandonarci a seguire l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli, ma camminare da consapevoli della volontà di Dio ed esaminare che cosa sia gradito al Signore (e non a noi stessi), in ogni nostra azione, affinchè possiamo essere fedeli alla nostra chiamata, coerenti alla nostra vocazione e godere di tutte le benedizioni che il Signore ci ha già donate!

Così saremo veramente come auspica il Signore per noi:

 

…siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita (Filippesi 2:15-16)

 

***

INSEGNAMENTO PRATICO DI COME VIVERE LA REALTA’ SPIRITUALE

 

Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele; perché è vergognoso perfino il parlare delle cose che costoro fanno di nascosto.

Ma tutte le cose, quando sono denunciate dalla luce, diventano manifeste; poiché tutto ciò che è manifesto, è luce.

Per questo è detto: «Risvègliati, o tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti inonderà di luce».

 

Oltre al comando di non essere compagni di certe categorie di persone, i figli di Luce sono chiamati a non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre…

…piuttosto denunciarle; perché è vergognoso perfino il parlare delle cose che costoro fanno di nascosto.

 

L'ubbidienza del cristiano non è frutto di una cieca, passiva, irriflessiva o tradizionale sottomissione, ma è un atto ragionevole e ragionato, che si basa sopra una chiara percezione ed un esame scrupoloso della volontà di Dio in Cristo (ritenuta volontariamente superiore e migliore della propria), come Paolo stesso aveva già insegnato nelle sue lettere:

Siate sempre gioiosi; non cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.

Non spegnete lo Spirito.

Non disprezzate le profezie; ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene; astenetevi da ogni specie di male. (1 Tessalonicesi 5:16-22)

 

Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà. (Romani 12:2)

 

E prego che il vostro amore abbondi sempre più in conoscenza e in ogni discernimento, perché possiate apprezzare le cose migliori, affinché siate limpidi e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio. (Filippesi 1:9-11)

 

Paolo definisce le opere delle tenebre infruttuose, sterili, vane!

Infatti il frutto del peccato non porta alcun “frutto”, il peccato è infruttuoso e non porta alcun beneficio né a se stessi né agli altri, beato chi comprende questo!

 

 

Dio vuole il nostro frutto, lo pretende perché Gli spetta e Gli è dovuto, ricordiamo alcuni passi:

- relative all’Israele terreno:

  - già ai tempi di Isaia:

Il mio amico aveva una vigna sopra una fertile collina.

La dissodò, ne tolse via le pietre, vi piantò delle viti scelte, vi costruì in mezzo una torre, e vi scavò uno strettoio per pigiare l'uva.

Egli si aspettava che facesse uva, invece fece uva selvatica.

Ora, abitanti di Gerusalemme e voi, uomini di Giuda, giudicate fra me e la mia vigna!

Che cosa si sarebbe potuto fare alla mia vigna più di quanto ho fatto per essa?

Perché, mentre mi aspettavo che facesse uva, ha fatto uva selvatica?

Ebbene, ora vi farò conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: le toglierò la siepe e vi pascoleranno le bestie; abbatterò il suo muro di cinta e sarà calpestata.

Ne farò un deserto; non sarà più né potata né zappata, vi cresceranno i rovi e le spine; darò ordine alle nuvole che non vi lascino cadere pioggia.

Infatti la vigna del SIGNORE degli eserciti è la casa d'Israele, e gli uomini di Giuda sono la sua piantagione prediletta; egli si aspettava rettitudine, ed ecco spargimento di sangue; giustizia, ed ecco grida d'angoscia! (Isaia 5:1-7)

 

  - ai tempi della sua prima venuta:

Poi cominciò a dire al popolo questa parabola:

«Un uomo piantò una vigna, la affidò a dei vignaiuoli, e se ne andò in viaggio per molto tempo.

Al tempo della raccolta mandò un servo da quei vignaiuoli perché gli dessero una parte del frutto della vigna; ma i vignaiuoli, dopo averlo percosso, lo rimandarono a mani vuote.

Egli mandò un altro servo; ma dopo aver percosso e insultato anche questo, lo rimandarono a mani vuote.

Egli ne mandò ancora un terzo; e quelli, dopo aver ferito anche questo, lo scacciarono.

Allora il padrone della vigna disse: "Che farò? Manderò il mio diletto figlio; forse a lui porteranno rispetto".

Ma quando i vignaiuoli lo videro, fecero tra di loro questo ragionamento:

"Costui è l'erede; uccidiamolo, affinché l'eredità diventi nostra".

E lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.

Dunque che cosa farà loro il padrone della vigna?

Verrà e sterminerà quei vignaiuoli, e darà la vigna ad altri».   (Luca 20:9-16)

 

  - ai tempi della Sua seconda venuta:

Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.

Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra.

Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra; poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù.

Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo (LA LUCE) la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno.

Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco. (1 Corinzi 3:9-15)

 

Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male.  (Luca 19:11-27)

 

E nella città celeste ci saranno frutti rigogliosi:

 

In mezzo alla piazza della città e sulle due rive del fiume stava l'albero della vita. Esso dà dodici raccolti all'anno, porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell'albero sono per la guarigione delle nazioni. (Apocalisse 22:2)

 

Riflettiamo bene che siamo stati creati per portare frutto e siamo stati redenti dal nostro stato di inutilità per essere utili!

 

Paolo la ha evidenziato all’inizio di questa lettera:

siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo. (Efesini 2:10)

 

…piuttosto denunciatele…

Altro che “tollerate”!

Altro che “non giudicate”! …denunciatele!

 

Proprio come insegnava Paolo ai Corinzi, che in questo fallirono:

Si ode addirittura affermare che vi è tra di voi fornicazione, una tale fornicazione che non si trova neppure fra i pagani; al punto che uno si tiene la moglie di suo padre!

E voi siete gonfi, e non avete invece fatto cordoglio, perché colui che ha commesso quell'azione fosse tolto di mezzo a voi!

Quanto a me, assente di persona ma presente in spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha commesso un tale atto.

Nel nome del Signore Gesù, essendo insieme riuniti voi e lo spirito mio, con l'autorità del Signore nostro Gesù, ho deciso che quel tale sia consegnato a Satana, per la rovina della carne, affinché lo spirito sia salvo nel giorno del Signore Gesù.

Il vostro vanto non è una buona cosa.

Non sapete che un po' di lievito fa lievitare tutta la pasta?

Purificatevi del vecchio lievito, per essere una nuova pasta, come già siete senza lievito.

Poiché anche la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata.

Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità.

Vi ho scritto nella mia lettera di non mischiarvi con i fornicatori; non del tutto però con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari e i ladri, o con gl'idolatri; perché altrimenti dovreste uscire dal mondo; ma quel che vi ho scritto è di non mischiarvi con chi, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, un avaro, un idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone, un ladro; con quelli non dovete neppure mangiare.

Poiché, devo forse giudicare quelli di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro?

Quelli di fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi. (1 Corinzi 5)

 

…tutte le cose, quando sono denunciate dalla luce, diventano manifeste; poiché tutto ciò che è manifesto, è luce

 

La luce ha la capacità di rendere visibili le cose che al buio non si vedono, per questo gli uomini malvagi amano le tenebre:

…chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte… (Giovanni 3:20)

Quanto più la LUCE di DIO renderà visibili ogni cosa?

 

Quando la Luce scopre le cose malvage, esse appaiono per quello che realmente sono, diventano manifeste, e i credenti si rendono effettivamente conto di questo esse sono malvage e dannose.

Se invece rimangono al buio, hanno quel “senso di mistero” che le rende in qualche modo appetibili!

Quando noi non camminiamo nella luce e ragioniamo con la nostro mente carnale non vediamo più le cose in modo corretto; il salmista Asaf stava proprio inciampando per questo motivo:

quasi inciamparono i miei piedi; poco mancò che i miei passi non scivolassero. Poiché invidiavo i prepotenti, vedendo la prosperità dei malvagi. (Salmo 73:2-3)

 

Il “mettere in luce il peccato” è un atto alquanto “antipatico”, ma di utilità immensa nel popolo di Dio, per questo Paolo esorta Timoteo in tal senso:

Quelli che peccano, riprendili in presenza di tutti, perché anche gli altri abbiano timore.

Ti scongiuro, davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti, di osservare queste cose senza pregiudizi, e di non fare nulla con parzialità. (1 Timoteo 5:20-21)

E l’esame si fa alla luce della Parola e senza riguardi personali!

 

Se il salmista poteva dire:

La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero. (Salmo 119:105)

 

Anche noi oggi possiamo dire:

…la parola profetica più salda è come a una lampada splendente in luogo oscuro… (tratto da 2 Pietro 1:19)

 

…Per questo è detto: «Risvègliati, o tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti inonderà di luce»

Paolo lancia un appello energico rivolto a coloro che sono come immersi nel torpore del peccato, perchè aprano finalmente gli occhi alla luce vivificante di Cristo.

Ed è significativo che anche questo atto di svegliarsi è un atto di fede; non sarà la Luce a svegliarci, siamo noi che dobbiamo risvegliarci e Cristo ti inonderà di luce!

Il cristiano è chiamato a vegliare nella notte aspettando il giorno.

 

Il giorno verrà e Cristo ci inonderà di Luce, ma dobbiamo imparare a vegliare con Lui.

 

Ricordiamo l’esortazione fatta ai discepoli nel getsemani:

  non siete stati capaci di vegliare con me un'ora sola? (Matteo 26:40)

 

Proprio Pietro (che ha visto il leone ruggente) ci esorta in tal senso:

Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede… (1 Pietro 5:8-9)

 

Facciamo nostre quindi le parole di Paolo:

  Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri; poiché quelli che dormono, dormono di notte, e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte.

Ma noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell'amore e preso per elmo la speranza della salvezza.

Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, il quale è morto per noi affinché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.

Perciò, consolatevi a vicenda ed edificatevi gli uni gli altri, come d'altronde già fate. (1 Tessalonicesi 5:6-11)

 

***

CONCLUSIONE

 

Nel principio Dio creò i cieli e la terra.

La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell'abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque.

Dio disse: «Sia luce!» E luce fu.

Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre.

Dio chiamò la luce «giorno» e le tenebre «notte». Fu sera, poi fu mattina: primo giorno. (Genesi 1:1-5)

 

Il pensiero originario di Dio è sempre stato la separazione netta tra la Luce e le tenebre, tra di loro non vi è nessuna comunione e neppure può esserci!

 

Paolo scriveva così ai Corinzi:

Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c'è tra la giustizia e l'iniquità?

O quale comunione tra la luce e le tenebre?

E quale accordo fra Cristo e Beliar?

O quale relazione c'è tra il fedele e l'infedele?

E che armonia c'è fra il tempio di Dio e gli idoli?

Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come disse Dio: «Abiterò e camminerò in mezzo a loro, sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.

Perciò, uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d'impuro; e io vi accoglierò.

E sarò per voi come un padre e voi sarete come figli e figlie», dice il Signore onnipotente. (2 Corinzi 6:14-18)

 

Questo principio attraversa tutta la Scrittura, non possiamo non considerarlo, pena fallire lo scopo, ovvero non camminare nella Luce!

 

Paolo, nel principio della lettera ha ricordato agli efesini come essi siano stati illuminati:

dandoci ogni sorta di sapienza e d'intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé, per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti. (Efesini 1:8-10)

 

Ha poi interceduto per loro:

affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente; egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi, e qual è verso di noi, che crediamo, l'immensità della sua potenza. (Efesini 1:17-19)

 

Camminare nella Luce non è un optional, è un comando, è una questione di coerenza!

 

Il credente ha una vista che gli increduli ed i religiosi non hanno (”guide cieche” apostrofava così i capi religiosi dell’epoca) ma noi siamo chiamati a vederci chiaro (che vuole anche dire giudicare, valutare, esaminare) facendo bene attenzione a togliere prima dal nostro occhio la trave per poi togliere il bruscolo al nostro fratello:

 

Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo?

O, come potrai tu dire a tuo fratello: "Lascia che io ti tolga dall'occhio la pagliuzza", mentre la trave è nell'occhio tuo?

Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello. (Matteo 7:3-5)

 

Gesù, in questo famoso brano, non sta dicendo di non giudicare, ma di badare prima a se stessi per non essere ipocriti; è uno stimolo a camminare nella Luce, non a “chiudere gli occhi” così per andare a sbattere il muso contro il muro (per non aver tolto la trave) e far perdere l’occhio al fratello per avergli fatto infettare l’occhio per non averlo curato, siamo seri!

 

Il torpore spirituale e la non esercitazione delle virtù cristiane ci porta a diventare ipovedenti:

La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù.

Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza.

Voi, per questa stessa ragione, mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza l'autocontrollo; all'autocontrollo la pazienza; alla pazienza la pietà; alla pietà l'affetto fraterno; e all'affetto fraterno l'amore.

Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo.

Ma colui che non ha queste cose, è cieco oppure miope, avendo dimenticato di essere stato purificato dei suoi vecchi peccati.

Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a render sicura la vostra vocazione ed elezione; perché, così facendo, non inciamperete mai. (cfr Salmo 73:2)

In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. (2 Pietro 1:3-11)

 

Noi che abbiamo creduto siamo figli di Luce, abbiamo l’immenso privilegio di poter camminare nella Luce della Parola di Dio, nella Sua conoscenza e siamo chiamati a camminare in modo degno della vocazione che ci è stata rivolta.

Camminiamo nella Luce!

 

  

 Gianni Marinuzzi