CONOSCERE BENE PER CAMMINARE DEGNAMENTE

 

 

LA condotta nella CHIESA -

camminare nella santità

 

  

Questo dunque io dico e attesto nel Signore: non comportatevi più come si comportano i pagani nella vanità dei loro pensieri, con l'intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo dell'ignoranza che è in loro, a motivo dell'indurimento del loro cuore.

Essi, avendo perduto ogni sentimento, si sono abbandonati alla dissolutezza fino a commettere ogni specie di impurità con avidità insaziabile.

Ma voi non è così che avete imparato a conoscere Cristo.

Se pure gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti secondo la verità che è in Gesù, avete imparato per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l'uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità.

Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri.

Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira e non fate posto al diavolo.

Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a colui che è nel bisogno.

Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l'ascolta.

Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione.

Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria!

Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo.

 

***

Dopo avere esortato i fratelli a camminare in modo degno della loro vocazione in merito all’Unità in Cristo, quale comportamento degno della vocazione della Chiesa, Paolo esorta ora a camminare in modo altrettanto degno della loro vocazione in merito alla Santità, in quanto Dio è Santo e noi siamo chiamati ad esserlo, secondo il Suo stesso pensiero già indicato nella Legge:

 

Siate dunque santi, perché io sono santo. (Levitico 11:45)

 E richiamato anche negli insegnamenti neotestamentari:

Perciò, dopo aver predisposto la vostra mente all'azione, state sobri, e abbiate piena speranza nella grazia che vi sarà recata al momento della rivelazione di Gesù Cristo.

Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell'ignoranza; ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo». (1 Pietro 1:13-16)

 

Essendo la Chiesa, il Corpo di Cristo, la Sua Sposa, essa è santa, casta, così come Paolo stesso l’ha preparata (educata, non è più nell’Ignoranza) nella sana dottrina:

…sono geloso di voi della gelosia di Dio, perché vi ho fidanzati a un unico sposo, per presentarvi come una casta vergine a Cristo. (2 Corinzi 11:2)

Ciascun componente di questo corpo, ogni figlio di Dio, è quindi chiamato a vivere in modo degno di questa vocazione, nella santità, non per “diventare santo” ma perché “fa parte di un Corpo santo” (santi non si diventa per propri meriti, santi lo si è in Cristo)!

Molti pensano che diventare cristiani significa solo abbracciare una religione e cercare di seguire delle regole, ma Paolo, in questi versi, vuole far comprendere ai fratelli di Efeso (e a noi) che dal momento che abbiamo la fede in Cristo, abbiamo cominciato una vita nuova che non ha nulla a che vedere con la loro vita precedente!

Egli infatti aveva in precedenza sottolineato che essi erano entrati a far parte della famiglia di Dio, avendo ricevuto lo Spirito di Dio, e quindi ora (alla luce di questa nuova realtà) non aveva più senso per loro comportarsi come si comportano i pagani.

Non c’è infatti da stupirsi se coloro che ancora non hanno conosciuto Gesù seguono i loro pensieri vani e vivono in maniera indipendente da Dio, abbandonandosi senza alcun tipo di resistenza alla dissolutezza e all’impurità; non avendo riferimenti morali assoluti (perché ignorano Dio) il loro cuore è duro ed insensibile nei confronti del proprio Creatore.

Essi non avevano ricevuto in loro la vita che Dio dona a coloro che ripongono la loro fede in Lui.

Ma colui che si è convertito a Cristo è un uomo nuovo!

Quando Dio, attraverso il suo Spirito, rigenera la vita di chi ripone la sua fede in Lui, l’uomo nuovo è caratterizzato dalla Sua Giustizia e dalla Sua Santità.

 

Chi, nella sua nuova vita, conosce Cristo veramente, ascolta la Sua Voce (la Sua Parola)  e Lo segue per nutrirsi della Verità (cfr Giovanni 10) e più  ci si nutre della Verità e più si cresce nella conoscenza di Cristo e la mente rinnovata diventa sempre più lucida e si rivela in una vita di obbedienza!

 

Il mondo (che ci odia perché non ci riconosce) ci accusa di avere una mente retrograda, ottusa, ma questi versi ci dicono proprio il contrario, ovvero che i credenti sono gli unici che hanno una mente in grado di capire davvero la realtà delle cose perché conoscono Colui che ha creato ogni cosa e comprendono quindi il vero senso della vita.

Diventare cristiani è quindi molto di più che “abbracciare una religione” e “rispettare delle regole”!

***

Questo dunque io dico e attesto nel Signore…

L'apostolo comincia la sua esortazione contrapponendo la vita nuova in Cristo (con le sue tendenze e le sue manifestazioni), alla vita anteriore vissuta nel peccato.

L’esortazione espressa di seguito non è un “parere” dell’apostolo ma è una attestazione nel Signore e come tale dobbiamo prenderla!

Si tratta quindi di un precetto apostolico, e Paolo afferma, con questa formula, che egli parla “con autorità”.

L’ordine apostolico è quindi di obbedire a questo comandamento.

 

***

…non comportatevi più come si comportano i pagani nella vanità dei loro pensieri, con l'intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo dell'ignoranza che è in loro, a motivo dell'indurimento del loro cuore.

Essi, avendo perduto ogni sentimento, si sono abbandonati alla dissolutezza fino a commettere ogni specie di impurità con avidità insaziabile.

L’esortazione (il comandamento) è finalizzata ad un comportamento figlio di un nuovo modo di pensare, totalmente in opposizione al comportamento dei pagani frutto della vanità dei loro pensieri, con l'intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo dell'ignoranza che è in loro, a motivo dell'indurimento del loro cuore.

L’antitesi di questo modo di vivere possiamo vederla come un comportamento cristiano condotto da una mente rinnovata (la mente di Cristo), dotati dell’intelligenza illuminata ed illuminante della Parola di Dio, completamente coinvolti nella vita di Dio, a motivo della Conoscenza che è in noi, a motivo del sensibilità di un cuore rinnovato da Dio e per Dio.

Sono i nostri pensieri che ci fanno agire, è sempre così, per questo Gesù, nel Sermone sul Monte (cfr Matteo 5 / 7), spostò l’attenzione degli uditori dal semplice “atto”, al pensiero che stava dietro quell’”atto”, l’uomo naturale “non fa peccati”, è peccatore a partire dai suoi pensieri, quindi commette peccati!

Questa esortazione quindi non dobbiamo prenderla come un insegnamento a vivere “una vita santa” limitatamente ai nostri “atti” sarebbe una guerra persa dall’inizio ed inutile, è invece una esortazione a ragionare con la mente rinnovata dallo Spirito Santo che ci porterà a vivere di conseguenza, Paolo lo scriveva anche ai fratelli di Roma:

Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale.

Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà. (Romani 12:1-2)

 

Questo rinnovamento della mente ci porterà a considerare quello che pensavamo nella nostra carnalità peccaminosa una vanità di pensiero, ovvero un qualcosa che non ha alcun senso, nessun valore, che non merita il nostro impegno o la nostra attenzione, che sarà invece protesa verso le cose che per noi avranno senso, valore, verso le quali metteremo tutto il nostro impegno e la nostra attenzione.

 

Per questo l’apostolo scriverà di seguito:

Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri. (Filippesi 4:8)

 

…non comportatevi più come si comportano i pagani…

Letteralmente: “Che non camminiate più”; è la vita abituale di una persona, non il singolo e sporadico episodio.

Per l’apostolo (che aveva la mente di Cristo), un cristiano non può vivere in modo abituale nel peccato, non ci resiste, non ci si sentirà mai a suo agio, è significativo come esprime (nella lettera ai galati) il concetto della caduta di un fratello:

Fratelli, se uno viene sorpreso in colpa, voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine. Bada bene a te stesso, che anche tu non sia tentato. (Galati 6:1)

Questo essere “sorpreso” non significa che qualche fratello ci “spia” in continuazione, ma esprime la “sorpresa” come “situazione eccezionale” in cui un fratello può essere “in colpa”.

 

…nella vanità dei loro pensieri, con l’intelligenza ottenebrata…

La parola “vanità” (gr. mataioteti) indica l’essere privo di un utile scopo.

I pensieri dei pagani sono quindi tutti indirizzati al fallimento nel ricevere la rivelazione di Dio, portano verso mete sperdute e lontane dalla Giustizia e da tutto ciò che è Bontà, lontano da Dio.

E Paolo ci dice che sono i pensieri vani di una mente ottenebrata, ovvero di una mente oscura, che non sa nulla; la mente di uno stolto, di un ignorante cronico e senza speranza!

 

L’effetto devastante del seguire la vanità dei propri pensieri è il peccato, le tenebre e la fine del peccatore saranno le tenebre!

Paolo, nella lettera ai romani spiega molto bene l’effetto del peccato sulla mente dell’uomo:

…pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato.

Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. (Romani 1:21-23)

 

Ma Pietro direbbe:  

quali non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà (2 Pietro 3:11)

 

Gesù Cristo, la Luce, è venuto per illuminare la mente ottenebrata degli uomini:

Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio.

Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.

In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini.

La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno sopraffatta.

Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui.

Egli stesso non era la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce.

La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo.

Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto. È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio. (Giovanni 1:1-13)

 

Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Perché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte; ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in Dio. (Giovanni 3:18-21)

 

Gesù disse:

Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita. (Giovanni 8:12)

Io sono venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. (Giovanni 12:46)

 

Nel momento che gli uomini hanno rifiutato la Luce (inchiodando il Figlio di Dio, La Luce del mondo, sulla croce), il Padre ha lanciato un severo monito:

Dall'ora sesta si fecero tenebre su tutto il paese, fino all'ora nona. (Matteo 27:45)

 

E la fine di chi rifiuta La Luce è già scritta:

…gli è riservata l'oscurità delle tenebre in eterno. (Giuda 13)

Lo smarrimento morale è la conseguenza del paganesimo e la storia, in tutte le età ed in tutti i paesi, è una storia di quella che l'apostolo chiama “vanità dei loro pensieri”.

Questa storia continua anche oggi, nell’uomo che con il suo “ragionare in modo vano” e sedotto dal fascino del male, continua a rifiutare ostinatamente l’appello della grazia di Dio e dell'amore di Cristo.

Come i suoi predecessori, egli finirà per “indurire”; e nel suo indurimento perderà sempre più progressivamente il senso delle cose, brancolando nelle tenebre dell’Ignoranza, restando estraneo alla vita di Dio e morendo nella propria corruzione e del proprio peccato.

 

…estranei alla vita di Dio a motivo dell'ignoranza che è in loro, a motivo dell'indurimento del loro cuore.

I pagani sono estranei alla vita di Dio, questa frase non vuol dire “estranei alla vita secondo Dio”, ma intende letteralmente “fuori dalla vita di Dio”, ovvero morti, come ha già descritto in precedenza:

Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati (Efesini 2:1)

 

Essendo per natura estranei alla vita divina, alla vita spirituale è normale che si comportino secondo le perversioni della loro mente ottenebrata, infatti essi:

- ignorano volontariamente la Parola di Dio.

 

Poiché, quand'ho chiamato avete rifiutato d'ascoltare, quand'ho steso la mano nessuno vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto sapere, anch'io riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando lo spavento vi piomberà addosso; quando lo spavento vi piomberà addosso come una tempesta, quando la sventura v'investirà come un uragano e vi cadranno addosso l'afflizione e l'angoscia.

Allora mi chiameranno, ma io non risponderò; mi cercheranno con premura ma non mi troveranno.

Poiché hanno odiato la scienza, non hanno scelto il timore del SIGNORE, non hanno voluto sapere i miei consigli e hanno disprezzato ogni mia correzione, si pasceranno del frutto della loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli.

Infatti il pervertimento degli insensati li uccide e la prosperità degli stolti li fa perire… (Proverbi 1:24-32)

 

  il pervertimento degli insensati li uccide e la prosperità degli stolti li fa perire… (Proverbi 1:32)

…Essi, avendo perduto ogni sentimento, si sono abbandonati alla dissolutezza fino a commettere ogni specie di impurità con avidità insaziabile.

 

Un cuore che ignora volontariamente la Parola di Dio, la Bontà e la Grazia di Dio è un cuore duro, destinato a diventare sempre più duro (perdita di ogni sentimento), sempre più perverso (abbandonato alla dissolutezza più estrema), fino a smettere di battere!

La diretta conseguenza di un cammino (come quello di chi è senza Cristo), basato sul pensiero delvano”, “dell’inutile”, del “privo di valore”, concepito da una mente priva della conoscenza di Dio in Cristo Gesù (intelligenza ottenebrata), vissuto nella estraneità alla Vita di Dio, con un indurimento persistente del cuore a causa del rifiuto volontario di questa Conoscenza, porta l’uomo a perdere ogni cognizione di giustizia, di scelte sensate (ogni sentimento).

Non penso che dobbiamo sforzarci molto per vedere dove sta andando il nostro mondo, questo progressivo degrado morale si manifesta in un abbandono (senza freni) alla dissolutezza; perseguire (con cieca ottusità e inclinazione perversa) tutto ciò che è vano, inutile, dannoso, di malcostume, di depravato, sotto ogni forma dall’aspetto ambientale (ecologicamente parlando) agli aspetti della salute, fino a commettere ogni specie di impurità, agli aspetti personali (autocontrollo, deviazioni sessuali), con avidità insaziabile.

 

Guardandoci intorno con onestà, sembra veramente che siamo proprio di fronte

ad una corsa incontrollata ed incontrollabile verso tutto questo!

 

Paolo dipinge tutta questa situazione, scrivendo ai fratelli di Roma:

 

Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l'uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento.

Siccome non si sono curati di conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente; ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità; calunniatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza affetti naturali, spietati.

Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette. (Romani 1:26-32)

 

***

Ma voi non è così che avete imparato a conoscere Cristo.

Dopo aver descritto il progressivo degrado del cammino dei pagani, Paolo ora contrappone in un modo perentorio a quale tipo di cammino santo sono chiamati i cristiani, nell’Unità del Corpo.

 

La conoscenza di Gesù Cristo non è quella prima descritta e neppure deve assomigliargli!

 

***

Se pure gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti secondo la verità che è in Gesù, avete imparato per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l'uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità.

 

Abbiamo qui una interessante digressione di come il Vangelo compie l’Opera nell’uomo:

- il Vangelo va ascoltato (udito)

- il Vangelo va compreso (istruisce)

- Il Vangelo va accettato (mediante l’azione di predisposizione al cambiamento)

 

Vedremo poi che il Vangelo va vissuto, praticato, applicato (Efesini 4:25-32)

 

Per descrivere questo cambio di stile di vita, Paolo usa l’immagine dei vestiti:

 

Un Vangelo (che si chiami Vangelo) insegna a:

- spogliarsi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici

- a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l'uomo nuovo che è creato a immagine di Dio

 

Un Vangelo che non insegna questa trasformazione come necessaria è un inganno, è solo una filosofia di vita; il Vangelo della Grazia insegna a vivere in modo santo:

Infatti la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunciare all'empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù. (Tito 2:11-13)

 

In questo passo Paolo sembra distinguere due fasi della “conoscenza di Cristo”, due fasi che nella stessa lettera che stiamo studiando sono sempre state presenti:

 

1) la conoscenza basilare di Cristo

gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti secondo la verità che è in Gesù, avete imparato per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici;

 

2) la piena conoscenza di Cristo

essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l'uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità.

 

Proviamo ad analizzarle:

1) la conoscenza basilare di Cristo

La conoscenza basilare di Cristo è quella elementare ma fondamentale, utile a rispondere alla Chiamata di Dio

Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù, per mostrare nei tempi futuri l'immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù.

Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio.

Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo. (Efesini 2:4-10)

 

Questa conoscenza è quella che ci apre il cielo!

Senza questa conoscenza sarebbe inutile parlare di altro, è il punto di partenza senza il quale non si arriva da nessuna parte!

 

Mediante questa conoscenza abbiamo dato ascolto e in lui siamo stati istruiti secondo la verità che è in Gesù, abbiamo imparato per quanto concerne la nostra condotta di prima a spogliarci del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici, abbiamo imparato a conoscere Cristo!

Dopo aver rinunciato alla vanità dei nostri pensieri, abbiamo imparato a conoscere Cristo, e le nostre menti non sono più quindi ottenebrate e le nostre vite non sono più estranee alla Vita di Dio!

Questa conoscenza iniziale non è soltanto un qualcosa di “teorico”, l'ammaestramento che gli efesini avevano ricevuto da Paolo era basato sulla Verità spirituale ma era altrettanto estremamente pratico, la Verità che è in Gesù, per Paolo era il motore di tutta la sua vita, non era una “filosofia”, infatti il risvolto pratico è evidente: per quanto concerne la nostra condotta.

La Verità che è in Gesù, cambia la condotta di chi crede in Lui e la cambia per una questione di dignità di vocazione!

L’uomo nuovo, creato a immagine di Dio per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate, non riesce a convivere serenamente con gli abiti corrotti dell’uomo vecchio, egli desidera spogliarsi di quegli abiti, abiti che puzzano di corruzione, di morte, prodotta dal peccato (“il salario del peccato è la morte” cfr Romani 6:23), che si maschera dietro le passioni ingannatrici (prive di Verità).

 

L'uomo vecchio, nella creatura rigenerata, è un usurpatore, e va cacciato in quanto per natura è incline alla corruzione (alla progressiva rovina) in quanto attratto senza rimedio verso le passioni ingannatrici, ovvero le passioni che “sembrano buone”, “belle a vedersi”, “desiderabili”, ma che ingannano; ragiona proprio come Eva:

La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò…

Il serpente mi ha ingannata e io ne ho mangiato (tratto da Genesi 3:6-13)

 

Nella descrizione della caduta possiamo apprezzare come l’inganno si nasconde dietro qualcosa di buono, bello e desiderabile, ma contrario a quello che Dio aveva detto!

Paolo descrive la totale incompatibilità tra ciò che brama la carne e ciò che brama lo Spirito:

Poiché quelli che son secondo la carne, hanno l'animo alle cose della carne; ma quelli che son secondo lo spirito, hanno l'animo alle cose dello spirito.  Perché ciò a cui la carne ha l'animo è morte, ma ciò a cui lo spirito ha l'animo, è vita e pace; poiché ciò a cui la carne ha l'animo è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio, e neppure può esserlo; e quelli che sono nella carne, non possono piacere a Dio (Romani 8:5-8)

 

2) la piena conoscenza di Cristo

essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l'uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità…

 

Essendo stati chiamati ad una dignitosissima vocazione, siamo inoltre chiamati a rivestirci di un abito degno di tale vocazione, ma sia lo svestirci del vecchio abito che il vestirci del nuovo abito, sono atti preceduti da un cambiamento interiore: essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente.

Non si tratta qui però solo di “cambiare abito”; si tratta di “cambiare l’uomo”, il vecchio uomo (parte della vecchia creazione) è morto e dobbiamo spogliarci del suo modo di pensare (la parte spirituale) e di condursi (la parte pratica).

Siamo chiamati ad essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente (la parte spirituale procedente dalla nuova vita), e a rivestire l'uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità (la parte pratica).

In contrapposizione all’uomo vecchio che, per sua stessa natura, segue la vanità dei propri pensieri, avendo quindi l’intelligenza ottenebrata ed essendo estraneo alla vita di Dio, si corrompe seguendo le passioni ingannatrici, Paolo qui mette in evidenza la naturali inclinazione dell’uomo rigenerato che, seguendo gli insegnamenti di Dio, avendo la conoscenza di Cristo ed essendo figlio di Dio, si edifica nella Giustizia e nella Santità che procedono dalla Verità.

Il grosso problema è che se predichiamo solo un messaggio di salvezza che non parte da un sincero ravvedimento, si rischia di indossare l’abito nuovo sopra il vecchio, con delle conseguenze “strane”, non è la intelligenza naturale che va rinnovata, ma è lo Spirito che ci dà la intelligenza spirituale rinnovata!

 

E’ significativo come Paolo ha rigettato tutto del suo vecchio uomo:

Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo… (Filippesi 3:8)

 

Che triste vedere dei figli di Dio continuare a sfoggiare le “buone” caratteristiche del loro vecchio uomo!

 

L’uomo nuovo è creato a immagine di Dio e come tale è predestinato a diventare:

Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati. (Romani 8:29-30)

 

Siamo quindi chiamati a vivere in modo degno della nostra vocazione:

…nella giustizia che procede dalla Verità

Ovvero quella rettitudine morale che guida l'uomo nuovo in tutte le sue relazioni col prossimo, ma non una giustizia qualunque (secondo il “mio senso di giustizia”), ma una giustizia che procede dalla Verità!

 

…nella santità che procede dalla Verità

La santità concerne la relazione con Dio e che riassume tutti quanti i sentimenti di fiducia, di adorazione, di amore, di assoluta subordinazione e di totale consacrazione, che abitano nel cuore sincero di un figlio di Dio.

 

E come possiamo vivere in questa Giustizia e Santità se non conosciamo la Verità?

 

E qui siamo chiamati ad una conoscenza più profonda di Cristo!

 

Spogliarsi dell’uomo vecchio e rivestire l’uomo nuovo è anche rinunciare al nostro individualismo in favore del Corpo di Cristo!

 

***

Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri.

Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira e non fate posto al diavolo.

Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a colui che è nel bisogno.

Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l'ascolta.

Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione.

Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria!

Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo.

 

Perciò…

 Tutto ciò che è stato premesso:

- la condizione morale e spirituale del vecchio uomo al quale siamo chiamati a rinunciare nella sua mente ottenebrata e nei suoi abiti

- la condizione morale e spirituale dell’uomo interiore (uomo nuovo) il quale siamo chiamati a rinnovare sempre più nella mente e nei suoi abiti

 

Comportatevi in modo degno della vostra vocazione, l’apostolo elenca qui sei (numero a misura d’uomo, quindi possibile) esempi di “azioni contrapposte” che evidenziano come un uomo rinnovato nella mente dallo Spirito Santo e spogliato dai suoi vecchi abiti e rivestito in modo degno, deve vivere il Corpo di Cristo:

 

1)              Nella Verità reciproca

2)              Nella Pace reciproca

3)              Nella Assistenza reciproca

4)              Nell’incoraggiamento reciproco

5)              Nella Gioia condivisa reciproca

6)              Nell’Amore e Perdono reciproco

 

 1)              Nella Verità reciproca (NON HA SENSO MENTIRE A SE STESSI)

…bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri

 

L'apostolo comincia dalla menzogna, ovvero l’opposto della Verità.

Questo perché è la prima cosa che caratterizza il diavolo (la menzogna) e il Figlio di Dio (la Verità):

  Gesù disse del diavolo:

Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro.

Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui.

Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna. (Giovanni 8:44)

 

Gesù disse di se stesso:

Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. (Giovanni 14:6)

In questi versi Paolo ricorda ai suoi lettori, e quindi anche a noi, diverse cose che possono rattristare Dio:

La menzogna è senz’altro una delle cose che rovinano una comunità:

I credenti fanno parte dello stesso corpo, erano membra dello stesso corpo; essi appartengono a Dio e Cristo è il loro Capo, ma appartengono anche gli uni agli altri.

Come possiamo vivere insieme se i nostri rapporti non sono caratterizzati da sincerità?

Qualunque famiglia, qualunque comunità in cui non ci sia sincerità reciproca è destinata a fallire miseramente prima o poi; molti matrimoni infatti naufragano proprio per mancanza di sincerità tra i coniugi.

Come Figli di Dio, siamo chiamati a vivere da tali ed imitare nostro Padre, conosciuto per mezzo di Suo Figlio Unigenito e degli insegnamenti ricevuti per mezzo dello Spirito Santo che ha ispirato la Scrittura!

Il dire la verità al nostro prossimo è un dovere che ha un senso logico, perché siamo membra gli uni degli altri.

Non avrebbe alcun senso (oltre a non essere conforme alla Vita di Dio), in quanto siamo un Corpo Unico e all’interno di un unico corpo, non ha proprio alcun senso non dirsi la Verità, se non quella di volersi “estraniare dal corpo”!

 

In quest’ottica possiamo comprendere la severità dell’apostolo Pietro con Anania e Saffira:

Ma un uomo di nome Anania, con Saffira sua moglie, vendette una proprietà, e tenne per sé parte del prezzo, essendone consapevole anche la moglie; e, un'altra parte, la consegnò, deponendola ai piedi degli apostoli.

Ma Pietro disse: «Anania, perché Satana ha così riempito il tuo cuore da farti mentire allo Spirito Santo e trattenere parte del prezzo del podere?

Se questo non si vendeva, non restava tuo? E una volta venduto, il ricavato non era a tua disposizione? Perché ti sei messo in cuore questa cosa? Tu non hai mentito agli uomini ma a Dio».

Anania, udendo queste parole, cadde e spirò.

E un gran timore prese tutti quelli che udirono queste cose.

I giovani, alzatisi, ne avvolsero il corpo e, portatolo fuori, lo seppellirono.

Circa tre ore dopo, sua moglie, non sapendo ciò che era accaduto, entrò.

E Pietro, rivolgendosi a lei: «Dimmi», le disse, «avete venduto il podere per tanto?»

Ed ella rispose: «Sì, per tanto».

Allora Pietro le disse: «Perché vi siete accordati a tentare lo Spirito del Signore? Ecco, i piedi di quelli che hanno seppellito tuo marito sono alla porta e porteranno via anche te».

Ed ella in quell'istante cadde ai suoi piedi e spirò. I giovani, entrati, la trovarono morta; e, portatala via, la seppellirono accanto a suo marito.

Allora un gran timore venne su tutta la chiesa e su tutti quelli che udivano queste cose. (Atti 5:1-11)

 

Il benessere di un corpo passa per un sano funzionamento pacifico di tutti gli organi, dobbiamo prendere coscienza di questo, il benessere o malessere di un membro coinvolge tutto il corpo, se un membro soffre (non dicendo la Verità) tutto il corpo ne risente:

Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.

Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua. (1 Corinzi 12:26-27)

 

Impegniamoci a dire sempre la verità, in degno della vocazione che ci è stata rivolta:

Il labbro veritiero è stabile per sempre… (Proverbi 12:19)

 

2)              Nella Pace reciproca (EVITARE L’AUTOLESIONISMO)

…Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira e non fate posto al diavolo

 

Paolo sta richiamando il Salmo 4:

Quand'io grido, rispondimi, o Dio della mia giustizia; quand'ero in pericolo, tu m'hai liberato; abbi pietà di me ed esaudisci la mia preghiera!

O figli degli uomini, fino a quando si farà oltraggio alla mia gloria?

Fino a quando amerete vanità e andrete dietro a menzogna? [Pausa]

Sappiate che il SIGNORE si è scelto uno ch'egli ama; il SIGNORE m'esaudirà quando griderò a lui.

Tremate e non peccate; sui vostri letti ragionate in cuor vostro e tacete. [Pausa]

Offrite sacrifici di giustizia, e confidate nel SIGNORE.

Molti van dicendo: «Chi ci farà vedere la prosperità?»

O SIGNORE, fa' risplendere su di noi la luce del tuo volto!

Tu m'hai messo in cuore più gioia di quella che essi provano quando il loro grano e il loro mosto abbondano.

In pace mi coricherò e in pace dormirò, perché tu solo, o SIGNORE, mi fai abitare al sicuro. (Salmo 4)

 

Analizzando il salmo possiamo comprendere il vero significato che ha questa citazione: non addebitare il male ma lasciare a Dio la vendetta.

L'ira degenera in peccato quando medita la vendetta e per evitare che l’ira degeneri in una meditazione della vendetta, l'apostolo dice: il sole non tramonti sopra la vostra ira; tornate prima possibile nella Pace che da il Signore, sapendo che Egli è sovrano, e non fate posto al diavolo, ovvero non permettetegli di influenzare le vostre menti per spingervi nella via del male.

Paolo parla della medesima situazione, in un modo ancora più chiaro, nella lettera scritta ai romani:

Non rendete a nessuno male per male.

Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini.

Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini.

Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore.

Anzi, «se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo».

Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene. (Romani 12:17-21)

 

Ascoltiamo il Proverbio:

Non dire: «Renderò il male»; spera nel SIGNORE, ed egli ti salverà. (Proverbi 20:22)

 

I credenti possono avere conflitti tra di loro, possono adirarsi gli uni contro gli altri per qualche motivo, questo è abbastanza inevitabile, a volte addirittura utile:

 

  Il ferro forbisce il ferro; così un uomo ne forbisce un altro. (Proverbi 27:17)

 

Due membra possono anche trovarsi a “lavorare in opposizione tra loro” (nello stringere qualcosa…) ma se questo diventa continuo il corpo intero ne risente.

Tuttavia la responsabilità dei credenti è quella di risolvere le controversie prima che il sole tramonti ovvero il più presto possibile.

Infatti quando una controversia non viene risolta subito, subentra il rancore, subentra il peccato, il diavolo riesce a insinuarsi e i rapporti diventano difficili.

Il benessere di un corpo passa per un sano funzionamento pacifico di tutti gli organi, dobbiamo prendere coscienza di questo, il benessere o malessere di un membro coinvolge tutto il corpo; se un membro soffre (nel rancore) tutto il corpo ne risente:

Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.

Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua. (1 Corinzi 12:26-27)

 

Impegniamoci a ricercare e preservare la pace, in modo degno della vocazione che ci è stata rivolta:

  Impegnatevi a cercare la pace con tutti (Ebrei 12:14)

 

3)              Nella Assistenza reciproca (ADOPERARSI PER IL BENESSERE FISICO)

…Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a colui che è nel bisogno

Anche il furto è qualcosa che rattrista Dio e rovina i rapporti (quando viene alla luce).

L’apostolo contrappone qui la generosità e l’attenzione per gli altri con chi “ruba” o “approfitta degli altri”, appropriarsi di qualcosa a cui non si ha diritto (vedi “l’assistenza”), per Paolo equivale a rubare!

Paolo è molto severo su questo argomento, possiamo vedere come rimprovera severamente alcuni fratelli di Tessalonica:

 

Ma vi esortiamo, fratelli, ad abbondare in questo sempre di più, e a cercare di vivere in pace, di fare i fatti vostri e di lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato di fare, affinché camminiate dignitosamente verso quelli di fuori e non abbiate bisogno di nessuno. (1 Tessalonicesi 4:10-12)

 

Fratelli, vi ordiniamo nel nome del nostro Signore Gesù Cristo che vi ritiriate da ogni fratello che si comporta disordinatamente e non secondo l'insegnamento che avete ricevuto da noi.

Infatti voi stessi sapete come ci dovete imitare: perché non ci siamo comportati disordinatamente tra di voi; né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di nessuno, ma con fatica e con pena abbiamo lavorato notte e giorno per non essere di peso a nessuno di voi.

Non che non ne avessimo il diritto, ma abbiamo voluto darvi noi stessi come esempio, perché ci imitaste.

Infatti, quando eravamo con voi, vi comandavamo questo: che se qualcuno non vuole lavorare, neppure deve mangiare.

Difatti sentiamo che alcuni tra di voi si comportano disordinatamente, non lavorando affatto, ma affaccendandosi in cose futili.

Ordiniamo a quei tali e li esortiamo, nel Signore Gesù Cristo, a mangiare il proprio pane, lavorando tranquillamente.

Quanto a voi, fratelli, non vi stancate di fare il bene.

E se qualcuno non ubbidisce a ciò che diciamo in questa lettera, notatelo, e non abbiate relazione con lui, affinché si vergogni.

Però non consideratelo un nemico, ma ammonitelo come un fratello. (2 Tessalonicesi 3:6-15)

 

L'apostolo condanna qui ogni tipo di furto (anche l’approfittarsi di una situazione) infatti il ladro che non ruba più, permette agli altri di partecipare al frutto del suo onesto lavoro e fa anche lui l'esperienza di quanto sia vero il detto del Maestro:

 

  Vi è più gioia nel dare che nel ricevere (Atti 20:35)

 

Ogni cristiano deve quindi lavorare onestamente per essere pronto a dare a chi si trova nel bisogno piuttosto che derubare il prossimo.

Un membro del corpo non deve lavorare in modo da ledere, o mettere in difficoltà, l’altro membro.

Il benessere di un corpo passa per un sano funzionamento di tutti gli organi, dobbiamo prendere coscienza di questo, il benessere o malessere di un membro coinvolge tutto il corpo, se un membro soffre (per l’egoismo e con l’approfittarsi del prossimo ) tutto il corpo ne risente:

Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.

Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua. (1 Corinzi 12:26-27)

 

Ricordiamoci che Paolo ha prima scritto:

Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare se stesso nell'amore. (Efesini 4:16)

 

E Paolo stesso era molto attento all’assistenza nella Chiesa, come gli era stato insegnato dagli altri apostoli:

soltanto ci raccomandarono di ricordarci dei poveri, come ho sempre cercato di fare. (Galati 2:10)

 

E si fece lui stesso promotore di una colletta per i fratelli di Gerusalemme colpiti da una carestia:

Per ora vado a Gerusalemme, a rendere un servizio ai santi, perché la Macedonia e l'Acaia si sono compiaciute di fare una colletta per i poveri che sono tra i santi di Gerusalemme.

Si sono compiaciute, ma esse sono anche in debito nei loro confronti; infatti se gli stranieri sono stati fatti partecipi dei loro beni spirituali, sono anche in obbligo di aiutarli con i beni materiali.

Quando dunque avrò compiuto questo servizio e consegnato il frutto di questa colletta, andrò in Spagna passando da voi… (Romani 15:25-28)

 

4)              Nell’incoraggiamento reciproco (ADOPERARSI PER IL BENESSERE PSICHICO)

…Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l'ascolta.

Paolo indica come comportamento da evitare è un uso scorretto delle parole.

Viviamo in un mondo in cui questo avviene continuamente senza che nessuno si senta colpevole per questo, eppure le parole, se usate in maniera scorretta, possono fare più male di una spada.

Ecco perché questi versi ci spronano ad usare le nostre parole per costruire ponti verso gli altri, non per distruggerli.

Dobbiamo evitare le parole cattive, quelle che possono ferire, ma nello stesso tempo non dobbiamo stare zitti quando abbiamo una buona parola, che può essere utile, che può contribuire a rinforzare il nostro rapporto con un’altra persona, o aiutare qualcuno a risolvere un problema.

 

Parole di grazia conferiscono grazia!

Impariamo ad usare le parole per costruire, se abbiamo una buona parola diciamola.

 

La lingua (dobbiamo necessariamente tenerne conto) è ed è sempre stata una insidia, la parola è la parte dell’Uomo che più lo avvicina (per somiglianza a Dio) ed è diventata (a causa del peccato) la parte che più assomiglia a satana!

 

Gesù disse espressamente:

Non capite che tutto quello che entra nella bocca va nel ventre ed è poi espulso nella latrina?

Ma ciò che esce dalla bocca viene dal cuore, ed è quello che contamina l'uomo.

Poiché dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni.

Queste sono le cose che contaminano l'uomo; ma il mangiare con le mani non lavate non contamina l'uomo. (Matteo 15:17-20)

 

Giacomo ci conferma:

…anche le navi, benché siano così grandi e siano spinte da venti impetuosi, sono guidate da un piccolo timone, dovunque vuole il timoniere.

Così anche la lingua è un piccolo membro, eppure si vanta di grandi cose.

Osservate: un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta!

Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell'iniquità.

Posta com'è fra le nostre membra, contamina tutto il corpo e, infiammata dalla geenna, dà fuoco al ciclo della vita.

Ogni specie di bestie, uccelli, rettili e animali marini si può domare, ed è stata domata dalla razza umana; ma la lingua, nessun uomo la può domare; è un male continuo, è piena di veleno mortale.

Con essa benediciamo il Signore e Padre; e con essa malediciamo gli uomini che sono fatti a somiglianza di Dio. Dalla medesima bocca escono benedizioni e maledizioni.

Fratelli miei, non dev'essere così. (Giacomo 3:4-10)

Le parole cattive sono quelle che turbano un buon rapporto, anche nella Chiesa, sono quelle che espongono le inclinazioni malvagie, offendono il pudore e i buoni costumi ed eccitano al male.

Gli effetti di queste parole sono devastanti e possono essere paragonati a una distruzione, a una rovina, operate nella coscienza individuale che si trasmette alla coscienza comune.

Paolo è ben conscio di questo, ma proprio perché fa appello al nuovo uomo interiore, egli ci ordina di usare la nostra lingua rigenerata in modo degno della vocazione che ci è stata rivolta per incoraggiare, per edificare il Corpo di Cristo, per consolidare il fratello!

 

Anche l’apostolo Pietro ci esorta in tal senso:

Sbarazzandovi di ogni cattiveria, di ogni frode, dell'ipocrisia, delle invidie e di ogni maldicenza, come bambini appena nati, desiderate il puro latte spirituale, perché con esso cresciate per la salvezza, se davvero avete gustato che il Signore è buono.      (1 Pietro 2:1)

 

Un corpo sano non lavora contro se stesso!

Il benessere di un corpo passa per un sano funzionamento di tutti gli organi, dobbiamo prendere coscienza di questo, il benessere o malessere di un membro coinvolge tutto il corpo, se un membro soffre (per la maldicenza o un cattivo uso delle parole) tutto il corpo ne risente:

Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.

Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua. (1 Corinzi 12:26-27)

 

Lamuel, descrivendo la donna virtuosa (figura della Chiesa), tra le altre cose loda la bontà delle sue parole:

Apre la bocca con saggezza, e ha sulla lingua insegnamenti di bontà. (Proverbi 31:26)

Impegniamoci a usare la nostra lingua in modo degno della nostra vocazione:

  La lingua del giusto è argento scelto (Proverbi 10:20)

La bocca del giusto fa fiorire la saggezza  (Proverbi 10:31)

…la lingua dei saggi procura guarigione  (Proverbi 12:18)

Il labbro veritiero è stabile per sempre  (Proverbi 12:19)

 La lingua dei saggi è ricca di scienza        (Proverbi 15:2)

  La lingua che calma è un albero di vita (Proverbi 15:4)

  …la lingua dolce spezza le ossa  (Proverbi 20:15)

 

Abbiamo degli esempi di incoraggiamento psichico nella Scrittura:

  - Barnaba verso Paolo

  - Aquila e Priscilla verso Apollo

- Gesù verso gli Apostoli

 

5)              Nella Gioia condivisa reciproca (NON ADOPERARSI PER ROVINARE QUELLO CHE CRISTO HA FATTO)

 

…Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione.

Il sigillo è una garanzia di buon confezionamento (una unità spirituale integra), l’esortazione (comandamento) è finalizzata a non cercare di dividere ciò che Dio ha unito mediante lo Spirito Santo.

Non si può rattristare un oggetto, non possiamo rattristare un’automobile o un tavolo, non possiamo rattristare il vento o la pioggia.

Il fatto che Paolo inviti i suoi lettori a non rattristare lo Spirito Santo di Dio ci fa quindi capire che lo Spirito Santo è una persona: Dio stesso in noi.

 

Ma come possiamo rattristare Dio?

Attraverso un comportamento che non onora Dio!

 

Il nostro comportamento può rattristare lo Spirito Santo di Dio che abita in noi.

Perseguiamo quindi le cose che rallegrano Dio perché egli ci ha dato lo Spirito Santo come un sigillo di garanzia, che testimonia del fatto che Gli apparteniamo e che Egli ci ha destinati a sperimentare una completa redenzione.

 

L'apostolo parla a dei cristiani; a degli individui, quindi, che hanno ricevuto lo Spirito Santo.

Essi, come ha già scritto nelle altre lettere sono la dimora, il tempio dello Spirito:

Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? (1 Corinzi 6:19)

Voi però non siete nella carne ma nello Spirito, se lo Spirito di Dio abita veramente in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a lui.

Ma se Cristo è in voi, nonostante il corpo sia morto a causa del peccato, lo Spirito dà vita a causa della giustificazione.

Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. (Romani 8:9-11)

 

L’effetto principale dello Spirito Santo nel credente è la Gioia:

 

  …mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo. (Atti 13:52)

il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo. (Romani 14:17)

Or il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e di ogni pace nella fede, affinché abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo. (Romani 15:13)

Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo… (Galati 5:22)

Voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore, avendo ricevuto la parola in mezzo a molte sofferenze, con la gioia che dà lo Spirito Santo (1 Tessalonicesi 1:6)

 

Ma è evidentemente possibile che lo Spirito Santo, con il quale siamo stati suggellati per il giorno della redenzione, venga nel nostro cammino terreno, “contristato”, addolorato, disgustato, come se si trovasse costretto a “subire” una compagnia sgradita e questo porta il credente stesso a perdere la Gioia che si ha per lo Spirito Santo!

La Chiesa è il Corpo di Cristo, una realtà dove regna la Gioia; impegniamoci a non rattristare lo Spirito Santo di Dio, in modo degno della vocazione che ci è stata rivolta, per vivere la Gioia e per realizzare questo, dobbiamo concentrarci sulle grandi opere di Dio:

 

…cantando e danzando diranno: Tutte le fonti della mia gioia sono in te. (Salmi 87:7)

Beato l'uomo che teme il SIGNORE e trova grande gioia nei suoi comandamenti. (Salmi 112:1)

Le tue testimonianze sono la mia gioia; esse sono i miei consiglieri. (Salmi 119:24)

Le tue testimonianze sono la mia eredità per sempre, esse sono la gioia del mio cuore. (Salmi 119:111)

 

  Il SIGNORE ha fatto cose grandi per noi, e noi siamo nella gioia. (Salmi 126:3)

 

Ed in particolare sull’Opera e sulla Persona di Gesù Cristo e sulle Sue Parole, la Sua Immagine, Colui che ce lo ha fatto conoscere:

Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa. (Giovanni 15:11)

 

La donna, quando partorisce, prova dolore, perché è venuta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'angoscia per la gioia che sia venuta al mondo una creatura umana.

Così anche voi siete ora nel dolore; ma io vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi toglierà la vostra gioia

…Fino ad ora non avete chiesto nulla nel mio nome; chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia completa. (tratto da Giovanni 16:21-24)

 

Gli effetti di questa Gioia li possiamo leggere nella storia neotestamentaria:

E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore… (Atti 2:46)

Se dunque v'è qualche incoraggiamento in Cristo, se vi è qualche conforto d'amore, se vi è qualche comunione di Spirito, se vi è qualche tenerezza di affetto e qualche compassione, rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento. (Filippesi 2:1-2)

 

Come potremmo, infatti, esprimere a Dio la nostra gratitudine a vostro riguardo, per la gioia che ci date davanti al nostro Dio, mentre notte e giorno preghiamo intensamente di poter vedere il vostro volto e di colmare le lacune della vostra fede? (1 Tessalonicesi 3:9-10)

 

Infatti ho provato una grande gioia e consolazione per il tuo amore, perché per opera tua, fratello, il cuore dei santi è stato confortato. (Filemone 7)

 

  Non ho gioia più grande di questa: sapere che i miei figli camminano nella verità. (3 Giovanni 4)

 

Un sano rapporto con Dio e una sana comunione fraterna (basata sui valori spirituali), sono il segreto per una gioiosa vita cristiana, di una Gioia che scaturisce dallo Spirito Santo!

 

6)              Nell’Amore e Perdono reciproco (ADOPERARSI PER LA BUONA SALUTE DEL CORPO)

 

…Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria!...

Paolo contrappone qui la benevolenza (un animo ben disposto all’amore) ad un animo pieno di amarezza e cruccio, la misericordia all’ira e il clamore, il perdono reciproco alle parole offensive e alla cattiveria.

L’amarezza e il cruccio, sono quegli stati d’animo che prova l’uomo sotto la maledizione di Dio e che lo “consumano” e avvelenano le sue parole (il veleno ci ricorda il morso del serpente) e portano naturalmente la persona e meditare una vendetta o comunque sperare nella disgrazia altrui per sentirsi in qualche modo ripagato del torto subito (debito), ma noi siamo chiamati a cacciare via ogni amarezza, ogni cruccio e ogni sorta di cattiveria, non ci sono giustificazioni o deroghe nel trattenere un’amarezza, un cruccio o una cattiveria (magari come conseguenza di un torto subito, particolarmente profondo).

L’ira (o animosità) corrisponde alla collera duratura, il clamore è l’escandescenza violenta tipica della persona esasperata nel suo “covare dentro”, le parole offensive e la cattiveria, sono quelle esternazioni che portano l’uomo a danneggiare il prossimo sotto le più varie forme.

A queste esternazioni (degne di un uomo dedito al male e sotto la influenza del maligno), Paolo contrappone quali siano invece le attitudini degne di un cristiano che è parte integrante del Corpo di Cristo:

…Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo

 

Siamo figli di Dio e quindi vogliamo imitare nostro Padre, siamo il corpo di Cristo e non possiamo comportarci in modo che il nostro “Capo” non ci comanda, dobbiamo quindi personalmente comportarci in modo degno della vocazione che ci è stata rivolta, Dio non si stanca di perdonare (cfr Isaia 55:7) e noi?

 

***

 CONCLUSIONE

 

Nella mentalità greca il corpo (la parte materiale) e la mente (la parte spirituale) erano molto “divise”, pertanto spesso i nostri fratelli efesini (come tutti gli altri greci, ed in particolare  corinzi che erano esposti a dottrine devianti circa la sessualità e la prostituzione “sacra”), facevano molta fatica a comprendere come la dottrina potesse influenzare la condotta di una persona, infatti per un greco di quegli anni era quasi normale accettare il cristianesimo (spiritualmente) e contemporaneamente commettere atti peccaminosi di ogni genere con il corpo senza alcun particolare “rimorso”.

Con tale premessa possiamo comprendere il motivo per cui a Corinto non ci fu una grande reazione di fronte allo scandalo (cfr 1 Corinzi 5), al chiamare in giudizio i fratelli (1 Corinzi 6:1-9) o un sistematico “disordine morale” che Paolo dovette severamente redarguire!

La nostra cultura occidentale è molto “greca”, e spesso anche noi rischiamo di vivere una sorta di “doppia vita” (il che in parte è anche vero, in noi convivono l’uomo vecchio e l’uomo nuovo), ma il Corpo di Cristo non è così, è un corpo Santo, è il tempio di Dio!

 

La santità è quindi cosa seria davanti a Dio!

E nell’unità del Corpo non sono ammessi i “non santi”, gli impuri, perché contaminerebbero tutto il corpo!

 

Dio ci ha rigenerati per essere un Corpo Spirituale dedicato tutto a Lui e creato per compiere le buone opere che ha Lui stesso preparate (facciamo parte del Suo Corpo, la Chiesa) e siamo quindi chiamati a vivere in modo degno della vocazione che ci è stata rivolta!

Per questo Paolo insiste molto nelle lettere ai Corinzi circa la santità del corpo:

Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 

Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi. (1 Corinzi 3:16-17)

 

Non v'illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio

E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio.

Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile.

Ogni cosa mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da nulla. 

Le vivande sono per il ventre, e il ventre è per le vivande; ma Dio distruggerà queste e quello. Il corpo però non è per la fornicazione, ma è per il Signore, e il Signore è per il corpo; Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi mediante la sua potenza. 

Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?

Prenderò dunque le membra di Cristo per farne membra di una prostituta?

No di certo! Non sapete che chi si unisce alla prostituta è un corpo solo con lei?

«Poiché», Dio dice, «i due diventeranno una sola carne».

Ma chi si unisce al Signore è uno spirito solo con lui

Fuggite la fornicazione. Ogni altro peccato che l'uomo commetta, è fuori del corpo; ma il fornicatore pecca contro il proprio corpo

Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi

Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo. (1 Corinzi 6:9-20)

 

La santità è sinonimo di “messo a parte”, “consacrato per un servizio”, in particolare nella relazione tra l’uomo e Dio e questa è la chiamata del Corpo di Cristo, quindi ogni componente di questo Corpo è chiamato a vivere di conseguenza in modo degno.

 

Ma è bene precisare che non si diventa santi per essersi “comportati in modo santo”, ma siamo chiamati a comportarci in modo “santo” in quanto facenti parte di un Corpo Santo e quindi “santi”!

 

Forse non sempre abbiamo un concetto corretto della santità; la tradizione degli uomini ci ha descritto nei secoli dei santi come superuomini, asceti, gente che non aveva cognizione della realtà delle cose, ed in parte forse questo è anche vero perché effettivamente i santi sono persone che hanno la mente diversa ed una visione della realtà completamente diversa dai pagani.

 

Ma la santità ha degli effetti che si vedono, uno stile di vita differente che caratterizza inequivocabilmente il santo dal pagano e in questo passo Paolo ne ha fatto un esplicita digressione:

 

  - il santo non mente ma dice la verità

  - il santo non serba rancore

  - il santo non ruba e non approfitta della bontà degli altri

  - il santo si adopera per il benessere del prossimo

  - il santo non usa le parole per ferire ma per edificare e conferire grazia

  - il santo si adopera per la Gioia dello Spirito Santo

- il santo allontana ogni amarezza, ogni cruccio, ogni ira, ogni clamore, ogni parola offensiva ed ogni cattiveria

- il santo è lo specchio del carattere di Dio, è benevolo e misericordioso ed è pronto a perdonare.

 

Abbiamo visto come siamo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo, ed a questo siamo stati chiamati e dobbiamo camminare in tale unità di santità coerentemente con la nostra vocazione!

 

 Gianni Marinuzzi