CONOSCERE BENE PER CAMMINARE DEGNAMENTE
LA chiamata DELLA CHIESA
La collettiva posizione in Cristo
Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati
avvicinati mediante il sangue di Cristo.
Lui, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo
e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la
causa dell'inimicizia, la legge fatta di comandamenti in forma di precetti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo facendo la pace; e per
riconciliarli tutti e due con Dio in un corpo unico mediante la sua croce,
sulla quale fece morire la loro inimicizia.
Con la sua venuta ha annunciato la pace a voi che eravate lontani e la pace
a quelli che erano vicini; perché per mezzo di lui gli uni e gli altri
abbiamo accesso al Padre in un medesimo Spirito.
Così dunque non siete più né stranieri né ospiti; ma siete concittadini dei
santi e membri della famiglia di Dio.
Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo
Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l'edificio intero, ben
collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore.
In lui voi pure entrate a far parte dell'edificio che ha da servire come
dimora a Dio per mezzo dello Spirito.
***
Abbiamo visto fin ora come Paolo, scrivendo
ai santi e ai fedeli che sono in
Efeso, abbia voluto incoraggiarli ricordando loro quali sono
le benedizioni spirituali in Cristo
delle quali sono
stati fatti partecipi avendo
ascoltato la Parola della Verità, il Vangelo, e avendo creduto in Cristo, e
di come la caparra dello Spirito Santo sia la garanzia dell’eredità
conservata nei cieli.
Abbiamo inoltre visto come abbia a cuore la loro crescita verso
una conoscenza sempre più completa
della Speranza alla quale sono stati chiamati, del valore dell’eredità
riservata loro e della Potenza di Dio verso i credenti.
Abbiamo ancora visto come questo debba portare il credente a considerare
la propria posizione personale,
come soggetto destinatario
individuale della Grazia di Dio.
Sappiamo anche che
la venuta in carne di Gesù Cristo
è stata stabilita prima della
fondazione del mondo, ma dobbiamo riconoscere che, dal punto di
vista della storia umana, si trattò di un tempo davvero opportuno per tanti
motivi e Paolo, in questi versi, si
sofferma sulle relazioni tra giudei e stranieri che si erano deteriorate
molto nei secoli immediatamente precedenti la venuta di Gesù Cristo; tale
situazione di
inimicizia, di separazione,
necessitava di un intervento specifico da parte di Dio e, in questo brano,
Paolo spiega come l’opera di
Gesù Cristo aveva avuto anche il merito di ricucire questi rapporti,
riportandoli a ciò che Dio aveva stabilito.
Un segno che determinava una netta separazione tra il popolo giudeo e i
pagani era
la circoncisione e nelle
scritture definite comunemente come “antico testamento”,
Abramo aveva ricevuto da Dio
l’ordine di circoncidere se stesso e di tramandare tale usanza a tutti i
maschi della sua casa e della sua discendenza come segno del patto fatto con
Dio:
Poi Dio disse ad Abraamo: «Quanto a te, tu osserverai il mio patto: tu e la
tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione. Questo
è il mio patto che voi osserverete, patto fra me e voi e la tua discendenza
dopo di te: ogni maschio tra di voi sia circonciso. Sarete
circoncisi; questo sarà un segno del patto fra me e voi. All'età
di otto giorni, ogni maschio sarà circonciso tra di voi, di generazione in
generazione: tanto quello nato in casa, quanto quello comprato con denaro da
qualunque straniero e che non sia della tua discendenza. Quello
nato in casa tua e quello comprato con denaro dovrà essere circonciso; il
mio patto nella vostra carne sarà un patto perenne. L'incirconciso,
il maschio che non sarà stato circonciso nella carne del suo prepuzio, sarà
tolto via dalla sua gente: egli avrà violato il mio patto».
(Genesi 17:9-14)
Occorre però sottolineare che la
circoncisione fisica non diceva molto sullo stato interiore del singolo
individuo e sul suo rapporto con Dio,
infatti,
proprio nelle medesime scritture del pentateuco, Mosè esaltò piuttosto
l’importanza della “circoncisione
del cuore”:
Circoncidete dunque il vostro cuore
e non indurite più il vostro collo; poiché
il SIGNORE, il vostro Dio, è il Dio degli dèi, il Signore dei signori, il
Dio grande, forte e tremendo, che non ha riguardi personali e non accetta
regali…
(Deuteronomio 10:16-17)
Era quindi chiaro fin da allora il principio secondo cui il segno esteriore
aveva senso e importanza solo se accompagnava un segno interiore, una fede
sincera in Dio.
Purtroppo nei secoli successivi al rientro dalla deportazione in Babilonia,
quelli immediatamente precedenti l’incarnazione di Gesù, il giudaismo
rabbinico aveva sviluppato molte
tradizioni e un sistema di
regole che si affiancavano alla Legge riportata nelle Scritture.
Per esempio la legge di Mosè
invitava ad accogliere lo straniero (cfr Esodo 22:21, 23:9)
ma le regole derivanti da una certa
interpretazione rabbinica avevano invece regolato i rapporti con gli
stranieri in un modo che non rispettava le intenzioni della legge di
Mosè e le intenzioni di Dio.
Troviamo un particolare evento di questa influenza rabbinica nella
testimonianza di Pietro in Atti 10:28:
Pietro stesso era condizionato da tali regole, considerava impuro lo
straniero Cornelio e non voleva mettere piede in casa sua. Dio stesso
attraverso una visione dovette fargli capire che tali tradizioni erano
sbagliate e che “nessun uomo deve
essere ritenuto impuro o contaminato” solo perché non giudeo.
Paolo, che ha combattuto strenuamente questa tendenza (che faceva parte del
suo passato farisaico) è quindi molto sensibilizzato dallo Spirito Santo a
mettere in luce questa situazione di inimicizia tra giudei e stranieri, tra
circoncisi e incirconcisi, che non era certamente conforme alla volontà di
Dio, anzi andava ben oltre la rivelazione che Dio aveva dato attraverso la
sua legge, e che influenzava anche i rapporti delle chiese primitive!
Tale inimicizia costituiva una barriera difficile da superare per uno
straniero,
infatti l’unico modo per entrare a far parte del popolo di Dio, secondo quel
modo di pensare, sarebbe stato quello di diventare un proselito giudeo,
facendosi poi circoncidere per diventare Israelita a tutti gli effetti, in
quegli anni le sinagoghe erano in effetti diffuse in tutto l’impero e
contavano un grande numero di stranieri che
si erano convertiti facendosi
circoncidere.
Ma era giusto che la circoncisione
nella carne, per mano d’uomo, fosse una discriminante per stabilire una
relazione con Dio?
O forse si doveva riscoprire il significato della circoncisione interiore,
la circoncisione del cuore di cui Mosè aveva parlato?
Come abbiamo già anticipato, in Atti 10, Dio aveva risposto a questa domanda
quando costrinse l’apostolo Pietro non solo ad entrare in casa di uno
straniero (Cornelio),
ma anche ad essere testimone della conversione di quest’ultimo e della
conseguente ricezione dello Spirito Santo da parte di tutti quelli che
avevano creduto.
Fu proprio la
ricezione dello Spirito Santo nel
medesimo modo che lo ricevettero loro (giudei), che convinse Pietro
dell’errore che lui e molti dei suoi connazionali avevano fatto fino a quel
momento seguendo, o essendo comunque influenzati, dalle tradizioni degli
uomini.
Pietro stesso fu in difficoltà a spiegare questo ai fratelli della chiesa di
Gerusalemme, ma la sua testimonianza fu fondamentale per convincere anche
gli altri fratelli ebrei ad accogliere gli stranieri nel popolo di Dio senza
imporre la circoncisione (cfr Atti 15:6-11) ma
accettando l’opera dello Spirito
Santo negli incirconcisi come nei circoncisi.
Gli ostacoli che le tradizioni umane avevano costruito erano state
finalmente rimosse grazie all’opera di Gesù Cristo e dello Spirito Santo.
Ma certi atteggiamenti non sono
sempre semplici da rimuovere,
anche nella Chiesa (costituita da uomini soggetti ancora alle tentazioni
della carne), venivano alla luce alcune problematiche:
- da un lato i fratelli giudei si sentivano in qualche modo “superiori”
ai fratelli che arrivavano dal paganesimo;
- dall’altro lato (per spirito di rivalsa) i fratelli che arrivavano dal
paganesimo
si insuperbivano per essere
in qualche modo stati “scelti al posto dei giudei” che si erano dimostrati
infedeli;
Di questa situazione che fermentava in mezzo alla chiesa,
Paolo ne parla specificatamente
nella lettera ai Romani (cfr Romani 11).
Ma questo
insuperbirsi (come spesso
succede) era in fondo una reazione al senso di inferiorità che questi
fratelli avevano nel loro cuore e Paolo, scrivendo a dei fratelli
specificatamente di origine greca, vuole
incoraggiarli a superare questo
senso di inferiorità rivelando loro quale è la posizione in Cristo di
tutti i credenti uniti in un solo Corpo:
la collettiva posizione in Cristo.
Nel precedente paragrafo Paolo ha rappresentato la posizione spirituale
personale di ogni cristiano proveniente dal paganesimo ha davanti a Dio,
partendo dal proprio stato di totale estraneità ed impossibilità di
entrare nella Vita se non per l’Opera di Grazia; adesso, proprio facendo
lo stesso percorso, descrive la posizione spirituale collettiva di
tutti coloro che dal paganesimo si sono convertiti a Cristo!
***
Perciò, ricordatevi che un tempo voi, stranieri di nascita, chiamati
incirconcisi da quelli che si dicono circoncisi, perché tali sono nella
carne per mano d'uomo, voi, dico, ricordatevi che in quel tempo eravate
senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d'Israele ed estranei ai patti
della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo.
Paolo mette qui in evidenza due aspetti fondamentali che sempre dobbiamo
ricordare per poter meglio
considerare la nostra posizione spirituale collettiva in Cristo e ravvivare
così la gratitudine verso il Padre ed il Suo Figlio Gesù Cristo:
A)
un tempo eravate stranieri di nascita, chiamati incirconcisi da
quelli che si dicono circoncisi, perché tali sono nella carne per mano
d'uomo
B)
un tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza
d'Israele ed estranei ai patti della promessa, senza speranza
e senza Dio nel mondo
Consideriamo quindi questi due aspetti:
A)
un tempo eravate stranieri di nascita, chiamati incirconcisi da
quelli che si dicono circoncisi, perché tali sono nella carne per mano
d'uomo
Paolo ricorda ai lettori convertiti dal paganesimo la triste condizione in
cui si trovavano prima della loro conversione!
L’essere
straniero di nascita
significava essere esclusi da tutti
i privilegi che solo chi era israelita aveva davanti a Dio.
Una prima evidenza è che essi facevano parte di quella “incirconcisione”
che designava collettivamente
con disprezzo il mondo pagano e
lo considerava assolutamente
estraneo ad ogni privilegio spirituale, possiamo vedere questo in alcuni
passi:
I figli di Giacobbe risposero a Sichem e a suo padre Camor, ma parlarono
loro con astuzia, perché quegli aveva disonorato Dina, loro sorella.
Dissero loro: «Questo non possiamo farlo;
non possiamo dare nostra sorella a
uno che non è circonciso; perché ciò sarebbe per noi un disonore.
Acconsentiremo alla vostra richiesta soltanto a questa condizione: se sarete
come siamo noi, circoncidendo ogni maschio tra di voi…
(Genesi 34:13-15)
Quando sarete entrati nel paese e vi avrete piantato alberi fruttiferi di
ogni specie, considererete i frutti
come incirconcisi; per tre anni saranno per voi come incirconcisi; non si
dovranno mangiare.
(Levitico 19:23)
Sansone scese a Timna e vide là una donna tra le figlie dei Filistei.
Tornato a casa, ne parlò a suo padre e a sua madre, e disse: «Ho visto a
Timna una donna tra le figlie dei Filistei; prendetemela dunque per moglie».
Suo padre e sua madre gli dissero: «Non
c'è tra le figlie dei tuoi fratelli in tutto il nostro popolo una donna per
te? Devi andare a prenderti una moglie tra i Filistei incirconcisi?»
Sansone rispose a suo padre: «Prendimi quella perché mi piace».
(Giudici 14:1-3)
Gionatan disse al suo giovane scudiero: «Vieni,
andiamo verso la guarnigione di
questi incirconcisi; forse il SIGNORE agirà in nostro favore, poiché
nulla può impedire al SIGNORE di salvare con molta o con poca gente».
(1 Samuele 14:6)
Addirittura viene profetizzata al re di Tiro (figura di satana) la stessa
morte degli
incirconcisi:
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini: «Figlio d'uomo,
di' al principe di Tiro: Così
parla il Signore, DIO:"Il tuo cuore si è insuperbito, e tu dici: 'Io sono un
dio! Io sto seduto su un trono di Dio nel cuore dei mari!', mentre sei un
uomo e non un dio e hai scambiato il tuo cuore per quello di Dio.
Ecco, tu sei più saggio di Daniele, nessun mistero è oscuro per te; con la
tua saggezza e con la tua intelligenza ti sei procurato ricchezze, hai
ammassato oro e argento nei tuoi tesori; con la tua gran saggezza e con il
tuo commercio hai accresciuto le tue ricchezze, e a motivo delle tue
ricchezze il tuo cuore si è insuperbito".
Perciò così parla il Signore, DIO: "Poiché tu hai scambiato il tuo cuore per
quello di Dio, ecco, io faccio venire contro di te degli stranieri, i più
violenti fra le nazioni; essi sguaineranno le loro spade contro lo splendore
della tua saggezza e contamineranno la tua bellezza; ti getteranno nella
fossa e tu morirai della morte di quelli che sono trafitti nel cuore dei
mari.
Continuerai forse a dire: 'Io sono un dio', in presenza di colui che ti
ucciderà?
Sarai un uomo e non Dio nelle mani di chi ti trafiggerà!
Tu morirai della morte degli incirconcisi,
per mano di stranieri; poiché io ho parlato", dice il Signore, DIO».
(Ezechiele 28:1-10)
Ma nello stesso tempo, l'apostolo Paolo, non manca di sottolineare con
sottile ironia quanto sciocco sia il vantarsi di coloro che sfoggiano questo
segno
nella carne quale segno di
appartenenza al popolo di Dio:
quelli che si dicono circoncisi, perché tali sono nella carne per mano
d'uomo (ovvero per opera
d’uomo e non di Dio)!
Paolo
spiegherà più volte quale sia la vera circoncisione:
La circoncisione è utile se tu osservi la legge; ma se tu sei trasgressore
della legge, la tua circoncisione diventa incirconcisione.
Se l'incirconciso osserva le prescrizioni della legge, la sua
incirconcisione non sarà considerata come circoncisione?
Così colui che è per natura incirconciso, se adempie la legge, giudicherà
te, che con la lettera e la circoncisione sei un trasgressore della legge.
Giudeo infatti non è colui che è tale all'esterno; e la circoncisione non è
quella esterna, nella carne; ma Giudeo è colui che lo è interiormente; e la
circoncisione è quella del cuore, nello spirito, non nella lettera; di un
tale Giudeo la lode proviene non dagli uomini, ma da Dio.
(Romani 2:25-29)
…in Cristo Gesù non ha valore né la
circoncisione né l'incirconcisione; quello che vale è la fede che opera per
mezzo dell'amore.
(Galati 5:6)
Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai,
guardatevi da quelli che si fanno
mutilare; perché i veri
circoncisi siamo noi, che offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito
di Dio, che ci vantiamo in Cristo Gesù, e non mettiamo la nostra fiducia
nella carne; benché io avessi motivo di confidarmi anche nella carne.
Se qualcun altro pensa di aver motivo di confidarsi nella carne, io posso
farlo molto di più; io, circonciso l'ottavo giorno,
della razza d'Israele, della tribù di Beniamino, ebreo figlio d'Ebrei;
quanto alla legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della chiesa;
quanto alla giustizia che è nella legge, irreprensibile.
Ma ciò che per me era un guadagno, l'ho considerato come un danno, a causa
di Cristo.
Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte
all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale
ho rinunciato a tutto; io
considero queste cose come tanta spazzatura
al fine di guadagnare Cristo e di
essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma
con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da
Dio, basata sulla fede.
(Filippesi 3:2-9)
Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani
raggiri secondo la tradizione degli uomini
e gli elementi del mondo e non secondo Cristo; perché
in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità; e
voi avete tutto pienamente in lui,
che è il capo di ogni principato e di ogni potenza; in
lui siete anche stati circoncisi di una circoncisione non fatta da mano
d'uomo, ma della circoncisione di Cristo, che consiste nello spogliamento
del corpo della carne: siete stati con lui sepolti nel battesimo, nel
quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza
di Dio che lo ha risuscitato dai morti.
(Colossesi 2:8-12)
Non mentite gli uni agli altri, perché
vi siete spogliati dell'uomo vecchio
con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in
conoscenza a immagine di colui che l'ha creato.
Qui non c'è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione,
barbaro, scita, schiavo, libero, ma
Cristo è tutto e in tutti.
(Colossesi 3:9-11)
Ironia o no, comunque Paolo vuole
che i fratelli di Efeso e tutti i fratelli che si sono convertiti dal
paganesimo, si ricordino che una
volta
erano
stranieri di nascita, chiamati incirconcisi.
Questa estraneità è stata ora (e per sempre) annullata
dall’adozione ricevuta in speranza,
per l’Opera di Gesù Cristo:
È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto; ma
a tutti quelli che l'hanno ricevuto
egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono
nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da
volontà d'uomo, ma sono nati da Dio.
(Giovanni 1:11-13)
…infatti tutti
quelli che sono guidati dallo
Spirito di Dio, sono figli di Dio.
E voi
non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma
avete ricevuto lo Spirito di
adozione, mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!»
Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di
Dio. Se
siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se
veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui.
(Romani 8:14-17)
…avendoci predestinati nel suo amore
a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo
come suoi figli, secondo il
disegno benevolo della sua volontà…
(Efesini 1:5)
Così anche noi, quando eravamo bambini, eravamo tenuti in schiavitù dagli
elementi del mondo; ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo
Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano
sotto la legge, affinché noi
ricevessimo l'adozione.
E, perché siete figli, Dio ha
mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà,
Padre».
Così tu non sei più servo, ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede per
grazia di Dio.(Galati
4:3-7)
B)
un tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza
d'Israele ed estranei ai patti della promessa, senza speranza
e senza Dio nel mondo
Paolo nel continuare a ricordare ai lettori convertiti dal paganesimo la
triste condizione collettiva in
cui si trovavano prima della loro conversione, pone qui una seconda evidenza
consistente nella loro “esclusione
dalla cittadinanza d'Israele ed estraneità ai patti della promessa, senza
speranza e senza Dio nel mondo”.
Qui possiamo apprezzare come l’essere
senza Cristo, sia di fatto un
essere
senza
speranza e senza Dio!
E’ notevole che Paolo dichiari come questi popoli fossero, non solo
esclusi dalla cittadinanza
di Israele (evidentemente in
quanto non giudei o israeliti), non solo
esclusi dai patti di benedizione
mosaici, ma
senza
speranza e senza Dio nel mondo!
Senza speranza,
ovvero l’avvenire non era il cielo di Israele in cui sorridevano gli astri
della promessa; l’avvenire era una
notte tenebrosa, un cielo scuro e senza stelle.
Senza Dio nel mondo,
ovvero “atei” e senza la speranza di
un aiuto o di un soccorso divino (aiuto e soccorso che invece
caratterizzavano la storia del popolo di Israele sulla base delle
promesse e dei
patti di benedizione).
Paolo ci insegna che Gesù Cristo è
Dio ed Egli è anche la nostra
Speranza, la attesa del Suo ritorno:
Paolo, apostolo di Cristo Gesù per ordine di Dio, nostro Salvatore, e di
Cristo Gesù, nostra speranza…
(1 Timoteo 1:1)
…aspettando
la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e
Salvatore, Cristo Gesù.
(Tito 2:13)
Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani
raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non
secondo Cristo; perché
in lui abita corporalmente tutta la
pienezza della Deità; e voi avete tutto pienamente in lui,
(Colossesi 2:8-10)
Anche noi, come popolo di Dio, dobbiamo sempre
ricordarci del nostro
stato collettivo di totale
estraneità di nascita alle
benedizioni di Dio, questo ricordarcene
ci renderà più umili e più
riconoscenti; ci aiuterà a comprendere meglio la “larghezza”
della grazia di Dio.
***
Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati
avvicinati mediante il sangue di Cristo.
Paolo, dopo aver ricordato ai fratelli la misera
condizione collettiva in cui
versavano quando erano senza Cristo,
passa ora alla descrizione del loro
collettivo stato attuale in Cristo!
Per descrivere questa diversa situazione, Paolo usa una rappresentazione
fisica di
lontananza e di
vicinanza,
la distanza è colmata dal
sangue di Cristo.
Il peccato “allontana”
l'uomo da Dio:
Caino si allontanò dalla presenza del SIGNORE
e si stabilì nel paese di Nod, a oriente di Eden.
(Genesi 4:16)
E’ il peccato che effettivamente
allontana la creatura dal suo
Creatore, ma il sacrificio
espiatorio di Cristo con il
Suo sangue ci purifica (ci purga) da
ogni peccato (cfr 1 Giovanni 1:7), e
riavvicina il peccatore a
Dio.
Il sangue di Gesù Cristo
colma ogni distanza,
come promesso per mezzo del profeta
Isaia:
Ricordate il passato, le cose antiche; perché io sono Dio, e non ce n'è
alcun altro; sono Dio, e nessuno è simile a me.
Io annuncio la fine sin dal principio, molto tempo prima dico le cose non
ancora avvenute; io dico: Il mio piano sussisterà, e metterò a effetto tutta
la mia volontà; chiamo da oriente un uccello da preda, da una terra lontana
l'uomo che effettui il mio disegno.
Sì, io l'ho detto e lo farò avvenire; ne ho
formato il disegno e l'eseguirò.
Ascoltatemi, o gente dal cuore ostinato, che siete lontani dalla giustizia!
Io faccio avvicinare la mia giustizia; essa non è lontana, la mia salvezza
non tarderà; io metterò la salvezza in Sion e la mia gloria sopra Israele.
(Isaia 46:9-13)
***
Lui, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo
e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la
causa dell'inimicizia, la legge fatta di comandamenti in forma di precetti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo facendo la pace; e per
riconciliarli tutti e due con Dio in un corpo unico mediante la sua croce,
sulla quale fece morire la loro inimicizia.
Con la sua venuta ha annunciato la pace a voi che eravate lontani e la pace
a quelli che erano vicini; perché per mezzo di lui gli uni e gli altri
abbiamo accesso al Padre in un medesimo Spirito.
Paolo sta qui insegnandoci che tra i
due popoli non vi era pace; anzi, leggendo le pagine dell’Antico
Testamento possiamo vedere quale odio vi era tra i “giudei-israeliti” e gli
altri popoli; sterminio senza pietà
proprio a causa del fatto che vi erano sostanzialmente due popoli, il popolo
di Dio ed i pagani; ora
in Cristo, i due popoli sono
in pace,
dei
due popoli ne ha fatto uno solo.
Paolo descrive anche cosa
separava i due popoli e quel era
la causa dell’inimicizia:
-
il muro di separazione, che
divideva “geneticamente” i due popoli;
-
la legge fatta di comandamenti in
forma di precetti, che divideva formalmente (dal punto di vista
religioso) i due popoli.
Paolo
dichiara qui che:
-
in Cristo, il muro di separazione è
stato abbattuto, non esiste più la razza giudaica e la razza pagana,
esiste
un corpo nuovo facente parte di una
nuova creazione.
-
in Cristo, ogni formalismo religioso
è superato, non esiste più alcuna formalismo che differenzia i due
popoli in quanto non sono più due popoli ma
un solo uomo.
In Cristo,
dei
due popoli ne ha fatto uno solo,
per questo
Egli è la nostra pace.
Come abbiamo già anticipato, in Cristo non solo
dei
due popoli ne ha fatto uno solo,
ma Gesù Cristo ha
creato in se stesso, dei due, un solo
uomo nuovo riconciliando tutti e due con Dio in un corpo unico mediante la
sua croce, sulla quale fece morire la loro inimicizia!
Un uomo nuovo,
perchè non è il pagano che diventa giudeo o il giudeo che diventa pagano;
entrambi assumono una natura nuova, più elevata:
figli di Dio!
La morte in croce di Gesù Cristo, è portatrice di riconciliazione con Dio e
di pace con Dio e fra gli uomini!
La pace è stata assicurata e proclamata!
Il risultato di questa Pace “multilaterale” consiste nella
riconciliazione verticale (verso
Dio) ed orizzontale (tra i figli
di Dio) che ora,
in Cristo,
hanno accesso al Padre, in un unico
medesimo Spirito (lo Spirito Santo).
La pace
per cui l'anima nostra sospira, non
è in noi, non è nella Chiesa, non è in tutto quel che possiamo sapere e
imparare intorno al Cristo, ma
è Lui, Gesù Cristo stesso; che per noi visse, morì, risuscitò,
regna, è dimorante in noi per fede ed intercede per noi davanti al Padre.
***
Così dunque non siete più né stranieri né ospiti; ma siete concittadini dei
santi e membri della famiglia di Dio.
Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo
Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l'edificio intero, ben
collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore.
In lui voi pure entrate a far parte dell'edificio che ha da servire come
dimora a Dio per mezzo dello Spirito.
Premesso lo stato iniziale:
- stranieri di nascita
- incirconcisi
Premessi i diritti derivanti da tale
stato iniziale:
- esclusi dalla cittadinanza del popolo di Israele
- estranei ai patti e alle promesse di Dio
- senza speranza e senza Dio
Premessa l’Opera compiuta da Cristo
e accettata entrando in Cristo:
- avvicinati a Dio
- abbattimento del muro di
separazione ed eliminazione della causa dell’inimicizia
-
unione tra i cristiani
derivanti dal paganesimo ed i cristiani derivanti dal popolo Israelitico in
un solo popolo
- da questo popolo
creazione di un uomo solo
riconciliato con Dio avente libero accesso al Padre in un medesimo Spirito
Tutto ciò premesso:
A)
voi
non
siete più né stranieri né ospiti; ma siete concittadini dei santi e membri
della famiglia di Dio.
B)
voi siete
stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo
Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l'edificio intero, ben collegato
insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore.
In lui voi pure entrate a far parte dell'edificio che ha da servire come
dimora a Dio per mezzo dello Spirito.
Queste due meravigliose benedizioni
ci sono garantite in Cristo, proviamo ad analizzarle:
A)
voi
non
siete più né stranieri né ospiti; ma siete concittadini dei santi e membri
della famiglia di Dio.
Esiste un Israele nuovo, un
Giacobbe nuovo; l'Israele di
Dio, la vera discendenza di Abramo:
Riconoscete dunque che quanti hanno fede sono figli d'Abraamo.
La Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato gli stranieri per
fede, preannunciò ad Abraamo questa buona notizia: «In
te saranno benedette tutte le nazioni».
In tal modo, coloro che hanno la fede sono benedetti con il credente
Abraamo.
Infatti tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto
maledizione; perché è scritto: «Maledetto
chiunque non si attiene a tutte le cose scritte nel libro della legge per
metterle in pratica». E che nessuno mediante la legge sia
giustificato davanti a Dio è evidente, perché
il giusto vivrà per fede.
Ma la legge non si basa sulla fede; anzi essa dice: «Chi
avrà messo in pratica queste cose, vivrà per mezzo di esse».
Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto
maledizione per noi
(poiché sta scritto: «Maledetto
chiunque è appeso al legno»), affinché
la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù, e
ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso.
Fratelli, io parlo secondo le usanze degli uomini: quando un testamento è
stato validamente concluso, pur essendo soltanto un atto umano, nessuno lo
annulla o vi aggiunge qualcosa.
Le promesse furono fatte ad Abraamo e
alla sua progenie.
Non dice: «E alle progenie», come se si trattasse di molte; ma, come
parlando di una sola, dice: «E
alla tua progenie», che è Cristo.
(Galati 3:7-16)
Perciò l'eredità è per fede, affinché sia per grazia; in modo che la
promessa sia sicura per tutta la discendenza; non soltanto per quella che è
sotto la legge, ma anche per quella che discende dalla fede d'Abraamo.
Egli è padre di noi tutti (com'è
scritto: «Io
ti ho costituito padre di molte nazioni») davanti a colui nel
quale credette, Dio, che fa rivivere i morti, e chiama all'esistenza le cose
che non sono.
(Romani 4:16-17)
Ed in quanto “figli
di Abramo”, in Cristo non
siamo
più né stranieri né ospiti; ma siamo concittadini dei santi e membri della
famiglia di Dio.
…né stranieri né ospiti,
la
nostra presenza davanti a Dio, non è di passaggio, non siamo turisti o
invitati, Gesù chiese questo
esplicitamente al Padre in preghiera:
Non prego soltanto per questi,
ma anche per quelli che credono in
me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei
in me e io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda
che tu mi hai mandato.
Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché
siano uno come noi siamo uno; io in
loro e tu in me; affinché siano perfetti nell'unità, e affinché il mondo
conosca che tu mi hai mandato, e che li ami come hai amato me.
Padre, io voglio che dove sono io, siano con me anche quelli che tu mi hai
dati,
affinché vedano la mia gloria che tu mi hai data; poiché mi hai amato prima
della fondazione del mondo.
(Giovanni 17:20-24)
…siamo concittadini dei santi…
Siamo iscritti nell’anagrafe celeste, nel libro della Vita dell’Agnello
(cfr Apocalisse 3:5; 13:8; 17:8; 20:12-15; 21:27; 22:19),
la nostra cittadinanza è nei cieli:
Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli,
da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore…
(Filippesi 3:20)
…siamo membri della famiglia di Dio.
La collettività dei credenti
è spesso paragonata ad una famiglia:
Ti scrivo queste cose sperando di venir presto da te, affinché tu sappia,
nel caso che dovessi tardare, come bisogna comportarsi
nella casa di Dio, che è la chiesa
del Dio vivente, colonna e sostegno della verità.
(1 Timoteo 3:14-15)
Mosè fu fedele in tutta la casa di Dio
come servitore per rendere testimonianza di ciò che doveva essere
annunciato, ma Cristo lo è come
Figlio, sopra la sua casa; e la sua casa siamo noi se manteniamo ferma
sino alla fine la nostra franchezza e la speranza di cui ci vantiamo.
(Ebrei 3:5-6)
Infatti è giunto il tempo in cui il
giudizio deve cominciare dalla casa di Dio; e se comincia prima da noi,
quale sarà la fine di quelli che non ubbidiscono al vangelo di Dio?
(1 Pietro 4:17)
Ma voi non vi fate chiamare "Rabbì"; perché uno solo è il vostro Maestro e
voi siete tutti fratelli.
(Matteo 23:8)
In questa famiglia di Dio,
i credenti, non sono degli ospiti;
trattati con formalità e cortesia ma
tenuti fuori dell'intimità ed
estranei dalla protezione e disciplina
paterna; essi sono pienamente partecipi dell'armonia fraterna,
delle gioie, delle sofferenze e delle regole della famiglia (la disciplina):
Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se
veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui.
(Romani 8:17)
Dio vi tratta come figli;
infatti, qual è il figlio che il padre non corregga?
Ma se siete esclusi da quella correzione di cui tutti hanno avuto la loro
parte, allora siete bastardi e non figli.
(Ebrei 12:7-8)
B)
voi
siete
stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo
Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l'edificio intero, ben collegato
insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore.
In lui voi pure entrate a far parte dell'edificio che ha da servire come
dimora a Dio per mezzo dello Spirito.
…siete
stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti…
Paolo ci tiene molto a sottolineare che essi (come noi che leggiamo la
Parola di Dio), non sono stati edificati su un fondamento qualsiasi; ma su
un fondamento solido, confermato:
sul
fondamento degli apostoli e dei profeti.
Possiamo realizzare questo leggendo la descrizione che Giovanni da nel libro
dell’Apocalisse relativamente alla
Sposa, la nuova Gerusalemme, che porta con sé
la Gloria di Dio (lo scopo
dell’Opera di Dio in Gesù Cristo è
mostrare in noi, nei tempi futuri, la
immensa ricchezza della Sua Grazia, mediante la bontà che Egli ha avuta per
noi in Cristo Gesù – cfr Efesini 2:7)
Poi venne uno dei sette angeli che avevano le sette coppe piene degli ultimi
sette flagelli, e mi parlò, dicendo: «Vieni e ti mostrerò
la sposa, la moglie dell'Agnello».
Egli mi trasportò in spirito su una grande e alta montagna, e
mi mostrò la santa città,
Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio,
con la gloria di Dio.
Il suo splendore era simile a quello di una pietra preziosissima, come una
pietra di diaspro cristallino.
Aveva delle mura grandi e alte;
aveva dodici porte, e alle porte
dodici angeli.
Sulle porte erano scritti dei nomi, che sono quelli delle
dodici tribù dei figli d'Israele.
Tre porte erano a oriente, tre a settentrione, tre a mezzogiorno e tre a
occidente.
Le mura della città avevano dodici
fondamenti, e su quelli stavano i dodici nomi di dodici apostoli
dell'Agnello.
(Apocalisse 21:9-14)
Nella Gerusalemme celeste tutto è in numero di dodici e suoi multipli; ma
quello che vogliamo qui notare sono
i dodici fondamenti che
corrispondono ai
dodici nomi di dodici apostoli
dell'Agnello, e questi
dodici fondamenti non sono
tutti uguali, ognuno, impreziosito di perle diverse, riflette una luce
diversa:
I fondamenti delle mura della città erano adorni d'ogni specie di pietre
preziose.
Il primo fondamento era di diaspro; il secondo di zaffiro; il terzo di
calcedonio; il quarto di smeraldo; il quinto di sardonico; il sesto di
sardio; il settimo di crisòlito; l'ottavo di berillo; il nono di topazio; il
decimo di crisopazio; l'undicesimo di giacinto; il dodicesimo di ametista.
Le dodici porte erano dodici perle e ciascuna era fatta da una perla sola.
La piazza della città era d'oro puro, simile a cristallo trasparente.
(Apocalisse 21:19-21)
L’insegnamento apostolico
completo (Nuovo Testamento), che fonda a sua volta nelle
profezie (Antico Testamento), è
tutto adempiuto nella Persona e nell’Opera di Cristo:
Egli è l'immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura;
poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla
terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potestà;
tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.
Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il
primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato.
Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di
riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace
mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose
che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli.
(Colossesi 1:15-20)
Paolo
si rendeva ben conto di cosa stava scrivendo, in quanto scrisse così ai
fratelli di Corinto:
Noi siamo infatti collaboratori di
Dio, voi siete il campo di Dio,
l'edificio di Dio.
Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto,
ho posto il fondamento; un altro
vi costruisce sopra.
Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra; poiché
nessuno può porre altro fondamento
oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù.
(1 Corinzi 3:9-11)
…essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare…
Questo
fondamento che parla tutto di
Gesù Cristo, è anche la pietra
angolare di tutto l’edificio.
Nell'architettura orientale la pietra angolare aveva maggiore importanza
delle pietre che costituivano le fondamenta della quale faceva essa stessa
parte strutturale.
Le pietre delle fondamenta, quando erano posizionate, indicavano il piano
della costruzione; ma la pietra maestra, ossia la pietra fondamentale che si
collocava all'angolo, doveva garantire la totale tenuta del carico di tutta
la costruzione e doveva pertanto avere
caratteristiche di grandezza e di
resistenza tali da reggere ogni sollecitazione.
Era la pietra fondamentale che si metteva con ogni cura all'angolo della
costruzione e su cui poggiavano e si tenevano assieme i muri dell'edificio.
Per uscire dall'immagine:
Gli apostoli ed i profeti con
la loro testimonianza
costituiscono la base dell'edificio
spirituale che è la Casa di Dio; ma
la pietra maestra,
la pietra angolare, fondamentale,
su cui tutto quanto l'edificio riposa e trova la sua perfetta compattezza e
la sua spirituale unità, è Gesù
Cristo: vale a dire, la Persona, la Testimonianza, l'Opera di Gesù
Cristo.
D’altronde Pietro ci conforta in
tal senso (parlando sia della
testimonianza apostolica che
della
parola profetica):
Infatti vi abbiamo fatto conoscere
la potenza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo, non perché siamo
andati dietro a favole abilmente inventate, ma perché
siamo stati testimoni oculari della
sua maestà.
Egli, infatti, ricevette da Dio Padre onore e gloria quando la voce giunta a
lui dalla magnifica gloria gli disse: «Questi è il mio diletto Figlio, nel
quale mi sono compiaciuto».
E noi l'abbiamo udita questa voce
che veniva dal cielo, quando eravamo con lui sul monte santo.
Abbiamo inoltre la parola profetica più salda:
farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo
oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei
vostri cuori.
Sappiate prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura
proviene da un'interpretazione personale; infatti nessuna profezia venne mai
dalla volontà dell'uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio,
perché sospinti dallo Spirito Santo.
(2 Pietro 1:16-21)
E lo Spirito Santo non
parla di Suo, come ci insegna Gesù:
Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata;
quando però sarà venuto lui, lo
Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché
non parlerà di suo, ma dirà tutto
quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire.
Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.
Tutte le cose che ha il Padre, sono mie; per questo ho detto che
prenderà del mio e ve lo annuncerà.
(Giovanni 16:15)
…sulla quale l'edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando …
E’ sulla
Pietra Angolare poggiante e
costituente essa stessa il fondamento, che
l’intero edificio, ben collegato
insieme si va innalzando…
Si tratta qui della collettività dei
credenti, considerata come un tutto armonico, che si va man mano
armonicamente completando.
Sopra questo fondamento è edificata la Chiesa.
Attenzione non è la Chiesa il fondamento,
la Chiesa non ha alcuna autorità di “sostituire il fondamento”, come dice
Paolo stesso:
…nessuno
può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù.
(1 Corinzi 3:11)
Possiamo apprezzare anche come Paolo è preciso nella sua rappresentazione:
siccome alla testata dell'angolo in un edificio si uniscono le due pareti (i
due popoli in Cristo), sopra di questa pietra fondamentale insiste
l'edificio completo, e tutte le parti
dell'edificio collegate insieme; questa immagine ci apre una
finestra nel disegno di Dio sui tempi, l’autore della lettera agli ebrei,
relativamente agli esempi di fede durante l’antico patto, scrive:
Tutti costoro,
pur avendo avuto buona testimonianza per la loro fede,
non ottennero ciò che era stato
promesso.
Perché Dio aveva in vista per noi qualcosa di meglio,
in modo che loro non giungessero
alla perfezione senza di noi.
(Ebrei 11:39-40)
Dobbiamo riflettere sul fatto che
questo edificio è in costruzione, non siamo soli,
è una costruzione che parte da
lontano e si completerà al ritorno di Gesù Cristo, dobbiamo essere
umili, non siamo noi soli la Chiesa,
noi siamo parte della Chiesa, di quella costruzione che si va
innalzando, nei tempi, nelle diverse culture, nelle diverse mentalità, ma
hanno un solo comune denominatore:
la Persona e l’Opera di Gesù Cristo!
E tutte queste parti di edificio, pietre viventi, disposte e unite al
fondamento, vanno formando
un tempio!
Questo
Tempio è una costruzione
spirituale le cui parti si corrispondono perfettamente e costituiscono
assieme un qualcosa di solido, di
compatto, con una destinazione d’uso speciale...
…per essere un tempio santo nel Signore.
Questa è la vocazione della Chiesa, essere il
Tempio Santo di Dio; la
chiesa da sola non è un tempio, può essere una costruzione, un monumento,
un’opera d’arte, ma senza Cristo non
potrà mai essere un Tempio Santo!
Pietro
descrive meravigliosamente la funzione di ogni pietra costituente l’edificio
e la sua funzione personale e collettiva:
Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio
scelta e preziosa, anche voi, come
pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale,
un sacerdozio santo, per offrire
sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo. (1
Pietro 2:4-5)
Paolo ci tiene a far conoscere ai fratelli di Efeso (e a noi) che sopra lo
stesso fondamento sia i gentili che i giudei (entrambi convertiti a Cristo),
siamo
in Lui edificati con la
medesima
destinazione di uso:
la Sua residenza.
Per questo siamo chiamati alla
collaborazione attiva e produttiva, non passiva o distruttiva, sotto
molti aspetti:
Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?
Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è
santo; e questo tempio siete voi.
(1 Corinzi 3:16-17)
Fuggite la fornicazione. Ogni altro peccato che l'uomo commetta, è fuori del
corpo; ma il fornicatore pecca contro il proprio corpo.
Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi
e che avete ricevuto da Dio?
Quindi non appartenete a voi stessi.
Poiché siete stati comprati a caro prezzo.
Glorificate dunque Dio nel vostro
corpo.
(1 Corinzi 6:18-20)
Non vi mettete con gli infedeli
sotto un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c'è tra la giustizia
e l'iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre?
E quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale relazione c'è tra il fedele e
l'infedele?
E che armonia c'è fra il tempio di Dio e gli idoli?
Noi siamo infatti il tempio del Dio
vivente, come disse Dio: «Abiterò
e camminerò in mezzo a loro, sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.
Perciò, uscite di mezzo a loro e
separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d'impuro; e io vi
accoglierò.
E sarò per voi come un padre e voi sarete come figli e figlie»,
dice il Signore onnipotente.
(2 Corinzi 6:14-18)
Carissimi, avendo un gran desiderio di scrivervi della nostra comune
salvezza, mi sono trovato costretto a farlo per esortarvi a combattere
strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per
sempre.
Perché si sono infiltrati fra di voi
certi uomini (per i quali già da tempo è scritta questa condanna);
empi che volgono in dissolutezza la
grazia del nostro Dio e negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo.
Ora voglio ricordare a voi che avete da tempo conosciuto tutto questo, che
il Signore, dopo aver tratto in salvo il popolo dal paese d'Egitto, fece in
seguito perire quelli che non credettero.
Egli ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno
del giudizio, gli angeli che non conservarono la loro dignità e
abbandonarono la loro dimora.
Allo stesso modo Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si abbandonarono,
come loro, alla fornicazione e ai vizi contro natura, sono date come
esempio, portando la pena di un fuoco eterno.
Ciò nonostante, anche questi
visionari contaminano la carne nello stesso modo, disprezzano l'autorità e
parlano male delle dignità. Invece, l'arcangelo Michele, quando
contendeva con il diavolo disputando per il corpo di Mosè, non osò
pronunciare contro di lui un giudizio ingiurioso, ma disse: «Ti sgridi il
Signore!»
Questi,
invece, parlano in maniera
oltraggiosa di quello che ignorano, e si corrompono in tutto ciò che sanno
per istinto, come bestie prive di ragione.
Guai a loro! Perché si sono incamminati per la via di Caino, e per amor di
lucro si sono gettati nei traviamenti di Balaam, e sono periti per la
ribellione di Core.
Essi sono delle macchie nelle vostre agapi quando banchettano con voi senza
ritegno, pascendo se stessi; nuvole senza acqua, portate qua e là dai venti;
alberi d'autunno senza frutti, due volte morti, sradicati; onde furiose del
mare, schiumanti la loro bruttura; stelle erranti, a cui è riservata
l'oscurità delle tenebre in eterno.
Anche per costoro profetizzò Enoc, settimo dopo Adamo, dicendo: «Ecco, il
Signore è venuto con le sue sante miriadi per giudicare tutti; per
convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà da loro commesse e di
tutti gli insulti che gli empi peccatori hanno pronunciati contro di lui».
Sono dei mormoratori, degli scontenti; camminano secondo le loro passioni;
la loro bocca proferisce cose incredibilmente gonfie, e circondano
d'ammirazione le persone per interesse.
Ma voi, carissimi, ricordatevi di ciò che gli apostoli del Signore nostro
Gesù Cristo hanno predetto, quando vi dicevano: «Negli ultimi tempi vi
saranno schernitori che vivranno
secondo le loro empie passioni».
Essi sono quelli che provocano le divisioni, gente sensuale, che non ha lo
Spirito.
(Giuda 3-19)
Ora vi esorto, fratelli, a tener d'occhio
quelli che provocano le divisioni e
gli scandali in contrasto con l'insegnamento che avete ricevuto.
Allontanatevi da loro.
Costoro, infatti, non servono il nostro Signore Gesù Cristo, ma il proprio
ventre; e con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore dei semplici.
(Romani 16:17-18)
Questo tempio, è chiamato
ad essere santo,
vale a dire “separato dal male e
consacrato al bene”, non di una santità propria, ma della santità che
sgorga dalla Sorgente Santa e che si ha soltanto mediante una comunione
intima, sincera, vivente col Signore.
Il tempio quindi non è santo di suo, lo è nella sua vocazione e nel fatto
della presenza di Dio, possiamo
vedere figurativamente questo quando fu consacrato il tempio edificato di
Salomone:
Mentre i sacerdoti uscivano dal luogo santo, la nuvola riempì la casa del
SIGNORE,
e i sacerdoti non poterono rimanervi per farvi il loro servizio, a causa
della nuvola; perché la gloria del SIGNORE riempiva la casa del SIGNORE.
Allora Salomone disse: «Il SIGNORE ha dichiarato che abiterebbe
nell'oscurità! Ho costruito per te un tempio maestoso,
un luogo dove tu abiterai per sempre!»…
…Poi il re e tutto Israele con lui
offrirono dei sacrifici davanti al SIGNORE.
Salomone immolò, come sacrificio di riconoscenza al SIGNORE, ventiduemila
buoi e centoventimila pecore. Così il re e tutti i figli d'Israele
dedicarono la casa al SIGNORE. In
quel giorno il re consacrò la parte di mezzo del cortile, che è davanti
alla casa del SIGNORE; poiché offrì in quel luogo gli olocausti, le offerte
e i grassi dei sacrifici di riconoscenza, poiché l'altare di bronzo, che è
davanti al SIGNORE, era troppo piccolo per contenere gli olocausti, le
offerte e i grassi dei sacrifici di riconoscenza.
(Tratto da 1 Re 8:10-64)
…In lui voi pure entrate a far parte dell'edificio che ha da servire come
dimora a Dio per mezzo dello Spirito.
In questo meraviglioso
Tempio Santo al Signore,
anche i pagani, insieme ai giudei, entrambi convertiti e santificati in
Cristo, entrano a farne.
L'idea di questo tempio spirituale in cui Dio dimora, ha le sue origini
nell'Antico Testamento:
Il SIGNORE parlò a Mosè e disse: «Di' ai figli d'Israele che mi facciano
un'offerta. Accetterete l'offerta da ogni uomo che sarà disposto a farmela
di cuore.
Questa è l'offerta che accetterete da loro: oro, argento e bronzo; stoffe di
colore violaceo, porporino, scarlatto; lino fino e pelo di capra; pelli di
montone tinte di rosso, pelli di delfino e legno d'acacia; olio per il
candelabro, aromi per l'olio dell'unzione e per l'incenso aromatico; pietre
d'ònice e pietre da incastonare per l'efod e il pettorale.
Essi mi faranno un santuario e io abiterò in mezzo a loro.
Me lo farete in tutto e per tutto secondo il modello del tabernacolo e
secondo il modello di tutti i suoi arredi, che io sto per mostrarti.
(Esodo 25:1-8)
La parola del SIGNORE fu rivolta a Salomone, e gli disse: «Quanto
a questa casa che tu costruisci, se tu cammini secondo le mie leggi, se
metti in pratica i miei precetti e osservi e segui tutti i miei
comandamenti, io confermerò in tuo favore la promessa che feci a Davide tuo
padre: abiterò in mezzo ai figli
d'Israele e non abbandonerò il mio popolo Israele».
(1 Re 6:11-13)
CONCLUSIONE
Paolo, dopo aver ricordato ai fratelli di Efeso la loro personale posizione
in Cristo, vuole ora ricordare loro quanto sia fondamentale sapere che
non siamo soli nella nostra
vocazione, siamo un popolo,
Il Popolo di Dio, la Chiesa
in costruzione,
il tempio di Dio.
Per esaltare questa verità e farla comprendere, Paolo ricorda lo stato
miserabile dei pagani, come popolo geneticamente
estraneo, escluso dalla
presenza di Dio,
per nulla coinvolti nelle benedizioni promesse e nei patti, e per questo
senza Speranza e senza Dio.
Ma
Gesù Cristo, con la Sua
venuta, e
mediante il Suo sangue,
ha colmato questa lontananza
umanamente incolmabile e credendo in Lui, essi (insieme ai giudei
convertiti) sono diventati
IL SUO POPOLO che vive nella Pace che
Lui stesso ha compiuto abolendo il muro di separazione tra loro e la cortina
che separava entrambi da Dio, compiendo così una
totale riconciliazione sia tra gli
uomini che verso Dio.
Con l’opera di Cristo, abbiamo adesso accesso alla Sa presenza, anzi siamo
noi stessi, tutti insieme, la Sua casa, che si sta edificando sul fondamento
della Scrittura adempiuta e compiuta da Gesù Cristo stesso.
Dio dimora ora spiritualmente nel suo Tempio e nei singoli credenti, per
mezzo dello Spirito Santo.
I cristiani sono il Tempio di Dio, in quanto hanno lo Spirito di Dio
dimorante in loro, in vista del Suo ritorno, del totale compimento di ogni
cosa, e della redenzione del corpo, per poter finalmente manifestare
fisicamente le ricchezze della Sua Grazia:
Nella città non vidi alcun tempio, perché il Signore, Dio onnipotente, e
l'Agnello sono il suo tempio.
La città non ha bisogno di sole, né di luna che la illumini, perché la
gloria di Dio la illumina, e l'Agnello è la sua lampada.
Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra vi porteranno la
loro gloria.
Di giorno le sue porte non saranno mai chiuse (la notte non vi sarà più); e
in lei si porterà la gloria e l'onore delle nazioni.
E nulla di impuro, né chi commetta abominazioni o falsità, vi entrerà; ma
soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello.
(Apocalisse 21:22-27)
In Gesù il Messia è pertanto finalmente cessata
quell’inimicizia tra Ebrei e
stranieri che Dio non aveva mai voluto.
In Gesù
il Messia, gli stranieri, benché
incirconcisi, non sono più
lontani, esclusi dalla cittadinanza
d’Israele ed estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio
nel mondo, ma possono avvicinarsi e diventare
parte del popolo di Dio,
concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio, come
il Signore aveva stabilito nel suo piano meraviglioso ben prima della
fondazione del mondo.
Tutto ciò è meraviglioso ed ha implicazioni pratiche per noi;
tutti,
in Cristo, possiamo avvicinarci a
Dio senza paura, sapendo che egli ci accoglie indipendentemente dalla
nostra nazionalità.
Dobbiamo però anche riconoscere che
gli ebrei hanno ricevuto una rivelazione particolare da parte di Dio e
sono coloro ai quali il messaggio
del vangelo si è rivolto in primis, essendo Gesù il Messia a loro
promesso, ma riconosciamo anche che
Gesù con il suo sacrificio, dando la sua vita per ogni essere umano, ha
tolto ogni dubbio sul fatto che c’è una buona notizia anche per noi
stranieri, perché il Signore è, ed è sempre stato, il Dio di tutti i popoli,
come scrive Paolo:
Dio è forse soltanto il Dio dei Giudei? Non è egli anche il Dio degli altri
popoli?
Certo, è anche il Dio degli altri
popoli, poiché c'è un solo Dio,
il quale giustificherà il circonciso per fede, e l'incirconciso ugualmente
per mezzo della fede.
(Romani 3:29-30)
Nei versi che abbiamo appena letto, Paolo si rivolge ai suoi lettori
stranieri per confermare loro che
non dovevano più sentirsi a disagio,
non dovevano più sentirsi stranieri
né ospiti, ma
dovevano sentirsi a casa loro nel
popolo di Dio essendo diventati membri della famiglia di Dio a tutti gli
effetti.
La famiglia di Dio è composta da santi, ovvero da persone che hanno un
rapporto di figliolanza con Dio.
Come abbiamo considerato negli episodi precedenti,
le tradizioni che gli uomini
avevano affiancato alla legge di Dio
avevano creato una barriera tra fratelli, ma Gesù aveva abbattuto quel
muro di separazione; facciamo
attenzione anche noi a
non creare barriere nella chiesa con
le nostre tradizioni, le usanze culturali.
Molto spesso più che “evangelizzare” si trasmette la propria cultura, il
proprio modo di vedere le cose, le proprie usanze.
Gli apostoli,
attraverso l’opera di Dio in loro,
avevano compreso che gli stranieri dovevano essere considerati fratelli
anche se erano incirconcisi nella carne, come dice
Paolo:
…tanto la circoncisione che l'incirconcisione
non sono nulla; quello che importa è l'essere una nuova creatura.
(Galati 6:15)
Quindi, da ora in poi, noi non conosciamo più nessuno da un punto di vista
umano; e se anche abbiamo conosciuto Cristo da un punto di vista umano, ora
però non lo conosciamo più così.
Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono
passate: ecco, sono diventate nuove.
E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di
Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione.
Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando
agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della
riconciliazione.
Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo,
come se Dio esortasse per mezzo nostro;
vi supplichiamo nel nome di Cristo:
siate riconciliati con Dio.
(2 Corinzi 5:16-20)
Ecco perché Paolo stava incoraggiando i suoi lettori a non sentirsi più
ospiti né “cittadini di serie B”,
perché in Cristo essi erano a pieno
titolo concittadini dei santi! Essi potevano unirsi ai loro fratelli
ebrei senza paura perché Dio li accoglieva nella sua grande famiglia.
Il
Divino Architetto sta
costruendo
un edificio spirituale
formato da tutti coloro che appartengono
alla famiglia di Dio, ebrei o
stranieri, questo
edificio spirituale è
un tempio, letteralmente
il santuario del tabernacolo:
il luogo santissimo, il luogo
dove Dio e l’uomo si incontrano.
Quindi Paolo sta affermando che
la comunità dei credenti è un tempio
fatto non di pietre ma di esseri umani:
il santuario in cui
Dio garantisce la sua presenza,
per questo Gesù disse:
…dove
due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.
(Matteo 18:20)
Viviamo la nostra vita cristiana e la nostra comunione fraterna con questa
visione!