CONOSCERE BENE PER CAMMINARE DEGNAMENTE

 

LA CHIAMATA DELLA CHIESA

LA POSIZIONE PERSONALE IN CRISTO

 

 

    

Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli. 

Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri. 

Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù, per mostrare nei tempi futuri l'immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù.

Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. 

Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.

 

***

 Abbiamo visto come Paolo ha ricordato ai fratelli di Efeso quali siano le benedizioni spirituali in Cristo che ogni credente che, dopo aver ascoltato, avendo creduto, ha ricevuto in Speranza e di cui ha ricevuto il pegno di garanzia: Lo Spirito Santo.

 

Paolo ha poi rivelato quale è la sua preghiera davanti al Padre, c’è una conoscenza del Disegno benevolo di Dio che dobbiamo sempre più approfondire e questa conoscenza Dio ce la rivela nella Sua Parola (tutta) perché:

tutto ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per nostra istruzione, affinché mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture, conserviamo la speranza. (Romani 15:4)

 

Per questo motivo adesso egli vuole descrivere la storia della posizione del credente, dal punto di vista personale (individuale), per poi rivelare il Disegno di Dio circa la posizione del singolo all’interno del Disegno universale, come parte di Esso, all’interno del Corpo.

 

Per questo motivo, Paolo (che era un ebreo) che scriveva a degli stranieri, non nutriva alcun senso di superiorità rispetto a loro, in quanto, conoscendo il disegno di Dio aveva compreso bene lo scopo dell’elezione di Israele come fonte di benedizione per tutti gli altri popoli attraverso la venuta di Gesù il Messia e pertanto adotta un modo di fare davvero inclusivo e, con grande umiltà e realismo, include gli stranieri, sé stesso ed i suoi fratelli ebrei nel numero di coloro che vivevano nel peccato (spiritualmente morti), essendo per natura figli d’ira, ovvero destinati all’ira di Dio come gli altri e bisognosi della grazia e della misericordia di Dio. 

 

L’inclusione è quindi in entrambi i sensi: tutti (ebrei e gentili) sono peccatori, tutti (ebrei e gentili) possono essere vivificati da Dio.

Paolo quindi esalta la misericordia di Dio e sottolinea che Egli ci ha amati con un grande amore anche quando eravamo peccatori lontani da lui, Dio non ha aspettato che fossimo degni del Suo Amore, perché ciò non sarebbe mai avvenuto!

Dobbiamo pertanto riconoscere che Dio ci ha amati per primo, è Lui che ha preso l’iniziativa, è Lui che ha preparato un Piano per la salvezza dell’umanità intera e di ogni singolo peccatore che si ravvede.

 

E questo Suo Piano è completo e prevede grandi cose per ciascuno di coloro che ripongono la loro fede in Lui, Paolo nel brano precedente aveva già spiegato che Dio con la sua grande potenza aveva risuscitato Gesù Cristo e Lo aveva fatto sedere alla propria destra nel cielo (cfr Efesini 1:20), ora afferma che questa azione di Dio avvenuta una volta per tutte nel passato, si applica nel presente a tutti coloro che hanno riposto la loro fede in Gesù il Cristo.

Quando Cristo è morto, anche noi che crediamo in Lui siamo morti con lui; quando è risorto anche noi che crediamo in Lui siamo risorti con Lui e insieme a Lui ci siamo seduti nel cielo!

 

Gesù ci rappresenta davanti a Dio e ciò che è accaduto a Lui si applica perfettamente anche a noi; ciò che Dio ha realizzato in Gesù Cristo in un momento preciso della storia umana è la dimostrazione di ciò che avviene per chi crede in Lui.

 

Ecco perché possiamo dire che siamo salvati per grazia; lo sono gli ebrei come Paolo; lo erano gli stranieri a cui scriveva; lo siamo anche noi oggi.

 

***

Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli. 

Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri. 

Il ritratto personale dell’uomo naturale!

 

In questo passo Paolo spiega come i singoli peccatori (falliti spiritualmente, morti), che non meritano altro che l’ira di Dio, possono diventare trofei della Sua Grazia.

Dio ha vivificato anche voi…

 

La morte di cui qui si parla, è la morte spirituale e morale, quella mancanza totale di comunicazione con La Vita, quella separazione dal Padre della quale parla Gesù stesso nella parabola del figliol prodigo:

perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato… (Luca 15:24)

 

…ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato. (Luca 15:32)

Questo “tornare in vita” è sinonimo di una sorta di reazione davanti al peccato che prima ci trasportava senza alcuna resistenza da parte nostra, ovvero seguendo l'andazzo di questo mondo.

 

…voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati…

 

Lo stato dell’uomo naturale è uno stato di colpa congenita (nelle vostre colpe) e di peccato individuale praticato in conseguenza dello stato di colpa (nei vostri peccati).

Paolo ha anche scritto come il salario del peccato sia la morte:

il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore. (Romani 6:23)

 

Questo fu l’avvertimento divino fin dal principio:

nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai. (Genesi 2:17)

 

E tutti coloro che nascono secondo il seme di Adamo… seme di un morto… ne portano il suo stesso stato, il suo stesso DNA spirituale.

E il peccato congenito si manifesta secondo un percorso ben definito:

 

…ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce.

Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte. (Giacomo 1:14-15)

 

…ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo…

 

Nello stato di morte di totale incapacità di reagire al peccato, l’uomo naturale si abbandona in balia della corrente di questo mondo che a sua volta segue qualcuno, il principe della potenza dell'aria…

 

…seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli. 

Paolo qui dice espressamente che questo mondo segue il principe della potenza dell'aria, ovvero quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli. 

Non esiste alcuna bontà nel mondo, dobbiamo comprenderlo molto bene!

Non dobbiamo cadere nella trappola di poter illuderci di trovare bontà nel mondo, perché è scritto:        Noi sappiamo che siamo da Dio, e che tutto il mondo giace nel maligno; (1 Giovanni 5:19)

 

Dobbiamo ricordarci che uno degli appellativi di satana, proprio di questo principe della potenza dell'aria, ovvero quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli, è “il seduttore di tutto il mondo” (cfr Apocalisse 12:9), non facciamoci sedurre anche noi!

Quella “parvenza di bontà” che possiamo vedere nel mondo al di fuori di Cristo, è una seduzione finalizzata a confondere le menti dei deboli e far credere che al di fuori di Dio e di Gesù Cristo esista bontà, ma Gesù disse al giovane ricco:

Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio. (Luca 18:19)

 

Tutti gli uomini ribelli (ovvero coloro che si oppongono a Gesù Cristo), sono animati dallo spirito ribelle del principe della potenza dell'aria.

Davide scriveva:

Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non c'è Dio».

Sono corrotti, fanno cose abominevoli; non c'è nessuno che faccia il bene.

Il SIGNORE ha guardato dal cielo i figli degli uomini, per vedere se vi è una persona intelligente, che ricerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti, non c'è nessuno che faccia il bene, neppure uno. (Salmo 14:1-3)

 

Questo mondo, organizzato dall’avversario di Dio, ne ha tutti i suoi sentimenti perché ne è influenzato in ogni sua parte, ed è un mondo che odia Dio e tutti coloro che sono Suoi:

 

Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me.

Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia.

Ricordatevi della parola che vi ho detta: “Il servo non è più grande del suo signore”.

Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra…

… Chi odia me, odia anche il Padre mio. (tratto da Giovanni 15:18-23)

 

La capacità di satana è quella di ingannare, sempre e comunque (quindi far vedere del buono dove di buono non c’è nulla) proprio come ad Eva:

…La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza… (Genesi 3:6)

 

…Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo…

L'apostolo ha parlato finora in modo speciale dei gentili (ai quali un tempo vi abbandonaste), ora parla anche dei giudei, richiudendo tutti nello stesso stato di peccato, come già insegnato nella lettera ai romani:

 

…abbiamo già dimostrato che tutti, Giudei e Greci, sono sottoposti al peccato, com'è scritto: «Non c'è nessun giusto, neppure uno.

Non c'è nessuno che capisca, non c'è nessuno che cerchi Dio.

Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti.

Non c'è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno».

«La loro gola è un sepolcro aperto; con le loro lingue hanno tramato frode».

«Sotto le loro labbra c'è un veleno di serpenti».

«La loro bocca è piena di maledizione e di amarezza».

«I loro piedi sono veloci a spargere il sangue. Rovina e calamità sono sul loro cammino e non conoscono la via della pace».

«Non c'è timor di Dio davanti ai loro occhi».

Or noi sappiamo che tutto quel che la legge dice, lo dice a quelli che sono sotto la legge, affinché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio; perché mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui; infatti la legge dà soltanto la conoscenza del peccato.

Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono, infatti non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. 

Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù.

Dov'è dunque il vanto? Esso è escluso. Per quale legge? Delle opere? No, ma per la legge della fede; poiché riteniamo che l'uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge. 

Dio è forse soltanto il Dio dei Giudei? Non è egli anche il Dio degli altri popoli?

Certo, è anche il Dio degli altri popoli, poiché c'è un solo Dio, il quale giustificherà il circonciso per fede, e l'incirconciso ugualmente per mezzo della fede. (Romani 3:9-30)

 

…secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri…

 

In questa descrizione vediamo la realtà della miseria dell’uomo morto nelle sue colpe e nei suoi peccati, schiavo, completamente soggiogato dai propri pensieri e dalle proprie azioni, fino alla venuta di Gesù Cristo erano manifeste solo le azioni, ma con i Suoi insegnamenti dati nel Sermone sul Monte (cfr Matteo 5:17 / 6:34), abbiamo scoperto che il peccato “dell’uomo vecchio” parte dai nostri pensieri, dai desideri, dalle voglie della nostra carne  che, conformati ed influenzati dal principe della potenza dell’aria, dallo spirito che opera negli uomini ribelli, si trasmettono nelle nostre azioni.

 

…ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri…

Il problema del peccato non è nelle azioni, nemmeno nei pensieri, ma nella naturale appartenenza al peccato; l’uomo naturale, senza Cristo è figlio d’ira, Gesù lo disse già ai giudei del Suo tempo che pur avendo creduto in Lui, si vantavano di essere “figli di Abramo”:

 

Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. (Giovanni 8:44)

 

Paolo qui evidenzia che lo stato di quelli che sono ora figli di Dio, prima della conversione era esattamente uguale a coloro che non hanno ancora creduto!

Non esiste pertanto alcuna forma di “predestinazione individuale alla salvezza” o “predisposizione morale più o meno elevata” per giungere alla posizione spirituale che solo per Grazia di Dio possiamo ricevere!

 

***

Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù, per mostrare nei tempi futuri l'immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù.

 

L’uomo è in questo stato di morte spirituale, non è assolutamente in grado di redimersi da sé, non ne ha alcuna possibilità nè fisica (le proprie azioni), né mentale (i propri pensieri), in quanto è nella totale incapacità di valutarsi (segue una corrente che sembra coerente con tutto quello che lo circonda: l’andazzo di questo mondo), animato dal principe della potestà dell’aria che attraverso la sua “dottrina influenza ogni aspetto del suo stato naturale.

 

Di questa “dottrina” ne parla il libro dei proverbi rappresentandola nelle forme di una donna adultera (antitesi della Sposa: la Chiesa):

Figlio mio, sta' attento alla mia saggezza, inclina l'orecchio alla mia intelligenza, affinché tu conservi l'accorgimento, e le tue labbra custodiscano la scienza.

Poiché le labbra dell'adultera stillano miele, la sua bocca è più morbida dell'olio; ma la fine a cui conduce è amara come l'assenzio, è affilata come una spada a doppio taglio.

I suoi piedi scendono alla morte, i suoi passi portano al soggiorno dei morti.

Lungi dal prendere il sentiero della vita, le sue vie sono sbagliate, e non sa dove va.

Or dunque, figlioli, ascoltatemi, e non vi allontanate dalle parole della mia bocca.

Tieni lontana da lei la tua via e non ti avvicinare alla porta della sua casa, per non dare ad altri il fiore della tua gioventù, e i tuoi anni all'uomo crudele; perché degli stranieri non siano saziati dei tuoi beni, e le tue fatiche non vadano in casa di estranei; perché tu non abbia a gemere quando verrà la tua fine, quando la tua carne e il tuo corpo saranno consumati; e tu non dica: «Come ho fatto a odiare la correzione, e come ha potuto il mio cuore disprezzare la riprensione?

Come ho fatto a non ascoltare la voce di chi m'insegnava, e a non porgere l'orecchio a chi m'istruiva? Poco mancò che non mi trovassi immerso in ogni male, in mezzo all'assemblea e alla comunità».

Bevi l'acqua della tua cisterna, l'acqua viva del tuo pozzo.  Le tue fonti devono forse spargersi al di fuori? I tuoi ruscelli devono forse scorrere per le strade? Siano per te solo, e non per gli stranieri con te. Sia benedetta la tua fonte, e trova gioia nella sposa della tua gioventù. Cerva d'amore, capriola di grazia, le sue carezze t'inebrino in ogni tempo, e sii sempre rapito nell'affetto suo.

Perché, figlio mio, ti innamoreresti di un'estranea, e abbracceresti il seno della donna altrui? Infatti le vie dell'uomo stanno davanti agli occhi del SIGNORE, egli osserva tutti i suoi sentieri.

L'empio sarà preso nelle proprie iniquità, tenuto stretto dalle funi del suo peccato.

Egli morirà per mancanza di correzione, andrà vacillando per la grandezza della sua follia. (Proverbi 5)

 

Proprio come l’adultera che non sa dove va, chi la segue non conosce anch’egli il suo stato e il suo destino, Gesù infatti disse:

Camminate mentre avete la luce, affinché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre, non sa dove va. (Giovanni 12:35)

 

Il peccato è la morte dell'anima; di ciascuna anima.

Il peccatore è spiritualmente e moralmente un morto perché non ha più i principi e le energie della vita «da alto»; è lontano da Dio, la Fonte della vita.

 

Per questo Gesù si presenta come la Via, la Verità e la Vita:

Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.            (Giovanni 14:6)

 

L'immagine della morte rende inoltre scultorea la completa incapacità nella quale si trova il peccatore di partecipare a qualsiasi gioia spirituale.

Egli non brama quella felicità che i santi godono nella loro comunione con Dio, anzi, trasportato dalla corrente del mondo la evita volentieri, non può e non vuole adorare, ubbidire con gioia e per impulso d'amore.

Ma, come vediamo nelle parole di Paolo ai colossesi, l’Opera di Cristo è stato un trionfo sublime e totale sul peccato, sulla Legge che lo denunciava e sulle principati e potenze che ci costringevano ad esserne schiavi:

Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati; egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l'ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce. (Colossesi 2:13-15)

 

Paolo ha descritto lo stato naturale, dell’uomo caduto, ora vuole rappresentare l’Opera di Dio in favore dell’uomo e parte dal motore che muove tutto questo:

 A) ci ha amati

Giovanni ci illumina su questo:

            In questo si è manifestato per noi l'amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo affinché, per mezzo di lui, vivessimo.

In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati. (1 Giovanni 4:10)

 

E questo “essere amati da Dio” è un amore che nasce da due caratteristiche divine:

1) la misericordia di Dio (La misericordia è un sentimento generato dalla compassione per la miseria altrui).

2) il grande amore con cui ci ha amati (Con la parola amore si può intendere un'ampia varietà di sentimenti ed atteggiamenti differenti, che possono spaziare da una forma più generale di affetto, fino a riferirsi ad un forte sentimento che si esprime in attrazione interpersonale ed attaccamento, una dedizione appassionata tra persone, oppure, nel suo significato esteso, l'inclinazione profonda nei confronti di qualche cosa).

 

Dio ci ha visti in questo nostro misero stato ed ha avuto misericordia per noi, ci ha amati di un grande amore, mentre eravamo in questo stato:

 

Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. (Romani 5:8)

 

La “morte” di cui l'apostolo parla, è la morte spirituale e morale in quanto “peccatori per natura”, e lamisericordia e grande amore di Dio”, non sono opere umane, sono monodirezionali da Dio verso l’uomo:

Dio ha tanto amato il mondo (non “l’uomo ha amato Dio”), che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. (Giovanni 3:16)

 

E questa è l’Opera di Dio… per noi una Grazia… LA GRAZIA!

 

ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù…

 

Questa Opera di Grazia voluta, pensata, realizzata da Dio per noi, ha prodotto nella persona che, avendo ascoltato e avendo creduto si è appropriata di questo meraviglioso dono, tre risultati progressivi e nello stesso tempo complementari, proprio come una costruzione:

 B) ci ha vivificati con Cristo

C) ci ha risuscitati con Cristo

D) ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù

 

B) ci ha vivificati con Cristo

 

Questo “vivificarci” non è la resurrezione; quella viene dopo.

Questa azione è più simile a ciò che chiamiamo il “ravvedimento”, ovvero “ci ha ridato la sensibilità”, in qualche modo ci ha fatto comprendere il nostro stato, davanti alla Sua Parola l’uomo onesto:

 

- si rende conto che sta seguendo l’andazzo di questo mondo,

- si rende conto di essere schiavo del suo stato di peccato in quanto ubbidisce alle voglie della carne e dei suoi pensieri ed è condotto secondo i desideri della propria carne, e riconosce infine che sta seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera negli uomini ribelli. 

 

Così, questo «far rivivere» è un «far rivivere» spiritualmente, è la “redenzione dello spirito”.

 

C) ci ha risuscitati con Cristo

L’uomo onesto, che si riconosce nel suo stato misero e che accetta la Grazia di Dio offerta in Cristo Gesù, ottiene la Nuova Vita promessa in Gesù Cristo.

 

In questo è esemplare il discorso che Gesù fece a Nicodemo:

C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei.

Egli venne di notte da Gesù, e gli disse: «Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi miracoli che tu fai, se Dio non è con lui».

Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio».

Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?»

Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio.

Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito.

Non ti meravigliare se ti ho detto: "Bisogna che nasciate di nuovo"…

bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna. Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.    (tratto da Giovanni 3:1-17)

 

Ancora Gesù disse:

…io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.

Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore. (Giovanni 10:10-11)

 

Come Gesù Cristo è uscito dal sepolcro, è entrato trionfante nella beata immortalità e alla destra del Padre ha ricevuto la corona d'una gloria perfetta e imperitura, così il peccatore che si unisce a Cristo per una fede sincera e vivente, esce dal sepolcro della propria corruzione, acquista la certezza della propria immortalità, ed ottiene la corona della gloria.

 

E’ interessante notare che prima della risurrezione di Lazzaro, Gesù disse a Marta:

            Non ti ho detto che se credi, vedrai la gloria di Dio? (Giovanni 11:40)

Questa gloria di Dio, non era la risurrezione fisica di Lazzaro, ma la Grazia di Dio salvifica riversata su di lei che avrebbe prodotto la sua risurrezione spirituale!

 

D) ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù

Proprio come Paolo ha già descritto precedentemente rispetto a Gesù Cristo:

Questa potente efficacia della sua forza egli l'ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nel cielo, al di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro. (Efesini 1:20-21)

 

Dopo averci reso sensibili al peccato (vivificati), dopo averci dato una nuova vita spirituale (risuscitati), Dio nella Sua misericordia e nel Suo Grande Amore, ci ha dato una dignità, una cittadinanza, ci ha fatti sedere nel cielo!

Ci ha fatti sedere, ovvero siamo stabili, non di passaggio, ma non solo questo, lo stare seduti è sinonimo anche di essere in autorità!

Questo lo vediamo chiaramente nel libro dell’Apocalisse, la rivelazione di Gesù Cristo:

 

Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra.

A lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno e dei sacerdoti del Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen. (Apocalisse 1:5-6)

 

Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono. (Apocalisse 3:21)

 

Per l'apostolo, tutte queste cose sono dei fatti compiuti, ed ha ragione a considerarle così perchè tutto è compiuto (per tutti), nella morte, nella risurrezione, nella glorificazione di Gesù.

E quello che è compiuto diventa un fatto storico, nella vita di ciascun individuo, all'atto della sua conversione, durante la crescita della sua vita spirituale, nel momento solenne in cui passa “all'altra riva” e quando riceve da Dio la corona della giustizia e della immortalità.

 

Dio non poteva rendere il fatto della salvezza più certo di quello che è; ed i nostri “forse”, “vedremo”, “chi sa?” non sono altro che le miserabili espressioni della nostra ostinata incredulità.

Ciò che è avvenuto nella persona di Gesù Cristo (cfr Efesini 1:20) avviene per ogni singolo peccatore che si ravvede e credendo in Lui, si identifica, e identificandosi ne diventa coerede dello stesso destino.

 

Ma tutta questa Opera di Grazia in favore dell’uomo ha uno scopo preciso:

 

…per mostrare nei tempi futuri l'immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù.

Lo scopo della Salvezza da parte di Dio è quello di mostrare nei tempi futuri l'immensa ricchezza della sua grazia, ovvero rivelare la Sua Gloria!

 

Che la Gloria di Dio corrisponda alla Sua Bontà è cosa risaputa fin dall’antichità ed è anche rappresentata in modo dallo stesso volto di Dio, possiamo apprezzarlo nell’episodio in cui Mosè chiese di poter vedere la Gloria di Dio:

 

Mosè disse: «Ti prego, fammi vedere la tua gloria

Il SIGNORE gli rispose: «Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà, proclamerò il nome del SIGNORE davanti a te; farò grazia a chi vorrò fare grazia e avrò pietà di chi vorrò avere pietà».

Disse ancora: «Tu non puoi vedere il mio volto, perché l'uomo non può vedermi e vivere».

E il SIGNORE disse: «Ecco qui un luogo vicino a me; tu starai su quel masso; mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una buca del masso, e ti coprirò con la mia mano finché io sia passato; poi ritirerò la mano e mi vedrai da dietro; ma il mio volto non si può vedere». (Esodo 33:18-23)

 

Ma un giorno, quando saremo completamente trasformati nella stessa immagine di Gesù Cristo, lo vedremo come Egli è:

E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Signore, che è lo Spirito. (2 Corinzi 3:18)

 

Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto. (1 Corinzi 13:12)

 

E questo è il profondo desiderio di chiunque ha conosciuto la redenzione operata dal Signore, a partire da Giobbe:

 Ma io so che il mio Redentore vive e che alla fine si alzerà sulla polvere.

E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Dio.

Io lo vedrò a me favorevole; lo contempleranno i miei occhi, non quelli d'un altro; il cuore, dal desiderio, mi si consuma! (Giobbe 19:25-27)

 

Questo volto di Dio, figura ed essenza della Sua Gloria e della Sua Bontà, che non è possibile oggi vederlo, ci è stato rivelato in Gesù Cristo:

Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere. (Giovanni 1:18)

 

in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi.

Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi. (Ebrei 1:2-3)

 

***

Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. 

Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.

 

Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. 

Questo passaggio merita una analisi attenta per essere compreso bene e non cadere in errore quanto all’origine della fede.

 

…è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; va inteso letteralmente nel senso che il disegno di Dio circa la nostra salvezza per grazia mediante la fede non è cosa da noi concepita, ma è un dono di Dio!

La grazia si riferisce al sentimento che mosse Dio a compiere l’Opera: il dono definisce il modo con cui Dio estrinseca il suo sentimento; la fede indica il mezzo con il quale l'uomo può giungere al godimento del dono.

La fede è anch’essa un dono di Dio, ma va esercitata dall’uomo, da ciascuno individualmente, infatti Gesù quando guariva diceva:

            Vi sia fatto secondo la vostra fede! (Marco 9:29)

 

Davanti all’incapacità dei discepoli nello scacciare un demonio, disse ancora:

Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: «Perché non l'abbiamo potuto cacciare noi

Gesù rispose loro: «A causa della vostra poca fede; perché in verità io vi dico: se avete fede quanto un granello di senape, potrete dire a questo monte: "Passa da qui a là", e passerà; e niente vi sarà impossibile. (Matteo 17:19-20)

 

In occasione del loro spavento davanti alla tempesta, disse ancora:

            Poi disse loro: «Dov'è la vostra fede?» (Luca 8:25)

 

Giuda scriverà così:

Ma voi, carissimi, edificando voi stessi nella vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo, conservatevi nell'amore di Dio, aspettando la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo, a vita eterna. (Giuda 20-21)

 

La sola fede dell’uomo non porta da nessuna parte; tanti possono avere fede, una fede sincera, ma se questa fede non è in Cristo non produce nulla di buono, per questo la salvezza non “viene dall’uomo”!

 

Gli uomini oggi, come in passato, hanno esercitato la loro fede in tante cose e l’ira di Dio è ancora su di loro:

L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia; poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro; infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato.

Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. (Romani 1:18-23)

 

La fede riposta nella Grazia di Dio in Cristo Gesù, salvifica per tutti gli uomini (cfr Tito 2:11) permette di “attivare individualmente” quel Piano di Dio, quel Disegno Benevolo, per ciascuno di noi in modo personale ed esclusivo.

 

…Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.

 

E qui dobbiamo comprendere quale sia il vero rapporto tra la fede e le opere!

La gloria della salvezza è tutta per la Misericordia e Grazia di Dio, non viene dall'uomo e non è per l'effetto delle opere umane.

 

L’uomo spirituale è una Opera sua, anzi una Sua Creazione in Cristo Gesù, una Sua creazione proprio come l’azione che dalla polvere dell’eden Dio formò l’uomo a Sua immagine e somiglianza, per questo Paolo scrive:

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura (letteralmente “nuova creazione”); le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove. (2 Corinzi 5:17)

 

Infatti, tanto la circoncisione che l'incirconcisione non sono nulla; quello che importa è l'essere una nuova creatura. (Galati 6:15)

 

E ancora:

quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; (Romani 8:29)

 

Se l’ottenimento della salvezza non è in virtù d’opere, lo scopo della Salvezza, dal punto di vista dell’uomo, è invece proprio il praticare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate.

 

Opera veramente buona non è quella che il mondo giudica tale; ma è quella che nasce dalla fede, che ha per anima l'Amore di Dio, e che ha per fine la Gloria di Dio.

 

Ogni “opera buona” fuori da questo contesto, non è un’Opera Buona, ricordiamo come Dio guarda dal cielo sugli uomini:

Il SIGNORE ha guardato dal cielo i figli degli uomini, per vedere se vi è una persona intelligente, che ricerchi Dio.

Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti, non c'è nessuno che faccia il bene, neppure uno. (Salmo 14:2-3)

 

Se noi diciamo che nel mondo, al di fuori di Cristo vi sono opere buone, facciamo Dio bugiardo!

 

Il nato a Nuova Vita, dunque, non è chiamato all'inerzia sterile, alla contemplazione fine a se stessa, al “misticismo”; ma è chiamato a praticare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate.

 

Dobbiamo altresì chiarire che se crediamo in Gesù e in quel che Gesù è ed ha fatto per noi, noi siamo salvati, questo è un fatto; Dio ci ha riaperte le porte della casa paterna e noi siamo nelle braccia di un padre, ma ora a cosa che siamo chiamati?

A praticare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate!

 

Per questo ci sarà il tribunale di Cristo:

Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male. (2 Corinzi 5:10)

 

Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.

Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra. Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra; poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù.

Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno.

Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco. (1 Corinzi 3:9-15)

 

…affinché le pratichiamo.

Dobbiamo quindi spronarci gli uni altri a fare questo, impegnarci nelle opera che Dio ha preparata per ciascuno di noi, e se Dio prepara l’opera buona, sicuramente ci preparerà per compierla; sarebbe assurdo se non fosse così!

 

CONCLUSIONE

 

L’apostolo Paolo dopo:

- averci descritto quali siano le benedizioni di Dio verso di noi che sono custodite nei luoghi celesti in Cristo:

- ogni benedizione spirituale;

- la elezione nel disegno benevolo di Dio attuato in Cristo;

- redenzione mediante il sangue di Gesù Cristo;

- il perdono dei peccati secondo le ricchezze della Sua Grazia;

- la conoscenza del mistero della Sua volontà nel raccogliere sotto Cristo tutte le cose che sono nei cieli e tutte le cose che sono sulla terra;

- l’eredità a favore dei giudei ora cristiani consistente nell’accesso a tutte le ricchezze di Dio per diffonderle a tutti i popoli che nell’accettare il Vangelo della Grazia diventano coeredi di tutte le promesse avendo ricevuto il pegno dello Spirito Santo, in attesa della redenzione del corpo che avverrà alla seconda venuta di Cristo;

 

- averci esortati ad andare oltre per conoscere:

            - la speranza alla quale ci ha chiamati

- la ricchezza della gloria della sua eredità che ci riserva tra i santi

- l'immensità della sua potenza, manifestata con la risurrezione di Cristo, con la Sua supremazia assoluta ed indiscussa sulla Chiesa in attesa di regnare con Lui, quale Sposa, nel Regno a venire.

 

Ci descrive ora quale è il piano di Dio e la chiamata personale di ciascuno di noi che ha ricevuto da Dio tutto questo.

 

Un piano concepito unilateralmente da Dio che ha per unica Volontà e Forza nella Sua Misericordia e secondo le ricchezze della Sua Grazia, nei confronti di uomini spiritualmente morti, incapaci di qualsiasi azione o reazione spirituale!

 

Un piano concepito unilateralmente da Dio in Cristo, che ha l’effetto di ricreare un uomo alla Sua Immagine che abbia:

            - sensibilità spirituale (vivificare)

- la Vita Eterna (risuscitare)

- dignità e cittadinanza (sedersi nei luoghi celesti)

 

Un piano concepito unilateralmente da Dio in Cristo, che, nella Sua Misericordia e nella Sua Grazia ci ha redenti singolarmente dal nostro misero stato per “ricrearciconformi all’immagine di Dio (del Suo Figlio), quindi capaci di fare la Sua volontà, con lo scopo di fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.

 

 Gianni Marinuzzi