CONOSCERE BENE PER CAMMINARE DEGNAMENTE

 

 

LA chiamata DELLA CHIESA -

PREGHIERA DI INTERCESSIONE

 

  

Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell'amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen.

 

***

 Paolo ritorna all’immagine dell’Unità del corpo spirituale che comprende gli uomini tutti, giudei e gentili sotto un unico Nome: Gesù Cristo e quindi descrive la comunità cristiana come l’insieme di coloro che hanno riposto la loro fede in Gesù il Messia, formata sia da ebrei che da stranieri.

 

Essa è la primizia di una nuova umanità guidata da Gesù che:

- vive in Pace con Dio

- promuove la Pace tra gli uomini

 

La comunità cristiana, è una famiglia vera e propria, la Famiglia di Dio.

Avendo spiegato il mistero dell’unione spirituale dei giudei e dei pagani (entrambi convertiti a Cristo) in un unico corpo (la Chiesa) e sotto un unico Spirito, ed avendo specificato quale sia il Mistero di Cristo, la sua dispensazione, la sua rivelazione, le sue caratteristiche e quale sia la sua personale posizione di fronte a questo Mistero, la sua funzione affidatagli da Dio, lo svolgimento e lo scopo di tale incarico, Paolo alza la sua preghiera a Dio in favore di questi fratelli, affinchè anche essi possano conoscere genuinamente e sotto tutti i suoi aspetti, l’Amore di Cristo.

 

Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome…  

 

Per questo motivo…

 Paolo utilizza un gioco di parole, ha voluto ricordare che la parola famiglia (in greco patria) prende nome dalla parola Padre (in greco pater), ricordandoci che il concetto stesso di famiglia è stato “coniato” da Dio stesso!

Dio vuole che l’uomo faccia parte della Sua Famiglia, nonostante che (per il peccato) ha rovinato la relazione, Egli, attraverso l’opera di Gesù il Messia, ci ha teso la mano affinché potessimo entrarci per farne veramente parte.

Facendo quindi riferimento a questo misterioso disegno di Dio descritto nel paragrafo precedente, consistente nell’opera di riconciliazione di questi due popoli in un unico nuovo popolo di Dio, che quindi ha abbattuto il muro di separazione ed ha abolito, nel corpo terreno di Gesù Cristo, la causa dell’inimicizia, l’apostolo esprime qui la sua intercessione in favore degli efesini e di tutta la Chiesa:

 

…piego le ginocchia davanti al Padre…

La posizione ordinaria nella preghiera, era quella di stare in piedi ma questo atteggiamento è un simbolo eloquente di umiltà, di supplica davanti ad una autorità, alla quale si vuole porre una richiesta particolare o un favore immeritato, una grazia specifica e fuori dall’ordinario.

 

…dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome…

Paolo sta parlando dell’unione in Cristo dei due popoli (giudei e pagani convertiti) e pertanto si rivolge al Padre dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome.

 

Essendo che la salvezza va ben oltre il “terreno” (come abbiamo visto nello studio precedente), dobbiamo sottolineare come Paolo distingua:

  - le famiglie nei cieli (gli angeli, gli essere celesti in genere)

- le famiglie sulla terra (le nazioni tutte, con la loro divisione in giudei e pagani)

 

Tutte queste creature hanno origine in Dio Dio è il padre di tutte quante le sue creature… degli angeli nel cieli e degli uomini come popoli della terra e nel Suo Disegno devono essere riunite in Cristo (cfr Efesini 1:9-10).

 

***

…affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria…

Paolo è consapevole che Dio è estremamente ricco, ma ricco di una Ricchezza Giusta, d’altronde Gesù ha rappresentato il Padre come un uomo ricco nella parabola del fattore infedele:

Gesù diceva ancora ai suoi discepoli: «Un uomo ricco aveva un fattore, il quale fu accusato davanti a lui di sperperare i suoi beni. (Luca 16:1)

Paolo ci parla di una Gesù Cristo ricco, prima della Sua venuta sulla terra e che vuole renderci ricchi:

Infatti voi conoscete la grazia del nostro Signore Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché, mediante la sua povertà, voi poteste diventare ricchi.  (Luca 16:1)

La ricchezza in se non è una cosa negativa; negativa è la reazione dell’uomo naturale di fronte ad essa, la sua cupidigia, il suo egoismo, il suo essere avido ed ingiusto; sono tutte caratteristiche sulle quali la ricchezza ha un fascino tutto particolare e satanico.

  Ma tornando al nostro passo, Paolo qui ci descrive un Padre ricco, estremamente ricco, ed estremamente buono e generoso in quanto abbiamo già visto che la Bontà di Dio è la Sua Gloria.

Per questo Paolo ordina ai cristiani ricchi ad imitare, nel loro rapporto con la ricchezza, il loro Maestro:

Ai ricchi in questo mondo ordina di non essere d'animo orgoglioso, di non riporre la loro speranza nell'incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che ci fornisce abbondantemente di ogni cosa perché ne godiamo; di fare del bene, di arricchirsi di opere buone, di essere generosi nel donare, pronti a dare, così da mettersi da parte un tesoro ben fondato per l'avvenire, per ottenere la vera vita. (1 Timoteo 6:17-19)

 

***

…di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore

La vera forza è quella dello Spirito Santo e Paolo auspica che i fratelli siano così potentemente fortificati nell'uomo interiore.

Abbiamo qui l’opportunità di fare una considerazione un po’ particolare: qual è l’uomo interiore?

Troviamo la citazione di questo uomo interiore in altre lettere apostoliche:

Sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma io sono carnale, venduto schiavo al peccato. 

Poiché, ciò che faccio, io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio. 

Ora, se faccio quello che non voglio, ammetto che la legge è buona; allora non sono più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me. 

Difatti, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no. 

Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio. 

Ora, se io faccio ciò che non voglio, non sono più io che lo compio, ma è il peccato che abita in me. 

Mi trovo dunque sotto questa legge: quando voglio fare il bene, il male si trova in me. 

Infatti io mi compiaccio della legge di Dio, secondo l'uomo interiore, ma vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e mi rende prigioniero della legge del peccato che è nelle mie membra. 

Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? 

Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.

Così dunque, io con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato. (Romani 7:14-25)

 

…sapendo che colui che risuscitò il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù, e ci farà comparire con voi alla sua presenza. 

Tutto ciò infatti avviene per voi, affinché la grazia che abbonda per mezzo di un numero maggiore di persone moltiplichi il ringraziamento alla gloria di Dio.

Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. (2 Corinzi 4:14-16)

 

Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà. (Romani 12:2)

 

Ora noi abbiamo la mente di Cristo. (1 Corinzi 2:16)

 

Se pure gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti secondo la verità che è in Gesù, avete imparato per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l'uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità. (Efesini 4:21-24)

 

Il vostro ornamento non sia quello esteriore, che consiste nell'intrecciarsi i capelli, nel mettersi addosso gioielli d'oro e nell'indossare belle vesti, ma quello che è intimo e nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore. (1 Pietro 3:3-4)

Perciò, dopo aver predisposto la vostra mente all'azione, state sobri, e abbiate piena speranza nella grazia che vi sarà recata al momento della rivelazione di Gesù Cristo. (1 Pietro 1:13)

 

L'uomo interiore non è quindi la nuova creatura (in senso completo), in quanto questa sarà completata con la redenzione del corpo al ritorno del Signore (la resurrezione), tanto meno quella nuova creatura custodita nei cieli e che è stata fatta sedere nei luoghi celesti (la glorificazione), è invece l’uomo “vivificato”, la sintesi dell'intelletto, della volontà, di tutte quante le nostre facoltà morali corrette dalla Parola di Dio che convivono con la nostra carne in questa vita.

Questo uomo interiore (quando non è vivificato) è totalmente schiavo della carne e segue l’andazzo di questo mondo e quindi segue il principe della potenza dell’aria che opere negli uomini ribelli, (quando è vivificato e rigenerato) combatte contro la carne e cammina nello Spirito Santo (cfr Efesini 2:1-3) Paolo ha spiegato molto bene queste cose:

Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne. 

Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste. Ma se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge.

Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.

Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge.

Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito. (Galati 5:16-25)

 

Questo uomo interiorevivificato”, va quindi progressivamente rinnovandosi di giorno in giorno, ed sempre più trasformato nell’immagine di Gesù Cristo:

E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Signore, che è lo Spirito. (2 Corinzi 3:18)

 

Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati. (Romani 8:29-30)

 

Evidentemente “l’uomo interiore” al quale Paolo fa qui riferimento è un uomo interiore “vivificato” in quanto la lettera, come abbiamo visto è indirizzata ai santi che sono in Efeso e ai fedeli in Cristo Gesù (cfr Efesini 1:1); vediamo quindi come in tutti i credenti hanno bisogno d'essere potentemente fortificati nell’uomo interiore e questa richiesta è una giusta e corretta richiesta davanti a Dio, come d’altronde la richiesta della saggezza quando non comprendiamo l’utilità delle prove:

Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza.

E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti.

Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. (Giacomo 1:2-5)

 

A differenze delle filosofie di questo mondo; noi sappiamo che non siamo in grado di crescere in queste cose da soli, con la meditazione, con un corretto stile di vita, con un’ascesi particolare; sappiamo che questo avviene in noi per l’azione dello Spirito Santo che poi si manifesta all’esterno con i Suoi frutti!

La preghiera di Paolo per noi è che siamo potentemente fortificati nell’uomo interiore

 

***

…e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell'amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo… 

…e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell'amore…

 

Questa forza spirituale che abbiamo per mezzo dello Spirito Santo, possiamo averla solo se Cristo abita in noi in modo costante, stabile, che Cristo possa sentirsi “a casa” nel nostro cuore, che Egli possa veramente essere la Guida dei nostri pensieri e quindi delle nostre azioni.

Paolo sta scrivendo a dei cristiani, santi e fedeli, riscattati, risuscitati nei luoghi celesti in Cristo, eredi di Dio e coeredi di Cristo, ai quali vuole proporre di “alzare la propria asticella”

Paolo intercede presso il Padre con una richiesta che potrebbe fare scaturire qualche perplessità; ma prega per gli efesini affinchè Cristo abiti per mezzo della fede nei cuori, sia stabile, permanente, residente nell’uomo interiore, ovvero che i fratelli possano ricevere Cristo, non solo come Salvatore in vista della Gloria futura garantita dalla Promessa, ma che possano, fin da ora, vivere le benedizioni della presenza costante di Cristo, realizzando cosa sono veramente, un corpo spirituale capace di comprendere tutte le dimensioni dell’Amore di Cristo.

 

Se la Grazia si riceve per fede, la realizzazioni di altre benedizioni su questa terra si ricevono con una vita degna di figli ubbidienti:

Gesù gli rispose: Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l'amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. (Giovanni 14:23)

 

Purtroppo:

- non tutti coloro che sono stati riscattati vivono da riscattati

- non tutti quelli che sono figli di Dio imitano il loro Padre celeste

 

…ma questo non vuole dire che non sono riscattati o non sono figli, ma che sono riscattati e figli che non vivono come tali; e questa situazione è definita come una condizione di “carnalità”, ovvero una situazione di immaturità che se è ammissibile in un “novizio” diventa patologica in un “credente maturo”!

Un esempio di questa “carnalità” possiamo vederlo nella lettera che Paolo scrive ai corinzi, che riconosce come fratelli, ma ha per loro degli ammonimenti, anche severi, circa la loro carnalità a causa del fatto che non realizzavano nella loro vita terrena la Grazia di Dio:

Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sostene, alla chiesa di Dio che è in Corinto, ai santificati in Cristo Gesù, chiamati santi…

Io ringrazio sempre il mio Dio per voi, per la grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù; perché in lui siete stati arricchiti di ogni cosa, di ogni dono di parola e di ogni conoscenza, essendo stata confermata tra di voi la testimonianza di Cristo; in modo che non mancate di alcun dono…

Egli vi renderà saldi sino alla fine, perché siate irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo.  (tratto da 1 Corinzi 1:1-8)

 

  fratelli miei, mi è stato riferito da quelli di casa Cloe che tra di voi ci sono contese. (1 Corinzi 1:1-11)

 

Fratelli, io non ho potuto parlarvi come a spirituali, ma ho dovuto parlarvi come a carnali, come a bambini in Cristo. 

Vi ho nutriti di latte, non di cibo solido, perché non eravate capaci di sopportarlo; anzi, non lo siete neppure adesso, perché siete ancora carnali. 

Infatti, dato che ci sono tra di voi gelosie e contese, non siete forse carnali e non vi comportate secondo la natura umana? (1 Corinzi 3:1-3)

 

Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 

Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi. (1 Corinzi 3:16-17)

 

Ora, fratelli, ho applicato queste cose a me stesso e ad Apollo a causa di voi, perché per nostro mezzo impariate a praticare il non oltre quel che è scritto e non vi gonfiate d'orgoglio esaltando l'uno a danno dell'altro.

Infatti, chi ti distingue dagli altri?

E che cosa possiedi che tu non abbia ricevuto?

E se l'hai ricevuto, perché ti vanti come se tu non l'avessi ricevuto? (1 Corinzi 4:6-7)

Vi scrivo queste cose non per farvi vergognare, ma per ammonirvi come miei cari figli. 

Poiché anche se aveste diecimila precettori in Cristo, non avete però molti padri; perché sono io che vi ho generati in Cristo Gesù, mediante il vangelo. 

Vi esorto dunque: siate miei imitatori. (1 Corinzi 4:14-16)

 

Si ode addirittura affermare che vi è tra di voi fornicazione, una tale fornicazione che non si trova neppure fra i pagani; al punto che uno si tiene la moglie di suo padre! 

E voi siete gonfi, e non avete invece fatto cordoglio, perché colui che ha commesso quell'azione fosse tolto di mezzo a voi! (1 Corinzi 5:1-2)

 

Il vostro vanto non è una buona cosa.

Non sapete che un po' di lievito fa lievitare tutta la pasta? 

Purificatevi del vecchio lievito, per essere una nuova pasta, come già siete senza lievito. (1 Corinzi 5:6-7)

Quando qualcuno di voi ha una lite con un altro, ha il coraggio di chiamarlo in giudizio…

…il fratello processa il fratello, e lo fa dinanzi agl'infedeli…

Perché non patite piuttosto qualche torto?

Perché non patite piuttosto qualche danno? 

Invece siete voi che fate torto e danno; e per giunta a dei fratelli. (tratto da 1 Corinzi 6:1-8)

 

siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio. (1 Corinzi 6:11)

 

Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio?

Correte in modo da riportarlo. 

Chiunque fa l'atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile. Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l'aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato. (1 Corinzi 9:24-27)

 

  chi pensa di stare in piedi guardi di non cadere. (1 Corinzi 10:12)

 

Nel darvi queste istruzioni non vi lodo del fatto che vi radunate, non per il meglio, ma per il peggio. Poiché, prima di tutto, sento che quando vi riunite in assemblea ci sono divisioni tra voi… (1 Corinzi 11:17-18)

 

Quando poi vi riunite insieme, quello che fate, non è mangiare la cena del Signore; poiché, al pasto comune, ciascuno prende prima la propria cena; e mentre uno ha fame, l'altro è ubriaco. (1 Corinzi 11:20-21)

 

chi mangia e beve, mangia e beve un giudizio contro se stesso, se non discerne il corpo del Signore.

Per questo motivo molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono. (1 Corinzi 11:29-30)

 

Ora se si predica che Cristo è stato risuscitato dai morti, come mai alcuni tra voi dicono che non c'è risurrezione dei morti?... 

Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini. (tratto da 1 Corinzi 15:12-19)

In questa lettera possiamo vedere come dei fratelli, pur avendo ricevuto la Grazia di Dio per fede, pur essendo fatti partecipi delle promesse che Dio ha garantito e nella Sua Fedeltà ha già compiuto nei cieli, non vivevano in modo degno della loro vocazione

Vivere in modo degno della propria vocazione è una sana ambizione e troviamo conferma di questo in altri passi:

Io dunque, il prigioniero del Signore, vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta (Efesini 4:1)

 

Soltanto, comportatevi in modo degno del vangelo di Cristo, affinché, sia che io venga a vedervi sia che io resti lontano, senta dire di voi che state fermi in uno stesso spirito, combattendo insieme con un medesimo animo per la fede del vangelo per nulla spaventati dagli avversari. (Filippesi 1:27-28)

 

Perciò anche noi, dal giorno che abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi e di domandare che siate ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; fortificati in ogni cosa dalla sua gloriosa potenza, per essere sempre pazienti e perseveranti; ringraziando con gioia il Padre che vi ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. (Colossesi 1:9-12)

 

Dio ha voluto far loro conoscere quale sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra gli stranieri, cioè Cristo in voi, la speranza della gloria, che noi proclamiamo esortando ciascun uomo e ciascun uomo istruendo in ogni sapienza, affinché presentiamo ogni uomo perfetto in Cristo. A questo fine mi affatico, combattendo con la sua forza, che agisce in me con potenza. (Colossesi 1:27-29)

Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me!

La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me. (Galati 2:20)

 

Voi siete testimoni, e Dio lo è pure, del modo santo, giusto e irreprensibile con cui ci siamo comportati verso di voi che credete; sapete pure che, come fa un padre con i suoi figli, abbiamo esortato, confortato e scongiurato ciascuno di voi a comportarsi in modo degno di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria. (1 Tessalonicesi 2:10-12)

 

Per realizzare questa posizione spirituale nell’uomo interiore, non basta il nostro impegno, anzi sarebbe alquanto inutile provarci con forze umane; sarebbe una sorta di “concimazione tossica” (cfr 1 Corinzi 9:24-27), occorre invece, come un albero che fa frutti buoni, prendere energie mediante le radici

 

…perché, radicati e fondati nell'amore… 

La dimora di Cristo nei cuori ha questo risultato: l’essere radicati e fondati nell'amore.

 Il “radicati” è una figura presa dall'albero che tanto più vaste e profonde ha le sue radici nel suolo, più è saldo.

Il “fondati” è invece una figura presa da un edificio che, fondato su base sicura, resiste all'impeto delle intemperie (cfr Matteo 7:25).

 

Questo stato spirituale benedetto Paolo lo ripropone in altre sue lettere:

Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio. (1 Corinzi 3:9)

 

Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore, così camminate in lui; radicati, edificati in lui e rafforzati dalla fede, come vi è stata insegnata, abbondate nel ringraziamento. (Colossesi 2:7)

 

Queste radici si distendono e questo edificio si fondano nell'amore che è il principio fondamentale del carattere cristiano (di Cristo), che nel mondo spirituale è la forza motrice per eccellenza, che è il terreno in cui il carattere cristiano si fonda e dà le sue foglie, i suoi fiori ed i suoi frutti.

Non si tratta qui di quell’amore che tollera il peccato, che accetta ogni cosa facendo continui compromessi nella Verità; quell’amore “ecumenico a tutti i costi”, si tratta dell’Amore di Cristo dimostrato da lui stesso con la totale abnegazione della Sua persona in favore degli uomini ed in vista della Gloria di Dio!

 

Impariamo dal Maestro!

…siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo… 

La dimora di Cristo nei cuori ha questa meravigliosa conseguenza: ci rende capaci di abbracciare con tutti i santi (nota bene non con “tutti” indistintamente) quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo,  perché l’Amore di Cristo ha delle dimensioni che l’uomo naturale non può comprendere, gli sono pazzia:

Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente. (1 Corinzi 2:14)

 

Solo se ragioniamo con la mente di Cristo; solo se Gesù Cristo dimora nel nostro uomo interiore e ragioniamo come Lui, vediamo le cose come le vede Lui, possiamo (in qualche modo) comprenderlo, fino a che lo comprenderemo appieno, come Sua Sposa:

Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente… (1 Corinzi 13:12)

 

Più si conosce Cristo e più si è stupiti dell’Amore che ha per noi!

Ma dobbiamo anche riconoscere che l’amore di Cristo ha delle dimensioni che il singolo credente non può abbracciare da solo, lo si può abbracciare solo come Corpo Unico, è troppo grande!

Non può una sola mano (per quanto forte e grande) abbracciare una persona, occorre tutto il corpo insieme, ben collegato, in piedi, con tutte le articolazioni funzionanti; proprio nello stesso modo non possiamo pensare di poter raggiungere questa “perfezione” da soli, staremmo denigrando l’Opera di Dio e “rendendo handicappato il corpo”.

Non è nemmeno possibile pensare di abbracciare l’Amore di Cristo con la collaborazione di chi non è santo, di chi non fa parte della Famiglia di Dio, di chi non crede in Gesù Cristo come insegna il Vangelo.

 

E la pienezza di Dio è solo in Cristo e noi in Lui (e solo in Lui) abbiamo tutto pienamente:

Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo; perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità; e voi avete tutto pienamente in lui, che è il capo di ogni principato e di ogni potenza; in lui siete anche stati circoncisi di una circoncisione non fatta da mano d'uomo, ma della circoncisione di Cristo, che consiste nello spogliamento del corpo della carne: siete stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti.

Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati; egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l'ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce. (Colossesi 2:8-15)

 

E’ un amore che ha delle dimensioni che ci sorpassano ma che desideriamo abbracciare il più possibile:

- la sua larghezza va oltre la nostra comprensione terrena; le sue braccia sono in grado di abbracciare tutti, anche l’uomo (ai nostri occhi) più malvagio:

 

chiunque crede in lui abbia vita eterna.

Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. (Giovanni 3:15-16)

 

Io sono venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. (Giovanni 12:46)

 

E Paolo stesso dichiara che questo è possibile rendendo la sua personale testimonianza:

Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento; ma misericordia mi è stata usata, perché agivo per ignoranza nella mia incredulità; e la grazia del Signore nostro è sovrabbondata con la fede e con l'amore che è in Cristo Gesù. 

Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. 

Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io servissi di esempio a quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere vita eterna. (1 Timoteo 1:12-16)

 

Il profeta Isaia intravedeva la larghezza e l’altezza dell’Amore di Dio:

Cercate l'Eterno, mentre lo si può trovare; invocatelo, mentr'è vicino. 

Lasci l'empio la sua via, e l'uomo iniquo i suoi pensieri: e si converta all'Eterno che avrà pietà di lui, e al nostro Dio ch'è largo nel perdonare. 

Poiché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie, dice l'Eterno. 

Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così son le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri. (Isaia 55:6-9)

 

Anche Davide intravedeva l’eternità della bontà di Dio:

Ricòrdati, o SIGNORE, delle tue compassioni e della tua bontà, perché sono eterne. (Salmo 25:6)

 

- anche la sua lunghezza va oltre la nostra comprensione terrena; abbiamo visto come il disegno di Dio parte da lontano ed è proiettato nell’eternità:

  in lui ci ha eletti, prima della fondazione del mondo (Efesini 1:4)

 

sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai padri, ma col prezioso sangue di Cristo, come d'agnello senza difetto né macchia, ben preordinato prima della fondazione del mondo, ma manifestato negli ultimi tempi per voi… (1 Pietro 1:20)

 

Infatti, se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati. 

Poiché questo vi diciamo mediante la parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre con il Signore. (1 Tessalonicesi 4:14-17)

 

Anche i salmisti intravedevano l’eternità della visione di Dio:

Il consiglio dell'Eterno sussiste in perpetuo, i disegni del suo cuore durano d'età in età. (Salmo 33:11)

 

Poiché l'Eterno è buono; la sua benignità dura in perpetuo, e la sua fedeltà per ogni età. (Salmo 100:5)

 

La tua fedeltà dura d'età in età; tu hai fondato la terra ed essa sussiste. (Salmo 119:90)

- anche la sua altezza va oltre la nostra comprensione terrena; l’amore di Cristo parte dalle parti più basse (il soggiorno dei morti) fino al cielo (è stato sovranamente innalzato).

 

Pietro ci parla di una predicazione della salvezza da parte di Gesù Cristo nel soggiorno dei morti:

Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio.

Fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito.

E in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere, che una volta furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, al tempo di Noè, mentre si preparava l'arca, nella quale poche anime, cioè otto, furono salvate attraverso l'acqua. (1 Pietro 3:18-20)

 

Anche il profeta Isaia intravedeva l’altezza dell’Amore di Dio:

Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così son le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri. (Isaia 55:9)

 

Come possiamo limitare l’amore di Cristo alle nostre misere vedute?

 

- la profondità dell’amore di Cristo ci parla della imperscrutabile dimensione dello Spirito, quella parte che avremo tempo di scoprire quando saremo con Lui e che ora ci spinge ad una adorazione delle Sue qualità invisibili, che solo un Suo atto di Grazia ci può fare pre-gustare…

 

Il salmista esclama:

Come sono grandi le tue opere, o SIGNORE! Come sono profondi i tuoi pensieri! (Salmo 92:5)

 

Paolo, scrivendo ai fratelli di Colosse, auspica per loro di riuscire a conoscere questa profondità, circa la volontà di Dio:

 

Perciò anche noi, dal giorno che abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi e di domandare che siate ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale… (Colossesi 1:9)

 

Scrivendo ai romani irrompe in un grido di lode:

Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio!

Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie!

Infatti «chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato suo consigliere?

O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì da riceverne il contraccambio

Perché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose.

A lui sia la gloria in eterno. Amen. (Romani 11:33-36)

 

L’autorità di Gesù Cristo è assoluta in eterno, nel tempo e nello spazio, così lo è anche il Suo amore, per questo Paolo scrive:

Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore. (Romani 8:38-39)

 

La preghiera di Paolo per i santi e i fedeli di Efeso (quindi anche per noi), è che possiamo tutti realizzare, tutti i Suoi Santi, quanto sia immenso l’amore di Dioun amore senza limiti quello che Dio ci ha mostrato in Gesù Cristo, un amore che ha le Sue Stesse caratteristiche di Eterno, Immutabile, Onnipotente… che sorpassa ogni conoscenza perché l’essere umano non è in grado di comprenderlo.

 

…di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

 

Come possiamo abbracciare un amore la cui larghezza, lunghezza, altezza, profondità sono così immensi?

 

Certamente, come abbiamo visto, è qualcosa che è impossibile all’uomo, ma Dio può farlo attraverso la Sua Potenza che opere in noi, attraverso l’Opera dello Spirito Santo che può fortificare il nostro uomo interiore.

 

Se riponiamo la nostra fede in Gesù ed Egli (attraverso il suo Spirito) abita in noi, allora possiamo riuscire in un’impresa impossibile, arrivando (insieme a tutti i santi, come un unico corpo) a conoscere in maniera diretta l’Amore di Dio; Amore fondato sulla Verità del Vangelo, sulla sola Opera di Gesù Cristo, solo sui Suoi insegnamenti; un amore diverso non è l’Amore di Dio di cui sta parlando l’apostolo!

 

Non conosceremo questo Amore solo per sentito dire, ma lo conosceremo per esperienza perché sarà tale Amore a plasmare i nostri cuori e a trasformare le nostre azioni, le nostre parole, la nostra intera esistenza.

 

L’esperienza di abbracciare l’amore di Dio non è quindi solo un’esperienza individuale, ma (come Paolo ha già spiegato nel capitolo 2) è un’esperienza collettiva che il credente vive “con tutti i santi” in un Unico Corpo.

 

Più conosceremo e vivremo l’amore di Dio, più saremo ricolmi di tutta la pienezza di Dio e più la nostra esperienza cristiana (vissuta all’interno del corpo spirituale) sarà appagante e gioiosa.

 

Il conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, ci rende ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

 

Un credente che trascura questa conoscenza, sarà sopraffatto dalle vicissitudini di questa vita che lo distrarranno sempre più dalla realtà di questo Amore… vivrà di sconfitte, di sopraffazioni della carne e pur essendo figlio del Re condurrà una vita da povero e misero, ignorando la sua vocazione.

 

***

Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen.

 

Il nostro Dio è un Dio onnipotente ed infinitamente buono e generoso nel donare e Paolo fa ancora riferimento alla infinita Grazia e Potenza di Dio che può fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo.

 

Impariamo a domandare delle cose grandi ad un Dio grande; e per grandi che siano le cose che chiediamo, non dimentichiamo che Egli può fare e vuole fare ancora per noi molto al di là di quello che abbiamo chiesto e di quel che possiamo concepire con la nostra mente; un Corpo Spirituale chiederà cose spirituali, ricchezze spirituali, realizzerà la capacità di adorare Dio in Spirito e Verità come un Corpo Spirituale composto da molte membra.

 

Profondamente grato a Dio per la Sua cura, Paolo porta infine a Dio la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen.

 

***

 

CONCLUSIONE

Paolo, in questa preghiera di intercessione ci fa comprendere quanto siamo ancora lontani dalla perfetta conoscenza dell’Amore di Cristo; questo amore ha delle dimensioni sovrumane che ci sorpassano da tutti i punti di vista, è eterno in lunghezza, larghezza e altezza ed ha una profondità spirituale che non siamo in grado di concepire.

 

Questo Amore è inoltre paragonato alla Sua Potenza, una Potenza (Il Vangelo – cfr Romani 1:16) che può fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo.

Nessun essere umano o angelico (cfr Efesini3:10), avrebbero mai pensato che giudei e pagani potessero operare come un corpo unico.

Ma l’Amore di Cristo nel cuore di entrambi le categorie di credenti rende possibile questa unione di Spirito.

Tutto ciò che è di Dio è fuori dal nostro controllo, ricordiamo ancora cosa ci aspetta in Lui:

Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano. (1 Corinzi 2:9)

 

Molti cristiani (a torto o a ragione) sono stati delusi dai rapporti nella chiesa in cui non sempre l’amore di Dio viene vissuto davvero.

 Ma è assolutamente arrendersi e rassegnarsi ad accettare che la Chiesa sia questo.

 

Se noi realizzeremo e manifesteremo agli altri (a livello individuale) questo Amore di Dio che sorpassa ogni conoscenza, vedremo cambiare le cose anche nella collettività perché l’Amore di Dio è “contagioso” tra i santi.

Dobbiamo imparare a credere che la Potenza che opera in noi, può fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, ma lo fa seguendo un percorso spirituale stabilito da Dio:

- Il Vangelo va accettato, vissuto, interiorizzato, deve diventare “energia” cha da forza al corpo spirituale, al nostro corpo interiore, sono essendo così fortificati (in quanto radicati e fondati sull’amore), possiamo realizzare quell’Unità spirituale che ci permette (tutte le membra insieme come un solo corpo) di:

- abbracciare tutta la dimensione dell’Amore di Cristo

  - conoscere l’Amore di Cristo che sorpassa ogni cognizione umana

 

…per giungere così ad essere ricolmi di tutta la pienezza di Dio.        

Quando realizziamo questo (come Paolo), non possiamo fare altro che ringraziare, lodare, adorare, dare a Dio la Gloria proprio attraverso il nostro essere chiesa in Gesù Cristo, la famiglia di Dio radicata e fondata nell’amore: un Amore senza limiti.

 Gianni Marinuzzi