CONOSCERE BENE PER CAMMINARE DEGNAMENTE
UNA CONOSCENZA SEMPRE PIU' PROFONDA
Dopo aver compreso che questi
santi e fedeli sono stati
benedetti di ogni benedizione
spirituale consistente nella:
- elezione predestinata fin dalla fondazione del mondo ad essere santi ed
irreprensibili davanti a Dio;
- adozione predestinata fin dalla fondazione del mondo ad essere figli di Dio;
- redenzione dallo stato di schiavitù
mediante il Sangue di Gesù Cristo;
- liberazione dal debito di ogni
peccato mediante le ricchezze della Grazia di Dio;
- illuminazione circa il mistero della
Volontà di Dio circa la redenzione di tutto il creato;
- libertà predestinata fin dalla fondazione del mondo circa l’accesso all’eredità celeste;
Dopo aver compreso che solo avendo ascoltato ed aver creduto
a queste promesse sono entrati in questo disegno divino ed
hanno pertanto ricevuto la caparra dello Spirito Santo quale pegno
divino della completa redenzione;
dobbiamo considerare che questo Disegno non è un
“piano riparatore”, ”un piano B”,
Esso è veramente quello che Dio aveva
prestabilito dentro di sé fin dal principio!
Dopo aver inoltre compreso che
la chiamata della Chiesa è una chiamata
a santità (a lode della Sua
Gloria), ora Paolo vuole fare comprendere che la Chiesa
è anche chiamata ad avere una piena
conoscenza del Disegno Divino…
…ed è fondamentale che i
santi ed i fedeli conoscano queste cose, non per “cultura personale”, non per farne sfoggio
nei convegni o nelle discussioni nelle assemblee, ma
perché in questa
conoscenza possano fondare sempre più stabilmente la loro fede e
stabilire così saldamente la loro Speranza, per reggere i venti, le tempeste, i combattimenti,
le persecuzioni, che tutti quelli che voglio vivere piamente in Cristo dovranno necessariamente
subire (cfr 2 Timoteo 3:12).
***
Perciò anch'io,
avendo udito parlare della vostra fede nel Signore Gesù e del vostro
amore per tutti i santi, non smetto mai di rendere grazie per voi,
ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del nostro Signore
Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di
rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente; egli illumini gli
occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha
chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi
riserva tra i santi, e qual è verso di noi, che crediamo, l'immensità
della sua potenza.
Questa potente
efficacia della sua forza egli l'ha mostrata in Cristo, quando lo
risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nel cielo, al
di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni altro
nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro.
Ogni cosa egli ha
posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa, che
è il corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni
cosa in tutti.
***
Perciò anch'io,
avendo udito parlare della vostra fede nel Signore Gesù e del vostro
amore per tutti i santi, non smetto mai di rendere grazie per voi,
ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del nostro Signore
Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di
rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente; egli illumini gli
occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha
chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi
riserva tra i santi, e qual è verso di noi, che crediamo, l'immensità
della sua potenza.
Perciò
anch'io…
Paolo fa qui riferimento
a tutte le benedizioni già descritte nel paragrafo precedente:
- ogni benedizione
spirituale nei luoghi celesti;
- la elezione nel
disegno benevolo di Dio attuato in Cristo;
- redenzione
mediante il sangue di Gesù Cristo;
- il perdono dei
peccati secondo le ricchezze della Sua Grazia;
- la conoscenza del
mistero della Sua volontà nel raccogliere sotto Cristo tutte le cose che
sono nei cieli e tutte le cose che sono sulla terra;
- l’eredità
consistente nell’accesso a tutte le ricchezze di Dio…
Tutto ciò premesso, ed in virtù di tali
premesse grandi e potenti…
…avendo udito
parlare della vostra fede nel Signore Gesù e del vostro amore per tutti
i santi, non smetto mai di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle
mie preghiere …
Giudicando
positivamente l’effetto di tali promesse in voi, che (da quello che odo)
esternate nella fede nel Signore
e nell’amore fraterno…
non smetto mai di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie
preghiere;
I fratelli di Efeso
portano questi due frutti fondamentali dell’opera di Dio nel credente:
- accrescono la
fede nel Signore Gesù;
- dimostrano
amore per tutti i santi.
Accrescere la
propria fede, significa prendere sempre più fiducia
nelle promesse di Dio, una
fiducia che diventa sempre più ferma, fondandosi sull’esperienza di
vita; una fede “teorica” non serve a nulla,
la fede va praticata per crescere
e più cresciamo nella fede, più
impariamo per esperienza l’amore di Dio, più questo Amore ci porterà
all’amore per gli altri ed in particolare per i nostri fratelli in
Cristo.
E’ significativo
quello che domandarono gli apostoli a Gesù in occasione del Suo discorso
sul perdono:
Se ha peccato
contro di te sette volte al
giorno, e sette volte torna da te e ti dice: "Mi pento",
perdonalo».
Allora gli apostoli dissero al Signore: «Aumentaci la fede!»
(Luca 17:3-5)
Solo una fede forte, grande, può
portarci al vero perdono reciproco e ad amarci veramente gli uni gli
altri…
Gesù comandò:
Io vi do un nuovo
comandamento: che vi amiate gli uni gli altri.
Come io vi ho amati, anche voi
amatevi gli uni gli altri.
(Giovanni 13:34)
Giovanni dichiara
espressamente che l’unico modo per sapere se siamo nella fede è
giudicarci circa l’amore fraterno:
Da questo sappiamo
che l'abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti.
Chi dice: «Io l'ho
conosciuto», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità
non è in lui;
ma chi osserva la
sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente completo.
Da questo
conosciamo che siamo in lui: chi dice di rimanere in lui, deve camminare
com'egli camminò.
Carissimi, non vi scrivo un
comandamento nuovo, ma un
comandamento vecchio che avevate fin da principio: il comandamento
vecchio è la parola che avete udita. E tuttavia è un comandamento
nuovo che io vi scrivo, il che è vero in lui e in voi; perché le tenebre
stanno passando, e già risplende la vera luce.
Chi dice di essere
nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre.
Chi ama suo
fratello rimane nella luce e non c'è nulla in lui che lo faccia
inciampare. Ma chi odia suo fratello è nelle tenebre, cammina nelle
tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi.
(1 Giovanni 2:3-11)
Chiunque è nato da
Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme divino rimane in lui, e
non può persistere nel peccare perché è nato da Dio.
In questo si
distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non
è da Dio; come pure chi non ama
suo fratello. Poiché questo è
il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli
altri.
Non come Caino, che
era dal maligno, e uccise il proprio fratello. Perché l'uccise? Perché le sue opere
erano malvagie e quelle di suo fratello erano giuste.
Non vi meravigliate, fratelli, se il
mondo vi odia.
Noi sappiamo che
siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli.
Chi non ama rimane nella morte.
Chiunque odia suo
fratello è omicida; e voi sapete che nessun omicida possiede in se
stesso la vita eterna.
Da questo abbiamo
conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi;
anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli.
Ma se qualcuno possiede dei beni di
questo mondo e vede suo fratello
nel bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l'amore di Dio essere
in lui?
Figlioli, non amiamo a parole né con la
lingua, ma con i fatti e in verità.
Da questo
conosceremo che siamo della verità e renderemo sicuri i nostri cuori
davanti a lui. Poiché se il
nostro cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore e conosce
ogni cosa.
Carissimi, se il nostro cuore non ci
condanna, abbiamo fiducia davanti a Dio; e qualunque cosa chiediamo la
riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo ciò
che gli è gradito.
Questo è il suo
comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo, Gesù Cristo, e ci
amiamo gli uni gli altri secondo il comandamento che ci ha dato.
Chi osserva i suoi comandamenti rimane
in Dio e Dio in lui.
Da questo
conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
(1 Giovanni 3:9-24)
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri,
perché l'amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio.
Chi non ama non ha conosciuto
Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato per noi
l'amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo
affinché, per mezzo di lui, vivessimo.
In questo è l'amore: non che noi
abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per
essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.
Carissimi, se Dio
ci ha tanto amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.
Nessuno ha mai
visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e il suo
amore diventa perfetto in noi.
(1 Giovanni 4:7-12)
Noi amiamo perché egli ci ha amati per
primo.
Se uno dice: «Io
amo Dio», ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo
fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto.
Questo è il
comandamento che abbiamo ricevuto da lui: che chi ama Dio ami anche suo
fratello.
(1 Giovanni 4:19-21)
…affinché il Dio
del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria vi dia uno spirito
di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente…
…il
Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della Gloria non ci
fa salire un gradino della scala della
Vera conoscenza se non
abbiamo realizzato il gradino precedente. sarebbe assolutamente
inutile, anzi
creerebbe confusione,
oggi si ha molta conoscenza di
cose che, molto probabilmente, non si vivono, magari sono semplicemente
oggetto di discussione dei nostri “salotti evangelici”, per questo c’è
una grande confusione!
Paolo definisce Dio,
il Padre della gloria in
quanto è a Lui che appartiene la
Gloria, come imparò lui stesso da Stefano in occasione del suo
martirio:
Egli rispose: «Fratelli e padri,
ascoltate. Il Dio della gloria
apparve ad Abraamo, nostro padre, mentr'egli era in Mesopotamia, prima
che si stabilisse in Carran…
(Atti 7:2)
Al fine di evitare
inutili speculazioni sulla presunta subordinazione di Cristo, ricordiamo
che lo stesso Paolo definisce
Gesù Cristo quale Signore della
Gloria:
Tuttavia, a quelli tra di voi che sono
maturi esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né
dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati; ma
esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima
dei secoli predestinata a nostra gloria e che nessuno dei dominatori di
questo mondo ha conosciuta; perché, se l'avessero conosciuta,
non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.
(1 Corinzi 2:6-8)
Paolo quindi,
conscio delle
benedizioni spirituali in Cristo di cui godono pienamente i
fratelli di Efeso,
convinto della bontà della loro fede dimostrata per mezzo di un
amore fraterno sincero,
non smette mai di rendere grazie,
ricordandoli nelle sue preghiere…
Paolo ringrazia
sempre in preghiera per questo frutto della fede; quanto poco
pratichiamo questo!
Eppure la Grazia di Dio non è cambiata…
…le Sue benedizioni sono le stesse; ci
ricordiamo di averle?
Ci ricordiamo che le hanno anche i
nostri fratelli?
Non proviamo, per questo, il “bisogno”
di ringraziare Dio?
Questa
testimonianza di fede manifestata
dei fratelli di Efeso è quindi per Paolo oggetto di
un continuo ringraziamento,
non fine a se stesso ma con la speranza che
il Padre della Gloria,
valutando l’opera compiuta in loro,
aggiunga un'altra benedizione…
…Paolo “non si accontenta”, egli sa che
la Grazia di Dio è infinita come tutte le Sue benedizioni ed ha il profondo
desiderio che i fratelli di Efeso, vadano ancora oltre nello scoprire e
nell’esperimentare quanto è già in loro possesso e prega che
il Dio del nostro Signore Gesù
Cristo, il Padre della gloria, dia agli efesini (e a tutti
coloro che sono
santi e
fedeli),
uno spirito di sapienza e di
rivelazione perché possano conoscerlo pienamente…
Paolo chiede a
Dio, il Padre della Gloria,
di dare ai credenti uno spirito di sapienza e
rivelazione “particolare”, uno spirito di “cognizione superiore”
che
evidentemente il Signore da a
coloro che Gli ubbidiscono “santificandosi” e rivestendo l’uomo nuovo
di cui Paolo stesso scriverà in seguito (cfr Efesini 4:17-32).
Di questa “pienezza
di Spirito” troviamo insegnamenti nel
libro degli atti, con degli effetti
spirituali utili alla necessità particolare del momento:
E
dopo ch'ebbero pregato, il
luogo dov'erano radunati tremò; e furon tutti ripieni dello Spirito Santo, e annunciavano la Parola di
Dio con franchezza.
(Atti 4:31)
E nelle esortazioni
pastorali di Paolo:
…essendo radicati e fondati nell'amore,
siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi qual sia la
larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo,
e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché
giungiate ad esser ripieni di
tutta la pienezza di Dio.
(Efesini 3:18-19)
E non v'inebriate di vino; esso porta
alla dissolutezza; ma siate
ripieni dello Spirito,
(Efesini 5:18)
E la mia preghiera è che il vostro
amore sempre più abbondi in
conoscenza e in ogni discernimento, onde possiate distinguere fra il
bene ed il male, affinché siate sinceri e irreprensibili per il giorno
di Cristo, ripieni di frutti di
giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.
(Filippesi 1:9-11)
…non cessiamo di pregare per voi, e di
domandare che siate ripieni della
profonda conoscenza della volontà di Dio in ogni sapienza e intelligenza
spirituale,
affinché camminiate in modo degno del
Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona
e crescendo nella conoscenza di
Dio
(Colossesi 1:9-10)
Questo “stato
di pienezza” è un dono di Dio che noi possiamo “impedire” con la
disubbidienza:
E noi siam testimoni di queste cose; e
anche lo Spirito Santo, che Dio
ha dato a coloro che gli ubbidiscono.
(Atti 5:32)
Perciò,
bandita la menzogna, ognuno
dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli
altri.
Adiratevi e non peccate;
il sole non tramonti sopra la
vostra ira e non fate posto
al diavolo.
Chi rubava non rubi
più, ma si affatichi
piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché abbia
qualcosa da dare a colui che è nel bisogno.
Nessuna cattiva
parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela
affinché conferisca grazia a chi l'ascolta.
Non rattristate lo
Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati per il giorno
della redenzione.
Via da voi ogni
amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta
di cattiveria!
Siate invece benevoli e
misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come
anche Dio vi ha perdonati in Cristo.
(Efesini 4:25-32)
Lo scopo di questa azione
dello Spirito Santo è
perché possiamo conoscerLo
pienamente, lo Spirito Santo ha proprio questo incarico, ricordiamo
cosa disse Gesù:
«Se voi mi amate, osserverete i miei
comandamenti; e io pregherò il Padre, ed
Egli vi darà un altro
consolatore, perché stia con voi per sempre,
lo Spirito della verità, che
il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce.
Voi lo conoscete, perché dimora con
voi, e sarà in voi…
…In quel giorno
conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi.
Chi ha i miei comandamenti e li
osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e
io lo amerò e mi manifesterò a
lui»…
…Vi ho detto queste cose, stando ancora
con voi; ma il Consolatore, lo
Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa
e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto.
(tratto da Giovanni
14:15-26)
Ma
quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del
Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre,
egli testimonierà di me…
(Giovanni 15:26)
E
solo
l’azione dello Spirito di Dio ci può fare conoscere Dio:
Infatti, chi, tra gli uomini, conosce
le cose dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così
nessuno conosce le cose di Dio se
non lo Spirito di Dio.
(1 Corinzi 2:11)
Le “nuove tendenze” oggi (purtroppo
anche in ambito cristiano) sono tutte incentrate nel “conoscere meglio
se stessi”; l’apostolo invece prega affinché noi possiamo conoscere Dio
sempre più profondamente!
…egli illumini gli
occhi del vostro cuore…
Va ricordato, qui,
che gli antichi consideravano il cuore non soltanto come la sede delle
emozioni, ma anche come la sede del pensiero e delle percezioni morali.
Il cuore è la sede
della «conoscenza» di cui l'apostolo ha parlato.
L'antitesi di
questa «illuminazione»
è quello di cui l'apostolo parla nella lettera ai romani:
…pur avendo conosciuto Dio,
non l'hanno glorificato come Dio,
né l'hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e
il loro cuore privo
d'intelligenza si è ottenebrato. Benché si dichiarino sapienti, sono
diventati stolti…
(Romani 1:21-22)
Giovanni definisce
Gesù Cristo come
LA LUCE (cfr Giovanni 1:1-12), e quindi solo la presenza di Gesù
Cristo nel nostro cuore può illuminarci, ma vediamo anche come
Paolo prega per i fratelli
della Galazia:
Figli miei, per i quali sono di nuovo
in doglie, finché Cristo sia
formato in voi…
(Galati 4:19)
Consideriamo che
Paolo sta pregando che il
Signore della Gloria si
faccia conoscere
ancora più pienamente in favore di
fratelli in fede di cui aveva grande stima,
di cui aveva le prove della loro fede e del loro amore…
Dobbiamo quindi
constatare come,
la conoscenza di Dio e del Signore Gesù Cristo
non è un fatto compiuto in modo
completo al momento della conversione;
più Cristo è formato in noi, più
avremo luce per comprendere
meglio la Sua chiamata e la nostra vocazione!
…affinché sappiate
a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della
sua eredità che vi riserva tra i santi, e qual è verso di noi, che
crediamo, l'immensità della sua potenza.
Se l’azione dello Spirito
auspicata da Paolo ha come fine il “farci
conoscere Dio più a fondo”, il fine di questa illuminazione
del cuore e “il farci scoprire
cosa il Signore stesso ha messo nel nostro cuore” e che noi non riusciamo
a conoscere a causa della nostra mente non ancora “pienamente
illuminata”.
Questa “azione
illuminante” è progressiva ed
infinita (come tutto ciò che riguarda Dio) e solo quando saremo
completamente redenti (corpo, anima e spirito)
conosceremo pienamente, come dice Paolo:
Poiché
ora vediamo come in uno specchio,
in modo oscuro; ma allora
vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma
allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente
conosciuto.
(1 Corinzi 13:12)
I “tesori,
le ricchezze, l’eredità” che il Signore ha messo
nel nostro cuore e che noi dobbiamo progressivamente conoscere,
Paolo li sintetizza così:
2) la ricchezza
della gloria della sua eredità che ci riserva tra i santi
3)
l'immensità della sua potenza
1) la
speranza alla quale ci ha chiamati
Dio ci ha chiamati
ad
una Speranza;
un futuro con Lui,
il Signore Gesù
Cristo ce lo ha promesso:
Nella casa del Padre mio ci sono molte
dimore; se no, vi avrei detto forse che io
vado a prepararvi un luogo?
Quando sarò andato
e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me,
affinché dove sono io, siate anche voi; e del luogo dove
io vado, sapete anche la via».
(Giovanni 14:2-4)
Paolo ce lo conferma:
Sappiamo infatti
che se questa tenda che è la
nostra dimora terrena viene disfatta,
abbiamo da Dio un edificio, una
casa non fatta da mano d'uomo, eterna, nei cieli.
(2 Corinzi 5:1)
Fratelli, non
vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono,
affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza.
Infatti, se crediamo che Gesù morì e
risuscitò, crediamo pure che Dio,
per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati.
Poiché
questo vi diciamo mediante la parola del Signore: che noi viventi, i
quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo
quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con un
ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo,
e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo
rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il
Signore nell'aria; e così saremo
sempre con il Signore.
(1 Tessalonicesi
4:13-17)
2) la ricchezza
della gloria della sua eredità che ci riserva tra i santi
L'apostolo accumula
le espressioni e cerca in tutti i modi di spiegare
la ricchezza della Gloria
che in qualche modo egli ha udito (attenzione non “visto”,
perché la fede viene dall’udire -
cfr Romani 10:17):
Conosco un uomo in Cristo che
quattordici anni fa (se fu con il corpo non so, se fu senza il corpo non
so, Dio lo sa), fu rapito fino al terzo cielo.
So che quell'uomo (se fu con il corpo o
senza il corpo non so, Dio lo sa) fu rapito in paradiso, e
udì parole ineffabili che non è
lecito all'uomo di pronunciare.
(2 Corinzi 12:2-4)
3)
l'immensità della sua potenza
Questa “Immensa
Potenza di Dio” è una
potenza dinamica, vivente ed efficace (come vedremo),
che noi scopriamo poco alla volta
ed in modo progressivo.
La grandezza di
questa
potenza non si può
misurare; è “immensa,
infinita” (come tutte le cose di Dio);
oltrepassa i limiti di ogni
intelligenza umana.
E la potenza che dà la vita ai morti…
…infatti Paolo per dimostrala porta
come prova la resurrezione di Gesù Cristo
e la Sua Esaltazione…
***
Ogni cosa egli ha
posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa, che
è il corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni
cosa in tutti.
Questa potente
efficacia della sua forza Egli l'ha mostrata in Cristo, quando lo
risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nel cielo,
al di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni
altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello
futuro.
Questa
potenza è efficace, ovvero
vince la resistenza, e in Cristo è dimostrata nella
vittoria sulla
resistenza della morte!
Paolo dichiara che questa
Speranza, queste
Ricchezze della Sua Gloria e questa
Potenza immensa, Dio l’ha mostrata
(ha mostrato la sua efficacia) nella risurrezione di Cristo e nella Sua glorificazione nel cielo, dove è stato
posto al di sopra di ogni cosa passata, presente e futura, di questo
mondo e di quello futuro, infatti Gesù risorto disse:
Ogni potere mi è
stato dato in cielo e sulla terra…
(Matteo 28:18)
Paolo ricorderà questo nella lettera ai colossesi:
Egli è l'immagine del Dio invisibile,
il primogenito di ogni creatura;
poiché in lui sono state create
tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le
invisibili: troni, signorie, principati, potestà; tutte le cose sono
state create per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di
ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.
Egli è il capo del corpo, cioè della
chiesa; è lui il principio, il
primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato.
Poiché al Padre piacque di far abitare
in lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per
mezzo di lui, avendo fatto la
pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto
le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli.
(Colossesi 1:15-20)
…Ogni cosa egli ha
posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa, che
è il corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni
cosa in tutti.
Adamo, con la caduta
perdette la sua autorità e
supremazia sul creato, Gesù
Cristo (il secondo Adamo), con la Sua Vittoria, o meglio TRIONFO,
ha conquistato
ogni cosa, e noi
in Lui siamo coeredi!
…Ogni cosa egli ha
posta sotto i suoi piedi…
Il fatto che con la
risurrezione di Gesù,
ogni cosa (umana e
sovrumana)
è stata posta sotto i Suoi piedi,
è l’oggetto della predicazione di Pietro il giorno della festa di
pentecoste:
Questo Gesù, Dio lo
ha risuscitato; di ciò, noi tutti
siamo testimoni.
Egli dunque,
essendo stato esaltato dalla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre
lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite.
Davide infatti non è salito in cielo;
eppure egli stesso dice: «Il
Signore ha detto al mio Signore: "Siedi
alla mia destra, finché io abbia posto i tuoi nemici per sgabello dei
tuoi piedi"».
Sappia dunque con
certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo
quel Gesù che voi avete crocifisso».
(Atti 2:32-36)
Paolo ribadisce questo
insegnamento nella lettera ai corinzi, proprio scrivendo a chi metteva
in dubbio la risurrezione:
Ma ora Cristo è stato risuscitato dai
morti, primizia di quelli che sono morti.
Infatti, poiché per mezzo di un uomo è
venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la
risurrezione dei morti. Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche
in Cristo saranno tutti vivificati; ma ciascuno al suo turno:
Cristo, la primizia; poi
quelli che sono di Cristo, alla sua venuta; poi
verrà la fine, quando consegnerà
il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni
principato, ogni potestà e ogni potenza.
Poiché
bisogna ch'egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i
suoi piedi.
(1 Corinzi 15:20-25)
Giovanni, vede Gesù Cristo
nella gloria con i piedi arroventati come una fornace pronto a
“giudicare”, davanti al quale cade ai Suoi piedi come morto, ma per lui
c’è una Parola: ”non temere”:
Io mi voltai per vedere chi mi stava
parlando.
Come mi fui voltato, vidi sette
candelabri d'oro e, in mezzo ai sette candelabri, uno simile a un figlio
d'uomo, vestito con una veste lunga fino ai piedi e cinto di una cintura
d'oro all'altezza del petto.
Il suo capo e i suoi capelli erano
bianchi come lana candida, come neve; i suoi occhi erano come fiamma di
fuoco; i suoi piedi erano simili
a bronzo incandescente, arroventato in una fornace, e la sua voce
era come il fragore di grandi acque.
Nella sua mano destra teneva sette
stelle; dalla sua bocca usciva una spada a due tagli, affilata, e il suo
volto era come il sole quando risplende in tutta la sua forza.
Quando lo vidi,
caddi ai suoi piedi come morto.
Ma egli pose la sua mano destra su di
me, dicendo: Non temere, io sono
il primo e l'ultimo, e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i
secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell'Ades.
(Apocalisse 1:12-18)
…e lo ha dato per
capo supremo alla chiesa, che è il corpo di lui…
Anche se la
manifestazione finale della supremazia di Gesù Cristo su
ogni cosa, sarà visibile
alla restaurazione di ogni cosa,
Egli è ora il Capo supremo della
Chiesa, ovvero della comunità dei credenti.
Cristo è il capo
della Chiesa ed essendo vivente in eterno
non vi è posto per alcun altro “capo”,
solo una chiesa che predichi un Cristo morto può avere una altro “capo”…
Il fatto che Gesù
Cristo sia il
Capo della Chiesa significa che queste relazioni di Cristo con
la Chiesa non si riducono soltanto all'autorità ed al governo, ma
implicano un vero e proprio intimo nesso organico, in quanto
la Chiesa
è il corpo di Lui.
La vita della Chiesa stessa dipende
dall'unione con il proprio Capo (senza il Capo il corpo non ha vita)!
Paolo ribadirà questo
concetto pure nella lettera ai colossesi:
Egli è il capo del
corpo, cioè della chiesa; è lui il
principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il
primato.
(Colossesi 1:18)
Ora sono lieto di soffrire per voi; e
quel che manca alle afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne
a favore del suo corpo che è la
chiesa.
(Colossesi 1:24)
…il compimento di
colui che porta a compimento ogni cosa in tutti.
Paolo ci insegna che
la Chiesa è il corpo di Cristo,
e come Suo corpo, dal Capo vengono tutte le energie, gli impulsi volontari ed
involontari al fine del movimento e della stessa vitalità del corpo.
Quindi
ogni parte del corpo è sottoposta
al capo che è la “vera centrale di comando” di tutte le membra,
dalle più “in vista” alle più “nascoste”.
È con la
completezza di tutte le membra che si completa il corpo; e quando tutti
quanti siamo messi assieme ed uniti in un tutto,
allora il corpo, unito al Capo,
si può dire perfetto.
Ricordiamoci cosa
disse Gesù:
Dimorate in me, e
io dimorerò in voi.
Come il tralcio non
può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non
dimorate in me.
Io sono la vite, voi siete i tralci.
Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché
senza di me non potete fare nulla.
Se uno non dimora in me, è gettato via
come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel
fuoco e si bruciano.
Se dimorate in me e le mie parole
dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.
In questo è
glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli.
(Giovanni 15:4-8)
***
CONCLUSIONE
Paolo ci ha
descritto quali siano le
benedizioni di Dio verso di noi che sono custodite nei luoghi
celesti in Cristo:
- ogni benedizione spirituale;
- la elezione nel disegno benevolo di
Dio attuato in Cristo;
- redenzione mediante il sangue di Gesù
Cristo;
- il perdono dei peccati secondo le
ricchezze della Sua Grazia;
- la conoscenza del mistero della Sua
volontà nel raccogliere sotto Cristo tutte le cose che sono nei cieli e
tutte le cose che sono sulla terra;
- l’eredità a favore dei giudei ora
cristiani consistente nell’accesso a tutte le ricchezze di Dio per
diffonderle a tutti i popoli che nell’accettare il Vangelo della Grazia
diventano coeredi di tutte le promesse avendo ricevuto il pegno dello
Spirito Santo, in attesa della redenzione del corpo che avverrà alla
seconda venuta di Cristo;
Ma nella “infinita”
sapienza di Dio non possiamo mai dirci “arrivati”,
siamo chiamati ad andare oltre,
per questo Paolo prega affinchè Dio riveli ai Suoi discepoli una
sapienza “superiore” e illumini i cuori di una “luce
ancora più chiara” per avere “una
conoscenza più profonda ed intima di Dio e di Gesù Cristo”, per
scoprire sempre d più:
- la
speranza alla quale ci ha chiamati
- la ricchezza
della gloria della sua eredità che ci riserva tra i santi
-
l'immensità della sua potenza,
manifestata con la risurrezione di
Cristo, con la Sua supremazia assoluta ed indiscussa sulla Chiesa in
attesa di regnare con Lui, quale Sposa, nel Regno a venire.
…perché possiamo
conoscerlo pienamente.
Tutte queste
manifestazioni ci sono rivelate
nella risurrezione di Cristo… …non nel Gesù Cristo da un punto di
vista umano, nel Gesù Cristo in
Gloria, come dice l’apostolo Paolo:
…noi non conosciamo più nessuno da un
punto di vista umano; e se anche
abbiamo conosciuto Cristo da un punto di vista umano, ora però non lo
conosciamo più così.
(2 Corinzi 5:16)
Giovanni ci presenta
Gesù nella Sua
Gloria, quale rivelazione della
Speranza
alla quale ci ha
chiamati,
della ricchezza della gloria della sua eredità che ci riserva tra i santi,
dell'immensità
della sua potenza:
Rivelazione di Gesù
Cristo, che Dio gli diede
per mostrare ai suoi servi le
cose che devono avvenire tra breve, e che egli ha fatto conoscere
mandando il suo angelo al suo servo Giovanni. Egli ha attestato come
parola di Dio e testimonianza di Gesù Cristo tutto ciò che ha visto.
Beato chi legge e
beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro
delle cose che vi sono scritte, perché il tempo è vicino!
(Apocalisse 1:1-3)
La Chiesa è chiamata alla conoscenza
completa di Dio, non ad una conoscenza superficiale, non dobbiamo quindi
mai accontentarci di quello che conosciamo di Lui o pensare di averLo
scoperto, saremmo degli stupidi o delle “fidanzate” quanto meno
distratte o poco innamorate del nostro sposo!
Perché questa conoscenza era così importante per loro e perché lo è anche
per noi?
La vita può sopraffarci con i problemi che dobbiamo affrontare
quotidianamente e, anche se siamo credenti, a volte le immagini della
realtà invisibile possono essere offuscate dalle forti immagini della
realtà visibile della vita di tutti i giorni.
Immersi nella nostra
quotidianità, i luoghi celesti in cui Gesù è seduto alla destra del
Padre possono sembrare così lontani mentre le difficoltà della vita
sembrano così concrete e incombenti...
…Dio parla di vita e benedizioni, ma i nostri occhi vedono malattia e
morte.
…Dio parla di giustizia, ma i nostri occhi vedono il trionfo
dell’ingiustizia nella società.
…Dio parla di ricchezze ed eredità, ma i nostri occhi vedono enormi
sacrifici da fare per vivere dignitosamente.
Abbiamo quindi bisogno di
sviluppare una vista che veda aldilà delle cose visibili per
apprezzare ciò che non vediamo ma che è più reale delle cose che
vediamo con i nostri occhi: le
benedizioni di Dio nel nostro presente e nel nostro futuro.
Paolo nei versi precedenti aveva descritto il meraviglioso piano che Dio ha
realizzato in Cristo e li ha rassicurati sul fatto che anche loro
avevano ricevuto il sigillo di Dio, lo Spirito Santo, che confermava il
loro status di figli di Dio.
Ma Paolo
sapeva quanto essi corressero il rischio di distogliere il loro sguardo
dalle meravigliose promesse di Dio, avevano bisogno di
maturare e
conoscere Dio sempre più
pienamente.
Paolo chiede quindi
al Padre della Gloria di
illuminare gli occhi del loro cuore affinché essi possano avere
sempre presente la speranza a cui Egli stesso li ha chiamati e
destinati, la ricchezza della gloria dell’eredità che aveva
riservato loro, un’eredità che riguardava tutti
i santi e i fedeli.
Se abbiamo creduto in Gesù, siamo diventati parte della sua chiesa, ovvero la comunità di coloro che gli appartengono, che in
questo brano viene paragonata ad
un corpo di cui Gesù è il capo.
Se la potenza di Dio si è
manifestata nel nostro capo, possiamo essere certi del fatto che Dio
manifesta la medesima potenza anche per noi che costituiamo il resto del
suo corpo spirituale.