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“SIGNORE, ascolta la mia preghiera,

porgi orecchio alle mie suppliche;

nella tua fedeltà e nella tua giustizia, rispondimi.”

Salmo 143:11

 “Poiché ha teso l'orecchio verso di me,

io lo invocherò per tutta la mia vita.”

Salmo 116:2

 

Un orecchio che ascolta

Viviamo in un mondo in cui l’ascolto del prossimo è quasi assente; ovunque andiamo, la comunicazione è sempre più distratta, a volte totalmente mancante, perché il cellulare occupa il tempo in cui dovremmo stare con la famiglia e gli amici.

Non è raro entrare in una stanza e trovare 2 o 3 persone che, invece di dialogare, hanno gli occhi fissi sul loro cellulare, immersi in un silenzio irreale. La gente è collegata a numerosi social network (reti sociali) che creano una comunicazione superficiale e falsa, ma difficilmente trova un orecchio attento per ascoltare i bisogni dell’anima.

Il nostro Dio invece ha sempre l’orecchio attento per ascoltarci!

“Egli ascolterà la preghiera dei desolati e non disprezzerà la loro supplica…

…egli guarda dall'alto del suo santuario; dal cielo il SIGNORE osserva la terra

per ascoltare i gemiti dei prigionieri…” (Salmo 102:17-20)

Il salmista immagina Dio come una persona in grado di osservare ogni essere umano sulla terra, capace di ascoltare ogni preghiera silenziosa che sale dal cuore di coloro che stanno soffrendo. Qui parla di “desolati” e di “prigionieri”; evidentemente il Suo ascolto non è solo rivolto a coloro che si trovano in una prigione, ma qui si parla di desolazione e di prigione in senso lato… ogni essere umano ha la sua desolazione e la sua prigione, fatta di circostanze, di malattie, di dolori, di angosce, di peccati che spesso sono sconosciuti al prossimo.

Anche sulla croce, negli ultimi istanti della Sua vita terrena, Gesù Cristo è stato all’ascolto di una preghiera: il ladrone inchiodato al Suo fianco lo supplicò di ricordarsi di Lui una volta entrato nel suo regno. E Gesù, mettendo da parte l’atroce sofferenza fisica, l’oppressione di Satana e l’abbandono del Padre, cioè tutto il peso dei peccati dell’umanità, seppe ascoltare un uomo che non era affatto degno di ascolto.

Quel ladrone aveva rubato, aveva probabilmente ucciso, aveva commesso ogni sorta di peccato; eppure Gesù lo ascoltò con attenzione e gli fece una meravigliosa promessa: “Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso.” (Luca 23:43)

Avrebbe potuto dirgli: “Te la sei meritata!” oppure “Medita piuttosto sul male che hai commesso!” oppure “È un po’ tardi per fare simili richieste; avresti dovuto pensare prima alla tua salvezza!”

Gesù passa oltre ogni rimprovero, ogni disapprovazione; non risponde con giustizia, ma con misericordia; è pronto a considerare il pentimento implicito nella richiesta del brigante. E risponde con un atto di perdono e di grazia, promettendo la salvezza eterna ed il paradiso.

 

Carissimo/a,

se sei figlio di Dio, Gesù Cristo ti sta ascoltando in qualsiasi momento del giorno e della notte! Non dubitare mai della Sua potenza nel salvarti e nell’aiutarti nelle tue difficoltà: se ha risposto in grazia ad un uomo ignobile come il ladrone, perché dovrebbe chiudere le orecchie alle tue preghiere, visto che sei Suo figlio?

E la salvezza del ladrone sulla croce dimostra ampiamente che Gesù Cristo è in grado di salvare qualsiasi persona, per ignobile e peccatrice possa essere: non c’è peccato, non c’è colpa che Gesù non abbia espiato sulla croce. Non ci sono “casi disperati” alla presenza di Dio!

Se non sei ancora figlio di Dio, perché non hai ancora trovato in Lui un Padre che ti vuole perdonare e salvare… questo è il momento di aprire il tuo cuore e la tua bocca per invocare il Suo perdono e la Sua grazia. Gesù Cristo è lì attento, in attesa di una tua preghiera, anche solo di un grido disperato.

Non hai bisogno di fare una preghiera ben costruita; ti bastano poche parole, ma fatte con un cuore pentito. Grida a Lui con fiducia e troverai le Sue braccia aperte, pronte ad accoglierti per l’eternità!

 

 Claudia Guiati