LETTERA DI PAOLO AI FILIPPESI -

La gioia nella preghiera

 

 

 

Rallegratevi sempre nel Signore.

Ripeto: rallegratevi.

La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini.

Il Signore è vicino.

Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti.

E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza,

custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.

Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste,

tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama,

quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri.

Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e viste in me, fatele;

e il Dio della pace sarà con voi.

(Filippesi 4:4-9)

 

***

Finora abbiamo visto l’enorme privilegio che abbiamo di partecipare al Vangelo, grazie a Dio che ha iniziato la buona opera della salvezza in noi e che la porterà a compimento e che anche in mezzo alle situazioni difficili (che possono anche sembrare una sconfitta), Dio è al comando e può convertire il male in bene.

Paolo ci ha quindi esortato a comportarci in modo degno di un cittadino del cielo, cioè degno del vangelo di Cristo, durante il tempo che abbiamo qui sulla terra.

Ci ha poi esortato più specificamente ad un comportamento degno e giusto per chi ha ricevuto la grazia di Dio e per chi ha compreso la realtà e la potenza dell’incarnazione e della umiliazione di Gesù Cristo, fino al Sacrificio Totale di sé stesso che è per noi un Sommo esempio da seguire.

Come discepoli di Gesù Cristo siamo chiamati a vivere come cittadini dei cieli e secondo i Suoi insegnamenti e secondo il Suo esempio.

Questo nostro condurci è chiamata la santificazione, ovvero quel processo che porta il credente che matura, a spogliarsi progressivamente della sua natura carnale per esaltare la nuova creatura conforme a Cristo (già in questo mondo) come testimonianza e dimostrazione di quello che è avvenuto nell’interiore, anche con la sofferenza che questo produce, che sarà nulla al confronto con la Gloria di Dio e con il peso della Gloria che sarà manifestata per la Chiesa e per noi individualmente per il giorno di Cristo.

Abbiamo anche visto come la condivisione delle notizie sia anch’essa motivo di Gioia spirituale, in quanto ci si conforta l’uno con l’altro e con il rinnovarsi le reciproche cure ci si sente più uniti in Cristo e si attiva anche una assistenza spirituale, fisica e psichica reciproca.

 

Abbiamo visto anche come la corsa cristiana ha le sue regole:

            - sul come camminare (confidando nella carne o su Cristo)

            - sul tipo di allenamento (chi imitare)

 

E come essa è fonte di gioia, perché fissando gli occhi sul Traguardo glorioso che ci sta davanti e la fatica, gli sforzi passano tutti in secondo piano.

Paolo ha poi ancora mostrato ai fratelli di Filippi come anche il ricercare la concordia nel Signore tra fratelli abbia in sé un beneficio di gioia e di incoraggiamento all’interno della Chiesa e per questo cerca in tutti i modi di prevenire qualsiasi radice di cattiveria non trascurando nulla, nemmeno una contesa che c’era tra due sorelle che avevano lottato per il vangelo insieme a Paolo, a Clemente e agli altri collaboratori e che (probabilmente per questioni caratteriali) erano in quel momento, discordi e per aiutare queste due sorelle a tornare a lottare degnamente per la causa del Vangelo chiede l’aiuto ai fratelli maturi.

 

La forza della Chiesa è nella preghiera e per questo ora vuole trasmettere ai fratelli di Filippi (e a noi), quanto il fare conoscere a Dio ogni cosa, sia importante al fine di trovare riposo e mantenere un pensiero comune utile a preservare la Gioia che caratterizza la Chiesa.

 

Possiamo dividere questo breve brano in quattro sezioni:

- LA GIOIA FRUTTO DELLO SPIRITO SANTO     (4:4)

- L’IMMINENTE RITORNO DEL SIGNORE E I SUOI EFFETTI SUL CREDENTE  (4:5)

- UNA PREGHIERA EFFICACE E GIOIOSA ED I SUOI EFFETTI   (4:6-7)

- UN GIUSTO MODO DI PENSARE ED I SUOI EFFETTI (4:8-9)

 

***

LA GIOIA FRUTTO DELLO SPIRITO SANTO                                        

 

Rallegratevi sempre nel Signore.

Ripeto: rallegratevi.

Abbiamo visto come la concordia va ricercata nel Signore; così è anche per quanto riguarda la Gioia.

Anche perché, al di fuori che nel Signore, non è proprio possibile rallegrarsi!

Dio, il Creatore di tutto, il sovrano Signore dell'universo, il Santo e giusto Giudice di tutti, vuole che la nostra Gioia!

E vuole la nostra Gioia ancora più di quanto noi stessi la vogliamo.

Essendo il nostro Creatore (è Lui che ci ha fatti) sa anche esattamente come possiamo trovare la nostra Gioia, molto, molto meglio di quanto possiamo saperlo noi!

 

Ma dobbiamo imparare anche che gioire non è solo un sentimento, è soprattutto:

- un atto di fede

- un comandamento

- un atto di fede

 

E’ un atto di fede in quanto gioendo nel Signore noi dimostriamo (rendiamo visibile) la nostra Speranza, noi gioiamo perché sappiamo (ne siamo veramente consapevoli) che abbiamo già ottenuto le benedizioni spirituali in Cristo:

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.

In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio.

In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia, che egli ha riversata abbondantemente su di noi dandoci ogni sorta di sapienza e d'intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé, per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti.

Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra.

In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà, per essere a lode della sua gloria; noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo.

In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria.  (Efesini 1:3-14)

 

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile.

(1 Pietro 1:3-4)

Se veramente crediamo che Dio è Fedele, noi gioiamo perché queste realtà sono già nostre e “ne sentiamo già il profumo”!

 

- un comandamento

Più volte Dio ci comanda di gioire nel Signore.

E se gioire è un comandamento di Dio, il non gioire nel Signore è un peccato.

Ma essendo che i comandamenti del Signore non sono gravosi, vogliamo considerare i tanti motivi che abbiamo per adempiere con spontaneità a questo comandamento:

Nella lettera che stiamo studiando, Paolo ne ha rivelati alcuni, abbiamo visto come dobbiamo:

- gioire per la partecipazione al Vangelo    (1:3-11)

…ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un'opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. (Filippesi 1:6)

La nostra salvezza è un'opera di Dio che Egli stesso porterà a compimento, che immensa consolazione sapere che è Dio stesso che garantisce il buon esito alla nostra salvezza!

- gioire nel combattimento                               (1:12-30)

- gioire nell’umiltà                                                 (2:1-11)

Se dunque v'è qualche incoraggiamento in Cristo, se vi è qualche conforto d'amore, se vi è qualche comunione di Spirito, se vi è qualche tenerezza di affetto e qualche compassione, rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento. (Filippesi 2:1-2)

 

Paolo ci ha ricordato la consolazione, il conforto dell'amore, la comunione di Spirito, la tenerezza e la compassione che abbiamo da Dio e che dobbiamo vivere tra di noi.

- gioire nella santificazione                                (2:12-18)

- gioire nella condivisione                                  (2:19-30)

- gioire nella corsa cristiana                              (3:1 / 4:1)

- gioire nella concordia                                      (4:2-3)

 

- Abbiamo poi la promessa che Dio non ci lascerà e non ci abbandonerà.

- Abbiamo Cristo che sta alla Destra del Padre, che intercede per noi.

C'è veramente abbondanza di gioia alla presenza di Dio!

Chi dimora veramente in Cristo, può facilmente ubbidirea questo comandamento di gioire del continuo nel Signore!

 

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L’IMMINENTE RITORNO DEL SIGNORE E I SUOI EFFETTI SUL CREDENTE 

 

La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini.

Il Signore è vicino.

Proprio perché Dio è vicino e la nostra gloria (nella Sua Gloria) sta per essere manifestata, siamo chiamati a vivere una tale mansuetudine che sia visibile a tutti gli uomini intorno a noi.

Ma cosa si intende per “mansuetudine”?

In realtà la parola (epieikes) qui tradotta con “mansuetudine” non è la parola che solitamente viene tradotta con mansuetudine, ma significa più precisamente gentilezza, moderazione.

 

Gesù nel Suo sermone sulla montagna ha descritto cosa è la mansuetudine:

«Voi avete udito che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente".

Ma io vi dico: non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra; e a chi vuol litigare con te e prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello. Se uno ti costringe a fare un miglio, fanne con lui due.

Da' a chi ti chiede, e a chi desidera un prestito da te, non voltar le spalle.

Voi avete udito che fu detto: "Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico".

Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.

Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani?

E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto?

Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.  (Matteo 5:38-48)

 

Il significato vero di questa parola è quindi più prossimo all’autocontrollo., descrive un modo sobrio di vivere, che evita ogni tipo di eccesso, dovremmo quindi leggere:

            …il vostro vivere moderato sia noto a tutti gli uomini.

Perché, ricordiamoci che la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunciare all'empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù. (Tito 2:11-13)

 

Questa parola descrive quindi una vita esemplare alla luce del ritorno imminente di Cristo.

Vediamo un esempio di questo in Abramo, quando lasciò a Lot la parte che voleva (e Lot scelse la parte che sembrava migliore).

Abramo rimase tranquillo per quello che era rimasto per lui, non era turbato perché Lot sceglieva la parte che sembrava migliore.

Vivere così trasforma la vita, e diventa visibile a tutti intorno a noi.

Dio ci chiama a vivere così in ogni situazione, e ci chiama a farlo davanti a tutti gli uomini!

Questo perché il mondo ci guarda e noi stessi ci notiamo gli uni gli altri.

Notiamo le persone intorno a noi, notiamo come vivono, come reagiscono...

Dio ci comanda di vivere in tale modo che la nostra mansuetudine, la nostra moderazione e autocontrollo, sia nota a tutti gli uomini.

In altre parole, tutte le persone intorno a noi dovrebbero vedere che siamo così.

Dobbiamo sempre ricordarci che noi che siamo credenti, siamo la luce del mondo e il vivere in modo che la nostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini è una parte centrale di come essere luce, è la nostra testimonianza pratica!

E importante proclamare il Vangelo di Gesù Cristo ma è altrettanto importante rendere Cristo visibile nella nostra vita!

 

Per questo l’apostolo Pietro ci esorta così:

Carissimi, io vi esorto, come stranieri e pellegrini, ad astenervi dalle carnali concupiscenze che danno l'assalto contro l'anima, avendo una buona condotta fra i pagani, affinché laddove sparlano di voi, chiamandovi malfattori, osservino le vostre opere buone e diano gloria a Dio nel giorno in cui li visiterà. (1 Pietro 2:11-12)

Un buon motivo per il quale possiamo incoraggiarci e trovare forza in questa attività di moderazione e autocontrollo e sapere che il Signore è vicino.

Il Signore è vicino in quanto non siamo soli, infatti Gesù disse:

…io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente. (Matteo 28:20)

 

Ed è vicino per mezzo dello Spirito Santo:

…io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi.

Non vi lascerò orfani; tornerò da voi. (Giovanni 14:16-18)

Dio è con noi, non ci lascerà o abbandonerà.

Dobbiamo ricordarci che Dio è vicino ed ha pienamente il controllo di ogni cosa e noi, in Lui, siamo più che vincitori:

 

Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.

Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati.

Che diremo dunque riguardo a queste cose?

Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?

Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica.

Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi.

Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Com'è scritto: «Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello».
Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore. 
(Romani 8:28-39)

 

E’ veramente molto meglio avere grandi prove e difficoltà con il Signore vicino a noi, che avere circostanze tranquille ma non avere Dio con noi!

O, per dirla come i figli di Core:

Un giorno nei tuoi cortili val più che mille altrove.

Io preferirei stare sulla soglia della casa del mio Dio, che abitare nelle tende degli empi. (Salmo 84:10)

Spesso manchiamo di gioia perché non riflettiamo sull'immensità del dono di avere il Signore vicino!

Ma il Signore non solo è vicino (in senso di vicinanza personale), è anche vicino in quanto prossimo al ritorno e questo è un altro buon motivo per esercitare la nostra mansuetudine, la nostra moderazione ed il nostro autocontrollo, infatti Giacomo scrive:

Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore.

Osservate come l'agricoltore aspetta il frutto prezioso della terra pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia della prima e dell'ultima stagione.

Siate pazienti anche voi; fortificate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. (Giacomo 5:7-8)

 

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UNA PREGHIERA EFFICACE E GIOIOSA ED I SUOI EFFETTI            

Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti.

E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.

 

Allo stato di ansia (tipico di chi non ha speranza o crede in un Dio impotente), Paolo oppone la preghiera fatta con fedeltà e ringraziamento (tipica di chi ha un Dio Vivente e Potente), utile al raggiungimento di quello stato di mansuetudine, moderazione e autocontrollo, che si raggiunge sapendo che il Signore è vicino (per vicinanza personale e per vicinanza temporale).

Qualunque sia la situazione che stiamo vivendo, non serve stare in ansia, anzi, spesso lo stato d’ansia aggrava la situazione stessa.

Paolo ci insegna invece come dobbiamo affrontare le situazioni difficili, anzi ogni situazione: non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti.

Questo è possibile perché il Signore stesso è vicino a noi ed ha pienamente il controllo di tutte le tue circostanze e il Signore Gesù Cristo (il nostro Sommo Sacerdote) è alla destra del Padre proprio per questo:

Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. (Ebrei 4:15)

 

Quindi, tramite la preghiera (proseuche= accostarsi) e le suppliche (deesei=richiesta di una risposta ad un bisogno), possiamo portare ogni peso a Dio.

Possiamo (con la nostra mansuetudine) portare ogni peso a Lui, e lasciare i pesi ai suoi piedi (non riportarceli indietro dopo averglieli fatti conoscere), dobbiamo lasciarli lì, anzi gettarli:

Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli v’innalzi al tempo opportuno, gettando su di lui ogni vostra sollecitudine, perché egli ha cura di voi.  (1 Pietro 5:6-7)

 

Restare in ansia è dubitare della cura e dell'amore di Dio!

È pensare che Dio non sa quello che sta facendo, è un atto di incredulità!

Restare in ansia è quindi un peccato anche perché rivela che stiamo cercando la gioia nelle circostanze, anziché in Dio e stiamo fallendo lo scopo della cura di Dio per noi!

Quando l’ansia ci assale, una gran parte della cura sta nel cercare il Signore che è vicino, guardare di nuovo a Dio e farGli conoscere le nostre richieste (aitemata=richieste precise e specifiche) in preghiere e suppliche, non dimenticando un dettaglio fondamentale: accompagnate da ringraziamenti (eucharistias).

Paolo ci insegna quindi ad accompagnare le nostre richieste con ringraziamenti.

Il ringraziare porta Gloria a Dio ma incoraggia anche noi stessi, in quanto ringraziandoLo ci ricordiamo tutti i benefici che abbiamo già ricevuto e accresciamo la nostra fede nelle Sue promesse e la nostra preghiera ne è sicuramente rafforzata nella fede.

Dobbiamo imparare a ringraziare Dio in ogni situazione, per la cura materiale, ma molto, molto di più per le Sue promesse, per la Sua presenza, per la Sua potenza, per il Suo amore.

Un cuore che abbonda in ringraziamento è un cuore che sarà pieno di gioia!

  

…E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.

Quando portiamo ogni peso a Dio e accompagniamo ogni richiesta con ringraziamento, la pace di Dio custodirà i nostri cuori e le nostri menti, in Cristo Gesù.

Quando parliamo della Pace di Dio, dobbiamo considerare che non è come la pace degli uomini, Gesù infatti disse:

Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà.

Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti.  (Giovanni 14:27)

La pace degli uomini è debole, instabile, non arriva mai a custodire il cuore e prima o poi, al suo cessare, porta turbamento e sgomento (scoraggiamento).

La Pace di Dio supera ogni intelligenza, ovvero è una pace che la mente umana non riesce nemmeno a concepire.

La Pace di Dio è più profonda di qualsiasi prova!

La Pace di Dio è più grande delle difficoltà più terribili, può confortare il cuore in qualsiasi momento.

Il risultato della Pace di Dio è la custodia sicura del cuore e della mente!

 

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 UN GIUSTO MODO DI PENSARE ED I SUOI EFFETTI                              

Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri.

Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e viste in me, fatele; e il Dio della pace sarà con voi.

Paolo in questi versi ci sta insegnando che pensare alle cose giuste e buone e vere è una scelta!

Non dobbiamo sperare che succederà per caso chissà quale cambiamento di pensiero…

 Ogni giorno dobbiamo scegliere a cosa pensare e questo avrà degli effetti.

E Dio, attraverso Paolo, ci comanda di pensare ed a farne l’oggetto dei nostri pensieri:

…tutte le cose vere (alethe=oneste e certe)

Le prime cose che dovrebbero riempire i nostri pensieri, sono le cose vere.

Le cose vere sono quelle reali, non finte, non virtuali (ed oggi, nell’era del digitale, sappiamo bene di cosa stiamo parlando).

Il mondo è pieno di tante menzogne e di promesse vuote.

Il mondo insegna che la bellezza, il sesso, il divertimento, e le cose materiali possono soddisfare ma questa è una menzogna.

Queste cose possono dare una soddisfazione superficiale, ma non possono mai soddisfare il cuore.

Da persone spirituali dovremmo avere imparato che le cose reali non sono più le cose che si vedono e si toccano ma sono le cose che fanno parte del Regno di Dio (che al momento non si vede e non si tocca), leggiamo come dovremmo imparare a distinguere le cose:

 

Non ti affannare per diventare ricco; smetti di applicarvi la tua intelligenza. Vuoi fissare lo sguardo su ciò che scompare?

Poiché la ricchezza si fa delle ali, come l'aquila che vola verso il cielo. (Proverbi 23:4-5)

…abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.  (2 Corinzi 4:18)

                       

Per questo Paolo pregava così per questi fratelli:

…prego che il vostro amore abbondi sempre più in conoscenza e in ogni discernimento, perché possiate apprezzare le cose migliori, affinché siate limpidi e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio. (Filippesi 1:9-11)

Per pensare alle cose vere, bisogna quindi riconoscere che molte delle cose a cui pensa il mondo sono false.

Per pensare alle cose vere, bisogna anche impegnarci per conoscere la Verità.

Paolo sapeva molto bene di cosa stava parlando e dell’importanza di avere una profonda conoscenza della Verità, per questo pregava così:

…non smetto mai di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente; egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi, e qual è verso di noi, che crediamo, l’immensità della sua potenza.  (Efesini 1:16-19)

 

…tutte le cose onorevoli (semma=dignitose, meritevoli)

Quando Paolo parla delle cose onorevoli, ci vuole trasmettere l’idea circa le cose di valore.

Dobbiamo imparare a saper scegliere le cose più preziose, quelle che hanno più valore nel Regno dei cieli, per non avere un danno il giorno di Cristo:

Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.

Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra.

Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra; poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù.

Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno.

Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco.  (1 Corinzi 3:9-15)

La parola che qui viene tradotta come “onorevole” viene anche tradotta in altri brani come “dignitoso”:

Allo stesso modo i diaconi devono essere dignitosi…              (1 Timoteo 3:8)

Allo stesso modo siano le donne dignitose…   (1 Timoteo 3:11)

…i vecchi siano sobri, dignitosi…   (Tito 2:2)

 

Questa parola greca, che viene tradotta come “dignitoso” o come “onorevole”, trova radice in una parola che vuol dire “adorazione”, “avere riverenza”.

Quindi si tratta delle cose dignitose, le cose che meritano onore, le cose a cui possiamo pensare con riverenza e per capire meglio queste cose, consideriamo quello che sarebbe il contrario, ovvero le cose sciocche e superficiali.

In quest’ottica possiamo comprendere a cosa si riferisce Paolo in questo brano della lettera agli efesini:

Come si addice ai santi, né fornicazione, né impurità, né avarizia, sia neppure nominata tra di voi; né oscenità, né parole sciocche o volgari, che sono cose sconvenienti; ma piuttosto abbondi il ringraziamento.  (Efesini 5:3-4)

Chi pensa alle cose onorevoli pensa alle cose che onorano Dio.

 

…tutte le cose giuste (giuste secondo gli standards divini)

Se pensiamo alla giustizia, la prima verità che viene in mente è che eravamo condannati, colpevoli.

Dio ha mandato Gesù Cristo per prendere il nostro peccato.

Egli è diventato la nostra giustizia. Siamo stati giustificati in Cristo.

Quali sono quindi le cose giuste?

Le cose giuste sono tutte le cose che sono conformi alla giustizia di Dio!

Il pensiero per le cose giuste si addice ai giusti, è una sorta di specializzazione, vediamo questa attività ancora oggetto dell’esortazione finale della Scrittura:

Chi è ingiusto continui a praticare l'ingiustizia; chi è impuro continui a essere impuro; e chi è giusto continui a praticare la giustizia, e chi è santo si santifichi ancora».  (Apocalisse 22:11)

Per chi ha conosciuto Il Giusto, la Giustizia è amata, ambita, cercata, desiderata, non per diventare semplicemente giusto ma perché Essa fa già parte del suo destino eterno ed è attratto da tutte le cose in armonia con la giustizia; in armonia con quello che è gradito a Dio, con quel che dobbiamo al prossimo, e con quel che dobbiamo a noi stessi.

 

…tutte le cose pure (haghna=sano, non mischiato, integro)

La parola usata qui per “puro” proviene dalla stessa radice della parola che vuol dire “santo”, quindi “senza macchia”, “senza impurità”.

Indica quindi le cose che non sono macchiate dal peccato.

Quando Paolo parla delle cose pure, intende quindi tutte le cose incorrotte, inalterabili, eterne, facenti parte delle cose del Regno di Dio, incontaminate dal peccato.

Noi siamo chiamati da Dio non solo a vivere nella purezza, ma anche a pensare cose pure e a non contaminarle con pensieri mondani o soggetti alla corruzione.

 

…tutte le cose amabili (prosphile=che promuove la pace e non il confilitto)

Le cose amabili sono quelle che portano ed ispirano Amore, amore cristiano.

La parola tradotta qui come “amabile” vuol dire qualcosa di “prezioso”.

E la cosa più preziosa che il Signore Gesù ha è la Sua Sposa, la Chiesa, quindi i pensieri che portano beneficio alla Chiesa devono essere i pensieri di cui dobbiamo occuparci, pensieri che edificano e conferiscono Grazia a chi le ascolta.

  

…tutte le cose di buona fama (euphema=costruttivo, edificante)

La buona fama alla quale Paolo fa riferimento è quella del Regno di Dio non quella di questo mondo.

Ci sono cose di buona fama nel Regno dei cieli, per esempio possiamo ricordare l’esempio dei fratelli di Tessalonica:

…da voi la parola del Signore ha echeggiato non soltanto nella Macedonia e nell'Acaia, ma anzi la fama della fede che avete in Dio si è sparsa in ogni luogo, di modo che non abbiamo bisogno di parlarne.  (1 Tessalonicesi 1:8)

Le cose di buona fama sono le cose per le quali ciascuno riceverà approvazione da Dio nel giorno di Cristo, queste sono le cose a cui dovremmo pensare.

 

…tutte le cose in cui è qualche virtù (aretè=impegno, eccellenza) e qualche lode (epainos=approvazione)

Le virtù (l’impegno) alle quali Paolo fa riferimento, le troviamo elencate da Pietro:

La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù.

Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza.

Voi, per questa stessa ragione, mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza l'autocontrollo; all'autocontrollo la pazienza; alla pazienza la pietà; alla pietà l'affetto fraterno; e all'affetto fraterno l'amore.

Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo. Ma colui che non ha queste cose, è cieco oppure miope, avendo dimenticato di essere stato purificato dei suoi vecchi peccati. Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a render sicura la vostra vocazione ed elezione; perché, così facendo, non inciamperete mai. In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.  (2 Pietro 1:3-11)

 

E questo impegno è anche oggetto di lode, infatti Paolo conclude quest’elenco con il comandamento di Dio di pensare alle cose in cui c’è qualche lode (motivo di approvazione).

Dio approva l’uomo che cammina per fede, a Lui non interessa quanto è grande l’Opera che stiamo portando avanti, a Dio interessa la nostra fedeltà:

Del resto, quel che si richiede agli amministratori è che ciascuno sia trovato fedele.   (1 Corinzi 4:2)

Quando un uomo è fedele nel compiere quello che Dio vuole, allora, quello è qualcosa in cui c’è lode.

 

Chiaramente, per riempire i nostri pensieri con questi pensieri ripieni di benedizione, dobbiamo leggere e studiare fedelmente la Parola di Dio, dobbiamo destinare del tempo per la comunione con altri credenti, tempo in cui parliamo delle cose di Dio e qui dobbiamo metterci tutto il nostro impegno.

 

Pensare a queste cose vuole dire anche non passare e ripassare i nostri problemi.

Vuol dire non pensare e ripensare alle cose ingiuste che succedono.

Vuol dire non pensare a quello che ci preoccupa, che ci assilla.

È importante che riconosciamo che quello che pensiamo è una scelta nostra.

Possiamo scegliere di pensare alle cose negative, oppure, possiamo scegliere di pensare alle cose giuste e veraci e in cui c'è qualche virtù e lode.

Questo atteggiamento è anche insegnato dalla scienza di questo mondo che porta ad ottenere una pace di questo mondo, che non dura; ma se investiamo i nostri pensieri nei pensieri spirituali, celesti, veri, onorevoli, puri, amabili, giusti, di buona fama, portatori di virtù e lode, ne riceveremo in cambio una Pace divina con tutte le caratteristiche di ciò che è divino!

 

…Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e viste in me, fatele; e il Dio della pace sarà con voi.

Abbiamo visto un elenco delle cose a cui siamo chiamati a pensare; queste cose dovrebbero essere l’oggetto dei nostri pensieri giorno per giorno, infatti la vita cristiana implica il pensare in modo corretto ma include anche il compiere azioni degne.

Per vivere così dobbiamo considerare attentamente la nostra vita e riconoscere quelle situazioni che ci portano a pensare alle cose sbagliate, oppure, che ci ostacolano dal pensare alle cose giuste.

Abbiamo già visto in Filippesi 3:17 che siamo chiamati a imitare quei credenti che camminano bene e Paolo chiude questa esortazione proponendosi come esempio, Paolo non è un uomo di sole parole, è un uomo di sostanza e di vita vissuta!

Egli camminava come parlava; era un uomo coerente (degno di come insegnava) e ci chiede di imitare il suo cammino, per ottenere quello che lui stesso aveva ottenuto, La Pace di Dio, anche se era in carcere e nell’isolamento quasi totale.

La pace di Dio vale più di tutte le ricchezze del mondo.

La pace di Dio vale più di persone preziose.

La pace di Dio vale di più della buona salute.

La pace di Dio vale di più della libertà.

La pace di Dio vale di qualsiasi successo terreno.

Tutto questo è una grande motivo di gioia che possiamo realizzare scoprendo il valore e la potenza rigeneratrice di una preghiera efficace, viva, attiva, utile e ristoratrice.

  Gianni Marinuzzi