LETTERA DI PAOLO AI FILIPPESI -

Incoraggiamento a vivere la vita cristiana

 

 

SALUTO

 

Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù,

a tutti i santi in Cristo Gesù che sono in Filippi,

con i vescovi e con i diaconi,

grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo.

 (Filippesi 1:1-2)

 

***

 

Paolo…

Paolo si presenta in modo molto confidenziale, ma non dobbiamo dimenticare che egli era comunque un apostolo a tutti gli effetti, in quanto aveva visto Gesù risorto, aveva ricevuto direttamente da Lui il mandato ed aveva ricevuto direttamente da Lui il Vangelo:

non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della grazia di Dio.  (Atti 20:24)

Paolo, servo di Cristo Gesù, chiamato a essere apostolo, messo a parte per il vangelo di Dio… (Romani 1:1)

Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane…  (1 Corinzi 11:23)

 

Paolo, apostolo non da parte di uomini né per mezzo di un uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti… (Galati 1:1)

Vi dichiaro, fratelli, che il vangelo da me annunciato non è opera d'uomo; perché io stesso non l'ho ricevuto né l'ho imparato da un uomo, ma l'ho ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo.  (Galati 1:11-12)

 

Senza dubbio avete udito parlare della dispensazione della grazia di Dio affidatami per voi; come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero, di cui più sopra vi ho scritto in poche parole; leggendole, potrete capire la conoscenza che io ho del mistero di Cristo.  (Efesini 3:2-4)

E Paolo dichiara addirittura che Dio lo aveva prescelto ancora prima della sua nascita:

Dio che m'aveva prescelto fin dal seno di mia madre e mi ha chiamato mediante la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché io lo annunciassi fra gli stranieri.  (Galati 1:15-16)

E dobbiamo quindi considerare che il Signore si servì di Paolo preparandolo per questo specifico ministerio.

Dobbiamo quindi credere che quando Paolo è stato salvato, ha ricevuto i suoi doni spirituale che ha usato per l’edificazione della Chiesa, ma Dio si è anche servito delle sue capacità e delle esperienze che Paolo aveva già sviluppate prima della sua conversione.

 

…e Timoteo…

Timoteo, era conosciuto a Filippi in quanto compagno di Paolo nel secondo viaggio missionario, quando giunse nella città in seguito alla visione del macedone ricevuta in Asia (cfr Atti 16).

Successivamente Timoteo era tornato in Macedonia (cfr Atti 19:22), e Paolo si proponeva di rimandarlo adesso (cfr Filippesi 2:19-23), constatato il suo affetto particolare per i filippesi:

Infatti non ho nessuno di animo pari al suo che abbia sinceramente a cuore quel che vi concerne.  (Filippesi 2:20)

 

…servi di Cristo Gesù…

Paolo, in questa lettera non si definisce “apostolo”, ma semplicemente “servo di Cristo” con Timoteo.

In questa lettera, Paolo non ha bisogno di avvalersi della propria autorità spirituale, è una lettera personale che ha poco di ufficiale, è intima, palpitante di affetto fraterno.

Paolo non abusa dei suoi titoli; che esempio per molti “titolati”, egli sa dove presentarsi come apostolo (cfr Galati e Corinzi) in quanto necessita, al fine della giusta causa della sana dottrina, far valere l’autorità e sa dove non è il caso di abusarne (cfr Filippesi e Filemone).     

Paolo e Timoteo, si definiscono entrambi servi di Cristo, in conformità al concetto che Paolo più volte descrive:

- sotto forma di servizio

Ma sia ringraziato Dio perché eravate schiavi del peccato ma avete ubbidito di cuore a quella forma d'insegnamento che vi è stata trasmessa; e, liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia. 

Parlo alla maniera degli uomini, a causa della debolezza della vostra carne; poiché, come già prestaste le vostre membra a servizio dell'impurità e dell'iniquità per commettere l'iniquità, così prestate ora le vostre membra a servizio della giustizia per la santificazione. 

Perché quando eravate schiavi del peccato, eravate liberi riguardo alla giustizia. 

Quale frutto dunque avevate allora?

Di queste cose ora vi vergognate, poiché la loro fine è la morte. 

Ma ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, avete per frutto la vostra santificazione e per fine la vita eterna; perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.  (Romani 6:17-23)

 

- sotto forma di appartenenza (proprietà)

  E voi siete di Cristo; e Cristo è di Dio.  (1 Corinzi 3:23)

Poiché colui che è stato chiamato nel Signore, da schiavo, è un affrancato del Signore; ugualmente colui che è stato chiamato mentre era libero, è schiavo di Cristo. Voi siete stati riscattati a caro prezzo; non diventate schiavi degli uomini.

(1 Corinzi 7:22-23)

 

- sotto forma di identificazione in Cristo

Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.  (Filippesi 2:5-8)

 

Ma dobbiamo constatare che non c’è proprio alcuna voglia di essere servi di nessuno, forse perché quello che facciamo veramente fatica a comprendere è la responsabilità e la importanza di essere servi.

 

Possiamo riflettere su due esempi:

- l’esempio naturale:

Quando pensiamo ad una famiglia, con genitori e figli, una famiglia abbastanza normale, chiaramente i genitori sono più maturi dei figli.

Allora, facendo il confronto fra un bambino piccolo, da 2 a 8 anni, e la mamma, quali sono alcune delle differenze fra loro?

Perché la mamma è matura e il bimbo no?

Il bimbo pensa quasi sempre a se stesso, e a quello che vuole, e a come vuole giocare.

La mamma, quasi tutto il giorno, pensa alla famiglia, al marito, al bimbo, alla pulizia, ai pasti, al bucato, alla stiratura, pensa a come curare il bimbo quando sta male, pensa alle cose che il bimbo deve imparare, pensa a preparare le cose che servono al marito e al bimbo.

In altre parole, una buona mamma (come un buon padre), è un servo.

 

I figli, di natura, essendo ancora immaturi, pensano solo a loro stessi. Non vogliono essere servi e quindi una parte principale della crescita e la maturità di un bambino è che egli diventi sempre più un servo.

Quando vediamo un adulto che pensa solo a sé, lo vediamo come immaturo mentre vediamo come più matura una persona che pensa molto agli altri.

Vediamo questo negli uomini e lo vediamo anche negli animali.

 

Dio ha creato la natura in modo che ci insegni che la maturità vuol dire essere un servo; la vera maturità è essere un servo.

  

- l’esempio spirituale di Gesù:

Se poi guardiamo l’esempio di Gesù Cristo che è l’esempio che dobbiamo seguire in ogni cosa, comprendiamo fino a che punto si può spingere un servo di Dio.

Gesù, il Sommo Pastore disse:

Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore.

Il mercenario, che non è pastore, a cui non appartengono le pecore, vede venire il lupo, abbandona le pecore e si dà alla fuga, e il lupo le rapisce e disperde.

Il mercenario si dà alla fuga perché è mercenario e non si cura delle pecore.

Io sono il buon pastore, e conosco le mie, e le mie conoscono me, come il Padre mi conosce e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore.  (Giovanni 10:11-15)

Gesù, che è l’esempio perfetto di maturità, e l’esempio perfetto da imitare, ha dato sé stesso per noi e ci ha dato anche una chiarissima spiegazione circa la profonda differenza che deve caratterizzare il servo spirituale:  

Ma Gesù, chiamatili a sé, disse: «Voi sapete che i prìncipi delle nazioni le signoreggiano e che i grandi le sottomettono al loro dominio. Ma non è così tra di voi: anzi, chiunque vorrà essere grande tra di voi, sarà vostro servitore; e chiunque tra di voi vorrà essere primo, sarà vostro servo; appunto come il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti».  (Matteo 20:25-28)

 

Gesù intima specificamente che il nostro ruolo è quello di servire, questo è il vero modo di essere grandi nel regno di Dio.

La vera maturità spirituale si manifesta nel servizio, pensando ai bisogni e al bene degli altri. Più maturo è un credente, più quel credente si impegnerà a cercare sempre il bene degli altri.

Quando pensiamo ai doni spirituali che Dio dà a ciascun credente, è importante capire il perché Dio ci dà dei doni:

 

Ora vi è diversità di doni, ma vi è un medesimo Spirito.

Vi è diversità di ministeri, ma non v’è che un medesimo Signore.

Vi è varietà di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti.

Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune. (1 Corinzi 12:4-7)

 

Lo scopo dei doni spirituali che riceviamo da Dio è per il bene comune!

Pietro infatti conferma questo:

Come buoni amministratori della svariata grazia di Dio, ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto, lo metta a servizio degli altri.  (1 Pietro 4:10)

Perciò, sia dalla natura, sia dall' esempio biblico, vediamo che Dio vuole che siamo servi, che ci dedichiamo a servire e Paolo e Timoteo era servi di Cristo Gesù.

Dobbiamo inoltre considerare che quando un essere umano diventa figlio di Dio veramente, mette a morte la sua tendenza naturale di essere egoista e assume un nuovo modo di pensare, cioè, si vede come un servo e comincia ad esperimentare quanto sia vero quello che insegna la Scrittura:

In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”».  (Atti 20:35)

 

Per sperimentare la Gioia spirituale bisogna imparare a dare anziché ricevere.

Infatti quando uno serve, quando uno dà, di cuore, senza calcolarne il costo, sarà il Signore a colmare la sua vita di benedizioni:

Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso.

E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.

Allora il re dirà a quelli della sua destra: “Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v’è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi”.

Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?”

E il re risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”.  (Matteo 25:31-40)

 

Poi ci sono i falsi servitori, quelli che, all’interno della chiesa, forti della loro posizione “amano farsi servire”, di questi personaggi troviamo ampie descrizioni:

Figlio d'uomo, profetizza contro i pastori d'Israele; profetizza, e di' a quei pastori: Così parla il Signore, DIO: "Guai ai pastori d'Israele che non hanno fatto altro che pascere se stessi! Non è forse il gregge quello che i pastori debbono pascere? Voi mangiate il latte, vi vestite della lana, ammazzate ciò che è ingrassato, ma non pascete il gregge. Voi non avete rafforzato le pecore deboli, non avete guarito la malata, non avete fasciato quella che era ferita, non avete ricondotto la smarrita, non avete cercato la perduta, ma avete dominato su di loro con violenza e con asprezza. Esse, per mancanza di pastore, si sono disperse, sono diventate pasto di tutte le bestie dei campi, e si sono disperse. Le mie pecore si smarriscono per tutti i monti e per ogni alto colle; le mie pecore si disperdono su tutta la distesa del paese, e non c'è nessuno che se ne prenda cura, nessuno che le cerchi!

Perciò, o pastori, ascoltate la parola del SIGNORE! Com'è vero che io vivo", dice il Signore, DIO, "poiché le mie pecore sono abbandonate alla rapina; poiché le mie pecore, che sono senza pastore, servono di pasto a tutte le bestie dei campi, e i miei pastori non cercano le mie pecore; poiché i pastori pascono se stessi e non pascono le mie pecore, perciò, ascoltate, o pastori, la parola del SIGNORE! Così parla il Signore, DIO: Eccomi contro i pastori; io domanderò le mie pecore alle loro mani; li farò cessare dal pascere le pecore; i pastori non pasceranno più se stessi; io strapperò le mie pecore dalla loro bocca ed esse non serviranno più loro di pasto".  (Ezechiele 34:2-10)

 

Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue.

Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli.

Perciò vegliate, ricordandovi che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime.  (Atti 20:28-31)

 

Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; fui straniero e non m'accoglieste; nudo e non mi vestiste; malato e in prigione, e non mi visitaste".

Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto aver fame, o sete, o essere straniero, o nudo, o ammalato, o in prigione, e non ti abbiamo assistito?"

Allora risponderà loro: "In verità vi dico che in quanto non l'avete fatto a uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me".

Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna».  (Matteo 25:41-46)

 

Dobbiamo quindi veramente impegnarci ad essere veri servi di Cristo, cercando il bene degli altri, dedicandoci all' edificazione della chiesa e il progresso del regno di Dio!

E per fare questo, bisogna impegnarci ed avere autodisciplina; tutto questo non è facoltativo, essere sempre più servi di Cristo è una parte centrale della vera vita cristiana.

E’ la vera “cartina tornasole” per comprendere se stiamo crescendo spiritualmente.

Chiaramente servire vuol dire non fare quello che piace alla mia carne, non fare quello che potrebbe servire a me.

Servire vuol dire pensare ai bisogni degli altri, vuol dire pensare al bene comune, vuole dire non cercare di gestire autonomamente la propria vita ma essere disponibili e pronti a fare la volontà di Dio.

 

…a tutti i santi in Cristo Gesù in Filippi…

Il termine “santi” (haghioi), significa “messi da parte”.

I santi sono pertanto persone separate dalla massa, messe da parte per essere qualcosa d’altro, per un compito particolare.

Paolo vuole identificare tutti i fratelli di Filippi che, essendo raccolti in Cristo Gesù, sono separati dalla restante popolazione dedita al male, sono stati consacrati al bene.

Per comprendere meglio il concetto di santità, possiamo considerare che la parola “santi”, nel singolare, “santo”, è una parola molto importante; innanzi tutto è la qualità di Dio più nominata nella Scrittura.

Ma se “santo” è una parola che vuole dire “messo da parte per un uso speciale” possiamo vedere cosa intendeva Dio quando spiegava che certe cose dovevano essere riservate ad un uso santo, cioè, riservate per il Signore:

 

- Il luogo intorno al pruno che bruciava senza consumarsi era santo, cioè, riservato al Signore:

L’angelo del SIGNORE gli apparve in una fiamma di fuoco, in mezzo a un pruno. Mosè guardò, ed ecco il pruno era tutto in fiamme, ma non si consumava.

Mosè disse: «Ora voglio andare da quella parte a vedere questa grande visione e come mai il pruno non si consuma!»

Il SIGNORE vide che egli si era mosso per andare a vedere.

Allora Dio lo chiamò di mezzo al pruno e disse: «Mosè! Mosè!»

Ed egli rispose: «Eccomi». Dio disse: «Non ti avvicinare qua; togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo sacro». (Esodo 3:2-5)

 

- Quando Dio diede gli ordine a Mosè su come costruire il Tabernacolo, spiegò che c’era un posto santissimo, riservato per la sua presenza:

Metterai il velo sotto i fermagli; e lì, di là dal velo, introdurrai l’arca della testimonianza; quel velo sarà per voi la separazione del luogo santo dal santissimo. (Esodo 26:33)

 

- I sacerdoti di Israele erano santi, cioè, riservati a Dio:

Saranno santi per il loro Dio e non profaneranno il nome del loro Dio, poiché offrono al SIGNORE i sacrifici consumati dal fuoco il pane del loro Dio; perciò saranno santi.

Non sposeranno una prostituta, né una donna disonorata; non sposeranno una donna ripudiata da suo marito, perché sono santi per il loro Dio. (Levitico 21:6-7)

 

- Dio ordinò che le decime della terra fossero riservate per lui:

Ogni decima della terra, sia delle raccolte del suolo, sia dei frutti degli alberi, appartiene al SIGNORE; è cosa consacrata al SIGNORE.  (Levitico 27:30)

 

- Quando Salomone costruì il Tempio, la Gloria del Signore riempì il Tempio, per dimostrare che era per suo uso:

Mentre i sacerdoti uscivano dal luogo santo, la nuvola riempì la casa del SIGNORE…  (1 Re 8:10)

 

- Il popolo stesso di Israele era stato scelto da Dio per essere santo, cioè, un tesoro particolare, fra tutti i popoli della terra; dovevano tenersi puri e sempre riservati a Dio, come una donna dove mantenersi pura per suo marito, e un marito deve mantenersi puro per sua moglie:

Ascoltiamo qualche brano che parla di questo ruolo speciale di Israele, come il santo popolo di Dio.

Infatti tu sei un popolo consacrato al SIGNORE tuo Dio. Il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra.  (Deuteronomio 7:6)

…mi sarete un regno di sacerdoti, una nazione santa". Queste sono le parole che dirai ai figli d’Israele». (Esodo 19:6)

 

Mi sarete santi, poiché io, il SIGNORE, sono santo e vi ho separati dagli altri popoli perché foste miei. (Levitico 20:26)

 

Dio è un Dio santo.

Chi si avvicina a Dio, deve essere santo, altrimenti sarà distrutto.

Nessuno può avvicinarsi a Dio se è coperto dei propri peccati.

Dio è un fuoco che consuma.

Dio nella sua santità non accetta l’uomo peccatore.

Allora essere santo è prima di tutto una posizione legale, ovvero nel Tribunale di Dio essere un santo significa essere un giustificato, dichiarato innocente.

 

Quando Paolo parla ai “santi in Cristo Gesù”, intende quindi coloro che sono stati legalmente dichiarati santi, essendo stati coperti con la santità di Cristo e chi è santo ha il privilegio di avere libero accesso a Dio:

Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù, per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne, e avendo noi un grande sacerdote sopra la casa di Dio, avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell’aspersione che li purifica da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. (Ebrei 10:19-22)

 

Non esiste privilegio al mondo paragonabile al privilegio di avere libero accesso al SIGNORE Dio.

Tristemente, tante persone “non sante” vivono una menzogna, credendo che Dio ascolti tutti e questo vale anche per quanto riguarda il contenuto di questa lettera di Paolo.

La Gioia spirituale di cui parlerà Paolo non potranno mai sperimentarla.

Chi non è un santo in Cristo, è ancora coperto dalla condanna del suo peccato, e perciò, le sue preghiere non arrivano a Dio.

Chi è santo gode di una eredità eterna e Paolo pregava per i credenti affinché possano conoscere quello che hanno in Cristo:

 

…Egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi, e qual è verso di noi, che crediamo, l’immensità della sua potenza. (Efesini 1:18-19)

 Allora, chi è santo ha:

- libero accesso a Dio;

- un tesoro eterno come eredità.

 Ma solo “in Cristo” si può essere santo.

Gesù parlava del fatto di essere “in Cristo” come essenziale per la salvezza ed usava il termine: “dimorare in me” per descrivere questa condizione:

 

Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo. Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più.

Voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunziata.

Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me.

Io sono la vite, voi siete i tralci.

Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla.

Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano.  (Giovanni 15:1-6)

 

Santo vuole quindi anche dire separato dal peccato, riservato esclusivamente per Dio, essere puro, essere dedicato totalmente a Dio, essere un possesso speciale che Dio si è acquistato, per questo Pietro scrive:

Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa…  (1 Pietro 2:9)

 

Ma dobbiamo anche considerare come l’essere santi implica di fatto la ricerca della santificazione:

Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore… (Ebrei 12:14)

Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.

Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è. E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com’egli è puro. (1 Giovanni 3:1-3)

 

Abbiamo intravisto i meravigliosi benefici per chi è un santo.

Abbiamo visto che l’unico modo di essere un santo è di essere “in Cristo”, cioè, uniti a Cristo ed abbiamo compreso che solo dimorando in Cristo si può essere un santo.

Allora, quando consideriamo che una persona è un santo, tutto il merito va a Cristo, ma non dobbiamo con questo dire che la persona non è responsabile davanti a Dio.

Infatti, se il privilegio di essere un santo è grande, è anche grande la responsabilità che comporta davanti a Dio.

 

Ricordiamoci di cosa scrive Pietro:

…ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo». (1 Pietro 1:15-16)

Quando una persona è veramente in Cristo, ci saranno dei chiari frutti.

Senza questi frutti, è molto probabile che la persona non sia veramente in Cristo, per questo abbiamo questi insegnamenti che ci aiutano ad esaminarci:

Infatti quelli che sono secondo la carne, pensano alle cose della carne; invece quelli che sono secondo lo Spirito, pensano alle cose dello Spirito.

Ma ciò che brama la carne è morte, mentre ciò che brama lo Spirito è vita e pace; infatti ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo; e quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio. (Romani 8:5-8)

 

Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste.

Ma se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge.

Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.

Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c’è legge.

Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. (Galati 5:17-24)

 

Chiunque rimane in lui non persiste nel peccare; chiunque persiste nel peccare non l’ha visto, né conosciuto. (1Giovanni 3:6)

Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare perché è nato da Dio.

In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio; come pure chi non ama suo fratello.  (1 Giovanni 3:9-10)

 Chi è veramente in Cristo non rimane nel peccato;

chi rimane nel peccato non è veramente in Cristo.

La santità, per uno che è in Cristo, è essenziale, non è facoltativa.

Chi non cresce nella santità dimostra di non essere veramente in Cristo.

Quindi, essere in Cristo è un privilegio enorme ma anche un’enorme responsabilità.

Chiaramente, nessuno sarebbe capace di crescere da solo in santità, però, chi è in Cristo non è solo, è realmente “in Cristo”, e troverà in Cristo la capacità di crescere nella santità.

E’ importante anche notare come Paolo abbia attenzione per tutti i santi, ma per ogni santo individualmente, non solo i “più in vista” o “chi conosce personalmente”, come possiamo notare alla chiusura della lettera:

 

  Salutate ognuno dei santi in Cristo Gesù. (Filippesi 4:21)

Questa santità non è una caratteristica di una casta particolare di cristiani (magari vescovi o diaconi), ma è la vocazione di tutti quanti i redenti in Cristo, con (inclusi) i vescovi ed i diaconi.

 

…con i vescovi e con i diaconi…

La presenza dei vescovi e dei diaconi (inclusi nel numero dei santi), sta a rappresentare come l’insegnamento di Paolo, circa la conduzione della Chiesa, fosse stato scrupolosamente rispettato da questi fratelli.

I vescovi, chiamati anche “anziani” o “sorveglianti”, sono i responsabili dell’assistenza spirituale o pastorale dei membri della chiesa.

Possiamo vedere questo quando Paolo incontra gli anziani della chiesa di Efeso a Mileto:

Da Mileto mandò a Efeso a chiamare gli anziani della chiesa.

Quando giunsero da lui, disse loro: «Voi sapete in quale maniera, dal primo giorno che giunsi in Asia, mi sono sempre comportato con voi, servendo il Signore con ogni umiltà, e con lacrime, tra le prove venutemi dalle insidie dei Giudei; e come non vi ho nascosto nessuna delle cose che vi erano utili, e ve le ho annunciate e insegnate in pubblico e nelle vostre case, e ho avvertito solennemente Giudei e Greci di ravvedersi davanti a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù Cristo.

Ed ecco che ora, legato dallo Spirito, vado a Gerusalemme, senza sapere le cose che là mi accadranno. So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni. Ma non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della grazia di Dio.

E ora, ecco, io so che voi tutti fra i quali sono passato predicando il regno, non vedrete più la mia faccia.

Perciò io dichiaro quest'oggi di essere puro del sangue di tutti; perché non mi sono tirato indietro dall'annunciarvi tutto il consiglio di Dio.

Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue. Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli.

Perciò vegliate, ricordandovi che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime. (Atti 20:17-31)

 E nelle chiese del Signore la presenza di questi responsabili è fondamentale proprio per svolgere quelle funzioni di cui parlava Paolo e che lui stesso aveva svolto, dandosi come esempio.

 

Ricordiamo ancora cosa scrive Pietro agli anziani:

Esorto dunque gli anziani che sono tra di voi, io che sono anziano con loro e testimone delle sofferenze di Cristo e che sarò pure partecipe della gloria che deve essere manifestata: pascete il gregge di Dio che è tra di voi, sorvegliandolo, non per obbligo, ma volenterosamente secondo Dio; non per vile guadagno, ma di buon animo; non come dominatori di quelli che vi sono affidati, ma come esempi del gregge. E quando apparirà il supremo pastore, riceverete la corona della gloria che non appassisce. (1 Pietro 5:1-4)

 

E ricordiamo altresì l’esortazione dell’autore della lettera agli ebrei rivolta ai credenti:

Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per le vostre anime come chi deve renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe di alcuna utilità. (Ebrei 13:17)

 La chiesa locale è come una famiglia e Dio ha provveduto un insieme di ruoli atti a fare crescere tutti i componenti di questa famiglia.

 I diaconi sono quei fratelli dediti all’assistenza fisica e del servizio pratico all’interno dell’assemblea con un preciso scopo, mantenere la pace e la concordia tra i membri ed evitare i mormorii.

Possiamo vedere come fosse utile alla chiesa la presenza di questi responsabili nel momento che furono istituiti per la prima volta:

In quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un mormorio da parte degli ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove erano trascurate nell'assistenza quotidiana.

I dodici, convocata la moltitudine dei discepoli, dissero: «Non è conveniente che noi lasciamo la Parola di Dio per servire alle mense. Pertanto, fratelli, cercate di trovare fra di voi sette uomini, dei quali si abbia buona testimonianza, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico.

Quanto a noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministero della Parola».

Questa proposta piacque a tutta la moltitudine; ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmena e Nicola, proselito di Antiochia.

Li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani.

La Parola di Dio si diffondeva, e il numero dei discepoli si moltiplicava grandemente in Gerusalemme; e anche un gran numero di sacerdoti ubbidiva alla fede. (Atti 6:1-7)

 

Per svolgere questo incarico, oltre ad avere delle doti pratiche è necessario avere particolari doti di carattere spirituale, devono avere buona testimonianza,  e devono essere pieni di Spirito e di sapienza, altrimenti non saranno utili all’edificazione ed alla crescita della chiesa, ma saranno un veicolo di problemi, perché la presenza di diaconi (uomini dei quali si abbia buona testimonianza, pieni di Spirito e di sapienza) in una chiesa locale, è utile (anzi indispensabile) per prevenire i mormorii e per convogliare così tutte le energie dei membri alla crescita spirituale.

Queste figure, se ben esercitate, sono di importanza vitale in una chiesa!

Ma tutti, sia vescovi e diaconi, per essere riconosciuti tali devono essere persone “credibili” all’interno ed all’esterno della chiesa, non possono essere persone il cui comportamento possa dare adito a dubbi circa la loro integrità morale e materiale.

Per questo motivo Paolo insegna ai suoi discepoli Timoteo e Tito, in modo particolarmente preciso circa la loro credibilità, dando queste istruzioni di comportamento nella casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità:

Certa è quest'affermazione: se uno aspira all'incarico di vescovo, desidera un'attività lodevole. Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino né violento, ma sia mite, non litigioso, non attaccato al denaro, che governi bene la propria famiglia e tenga i figli sottomessi e pienamente rispettosi (perché se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa di Dio?), che non sia convertito di recente, affinché non diventi presuntuoso e cada nella condanna inflitta al diavolo.

Bisogna inoltre che abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, perché non cada in discredito e nel laccio del diavolo.

Allo stesso modo i diaconi devono essere dignitosi, non doppi nel parlare, non propensi a troppo vino, non avidi di illeciti guadagni; uomini che custodiscano il mistero della fede in una coscienza pura.

Anche questi siano prima provati; poi svolgano il loro servizio se sono irreprensibili.

Allo stesso modo siano le donne dignitose, non maldicenti, sobrie, fedeli in ogni cosa. I diaconi siano mariti di una sola moglie, e governino bene i loro figli e le loro famiglie.

Perché quelli che hanno svolto bene il compito di diaconi si acquistano un grado onorabile e una grande franchezza nella fede che è in Cristo Gesù.

Ti scrivo queste cose sperando di venir presto da te, affinché tu sappia, nel caso che dovessi tardare, come bisogna comportarsi nella casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità. (1 Timoteo 3:1-15)

 

…ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine nelle cose che rimangono da fare, e costituisca degli anziani in ogni città, secondo le mie istruzioni, quando si trovi chi sia irreprensibile, marito di una sola moglie, che abbia figli fedeli, che non siano accusati di dissolutezza né insubordinati.

Infatti bisogna che il vescovo sia irreprensibile, come amministratore di Dio; non arrogante, non iracondo, non dedito al vino, non violento, non avido di guadagno disonesto, ma ospitale, amante del bene, assennato, giusto, santo, temperante, attaccato alla parola sicura, così come è stata insegnata, per essere in grado di esortare secondo la sana dottrina e di convincere quelli che contraddicono. (Tito 1:5-9)

 

Il non obbedire a questi comandamenti produce un danno alla crescita stessa della chiesa; quanto sarebbero diverse le nostre chiese se obbedissimo sempre alla Parola di Dio e La prendessimo sul serio sotto ogni dettaglio!

Una chiesa non ben governata secondo gli insegnamenti apostolici sarà una chiesa che sprecherà tutte le sue energie a combattere al suo interno e difficilmente potrà essere utile all’edificazione del Corpo del Signore, ma questo non sembra essere stato il caso della chiesa di Filippi.

 …grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo.

Questo saluto non è semplicemente una formalità, ma contiene un preciso insegnamento:

Non ci può essere Pace in Dio se non si passa attraverso la Grazia, non è possibile invertire i fattori.

 

Sia la Grazia che la Pace trovano la loro ragione ed origine in Dio nostro Padre e nel Signore Gesù Cristo.

Ma quello a cui dobbiamo prestare attenzione è anche l’ordine con cui Paolo cita queste due virtù cristiane.

Prima che possa esserci la Pace ci deve essere una risposta personale alla Grazia di Dio, l’accettazione del Suo Favore immeritato manifestato in Cristo Gesù:

  la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo… (Giovanni 1:17)

  Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. (Giovanni 14:27)

 Ricordiamoci cosa disse Isaia:

  Non c'è pace per gli empi», dice il mio Dio. (Isaia 57:21)

 Sono sempre stati i pastori infedeli a portare una pace finta (superficiale e a buon mercato), notiamo come nelle citazioni che seguono ci siano proprio l’opposto delle caratteristiche indicate da Paolo per la “selezione” dei vescovi e dei diaconi:

…dal più piccolo al più grande, sono tutti quanti avidi di guadagno; dal profeta al sacerdote, tutti praticano la menzogna.

Essi curano alla leggera la piaga del mio popolo; dicono: "Pace, pace", mentre pace non c'è. (Geremia 6:13-14)

 

Voi come potete dire: 'Noi siamo saggi e la legge del SIGNORE è con noi!'?

Sì, certo, ma la penna bugiarda degli scribi ha mentito.

I saggi saranno confusi, saranno costernati, saranno presi; ecco, hanno rigettato la parola del SIGNORE; quale saggezza possono avere?

Perciò io darò le loro mogli ad altri, i loro campi a dei nuovi possessori; poiché dal più piccolo al più grande, sono tutti avidi di guadagno; dal profeta al sacerdote, tutti praticano la menzogna.

Essi curano alla leggera la piaga del mio popolo; dicono: 'Pace, pace', mentre pace non c'è.

Essi saranno confusi perché commettono delle abominazioni; non si vergognano affatto, non sanno che cosa sia arrossire… (Geremia 8:8-12)

 

…io dissi: «Ah, Signore, DIO! ecco, i profeti dicono loro: "Voi non vedrete la spada, né avrete mai la fame; ma io vi darò una pace sicura in questo luogo"».

Il SIGNORE mi disse: «Quei profeti profetizzano menzogne nel mio nome; io non li ho mandati, non ho dato loro nessun ordine, e non ho parlato loro; le profezie che vi fanno sono visioni menzognere, divinazione, vanità, imposture del proprio cuore. Perciò così parla il SIGNORE riguardo ai profeti che profetizzano nel mio nome, sebbene io non li abbia mandati, e dicono: "Non ci sarà spada né fame in questo paese"; quei profeti saranno consumati dalla spada e dalla fame; e quelli ai quali essi profetizzano saranno gettati per le vie di Gerusalemme morti di fame e di spada, essi, le loro mogli, i loro figli e le loro figlie, né vi sarà chi dia loro sepoltura; riverserò su di loro la loro malvagità. (Geremia 14:13-16)

 

Così parla il SIGNORE degli eserciti: «Non ascoltate le parole dei profeti che vi profetizzano; essi vi nutrono di cose vane; vi espongono le visioni del proprio cuore, e non ciò che proviene dalla bocca del SIGNORE.

Dicono a quelli che mi disprezzano: "Il SIGNORE ha detto: 'Avrete pace'; e a tutti quelli che camminano seguendo la caparbietà del proprio cuore: 'Nessun male vi colpirà'".

Infatti chi ha assistito al consiglio del SIGNORE, chi ha visto, chi ha udito la sua parola? Chi ha prestato orecchio alla sua parola e l'ha udita?

Ecco, la tempesta del SIGNORE, il furore scoppia, la tempesta scroscia, scroscia sul capo degli empi.

L'ira del SIGNORE non si placherà, finché non abbia eseguito, compiuto i disegni del suo cuore; negli ultimi giorni, lo capirete appieno.

Io non ho mandato quei profeti; ed essi corrono; io non ho parlato a loro, ed essi profetizzano.

Se avessero assistito al mio consiglio, avrebbero fatto udire le mie parole al mio popolo; li avrebbero distolti dalla loro cattiva via e dalla malvagità delle loro azioni. (Geremia 23:16-22)

 

Questi falsi profeti continueranno fino alla fine per quelli che sono delle tenebre:

Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte.

Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno.

Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno abbia a sorprendervi come un ladro; perché voi tutti siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre.

Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri; poiché quelli che dormono, dormono di notte, e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte.

Ma noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell'amore e preso per elmo la speranza della salvezza.

Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, il quale è morto per noi affinché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.  (1 Tessalonicesi 5:1-10)

 

…grazia a voi da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo.

 

Cos’è la grazia?

La grazia è la bontà di Dio, non meritata, riversata sull’uomo ed ha origine in Dio stesso, viene dalla persona e dalla natura stessa di Dio.

La grazia di Dio non è il risultato di qualsiasi fattore esterno a Dio, Dio la ha esercitata solo perchè lo ha deciso Lui!

Quindi non dobbiamo pensare che la grazia di Dio dipenda dalle opere a dal merito degli uomini, Paolo è chiaro in proposito:

Ma se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, la grazia non è più grazia.

(Romani 11:6)

Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall’eternità… (2 Timoteo 1:9)

 

Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti. (Efesini 2:8-9)

 

La rivelazione della Grazia di Dio in Cristo Gesù, questo Mistero di Cristo, pur essendo stato stabilito nell’eternità, è stato progressivamente rivelato fino alla piena rivelazione di cui parla l’apostolo Paolo:

…facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé, per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti.

Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra. (Efesini 1:9-10)

 

Ora sono lieto di soffrire per voi; e quel che manca alle afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne a favore del suo corpo che è la chiesa.

Di questa io sono diventato servitore, secondo l'incarico che Dio mi ha dato per voi di annunciare nella sua totalità la parola di Dio, cioè, il mistero che è stato nascosto per tutti i secoli e per tutte le generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi.

Dio ha voluto far loro conoscere quale sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra gli stranieri, cioè Cristo in voi, la speranza della gloria, che noi proclamiamo esortando ciascun uomo e ciascun uomo istruendo in ogni sapienza, affinché presentiamo ogni uomo perfetto in Cristo.

A questo fine mi affatico, combattendo con la sua forza, che agisce in me con potenza. (Colossesi 1:24-29)

 

Senza dubbio avete udito parlare della dispensazione della grazia di Dio affidatami per voi; come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero, di cui più sopra vi ho scritto in poche parole; leggendole, potrete capire la conoscenza che io ho del mistero di Cristo.

Nelle altre epoche non fu concesso ai figli degli uomini di conoscere questo mistero, così come ora, per mezzo dello Spirito, è stato rivelato ai santi apostoli e profeti di lui; vale a dire che gli stranieri sono eredi con noi, membra con noi di un medesimo corpo e con noi partecipi della promessa fatta in Cristo Gesù mediante il vangelo, di cui io sono diventato servitore secondo il dono della grazia di Dio a me concessa in virtù della sua potenza.

A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunciare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo e di manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al mistero che è stato fin dalle più remote età nascosto in Dio, il Creatore di tutte le cose; affinché i principati e le potenze nei luoghi celesti conoscano oggi, per mezzo della chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che egli ha attuato mediante il nostro Signore, Cristo Gesù; nel quale abbiamo la libertà di accostarci a Dio, con piena fiducia, mediante la fede in lui. (Efesini 3:2-12)

 

A colui che può fortificarvi secondo il mio vangelo e il messaggio di Gesù Cristo, conformemente alla rivelazione del mistero che fu tenuto nascosto fin dai tempi più remoti, ma che ora è rivelato e reso noto mediante le Scritture profetiche, per ordine dell'eterno Dio, a tutte le nazioni perché ubbidiscano alla fede… (Romani 16:25-26)

 

E l’apostolo Pietro:

Intorno a questa salvezza indagarono e fecero ricerche i profeti, che profetizzarono sulla grazia a voi destinata.

Essi cercavano di sapere l'epoca e le circostanze cui faceva riferimento lo Spirito di Cristo che era in loro, quando anticipatamente testimoniava delle sofferenze di Cristo e delle glorie che dovevano seguirle.

E fu loro rivelato che non per se stessi, ma per voi, amministravano quelle cose che ora vi sono state annunciate da coloro che vi hanno predicato il vangelo, mediante lo Spirito Santo inviato dal cielo: cose nelle quali gli angeli bramano penetrare con i loro sguardi. (1 Pietro 1:10-12)

 

Con questa Grazia ci sono state elargite, in Cristo, ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti:

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.

In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio.

In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia, che egli ha riversata abbondantemente su di noi dandoci ogni sorta di sapienza e d'intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé, per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti.

Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra.

In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà, per essere a lode della sua gloria; noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo.

In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria. (Efesini 1:3-14)

 

Possiamo quindi dire che la Grazia di Dio comprende:

- la nostra elezione

- la nostra adozione

- la nostra redenzione

- la nostra giustificazione

- la nostra eredità

 

…pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo.

Cos’è la Pace, la pace di cui Paolo parla?

Spesso nel mondo, per pace si intende mancanza di conflitto ma Paolo ed i fratelli di Filippi erano continuamente perseguitati e in conflitto con i loro concittadini pagani.

Forse la pace di cui si parla è qualcosa di molto più profondo, molto più ricco.

La Pace di Dio è la consapevolezza di essere riconciliato con Dio per mezzo di Gesù Cristo; è la condizione di sapere di essere un figlio di Dio, con libero accesso a Lui.

Qualunque pace che il mondo offre è una pace temporanea, parziale, il mondo e la sua pace non durano per sempre, non ha futuro e si ferma all’apparenza; invece la pace di Dio e con Dio è una pace eterna, ed è una pace che arriva nel profondo dell’anima.

Prima del perdono dei nostri peccati non avevamo pace con Dio, eravamo invece nemici di Dio:

Infatti quelli che sono secondo la carne, pensano alle cose della carne; invece quelli che sono secondo lo Spirito, pensano alle cose dello Spirito. Ma ciò che brama la carne è morte, mentre ciò che brama lo Spirito è vita e pace; infatti ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo; e quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio. (Romani 8:5- 8)

 

Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l’andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell’aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli.

Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d’ira, come gli altri.  (Efesini 2:1-3)

 

…ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele ed estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo.

Lui, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell’inimicizia, la legge fatta di comandamenti in forma di precetti, per creare in sé stesso, dei due, un solo uomo nuovo facendo la pace; e per riconciliarli tutti e due con Dio in un corpo unico mediante la sua croce, sulla quale fece morire la loro inimicizia.  (Efesini 2:12-16)

 

La Pace che riceviamo, per mezzo della Grazia di Dio, è prima di tutto la eliminazione dell’inimicizia verso Dio.

Anziché avere l’ira di Dio sopra di noi, ci troviamo ricolmi dell’amore di Dio.

 

La vera Pace è sapere che siamo veramente amati da Dio.

La pace vera quindi è la pace con Dio.

La pace con Dio supera ogni prova e ogni difficoltà della vita, perché tutte le prove passeranno, ma il rapporto con Dio dura per tutta l’eternità.

Sentiamo quello che Paolo dichiara per quanto riguarda il suo amore per coloro che sono stati perdonati e salvati per mezzo di Gesù Cristo:

 

Chi ci separerà dall’amore di Cristo?

Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?

Com’è scritto: «Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello».

Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore. (Romani 8:35-39)

 

Allora, quando Paolo scrive: “Grazia a voi e pace da Dio nostro padre e dal Signore Gesù Cristo.” egli sta parlando di due cose meravigliose: la Grazia di Dio e la Pace con Dio.

 

…da Dio nostro Padre…

La famiglia dei nostri tempi è in profonda crisi, i valori che la costituiscono sono messi in discussione sotto tutti gli aspetti e la figura del padre ne esce deformata sotto ogni aspetto, ancora più profonda è la deformazione della persona di Dio quale Padre, proviamo ad “interpretarli”:

 

- Alcuni pensano che Dio non sia un vero padre per noi; magari ammettono che Dio è il padre di tutti, ma poi, in base a come vivono, è chiaro che non ci credono; non credono che si possa avere un rapporto personale e intimo con Dio, credono invece che Dio sia lontano e irraggiungibile.

Le persone che credono questo cercano aiuto da Dio tramite tanti “mediatori”.

Non cercano Dio stesso ma cercano solo il Suo aiuto.

Non hanno vero amore per Dio e non cercano un rapporto con Dio.

 

- Altri pensano che Dio è il padre per tutti, però è un padre a misura d’uomo.

In questo pensiero non c’è alcun concetto vero del peccato.

Chi crede così pensa di poter rivolgersi a Dio nonostante i suoi peccati e la sua ribellione, non pensa nemmeno ai suoi peccati e quando “prega” si rivolgono ad un dio un padre sempre disponibile, al quale si può chiedere qualsiasi favore.

In questo pensiero, Dio viene visto come “un padre molto alla buona”, un padre scemo!

In questo pensiero, non c’è rispetto per Dio e per la Sua infinita Sapienza, Egli viene visto come qualcuno che se ne sta là per adempiere i desideri e tutti i capricci dei suoi figli.

Ma qual è allora la corretta visione di Dio come Padre?

 

La prima cosa che dobbiamo capire per poter apprezzare la grandezza di questa verità è: chi ha Dio come Padre? Tutti hanno Dio come Padre?

La Scrittura insegna che solo quelli che hanno ricevuto Cristo e sono nati da Dio hanno Dio come Padre, ricordiamo cosa scrive Giovanni:

…a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio. (Giovanni 1:12-13)

 

Ogni persona inizia la vita come un figlio d’ira, cioè, un figlio dell’ira di Dio, ricordiamoci cosa scrive Paolo:

Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli.

Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri. (Efesini 2:1-3)

 

Infatti satana è definito come il padre di quelli che non sono salvati perché non credono in Gesù Cristo:

Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro.

Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui.

Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna.

A me, perché io dico la verità, voi non credete.  (Giovanni 8:44-45)

Solo chi nasce di nuovo viene adottato come figlio di Dio e quindi Dio diventa suo Padre.

 

E ora consideriamo alcuni dei meravigliosi privilegi per chi ha Dio come Padre:

A) Accesso a Dio

Il primo privilegio per chi ha Dio come Padre che vorrei considerare è il libero accesso a Dio che questo rapporto ci dà.

Per poter capire la grandezza di questa Verità, dobbiamo capire che chi non è un figlio di Dio NON ha libero accesso al Padre:

Ecco, la mano del SIGNORE non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire; ma le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi più ascolto.  (Isaia 59:1-2)

 

Il SIGNORE è lontano dagli empi, ma ascolta la preghiera dei giusti. (Proverbi 15:29)

…ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele ed estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo. (Efesini 2:12)

 

…perché gli occhi del Signore sono sui giusti e i suoi orecchi sono attenti alle loro preghiere; ma la faccia del Signore è contro quelli che fanno il male. (1 Pietro 3:12)

Grande è invece il privilegio di chi ha Dio come Padre:

E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!»

Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio. (Romani 8:15-16)

 

Così anche noi, quando eravamo bambini, eravamo tenuti in schiavitù dagli elementi del mondo; ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l’adozione.

E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre».

Così tu non sei più servo, ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede per grazia di Dio. (Galati 4:3-7)

 

Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo.

Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con  noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato.

Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno. (Ebrei 4:14-16)

 

B) Oggetto dell’Amore di Dio

Un altro privilegio meraviglioso per chi ha Dio come Padre è di essere amato da Dio come un figlio.

Quanto è grande l’amore di Dio come Padre:

In questo si è manifestato per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo unico Figlio nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo.

In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati. (1 Giovanni 4:9-10)

 

L’amore di Dio per i suoi figli non è solo la cosa più grande della vita ma è la più forte:

Che diremo dunque riguardo a queste cose?

Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?

Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?

Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica.

Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi.

Chi ci separerà dall’amore di Cristo?

Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?

Com’è scritto: «Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello».

Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati.

Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

(Romani 8:31-39)

 

Quando un figlio di Dio si sente solo e non amato (soprattutto quando è in uno stato di sofferenza a causa della buona testimonianza), deve ricordarsi che Dio ama i suoi figli con un enorme amore.

Abbiamo in questo, un bellissimo esempio che ci ha lasciato Paolo, alla fine dei suoi giorni:

Nella mia prima difesa nessuno si è trovato al mio fianco, ma tutti mi hanno abbandonato; ciò non venga loro imputato! 

Il Signore però mi ha assistito e mi ha reso forte, affinché per mezzo mio il messaggio fosse proclamato e lo ascoltassero tutti i pagani; e sono stato liberato dalle fauci del leone. 

Il Signore mi libererà da ogni azione malvagia e mi salverà nel suo regno celeste. A lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen. (2 Timoteo 4:16)

 Dobbiamo scoprire ogni giorno di più l’enorme e profondo amore di Dio per noi come Suoi figli.

 

Quanto grande è l’amore di Dio?

E’ immenso, ben oltre le nostre capacità naturale di comprendere, Paolo infatti prega così in favore degli efesini e di tutti i credenti:

Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell'amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen.  (Efesini 3:17-19)

 

C) Oggetto della disciplina di Dio

Un altro privilegio per chi ha Dio come Padre è di ricevere la disciplina di Dio.

Come un buon Padre, Dio ci disciplina.

 

La disciplina di Dio non è mai piacevole al momento, però, porta buon frutto.

Ricordiamoci cosa scrive l’autore della lettera agli ebrei:

Dio vi tratta come figli; infatti, qual è il figlio che il padre non corregga? 

Ma se siete esclusi da quella correzione di cui tutti hanno avuto la loro parte, allora siete bastardi e non figli. 

Inoltre abbiamo avuto per correttori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo forse molto di più al Padre degli spiriti per avere la vita? 

Essi infatti ci correggevano per pochi giorni come sembrava loro opportuno; ma egli lo fa per il nostro bene, affinché siamo partecipi della sua santità. È vero che qualunque correzione sul momento non sembra recare gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa. (Ebrei 12:7-11)

 Non dobbiamo mai interpretare male la disciplina del Signore; dovremmo invece riconoscere che quando Dio ci disciplina compie un atto d’ amore, per portarci di nuovo sulla giusta via.

Infatti, la nostra tendenza naturale terrena è proprio quella di cadere spesso nel peccato e se non avessimo la disciplina di Dio, ben presto ci troveremo lontano da Lui, schiavi di tanti peccati.

La disciplina di Dio è un prezioso privilegio per i Suoi figli.

 

D) Oggetto degli insegnamenti di Dio

Un altro privilegio importante per chi ha Dio come Padre è di ricevere insegnamento da Dio.

Tutto quello che Dio comanda ai padri umani, Egli lo fa perfettamente.

Ed Egli comanda ai padri umani di insegnare ai loro figli la via della giustizia e Dio ci insegna, nella Sua Parola, la via della Giustizia perfetta.

Nella Scrittura ispirata, Egli ci insegna tutto quello che ci è utile:

Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.  (2 Timoteo 3:16-17)

 

Purtroppo tante persone immaginano un Dio simile alle loro ispirazioni ed aspirazioni e fondano le proprie direttive sulla base delle loro esperienze anziché imparare quello che Dio insegna nella Scrittura, sviluppando dei concetti molto sbagliati che portano a condurre una vita lontano dalla santità che ci comanda il Signore.

 

È importante notare che la Scrittura stessa parla di questi falsi insegnanti:

- ne parla Gesù:

Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti.

Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? 

Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l'albero cattivo fa frutti cattivi. 

Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo fare frutti buoni. Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco. 

Li riconoscerete dunque dai loro frutti.

Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 

Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?" 

Allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori. (Matteo 7:15-23)

 

  Molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti. 

Poiché l'iniquità aumenterà, l'amore dei più si raffredderà. 

Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.  (Matteo 24:11-13)

 

Ne parlano gli scrittori neotestamentari:

…ci saranno anche tra di voi falsi dottori che introdurranno occultamente eresie di perdizione, e, rinnegando il Signore che li ha riscattati, si attireranno addosso una rovina immediata. (2 Pietro 2:1)

Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo. (1 Giovanni 4:1)

Abbiamo la Scrittura ispirata di Dio, sia Essa la nostra Unica Guida e Fonte di insegnamento.

 

E) Oggetto della cura di Dio

Un altro privilegio per chi ha Dio come Padre è di essere curato da Dio.

Egli cura i suoi figli in modo perfetto, nelle grandi cose come nei dettagli più piccoli della nostra vita; nelle cose spirituali, e nelle cose pratiche.

Dio cura i suoi figli, dando loro ogni buon dono.

Certamente, ogni buon dono non vuol dire ogni cosa che chiediamo:

- molto spesso, non sappiamo chiedere bene;

- a volte, le nostre richieste sono motivate dalle ragioni sbagliate;

- altre volte, possiamo anche chiedere con cuore puro, ma non sappiamo ciò che è la cosa migliore per noi.

 

Chiaramente, non è naturale che un figlio chieda la disciplina dal Padre; non chiediamo le prove che ci possono affliggere, ma Dio ci sottopone alle prove che servono per fortificare la nostra fede, ma Dio, come Padre, ci cura perfettamente, con amore, e sempre al momento giusto.

Egli non sbaglia mai nel modo in cui ha cura di noi.

 

Ricordiamoci sempre di cosa diceva Gesù:

Due passeri non si vendono per un soldo?

Eppure non ne cade uno solo in terra senza il volere del Padre vostro. 

Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 

Non temete dunque; voi valete più di molti passeri. (Matteo 10:29-31)

 

Il nostro Padre, nella Sua Onnipotenza ha talmente il controllo di ogni situazione che neppure un passero muore senza che lo permetta, figuriamoci quale attenzione pone sui Suoi figli!

Quanto è importante capire e credere questa verità!

Ci sono tanti altri meravigliosi privilegi per coloro che hanno Dio come Padre.

Egli è un Padre personale ed intimo.

Il rapporto personale con Dio come Padre è la l’elemento più grande della Salvezza.

 

…e dal Signore Gesù Cristo.

Se l’amore del Padre è il promotore di ogni cosa, il Signore Gesù Cristo è l’Artefice (cfr Proverbi 8:30), il Compitore (cfr Ebrei 12:2) di questo Amore, vogliamo porre quindi la nostra attenzione sulla persona del nostro glorioso Signore e Salvatore, Gesù Cristo.

E’ fondamentale avere un concetto di Gesù Cristo che rispecchia la Verità!

Perché, come già anticipato da Lui stesso, ci sono falsi cristi in giro (cfr Matteo 24:24; Marco 13:22) e se uno crede in un cristo diverso da quello Vero, non può essere salvato.

Nella società, anche in tante religioni che si definiscono “cristiane”, si hanno tante idee sbagliate su chi è il Signore Gesù Cristo, quindi dobbiamo avere un concetto fondato sulla Verità.

 

Paolo ci aiuta con queste tre nomi che vogliamo conoscere singolarmente per comprenderne la portata complessiva:

A)             Signore

Il termine “Signore” è la traduzione della parola greca “Kurios” ed è l’appellativo usato nella versione greca dell’Antico Testamento per tradurre Dio .

Nella versione greca dell’Antico Testamento “Kurios” viene usato per tradurre due parole ebraiche, Yaweh, il nome di Dio, e Adonai.

Anche nel Nuovo Testamento “Kurios” viene usato più volte per Dio Padre, oltre ad essere usato per indicare Gesù Cristo (e ne definisce quindi la Sua divinità).

 

Possiamo vedere degli esempi di come nel Nuovo Testamento il termine “Kurios” viene usato come appellativo di Dio Padre:

 Ma mentre aveva queste cose nell’animo, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo. (Matteo 1:20)

 In quel tempo Gesù prese a dire: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli. (Matteo 11:25)

 «Lo Spirito del Signore è sopra di me; perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato ad annunziare la liberazione ai prigionieri, e ai ciechi il ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi… (Luca 4:18)

  

E come viene anche usato per definire sia di Dio Padre che Gesù Cristo (nel Libro della Rivelazione di Gesù Cristo):

…ti ordino di osservare questo comandamento da uomo senza macchia, irreprensibile, fino all’apparizione del nostro Signore Gesù Cristo, la quale sarà a suo tempo manifestata dal beato e unico sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità e che abita una luce inaccessibile; che nessun uomo ha visto né può vedere; a lui siano onore e potenza eterna. Amen.  (1 Timoteo 6:14-16)

 E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI.  (Apocalisse 19:16)

 

Allora il termine Signore è un appellativo che dimostra soprattutto la deità di Gesù Cristo.

Egli è pienamente Dio e con questo Lo si riconosce l’artefice della Creazione di ogni cosa.

Chi ha ricevuto Gesù Cristo, Lo ha ricevuto come Signore, ovvero, Sovrano, della propria vita.

Chi non ha Cristo come Sovrano, non ha Cristo!

 

Cristo è il Signore e non è possibile avere Cristo senza averLo come il proprio Signore:

Egli è l’immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura; poiché in Lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potenze; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.

Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato.

Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza…  (Colossesi 1:15-19)

   …in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità… (Colossesi 2:9)

 

Quanto potere c’è nel l’universo, e tutto questo potere viene da Gesù Cristo, il Signore! Egli ha creato tutto questo, ed Egli mantiene e sostiene tutto questo!

 Come Signore, Gesù è anche il Giudice di tutti, e dobbiamo onorarlo come si onora il Padre:

Inoltre, il Padre non giudica nessuno, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato.  (Giovanni 5:22-23)

 

B)              Gesù

La parola “Gesù” viene dall’ ebraico “Yeshua”, che vuol dire “il Signore Salva.”

Gesù è il Salvatore per definizione, fu inviato nel mondo per salvare:

 

  …il Figlio dell'uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto… (Luca 19:10)

Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. (1 Timoteo 1:15)

 

Ma per capire veramente cosa vuol dire che Gesù è il Salvatore, uno deve capire veramente di essere perduto e di aver bisogno di un Salvatore.

Quindi, capire veramente che Gesù è il Salvatore vuol dire capire che ci sarà un giudizio.

Tutti coloro che non avranno ricevuto Gesù Cristo come Signore e Salvatore saranno realmente puniti eternamente per aver rifiutato di arrendersi al loro Creatore.

Ecco perché il nome di Gesù è il nome più bello per quelli che ricevano la salvezza.

Gesù è il nome del Salvatore, Colui che ci Salva.

Chi sa veramente di essere perduto, e veramente riceve Gesù come Salvatore, riconosce in Gesù la sua vita.

Gesù è la vita per coloro che sono salvati.

Non è “una parte” della vita, è la Vita!

Non c’è un’altra vita, non c’è un’altra salvezza!

 

C)             Cristo

 Consideriamo ora l’appellativo “Cristo”.

Cristo è la parola greca che traduce la parola ebraica “Messia”.

La parola “Messia” vuol dire “Unto”.

Gesù è l’Unto, cioè, il Messia, colui che è stato preannunciato da tutti i profeti.

Nell’Antico Testamento possiamo notare come Dio comandò che due tipi di uomini fossero unti per iniziare il loro ministerio, perché il Messia che doveva venire avrebbe avuto questi uffici: il Sacerdote e il Re.

 

1.               Gesù è Sacerdote.

Il sacerdote ha il ruolo di stare in mezzo, fra l’uomo peccatore e Dio, egli deve offrire un sacrificio per il peccato.

I sacerdoti dell’Antico Patto offrivano sacrifici di animali, che non potevano veramente pagare il riscatto per il peccato.

Gesù Cristo offrì Sé Stesso come sacrificio, una volta per sempre, per realmente espiare la condanna del peccato per tutti coloro che avrebbe salvato, ricordiamoci di cosa scrive in proposito l’autore della lettera agli ebrei:

…venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa creazione, è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue.

Così ci ha acquistato una redenzione eterna.

Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano, in modo da procurare la purezza della carne, quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!

Per questo egli è mediatore di un nuovo patto. (Ebrei 9:11-15)

Il Suo Sacrificio è stato perfetto e completo ed irripetibile.

 

2.               Gesù è il RE.

Il re ha il compito di guidare, governare e proteggere il suo popolo.

Gesù guida, governa e protegge le sue pecore perché è il Buon Pastore:

…colui che entra per la porta è il pastore delle pecore.

A lui apre il portinaio, e le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori.

Quando ha messo fuori tutte le sue pecore, va davanti a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce…

…Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore.

Il mercenario, che non è pastore, a cui non appartengono le pecore, vede venire il lupo, abbandona le pecore e si dà alla fuga (e il lupo le rapisce e disperde), perché è mercenario e non si cura delle pecore.

Io sono il buon pastore, e conosco le mie, e le mie conoscono me, come il Padre mi conosce e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore.

(tratto da Giovanni 10:2-15)

 

Basta leggere quale soddisfazione traspare dalle parole di Davide nel salmo di lode per il Suo Pastore, per comprendere la Sua Bontà:

Il SIGNORE è il mio pastore: nulla mi manca.

Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme.

Egli mi ristora l'anima, mi conduce per sentieri di giustizia, per amore del suo nome.

Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza.

Per me tu imbandisci la tavola, sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo; la mia coppa trabocca.

Certo, beni e bontà m'accompagneranno tutti i giorni della mia vita; e io abiterò nella casa del SIGNORE per lunghi giorni. (Salmo 23)

 Ricevere Gesù, vuol dire ricerverLo come Cristo, come Sacerdote e Re.

Ma essere “in Cristo”, che è un termine che la Scrittura usa per descrivere chi è stato veramente salvato, vuol dire avere accettato il Signore (Dio, Padrone), Gesù (Salvatore), Cristo (Sacerdote e Re) sotto ogni aspetto.

 Gianni Marinuzzi