Lettera di Paolo ai Galati

 

 

Seconda parte

 

 

4.  Difesa della giustificazione per fede:

a.              Richiamo all’esperienza diretta dei Galati

O Galati insensati, chi vi ha ammaliati, voi, davanti ai cui occhi Gesù Cristo è stato rappresentato crocifisso?

Questo soltanto desidero sapere da voi: avete ricevuto lo Spirito per mezzo delle opere della legge o mediante la predicazione della fede? Siete così insensati?

Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne?

Avete sofferto tante cose invano? Se pure è proprio invano.

Colui dunque che vi somministra lo Spirito e opera miracoli tra di voi, lo fa per mezzo delle opere della legge o con la predicazione della fede?

 

Secondo il vangelo degli intrusi, i galati credenti avrebbero ricevuto una “salvezza più completa” e “una santificazione maggiore” se avessero obbedito alla Legge.

Ma Paolo dichiara che “completare” l’opera del Signore, vuole dire “annullarla”!

Paolo li definisce “insensati”, ovvero “senza intelligenza”, difatti non conoscere Cristo è sinonimo di essere privo di intelligenza:

Il principio della saggezza è il timore del SIGNORE, e conoscere il Santo è l'intelligenza. (Proverbi 9:10)

 

Paolo li sta insultando richiamando loro il loro stato prima della conversione … scriverà così ai fratelli di Roma:

…pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato.

(Romani 1:21)

 

Oltre a definirli insensati, Paolo li avverte di essere stati ammaliati, ovvero stregati da un influenza malefica … e per farli riflettere pone loro quattro domande:

 

-  Avete ricevuto lo Spirito per mezzo delle opere della legge o mediante la predicazione della fede?

Ovvero come avete ricevuto lo Spirito Santo?

Per fede o per le opere della Legge?

 

E’ da considerare che Paolo sta ponendo questa domanda ad un popolo di origine pagana che non conosceva la Legge mosaica!

-  Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne?

Ovvero come volete essere santificati?

Paolo vuole farli riflettere se per loro era possibile iniziare la vita cristiana con lo Spirito (ricevuto per fede) e avanzare nella maturità con la carne (per le opere della Legge).

 

-  Avete sofferto tante cose invano?

Quando Paolo e Barnaba erano tornati sui loro passi alla fine del primo viaggio missionario, avevano avvertito i fratelli che avrebbero sofferto come cristiani (cfr Atti 14:21-22) e tale persecuzione avvenne subito e Paolo ricorda loro che questa sofferenza loro la sopportarono in virtù della loro fede, non per la Legge mosaica… …e chiede loro: “era stata una sofferenza inutile?”

 

-  Colui dunque che vi somministra lo Spirito e opera miracoli tra di voi, lo fa per mezzo delle opere della legge o con la predicazione della fede?

Durante la predicazione nelle città della galazia, ci furono dei segni miracolosi (cfr Atti 14:3, 8-11) e questi miracoli non erano il risultato dell’opera della Legge ma dell’ascolto che conduce alla fede ( i galati non conoscevano la legge mosaica) e il messaggio di Paolo era quello della giustificazione per fede!

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4.   Difesa della giustificazione per fede:

b.              Dimostrazione della giustificazione per fede quale promessa di Dio fatta ad Abramo

                                                         

Così anche Abraamo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come giustizia.

Riconoscete dunque che quanti hanno fede sono figli d'Abraamo.

La Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato gli stranieri per fede, preannunciò ad Abraamo questa buona notizia:

«In te saranno benedette tutte le nazioni».

In tal modo, coloro che hanno la fede sono benedetti con il credente Abraamo.

 

Gli intrusi trovavano le radici delle loro tesi nell’antico testamento ed in particolare nella Legge mosaica, ma Paolo li anticipa di molti anni … parte dalla promessa di Dio fatta ad Abramo, il grande padre anzi il padre di moltitudini di nazioni (cfr Genesi 17:4-5).

La fede di Abramo nella capacità di Dio di compiere ciò che Egli aveva promesso fu accettata da Dio come giustizia e così il patriarca fu giustificato prima di essere circonciso (cfr Genesi 17:24).

Come potevano quindi gli intrusi insistere che la circoncisione era indispensabile per essere accettati da Dio?

Paolo fa qui un distinguo importante, Dio ha benedetto in Abramo tutte le nazioni, ma l’appropriarsi di questa benedizione è da parte del singolo: coloro che hanno la fede sono benedetti con il credente Abraamo.

                                                                                            

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4.   Difesa della giustificazione per fede:

c.              L’effetto della Legge

Infatti tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione; perché è scritto: «Maledetto chiunque non si attiene a tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica».

E che nessuno mediante la legge sia giustificato davanti a Dio è evidente, perché il giusto vivrà per fede.

Ma la legge non si basa sulla fede; anzi essa dice: «Chi avrà messo in pratica queste cose, vivrà per mezzo di esse».

 

Contrariamente a quello che dicevano gli intrusi giudaizzanti, la Legge non può giustificare, può solo condannare chi non la osserva.

La Legge ha una funzione “repressiva” non  “giustificativa”.

La disubbidienza a uno solo dei comandamenti della Legge, anche una sola volta, porta una persona ad essere sotto maledizione.

Il principio basilare della Legge è:

Osserverete le mie leggi e le mie prescrizioni, per mezzo delle quali chiunque le metterà in pratica vivrà. (Levitico 18:5)

 

Solo la perfetta osservanza della Legge potrebbe guadagnare l’approvazione divina sotto la Legge, ma dato che ciò non è possibile. La Legge potrebbe solo condannare una persona e costringerla a rivolgersi a Dio per fede.

Dio non può tollerare nulla di impuro, nemmeno l’ombra di impurità, nei nuovi cieli e nuova terra nulla di impuro, né chi commetta abominazioni o falsità, vi entrerà… (Apocalisse 21:27), (riflettiamo sull’opera di giustificazione compiuta per noi da Gesù Cristo)!

 

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4.   Difesa della giustificazione per fede:

d.              L’opera di Cristo

Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»), affinché la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù, e ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso.

 

La Buona Notizia è questa: c’è speranza per tutti coloro che hanno violato la Legge e perciò sono sotto maledizione.

Questa speranza non è nell’uomo, è in Gesù Cristo, che essendo divenuto maledizione per noi, ci ha riscattati dalla maledizione della Legge.

Ma in che modo ci ha riscattati

(comprati “exegorasen” letteralmente “comprare dalla schiavitù”)?

Essendo divenuto maledizione per noi|

Questa è una forte dichiarazione della redenzione sostitutiva con cui Cristo prese la pena di tutti i violatori colpevoli su se stesso.

Quindi la maledizione della Legge è stata trasferita dai peccatori a Cristo il Giusto  (che era senza peccato altrimenti non avrebbe potuto “sostituirsi” a dei peccatori), liberando così il peccatore dalla condanna.

Quando Gesù Cristo fu crocifisso, era evidente che egli era sotto la maledizione di Dio.

Questo è il “dipinto di Paolo”:       

davanti ai cui occhi Gesù Cristo è stato rappresentato crocifisso? (Galati 3:1)

 

Paolo distingue due scopi dell’opera redentrice di Gesù Cristo:

A)                    Affinchè la benedizione di Abramo venisse sugli stranieri (cfr Genesi 15:4-21)

B)                     Affinchè ricevessimo, per fede, lo Spirito Santo promesso (nuova nascita)

 

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4.   Difesa della giustificazione per fede:

e.              La promessa di Dio, stabile, immutabile se non rendendola vana

Fratelli, io parlo secondo le usanze degli uomini: quando un testamento è stato validamente concluso, pur essendo soltanto un atto umano, nessuno lo annulla o vi aggiunge qualcosa.

Le promesse furono fatte ad Abraamo e alla sua progenie. Non dice: «E alle progenie», come se si trattasse di molte; ma, come parlando di una sola, dice: «E alla tua progenie», che è Cristo.

Ecco quello che voglio dire: un testamento che Dio ha stabilito anteriormente, non può essere annullato, in modo da render vana la promessa, dalla legge sopraggiunta quattrocentotrent'anni più tardi.

Perché se l'eredità viene dalla legge, essa non viene più dalla promessa; Dio, invece, concesse questa grazia ad Abraamo, mediante la promessa.

 

Per fare meglio comprendere la fedeltà della promessa di Dio in Abramo, Paolo porta qui un esempio umano: la successione testamentaria sulla base della legge greca ma applicabile e comprensibile anche oggi.

Citando questa “formalità”, Paolo equipara la promessa ad un testamento concluso, datato e firmato, che nulla può modificare se non rendendolo inefficace.

Pertanto se Dio ha stretto un patto con Abramo sulla fede come promessa, non poteva poi sconfessare questo patto, istituendo un altro patto più restrittivo che di fatto annullava il precedente.

Le promesse fatte ad Abramo furono adempiute in Cristo e sono valide per sempre!

La giustificazione per fede è perciò permanente e non potrebbe essere cambata dalla istituzione della Legge (venuta 430 anni dopo).

 

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4.   Difesa della giustificazione per fede:

f.  Lo scopo della Legge

 

Perché dunque la legge? Essa fu aggiunta a causa delle trasgressioni, finché venisse la progenie alla quale era stata fatta la promessa; e fu promulgata per mezzo di angeli, per mano di un mediatore.

Ora, un mediatore non è mediatore di uno solo; Dio invece è uno solo.

La legge è dunque contraria alle promesse di Dio?

No di certo; perché se fosse stata data una legge capace di produrre la vita, allora sì, la giustizia sarebbe venuta dalla legge; ma la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto peccato, affinché i beni promessi sulla base della fede in Gesù Cristo fossero dati ai credenti.

Ma prima che venisse la fede eravamo tenuti rinchiusi sotto la custodia della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata.

Così la legge è stata come un precettore per condurci a Cristo, affinché noi fossimo giustificati per fede.

 

Qual è allora lo scopo della Legge?

Questa è la domanda alla quale Paolo vuole ora rispondere.

Innanzi tutto Paolo parla di due caratteristiche della Legge:

 

-  La sua temporaneità (finchè venisse la progenie)

-  La sua trasmissione per mano di un mediatore (Mosè), mentre Cristo è Dio in persona incarnato ed inoltre la Legge (per l’adempimento della promesse necessita della fedeltà di due parti: Dio e l’uomo, mentre la promessa fatta ad Abramo in Cristo è basata sulla esclusiva fedeltà di Dio (ad Abramo non era stata richiesta alcuna osservanza).

 

Paolo poi chiarisce che non vi è conflitto tra la Legge e le promesse d Dio, semplicemente hanno funzioni diverse e nascono i conflitti quando le applichiamo fuori dalla propria funzione specifica.

Quindi Paolo spiega le due funzioni fondamentali della Legge:

-  Farci conoscere il nostro stato di peccato (evidenziandoci le trasgressioni)

-  Condurci a Cristo per essere giustificati per fede

 

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4.               Difesa della giustificazione per fede:

g.   La posizione attuale dei figli eredi della Promessa

 

Ma ora che la fede è venuta, non siamo più sotto precettore; perché siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù.

Infatti voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo.

Non c'è qui né Giudeo né Greco; non c'è né schiavo né libero; non c'è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù.

Se siete di Cristo, siete dunque discendenza d'Abraamo, eredi secondo la promessa.

 

La conclusione di Paolo, circa la giustificazione per fede è proprio il dichiarare che l’uomo rigenerato in Cristo Gesù (figlio di Dio), non è più sotto il peso della condanna della Legge, ma gode di quello stato di libertà derivante dall’essere stato riscattato dalla Legge e dalla condanna prevista da essa per le sue trasgressioni.

Descrivendo la posizione attuale degli eredi della Promessa, Paolo afferma una serie di verità fondamentali:

 

A)                    Tutti coloro che sono nella fede sono figli di Dio

B)                     Tutti coloro che sono stati battezzati in Cristo (diventando figli in virtù dello Spirito Santo), si sono rivestiti di Cristo

L’essere rivestiti di Cristo, significa essere resi degni.

Nella società romana quando un giovane diventava adulto, gli veniva data una toga speciale (toga virilis) che lo ammetteva a tutti i pieni diritti della famiglia e dello stato ed indicava che aveva raggiunto la maggiore età.

C)                    Tutti coloro che credono sono uno in Cristo Gesù

In questa unità spirituale non c’è più spazio per le distinzioni umane, nessuno è spiritualmente superiore ad un altro.

Paolo chiarirà in seguito che l’essere uno in Cristo, non abbatte però i diversi ruoli che abbiamo nella nostra vita terrena e nel servizio e indicherà come meglio vivere questi ruoli nella sottomissione alla Parola (cfr 1 Corinzi 11:3 / 1 Timoteo 2:12).

D)                    Tutti coloro che credono sono la discendenza di Abramo (Cristo è la progenie, noi siamo la discendenza spirituale)

 

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4.               Difesa della giustificazione per fede:

h.               Esposizione legale della dottrina dell’adozione

 

Io dico: finché l'erede è minorenne, non differisce in nulla dal servo, benché sia padrone di tutto; ma è sotto tutori e amministratori fino al tempo prestabilito dal padre.

Così anche noi, quando eravamo bambini, eravamo tenuti in schiavitù dagli elementi del mondo; ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l'adozione.

E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre».

Così tu non sei più servo, ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

 

Per illustrare l’immaturità spirituale di coloro che vivevano sotto la Legge, Paolo continua nel suo esempio “legale”, parlando delle caratteristiche dell’erede “minorenne” (greco “nepios”) e del suo stato di erede “maggiorenne” (greco “huios”).

Quando giungeva l’età adulta, con la toga virilis, il figlio veniva riconosciuto adulto e quindi erede a pieno titolo.

Qui Paolo afferma che la Legge (per il popolo di Israele) e la coscienza (cfr Romani 2:15, per i pagani) sono fondamentalmente dei tutori ed amministratori per il figlio immaturo e questi stessi sono degli elementi del mondo.

…ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, Egli la adempi,, ci riscattò ed ora non siamo più soggetti a questi elementi del mondo, in quanto lo stato di figlio adulto ci rende liberi da questi tutori ed amministratori, quindi siamo eredi e responsabili della nostra Libertà in Cristo.

Oltre a questo stato di dignità ottenuto per l’Opera di Cristo, Paolo ci dice che il Padre ci ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, questo Spirito di figliolanza consapevole, per il Quale noi possiamo gridare “Abbà, Padre”, che tradotto ad oggi significa “Papà.

 

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4.               Difesa della giustificazione per fede:

i.  Esortazione a non cedere al legalismo

 

In quel tempo, è vero, non avendo conoscenza di Dio, avete servito quelli che per natura non sono dèi; ma ora che avete conosciuto Dio, o piuttosto che siete stati conosciuti da Dio, come mai vi rivolgete di nuovo ai deboli e poveri elementi, di cui volete rendervi schiavi di nuovo?

Voi osservate giorni, mesi, stagioni e anni!

Io temo di essermi affaticato invano per voi.

Prima della conversione, i Galati nella loro ignoranza, erano schiavi dei falsi dei come Giove e Mercurio (cfr Atti 14:11-13), ma ora avevano conosciuto il solo Vero Dio (la prospettiva della salvezza dell’uomo), o meglio sono stati conosciuti da Dio (la prospettiva della salvezza di Dio) ed è quindi senza senso tornare nuovamente ai deboli e poveri elementi (La Legge per i giudei e la Coscienza per i pagani) per ritornare ad essere schiavi, Paolo esorterà in altro luogo a vivere con la mente di Cristo (cfr 1 Corinzi 2:16).

Il fatto che evidentemente i Galati continuassero a osservare i riti pagani o giudei (giorni, mesi, stagioni e anni), significava che non vivevano nella Libertà cristiana ma rispettavano ancora i rituali vani… ...Paolo ha un momento di sconforto: Io temo di essermi affaticato invano per voi, dove il termine “affaticato” (greco “kekopiaka”) significa letteralmente “lavorato fino all’esaurimento”.

E’ da considerare che i Galati rispettavano questi periodi (previsti anche dalla Legge, sabati, noviluni, festività stagionali, anni sabatici, giubilei….), pensando così che avrebbero guadagnato ulteriori meriti per la loro giustificazione davanti a Dio, ma Paolo aveva già chiarito che le opere non possono essere aggiunte alla fede come motivi di giustificazione o santificazione.

 

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4.               Difesa della giustificazione per fede:

j.  Esortazione a ricordare la fiducia iniziale

 

Siate come sono io, fratelli, ve ne prego, perché anch'io sono come voi.

Voi non mi faceste torto alcuno; anzi sapete bene che fu a motivo di una malattia che vi evangelizzai la prima volta; e quella mia infermità, che era per voi una prova, voi non la disprezzaste né vi fece ribrezzo; al contrario mi accoglieste come un angelo di Dio, come Cristo Gesù stesso.

Dove sono dunque le vostre manifestazioni di gioia?

Poiché vi rendo testimonianza che, se fosse stato possibile, vi sareste cavati gli occhi e me li avreste dati.

Sono dunque diventato vostro nemico dicendovi la verità?

Costoro sono zelanti per voi, ma non per fini onesti; anzi vogliono staccarvi da noi affinché il vostro zelo si volga a loro.

Ora è una buona cosa essere in ogni tempo oggetto dello zelo altrui nel bene, e non solo quando sono presente tra di voi.

Figli miei, per i quali sono di nuovo in doglie, finché Cristo sia formato in voi, oh, come vorrei essere ora presente tra di voi e cambiar tono perché sono perplesso a vostro riguardo!

 

Paolo li esorta a vivere nella Libertà, come lui: Siate come sono io, fratelli, ve ne prego.

Paolo, richiama ora gli effetti che la fede produsse nei galati e l’amore che ne conseguì nella sua visita iniziale (cfr Atti 13-14), verso di lui e lo contrappone alla diffidenza ed al distacco che la predicazione di questi intrusi avevano prodotto nel loro cuore.

Paolo sa che ora i fratelli della galazia lo ritengono addirittura un loro nemico, per il semplice fatto di avergli detto la Verità.

Paolo avverte altresì i galati che stanno per cadere in una trappola, per mano di persone che non hanno fini onesti ma che vogliono approfittate del loro zelo per i loro fini “schiavisti”.

Nello stesso tempo, dimostra loro che il suo affetto nei loro confronti non è cambiato, anzi sta di nuovo soffrendo per la loro situazione paragonata ad un nuovo parto ma nella speranza di vedere Cristo formato in loro, .nonostante il loro progresso si fosse arrestato a causa di questi falsi insegnamenti.

Gianni Marinuzzi