Il matrimonio (quarta parte)

 

   

Il matrimonio nell'Antico Patto

 

Se compri uno schiavo ebreo, egli ti servirà per sei anni, ma il settimo se ne andrà libero, senza pagare nulla.

Se è venuto solo, se ne andrà solo; se aveva moglie, la moglie se ne andrà con lui.

Se il suo padrone gli dà moglie e questa gli partorisce figli e figlie,

 la moglie e i figli di lei saranno del padrone, ed egli se ne andrà solo.

Ma se lo schiavo fa questa dichiarazione: "Io amo il mio padrone, mia moglie e i miei figli;

 io non voglio andarmene libero"; allora il suo padrone lo farà comparire davanti a Dio,

lo farà accostare alla porta o allo stipite;

 poi il suo padrone gli forerà l'orecchio con una lesina ed egli lo servirà per sempre.

Se uno vende la propria figlia come schiava, questa non se ne andrà come se ne vanno gli schiavi.

Se lei non piace al suo padrone, che si era proposto di prenderla in moglie,

deve permettere che sia riscattata; ma non avrà il diritto di venderla a gente straniera, dopo esserle stato infedele.

Se la dà in sposa a suo figlio, dovrà trattarla secondo il diritto delle figlie.

Se prende un'altra moglie, non toglierà alla prima né il vitto, né il vestire, né la coabitazione.

Se non le fa queste tre cose, lei se ne andrà senza pagare nessun prezzo.

(Esodo 21:2-10)

 

Se uno seduce una fanciulla non ancora fidanzata e si unisce a lei,

dovrà pagare la sua dote e prenderla in moglie.

Se il padre di lei rifiuta assolutamente di dargliela,

 il seduttore pagherà una somma pari alla dote che si è soliti dare per le fanciulle.

(Esodo 22:16)

 

Se uno commette adulterio con la moglie di un altro, se commette adulterio con la moglie del suo prossimo,

 l'adultero e l'adultera dovranno essere messi a morte.

Se uno ha rapporti sessuali con la moglie di suo padre, vìola l'intimità di suo padre;

tutti e due, l'uomo e la donna, dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro.

Se uno ha rapporti sessuali con sua nuora, ambedue dovranno essere messi a morte;

hanno commesso una cosa abominevole; il loro sangue ricadrà su di loro.

Se uno ha con un uomo relazioni sessuali come si hanno con una donna,

tutti e due hanno commesso una cosa abominevole; dovranno essere messi a morte;

il loro sangue ricadrà su di loro.

Se uno ha relazioni sessuali con la figlia e la madre è un delitto;

saranno bruciati con il fuoco lui e loro due, affinché non si trovi fra voi alcun delitto.

L'uomo che si accoppia con una bestia dovrà essere messo a morte;

 ucciderete anche la bestia.

Se una donna si avvicina a una bestia per accoppiarsi con essa,

ucciderai la donna e la bestia; tutte e due dovranno essere messe a morte;

il loro sangue ricadrà su di loro.

Se uno prende la propria sorella, figlia di suo padre o figlia di sua madre, e vede la nudità di lei e lei vede la nudità di lui, è un'infamia; tutti e due saranno tolti via sotto gli occhi dei figli del loro popolo; quel tale ha scoperto la nudità della propria sorella; porterà la pena della sua iniquità.

Se uno si corica con una donna che ha le mestruazioni e ha rapporti sessuali con lei, quel tale ha scoperto il flusso di quella donna, ed ella ha scoperto il flusso del proprio sangue; perciò tutti e due saranno eliminati dal mezzo del loro popolo.

Non scoprirai la nudità della sorella di tua madre o della sorella di tuo padre; chi lo fa, vìola la sua stretta parente; tutti e due porteranno la pena della loro iniquità.

Se uno si corica con la moglie di suo zio, vìola l'intimità di suo zio; tutti e due porteranno la pena del loro peccato; moriranno senza figli.

Se uno prende la moglie di suo fratello, è una impurità;

egli ha scoperto la nudità di suo fratello; non avranno figli.

(Levitico 20:10-21)

 

Quest’ultima prescrizione fu quella contestata da Giovanni il Battista ad Erode il tetrarca:

 

In quel tempo Erode il tetrarca udì la fama di Gesù, e disse ai suoi servitori: «Costui è Giovanni il battista! Egli è risuscitato dai morti; perciò agiscono in lui le potenze miracolose».

Perché Erode, fatto arrestare Giovanni, lo aveva incatenato e messo in prigione a motivo di Erodiada,

moglie di Filippo suo fratello; perché Giovanni gli diceva: «Non ti è lecito averla».

(Matteo 14:1-4)

 

Poiché Erode aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva fatto incatenare in prigione a motivo di Erodiade,

moglie di Filippo suo fratello, che egli, Erode, aveva sposata.

Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello

(Marco 6:17-18)

 

Il sommo sacerdote che sta al di sopra dei suoi fratelli,

sul capo del quale è stato sparso l'olio dell'unzione e che è stato consacrato e indossa i paramenti sacri,

 non si scoprirà il capo e non si straccerà le vesti. Non si avvicinerà ad alcun cadavere;

non si renderà impuro neppure per suo padre e per sua madre.

Non uscirà dal santuario e non profanerà il santuario del suo Dio, perché l'olio dell'unzione del suo Dio è su di lui come un diadema. Io sono il SIGNORE.

Sposerà una vergine. Non sposerà né una vedova, né una divorziata,

 né una disonorata, né una prostituta; ma prenderà per moglie una vergine del suo popolo.

Non disonorerà la sua discendenza in mezzo al suo popolo; poiché io sono il SIGNORE che lo santifico"».

(Levitico 21:10-15)

 

Al sommo sacerdote del popolo di Dio, non era consentito sposare una donna compromessa in alcun modo, doveva sposare una vergine (figura del rapporto tra Cristo e la Chiesa), ma insegnamento circa la santità di condotta richiesta a coloro che intendono servire l’Eterno.

Da notare  che è Dio che santifica ma la responsabilità dell’uomo di Dio il non contaminarsi!

 

 

Il SIGNORE disse ancora a Mosè: «Parla ai figli d'Israele e di' loro: "Se una donna si svia dal marito e commette un'infedeltà contro di lui; se uno ha relazioni carnali con lei e la cosa è nascosta agli occhi del marito; se ella si è contaminata in segreto senza che vi siano testimoni contro di lei o che sia stata còlta sul fatto, qualora lo spirito di gelosia s'impossessi del marito e questi diventi geloso della moglie che si è contaminata, oppure lo spirito di gelosia s'impossessi di lui e questi diventi geloso della moglie che di fatto non si è contaminata, quell'uomo condurrà la moglie dal sacerdote, e porterà un'offerta per lei: un decimo d'efa di farina d'orzo; non vi spanderà sopra olio né vi metterà sopra incenso, perché è un'oblazione di gelosia, un'oblazione commemorativa, destinata a ricordare un'iniquità.

Il sacerdote farà avvicinare la donna, e la farà stare in piedi davanti al SIGNORE.

Poi il sacerdote prenderà dell'acqua santa in un vaso di terra; prenderà pure della polvere che è sul suolo del tabernacolo, e la metterà nell'acqua.

Il sacerdote farà quindi stare la donna in piedi davanti al SIGNORE, le scoprirà il capo e le metterà in mano l'oblazione commemorativa, che è l'oblazione di gelosia; e il sacerdote avrà in mano l'acqua amara che porta maledizione.

Il sacerdote farà giurare quella donna e le dirà: 'Se nessun uomo si è unito a te, e se non ti sei sviata contaminandoti con un uomo, invece di tuo marito, quest'acqua amara che porta maledizione, non ti farà danno!

Ma se ti sei sviata ricevendo un altro invece di tuo marito e ti sei contaminata, se un altro che non è tuo marito ti ha fecondata', allora il sacerdote farà giurare la donna con un giuramento di maledizione e le dirà: 'Il SIGNORE faccia di te un oggetto di maledizione e di esecrazione in mezzo al tuo popolo, facendoti dimagrire i fianchi e gonfiare il ventre; quest'acqua che porta maledizione, ti entri nelle viscere per farti gonfiare il ventre e dimagrire i fianchi!' E la donna dirà: 'Amen! Amen!'

Poi il sacerdote scriverà queste maledizioni in un rotolo e le farà sciogliere nell'acqua amara.

Farà bere alla donna quell'acqua amara che porta maledizione, e l'acqua che porta maledizione entrerà in lei per produrle amarezza.

Il sacerdote prenderà dalle mani della donna l'oblazione di gelosia, agiterà l'oblazione davanti al SIGNORE e l'offrirà sull'altare.

Il sacerdote prenderà una manciata di quell'oblazione commemorativa e la farà fumare sull'altare; poi farà bere l'acqua alla donna.

Quando le avrà fatto bere l'acqua, se è contaminata e ha commesso un'infedeltà contro il marito, l'acqua che porta maledizione entrerà in lei per produrre amarezza; il ventre le si gonfierà, i suoi fianchi dimagriranno, e quella donna diventerà un oggetto di maledizione in mezzo al suo popolo.

Ma se la donna non si è contaminata ed è pura, sarà riconosciuta innocente, ed avrà dei figli.

Questa è la legge relativa alla gelosia, per il caso in cui la moglie di uno si svii ricevendo un altro invece di suo marito e si contamini, per il caso in cui lo spirito di gelosia s'impossessi del marito e questi diventi geloso della moglie; egli farà comparire sua moglie davanti al SIGNORE e il sacerdote applicherà questa legge integralmente.

Il marito sarà immune da colpa, ma la donna porterà la pena della sua iniquità"».

(Numeri 5:11-31)

 

Quando andrai alla guerra contro i tuoi nemici e il SIGNORE, il tuo Dio, li avrà messi nelle tue mani e tu avrai fatto dei prigionieri, se vedrai tra i prigionieri una donna bella d'aspetto, se ne sarai attratto e vorrai prendertela per moglie, la condurrai in casa tua; lei si raderà il capo, si taglierà le unghie, si toglierà il vestito che portava quando fu presa, dimorerà in casa tua e piangerà suo padre e sua madre per un mese intero; poi entrerai da lei e tu sarai suo marito e lei tua moglie.

Se poi non ti piace più, la lascerai andare dove vorrà, ma non la potrai in alcun modo vendere per denaro né trattare da schiava, perché l'hai umiliata.

Se un uomo ha due mogli, l'una amata e l'altra odiata, e tanto l'amata quanto l'odiata gli danno dei figli, se il primogenito è figlio dell'odiata, quando egli dividerà tra i suoi figli i beni che possiede, non potrà fare primogenito il figlio dell'amata, preferendolo al figlio dell'odiata, che è il primogenito; ma riconoscerà come primogenito il figlio dell'odiata, dandogli una parte doppia di tutto quello che possiede; poiché egli è la primizia del suo vigore e a lui appartiene il diritto di primogenitura.

(Deuteronomio 21:10-17)

 

Quando un uomo sposa una donna, entra da lei, e poi la prende in odio, le attribuisce azioni cattive e disonora il suo nome, dicendo: «Ho preso questa donna e, quando mi sono accostato a lei, non l'ho trovata vergine», allora il padre e la madre della giovane prenderanno le prove della verginità della giovane e le presenteranno davanti agli anziani della città, alla porta.

Il padre della giovane dirà agli anziani: «Io ho dato mia figlia in moglie a quest'uomo; egli l'ha presa in odio, ed ecco che le attribuisce azioni cattive, dicendo: "Non ho trovato vergine tua figlia".

Ora ecco le prove della verginità di mia figlia», e mostreranno il lenzuolo davanti agli anziani della città.

Allora gli anziani di quella città prenderanno il marito e lo castigheranno; e, per aver diffamato una vergine d'Israele, lo condanneranno a un'ammenda di cento sicli d'argento, che daranno al padre della giovane.

Lei rimarrà sua moglie ed egli non potrà mandarla via per tutto il tempo della sua vita. Ma se la cosa è vera, se la giovane non è stata trovata vergine, allora si farà uscire quella giovane all'ingresso della casa di suo padre, e la gente della sua città la lapiderà a morte, perché ha commesso un atto infame in Israele, prostituendosi in casa di suo padre.

Così toglierai via il male di mezzo a te.

 

Quando si troverà un uomo coricato con una donna sposata, tutti e due moriranno: l'uomo che si è coricato con la donna, e la donna.

Così toglierai via il male di mezzo a Israele.

Quando una fanciulla vergine è fidanzata e un uomo, trovandola in città, si corica con lei, condurrete tutti e due alla porta di quella città, e li lapiderete a morte: la fanciulla, perché, essendo in città, non ha gridato; e l'uomo, perché ha disonorato la donna del suo prossimo.  

Così toglierai via il male di mezzo a te.

Ma se l'uomo trova per i campi la fanciulla fidanzata e facendole violenza si corica con lei, allora morirà soltanto l'uomo che si sarà coricato con lei; non farai niente alla fanciulla; nella fanciulla non c'è colpa degna di morte; si tratta di un caso come quello di un uomo che aggredisce il suo prossimo e lo uccide, perché egli l'ha trovata per i campi; la fanciulla fidanzata ha gridato, ma non c'era nessuno per salvarla.

Quando un uomo trova una fanciulla vergine che non sia fidanzata, e l'afferra e si corica con lei e sono sorpresi, l'uomo che si è coricato con lei darà al padre della fanciulla cinquanta sicli d'argento e lei sarà sua moglie, perché l'ha disonorata; e non potrà mandarla via per tutto il tempo della sua vita.

Nessuno prenderà la moglie di suo padre, né solleverà il lembo della coperta di suo padre.

(Deuteronomio 22:13-30)

 

Probabilmente Paolo pensava a questo passo quando scrisse così ai corinzi:

 

Infatti sono geloso di voi della gelosia di Dio,

perché vi ho fidanzati a un unico sposo, per presentarvi come una casta vergine a Cristo.

Ma temo che, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così le vostre menti vengano corrotte e sviate dalla semplicità e dalla purezza nei riguardi di Cristo.

Infatti, se uno viene a predicarvi un altro Gesù, diverso da quello che abbiamo predicato noi, o se si tratta di ricevere uno spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un vangelo diverso da quello che avete accettato, voi lo sopportate volentieri. 

Stimo infatti di non essere stato in nulla inferiore a quei sommi apostoli.

Anche se sono rozzo nel parlare, non lo sono però nella conoscenza; e l'abbiamo dimostrato tra di voi, in tutti i modi e in ogni cosa.

(2 Corinzi 11:2-6)

 

Questo è probabilmente anche il passo a cui si riferiva Gesù durante il sermone sul monte:

 

Fu detto: "Chiunque ripudia sua moglie le dia l'atto di ripudio".

Ma io vi dico: chiunque manda via sua moglie, salvo che per motivo di fornicazione,

 la fa diventare adultera e chiunque sposa colei che è mandata via commette adulterio.

(Matteo 5:31-32)

 

Dei farisei si avvicinarono a lui per metterlo alla prova, dicendo: «È lecito a un marito mandare via la moglie?»

Egli rispose loro: «Che cosa vi ha comandato Mosè?»

Essi dissero: «Mosè permise di scrivere un atto di ripudio e di mandarla via».

Gesù disse loro: «È per la durezza del vostro cuore che Mosè scrisse per voi quella norma;

 ma al principio della creazione Dio li creò maschio e femmina.

Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne.

Così non sono più due, ma una sola carne.

L'uomo, dunque, non separi quel che Dio ha unito».

In casa i discepoli lo interrogarono di nuovo sullo stesso argomento.

Egli disse loro: «Chiunque manda via sua moglie e ne sposa un'altra,

 commette adulterio verso di lei; e se la moglie ripudia suo marito e ne sposa un altro,

commette adulterio».

(Marco 10:2-12)

 

«Chiunque manda via la moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio;

 e chiunque sposa una donna mandata via dal marito, commette adulterio.

(Luca 16:18)

 

Quando un uomo sposa una donna che poi non vuole più, perché ha scoperto qualcosa di indecente a suo riguardo,

 le scriva un atto di ripudio, glielo metta in mano e la mandi via.

Se lei, uscita dalla casa di quell'uomo, diviene moglie di un altro  e se quest'altro marito la prende in odio, scrive per lei un atto di divorzio, glielo mette in mano e la manda via di casa sua, o se quest'altro marito, che l'aveva presa in moglie, muore, il primo marito, che l'aveva mandata via, non potrà riprenderla in moglie, dopo che lei è stata contaminata, poiché sarebbe cosa abominevole agli occhi del SIGNORE.

Tu non macchierai di peccato il paese che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà come eredità.

(Deuteronomio 24:1-4)

 

Gesù chiarì bene qual era la motivazione di queste Leggi:

 

Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, partì dalla Galilea e se ne andò nei territori della Giudea che sono oltre il Giordano.

Una grande folla lo seguì, e là Gesù guarì i loro malati.

Dei farisei gli si avvicinarono per metterlo alla prova, dicendo: «È lecito mandare via la propria moglie per un motivo qualsiasi?»

Ed egli rispose loro: «Non avete letto che il Creatore, da principio, li creò maschio e femmina e che disse: "Perciò l'uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne"? Così non sono più due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha unito, l'uomo non lo separi».

Essi gli dissero: «Perché dunque Mosè comandò di scriverle un atto di ripudio e di mandarla via?»

Gesù disse loro: «Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandare via le vostre mogli; ma da principio non era così. Ma io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione, e ne sposa un'altra, commette adulterio».

(Matteo 19:1-9)

 

 

Davide dunque salì con le sue mogli, Ainoam di Izreel e Abigail di Carmel, che era stata moglie di Nabal.

(2 Samuele 2:2)

 

Una sera Davide, alzatosi dal suo letto, si mise a passeggiare sulla terrazza del palazzo reale; dalla terrazza vide una donna che faceva il bagno. La donna era bellissima.

Davide mandò a chiedere chi fosse la donna.

Gli dissero: «È Bat-Sceba, figlia di Eliam, moglie di Uria, l'Ittita».

Davide mandò a prenderla; lei venne da lui ed egli si unì a lei, che si era purificata dalla sua impurità; poi lei tornò a casa sua.

La donna rimase incinta e lo fece sapere a Davide dicendo: «Sono incinta».

Allora Davide fece dire a Ioab: «Mandami Uria, l'Ittita». Ioab mandò Uria da Davide.

Quando Uria giunse da Davide, questi gli chiese come stavano Ioab e il popolo e come andava la guerra.

Poi Davide disse a Uria: «Scendi a casa tua e lavati i piedi». Uria uscì dal palazzo reale e gli furono mandate dietro delle vivande del re. Ma Uria dormì alla porta del palazzo del re con tutti i servi del suo signore, e non scese a casa sua. Ciò fu riferito a Davide. Gli dissero: «Uria non è sceso a casa sua». Allora Davide disse a Uria: «Tu hai fatto un lungo viaggio. Perché dunque non sei sceso a casa tua?» Uria rispose a Davide: «L'arca, Israele e Giuda stanno sotto le tende, Ioab mio signore e i suoi servi sono accampati in aperta campagna e io entrerei in casa mia per mangiare, bere e per coricarmi con mia moglie? Com'è vero che il SIGNORE vive e che anche tu vivi, io non farò questo!»

Davide disse a Uria: «Trattieniti qui anche oggi, e domani ti lascerò partire».

Così Uria rimase a Gerusalemme quel giorno e il giorno seguente.

Davide lo invitò a mangiare e a bere con sé; lo ubriacò, e la sera Uria uscì per andarsene a dormire sul suo lettuccio con i servi del suo signore, ma non scese a casa sua.

La mattina seguente, Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò per mezzo d'Uria. Nella lettera aveva scritto così: «Mandate Uria al fronte, dove più infuria la battaglia; poi ritiratevi da lui, perché egli resti colpito e muoia».

Ioab dunque, assediando la città, pose Uria nel luogo dove sapeva che il nemico aveva degli uomini valorosi. Gli uomini della città fecero una sortita e attaccarono Ioab; parecchi del popolo, della gente di Davide, caddero e perì anche Uria l'Ittita.

Allora Ioab inviò un messaggero a Davide per fargli sapere tutte le cose che erano accadute nella battaglia e diede al messaggero quest'ordine: «Quando avrai finito di raccontare al re tutto quello che è successo nella battaglia, può darsi che il re vada in collera e ti dica: "Perché vi siete avvicinati così alla città per dare battaglia? Non sapevate che avrebbero tirato dalle mura? Chi fu che uccise Abimelec, figlio di Ierubbeset? Non fu una donna che gli gettò addosso un pezzo di macina dalle mura, in modo che morì a Tebes? Perché vi siete avvicinati così alle mura?" Tu allora gli dirai: "Anche il tuo servo Uria, l'Ittita, è morto"».

Il messaggero partì e, giunto, riferì a Davide tutto quello che Ioab l'aveva incaricato di dire. Il messaggero disse a Davide: «I nemici avevano avuto del vantaggio su di noi, e avevano fatto una sortita contro di noi nella campagna; ma noi fummo loro addosso fino alla porta della città; allora gli arcieri tirarono sulla tua gente dalle mura e parecchi della gente del re perirono, e Uria, l'Ittita, tuo servo, perì anche lui».

Allora Davide disse al messaggero: «Dirai così a Ioab: "Non affliggerti per ciò che è accaduto, perché la spada divora ora l'uno ora l'altro; rinforza l'attacco contro la città e distruggila". E tu fagli coraggio».

Quando la moglie di Uria udì che suo marito era morto, lo pianse.

Dopo che ebbe finito i giorni del lutto, Davide la mandò a prendere in casa sua.

Lei divenne sua moglie e gli partorì un figlio.

Ma quello che Davide aveva fatto dispiacque al SIGNORE.

Il SIGNORE mandò Natan da Davide e Natan andò da lui e gli disse:

«C'erano due uomini nella stessa città; uno ricco e l'altro povero. Il ricco aveva pecore e buoi in grandissimo numero; ma il povero non aveva nulla, se non una piccola agnellina che egli aveva comprata e allevata; gli era cresciuta in casa insieme ai figli, mangiando il pane di lui, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno. Essa era per lui come una figlia. Un giorno arrivò un viaggiatore a casa dell'uomo ricco. Questi, risparmiando le sue pecore e i suoi buoi, non ne prese per preparare un pasto al viaggiatore che era capitato da lui; prese invece l'agnellina dell'uomo povero e la cucinò per colui che gli era venuto in casa».

Davide si adirò moltissimo contro quell'uomo e disse a Natan: «Com'è vero che il SIGNORE vive, colui che ha fatto questo merita la morte; e pagherà quattro volte il valore dell'agnellina, per aver fatto una cosa simile e non aver avuto pietà».

Allora Natan disse a Davide: «Tu sei quell'uomo! Così dice il SIGNORE, il Dio d'Israele: "Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, ti ho dato la casa del tuo signore e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo signore; ti ho dato la casa d'Israele e di Giuda e, se questo era troppo poco, vi avrei aggiunto anche dell'altro. Perché dunque hai disprezzato la parola del SIGNORE, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai fatto uccidere Uria, l'Ittita, hai preso per te sua moglie e hai ucciso lui con la spada dei figli di Ammon. Ora dunque la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, perché tu mi hai disprezzato e hai preso per te la moglie di Uria, l'Ittita".

Così dice il SIGNORE: "Ecco, io farò venire addosso a te delle sciagure dall'interno della tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un altro, che si unirà a loro alla luce di questo sole; poiché tu lo hai fatto in segreto; ma io farò questo davanti a tutto Israele e in faccia al sole"».

Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il SIGNORE». Natan rispose a Davide: «Il SIGNORE ha perdonato il tuo peccato; tu non morrai.

Tuttavia, siccome facendo così tu hai dato ai nemici del SIGNORE ampia occasione di bestemmiare, il figlio che ti è nato dovrà morire». Natan tornò a casa sua.

Il SIGNORE colpì il bambino che la moglie di Uria aveva partorito a Davide, ed esso cadde gravemente ammalato.

Davide quindi rivolse suppliche a Dio per il bambino e digiunò; poi venne e passò la notte disteso per terra. Gli anziani della sua casa insistettero presso di lui perché egli si alzasse da terra; ma egli non volle e rifiutò di prendere cibo con loro.

Il settimo giorno il bambino morì; i servitori di Davide non osavano fargli sapere che il bambino era morto; perché dicevano: «Quando il bambino era ancora vivo, gli abbiamo parlato ed egli non ha dato ascolto alle nostre parole; come faremo ora a dirgli che il bambino è morto? Potrebbe commettere un gesto disperato». Ma Davide, vedendo che i suoi servitori bisbigliavano tra di loro, comprese che il bambino era morto e disse ai suoi servitori: «È morto il bambino?» Quelli risposero: «È morto».

Allora Davide si alzò da terra, si lavò, si unse e si cambiò le vesti; poi andò nella casa del SIGNORE e vi si prostrò; tornato a casa sua, chiese che gli portassero da mangiare e mangiò. I suoi servitori gli dissero: «Che cosa fai? Quando il bambino era ancora vivo digiunavi e piangevi; ora che è morto, ti alzi e mangi!» Egli rispose: «Quando il bambino era ancora vivo, digiunavo e piangevo, perché dicevo: Chissà che il SIGNORE non abbia pietà di me e il bambino non resti in vita? Ma ora che è morto, perché dovrei digiunare? Posso forse farlo ritornare? Io andrò da lui, ma egli non ritornerà da me!»

Poi Davide consolò Bat-Sceba sua moglie, entrò da lei e si unì a lei; lei partorì un figlio che chiamò Salomone.

Il SIGNORE amò Salomone e mandò il profeta Natan che lo chiamò Iedidia, a motivo dell'amore che il SIGNORE gli portava.

(2 Samuele 11 / 12:1-25)

 

Il SIGNORE dice: «Se un uomo ripudia sua moglie e questa se ne va via e si sposa con un altro,

quell'uomo torna forse ancora da lei?

(Geremia 3:1)

 

Un brano che esprime tutto il disappunto di Dio circa l’infedeltà al patto matrimoniale ed il ripudio, lo troviamo negli scritti del profeta Malachia:

 

Non abbiamo forse tutti un solo padre?

Non ci ha creati uno stesso Dio?

Perché dunque siamo perfidi l'uno verso l'altro così che profaniamo il patto dei nostri padri?

Giuda si è dimostrato infedele e l'abominazione è stata commessa in Israele e a Gerusalemme; perché Giuda ha profanato ciò che è santo al SIGNORE, ciò che egli ama, e ha sposato figlie di dèi stranieri.

A colui che fa questo, il SIGNORE sterminerà dalle tende di Giacobbe chi veglia e chi risponde, e chi offre l'oblazione al SIGNORE degli eserciti!

C'è un'altra cosa che voi fate: coprite l'altare del SIGNORE di lacrime, di pianto e di gemiti, in modo che egli non badi più alle offerte e non le accetti con gradimento dalle vostre mani.

Eppure dite: «Perché?»

Perché il SIGNORE è testimone fra te e la moglie della tua giovinezza, verso la quale agisci slealmente,

sebbene essa sia la tua compagna, la moglie alla quale sei legato da un patto.

Ma, direte voi, non ce n'è uno che fece così? E tuttavia, lo Spirito rimase in lui.

Ma perché quell'uno lo fece?

Perché cercava la discendenza promessagli da Dio.

Badate dunque al vostro spirito e nessuno agisca slealmente verso la moglie della sua giovinezza.

«Poiché io odio il ripudio», dice il SIGNORE, Dio d'Israele; «chi ripudia copre di violenza la sua veste»,

dice il SIGNORE degli eserciti.

Badate dunque al vostro spirito e non siate sleali.

(Malachia 2:10-16)

 

In questo brano, il Signore rimprovera ai figli di Giuda, l’infedeltà verso la “moglie della giovinezza”, alla quale egli è legato da un patto, patto che evidentemente non si è sciolto con la slealtà causata dalle altre “mogli” straniere.

 

E’ altresì interessante notare le osservazioni che il popolo fa, citando l’esperienza extra-coniugale di Abraamo con Agar, quasi a giustificare i loro atti.

E’ così, quando vogliamo per forza giustificare i nostri atti, prendiamo come esempi altri fratelli che sono caduti e che il Signore non ha “apparentemente” ripreso.

 

In un certo senso, quando ci comportiamo così, il nostro profondo desiderio è “trasgredire” senza subirne eventuali danni.

 

Facendo così dimostriamo solamente che la “Parola di Dio” ci va “stretta”, non è per noi il “consiglio benevolo di Dio”, è un “tranello” (cfr 1 Corinzi 7:35) che Dio in qualche modo ci vuole tendere per Suoi motivi “capricciosi” di santità.

 

 

Gesù ebbe diversi atteggiamenti durante il suo trascorso terreno, in riferimento a situazioni concernenti il matrimonio:

 

Ora doveva passare per la Samaria.

Giunse dunque a una città della Samaria, chiamata Sicar, vicina al podere che Giacobbe aveva dato a suo figlio Giuseppe; e là c'era il pozzo di Giacobbe.

Gesù dunque, stanco del cammino, stava così a sedere presso il pozzo. Era circa l'ora sesta.
Una Samaritana venne ad attingere l'acqua.

Gesù le disse: «Dammi da bere». (Infatti i suoi discepoli erano andati in città a comprare da mangiare.)

La Samaritana allora gli disse: «Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» Infatti i Giudei non hanno relazioni con i Samaritani.

Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: "Dammi da bere", tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell'acqua viva».

La donna gli disse: «Signore, tu non hai nulla per attingere, e il pozzo è profondo; da dove avresti dunque quest'acqua viva? Sei tu più grande di Giacobbe, nostro padre, che ci diede questo pozzo e ne bevve egli stesso con i suoi figli e il suo bestiame?»

Gesù le rispose: «Chiunque beve di quest'acqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna».

La donna gli disse: «Signore, dammi di quest'acqua, affinché io non abbia più sete e non venga più fin qui ad attingere».

Gesù le disse: «Va' a chiamare tuo marito e vieni qua».

La donna gli rispose: «Non ho marito».

E Gesù: «Hai detto bene: "Non ho marito"; perché hai avuto cinque mariti; e quello che hai ora, non è tuo marito;

in questo hai detto la verità».

La donna gli disse: «Signore, vedo che tu sei un profeta.

I nostri padri hanno adorato su questo monte, ma voi dite che a Gerusalemme è il luogo dove bisogna adorare».

Gesù le disse: «Donna, credimi; l'ora viene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre.

Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità».

La donna gli disse: «Io so che il Messia (che è chiamato Cristo) deve venire; quando sarà venuto ci annuncerà ogni cosa».

Gesù le disse: «Sono io, io che ti parlo!»

(Giovanni 4:4-26)

 

Gesù andò al monte degli Ulivi.

All'alba tornò nel tempio, e tutto il popolo andò da lui; ed egli, sedutosi, li istruiva.

Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna colta in adulterio; e, fattala stare in mezzo, gli dissero: «Maestro, questa donna è stata colta in flagrante adulterio.

Or Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che ne dici?»

Dicevano questo per metterlo alla prova, per poterlo accusare. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere con il dito in terra. E, siccome continuavano a interrogarlo, egli, alzato il capo, disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei».

E, chinatosi di nuovo, scriveva in terra.

Essi, udito ciò, e accusati dalla loro coscienza, uscirono a uno a uno, cominciando dai più vecchi fino agli ultimi; e Gesù fu lasciato solo con la donna che stava là in mezzo.

Gesù, alzatosi e non vedendo altri che la donna, le disse: «Donna, dove sono quei tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata?»

Ella rispose: «Nessuno, Signore».

E Gesù le disse: «Neppure io ti condanno; va' e non peccare più».]

(Giovanni 8:1-11)

 

 

Citazioni nei vangeli:

 

In quel tempo Erode il tetrarca udì la fama di Gesù, e disse ai suoi servitori: «Costui è Giovanni il battista! Egli è risuscitato dai morti; perciò agiscono in lui le potenze miracolose».

Perché Erode, fatto arrestare Giovanni, lo aveva incatenato e messo in prigione a motivo di Erodiada, moglie di Filippo suo fratello; perché Giovanni gli diceva: «Non ti è lecito averla».

(Matteo 14:1-4)

 

Poiché Erode aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva fatto incatenare in prigione a motivo di Erodiade, moglie di Filippo suo fratello, che egli, Erode, aveva sposata. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello

(Marco 6:17-18)

 

Giovanni il battista, non si tirò indietro nell’accusare e giudicare Erode circa il suo rapporto illegittimo con Erodiade.

Questo gli cosò la vita… …oggi potremo chiederci: “ne valeva la pena?” “Non poteva farsi i fatti suoi?”

 

Io penso che oggi nessuno ha il coraggio di Giovanni il battista, forse è proprio per questo che Gesù disse:

 

In verità io vi dico, che fra i nati di donna non è sorto nessuno maggiore di Giovanni il battista; eppure il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.

(Matteo 11:11)

 

 

Dei farisei gli si avvicinarono per metterlo alla prova, dicendo: «È lecito mandare via la propria moglie per un motivo qualsiasi?»

Ed egli rispose loro: «Non avete letto che il Creatore, da principio, li creò maschio e femmina e che disse: "Perciò l'uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne"? Così non sono più due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha unito, l'uomo non lo separi».

Essi gli dissero: «Perché dunque Mosè comandò di scriverle un atto di ripudio e di mandarla via

Gesù disse loro: «Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandare via le vostre mogli; ma da principio non era così. Ma io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione, e ne sposa un'altra, commette adulterio».

(Matteo 19:3-9)

 

Dei farisei si avvicinarono a lui per metterlo alla prova, dicendo: «È lecito a un marito mandare via la moglie?»

Egli rispose loro: «Che cosa vi ha comandato Mosè?»

Essi dissero: «Mosè permise di scrivere un atto di ripudio e di mandarla via».

Gesù disse loro: «È per la durezza del vostro cuore che Mosè scrisse per voi quella norma;

 ma al principio della creazione Dio li creò maschio e femmina.

Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne.

Così non sono più due, ma una sola carne.

L'uomo, dunque, non separi quel che Dio ha unito».

In casa i discepoli lo interrogarono di nuovo sullo stesso argomento.

Egli disse loro: «Chiunque manda via sua moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; e se la moglie ripudia suo marito e ne sposa un altro, commette adulterio».

(Marco 10:2-12)

 

 

«Chiunque manda via la moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; e chiunque sposa una donna mandata via dal marito, commette adulterio.

(Luca 16:18)

 

«Voi avete udito che fu detto: "Non commettere adulterio".

Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.

(Matteo 5:27-28)