Il matrimonio (quinta parte)
Il matrimonio nel Nuovo Patto
Paolo si serve della
figura del legame matrimoniale per spiegare il rapporto con la Legge:
O ignorate forse, fratelli (poiché parlo a persone che hanno conoscenza della legge),
che la legge ha potere sull'uomo per tutto il tempo ch'egli vive?
Infatti la donna sposata è legata per legge al marito mentre egli vive;
ma se il marito muore, è sciolta dalla legge che la lega al marito.
Perciò, se lei diventa moglie di un altro uomo mentre il marito vive,
sarà chiamata adultera;
ma se il marito muore, ella è libera da quella legge;
così non è adultera se
diventa moglie di un altro uomo.
(Romani 7:3)
In questo passo (anche
se fuori contesto), l’apostolo Paolo enuncia un principio che dà per
assodato ed ineccepibile: il
matrimonio è sciolto solo con la morte.
Prova ne è che anche
nella Legge, l’adulterio veniva risolto con la morte (si rendeva il coniuge
tradito di fatto “vedovo” e quindi libero di risposarsi), sciogliendo il
legame matrimoniale in modo “forzoso”.
Paolo, scrivendo ai
Corinzi (greci con moralità secolare bassa), si trova costretto a mettere
ordine nella chiesa (colonna e sostegno della Verità) e lascia insegnamenti
molto pratici circa i legami matrimoniali.
Innanzi tutto sentenzia
circa uno scandalo a carattere sessuale che i corinzi avevano fino ad allora
“tollerato”:
Si ode addirittura affermare che
vi è tra di voi fornicazione, una tale fornicazione che non
si trova neppure fra i pagani; al punto che
uno si tiene la moglie di suo padre!
E voi siete gonfi, e non avete invece fatto cordoglio,
perché colui che
ha commesso quell'azione fosse tolto di mezzo a voi!
Quanto a me, assente di persona ma presente in spirito,
ho già giudicato,
come se fossi presente, colui che ha commesso un tale atto.
Nel nome del Signore Gesù, essendo insieme riuniti voi e lo spirito mio, con l'autorità del Signore nostro Gesù,
ho deciso che quel tale sia consegnato a Satana, per la rovina della carne,
affinché lo spirito sia salvo nel giorno del Signore Gesù.
Il vostro vanto non è una buona cosa. Non sapete che un po'
di lievito fa lievitare tutta la pasta? Purificatevi del vecchio lievito,
per essere una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la
nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata. Celebriamo dunque la festa,
non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con
gli azzimi della sincerità e della verità.
Vi ho scritto nella mia lettera di
non mischiarvi con i fornicatori; non del tutto però
con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari e i ladri, o con
gl'idolatri; perché altrimenti dovreste uscire dal mondo; ma
quel che vi ho scritto è di non
mischiarvi con chi, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, un avaro, un
idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone, un ladro; con quelli non dovete
neppure mangiare.
Poiché, devo forse giudicare quelli di fuori? Non giudicate
voi quelli di dentro?
Quelli di fuori li giudicherà Dio.
Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi.
(1 Corinzi 5:1-13)
Poi, dietro una loro
specifica richiesta circa il matrimonio
in attesa del ritorno del Signore,
Paolo scrive:
Or quanto alle cose di cui mi avete scritto, è bene per l'uomo non toccare donna;
ma,
per
evitare le fornicazioni,
ogni uomo abbia la propria moglie e
ogni donna il proprio marito.
Il marito renda alla
moglie ciò che le è dovuto; lo stesso faccia la moglie verso il marito.
La moglie non ha potere sul proprio corpo, ma il marito;
e nello stesso modo il marito non ha potere sul proprio
corpo, ma la moglie.
Non privatevi l'uno dell'altro, se non di comune accordo,
per un tempo, per dedicarvi alla preghiera; e poi ritornate insieme,
perché Satana non vi
tenti a motivo della vostra incontinenza.
Ma questo dico per concessione, non per comando;
io vorrei che tutti gli uomini fossero come sono io; ma ciascuno ha il suo proprio dono da Dio;
l'uno in un modo,
l'altro in un altro.
Ai celibi
e alle vedove, però, dico che è
bene per loro che se ne stiano come sto anch'io.
Ma se non riescono a
contenersi, si sposino; perché è meglio sposarsi che ardere.
Ai coniugi poi ordino, non io ma il Signore, che la moglie non si separi dal marito
(e se si fosse separata, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il
marito); e che il marito non mandi via la moglie.
Ma agli altri dico io, non il Signore: se un fratello ha una moglie non credente
ed ella acconsente ad abitare con lui, non la mandi via; e la donna che ha un marito non credente,
s'egli consente ad abitare con lei, non mandi via il marito; perché il marito non credente è santificato nella moglie,
e la moglie non
credente è santificata nel marito credente; altrimenti i vostri figli
sarebbero impuri, mentre ora sono santi.
Però, se il non credente si separa, si separi pure; in tali
casi, il fratello o la sorella non sono obbligati a continuare a stare
insieme; ma Dio ci ha chiamati
a vivere in pace; perché, tu, moglie, che sai se salverai tuo marito? E tu,
marito, che sai se salverai tua moglie?
Del resto, ciascuno continui a vivere nella condizione
assegnatagli dal Signore, nella quale si trovava quando Dio lo chiamò.
Così ordino in tutte le chiese.
Qualcuno è stato
chiamato quando era circonciso? Non faccia sparire la sua circoncisione.
Qualcuno è stato chiamato quand'era incirconciso? Non si faccia
circoncidere.
La circoncisione non
conta nulla, e l'incirconcisione non conta nulla; ma ciò che conta è
l'osservanza dei comandamenti di Dio.
Ognuno rimanga nella condizione in cui era quando fu
chiamato.
Sei stato chiamato
essendo schiavo? Non te ne preoccupare, ma se puoi diventare libero, è
meglio valerti dell'opportunità. Poiché colui che è stato chiamato nel
Signore, da schiavo, è un affrancato del Signore; ugualmente colui che è
stato chiamato mentre era libero, è schiavo di Cristo. Voi siete stati
riscattati a caro prezzo; non diventate schiavi degli uomini.
Fratelli, ognuno rimanga davanti a Dio nella condizione in
cui si trovava quando fu chiamato.
Quanto
alle vergini non ho comandamento
dal Signore; ma do il mio parere, come uno che ha ricevuto dal Signore la
grazia di essere fedele.
Io penso dunque che a
motivo della pesante situazione sia bene per loro di restare come sono;
poiché per l'uomo è bene di starsene così.
Sei legato a una moglie? Non cercare di sciogliertene. Non
sei legato a una moglie? Non cercare moglie.
Se però prendi moglie,
non pecchi; e se una vergine si sposa, non pecca; ma tali persone avranno
tribolazione nella carne e io vorrei risparmiarvela.
Ma questo dichiaro,
fratelli: che il tempo è ormai abbreviato; da ora in poi, anche quelli che
hanno moglie, siano come se non l'avessero; quelli che piangono, come se non
piangessero; quelli che si rallegrano, come se non si rallegrassero; quelli
che comprano, come se non possedessero; quelli che usano di questo mondo,
come se non ne usassero, perché la figura di questo mondo passa.
Vorrei che foste senza
preoccupazioni.
Chi non è sposato si dà
pensiero delle cose del Signore, di come potrebbe piacere al Signore; ma
colui che è sposato si dà pensiero delle cose del mondo, come potrebbe
piacere alla moglie e i suoi interessi sono divisi. La donna senza marito o
vergine si dà pensiero delle cose del Signore, per essere consacrata a lui
nel corpo e nello spirito; mentre la sposata si dà pensiero delle cose del
mondo, come potrebbe piacere al marito.
Dico questo nel vostro
interesse; non per tendervi un tranello, ma in vista di ciò che è decoroso e
affinché possiate consacrarvi al Signore senza distrazioni.
Ma se uno crede far
cosa indecorosa verso la propria figliola nubile se ella passi il fior
dell'età, e se così bisogna fare, faccia quello che vuole; egli non pecca;
la dia a marito. Ma chi sta fermo in cuor suo, e non è obbligato da
necessità ma è padrone della sua volontà e ha determinato in cuor suo di
serbare vergine la sua figliola, fa bene.
Perciò, chi dà la sua
figliola a marito fa bene, e chi non la dà a marito fa meglio.
La moglie è vincolata
per tutto il tempo che vive suo marito; ma, se il marito muore, ella è
libera di sposarsi con chi vuole, purché lo faccia nel Signore.
Tuttavia ella è più felice, a parer mio, se rimane com'è; e credo di avere
anch'io lo Spirito di Dio.
(1 Corinzi 7)
Paolo innanzi tutto
premette che tutti gli insegnamenti di questo passo sono finalizzati
semplicemente al fine di evitare le
fornicazioni.
Difatti il suo
consiglio primario è quello di non sposarsi proprio.
Tutto quello che viene
insegnato di seguito è pertanto un “concedere” non è un “diritto”.
Un particolare che
conviene notare è che Paolo “da il proprio parere” a coloro che sono in
qualche modo “liberi di scegliere”, mentre trasmette “un ordine preciso di
Dio” quando sono già “vincolati” da un legame matrimoniale.
Pertanto:
-
per evitare le fornicazioni, ogni uomo abbia la
propria moglie e ogni donna il proprio marito;
-
per evitare le fornicazioni, il marito renda alla
moglie ciò che le è dovuto; lo stesso faccia la moglie verso il marito
-
per evitare le fornicazioni, non privatevi l'uno
dell'altro, se non di comune accordo, per un tempo, per dedicarvi alla
preghiera; e poi ritornate insieme.
-
per evitare le fornicazioni, ai celibi e alle
vedove ( che non riescono a contenersi ), si sposino; perché è meglio
sposarsi che ardere.
Poi Paolo passa ad
esaminare le varie categorie “ammesse al matrimonio”:
- I Coniugi
Ai coniugi
poi ordino, non io ma il Signore, che la moglie non si
separi dal marito
(e se si fosse separata, rimanga
senza sposarsi o si riconcili con il marito); e che il marito non mandi via
la moglie.
Pertanto i coniugi cristiani, non
possono “divorziare”, devono rimanere insieme o al massimo ( se per forza
maggiore ) sono portati a separarsi non hanno alcuna possibilità di
risposarsi.
- Gli altri
Questi altri, dalla
lettura del passo in modo “onesto” e senza voler forzare il significato,
sono compresi tutti coloro che al momento della conversione si trovano a
dover gestire il matrimonio con un coniuge non cristiano.
A questi, Paolo ordina:
- se un fratello ha una moglie non credente ed ella acconsente ad abitare con lui,
non la mandi via; e la donna che ha un marito non credente,
s'egli consente ad abitare con lei, non mandi via il marito;
perché il marito non credente è santificato nella moglie,
e la moglie non credente è santificata nel marito credente;
altrimenti i vostri figli sarebbero impuri, mentre ora sono santi.
Però, se il non credente si separa, si separi pure;
in tali casi, il fratello o la sorella non sono obbligati a continuare a stare insieme;
ma Dio ci ha chiamati a vivere in pace; perché, tu, moglie, che sai se salverai tuo marito?
E tu, marito, che
sai se salverai tua moglie?
- Le vergini
Io penso dunque che a
motivo della pesante situazione sia bene per loro di restare come sono;
poiché per l'uomo è bene di starsene così.
Paolo, infine conclude
con un principio che ricalca in modo preciso quanto già visto nella lettera
ai romani precedentemente:
La moglie è vincolata per tutto il tempo che vive suo marito;
ma, se il marito muore, ella è libera di sposarsi con chi vuole,
purché lo faccia nel Signore.
Nel complesso del
discorso Paolo conclude con un preciso ordine del Signore:
Del resto, ciascuno continui a vivere nella condizione assegnatagli dal Signore,
nella quale si trovava
quando Dio lo chiamò. Così ordino in
tutte le chiese.
Fratelli, ognuno
rimanga davanti a Dio nella condizione in cui si trovava quando fu chiamato.
Sei legato a una moglie? Non cercare di sciogliertene.
Non sei legato a una
moglie? Non cercare moglie.
Negli insegnamenti di
Paolo, non risulta alcuna possibilità di nuove nozze in caso dell’eventuale
separazione coniugale (anche per forza maggiore), fino a che non sia stato
sciolto il vincolo per mezzo della morte di uno dei due coniugi.
Se siamo onesti, questa
possibilità è in qualche modo “accettata” nella Chiesa semplicemente perché
le leggi del mondo lo permettono.
Se queste non lo
permettessero nessun cristiano sano ( di “mente di Cristo”), fedele si
sognerebbe di avallare un simile principio.
E questa riflessione
deve portarci a esaminarci su quanto la Chiesa sia influenzata dal mondo
esterno, e non si tiene ferma sulla VERITA’.
“L’accomodare la
VERITA’”, non è quanto ci chiede il Signore!
La stadera e le bilance giuste appartengono al SIGNORE, tutti i pesi del
sacchetto sono opera sua.
(Proverbi 16:11)
Paolo si serve della
figura del fidanzamento per spiegare il rapporto con Cristo, in attesa delle
nozze dell’Agnello:
Infatti sono geloso di voi della
gelosia di Dio, perché vi ho
fidanzati a un unico sposo, per
presentarvi come una casta vergine a Cristo.
Ma temo che, come il serpente sedusse
Eva con la sua astuzia, così le vostre menti vengano corrotte e sviate dalla
semplicità e dalla purezza nei riguardi di Cristo.
Infatti, se uno viene a predicarvi un
altro Gesù, diverso da quello che abbiamo predicato noi, o se si tratta di
ricevere uno spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un vangelo
diverso da quello che avete accettato, voi lo sopportate volentieri.
Stimo infatti di non essere stato in
nulla inferiore a quei sommi apostoli.
Anche se sono rozzo nel parlare, non
lo sono però nella conoscenza; e l'abbiamo dimostrato tra di voi, in tutti i
modi e in ogni cosa.
(2 Corinzi 11:1-6)
Gli insegnamenti di
Paolo si concentrano poi sulla etica che deve osservare la Chiesa, ed in
primis coloro che devono essere un esempio per gli altri:
Bisogna
dunque che il vescovo
sia irreprensibile,
marito di una sola moglie,
sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al
vino né violento, ma sia mite, non litigioso, non attaccato al denaro, che
governi bene la propria famiglia e tenga i figli sottomessi e pienamente
rispettosi (perché se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà
aver cura della chiesa di Dio?), che non sia convertito di recente, affinché
non diventi presuntuoso e cada nella condanna inflitta al diavolo. Bisogna
inoltre che abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, perché non
cada in discredito e nel laccio del diavolo.
Allo stesso modo i diaconi
devono essere dignitosi, non doppi nel parlare, non propensi a troppo
vino, non avidi di illeciti guadagni; uomini che custodiscano il mistero
della fede in una coscienza pura. Anche questi siano prima provati; poi
svolgano il loro servizio se sono irreprensibili. Allo stesso modo siano le
donne dignitose, non maldicenti, sobrie, fedeli in ogni cosa.
I diaconi siano mariti di una sola
moglie, e governino bene i loro figli e le loro famiglie.
Perché quelli che hanno svolto bene il compito di diaconi si acquistano un
grado onorabile e una grande franchezza nella fede che è in Cristo Gesù.
(1 Timoteo 3:2-14)
Per questa ragione ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine nelle cose
che rimangono da fare, e costituisca
degli anziani in ogni città, secondo le mie istruzioni,
quando si trovi chi sia irreprensibile,
marito di una sola moglie, che abbia figli fedeli, che non
siano accusati di dissolutezza né insubordinati. Infatti bisogna che il
vescovo sia irreprensibile, come amministratore di Dio; non arrogante, non
iracondo, non dedito al vino, non violento, non avido di guadagno disonesto,
ma ospitale, amante del bene, assennato, giusto, santo, temperante,
attaccato alla parola sicura, così come è stata insegnata, per essere in
grado di esortare secondo la sana dottrina e di convincere quelli che
contraddicono.
(Tito 1:5-9)
L’autore alla lettera
agli ebrei estende gli insegnamenti paolini circa la fedeltà matrimoniale a
tutti:
Il matrimonio sia tenuto in onore da tutti e il letto coniugale non sia macchiato da infedeltà;
poiché Dio giudicherà
i fornicatori e
gli adùlteri.
(Ebrei 13:4)
Anche L’apostolo
Pietro, parla dei rapporti tra maglie e marito e dà precise istruzioni:
Anche voi,
mogli, siate sottomesse ai vostri mariti perché, se
anche ve ne sono che non ubbidiscono
alla parola, siano guadagnati, senza parola, dalla condotta delle loro
mogli, quando avranno considerato la vostra condotta casta e rispettosa.
Il vostro ornamento non sia quello
esteriore, che consiste nell'intrecciarsi i capelli, nel mettersi addosso
gioielli d'oro e nell'indossare belle vesti, ma quello che è intimo e
nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e
pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore.
Così infatti si ornavano una volta le
sante donne che speravano in Dio, restando sottomesse ai loro mariti, come
Sara che obbediva ad Abraamo, chiamandolo signore; della quale voi siete
diventate figlie facendo il bene senza lasciarvi turbare da nessuna paura.
Anche voi, mariti, vivete insieme
alle vostre mogli con il riguardo dovuto alla donna, come a un vaso più
delicato.
Onoratele, poiché anch'esse sono eredi con voi
della grazia della vita, affinché le
vostre preghiere non siano impedite.
(1 Pietro 3:1-7)
L’insegnamento per la
Chiesa oggi pertanto è chiaro, fatto salvo chi vuole ( per motivi vari )
falsificare le Scritture, attività sempre presente all’interno della Chiesa
e purtroppo praticata dai “molti”:
Noi non siamo infatti come quei molti che falsificano la parola di Dio;
ma parliamo mossi da sincerità, da
parte di Dio, in presenza di Dio, in Cristo.
(2 Corinzi 2:17)
Come applicarlo oggi?