Avvicinati al monte Sion

 

 

 Voi non vi siete avvicinati al monte che si poteva toccare con mano, e che era avvolto nel fuoco, né all'oscurità, né alle tenebre, né alla tempesta, né allo squillo di tromba, né al suono di parole, tale che quanti l'udirono supplicarono che più non fosse loro rivolta altra parola; perché non potevano sopportare quest'ordine: «Se anche una bestia tocca il monte sia lapidata».

Tanto spaventevole era lo spettacolo, che Mosè disse: «Sono spaventato e tremo».

Voi vi siete invece avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste, alla festante riunione delle miriadi angeliche, all'assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, il mediatore del nuovo patto e al sangue dell'aspersione che parla meglio del sangue d'Abele.

Badate di non rifiutarvi d'ascoltare colui che parla; perché se non scamparono quelli, quando rifiutarono d'ascoltare colui che promulgava oracoli sulla terra, molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle a colui che parla dal cielo; la cui voce scosse allora la terra e che adesso ha fatto questa promessa: «Ancora una volta farò tremare non solo la terra, ma anche il cielo».

Or questo «ancora una volta» sta a indicare la rimozione delle cose scosse come di cose fatte perché sussistano quelle che non sono scosse.

Perciò, ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti, e offriamo a Dio un culto gradito, con riverenza e timore!  Perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante.

(Ebrei 12:18-29)

 ***

 

Una volta descritti:

 - i privilegi di cui godono in Cristo Gesù;

 - il giudizio che spetta ai ribelli;

 - il ricordo della loro fede inziale;

 - il ricordo della fede dei grandi uomini di Dio;

 - la descrizione del perfetto esempio di fede;

 - l’utilità delle prove a cui sono sottoposti,

 

l’autore vuole in ultimo, come settimo motivo di perseveranza, fare apprezzare ai fratelli scoraggiati, quale è la loro maggiore responsabilità in quanto sono stati avvicinati al monte Sion, il monte di Dio, alla presenza di una realtà celeste, eterna, immutabile e gloriosa, ed il credente che si disinteressa dei magnifici privilegi a sua disposizione non onora Dio ed attira su di sé il Suo castigo.

 

 Per meglio comprendere il passo che stiamo leggendo, è utile leggere il passo al quale l’autore della lettera fa riferimento nella Scrittura:

Allora il SIGNORE disse a Mosè: «Va' dal popolo, santificalo oggi e domani; fa' che si lavi le vesti. Siano pronti per il terzo giorno; perché il terzo giorno il SIGNORE scenderà in presenza di tutto il popolo sul monte Sinai.

Tu fisserai tutto intorno dei limiti al popolo, e dirai: "Guardatevi dal salire sul monte o dal toccarne i fianchi. Chiunque toccherà il monte sarà messo a morte. Nessuna mano dovrà toccare il colpevole: questo sarà lapidato o trafitto con frecce; animale o uomo che sia, non dovrà vivere!" Quando il corno suonerà a distesa, allora essi potranno salire sul monte».

E Mosè scese dal monte verso il popolo; santificò il popolo, e quelli si lavarono le vesti. Mosè disse al popolo: «Siate pronti fra tre giorni; non avvicinatevi a donna».

Il terzo giorno, come fu mattino, ci furono tuoni, lampi, una fitta nuvola sul monte e si udì un fortissimo suono di tromba. Tutto il popolo che era nell'accampamento tremò. Mosè fece uscire il popolo dall'accampamento per condurlo a incontrare Dio; e si fermarono ai piedi del monte. Il monte Sinai era tutto fumante, perché il SIGNORE vi era disceso in mezzo al fuoco; il fumo saliva come il fumo di una fornace, e tutto il monte tremava forte.

Il suono della tromba si faceva sempre più forte; Mosè parlava e Dio gli rispondeva con una voce. Il SIGNORE dunque scese sul monte Sinai, in vetta al monte; e il SIGNORE chiamò Mosè sulla vetta del monte, e Mosè vi salì.

Il SIGNORE disse a Mosè: «Scendi, avverti solennemente il popolo di non fare irruzione verso il SIGNORE per guardare, altrimenti molti di loro periranno.

Anche i sacerdoti che si avvicinano al SIGNORE, si santifichino, affinché il SIGNORE non si avventi contro di loro».

Mosè disse al SIGNORE: «Il popolo non può salire sul monte Sinai, poiché tu ce lo hai vietato dicendo: "Fissa dei limiti intorno al monte, e santificalo"».

Ma il SIGNORE gli disse: «Va', scendi; poi risalirai insieme ad Aaronne. Ma i sacerdoti e il popolo non facciano irruzione per salire verso il SIGNORE, affinché egli non si avventi contro di loro.

Mosè scese verso il popolo e glielo disse.

Allora Dio pronunciò tutte queste parole:

«Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù.

Non avere altri dèi oltre a me.

Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.

Non pronunciare il nome del SIGNORE, Dio tuo, invano; perché il SIGNORE non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano.

Ricòrdati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa' tutto il tuo lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al SIGNORE Dio tuo; non fare in esso nessun lavoro ordinario, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né lo straniero che abita nella tua città; poiché in sei giorni il SIGNORE fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò il SIGNORE ha benedetto il giorno del riposo e lo ha santificato.

Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà.

Non uccidere.

Non commettere adulterio.

Non rubare.

Non attestare il falso contro il tuo prossimo.

Non concupire la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo».

Or tutto il popolo udiva i tuoni, il suono della tromba e vedeva i lampi e il monte fumante. A tal vista, tremava e stava lontano.

E disse a Mosè: «Parla tu con noi e noi ti ascolteremo; ma non ci parli Dio, altrimenti moriremo». (Esodo 19:10 / 20:19)

 

Questo passo ci descrive tutta la solennità del momento in cui Dio ha dato la Legge a Mosè e il timore di Dio che pervadeva ogni uomo presente all’avvenimento.

L’autore della lettera, proprio facendo riferimento a questo evento, prende spunto per evidenziare come chi ascolta oggi la voce di Dio sia maggiormente responsabile di quelli che Lo udirono in quell’occasione in quanto il Nuovo Patto è più solenne del Vecchio Patto e il Nuovo Mediatore sia molto più qualificato del vecchio mediatore.

 

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 Voi non vi siete avvicinati al monte che si poteva toccare con mano, e che era avvolto nel fuoco, né all'oscurità, né alle tenebre, né alla tempesta, né allo squillo di tromba, né al suono di parole, tale che quanti l'udirono supplicarono che più non fosse loro rivolta altra parola; perché non potevano sopportare quest'ordine: «Se anche una bestia tocca il monte sia lapidata».

Tanto spaventevole era lo spettacolo, che Mosè disse: «Sono spaventato e tremo».

 

Il settimo motivo di perseveranza nella fede, è tratto dalla dimostrata superiorità del nuovo Patto sull'antico.

Esso è la realtà delle antiche promesse, perchè rivela la grazia di Dio in Cristo ed è perciò definitivo.

La Legge, o il Vecchio Patto, aveva uno scopo ben preciso, far conoscere lo stato di peccato all’uomo, e fu data per mezzo di un mediatore, Mosè (figura di Gesù Cristo, mediatore del Nuovo Patto):

Perché dunque la legge? Essa fu aggiunta a causa delle trasgressioni, finché venisse la progenie alla quale era stata fatta la promessa; e fu promulgata per mezzo di angeli, per mano di un mediatore. (Galati 3:19)

 

Giovanni ci scrive:

Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo. (Giovanni 1:17)

 Per dare la giusta enfasi e la giusta solennità alla descrizione di questo Nuovo Patto, l’autore ricorda l’atmosfera solenne che il popolo e lo stesso Mosè vissero ai piedi del monte Sinai (che era un patto terrestre pieno di esteriorità e quindi transitorio).

Durante l’enunciazione di questo primo patto, il popolo tremava tutto; ma anche Mosè, il mediatore, era preso da spavento dinanzi ai fenomeni terribili che accompagnavano la rivelazione.

 

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 Voi vi siete invece avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste, alla festante riunione delle miriadi angeliche, all'assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, il mediatore del nuovo patto e al sangue dell'aspersione che parla meglio del sangue d'Abele.

 

E’ significativo che l’autore descriva e metta in contrapposizione come:

-       il primo patto (Antico Patto transitorio) sia stato accompagnato da manifestazioni sensoriali, come il “toccare con mano”, il “vedere” o il “sentire”;

-       il secondo patto (Nuovo Patto definitivo) sia invece accompagnato da manifestazioni spirituali che sfuggono alla sensazioni carnali;

 -       il primo patto (Antico Patto transitorio) sia accompagnato da segni di giudizio (fuoco, oscurità, tenebre, tempesta, squillo di tromba);

-       il secondo patto (Nuovo Patto definitivo) sia accompagnato da segni di benedizione (alla città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste, alla festante riunione delle miriadi angeliche, all'assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, il mediatore del nuovo patto e al sangue dell'aspersione).

 

Il carattere del nuovo Patto è simboleggiato nel monte di Sion e nella Gerusalemme celeste, dove Dio abita con il Suo popolo, dove governa il Sacerdote Perfetto ed Eterno, dove festeggiano le miriadi di angeli, dove sono raccolti gli spiriti dei “giusti antichi” e dove tutta la chiesa (resa più giusta di Abele) troverà cittadinanza ed il promesso riposo.

Tutto ci parla di una situazione festosa e di gioia, la caratteristica che possiamo notare studiando gli atti degli apostoli, in tutte le chiese primitive e nei nuovi convertiti, nonostante la persecuzione che subivano:

Tutti quelli che credevano stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le proprietà e i beni, e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno.

E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo.

Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano salvati.  (Atti 2:44-47)

 

Essi dunque se ne andarono via dal sinedrio, rallegrandosi di essere stati ritenuti degni di essere oltraggiati per il nome di Gesù.

E ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano di insegnare e di portare il lieto messaggio che Gesù è il Cristo. (Atti 5:41-42)

 

Strada facendo, giunsero a un luogo dove c'era dell'acqua.

E l'eunuco disse: «Ecco dell'acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?»

[Filippo disse: «Se tu credi con tutto il cuore, è possibile».

L'eunuco rispose: «Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio».]

Fece fermare il carro, e discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco; e Filippo lo battezzò.

Quando uscirono dall'acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo; e l'eunuco, continuando il suo viaggio tutto allegro, non lo vide più. (Atti 8:36-39)

 

Gli stranieri, udendo queste cose, si rallegravano e glorificavano la Parola di Dio; e tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero.

E la Parola del Signore si diffondeva per tutta la regione.

Ma i Giudei istigarono le donne pie e ragguardevoli e i notabili della città, scatenando una persecuzione contro Paolo e Barnaba, che furono cacciati fuori dal loro territorio.

Allora essi, scossa la polvere dei piedi contro di loro, andarono a Iconio, mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo. (Atti 13:48-52)

 

Poi annunciarono la Parola del Signore a lui e a tutti quelli che erano in casa sua.

Ed egli li prese con sé in quella stessa ora della notte, lavò le loro piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi.

Poi li fece salire in casa sua, apparecchiò loro la tavola, e si rallegrava con tutta la sua famiglia, perché aveva creduto in Dio. (Atti 16:32-34)

 

Ma questo stato di gioia e beatitudine non sminuisce minimamente la più alta solennità della situazione!

  

… avvicinati al monte Sion

 In contrapposizione al monte Sinai (luogo simbolo dell’Antico Patto), dove nessuno poteva avvicinarsi (fatta eccezione per Mosè, tutto spaventato e tremante), l’autore cita il monte Sion, il monte dell’Eterno, dove molti popoli vi accorreranno, e diranno: «Venite, saliamo al monte del SIGNORE, alla casa del Dio di Giacobbe; Egli ci insegnerà le sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri» ( Isaia 2:3).

Sion è nel linguaggio dei profeti il monte dell'Eterno, al quale hanno accesso solo i giusti:

Avverrà, negli ultimi giorni, che il monte della casa del SIGNORE si ergerà sulla vetta dei monti, e sarà elevato al di sopra dei colli; e tutte le nazioni affluiranno a esso.

Molti popoli vi accorreranno, e diranno: «Venite, saliamo al monte del SIGNORE, alla casa del Dio di Giacobbe; Egli ci insegnerà le sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri».

Da Sion, infatti, uscirà la legge, e da Gerusalemme la parola del SIGNORE. (Isaia 2:2-3)

 

Chi salirà al monte del SIGNORE? Chi potrà stare nel suo luogo santo?

L'uomo innocente di mani e puro di cuore, che non eleva l'animo a vanità e non giura con il proposito di ingannare.

Egli riceverà benedizione dal SIGNORE, giustizia dal Dio della sua salvezza. (Salmo 24:3-5)

 

O SIGNORE, chi dimorerà nella tua tenda? Chi abiterà sul tuo santo monte?

Colui che è puro e agisce con giustizia, e dice la verità come l'ha nel cuore; che non calunnia con la sua lingua, né fa male alcuno al suo vicino, né insulta il suo prossimo.

Agli occhi suoi è spregevole il malvagio,ma egli onora quelli che temono il SIGNORE. Se anche ha giurato a suo danno, non cambia; non dà il suo denaro a usura, né accetta regali a danno dell'innocente. (Salmo 15:1-5)

 

Sion è anche il monte della Casa del Signore dove Dio raccoglie tutti coloro che sono Suoi e dove abita e regna nella persona del Suo Unto, il monte della Sua Santità:

“Sono io”, dirà, “che ho stabilito il mio re sopra Sion, il mio monte santo”. (Salmo 2:6)

 

O SIGNORE, chi dimorerà nella tua tenda? Chi abiterà sul tuo santo monte? (Salmo 15:1)

 

Lo straniero che si è unito al SIGNORE non dica: «Certo, il SIGNORE mi escluderà dal suo popolo!»

Né dica l'eunuco: «Ecco, io sono un albero secco!»

Infatti così parla il SIGNORE circa gli eunuchi che osserveranno i miei sabati, che sceglieranno ciò che a me piace e si atterranno al mio patto:

«Io darò loro, nella mia casa e dentro le mie mura, un posto e un nome, che avranno più valore di figli e di figlie; darò loro un nome eterno, che non perirà più.

Anche gli stranieri che si saranno uniti al SIGNORE per servirlo, per amare il nome del SIGNORE, per essere suoi servi,tutti quelli che osserveranno il sabato astenendosi dal profanarlo e si atterranno al mio patto, io li condurrò sul mio monte santo e li rallegrerò nella mia casa di preghiera; i loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa sarà chiamata una casa di preghiera per tutti i popoli».  (Isaia 56:3-7)

 

Su di esso siede la città di Gerusalemme da cui uscirà la Parola di Dio, che sarà il centro del regno di Dio, dove Dio abiterà con il suo popolo durante il millennio (cfr. Apocalisse 14:1) e nei nuovi cieli e nella nuova terra (cfr Apocalisse 21:1-22:21).

Questo è quello che ha reso possibile il Nuovo Patto garantito dal suo Mediatore!

  

… avvicinati ... alla città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste,

 La Nuova Gerusalemme è chiamata la città del Dio vivente, perchè edificata da lui e destinata ad essere Sua dimora.

In contrapposizione alle città edificate dagli uomini malvagi dove prolifera il peccato (Ninive, Babilonia…), nella Gerusalemme celeste, la Città di Dio ci sarà la Giustizia.

È celeste perchè non appartiene a questo mondo passeggero, ma ai nuovi cieli ed alla nuova terra, al «mondo futuro» Ebrei 13:14.

E’ la “patria migliore” che hanno aspettato tutti coloro che, a partire da Abramo, hanno sperato in Dio, hanno confidato nelle Sue promesse ed hanno creduto alla Sua Parola.

Questo è quello che ha reso possibile il Nuovo Patto garantito dal suo Mediatore!

 

… avvicinati… …alla festante riunione delle miriadi angeliche,

 Dopo aver ricordato i luoghi celesti ai quali i redenti sono stati avvicinati, l’autore si sofferma sulle creature celesti che vi abitano.

La prima serie di creature elencate sono le miriadi angeliche, o anche i “santi angeli”, quelle creature celesti che gioiscono per il ravvedimento degli uomini e aspettano con impazienza la manifestazione della Gloria di Dio:

Così, vi dico, v'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede.  (Luca 15:10)

 

Ma quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo. (Matteo 24:36)

 

Queste miriadi angeliche festanti partecipano alla adorazione dell’Agnello:

E vidi, e udii voci di molti angeli intorno al trono, alle creature viventi e agli anziani; e il loro numero era di miriadi di miriadi, e migliaia di migliaia.

Essi dicevano a gran voce: «Degno è l'Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l'onore, la gloria e la lode».  (Apocalisse 4:11-12)

 

E sono i principali esecutori dei giudizi del mondo apostata (cfr i sette sigilli, le sette trombe e le sette coppe dell’Apocalisse).

 Questo è quello che ha reso possibile il Nuovo Patto garantito dal suo Mediatore!

  

… avvicinati… all'assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli

 Oltre alle miriadi di creature angeliche, l’autore cita questa santa assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli, per i quali sembrerebbe intendersi coloro che si sono già appropriati dell’eredità promessa, ovvero coloro che hanno già raggiunta la casa del Padre e sono eredi della promessa, come il Lazzaro della parabola che si trova nel seno di Abramo, il primo erede della Promessa:

Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo; morì anche il ricco, e fu sepolto.

E nell'Ades, essendo nei tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abraamo, e Lazzaro nel suo seno; ed esclamò: "Padre Abraamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell'acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma".

Ma Abraamo disse: "Figlio, ricòrdati che tu nella tua vita hai ricevuto i tuoi beni e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato.

Oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una grande voragine, perché quelli che vorrebbero passare di qui a voi non possano, né di là si passi da noi". (Luca 16:22-26)

 Possiamo ricordare a questo proposito la promessa che Gesù fece al ladrone ravveduto:

 Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso. (Luca 23:43)

 Questo è quello che ha reso possibile il Nuovo Patto garantito dal suo Mediatore!

  

… avvicinati… a Dio

 Avvicinarsi a Dio è letteralmente impossibile per l’uomo decaduto, dai tempi di Adamo ed Eva, appena dopo la caduta, l’uomo è stato allontanato dalla presenza di Dio, in quanto Egli  ha gli occhi troppo puri per sopportare la vista del male e non può tollerare lo spettacolo dell'iniquità (Abacuc 1:13).

Giovanni stesso ci dice:

Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere. (Giovanni 1:18)

 

Paolo, scrivendo a Timoteo dichiara:

Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose, e ricerca la giustizia, la pietà, la fede, l'amore, la costanza e la mansuetudine.

Combatti il buon combattimento della fede, afferra la vita eterna alla quale sei stato chiamato e in vista della quale hai fatto quella bella confessione di fede in presenza di molti testimoni.

Al cospetto di Dio che dà vita a tutte le cose, e di Cristo Gesù che rese testimonianza davanti a Ponzio Pilato con quella bella confessione di fede, ti ordino di osservare questo comandamento da uomo senza macchia, irreprensibile, fino all'apparizione del nostro Signore Gesù Cristo, la quale sarà a suo tempo manifestata dal beato e unico sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l'immortalità e che abita una luce inaccessibile; che nessun uomo ha visto né può vedere; a lui siano onore e potenza eterna. Amen. (1 Timoteo 6:11-16)

 

L’avvicinarsi a Dio è quindi un privilegio dato solo e solamente a coloro che sono rigenerati mediante una nuova creazione, una nascita nuova “dall’alto”… …dichiarati Giusti, Santi, privi di Peccato, Immacolati… …possiamo ricordare le caratteristiche della Sposa dell’Agnello:

Rallegriamoci ed esultiamo e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze dell'Agnello e la sua sposa si è preparata.

Le è stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino sono le opere giuste dei santi. (Apocalisse 19:7-8)

 Questo è quello che ha reso possibile il Nuovo Patto garantito dal suo Mediatore!

  

… avvicinati… al giudice di tutti

 Il giudizio di Dio è la manifestazione della giustizia e della verità assoluta; è la sentenza finale che “raddrizza le cose storte”.

Perciò, o uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei inescusabile; perché nel giudicare gli altri condanni te stesso; infatti tu che giudichi, fai le stesse cose.

Ora noi sappiamo che il giudizio di Dio su quelli che fanno tali cose è conforme a verità.

Pensi tu, o uomo, che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu stesso, di scampare al giudizio di Dio?

Oppure disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?

Tu, invece, con la tua ostinazione e con l'impenitenza del tuo cuore, ti accumuli un tesoro d'ira per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio.

Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere: vita eterna a quelli che con perseveranza nel fare il bene cercano gloria, onore e immortalità; ma ira e indignazione a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla verità ubbidiscono all'ingiustizia. Tribolazione e angoscia sopra ogni uomo che fa il male; sul Giudeo prima e poi sul Greco; ma gloria, onore e pace a chiunque opera bene; al Giudeo prima e poi al Greco; perché davanti a Dio non c'è favoritismo. (Romani 2:1-11)

 

Per i membri del popolo di Dio oppressi, spogliati, calunniati, questo giusto giudizio di tutti è una lieta prospettiva.

Noi dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli, com'è giusto, perché la vostra fede cresce in modo eccellente, e l'amore di ciascuno di voi tutti per gli altri abbonda sempre di più; in modo che noi stessi ci gloriamo di voi nelle chiese di Dio, a motivo della vostra costanza e fede in tutte le vostre persecuzioni e nelle afflizioni che sopportate.

Questa è una prova del giusto giudizio di Dio, perché siate riconosciuti degni del regno di Dio, per il quale anche soffrite.

Poiché è giusto da parte di Dio rendere a quelli che vi affliggono, afflizione; e a voi che siete afflitti, riposo con noi, quando il Signore Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono al vangelo del nostro Signore Gesù.

Essi saranno puniti di eterna rovina, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza, quando verrà per essere in quel giorno glorificato nei suoi santi e ammirato in tutti quelli che hanno creduto, perché la nostra testimonianza in mezzo a voi è stata creduta. (2 Tessalonicesi 1:3-10)

 

Oltre al concetto del Giudizio Finale, che sancirà la condanna inappellabile di tutti coloro che hanno rifiutato il “sangue dell’aspersione” del sacrificio di Gesù Cristo, l’Agnello di Dio che toglie il Peccato del mondo (cfr Giovanni 1:29), dobbiamo considerare che tutti compariremo davanti al tribunale di Dio e di Cristo:

Nessuno di noi infatti vive per se stesso, e nessuno muore per se stesso; perché, se viviamo, viviamo per il Signore; e se moriamo, moriamo per il Signore.

Sia dunque che viviamo o che moriamo, siamo del Signore.

Poiché a questo fine Cristo è morto ed è tornato in vita: per essere il Signore sia dei morti sia dei viventi.

Ma tu, perché giudichi tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi tuo fratello?

Poiché tutti compariremo davanti al tribunale di Dio; infatti sta scritto:

«Come è vero che vivo», dice il Signore, «ogni ginocchio si piegherà davanti a me, e ogni lingua darà gloria a Dio».

Quindi ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio. (Romani 14:7-12)

 

Per questo ci sforziamo di essergli graditi, sia che abitiamo nel corpo, sia che ne partiamo.

Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male. (2 Corinzi 5:9-10)

 

Paolo, come tutti i cristiani aspettano con impazienza l’apparizione del Figlio di Dio, confidando nelle promesse di Dio in Cristo Gesù:

Quanto a me, io sto per essere offerto in libazione, e il tempo della mia partenza è giunto.

Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede.

Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione. (2 Timoteo 4:6-8)

Questo è quello che ha reso possibile il Nuovo Patto garantito dal suo Mediatore!

 

… avvicinati… agli spiriti dei giusti resi perfetti

Questa schiera di spiriti dei giusti resi perfetti, potrebbe riferirsi a coloro che in qualche modo la Scrittura definisce in qualche modo “giusti”:

…affinché ricada su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che voi uccideste fra il tempio e l'altare (Matteo 23:35)

 

Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino; per mezzo di essa gli fu resa testimonianza che egli era giusto, quando Dio attestò di gradire le sue offerte; e per mezzo di essa, benché morto, egli parla ancora. (Ebrei 11:4)

 

Enoc visse sessantacinque anni e generò Metusela.

Enoc, dopo aver generato Metusela, camminò con Dio trecento anni e generò figli e figlie.

Tutto il tempo che Enoc visse fu di trecentosessantacinque anni.

Enoc camminò con Dio; poi scomparve, perché Dio lo prese. (Genesi 5:21-24)

Noè fu uomo giusto, integro, ai suoi tempi; Noè camminò con Dio. (Genesi 6:9)

…se salvò il giusto Lot che era rattristato dalla condotta dissoluta di quegli uomini scellerati (quel giusto, infatti, per quanto vedeva e udiva, quando abitava tra di loro, si tormentava ogni giorno nella sua anima giusta a motivo delle loro opere inique)…

(2 Pietro 2:7-8)

 

C'era nel paese di Uz un uomo che si chiamava Giobbe.

Quest'uomo era integro e retto; temeva Dio e fuggiva il male. (Giobbe 1:1)

Davide aveva fatto ciò che è giusto agli occhi del SIGNORE, e non si era scostato in nulla dai suoi comandamenti per tutto il tempo della sua vita, salvo nel fatto di Uria, l'Ittita. (1 Re 15:5)

 

Asa fece ciò che è giusto agli occhi del SIGNORE, come aveva fatto Davide suo padre: eliminò dal paese quelli che si prostituivano, fece sparire tutti gl'idoli che i suoi padri avevano fatti, e destituì pure dalla dignità di regina sua madre Maaca, perché lei aveva innalzato un'immagine ad Astarte; Asa abbatté l'immagine e la bruciò presso il torrente Chidron.

Tuttavia gli alti luoghi non furono eliminati, sebbene il cuore d'Asa fosse interamente per il SIGNORE, durante tutta la sua vita. (1 Re 15:11-14)

 

Giosafat, figlio di Asa, cominciò a regnare sopra Giuda il quarto anno di Acab, re d'Israele.

Giosafat aveva trentacinque anni quando cominciò a regnare, e regnò venticinque anni a Gerusalemme. Il nome di sua madre era Azuba, figlia di Sili.

Egli imitò in ogni cosa la condotta di Asa suo padre, e non se ne allontanò; fece quel che è giusto agli occhi del SIGNORE.

Tuttavia gli alti luoghi non scomparvero; il popolo offriva ancora sacrifici e profumi sugli alti luoghi. (1 Re 22:41-44)

 

E il SIGNORE disse a Ieu: «Perché tu hai eseguito puntualmente ciò che è giusto ai miei occhi, e hai fatto alla casa di Acab tutto quello che desideravo, i tuoi figli sederanno sul trono d'Israele fino alla quarta generazione». (2 Re 10:30)

 

Il terzo anno di Osea, figlio d'Ela, re d'Israele, cominciò a regnare Ezechia, figlio di Acaz, re di Giuda. Aveva venticinque anni quando cominciò a regnare, e regnò ventinove anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Abi, figlia di Zaccaria.

Egli fece ciò che è giusto agli occhi del SIGNORE, proprio come aveva fatto Davide suo padre. Soppresse gli alti luoghi, frantumò le statue, abbatté l'idolo d'Astarte, e fece a pezzi il serpente di bronzo che Mosè aveva fatto; perché fino a quel tempo i figli d'Israele gli avevano offerto incenso; lo chiamò Neustan.

Egli mise la sua fiducia nel SIGNORE, Dio d'Israele; e fra tutti i re di Giuda che vennero dopo di lui o che lo precedettero, non ve ne fu nessuno simile a lui.

Si tenne unito al SIGNORE, non cessò di seguirlo, e osservò i comandamenti che il SIGNORE aveva dati a Mosè.

Il SIGNORE fu con Ezechia, che riusciva in tutte le sue imprese. (2 Re 18:1-7)

 

Giosia aveva otto anni quando cominciò a regnare, e regnò trentun anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Iedida, figlia di Adaia, da Boscat.

Egli fece ciò che è giusto agli occhi del SIGNORE, e camminò in tutto e per tutto per la via di Davide suo padre, senza scostarsene né a destra né a sinistra. (2 Re 22:1-2)

 

Giuseppe (“padre” di Gesù Cristo), suo marito, che era uomo giusto e non voleva esporla a infamia, si propose di lasciarla segretamente. (Matteo 1:19)

C'era un uomo, di nome Giuseppe, che era membro del Consiglio, uomo giusto e buono, il quale non aveva acconsentito alla deliberazione e all'operato degli altri.

Egli era di Arimatea, città della Giudea, e aspettava il regno di Dio.

Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. (Luca 23:50-52)

 

…e sicuramente molti altri tra i quali gli eroi della fede ricordati al capitolo 11: Abele, Enoc, Noè, Abramo, Sara, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Mosè, Raab, Gedeone, Barac, Sansone, Iefte, Davide, Samuele, i profeti tutti, perché sta scritto:

il giusto vivrà per fede (Galati 3:11 – Abacuc 2:4)

 

Ma tutti costoro, non “furono perfetti”, anzi molti di loro furono molto lontani dal concetto di perfezione etica e morale, ma attraverso l’atto di fede che dimostrarono verso la Parola di Dio, sono stati “resi perfetti”.

La prospettiva di essere riuniti ai “giusti”, è particolarmente lieta ma non vi è in queste parole allusione alcuna ad una invocazione dei santi; tutt'altro, il giusto Davide ci ricorda:

SIGNORE, ascolta la mia preghiera, porgi orecchio alle mie suppliche; nella tua fedeltà e nella tua giustizia, rispondimi, e non chiamare in giudizio il tuo servo, perché nessun vivente sarà trovato giusto davanti a te. (Salmo 143:1-2)

 

Giacomo ricorda anche a noi che abbiamo creduto, quale è la volontà di Dio per noi e ci rivela anche quale sia l’effetto benefico delle prove di fede:

Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza.

E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti. (Giacomo 1:3-4)

Questo è quello che ha reso possibile il Nuovo Patto garantito dal suo Mediatore!

 

… avvicinati… a Gesù, il mediatore del nuovo patto

L’autore della lettera, pone a questo punto la giusta enfasi, su Colui che è la Perfezione di ogni cosa, il mediatore di questo Nuovo Patto, definitivo.

Se tutta la schiera degli spiriti dei giusti sono stati “resi perfetti, non è così per Gesù Cristo, che fu dichiarato Giusto dagli uomini e soprattutto da Dio che dichiarò ne certificò la perfezione risuscitandolo dai morti:

Uomini d'Israele, ascoltate queste parole! Gesù il Nazareno, uomo che Dio ha accreditato fra di voi mediante opere potenti, prodigi e segni che Dio fece per mezzo di lui, tra di voi, come voi stessi ben sapete, quest'uomo, quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di Dio, voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste; ma Dio lo risuscitò, avendolo sciolto dagli angosciosi legami della morte, perché non era possibile che egli fosse da essa trattenuto.

Infatti Davide dice di lui: "Io ho avuto il Signore continuamente davanti agli occhi,
perché egli è alla mia destra, affinché io non sia smosso.

Per questo si è rallegrato il mio cuore, la mia lingua ha giubilato e anche la mia carne riposerà nella speranza; perché tu non lascerai l'anima mia nell'Ades,
e non permetterai che il tuo Santo subisca la decomposizione.

Tu mi hai fatto conoscere le vie della vita. Tu mi riempirai di gioia con la tua presenza".
Fratelli, si può ben dire liberamente riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto; e la sua tomba è ancora al giorno d'oggi tra di noi.

Egli dunque, essendo profeta e sapendo che Dio gli aveva promesso con giuramento che sul suo trono avrebbe fatto sedere uno dei suoi discendenti, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò dicendo che non sarebbe stato lasciato nel soggiorno dei morti, e che la sua carne non avrebbe subito la decomposizione.

Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò, noi tutti siamo testimoni.

Egli dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite.

Davide infatti non è salito in cielo; eppure egli stesso dice: «Il Signore ha detto al mio Signore: "Siedi alla mia destra, finché io abbia posto i tuoi nemici per sgabello dei tuoi piedi"».

Sappia dunque con certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso». (Atti 2:22-36)

 

Il Dio di Abraamo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi metteste nelle mani di Pilato e rinnegaste davanti a lui, mentre egli aveva giudicato di liberarlo.

Ma voi rinnegaste il Santo, il Giusto e chiedeste che vi fosse concesso un omicida; e uccideste il Principe della vita, che Dio ha risuscitato dai morti. Di questo noi siamo testimoni. E, per la fede nel suo nome, il suo nome ha fortificato quest'uomo che vedete e conoscete; ed è la fede, che si ha per mezzo di lui, che gli ha dato questa perfetta guarigione in presenza di voi tutti.

Ora, fratelli, io so che lo faceste per ignoranza, come pure i vostri capi.

Ma ciò che Dio aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, cioè, che il suo Cristo avrebbe sofferto, egli lo ha adempiuto in questa maniera. (Atti 3:13-18)

 

Tutta la vita di Gesù fu una vita di espressione totale di fede in Dio, dalla Sua nascita (assistito solamente da Dio), alla Sua morte (Padre nelle Tue mani rimetto lo Spirito mio) passando per tutto il trascorso dove dimostrò la totale dipendenza da Dio e da nessun altro!

Egli dichiarò apertamente più volte la Sua totale dipendenza dal Padre e la Sua totale sottomissione alla Sua volontà, come atto sublime di Fede totale:

Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato, e compiere l'opera sua. (Giovanni 4:34)

 

Io non posso fare nulla da me stesso; come odo, giudico; e il mio giudizio è giusto, perché cerco non la mia propria volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. (Giovanni 5:30)

 …perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. (Giovanni 6:38)

 Per questo Dio lo ha gradito ed Egli è dichiarato Giusto!

 

Come il popolo di Israele non poteva avvicinarsi al monte Sinai se non attraverso Mosè, il mediatore dell’Antico Patto provvisorio, così nessuno può avvicinarsi al monte Sion se non attraverso Gesù Cristo, il mediatore del Nuovo Patto definitivo.

Questo “avvicinarsi” non sarebbe possibile se non attraverso questo mediatore: Gesù Cristo uomo, Paolo lo certifica così:

Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti… (1 Timoteo 2:5-6)

 

L’autore della lettera, evidenzia come l’essere mediatore di questo Nuovo Patto sia di gran lunga superiore rispetto all’essere mediatore del patto provvisorio:

Ora però Egli ha ottenuto un ministero tanto superiore quanto migliore è il patto fondato su migliori promesse, del quale egli è mediatore. (Ebrei 8:6)

 E questo ministero ha uno scopo ben preciso:

Per questo egli è mediatore di un nuovo patto.

La sua morte è avvenuta per redimere dalle trasgressioni commesse sotto il primo patto, affinché i chiamati ricevano l'eterna eredità promessa. (Ebrei 9:15)

 

Questo Mediatore del Nuovo Patto, è il soggetto della nostra lode, il centro dell’adorazione, e la cena del Signore è il simbolo di questo evento che noi celebriamo in memoria di Lui:

Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, e dopo aver reso grazie, lo ruppe e disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me».

Nello stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me.

Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga». (1 Corinzi 11:23-26)

  

… avvicinati… al sangue dell'aspersione che parla meglio del sangue d'Abele.

Questa espressione ci porta a considerare che l’aspersione con il sangue di Cristo, non è una aspersione “visibile” all’occhio umano, è una aspersione fatta alla presenza di Dio stesso (come Abele), ma a differenza del sangue di Abele che chiede vendetta (Genesi 4:10), il Sangue di Gesù Cristo offre il perdono (Matteo 26:28)!

Questa aspersione ha innumerevoli effetti benefici, possiamo citarne i più salienti:

-       è una aspersione che ci perdona i peccati:

…questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per il perdono dei peccati. (Matteo 26:28)

 

-       è una aspersione che ci purifica da ogni peccato:

Ma se camminiamo nella luce, com'egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. (1 Giovanni 1:7)

 

-       è una aspersione che ci riscatta da un vano modo di vivere:

…sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia. (1 Pietro 1:18-19)

 

-       è una aspersione che ci da accesso alla presenza di Dio e ci permette di avere una buona coscienza:

Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù, per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne, e avendo noi un grande sacerdote sopra la casa di Dio, avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell'aspersione che li purifica da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.     (Ebrei 10:19-22)

 

***

 Badate di non rifiutarvi d'ascoltare colui che parla; perché se non scamparono quelli, quando rifiutarono d'ascoltare colui che promulgava oracoli sulla terra, molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle a colui che parla dal cielo; la cui voce scosse allora la terra e che adesso ha fatto questa promessa: «Ancora una volta farò tremare non solo la terra, ma anche il cielo».

Or questo «ancora una volta» sta a indicare la rimozione delle cose scosse come di cose fatte perché sussistano quelle che non sono scosse.

 

Alla descrizione della superiorità del nuovo Patto, il quale rivela più completamente l'amore di Dio e le realtà eterne e beate che sono lo scopo ultimo del Suo disegno, segue una solenne ammonizione a non rifiutare d'ascoltare Colui che parla.

Ovviamente Colui che parla è Dio per mezzo di Gesù, il Rivelatore del nuovo Patto come l’autore stesso ci scrive:

Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi.

Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi. (Ebrei 1:1-3)

 

Gesù è definito da Giovanni “la Parola”:

Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio.

Essa era nel principio con Dio.

Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.

In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini.

La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno sopraffatta…

…E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.

Giovanni gli ha reso testimonianza, esclamando: «Era di lui che io dicevo: "Colui che viene dopo di me mi ha preceduto, perché era prima di me. Infatti, dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia"».

Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.

Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere. (tratto da Giovanni 1:1-18)

 

Il rifiutare d’ascoltare Colui che parla, può essere sfacciato e palese quando uno esprime un secco rifiuto, ma il verbo tradotto come “non rifiutare d'ascoltare” (παραιτεω) significa letteralmente “ricusare”: «domandare una cosa da qualcuno» (cfr Ebrei 12:19; Atti 25:11), ma significa anche “domandare scusa”, o “scusarsi di un rifiuto”.

Possiamo così associare, questo “rifiuto di ascoltare” alla parabola di Gesù:

Gesù gli disse: «Un uomo preparò una gran cena e invitò molti; e all'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: "Venite, perché tutto è già pronto".

Tutti insieme cominciarono a scusarsi.

Il primo gli disse: "Ho comprato un campo e ho necessità di andarlo a vedere; ti prego di scusarmi".

Un altro disse: "Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi".

Un altro disse: "Ho preso moglie, e perciò non posso venire".

Il servo tornò e riferì queste cose al suo signore.

Allora il padrone di casa si adirò e disse al suo servo: "Va' presto per le piazze e per le vie della città, e conduci qua poveri, storpi, ciechi e zoppi".

Poi il servo disse: "Signore, si è fatto come hai comandato e c'è ancora posto".

Il signore disse al servo: "Va' fuori per le strade e lungo le siepi e costringili a entrare, affinché la mia casa sia piena. Perché io vi dico che nessuno di quegli uomini che erano stati invitati, assaggerà la mia cena"». (Luca 14:16-24)

 

È colpevole chi rifiuta di ascoltare la voce di Dio!

Chi respinge o “fa orecchio da mercante” alla voce di Dio che gli parla non sarà tenuto per innocente o per ignorante!

Chi respinge la voce di Dio che gli parla nel Figlio, che gli rivela l'Amore e la Grazia del Padre non disgiunte dalla santità, che gli apre largamente i tesori della Verità ponendo in luce la Vita e l'eternità, come potrebbe scampare al Giusto Giudice?

 

Ricordiamo la fine di coloro che rifiutano di ascoltare:

La saggezza grida per le vie, fa udire la sua voce per le piazze; negli incroci affollati essa chiama, all'ingresso delle porte, in città, pronuncia i suoi discorsi:

«Fino a quando, ingenui, amerete l'ingenuità? Fino a quando gli schernitori prenderanno gusto a schernire e gli stolti avranno in odio la scienza? Volgetevi ad ascoltare la mia correzione; ecco, io farò sgorgare su di voi il mio Spirito, vi farò conoscere le mie parole.

Poiché, quand'ho chiamato avete rifiutato d'ascoltare, quand'ho steso la mano nessuno vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto sapere, anch'io riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando lo spavento vi piomberà addosso; quando lo spavento vi piomberà addosso come una tempesta, quando la sventura v'investirà come un uragano e vi cadranno addosso l'afflizione e l'angoscia.

Allora mi chiameranno, ma io non risponderò; mi cercheranno con premura ma non mi troveranno.

Poiché hanno odiato la scienza, non hanno scelto il timore del SIGNORE, non hanno voluto sapere i miei consigli e hanno disprezzato ogni mia correzione, si pasceranno del frutto della loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli.

Infatti il pervertimento degli insensati li uccide e la prosperità degli stolti li fa perire; ma chi mi ascolta starà al sicuro, vivrà tranquillo, senza paura di nessun male».

(Proverbi 1:20-33)

 

Abbiamo poi l’esempio negativo di coloro che rifiutarono di ascoltare un mediatore inferiore a Gesù Cristo e la fine che fecero, riflettiamo quindi bene quale peggior fine dovranno subire coloro che rifiutano d’ascoltare Colui che parla

 

***

 Perciò, ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti, e offriamo a Dio un culto gradito, con riverenza e timore!  Perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante.

 

Abbiamo ricevuto un regno che non può essere scosso, questo stato di cose perfetto non sarà più soggetto ad alcuno sconvolgimento, perché tutto è compiuto, Gesù Cristo ha vinto!

Ricordiamo ciò che disse l’angelo a Giovanni e la adorazione rivolta all’Agnello:

Ma uno degli anziani mi disse: «Non piangere; ecco, il leone della tribù di Giuda, il discendente di Davide, ha vinto per aprire il libro e i suoi sette sigilli».  (Apocalisse 5:5)

 

Essi cantavano un cantico nuovo, dicendo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra».

E vidi, e udii voci di molti angeli intorno al trono, alle creature viventi e agli anziani; e il loro numero era di miriadi di miriadi, e migliaia di migliaia.

Essi dicevano a gran voce: «Degno è l'Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l'onore, la gloria e la lode».

E tutte le creature che sono nel cielo, sulla terra, sotto la terra e nel mare, e tutte le cose che sono in essi, udii che dicevano: «A colui che siede sul trono, e all'Agnello, siano la lode, l'onore, la gloria e la potenza, nei secoli dei secoli».

Le quattro creature viventi dicevano: «Amen!»

E gli anziani si prostrarono e adorarono. (Apocalisse 5:9-14)

 Un regno stabile, perfetto ci è offerto da Dio!

 

Gesù disse: 

Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in più.

Non temere, piccolo gregge; perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno(Luca 12:31-32)

 

Le porte della città di Dio, della Gerusalemme celeste, sono aperte in Cristo a tutti i peccatori pentiti.

A noi sta il ricevere da Dio con fede e riconoscenza, come si riceve un dono di infinito valore, il regno che non sarà mai scosso.

Ed è con questa riconoscenza che offriamo a Dio il nostro culto in modo a lui gradito per le mani del nostro Sommo Sacerdote Gesù Cristo!

 

Il culto che i cristiani rendono a Dio ha per anima la riconoscenza.

 

Alla riconoscenza non deve essere mai disgiunti, nel nostro culto, i sentimenti di una  riverenza di chi teme di offendere il Dio santo ed il timore di chi sente tutto il suo nulla davanti all'Onnipotente, riconoscendo la Sua Santità e la Sua avversione contro il peccato (è un fuoco consumante!).

Paolo dice: “con timore e tremore” (cfr 2 Corinzi 7:15; Efesini 6:5; Filippesi 2:12).

La ragione di questi sentimenti sta nel carattere santo di Dio che non può tollerare il peccato e che giudicherà i peccatori ribelli.

Dio è l'Iddio della grazia, ma è anche l'Iddio della Santità e della Giustizia, per questo dobbiamo esercitiamo con riverenza e timore tutto quanto ci è stato affidato da Lui (i doni, l’autorità spirituale, l’amministrazione della giustizia).

La “cristianità adultera” di tutti i tempi ha invece sfoggiato spesso atteggiamenti di arroganza spirituale, irriverenza e assoluta mancanza di timore nei confronti della Parola di Dio e della Sua Autorità!

L’essere l’oggetto dell’Amore di Dio, l'avere ricevuto tanti benefici per mezzo di Cristo suscita in noi un nuovo cantico di gratitudine.

 

La nostra stessa vita deve essere tutta un culto di riconoscenza.

 

Paolo enfatizza questo scrivendo:

Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale(Romani 12:1)

 

Che tutto questo sia reale nella nostra vita!

Gianni Marinuzzi