Figli di Dio... un dono ...una gloria ...una responsabilità

 

 

  

Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo.

Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.

Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo.

Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è.

E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com'egli è puro.

(1 Giovanni 3:1-3)

 

L'apostolo Giovanni sta spiegando in questa lettera che chi ama e pratica la giustizia è nato da Dio (cfr 1 Giovanni 3:10), e sulla scia di questa spiegazione esclama questa splendida Verità rivelata:

Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo.

 

Quale Grande Amore Dio ha avuto per noi… un amore non astratto, ma estremamente pratico e manifestato in modo pratico… ci ricordiamo:

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. (Giovanni 3:16)

 

a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio.        (Giovanni 1:12-13)

 

Ed è estremamente importante avere la piena consapevolezza di questo Amore che il Padre ci ha manifestato e di tutti i benefici che derivano da questa realtà spirituale, perché da questa consapevolezza eserciteremo la nostra forza spirituale e la nostra fede.

 

Che privilegio! Che Gloria!  Pietro a proposito dice:

Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove…        (1 Pietro 1:6)

E’ vero… ci sono le svariate prove… d’altronde siamo in un territorio nemico… come dice Giovanni:

 

            Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui

 

Il mondo estraneo ed ostile a Dio, non comprende…  non può apprezzare il privilegio dei credenti di essere figli di Dio... non Lo conosce e quindi non ci conosce.

 

Ma come Paolo dobbiamo essere convinti che:

io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev'essere manifestata a nostro riguardo.            (Romani 8:18)

 

L'essere "figli di Dio" non è però un titolo vano, ma implica la realtà della cosa, cioè:

- l'essere adottati e riconosciuti per figli di Dio;

- il possedere la libertà dei figli che hanno accesso presso a Colui che chiamano Padre;

- l'essere infine eredi di Dio e coeredi di Cristo, il nostro fratello maggiore.

 

E tali siamo, dice Giovanni, come a rafforzare un concetto certo… reale… intesa ad affermare che fin da ora possediamo la realtà del privilegio indicato dal titolo.

 

Infatti ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo.

 

…non è stato ancora manifestato ciò che saremo nè agli occhi del corpo, nè agli occhi dell'intelligenza… Paolo scriveva:

ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto. (1 Corinzi 13:12)

 

Noi, tutte queste realtà spirituali le “vediamo per fede” per ora… agli occhi carnali nulla cambia… ma noi sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è.

E’ una gloria in Speranza… nella Speranza di vedere la Gloria di Dio, come dice anche Paolo:

Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria. (Colossesi 3:4)

 

Concordemente con la preghiera che fece Gesù stesso:

Padre, io voglio che dove sono io, siano con me anche quelli che tu mi hai dati, affinché vedano la mia gloria che tu mi hai data; poiché mi hai amato prima della fondazione del mondo.

Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato; e io ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere, affinché l'amore del quale tu mi hai amato sia in loro, e io in loro.

(Giovanni 17:24-26)

 

L'essere "figli di Dio" implica anche una grande responsabilità.

Il movimento protestante ha avuto il grande privilegio di riscoprire la Grazia di Dio… la giustificazione per sola fede senza le opere della Legge o le opere “meritorie”… grande rivoluzione in un mondo religioso che aveva frodato tanti uomini della Grazia di Dio.

Ed effettivamente Giovanni sta spiegando come il figlio di Dio esperimenta una purificazione interiore che è totale, come la purezza di Gesù Cristo stesso (com'egli è puro), infatti la nuova nascita implica una perfetta purificazione dal peccato.

Ma parallelamente a questa grande Verità, si è forse fatto spazio (a causa di falsi dottori che si sono infiltrati nella Chiesa), ad un pensiero che serpeggia pericolosamente nella Chiesa… tutti pronti a fregiarsi dei diritti di essere un figlio di Dio… ma pochi che sentono il dovere di vivere secondo gli insegnamenti di Dio.

Ovviamente non sono insegnamenti impartiti da un pulpito… ma fatti intendere… e all’orecchio del “cristiano opportunista” giungono più o meno così…

Giovanni, nell’esclamare questa meravigliosa realtà non si ferma al diritto del titolo “nobiliare”, ma fa seguire immediatamente una esortazione solenne:

E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com'egli è puro.

 

La speranza di essere un giorno simili al Cristo nella sua santità e gloria, si fonda sulle promesse di Cristo, sull'opera da Lui compiuta sulla terra a beneficio dei fedeli e su quella che compie ora nel cielo e compirà nel suo glorioso avvento.

Per questo Cristo è perciò chiamato anche "la nostra Speranza" (cfr 1 Timoteo 1:1).

 

La speranza quindi non può lasciare indifferente, senza alcuna influenza sulla vita di colui che la nutre.

 

Chi spera sinceramente di essere un giorno simile a Cristo, chi aspira a questo come alla perfezione cui è chiamato, non può non fare ogni sforzo per purificarsi nei pensieri, nei sentimenti e negli atti.

 

Questo non vuole dire sminuire la Grazia di Dio…. anzi realizzarla e viverla!

 

Solo chi è pazzo, ipocrita o chi inganna se stesso può pensare a portare contemporaneamente l'immagine del diavolo sulla Terra e sperare di portare l'immagine di Cristo nei cieli.

 

Infatti Giovanni dichiara di seguito:

In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio; come pure chi non ama suo fratello. (1 Giovanni 3:10)

 

***

 Possiamo vedere questa stessa realtà negli insegnamenti di un altro grande apostolo… …ietro.

 

Pietro, apostolo di Gesù Cristo, agli eletti che vivono come forestieri dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, nell'Asia e nella Bitinia, eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, a ubbidire e a essere cosparsi del sangue di Gesù Cristo: grazia e pace vi siano moltiplicate.

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile.

Essa è conservata in cielo per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi tempi.

Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo.  (1 Pietro 1:3-8)

 

Pietro aveva ricevuto un incarico speciale da parte di Gesù:

…tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli. (Luca 22:32)

 

E quindi in conformità all’incarico ricevuto da Gesù stesso, vuole, con la sua lettera incoraggiare, fortificare ed esortare i suoi fratelli a vivere una vita nuova piena, cosciente di tutte le benedizioni che si hanno in Cristo e di tutte le possibilità che abbiamo di realizzarle praticamente, nonostante le prove… le cadute della nostra carne… in modo degno di quello che il Signore ci ha messi in grado di essere.

 

…agli eletti che vivono come forestieri…

 

Stiamo vivendo il dramma degli stranieri… il rifiuto che essi stanno ricevendo da coloro che si sentono “padroni” della loro terra… non li conoscono… non li riconoscono… ed i cristiani vivono così in questo mondo… se vogliono fregiarsi del titolo di figli di Dio, devono anche sapere che non saranno riconosciuti come cittadini di un principato satanico come è questo mondo!

Come il patriarca Abramo, anche i cristiani si sentono come forestieri che soggiornano in un paese che non è il loro e in mezzo a gente estranea:   

Io sono straniero e di passaggio tra di voi… (Genesi 23:4)

 Essi salutano quindi da lontano, come gli antichi patriarchi, le cose a loro promesse, confessando che sono "forestieri e pellegrini sulla terra" (cfr Ebrei 11:13)

 

***

 …eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, a ubbidire e a essere cosparsi del sangue di Gesù Cristo: grazia e pace vi siano moltiplicate.

 

I credenti sono dispersi e forestieri in questo mondo, ma sono stati eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, per un duplice fine:

 A) ubbidire

B) essere cosparsi del sangue di Gesù Cristo

 

A) ubbidire

 

Il primo fine a cui mira l'elezione divina è l’essere ubbidienti.

In totale contrasto con la natura carnale, che è per natura stessa disubbidiente a Dio, la nuova natura è “ubbidiente”, proprio come lo era Gesù Cristo:

sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. (Giovanni 6:38)

 

Padre, se vuoi, allontana da me questo calice!

Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta. (Luca 22:42)

 

Dio ci riconduce quindi nella via dell'ubbidienza.

 Chi periste nelle vie della disubbidienza è chiamato “incredulo”:

Ecco, io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chiunque crede in essa non resterà confuso».

Per voi dunque che credete essa è preziosa; ma per gli increduli  «la pietra che i costruttori hanno rigettata è diventata la pietra angolare, pietra d'inciampo e sasso di ostacolo».

Essi, essendo disubbidienti, inciampano nella parola; e a questo sono stati anche destinati. (1 Pietro 2:6-8)

  

B) essere cosparsi del sangue di Gesù Cristo

 L’immagine dell’essere cosparsi del sangue è tolta dai riti della legge mosaica secondo la quale la purificazione del popolo o degli individui si faceva mediante l'aspersione del sangue delle vittime simboliche.

Gli eletti quindi, che sono colpevoli e si arrendono a Dio per fede, trovano in Cristo la loro purificazione, il cui Sangue sparso per i peccati del mondo, assicura loro la totale espiazione e remissione dei peccati.

Questo Sangue ci purifica una volta per sempre quando ci convertiamo a Dio, ma ne beneficiamo durante tutto il nostro cammino terreno, perché:

…se camminiamo nella luce, com'egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.

Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi.

Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. (1 Giovanni 1:7-9)

 

***

 …Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile.

Essa è conservata in cielo per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi tempi.

 

La lettera, dopo la dedica, si apre con un inno di lode a Dio per la Sua opera di rigenerazione di coloro che hanno creduto nel Suo Figlio Gesù Cristo e nell’Opera da Lui compiuta.

Chiamando Dio Padre del nostro Signore Gesù Cristo, Pietro ricorda l'Amore infinito di Dio che non ha risparmiato il suo diletto Figlio.

La misericordia ci ricorda la compassione che Dio prova rispetto allo stato miserevole in cui l'uomo è stato ridotto dal peccato.

Questo Amore infinito e questa Misericordia di Dio sono i due motori che Lo hanno spinto a realizzare quell’Opera di riscatto dal peccato e di rigenerazione… rinascita ad una speranza viva, per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile, compiuta, realizzata e manifestata mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.

Di questa opera ragionava Gesù con Nicodemo quando diceva:

In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio.

Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito.

Non ti meravigliare se ti ho detto: "Bisogna che nasciate di nuovo".  (Giovanni 3:5-7)

 

I figli di Dio non sono quindi nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio (Giovanni 1:12).

Non essendo quindi nati di una natura carnale non sono più soggetti alle circostanze “terrene”… …vivono e devono vivere secondo le realtà celesti… nella Speranza di queste realtà!

 

A questa Speranza Dio ci ha fatti rinascere

mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti!

 

La Speranza cristiana ha per oggetto una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile.

 

- Essa è incorruttibile per sostanza, in quanto i beni sono eterni, a differenza dei beni terreni che sono soggetti alla corruzione, come dirà Pietro nella seconda lettera:

…tutte queste cose devono dissolversi (2 Pietro 3:11)

 

Questi sono i tesori celesti che, come diceva Gesù:

…né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano.

Perché dov'è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore. (Matteo 6:20-21)

 

I tesori custoditi nel cielo (insieme al nostro cuore), non si ossidano… non  arruginiscono… perché sfuggono alla corruzione del mondo… così anche i nostri cuori sono custoditi nei cieli, nelle forti e sicure mani di Dio stesso… dove non c’è peccato… dove satana non può nulla:

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano.

Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo uno. (Giovanni 10:27-30)

 

Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non persiste nel peccare; ma colui che nacque da Dio lo protegge, e il maligno non lo tocca. (1 Giovanni 5:18)

 

- Essa è senza macchia perché questa eredità procede dalla Santità di Dio, mentre i beni di quaggiù sono macchiati tutti più o meno dall'ingiustizia, dalla frode, dalla violenza, dalle invidie, dall'egoismo…

 

- Essa è anche inalterabile, in quanto è conservata in cielo… …non su questa terra dove il fiore conserva per poco la sua fresca bellezza e poi appassisce.

Questa meravigliosa eredità è quindi procedente e conservata dalla fedeltà di Dio nei cieli, ed i credenti stessi sono custoditi dalla potenza di Dio per entrare in possesso della salvezza che sarà manifestata nella sua gloriosa perfezione nel Giorno del Signore:

…la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.

Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria. (Colossesi 3:3-4)

 

E’ vero, le tentazioni, le persecuzioni, assalgono ed affliggono i credenti… …Pietro dirà che:

il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. (1 Pietro 5:8)

 

…ma essi sono custoditi dalla potenza di Dio alla quale si aggrappano con piena fede, sapendo che nessuno li può vincere.

 

***

 …Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo.

 

…Perciò voi esultate

E sì che esultiamo!

Davanti ad una Speranza così meravigliosa…

…solo un pazzo o un incredulo non esulterebbe!

 

In questo passo Pietro ci incoraggia ricordandoci che con la nuova nascita ci è stata data la viva Speranza in una futura eredità indistruttibile… in modo certo perché questa eredità non è nelle nostre mani, ma è custodita (insieme al nostro nuovo uomo spirituale) nei cieli fino a che non sarà manifestata.

Dunque possiamo esultare… gioire anche quando dobbiamo passare attraverso le prove… che diventano la prova della genuinità della nostra fede e per questo motivo procurano una gloria maggiore in Cristo!

La prospettiva che ci sta davanti ci riempie di una gioia che supera… e che deve farci superare le lievi e sopportabili le afflizioni del presente.

Davanti alle prove, il cristiano ha due possibilità di scelta:

 

- subirle passivamente… deprimersi fissando lo sguardo su di esse e cadere nella autocommiserazione… vivendo da sconfitto pur essendo vittorioso nei cieli…

 

- subirle senza farsi sopraffare da esse, fissando lo sguardo sull’eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile che ci aspetta nei cieli… vivendo fin da ora da vincitore e godendo fin da ora delle benedizioni che Dio ci ha promesso… sapendo che, come di ce Paolo:

Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?...

…in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati.

Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

(Romani 8:35-39)

 

…e questo lo scegliamo noi!

 Qualsiasi prova umana… necessaria secondo la volontà di Dio per sviluppare una fede forgiata, forte, temprata… se paragonata alla gloria celeste diventa lieve… proprio come qualsiasi ricchezza terrena, paragonata alle ricchezze celesti… ….impallidisce… proprio per questo la nostra fede, che viene messa alla prova, è ben più preziosa dell'oro che perisce, e sarà motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo!

 

Il cristiano è soggetto a tutte le difficoltà della vita di un qualunque altro uomo… oltre a queste è anche sottoposto alle prove di fede.

A differenza degli increduli che subiscono le difficoltà della vita… le superano… ma non trovano in esse alcun beneficio, il cristiano è chiamato a vedere in esse una sorta di allenamento della fede in vista delle vere e proprie prove spirituali.

Un bell’esempio di questa realtà la possiamo vedere nelle parole che il futuro re Davide pronunciò davanti al re Saul prima di accettare la sfida del gigante filisteo:

Davide rispose a Saul: «Il tuo servo pascolava il gregge di suo padre e talvolta veniva un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge (normali prove della vita).

Allora gli correvo dietro, lo colpivo, gli strappavo dalle fauci la preda; e se quello mi si rivoltava contro, lo afferravo per le mascelle, lo ferivo e l'ammazzavo.

Sì, il tuo servo ha ucciso il leone e l'orso; questo incirconciso, Filisteo, sarà come uno di quelli, perché ha coperto di vergogna le schiere del Dio vivente».

Davide soggiunse: «Il SIGNORE, che mi liberò dalla zampa del leone e dalla zampa dell'orso (normali prove della vita), mi libererà anche dalla mano di questo Filisteo. (prova spirituale). (1 Samuele 17:34-37)

 

Le prove spirituali (da non confondere quindi con le normali difficoltà della vita ai quali tutti gli uomini, credenti ed increduli, sono sottoposti), producono almeno due risultati:

 

- affinano o purificano la fede, proprio come l'oro che è provato con il fuoco al fine di rimuovere tutte le impurità;

 - verificano la consistenza della fede, ovvero la temprano… per farla rafforzare sempre di più… per questo parliamo di “prova della fede”.

 

Questa fede è preziosa… nel mercato dell’eternità… dove l’oro che perisce non ha alcun valore, quello che varrà è la nostra fede… …da questa sarà motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo.

 

***

 Perciò, dopo aver predisposto la vostra mente all'azione, state sobri, e abbiate piena speranza nella grazia che vi sarà recata al momento della rivelazione di Gesù Cristo.

Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell'ignoranza; ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo».

(1 Pietro 1:13-16)

 

Dopo aver esaltato la Grazia della salvezza ricevuta dai credenti alla luce della Vita nuova  e della Speranza gloriosa.

La Speranza viva dei credenti, basata sulla nuova nascita, produce (deve produrre) un modo di vivere improntato… ispirato alla santità, e Pietro in qualche modo ci lancia una sfida e passa alla descrizione delle logiche conseguenze pratiche, accennando a tre doveri che derivano dall'essere stati rigenerati:

 

A) una speranza viva che scaturisce da una mente spirituale rigenerata

 B) una condotta di vita che è regolata dalla ritrovata intelligenza spirituale

 C) una condotta di vita che si ispira alla Santità di Dio

 

 A) una speranza viva che scaturisce da una mente spirituale rigenerata

 …Perciò, dopo aver predisposto la vostra mente all'azione, state sobri, e abbiate piena speranza nella grazia che vi sarà recata al momento della rivelazione di Gesù Cristo.

 

Avendo ricevuto una tale Grazia, siamo chiamati a corrispondere con tutta la prontezza e l'energia di cui siamo capaci.

Il greco dice: sperate perfettamente o pienamente… non “sperate a metà”, o “sperate fiaccamente”… come chi dubita, non “sperate vagamente”… come chi ha una idea molto imperfetta delle cose che spera… ma abbracciate nella sua gloriosa pienezza la vostra speranza.

E la nostra Speranza è tutta nella rivelazione di Gesù Cristo, cioè la sua seconda venuta gloriosa.

Ci sono però almeno due condizioni che Pietro ci indica per poter vivere questa Speranza perfetta:

 

1) La predisposizione all’azione (dopo aver predisposto la vostra mente all'azione o come traduceva la Luzzi avendo cinti i fianchi della vostra mente), raffigurata qui nell'atteggiamento del servitore che sta aspettando l'arrivo del suo padrone (cfr Luca 12:35).

L’ubbidienza è un consapevole atto di volontà e noi dobbiamo scegliere di voler ubbidire.

La mente non deve essere occupata di cose meramente terrene, ma deve essere rivolta e concentrata verso le cose celesti… verso l'eredità incorruttibile; Paolo scriveva:

Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.

Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria.

Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria. Per queste cose viene l'ira di Dio sugli uomini ribelli.

E così camminaste un tempo anche voi, quando vivevate in esse.

Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene.

Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l'ha creato.

Qui non c'è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.

Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza.

Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi.

Al di sopra di tutte queste cose rivestitevi dell'amore che è il vincolo della perfezione.

E la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati per essere un solo corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti.

La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente, ammaestrandovi ed esortandovi gli uni gli altri con ogni sapienza, cantando di cuore a Dio, sotto l'impulso della grazia, salmi, inni e cantici spirituali.

Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui. (Colossesi 3:1-17)

I nostri pensieri… i nostri desideri devono essere disciplinati affinchè siamo pronti… è necessario uno sforzo per distogliere la mente da ciò che è visibile e tenerla fissa su ciò che è invisibile.

 

2) La vigilanza (state sobri), ovvero restate lucidi sulle certe promesse di Dionon lasciarsi “trasportare” dalle circostanze come chi è ubriaco che barcolla qua e là davanti a qualsiasi ostacolo e non riesce a camminare dritto… ma farsi “guidare” dalla Spirito Santo sotto la Luce della Parola di Dio… …Paolo scriverà così a Timoteo:

verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole. (2 Timoteo 4:3-4)

 

La nostra sobrietà spirituale si esercita “non andando oltre quel che è scritto” e le esortazioni in tal senso sono molteplici:

impariate a praticare il non oltre quel che è scritto e non vi gonfiate d'orgoglio esaltando l'uno a danno dell'altro. (1 Corinzi 4:6)

 

Chi va oltre e non rimane nella dottrina di Cristo, non ha Dio.

Chi rimane nella dottrina, ha il Padre e il Figlio. (2 Giovanni 9)

 

La sobrietà spirituale si coltiva nello Spirito Santo:

non agite con leggerezza, ma cercate di ben capire quale sia la volontà del Signore.

Non ubriacatevi! Il vino porta alla dissolutezza. Ma siate ricolmi di Spirito, parlandovi con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e salmeggiando con il vostro cuore al Signore; ringraziando continuamente per ogni cosa Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo; sottomettendovi gli uni agli altri nel timore di Cristo. (Efesini 5:17-21)

 

Applicando questi insegnamenti noi possiamo avere piena speranza nella grazia che ci sarà recata al momento della rivelazione di Gesù Cristo e vivere questa nostra vita terrena in modo “utile” al Regno di Dio ubbidendo così al Signore.

 

B) una condotta di vita che è regolata dalla ritrovata intelligenza spirituale

 

…Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell'ignoranza;

 

Pietro vuole esortarci alla santità… ed inizia dall’aspetto dello “svuotamento” per poi parlarci del nuovo “riempimento”… altrimenti se non si rinuncia al peccato è inutile parlare di opere buone

E lo fa premettendo che siamo figli… …ma dobbiamo innanzi tutto tendere… …desiderare di essere figli ubbidienti… …in contrapposizione alla posizione della vecchia natura definita come figli d’ira a causa della disobbedienza (cfr Efesini 2:3) o figli di maledizione (2 Pietro 2:14).

La nuova natura rigenerata dei figli di Dio ci conduce all’obbedienza e ci insegna a rinunciare a pensare come pensa il mondo intorno a noi… …in modo disubbidiente.

Anche Paolo ci esorta in tal senso:

Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà. (Romani 12:2)

 

In quanto, come scrive a Tito:

la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunciare all'empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù. (Tito 2:11-13)

 

La vita passata dei convertiti dal paganesimo è descritta come una vita di ignoranza… di tenebre.

Da quelle tenebre e da quel fango Dio ci ha chiamati ad una vita del tutto nuova nella Verità e nella Santità!

Se mentre eravamo nell’ignoranza seguivamo l’andazzo di questo mondo (Efesini 2:2), ora, che siamo nella Luce… siamo figli di Luce (cfr Giovanni 12:36; Efesini 5:8; 1 Tessalonicesi 5:5)… non siamo più nell’ignoranza… viviamo di conseguenza!

Paolo parlando ai giustificati per fede scrive:

Che diremo dunque? Rimarremo forse nel peccato affinché la grazia abbondi?

No di certo! Noi che siamo morti al peccato, come vivremmo ancora in esso? (Romani 6:1-2)

 

C) una condotta di vita che si ispira alla Santità di Dio

 …come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo»;

 

Avendo rinunciato a pensare e vivere come questo mondo decaduto, dobbiamo imparare a condurci in un modo che si ispira alla Santità di Dio.

La chiamata alla Luce della verità e della Santità di Dio, la chiamata alla Sua gloria implica la necessità di spogliarsi di quanto è impuro e contrario al carattere ed alla volontà di Dio,  e di rivestirci di Cristo e della Sua santità.

Siamo quindi chiamati ad essere santi ed a vivere in modo degno della nostra chiamata… altrimenti siamo disubbidienti!

Se siamo figli ubbidienti dobbiamo uniformare la nostra vita alla Volontà di Dio per noi.

Pietro non esita ad applicare questo concetto che trova le sue origini nell’antico Patto levitico (Levitico 11:44-45; 19:2; 20:7) alla santità morale sia perché la Chiesa è l'Israele di Dio sotto un Nuovo Patto, sia perché il principio contiene un obbligo permanente ed assoluto.

I credenti sono stati fatti rinascere ad una gloriosa speranza; ma questa Speranza, come tutte le virtù cristiane deve crescere gradualmente in loro.

Deve giungere ad abbracciare sempre meglio nella sua infinita ricchezza (cfr Efesini 3:10; 1 Pietro 4:2) la Grazia che sarà manifestata in favore dei figli di Dio nella "rivelazione" gloriosa di Cristo.

 

La Speranza afferra le promesse gloriose di Dio in Cristo e dà coraggio e gioia.

 

Paolo ci esorta ad essere estremamente ambiziosi circa la nostra vita:

Del resto fratelli, rallegratevi, ricercate la perfezione, siate consolati, abbiate un medesimo sentimento, vivete in pace e il Dio d’amore e di pace sarà con voi!(2 Corinzi 13:11)

   

 Gianni Marinuzzi