Figli di Dio... un dono ...una gloria ...una responsabilità
Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati
figli di Dio! E tali siamo.
Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che
saremo.
Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo
vedremo com'egli è.
E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com'egli è puro.
(1 Giovanni 3:1-3)
L'apostolo Giovanni sta spiegando in questa lettera che
chi ama e pratica la giustizia è nato
da Dio (cfr 1
Giovanni 3:10), e sulla scia di questa spiegazione esclama questa splendida
Verità rivelata:
Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati
figli di Dio! E tali siamo.
Quale Grande Amore Dio ha avuto per noi… un amore non astratto, ma
estremamente pratico e
manifestato in modo pratico…
ci ricordiamo:
Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché
chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.
(Giovanni 3:16)
…a tutti quelli che l'hanno ricevuto
egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio,
a quelli cioè che credono nel suo
nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da
volontà d'uomo, ma sono nati da Dio.
(Giovanni 1:12-13)
Ed è estremamente importante avere
la piena consapevolezza di questo
Amore che il Padre ci ha manifestato e di tutti i benefici che derivano
da questa realtà spirituale, perché da questa consapevolezza
eserciteremo la nostra forza spirituale e la nostra fede.
Che privilegio! Che Gloria!
Pietro a proposito dice:
Perciò voi esultate anche se
ora, per breve tempo, è necessario
che siate afflitti da svariate prove…
(1 Pietro 1:6)
E’ vero…
ci sono le svariate prove…
d’altronde siamo in un territorio nemico… come dice Giovanni:
Per questo il mondo non ci conosce:
perché non ha conosciuto lui
Il mondo estraneo ed ostile a Dio, non comprende…
non può apprezzare il privilegio dei
credenti di essere
figli di Dio...
non Lo conosce e quindi
non ci conosce.
Ma come Paolo dobbiamo essere convinti che:
…io ritengo che le sofferenze del
tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev'essere manifestata
a nostro riguardo.
(Romani 8:18)
L'essere "figli
di Dio" non è però un titolo vano, ma implica la realtà della cosa,
cioè:
- l'essere adottati e riconosciuti per figli di Dio;
- il possedere la libertà dei figli che hanno accesso presso a Colui che
chiamano Padre;
- l'essere infine eredi di Dio e coeredi di Cristo, il nostro fratello
maggiore.
E tali siamo,
dice Giovanni, come a rafforzare un concetto certo… reale…
intesa ad affermare che fin da ora
possediamo la realtà del privilegio indicato dal titolo.
Infatti
ora siamo figli di Dio, ma non è
stato ancora manifestato ciò che saremo.
…non è stato ancora manifestato ciò che saremo
nè agli occhi del corpo, nè agli occhi dell'intelligenza… Paolo scriveva:
…ora vediamo come in uno specchio,
in modo oscuro; ma allora vedremo
faccia a faccia; ora conosco in
parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato
perfettamente conosciuto.
(1 Corinzi 13:12)
Noi, tutte queste realtà spirituali le “vediamo
per fede” per ora… agli occhi carnali nulla cambia… ma noi
sappiamo che quand'egli sarà
manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è.
E’ una gloria in Speranza… nella Speranza di vedere la Gloria di Dio, come
dice anche Paolo:
Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con
lui manifestati in gloria.
(Colossesi 3:4)
Concordemente con la preghiera che fece Gesù stesso:
Padre, io voglio che dove sono io, siano con me anche quelli che tu mi hai
dati, affinché vedano la mia gloria che tu mi hai data;
poiché mi hai amato prima della fondazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha
conosciuto, ma io ti ho conosciuto;
e questi hanno conosciuto che tu mi
hai mandato; e io ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò
conoscere, affinché l'amore del
quale tu mi hai amato sia in loro, e io in loro.
(Giovanni 17:24-26)
L'essere "figli
di Dio" implica anche una grande responsabilità.
Il movimento protestante ha avuto il grande privilegio di riscoprire la
Grazia di Dio… la giustificazione per sola fede senza le opere della Legge o
le opere “meritorie”… grande rivoluzione in un mondo religioso che aveva
frodato tanti uomini della Grazia di Dio.
Ed effettivamente Giovanni sta spiegando come il figlio di Dio esperimenta
una purificazione interiore che è totale, come la purezza di Gesù Cristo
stesso (com'egli
è puro), infatti la nuova nascita implica una perfetta purificazione
dal peccato.
Ma parallelamente a questa grande Verità, si è forse fatto spazio (a causa
di falsi dottori che si sono infiltrati nella Chiesa), ad un pensiero che
serpeggia pericolosamente nella Chiesa… tutti pronti a fregiarsi dei diritti
di essere un figlio di Dio… ma pochi che sentono il dovere di vivere secondo
gli insegnamenti di Dio.
Ovviamente non sono insegnamenti impartiti da un pulpito… ma fatti
intendere… e all’orecchio del “cristiano opportunista” giungono più o meno
così…
Giovanni,
nell’esclamare questa meravigliosa realtà non si ferma al diritto del titolo
“nobiliare”, ma fa seguire
immediatamente una esortazione solenne:
E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com'egli è puro.
La speranza di essere un giorno simili al Cristo nella sua santità e gloria,
si fonda sulle promesse di Cristo, sull'opera da Lui compiuta sulla terra a
beneficio dei fedeli e su quella che compie ora nel cielo e compirà nel suo
glorioso avvento.
Per questo Cristo è perciò chiamato anche "la
nostra Speranza" (cfr 1 Timoteo 1:1).
La speranza quindi non può lasciare indifferente, senza alcuna influenza
sulla vita di colui che la nutre.
Chi spera sinceramente
di essere un giorno simile a Cristo,
chi aspira a questo come alla perfezione cui è chiamato,
non può non fare ogni sforzo per
purificarsi nei pensieri, nei sentimenti e negli atti.
Questo non vuole dire sminuire la Grazia di Dio…. anzi realizzarla e
viverla!
Solo chi è pazzo, ipocrita o chi inganna se stesso può pensare a portare
contemporaneamente l'immagine del diavolo sulla Terra e sperare di portare
l'immagine di Cristo nei cieli.
Infatti Giovanni dichiara di seguito:
In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo:
chiunque non pratica la giustizia
non è da Dio; come pure chi non ama suo fratello.
(1 Giovanni 3:10)
***
Pietro, apostolo di Gesù Cristo, agli eletti che vivono come forestieri
dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, nell'Asia e nella
Bitinia, eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la
santificazione dello Spirito, a ubbidire e a essere cosparsi del sangue di
Gesù Cristo: grazia e pace vi siano moltiplicate.
Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua
grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la
risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una eredità incorruttibile, senza
macchia e inalterabile.
Essa è conservata in cielo per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi
mediante la fede, per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi
tempi.
Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate
afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla
prova, che è ben più preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provato con
il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della
manifestazione di Gesù Cristo.
(1 Pietro 1:3-8)
Pietro aveva ricevuto un incarico speciale da parte di Gesù:
…tu, quando sarai convertito,
fortifica i tuoi fratelli.
(Luca 22:32)
E quindi in conformità all’incarico
ricevuto da Gesù stesso, vuole, con la sua lettera
incoraggiare, fortificare ed
esortare i suoi fratelli a vivere una vita nuova piena, cosciente di
tutte le benedizioni che si hanno in Cristo e di tutte le possibilità che
abbiamo di realizzarle praticamente, nonostante le prove… le cadute della
nostra carne… in modo degno di quello che il Signore ci ha messi in grado di
essere.
…agli eletti che vivono come forestieri…
Stiamo vivendo il dramma degli stranieri… il rifiuto che essi stanno
ricevendo da coloro che si sentono “padroni” della loro terra… non li
conoscono… non li riconoscono… ed i cristiani vivono così in questo mondo…
se vogliono fregiarsi del titolo di
figli di Dio, devono anche sapere
che non saranno riconosciuti come cittadini di un principato satanico come è
questo mondo!
Come
il patriarca Abramo, anche
i cristiani si sentono come
forestieri che soggiornano in un
paese che non è il loro e in mezzo a gente estranea:
Io sono straniero e di passaggio tra di voi…
(Genesi 23:4)
***
I credenti sono dispersi e forestieri in questo mondo, ma sono stati
eletti secondo la prescienza di Dio
Padre,
mediante la santificazione dello
Spirito, per un duplice fine:
B) essere cosparsi del sangue di Gesù Cristo
A) ubbidire
Il primo fine a cui mira l'elezione divina è
l’essere
ubbidienti.
In totale contrasto con la natura carnale, che è per natura stessa
disubbidiente a Dio, la nuova natura è “ubbidiente”, proprio come lo era
Gesù Cristo:
…sono disceso dal cielo non per fare
la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
(Giovanni 6:38)
Padre, se vuoi, allontana da me questo calice!
Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta.
(Luca 22:42)
Dio ci riconduce quindi nella via dell'ubbidienza.
Ecco, io pongo in Sion una pietra angolare,
scelta, preziosa e chiunque crede in
essa non resterà confuso».
Per voi dunque che credete essa è preziosa;
ma per gli increduli
«la pietra che i
costruttori hanno rigettata è
diventata la pietra angolare,
pietra d'inciampo e sasso di ostacolo».
Essi, essendo disubbidienti, inciampano nella parola;
e a questo sono stati anche destinati.
(1 Pietro 2:6-8)
B) essere cosparsi del sangue di Gesù Cristo
Gli eletti quindi, che sono colpevoli e si arrendono a Dio per fede, trovano
in Cristo la loro purificazione, il cui Sangue sparso per i peccati del
mondo, assicura loro la totale espiazione e remissione dei peccati.
Questo Sangue ci purifica una volta per sempre quando ci convertiamo a Dio,
ma ne beneficiamo durante tutto il nostro cammino terreno, perché:
…se camminiamo nella luce, com'egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno
con l'altro, e il sangue di Gesù,
suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è
in noi.
Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i
peccati e purificarci da ogni iniquità.
(1
Giovanni 1:7-9)
***
Essa è conservata in cielo per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi
mediante la fede, per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi
tempi.
La lettera,
dopo la dedica, si apre
con un inno di lode a Dio per la Sua
opera di rigenerazione di coloro che hanno creduto nel Suo Figlio Gesù
Cristo e nell’Opera da Lui compiuta.
Chiamando Dio Padre del nostro
Signore Gesù Cristo,
Pietro ricorda l'Amore infinito di
Dio che non ha risparmiato il suo diletto Figlio.
La misericordia
ci ricorda la compassione che Dio
prova rispetto allo stato miserevole in cui l'uomo è stato ridotto dal
peccato.
Questo
Amore infinito e questa
Misericordia di Dio sono i
due motori che Lo hanno spinto a realizzare quell’Opera di riscatto dal
peccato e di rigenerazione… rinascita
ad una speranza viva,
per una eredità incorruttibile, senza
macchia e inalterabile, compiuta, realizzata e
manifestata
mediante la risurrezione di Gesù
Cristo dai morti.
Di questa opera ragionava Gesù con Nicodemo quando diceva:
In verità, in verità ti dico che se
uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio.
Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è
spirito.
Non ti meravigliare se ti ho detto: "Bisogna che nasciate di nuovo".
(Giovanni 3:5-7)
I figli di Dio
non sono quindi
nati da sangue, né da volontà di
carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio
(Giovanni 1:12).
Non essendo quindi nati di una natura carnale non sono più soggetti alle
circostanze “terrene”… …vivono e
devono vivere secondo le realtà celesti… nella Speranza di queste realtà!
A questa Speranza Dio ci ha fatti rinascere
mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti!
La Speranza cristiana ha per oggetto
una
eredità incorruttibile,
senza macchia e inalterabile.
- Essa è incorruttibile
per sostanza, in quanto i
beni sono eterni, a differenza dei beni terreni che sono soggetti alla
corruzione, come dirà Pietro nella seconda lettera:
…tutte queste cose devono dissolversi
(2 Pietro 3:11)
Questi sono i tesori celesti che, come diceva Gesù:
…né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano.
Perché dov'è il tuo tesoro, lì sarà
anche il tuo cuore.
(Matteo 6:20-21)
I tesori custoditi nel cielo (insieme al nostro cuore),
non si ossidano… non
arruginiscono… perché sfuggono alla corruzione del mondo… così anche i
nostri cuori sono custoditi nei cieli, nelle forti e sicure mani di Dio
stesso… dove non c’è peccato… dove satana non può nulla:
Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io
do loro la vita eterna e non periranno mai e
nessuno le rapirà dalla mia mano.
Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle
dalla mano del Padre.
Io e il Padre siamo uno.
(Giovanni 10:27-30)
Noi sappiamo che chiunque è nato da
Dio non persiste nel peccare; ma colui che nacque da Dio lo protegge, e
il maligno non lo tocca.
(1 Giovanni 5:18)
- Essa è
senza macchia perché questa
eredità procede dalla Santità di Dio, mentre i beni di quaggiù sono
macchiati tutti più o meno dall'ingiustizia, dalla frode, dalla violenza,
dalle invidie, dall'egoismo…
- Essa è anche
inalterabile,
in quanto
è conservata in cielo…
…non su questa terra dove il fiore conserva per poco la sua fresca
bellezza e poi appassisce.
Questa meravigliosa
eredità
è quindi procedente e conservata
dalla fedeltà di Dio nei
cieli, ed i
credenti stessi sono custoditi
dalla potenza di Dio per entrare in possesso della salvezza che
sarà manifestata nella sua
gloriosa perfezione nel Giorno del Signore:
…la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.
Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato,
allora anche voi sarete con lui
manifestati in gloria.
(Colossesi 3:3-4)
E’ vero, le tentazioni, le persecuzioni, assalgono ed affliggono i credenti…
…Pietro dirà che:
…il vostro avversario, il
diavolo, va attorno come un
leone ruggente cercando chi possa
divorare.
(1 Pietro 5:8)
…ma essi
sono custoditi dalla
potenza di Dio
alla quale si aggrappano con piena
fede, sapendo che nessuno
li può vincere.
***
…Perciò voi esultate
E sì che esultiamo!
Davanti ad una Speranza così meravigliosa…
…solo un pazzo o un incredulo non esulterebbe!
In questo passo Pietro ci incoraggia ricordandoci che con la nuova nascita
ci è stata data la viva Speranza in una futura eredità indistruttibile… in
modo certo perché questa eredità non
è nelle nostre mani, ma è custodita
(insieme al nostro nuovo uomo spirituale)
nei cieli fino a che non sarà
manifestata.
Dunque
possiamo esultare… gioire
anche quando dobbiamo passare
attraverso le prove… che diventano
la prova della genuinità della
nostra fede e per questo motivo procurano una gloria maggiore in Cristo!
La prospettiva che ci sta davanti ci riempie di una gioia
che supera… e
che deve farci superare le lievi
e sopportabili le afflizioni del presente.
Davanti alle prove, il cristiano ha due possibilità di scelta:
- subirle passivamente… deprimersi fissando lo sguardo su di esse
e cadere nella autocommiserazione… vivendo da sconfitto pur essendo
vittorioso nei cieli…
- subirle senza farsi sopraffare da esse, fissando lo sguardo
sull’eredità
incorruttibile, senza macchia e inalterabile
che ci aspetta nei cieli… vivendo fin da ora da vincitore e godendo fin da
ora delle benedizioni che Dio ci ha promesso… sapendo che, come di ce Paolo:
Chi ci separerà dall'amore di Cristo?
Sarà forse la tribolazione,
l'angoscia,
la persecuzione, la fame, la nudità,
il pericolo, la spada?...
…in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci
ha amati.
Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né
cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né
alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo
Gesù,
nostro Signore.
(Romani 8:35-39)
…e questo lo scegliamo noi!
Il cristiano è soggetto a tutte le difficoltà della vita di un qualunque
altro uomo… oltre a queste è anche sottoposto alle prove di fede.
A differenza degli increduli che subiscono le difficoltà della vita… le
superano… ma non trovano in esse alcun beneficio, il cristiano è chiamato a
vedere in esse una sorta di allenamento della fede in vista delle vere e
proprie prove spirituali.
Un bell’esempio di questa realtà la possiamo vedere nelle parole che il
futuro re Davide pronunciò davanti al re Saul prima di accettare la sfida
del gigante filisteo:
Davide rispose a Saul: «Il tuo servo
pascolava il gregge di suo padre e talvolta veniva un leone o un orso a
portar via una pecora dal gregge
(normali prove della vita).
Allora gli correvo dietro, lo colpivo, gli strappavo dalle fauci la preda; e
se quello mi si rivoltava contro, lo afferravo per le mascelle, lo ferivo e
l'ammazzavo.
Sì, il tuo servo ha ucciso il leone e l'orso; questo incirconciso, Filisteo,
sarà come uno di quelli, perché ha coperto di vergogna le schiere del Dio
vivente».
Davide soggiunse: «Il SIGNORE, che
mi liberò dalla zampa del leone e dalla zampa dell'orso
(normali prove della vita),
mi libererà anche dalla mano di
questo Filisteo. (prova spirituale).
(1 Samuele 17:34-37)
Le prove spirituali (da non confondere quindi con le normali difficoltà
della vita ai quali tutti gli uomini, credenti ed increduli, sono
sottoposti), producono almeno due risultati:
- affinano o purificano la fede, proprio come
l'oro che è provato con il fuoco
al fine di rimuovere tutte le impurità;
Questa fede è preziosa… nel mercato dell’eternità… dove l’oro che perisce
non ha alcun valore, quello che varrà è la nostra fede… …da questa
sarà motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di
Gesù Cristo.
***
Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato,
quando eravate nell'ignoranza; ma come colui che vi ha chiamati è santo,
anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: «Siate
santi, perché io sono santo».
(1 Pietro 1:13-16)
Dopo aver esaltato la Grazia della salvezza ricevuta dai credenti alla luce
della Vita nuova e della Speranza
gloriosa.
La Speranza viva dei credenti, basata sulla nuova nascita, produce (deve
produrre) un modo di vivere improntato… ispirato alla santità,
e Pietro in qualche modo ci lancia una sfida e passa alla descrizione delle
logiche conseguenze pratiche,
accennando a tre doveri che
derivano dall'essere stati rigenerati:
A) una speranza viva che scaturisce da una mente spirituale rigenerata
Avendo ricevuto una tale Grazia, siamo chiamati a corrispondere con tutta la
prontezza e l'energia di cui siamo capaci.
Il greco dice: sperate
perfettamente o pienamente… non “sperate
a metà”, o “sperate fiaccamente”…
come chi dubita, non “sperate
vagamente”… come chi ha una idea molto imperfetta delle cose che spera…
ma abbracciate nella sua gloriosa
pienezza
la vostra speranza.
E la nostra Speranza è tutta nella
rivelazione di Gesù Cristo,
cioè la sua seconda venuta gloriosa.
Ci sono però almeno due
condizioni che Pietro ci indica
per poter vivere questa Speranza perfetta:
1)
La predisposizione all’azione (dopo
aver predisposto la vostra mente all'azione o come traduceva la
Luzzi
avendo cinti i fianchi della
vostra mente), raffigurata qui nell'atteggiamento del
servitore che sta aspettando l'arrivo del suo padrone (cfr
Luca 12:35).
L’ubbidienza è un consapevole atto di volontà e noi dobbiamo scegliere di
voler ubbidire.
La mente non deve essere occupata di cose meramente terrene, ma deve essere
rivolta e concentrata verso le cose celesti… verso l'eredità incorruttibile;
Paolo scriveva:
Se
dunque siete stati risuscitati
con Cristo,
cercate le cose di lassù
dove Cristo è seduto alla destra di
Dio. Aspirate alle cose di lassù,
non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è
nascosta con Cristo in Dio.
Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con
lui manifestati in gloria.
Fate dunque morire ciò che in voi è terreno:
fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è
idolatria. Per queste cose viene l'ira di Dio sugli uomini ribelli.
E così camminaste un tempo anche voi, quando vivevate in esse.
Ora
invece deponete anche voi tutte
queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca
parole oscene.
Non mentite gli uni agli altri,
perché vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le sue opere e vi siete
rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui
che l'ha creato.
Qui non c'è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita,
schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.
Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio,
santi e amati, di sentimenti di
misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza.
Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda,
se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così
fate anche voi.
Al di sopra di tutte queste cose rivestitevi
dell'amore che è il vincolo della perfezione.
E la pace di Cristo, alla quale
siete stati chiamati per essere un solo corpo,
regni nei vostri cuori; e siate
riconoscenti.
La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente,
ammaestrandovi ed esortandovi gli uni gli altri con ogni sapienza, cantando
di cuore a Dio, sotto l'impulso della grazia, salmi, inni e cantici
spirituali.
Qualunque cosa facciate, in parole o in opere,
fate ogni cosa nel nome del Signore
Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui.
(Colossesi 3:1-17)
I nostri pensieri… i nostri desideri devono essere disciplinati
affinchè siamo pronti… è necessario
uno sforzo per distogliere la mente da ciò che è visibile e tenerla fissa su
ciò che è invisibile.
2) La vigilanza (state
sobri), ovvero restate
lucidi sulle certe promesse di Dio…
non lasciarsi “trasportare”
dalle circostanze come chi è ubriaco che barcolla qua e là davanti a
qualsiasi ostacolo e non riesce a camminare dritto… ma
farsi “guidare” dalla Spirito Santo
sotto la Luce della Parola di Dio… …Paolo scriverà così a Timoteo:
…verrà il tempo che non
sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si
cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e
distoglieranno le orecchie dalla
verità e si volgeranno alle favole.
(2 Timoteo 4:3-4)
La nostra
sobrietà spirituale si
esercita “non
andando
oltre quel che è scritto” e
le esortazioni in tal senso sono molteplici:
…impariate a praticare il non oltre
quel che è scritto e non vi gonfiate d'orgoglio esaltando l'uno a danno
dell'altro.
(1 Corinzi 4:6)
Chi va oltre e non rimane nella dottrina di Cristo, non ha Dio.
Chi rimane nella dottrina, ha il Padre e il Figlio.
(2 Giovanni 9)
La sobrietà spirituale si coltiva nello Spirito Santo:
…non agite con leggerezza, ma
cercate di ben capire quale sia la volontà del Signore.
Non ubriacatevi!
Il vino porta alla dissolutezza. Ma
siate ricolmi di Spirito,
parlandovi con salmi, inni e cantici spirituali,
cantando e salmeggiando con il
vostro cuore al Signore;
ringraziando continuamente per ogni cosa Dio Padre, nel nome del Signore
nostro Gesù Cristo; sottomettendovi
gli uni agli altri nel timore di
Cristo.
(Efesini 5:17-21)
Applicando questi insegnamenti noi possiamo
avere piena speranza nella grazia che
ci sarà recata al momento della rivelazione di Gesù Cristo e vivere
questa nostra vita terrena in modo “utile” al Regno di Dio
ubbidendo così al Signore.
B) una condotta di vita che è regolata dalla ritrovata intelligenza
spirituale
…Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato,
quando eravate nell'ignoranza;
Pietro vuole esortarci alla santità… ed inizia dall’aspetto dello
“svuotamento” per poi parlarci del nuovo “riempimento”… altrimenti
se non si rinuncia al peccato è
inutile parlare di opere buone…
E lo fa premettendo che siamo
figli… …ma dobbiamo innanzi
tutto tendere… …desiderare di essere
figli ubbidienti… …in
contrapposizione alla posizione della vecchia natura definita come
figli d’ira a causa della
disobbedienza (cfr Efesini 2:3) o
figli di maledizione (2
Pietro 2:14).
La nuova natura rigenerata dei figli di Dio ci conduce all’obbedienza
e ci insegna a rinunciare a pensare come pensa il mondo intorno a noi… …in
modo disubbidiente.
Anche Paolo ci esorta in tal senso:
Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il
rinnovamento della vostra mente,
affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona,
gradita e perfetta volontà.
(Romani 12:2)
In quanto, come scrive a Tito:
…la grazia di Dio, salvifica per
tutti gli uomini, si è manifestata, e
ci insegna a rinunciare all'empietà
e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente,
giustamente e in modo santo,
aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande
Dio e Salvatore, Cristo Gesù.
(Tito 2:11-13)
La vita passata dei convertiti dal paganesimo è descritta come una vita di
ignoranza… di tenebre.
Da quelle tenebre e da quel fango
Dio ci ha chiamati ad una vita del tutto nuova nella Verità e nella Santità!
Se
mentre eravamo nell’ignoranza
seguivamo
l’andazzo di questo mondo
(Efesini 2:2), ora, che siamo nella Luce… siamo
figli di Luce (cfr Giovanni
12:36; Efesini 5:8; 1 Tessalonicesi 5:5)…
non siamo più nell’ignoranza…
viviamo di conseguenza!
Paolo parlando ai giustificati per fede scrive:
Che diremo dunque? Rimarremo forse nel peccato
affinché la grazia abbondi?
No di certo! Noi che siamo morti al peccato, come vivremmo ancora in esso?
(Romani 6:1-2)
C) una condotta di vita che si ispira alla Santità di Dio
Avendo
rinunciato a pensare e vivere come
questo mondo decaduto,
dobbiamo imparare a condurci in un
modo che si ispira alla Santità di Dio.
La chiamata alla Luce della verità e della Santità di Dio, la chiamata alla
Sua gloria implica la necessità di spogliarsi di quanto è impuro e contrario
al carattere ed alla volontà di Dio, e
di rivestirci di Cristo e della Sua
santità.
Siamo quindi chiamati ad essere santi ed a vivere in modo degno della nostra
chiamata… altrimenti siamo disubbidienti!
Se siamo
figli ubbidienti dobbiamo
uniformare la nostra vita alla Volontà di Dio per noi.
Pietro non esita ad applicare questo concetto che trova le sue origini
nell’antico Patto levitico (Levitico 11:44-45; 19:2; 20:7) alla santità
morale sia perché la Chiesa è l'Israele di Dio sotto un Nuovo Patto, sia
perché il principio contiene un obbligo permanente ed assoluto.
I credenti sono stati fatti rinascere ad una gloriosa speranza;
ma questa Speranza, come tutte le
virtù cristiane deve crescere gradualmente in loro.
Deve giungere ad abbracciare sempre meglio
nella sua infinita ricchezza (cfr Efesini 3:10; 1 Pietro 4:2)
la Grazia che sarà manifestata
in favore dei figli di Dio nella "rivelazione" gloriosa di Cristo.
La Speranza afferra le promesse gloriose di Dio in Cristo e dà coraggio e
gioia.
Paolo ci esorta ad essere estremamente ambiziosi circa la nostra vita:
Del resto fratelli, rallegratevi,
ricercate la perfezione, siate consolati, abbiate un medesimo
sentimento, vivete in pace e il Dio d’amore e di pace sarà con voi!(2
Corinzi 13:11)