Il Giobbe perfetto
Paolo, parlando di Gesù Cristo, scrive:
Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.
Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il
primogenito dai morti, affinché in
ogni cosa abbia il primato.
(Colossesi 1:17-18)
Noi sappiamo e comprendiamo per fede che tutta la Scrittura ci
parla di Gesù, ogni esempio, seppur meraviglioso e stimabile,
impallidisce davanti alla perfezione di Gesù Cristo, la Perfezione di
ogni cosa, la Completezza dell’uomo secondo il piano di Dio, il
Compimento e l’Autore della Volontà di Dio!
Gesù stesso, con i due discepoli lungo la via di Emmaus:
…cominciando
da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che
lo riguardavano.
(Luca 24:27)
Oggi vogliamo guardare all’esperienza di Giobbe, un uomo integro retto, che
temeva Dio e fuggiva il male, e vogliamo vedere dietro a quest’uomo, famoso
per aver pazientemente sofferto… …per scoprire sempre di più cosa il nostro
Signore Gesù Cristo, il “Giobbe perfetto”, ha sofferto per la nostra
redenzione!
Il nome Giobbe significa letteralmente: “perseguitato”, “colui che
sopporta le sofferenze”, teniamo bene a mente questo!
***
C'era nel paese di Uz un uomo che si chiamava Giobbe.
Quest'uomo era integro e retto; temeva Dio e fuggiva il male.
Gli erano nati sette figli e tre figlie; possedeva settemila pecore, tremila
cammelli, cinquecento paia di buoi, cinquecento asine e una servitù molto
numerosa.
Quest'uomo era il più grande di tutti gli Orientali.
I suoi figli erano soliti andare gli uni dagli altri e a turno organizzavano
una festa; e mandavano a chiamare le loro tre sorelle perché venissero a
mangiare e a bere con loro.
Quando i giorni della festa terminavano, Giobbe li faceva venire per
purificarli; si alzava di buon mattino e offriva un olocausto per ciascuno
di essi, perché diceva: «Può darsi che i miei figli abbiano peccato e
abbiano rinnegato Dio in cuor loro».
Giobbe faceva sempre così.
Un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al SIGNORE, e Satana
venne anch'egli in mezzo a loro.
Il SIGNORE disse a Satana: «Da dove vieni?» Satana rispose al SIGNORE: «Dal
percorrere la terra e dal passeggiare per essa».
Il SIGNORE disse a Satana: «Hai notato il mio servo Giobbe? Non ce n'è un
altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Dio e fugga il
male».
Satana rispose al SIGNORE: «È forse per nulla che Giobbe teme Dio? Non l'hai
forse circondato di un riparo, lui, la sua casa, e tutto quel che possiede?
Tu hai benedetto l'opera delle sue mani e il suo bestiame ricopre tutto il
paese. Ma stendi un po' la tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se
non ti rinnega in faccia».
Il SIGNORE disse a Satana: «Ebbene, tutto quello che possiede è in tuo
potere; soltanto, non stender la mano sulla sua persona».
E Satana si ritirò dalla presenza del SIGNORE.
Un giorno, mentre i suoi figli e le sue figlie mangiavano e bevevano vino in
casa del loro fratello maggiore, giunse a Giobbe un messaggero a dirgli: «I
buoi stavano arando e le asine pascolavano là vicino, quand'ecco i Sabei
sono piombati loro addosso e li hanno portati via; hanno passato a fil di
spada i servi; io solo sono potuto scampare per venirtelo a dire».
Quello parlava ancora, quando ne giunse un altro a dire: «Il fuoco di Dio è
caduto dal cielo, ha colpito le pecore e i servi, e li ha divorati; io solo
sono potuto scampare per venirtelo a dire».
Quello parlava ancora, quando ne giunse un altro a dire: «I Caldei hanno
formato tre bande, si sono gettati sui cammelli e li hanno portati via;
hanno passato a fil di spada i servi; io solo sono potuto scampare per
venirtelo a dire».
Quello parlava ancora, quando ne giunse un altro a dire: «I tuoi figli e le
tue figlie mangiavano e bevevano vino in casa del loro fratello maggiore; ed
ecco che un gran vento, venuto dall'altra parte del deserto, ha investito i
quattro canti della casa, che è caduta sui giovani; essi sono morti; io solo
sono potuto scampare per venirtelo a dire».
Allora Giobbe si alzò, si stracciò il mantello, si rase il capo, si prostrò
a terra e adorò dicendo: «Nudo sono uscito dal grembo di mia madre, e nudo
tornerò in grembo alla terra; il SIGNORE ha dato, il SIGNORE ha tolto; sia
benedetto il nome del SIGNORE».
In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nessuna colpa.
Un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al SIGNORE, e Satana
venne anch'egli in mezzo a loro a presentarsi davanti al SIGNORE.
Il SIGNORE disse a Satana: «Da dove vieni?»
Satana rispose al SIGNORE: «Dal percorrere la terra e dal passeggiare per
essa».
Il SIGNORE disse a Satana: «Hai notato il mio servo Giobbe? Non ce n'è un
altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Dio e fugga il male.
Egli si mantiene saldo nella sua integrità, benché tu mi abbia incitato
contro di lui per rovinarlo senza alcun motivo».
Satana rispose al SIGNORE: «Pelle per pelle! L'uomo dà tutto quel che
possiede per la sua vita; ma stendi un po' la tua mano, toccagli le ossa e
la carne, e vedrai se non ti rinnega in faccia».
Il SIGNORE disse a Satana: «Ebbene, egli è in tuo potere; soltanto rispetta
la sua vita».
Satana si ritirò dalla presenza del SIGNORE e colpì Giobbe di un'ulcera
maligna dalla pianta dei piedi alla sommità del capo; Giobbe prese un coccio
con cui grattarsi, e si sedette in mezzo alla cenere.
Sua moglie gli disse: «Ancora stai saldo nella tua integrità? Ma lascia
stare Dio, e muori!»
Giobbe le rispose: «Tu parli da donna insensata! Abbiamo accettato il bene
dalla mano di Dio, e rifiuteremmo di accettare il male?»
In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.
(Giobbe 1:1/2-10)
***
C'era nel paese di Uz un uomo che si chiamava Giobbe.
Quest'uomo era integro e retto; temeva Dio e fuggiva il male.
Gli erano nati sette figli e tre figlie; possedeva settemila pecore, tremila
cammelli, cinquecento paia di buoi, cinquecento asine e una servitù molto
numerosa.
Quest'uomo era il più grande di tutti gli Orientali.
Giobbe era
un uomo integro e retto, temeva Dio e
fuggiva il male.
Questa espressione ci illustra la ricchezza morale che caratterizzava
Giobbe.
Oltre ad essere una persona di alta moralità, Giobbe era un uomo molto
ricco, era un uomo molto stimato ed il passo si conclude dicendo che egli
era il più grande di tutti gli
orientali.
Questo stato di benessere di Giobbe ci fa comprendere come quest’uomo fosse
in una posizione di particolare beatitudine.
***
I suoi figli erano soliti andare gli uni dagli altri e a turno organizzavano
una festa; e mandavano a chiamare le loro tre sorelle perché venissero a
mangiare e a bere con loro.
Quando i giorni della festa terminavano, Giobbe li faceva venire per
purificarli; si alzava di buon mattino e offriva un olocausto per ciascuno
di essi, perché diceva: «Può darsi che i miei figli abbiano peccato e
abbiano rinnegato Dio in cuor loro».
Giobbe faceva sempre così.
Nel suo essere moralmente irreprensibile, Giobbe poteva gioire anche nel
vedere i suoi figli uniti, estremamente zelanti e amorevoli gli uni per gli
altri.
Nel suo zelo morale faceva per loro da “sacerdote”, offriva sacrifici per
ciascuno di essi a coprire la
sola eventualità di un loro
peccato e di un loro
rinnegamento di Dio in cuor loro”.
***
Un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al SIGNORE, e Satana
venne anch'egli in mezzo a loro.
Il SIGNORE disse a Satana: «Da dove vieni?»
Satana rispose al SIGNORE: «Dal percorrere la terra e dal passeggiare per
essa».
Il SIGNORE disse a Satana: «Hai notato il mio servo Giobbe? Non ce n'è un
altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Dio e fugga il
male».
Satana rispose al SIGNORE: «È forse per nulla che Giobbe teme Dio? Non l'hai
forse circondato di un riparo, lui, la sua casa, e tutto quel che possiede?
Tu hai benedetto l'opera delle sue mani e il suo bestiame ricopre tutto il
paese. Ma stendi un po' la tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se
non ti rinnega in faccia».
Il SIGNORE disse a Satana: «Ebbene, tutto quello che possiede è in tuo
potere; soltanto, non stender la mano sulla sua persona».
E Satana si ritirò dalla presenza del SIGNORE.
Un giorno, mentre i suoi figli e le sue figlie mangiavano e bevevano vino in
casa del loro fratello maggiore, giunse a Giobbe un messaggero a dirgli: «I
buoi stavano arando e le asine pascolavano là vicino, quand'ecco i Sabei
sono piombati loro addosso e li hanno portati via; hanno passato a fil di
spada i servi; io solo sono potuto scampare per venirtelo a dire».
Quello parlava ancora, quando ne giunse un altro a dire: «Il fuoco di Dio è
caduto dal cielo, ha colpito le pecore e i servi, e li ha divorati; io solo
sono potuto scampare per venirtelo a dire».
Quello parlava ancora, quando ne giunse un altro a dire: «I Caldei hanno
formato tre bande, si sono gettati sui cammelli e li hanno portati via;
hanno passato a fil di spada i servi; io solo sono potuto scampare per
venirtelo a dire».
Quello parlava ancora, quando ne giunse un altro a dire: «I tuoi figli e le
tue figlie mangiavano e bevevano vino in casa del loro fratello maggiore; ed
ecco che un gran vento, venuto dall'altra parte del deserto, ha investito i
quattro canti della casa, che è caduta sui giovani; essi sono morti; io solo
sono potuto scampare per venirtelo a dire».
Allora Giobbe si alzò, si stracciò il mantello, si rase il capo, si prostrò
a terra e adorò dicendo: «Nudo sono uscito dal grembo di mia madre, e nudo
tornerò in grembo alla terra; il SIGNORE ha dato, il SIGNORE ha tolto; sia
benedetto il nome del SIGNORE».
In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nessuna colpa.
La risposta provocatoria di satana ci fa comprendere quale sia l’origine di
un pensiero nascosto che spesso molti coltivano… …il vangelo della
prosperità!
Credi in Dio, fattelo amico così sarai benedetto!... …Questo è il
pensiero di satana non di Dio!
Se noi speriamo in Dio per ricevere le benedizioni materiali… …ragioniamo
come satana!
Paolo scriveva:
Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più
miseri fra tutti gli uomini.
(1 Corinzi 15:19)
Giobbe invece dimostrò di amare, temere ed onorare Dio, indipendentemente
dai suoi beni materiali.
Anziché rinnegare Dio in faccia, come auspicato da satana, Giobbe, nella sua
prova, si prostrò a terra e adorò dicendo:
Nudo sono uscito dal grembo di mia madre, e nudo tornerò in grembo alla
terra; il SIGNORE ha dato, il
SIGNORE ha tolto; sia benedetto il nome del SIGNORE
(Giobbe 1:21)
L’attacco contro tutto quanto possiede Giobbe avviene in un solo giorno… …se
la Pazienza è una caratteristica di Dio, non lo è sicuramente di satana…
satana non si fa aspettare, il
suo odio è troppo forte verso un uomo che vuole vivere piamente il suo
rapporto con Dio.
Come vediamo satana sferra i suoi attacchi contro i beni e gli affetti di
Giobbe, sfruttando fino all’ultimo lo spazio lasciatogli da Dio e per fare
questo utilizza:
- i sabei (popolo nomade) probabilmente situato a sud
- il “fuoco di Dio”, probabilmente un fulmine derivante dalle turbolenze
meteorologiche del mar grande e pertanto da ovest
- i caldei (popolo nemico di Dio) all’epoca nomadi stanziati nella
mesopotamia e pertanto a nord
- gli eventi naturali (il vento del deserto arabo situato ad est)
Particolare attenzione è da porre sul “fuoco di Dio”, satana volle far
credere a Giobbe che era Dio stesso a scagliarsi contro di lui!
***
Un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al SIGNORE, e Satana
venne anch'egli in mezzo a loro a presentarsi davanti al SIGNORE.
Il SIGNORE disse a Satana: «Da dove vieni?»
Satana rispose al SIGNORE: «Dal percorrere la terra e dal passeggiare per
essa».
Il SIGNORE disse a Satana: «Hai notato il mio servo Giobbe? Non ce n'è un
altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Dio e fugga il male.
Egli si mantiene saldo nella sua integrità, benché tu mi abbia incitato
contro di lui per rovinarlo senza alcun motivo».
Satana rispose al SIGNORE: «Pelle per pelle! L'uomo dà tutto quel che
possiede per la sua vita; ma stendi un po' la tua mano, toccagli le ossa e
la carne, e vedrai se non ti rinnega in faccia».
Il SIGNORE disse a Satana: «Ebbene, egli è in tuo potere; soltanto rispetta
la sua vita».
Satana si ritirò dalla presenza del SIGNORE e colpì Giobbe di un'ulcera
maligna dalla pianta dei piedi alla sommità del capo; Giobbe prese un coccio
con cui grattarsi, e si sedette in mezzo alla cenere.
Sua moglie gli disse: «Ancora stai saldo nella tua integrità? Ma lascia
stare Dio, e muori!»
Giobbe le rispose: «Tu parli da donna insensata! Abbiamo accettato il bene
dalla mano di Dio, e rifiuteremmo di accettare il male?»
In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.
La prima prova non ha prodotto quello che satana, l’accusatore auspicava…
…Giobbe e saldo nella sua integrità, ha dimostrato a tutti che il suo amore
e timore per Dio non dipendeva dai benefici, egli amava e temeva il
donatore non il dono!
La seconda prova di Giobbe è sulla sua persona, Dio ha ampliato a satana il
suo terreno di sfida, il nuovo limite imposto è la sola vita di Giobbe.
Come nella prima prova, il tutto avviene rapidamente, una terribile ed
angosciosa malattia colpisce Giobbe,
nella sua carne e nelle sue ossa,
dolori lancinanti tormentavano Giobbe, ulcere sulla pelle procuravano
un prurito terribile, l’unico sollievo per Giobbe era un coccio di argilla
per grattarsi… …forse un simbolo
della sua giustizia umana.
I suoi affetti più cari, o meglio quello che ne rimane, non gli è di aiuto,
anzi è una ulteriore prova che lo incita a ribellarsi a Dio… …a
rinnegarlo in faccia!
Come con Eva, satana si serve della moglie di Giobbe per fare cadere il
patriarca… ma egli rimane in piedi, nella sua integrità!
E’ bello notare che alla fine delle due prove, è scritto:
In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.
Con le sue labbra…,
proprio qui sta la chiave; Giobbe rimase integro con le sue labbra, ma
evidentemente nel suo cuore covava il seme del peccato, proprio come tutti i
mortali… e alla fine del libro Giobbe dichiarerà:
Allora Giobbe rispose al SIGNORE e disse: «Io
riconosco che tu puoi tutto e che nulla può impedirti di eseguire un tuo
disegno.
Chi è colui che senza intelligenza offusca il tuo disegno? Sì,
ne ho parlato; ma non lo capivo;
sono cose per me troppo meravigliose e
io non le conosco.
Ti prego, ascoltami, e io parlerò; ti farò delle domande e tu insegnami!
Il mio orecchio aveva sentito parlare di te ma ora l'occhio mio ti ha visto.
Perciò mi ravvedo, mi pento sulla polvere e sulla cenere».
(Giobbe 42:1-6)
I due attacchi di satana erano entrambi basati sulla caratteristica tipica
che rivela l’ira di Dio:
L'ira di Dio si rivela
dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la
verità con l'ingiustizia; poiché
quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio
manifestato loro; infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e
divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo
percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili, perché,
pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno
ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo
d'intelligenza si è ottenebrato.
Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti, e
hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle
dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
Per questo Dio li ha abbandonati all'impurità, secondo i desideri dei loro
cuori, in modo da disonorare fra di loro i loro corpi; essi,
che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e
hanno adorato e servito la creatura
invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen.
(Romani 1:18-25)
L’uomo, nel suo cieco opportunismo ama i doni, non il donatore, ama tutto
quello che può soddisfarlo, non Chi lo può soddisfare veramente… …questo è
assolutamente illogico ma è il nostro modo di pensare carnale, magari non lo
diremmo mai, come Giobbe, che non peccò con le sue labbra, ma nel nostro
cuore coltiviamo questo insano pensiero.
Amare senza pensare di ricevere nulla!
Questo è inconcepibile per satana e per tutti coloro che vivono nel suo
regno, che sono influenzati dal germe del peccato, per loro è una follia il
comprendere quello che ci scrive Paolo:
Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che,
mentre eravamo ancora peccatori,
Cristo è morto per noi.
(Romani 5:8)
Cristo è morto per noi mentre noi non eravamo in nessun modo capaci di
comprendere il Suo amore, di amarlo… …per questo il Vangelo è pazzia:
Poiché la predicazione della croce è
pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la
potenza di Dio…
(1 Corinzi 1:18)
***
Proprio per questo, possiamo vedere in Gesù Cristo, il Giobbe perfetto:
Giobbe era integro e retto, temeva
Dio e fuggiva il male…
…ma la prova subita portò comunque ad esternare quel seme del peccato che
Giobbe, pur conducendo una vita eticamente e moralmente integra, reprimeva
nel suo cuore.
La prova produsse in Giobbe un sincero ravvedimento:
Allora Giobbe rispose al SIGNORE e disse: «Io
riconosco che tu puoi tutto e che nulla può impedirti di eseguire un tuo
disegno.
Chi è colui che senza intelligenza offusca il tuo disegno? Sì,
ne ho parlato; ma non lo capivo;
sono cose per me troppo meravigliose e
io non le conosco.
Ti prego, ascoltami, e io parlerò; ti farò delle domande e tu insegnami!
Il mio orecchio aveva sentito parlare di te ma ora l'occhio mio ti ha visto.
Perciò mi ravvedo, mi pento sulla polvere e sulla cenere».
(Giobbe 42:1-6)
…Gesù era senza peccato ed in Lui non fu trovata alcuna colpa!
Pilato uscì di nuovo, e disse loro: «Ecco, ve lo conduco fuori, affinché
sappiate che non trovo in lui
nessuna colpa».
Gesù dunque uscì, portando la corona di spine e il manto di porpora. Pilato
disse loro: «Ecco l'uomo!» Come dunque i capi dei sacerdoti e le guardie lo
ebbero visto, gridarono: «Crocifiggilo, crocifiggilo!»
Pilato disse loro: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; perché
io non trovo in lui alcuna colpa».
(Giovanni 19:4-6)
Pietro si dice che Gesù fu offerto in sacrificio come
un
agnello senza difetto né macchia.
(1 Pietro 1:19)
***
Giobbe era il più grande
di tutti gli orientali…
… Gesù era presso Dio ed aveva una gloria che non possiamo nemmeno
immaginare!
Ora, o Padre, glorificami tu presso di te
della gloria che avevo presso di te
prima che il mondo esistesse.
(Giovanni 17:5)
***
Giobbe era un sacerdote per i suoi figli…
li faceva venire per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva un
olocausto per ciascuno di essi, perché diceva: «Può darsi che i miei figli
abbiano peccato e abbiano rinnegato Dio in cuor loro
e faceva sempre così….
ovvero ripeteva i sacrifici ogni volta che i suoi figli organizzavano
una festa
Gesù è il Sacerdote presso Dio in eterno:
Già Davide lo vedeva così:
Il SIGNORE ha giurato e non si pentirà: «Tu
sei Sacerdote in eterno, secondo l'ordine di Melchisedec».
(Salmo 110:4 e Ebrei 5:6 / 6:20 / 7:17 / 7:21)
L’autore della lettera agli Ebrei ci apre una finestra su questa realtà:
Ecco perché Cristo, entrando nel mondo, disse: «Tu
non hai voluto né sacrificio né offerta ma mi hai preparato un corpo; non
hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: "Ecco, vengo" (nel rotolo del libro è scritto di me) "per
fare, o Dio, la tua volontà"».
Dopo aver detto: «Tu non hai
voluto e non hai gradito né sacrifici, né offerte, né olocausti, né
sacrifici per il peccato» (che sono offerti secondo la legge),
aggiunge poi: «Ecco, vengo per
fare la tua volontà».
Così, egli abolisce il primo per stabilire il secondo.
In virtù di questa «volontà» noi siamo stati santificati,
mediante l'offerta del corpo di Gesù
Cristo fatta una volta per sempre.
Mentre ogni sacerdote sta in piedi ogni giorno a svolgere il suo servizio e
offrire ripetutamente gli stessi sacrifici che non possono mai togliere i
peccati, Gesù, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati,
e per sempre, si è seduto alla destra di Dio, e aspetta soltanto che i suoi
nemici siano posti come sgabello dei suoi piedi.
Infatti con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che
sono santificati.
Anche lo Spirito Santo ce ne rende testimonianza. Infatti, dopo aver detto:
«Questo è il patto che farò con
loro dopo quei giorni», dice il Signore, «metterò le mie leggi nei loro
cuori e le scriverò nelle loro menti», egli aggiunge:
«Non
mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità».
Ora, dove c'è perdono di queste cose, non c'è più bisogno di offerta per il
peccato.
(Ebrei 10:5-18)
***
Giobbe fu sottoposto ad una dura prova….
… Gesù ha accettato di sottoporsi alla Prova per eccellenza!
Padre mio,
se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo
beva, sia fatta la tua volontà.
(Matteo 26:42)
Padre, se vuoi, allontana da me questo calice!
Però non la mia volontà, ma la tua
sia fatta.
(Luca 22:42)
…sono
disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi
ha mandato.
(Giovanni 6:38)
Pietro certifica in preghiera questa sottomissione di Gesù Cristo alla
volontà del Padre:
Proprio in questa città, contro il
tuo santo servitore Gesù, che tu hai unto, si sono radunati Erode e
Ponzio Pilato, insieme con le nazioni e con tutto il popolo d'Israele,
per fare tutte le cose che la tua
volontà e il tuo consiglio avevano prestabilito che avvenissero.
(Atti 4:27-28)
Paolo, scrivendo ai galati, dichiara anch’egli queste cose:
…ha dato se stesso per i nostri
peccati, per sottrarci al presente secolo malvagio,
secondo la volontà del nostro Dio e
Padre.
(Galati 1:4)
Ancora l’autore della lettera agli Ebrei ci apre una finestra:
Ecco perché Cristo, entrando nel
mondo, disse: «Tu non hai
voluto né sacrificio né offerta ma
mi hai preparato un corpo; non hai gradito né olocausti né sacrifici per
il peccato.
Allora ho detto:
"Ecco, vengo" (nel rotolo del
libro è scritto di me) "per fare, o
Dio, la tua volontà"».
Dopo aver detto: «Tu non hai
voluto e non hai gradito né sacrifici, né offerte, né olocausti, né
sacrifici per il peccato» (che sono offerti secondo la legge),
aggiunge poi: «Ecco,
vengo per fare la tua volontà».
(Ebrei 10:5-7)
***
Giobbe subì un duro attacco di satana
che colpì la sua carne ed i suoi affetti, sperimentò sulla sua pelle l’odio
di satana, subì anche il malefico pensiero che era Dio a punirlo in quel
modo (Il
fuoco di Dio è caduto dal cielo,
ha colpito…),
ma Dio aveva comunque sempre il controllo della situazione…
…satana non aveva la possibilità di dare libero sfogo a tutto il suo
odio, ricordiamoci che:
- nella prima fase Dio pose un primo limite a satana:
Ebbene, tutto quello che possiede è in tuo potere; soltanto, non stender la
mano sulla sua persona.
- nella seconda fase pose un secondo limite a satana:
Ebbene, egli è in tuo potere; soltanto rispetta la sua vita
Quando pensiamo ai martiri… …a Stefano in particolare, egli, nel momento del
supplizio esclama:
Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell'uomo in piedi alla destra di
Dio!
(Atti 7:56)
…Gesù, in qualità di Unigenito Figlio di Dio, non possiamo nemmeno
immaginare come satana lo abbia odiato e cosa gli abbia fatto
soffrire quando Egli si offerse quale vittima al nostro posto!
Quando Dio lo abbandonò sulla croce… …era nelle mani di satana…
…nulla di Lui fu risparmiato… …non possiamo immaginare cosa subì Gesù
per pagare il prezzo del nostro peccato!
E’ straziante pensare che abbia gridato:
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
(Marco 15:34)
Riusciremo mai a comprendere cosa provò il Signore in quel momento?
***
Giobbe, nella sua integrità soffrì in silenzio per un periodo, poi nel perdurare della prova ebbe dei cedimenti che lo portarono in qualche modo a mettersi contro Dio (alla fine chiederà perdono per questo)…
…Gesù non si ribellò mai davanti alla sofferenza, subì la più atroce
sofferenza umana e spirituale senza mai ribellarsi alla volontà divina!
Isaia ce lo descrive come
l'agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa,
egli non aprì la bocca.
(Isaia 53:7)
***
Gesù superò la prova… la Prova Eterna, e fu un trionfo senza
precedenti…
…Egli ha cancellato il documento a
noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l'ha tolto di mezzo,
inchiodandolo sulla croce;
ha spogliato i principati e le
potenze, ne ha fatto un pubblico
spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce.
(Colossesi 2:14-15)
Egli è veramente il Giobbe Perfetto, Colui che seppe sopportare
ogni sofferenza,
***
E’ per questo che noi temiamo, amiamo il nostro Signore, desideriamo con
tutto il cuore adorarLo perché, per noi (che eravamo completamente senza
alcuna capacità di amare, forza e possibilità), Egli ha superato
l’angosciosa prova, una prova senza riserve… … a differenza di Giobbe
nemmeno la Sua vita è stata rispettata…
Egli
è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato
(Ebrei 4:15).
Per questo possiamo veramente adorarlo:
Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato
immolato e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù,
lingua, popolo e nazione, e ne
hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla
terra.
(Apocalisse 5:9-10)
Per questo aspettiamo la manifestazione del Suo Regno:
…noi
aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia.
(2 Pietro 3:13)
Per questo non corriamo dietro alle “benedizioni”, ai “doni”… …ma seguiamo
il nostro Agnello, la nostra Guida, il nostro Pastore, ascoltiamo soltanto
la Sua Voce, e vogliamo ubbidire solo ai Suoi ordini!
Solo avendo questa attitudine potremo correre con perseveranza la nostra
corsa:
Anche noi, dunque,
poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo
ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e
corriamo con perseveranza la gara
che ci è proposta, fissando lo
sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta.
Per la gioia che gli era posta dinanzi
egli sopportò la croce, disprezzando
l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.
Considerate perciò colui che ha sopportato una simile ostilità contro la sua
persona da parte dei peccatori,
affinché non vi stanchiate perdendovi d'animo.
(Ebrei 12:1-3)
Così possiamo vivere anche le prove, non come un peso ma come una
possibilità, una correzione per il nostro completamento:
Voi non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato, e
avete dimenticato l'esortazione rivolta a voi come a figli: «Figlio
mio, non disprezzare la disciplina del Signore, e non ti perdere d'animo
quando sei da lui ripreso; perché il
Signore corregge quelli che egli ama, e punisce tutti coloro che riconosce
come figli».
Sopportate queste cose per la vostra correzione.
Dio vi tratta come figli; infatti, qual è il figlio che il padre non
corregga?
Ma se siete esclusi da quella correzione di cui tutti hanno avuto la loro
parte, allora siete bastardi e non figli.
Inoltre abbiamo avuto per correttori i nostri padri secondo la carne e li
abbiamo rispettati; non ci sottometteremo forse molto di più al Padre degli
spiriti per avere la vita? Essi infatti ci correggevano per pochi giorni
come sembrava loro opportuno; ma egli lo fa per il nostro bene, affinché
siamo partecipi della sua santità.
È vero che qualunque correzione sul momento non sembra recare gioia, ma
tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in
coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa.
Perciò, rinfrancate le mani
cadenti e le ginocchia vacillanti; fate sentieri diritti per i vostri passi,
affinché quel che è zoppo non esca fuori di strada, ma piuttosto guarisca.
(Ebrei 12:4-13)