Il cristiano e i suoi rapporti con Dio

(prima parte)

 

   

Dio ha sempre voluto e vuole rapportarsi con la Sua creatura.

Prima della caduta nel peccato (nel fallimento della fiducia), Dio aveva con il capolavoro della Sua creazione, un rapporto diretto, libero:

Dio il SIGNORE prese dunque l'uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo lavorasse e lo custodisse. (Genesi 2:15)

Dio il SIGNORE, con la costola che aveva tolta all'uomo, formò una donna e la condusse all'uomo. (Genesi 2:22)

udirono la voce di Dio il SIGNORE, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di Dio il SIGNORE fra gli alberi del giardino. (Genesi 3:8)

Con la caduta nel peccato (o meglio lo stato di peccato perché il peccato non è un atto è uno stato che ci porta a compiere atti peccaminosi), si è eretta una vera e propria barriera separatrice ed invalicabile tra Dio e l’uomo, rompendo così ogni rapporto tra il Creatore e la Sua creatura:

Ecco, la mano del SIGNORE non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire; ma le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi più ascolto.    (Isaia 59:1)

 

Egli però non è un dio che ama stare lontano dalla Sua creatura, non è nemmeno un dio astratto, la Sua volontà è di essere assolutamente reale, vicino… molto più vicino di quanto noi possiamo pensare ed immaginare!

Egli ha accompagnato il Suo popolo Israele, con il quale ha stretto un Patto Antico, ed è stato loro vicino con la Sua Parola, con la Legge, con la manifestazione attraverso atti miracolosi impressionanti e attraverso i profeti, difatti l’autore della lettera agli ebrei dice:

Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti            (Ebrei 1:1)

 

Ora parla a noi mediante la Sua Parola fatta carne:

…in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi.

Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi. (Ebrei 1:2-3)

 

Egli ha preparato nel dettaglio ogni cosa affinchè il cristiano (seguace, discepolo di Cristo), potesse avere con Lui un rapporto reale, spirituale, in attesa di manifestare corporalmente e pienamente ogni cosa al momento della completa redenzione.

 

Questa opera è compiuta nella persona completa di Dio che si manifesta a noi nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo:

 

L’Opera del Padre:

 

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.

In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio.  (Efesini 1:3-6)

 

Ci ha benedetti (non ci benedirà) pertanto siamo oggi chiamati a vivere da benedetti, non da poveracci o maledetti.

 

La benedizione è nei luoghi celesti in Cristo (siamo chiamati a vivere per fede nei luoghi celesti)

Se abbiamo Cristo abbiamo tutto, se non abbiamo Cristo non abbiamo niente!

Ci ha eletti (Dio si è appartato un popolo, la  Sua proprietà particolare)

Su che base?

La scelta non è arbitraria, non è discriminatoria (Dio è di tutti)

Dio è sovrano, l’uomo è responsabile di se stesso.

L’elezione è stabilita prima della fondazione del mondo (prescienza e preconoscenza di Dio) e la salvezza di tutti gli uomini è la volontà di Dio:

Questo è buono e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità. (1 Timoteo 2:4 )

 

Ci ha predestinati ad essere adottati come suoi figli.

Dio non ha predestinati gli uni a salvezza e gli altri a perdizione, ma ha predestinati i santi e gli eletti ad essere adottati come Suoi figli ad immagine di Suo Figlio.

 

Giovanni ci dichiara:

…a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio. (Giovanni 1:12-13)

E Paolo conferma:

Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.

Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati. (Romani 8:28)

 

Ci ha elargito la Grazia, ci ha salvato, ci ha trasformato la vita, siamo l’oggetto della Sua Grazia.

 

Tutta quest’opera del Padre, scaturisce dall’amore che Egli ha per noi:

Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo.

Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. (1 Giovanni 3:1)

 

Un amore che proviene da Se stesso in modo unilaterale, non da noi:

In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.  (1 Giovanni 4:10)

***

 

L’Opera del Figlio:            

Poiché in lui noi abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione de' peccati, secondo le ricchezze della sua grazia; della quale Egli è stato abbondante in verso noi, dandoci ogni sorta di sapienza e di intelligenza, col farci conoscere il mistero della sua volontà, giusta il disegno benevolo ch'Egli avea già prima in se stesso formato, per tradurlo in atto nella pienezza dei tempi, e che consiste nel raccogliere sotto un sol capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che son nei cieli, quanto quelle che son sopra la terra.

In lui, dico, nel quale siamo pur stati fatti eredi, a ciò predestinati conforme al proposito di Colui che opera tutte le cose secondo il consiglio della propria volontà, affinché fossimo a lode della sua gloria, noi, che per i primi abbiamo sperato in Cristo.  (Efesini 1:7-12)

 

Ci ha redenti

Lo schiavo, senza alcun diritto, sotto il giogo di satana, è stato comprato da Cristo mediante il Suo sacrificio.

Paolo ci dichiara:   

Poiché siete stati comprati a caro prezzo. (1 Corinzi 6:20)

Anche Pietro ci dichiara:

Ma voi siete una generazione eletta, un real sacerdozio, una gente santa, un popolo che Dio s'è acquistato, affinché proclamiate le virtù di Colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua maravigliosa luce; (1 Pietro 2:9)

E l’adorazione delle quattro creature viventi e dei ventiquattro anziani rivolta all’Agnello è chiara:

Quand'ebbe preso il libro, le quattro creature viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all'Agnello, ciascuno con una cetra e delle coppe d'oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi.

Essi cantavano un cantico nuovo, dicendo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra». (Apocalisse 5:8-11)

 

Ci ha rimesso i nostri peccati (ci ha perdonati)

satana è l’accusatore dei fratelli ma il Signore ha cancellati i nostri misfatti

Il termine “remissione” significa “pagamento del debito”, quindi Dio ha pagato il nostro debito causato dal nostro stato di peccato.

Per meglio comprendere quest’opera possiamo vedere cosa prevedeva l’anno di remissione nella Legge:

Alla fine di ogni settennio celebrerete l'anno di remissione.

Ecco la regola di questa remissione: ogni creditore sospenderà il suo diritto relativo al prestito fatto al suo prossimo; non esigerà il pagamento dal suo prossimo o dal fratello, quando si sarà proclamato l'anno di remissione in onore del SIGNORE.

Potrai esigerlo dallo straniero, ma sospenderai il tuo diritto su ciò che tuo fratello avrà di tuo.

Così, non vi sarà nessun povero in mezzo a voi, poiché il SIGNORE senza dubbio ti benedirà nel paese che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà in eredità, perché tu lo possegga.

Soltanto, ubbidisci diligentemente alla voce del SIGNORE tuo Dio, avendo cura di mettere in pratica tutti questi comandamenti, che oggi ti do.

Il SIGNORE tuo Dio ti benedirà, come ti ha promesso; tu farai dei prestiti a molte nazioni e non prenderai nulla in prestito; dominerai su molte nazioni ed esse non domineranno su di te.

Se ci sarà in mezzo a voi in una delle città del paese che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà, un fratello bisognoso, non indurirai il tuo cuore e non chiuderai la mano davanti al tuo fratello bisognoso; anzi gli aprirai largamente la mano e gli presterai tutto ciò che gli serve per la necessità in cui si trova.

Guàrdati dall'accogliere nel tuo cuore un cattivo pensiero che ti faccia dire: «Il settimo anno, l'anno di remissione, è vicino!», e ti spinga ad essere spietato verso il tuo fratello bisognoso, così che non gli darai nulla; poiché egli griderebbe al SIGNORE contro di te, e un peccato sarebbe su di te.

Dagli generosamente; e quando gli darai, non te ne dolga il cuore; perché, a motivo di questo, il SIGNORE, il tuo Dio, ti benedirà in ogni opera tua e in ogni cosa a cui porrai mano.

Poiché i bisognosi non mancheranno mai nel paese; perciò io ti do questo comandamento e ti dico: apri generosamente la tua mano al fratello povero e bisognoso che è nel tuo paese. (Deuteronomio 15:1-11)

Questa è l’opera che Gesù Cristo ha compiuto per noi pagando il nostro debito causato dal peccato, Paolo parla di questo nella sua lettera ai fratelli di Roma:

Ma ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, avete per frutto la vostra santificazione e per fine la vita eterna; perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore. (Romani 6:22-23)

 

Gesù Cristo ha affrancato il debito del nostro peccato, per questo ci rinnova, sotto una veste nuova e completa questo comandamento.

Alla luce di questa rivelazione possiamo meglio comprendere la parabola di Gesù:

Perciò il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi.

Avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno che era debitore di diecimila talenti. 

E poiché quello non aveva i mezzi per pagare, il suo signore comandò che fosse venduto lui con la moglie e i figli e tutto quanto aveva, e che il debito fosse pagato.

Perciò il servo, gettatosi a terra, gli si prostrò davanti, dicendo: "Abbi pazienza con me e ti pagherò tutto".

Il signore di quel servo, mosso a compassione, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

Ma quel servo, uscito, trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari; e, afferratolo, lo strangolava, dicendo: "Paga quello che devi!"

Perciò il conservo, gettatosi a terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza con me, e ti pagherò".

Ma l'altro non volle; anzi andò e lo fece imprigionare, finché avesse pagato il debito.

I suoi conservi, veduto il fatto, ne furono molto rattristati e andarono a riferire al loro signore tutto l'accaduto.

Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: "Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti; non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?"

E il suo signore, adirato, lo diede in mano degli aguzzini fino a quando non avesse pagato tutto quello che gli doveva.

Così vi farà anche il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello». (Matteo 18:23-35)

 

Paolo scriverà così agli efesini:

Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria!

Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo. (Efesini 4:31-32)

 

Ci ha fatto conoscere    (ci ha illuminati)

 

Il cieco non può vedere la realtà, Gesù guarisce la nostra cecità, ovvero ci da la vera conoscenza di Dio.

Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio.

Essa era nel principio con Dio. (cfr Genesi 1:3)

Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.

In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini.

La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno sopraffatta.

Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni.

Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui.

Egli stesso non era la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce.

La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo.

Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto.

È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio.

E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.
Giovanni gli ha reso testimonianza, esclamando: «Era di lui che io dicevo: "Colui che viene dopo di me mi ha preceduto, perché era prima di me. Infatti, dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia"».

Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.

Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere. (Giovanni 1:1-18)

 

Ci ha fatti eredi

In Cristo siamo eredi di Dio e coeredi di Cristo.

Paolo dice che tutto è nostro (ora siamo eredi della sua Grazia, quando sarà  manifestato Cristo diverremo eredi della sua Gloria).

Il termine “eredi” ci risulta difficile comprenderlo se attribuito a eredi di Dio.

Umanamente si diventa eredi in conseguenza di una morte, ma Dio è la Vita, non “muore”!

Ma in realtà Gesù Cristo uomo è morto, ma è anche risorto, e noi, nella Sua morte siamo diventati suoi eredi, ovvero siamo i diretti beneficiari della Sua ricchezza!

 

Paolo scriveva così ai romani:

Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui. (Romani 8:17)

 

E confermava a Tito:

Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo, che egli ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore, affinché, giustificati dalla sua grazia, diventassimo, in speranza, eredi della vita eterna. (Tito 3:4-7)

 

***

 

L’Opera dello Spirito Santo:      

 

In lui voi pure, dopo aver udito la parola della verità, l'evangelo della vostra salvazione, in lui avendo creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio s'è acquistati, a lode della sua gloria.  (Efesini 1:13-14)

  

Ci ha sigillati

Siamo “marchiati” per Dio, siamo la Sua proprietà, assicurata dal pegno (la promessa di vendita da formalizzare al ritorno di Cristo con  l’atto ufficiale).

Questo marchio è una enorme garanzia e privilegio.

Il nemico di Dio, il principe di questo mondo, potrà scagliare contro di noi tutti i suoi dardi infuocati, ma la nostra vita è nascosta in Cristo Gesù, protetta da Lui:

Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non persiste nel peccare; ma colui che nacque da Dio lo protegge, e il maligno non lo tocca.

Noi sappiamo che siamo da Dio, e che tutto il mondo giace sotto il potere del maligno.

Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna. (1 Giovanni 5:18-20)

 

Questo sigillo è un sigillo di garanzia che nessuno può rimuovere.

Per comprendere meglio la sicurezza di questo sigillo possiamo vedere come solo l’Agnello immolato potrà togliere i sette sigilli del rotolo della rivelazione del giorno del Signore al capitolo 6. 

Questa garanzia è quella che ci conforta sulla sicurezza del nostro cammino verso la casa del Padre:

E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un'opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. (Filippesi 1:16)

Per questo Gesù disse:

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano.   (Giovanni 10:27-28)

 

E Paolo conferma, paragonando “il fratello” al domestico altrui:

Chi sei tu che giudichi il domestico altrui? Se sta in piedi o se cade è cosa che riguarda il suo padrone; ma egli sarà tenuto in piedi, perché il Signore è potente da farlo stare in piedi. (Romani 14:4)

 

Lo Spirito Santo compie anche un’opera di giudizio, Gesù, parlando ai discepoli della venuta del Consolatore disse:

«Ma ora vado a colui che mi ha mandato; e nessuno di voi mi domanda: "Dove vai?"

Invece, perché vi ho detto queste cose, la tristezza vi ha riempito il cuore.

Eppure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada; perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò. Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio.

Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato. (Giovanni 16:5-11)

 

Ma per coloro che sono in Cristo, la promessa è diversa:

«Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi.

Non vi lascerò orfani; tornerò da voi.

Ancora un po', e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete.

In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi.

Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Giuda (non l'Iscariota) gli domandò: «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?»

Gesù gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l'amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. (Giovanni 14:15-23)

 

Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire.

Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.

Tutte le cose che ha il Padre, sono mie; per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annuncerà. (Giovanni 16:12-15)

E gli scritti degli apostoli sono tutto quanto lo Spirito Santo ha detto e manifestato loro!

Lo Spirito Santo ha compiuto in noi un’opera meravigliosa, che possiamo ammirare nell’annuncio dell’angelo a Maria, e notare nelle promesse, tutta l’opera del “figlio di Dio” che è stato creato in noi:

Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà dell'ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio. (Luca 1:35)

 

Giovanni ci scrive:

Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo.

Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è. (1 Giovanni 3:2)

 

***

Avendo Dio, mediante questa opera compiuta nella Sua persona completa, ristabilito un rapporto così meraviglioso con i Suoi figli, ora abbiamo libero accesso a Lui, e questo dialogo tra Padre e figlio, si “materializza” con la preghiera:

 

La potenza della preghiera:

Questo mezzo di comunicazione è molto di più di un semplice “parlare con Dio”,  è un rapportarsi con il Dio dell’universo, adorarLo, chiedere, ricevere risposte, confidare, intercedere, portare davanti al Suo trono… …certi della Sua onnipotenza e della Sua onniscienza.

La potenza della preghiera è tutta da scoprire, può arrivare al trono della grazia, nei luoghi celesti e nei luoghi terreni, senza confine, Giacomo ci ricorda:      …la preghiera del giusto ha una grande efficacia. (Giacomo 5:16)

Paolo ci dà anche una buona indicazione circa i modi e l’oggetto delle nostre preghiere:

Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell'amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen. (Efesini 3:14-21)

 

Paolo prega con umiltà e sottomissione (piega le ginocchia), lo stare in preghiera è soprattutto un atto di sottomissione.

Gesù ci ha dato un bellissimo esempio nel giardino del Getsemani:

Padre, se vuoi, allontana da me questo calice!

Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta. (Luca 22:42)

Nella preghiera scopriamo la vera posizione che c’è tra Dio e l’uomo.

 

Come è diversa la preghiera di Gesù o quella di Paolo dalle “preghiere”

di certi pseudo “uomini di dio”,

dove sembra piuttosto che Dio sia a servizio della volontà umana!

Paolo prega davanti al Padre, riconosce materialmente la presenza del Padre.

Gesù stesso insegnò ai Suoi discepoli a pregare così:

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo, anche in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano; rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori; e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno."

(Matteo 6:9-13)

Paolo prega per la salute spirituale (potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore), essendo convinto della onnipotenza di Dio.

I bisogni spirituali sono superiori a quelli materiali.

Le nostre “liste di preghiera”, sono spesso colme di “bisogni” materiali che noi sottoponiamo al Signore affinchè vengano soddisfatti, magari pensando che una volta risolti questi, potremo meglio dedicarci a quelli spirituali… …che illusione!

Gesù disse proprio il contrario:

Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. (Matteo 6:33)

 

Paolo scriveva così:

non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della grazia di Dio. (Atti 20:24)

 

Paolo prega affinché Cristo abiti, per mezzo della fede nei cuori dei credenti.

Non si riferisce alla presenza di Cristo promessa da Lui (in qualità di ospite), ma che Egli sia il padrone della casa.

La felicità del credente dipende da quanto Cristo influenza la propria vita.

Cristo che abita in noi, deve avere accesso a tutte le stanze del nostro cuore.

Ad un ospite si mostra solitamente “il salotto”, la parte più appariscente, più comoda della casa.

Ma quando Cristo abita in noi, Lui deve poter entrare in cucina, nella camera da letto, nel bagno, nel ripostiglio… …in tutte quelle camere in disordine… che forse non vorremmo mai mostrare a nessuno. 

Solo dando libero accesso a tutte le parti del nostro essere, Cristo abiterà in noi, altrimenti il nostro rapporto con Lui sarà un rapporto formale, religioso, magari educato ma poco onesto e sincero!

 

Paolo prega affinché i  credenti conoscano l’Amore di Cristo in tutta la sua dimensione.

L’Amore non è solo un sentimento, è un impegno, è rinuncia , è sacrificio.

Giovanni, nella lettera alla chiesa di Efeso ( Apocalisse 2:4 ), per mezzo dell’Angelo del Signore rimprovererà proprio l’abbandono del primo amore.

L’Amore di Dio, sopravanza ogni conoscenza ed ogni intelligenza.

Non basterà tutta la vita terrena e solo nel compimento di tutte le cose, potremo capire l’Amore di Dio.

Quell’amore che umanamente è incomprensibile, è l’oggetto dei pensieri di ogni Figlio di Dio che si chiede tante volte il perché!

Davanti all’Amore di Dio, ogni nostro sentimento di amore, anche il più elevato e generoso, impallidisce miseramente.

 

Paolo prega affinché i credenti siano ripieni di tutta la pienezza di Dio.

Il desiderio di Dio è quello di riempirci della Sua pienezza (è un Dio geloso), il risultato sarà una vita di vittoria e di potenza.  

La pienezza dello Spirito Santo, dipende da Dio (Lo Spirito Santo riempie) e dipende dall’uomo (siate ripieni).

Paolo scriveva così:

E non v'inebriate di vino; esso porta alla dissolutezza; ma siate ripieni dello Spirito, parlandovi con salmi ed inni e canzoni spirituali, cantando e salmeggiando col cuor vostro al Signore; rendendo del continuo grazie d'ogni cosa a Dio e Padre, nel nome del Signor nostro Gesù Cristo; sottoponendovi gli uni agli altri nel timore di Cristo.  ( Efesini 5:18-21 )

La pienezza dello Spirito Santo, Paolo la paragona e la contrappone all’ubriachezza.

L’ubriaco perde il controllo di se ed è controllato dal vino, il credente perde il controllo di se ed è controllato da Dio.    

Non è una esperienza legata a manifestazioni soprannaturali.

E’ una esperienza continua e giornaliera.

La pienezza non trasforma i credenti in  superuomini ma da all’uomo la vera dignità spirituale.

La pienezza dello Spirito Santo non è da confondersi con il battesimo dello Spirito Santo.

Il battesimo dello Spirito Santo è l’atto di Dio che ci fa entrare nel corpo di Cristo (la conversione) avviene una volta sola.

La pienezza dello Spirito Santo è una atto che si ripete e dipende dalla crescita e dall’esperienza del credente.

La pienezza dello Spirito Santo non dipende dall’anzianità di servizio, non è il tempo che ci fa crescere nella fede, ma la applicazione e la nutrizione dell’uomo interiore.

                        La pienezza va desiderata.

 

La pienezza si ottiene con l’obbedienza, con la confessione e l’abbandono dei peccati (che interrompono la comunione con Dio), con svuotamento del nostro essere da tutto ciò che è in contrasto con la Parola di Dio (consacrazione).

 

***

CONCLUSIONE

Abbiamo quindi potuto vedere come il cristiano deve rapportarsi con Dio.

Come Dio, nella sua Persona completa compie un’opera meravigliosa nel cuore del cristiano.

Come il figlio di Dio, per mezzo della preghiera si rapporta con Dio in umiltà e sottomissione, mettendo prima di ogni cosa il regno di Dio e la Sua giustizia.

Tutto questo avrà degli inevitabili riflessi sulla nostra vita, sui nostri rapporti con i fratelli, nella famiglia e nei confronti del mondo, Gesù infatti disse:

Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini.

Voi siete la luce del mondo.

Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta, e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa.

Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. (Matteo 5:13-16)

Gianni Marinuzzi