Il frutto dello Spirito

 

 

 "Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni agli altri; poiché tutta la legge è adempiuta in quest'unica parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso».

Ma se vi mordete e divorate gli uni gli altri, guardate di non essere consumati gli uni dagli altri.

Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne.

Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste.

Ma se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge.

Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.

Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge.

Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri.

Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito.

Non siamo vanagloriosi, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri.

(Galati 5:13-26)

 

***

 Paolo scrivendo ai Galati, dei cristiani che erano stati influenzati dalle dottrine giudaizzanti, secondo le quali occorreva rispettare la Legge per perfezionare la fede, annullando di fatto il sacrificio espiatorio di Cristo, arriva ad un punto della sua esortazione dove “propone” una visione corretta del “giungere” a quello stato di “santità” che la Legge non era in grado di portare, la Legge di Libertà condotta dallo Spirito Santo.

Purtroppo oggi più che mai, anche all’interno della confessione “cristiana” si parla di Libertà, ma non di Libertà sotto la conduzione dello Spirito Santo.

La libertà fine a se stessa, porta l’uomo ad una condizione di peccato del tutto simile a quella per la quale Dio diede la stessa Legge, che ci ha permesso di conoscere il peccato stesso e per vederne i disastrosi effetti basta vedere cosa accadde prima della Legge:

Il SIGNORE vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo.

Il SIGNORE si pentì d'aver fatto l'uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuor suo.

E il SIGNORE disse: «Io sterminerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato: dall'uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli; perché mi pento di averli fatti».

(Genesi 6:5-7)

Paolo parla esplicitamente di questo nella sua lettera ai romani:

            infatti la legge dà soltanto la conoscenza del peccato. (Romani 3:20)

Paolo conferma in questo stesso passo che il vivere secondo questo tipo di libertà porta soltanto l’uomo a vivere secondo la carne!

E nella lettura del nostro brano è chiaro quali sono le opere della carne:

Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.

 

Ora è pur vero che non tutti gli uomini increduli fanno in modo palese tutte quelle cose… allora come si spiega che non tutti i peccatori manifestano tali opere?

La spiegazione la troviamo nella lettera di Giacomo e sarà una spiegazione che ci sarà utile per comprendere anche il frutto dello Spirito:

ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce. Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte. (Giacomo 1:14-15)

 

Anche Paolo, scrivendo a Timoteo spiega questo:

I peccati di alcune persone sono manifesti prima ancora del giudizio; di altre, invece, si conosceranno in seguito.

Così pure, anche le opere buone sono manifeste; e quelle che non lo sono, non possono rimanere nascoste. (1 Timoteo 5:24-25)

 Il peccato non manifesta sempre immediatamente  i suoi effetti malefici, è un processo molto spesso nascosto… nasce da un “concepimento” tra il nostro corpo e la concupiscenza, cresce fino alla maturità (compimento) e produce la sua opera (il Peccato che noi conosciamo meglio come “i peccati”, ovvero la manifestazione dello stato interiore).

 Di quale Libertà sta dunque parlando Paolo?

 Paolo parla di quella Libertà che per mezzo dello Spirito Santo, ci porta a vivere in modo, forse molto diverso da quello che “molti” pensano.

Proprio Paolo ci parla di come “viveva la sua libertà”:

Perché se evangelizzo, non debbo vantarmi, poiché necessità me n'è imposta; e guai a me, se non evangelizzo! (1 Corinzi 9:16)

 La notte seguente, il Signore si presentò a Paolo e gli disse: «Fatti coraggio; perché come hai reso testimonianza di me a Gerusalemme, così bisogna che tu la renda anche a Roma». (Atti 23:11)

 Paolo, non temere; bisogna che tu compaia davanti a Cesare, ed ecco, Dio ti ha dato tutti quelli che navigano con te". (Atti 27:24)

 Pregate nello stesso tempo anche per noi, affinché Dio ci apra una porta per la parola, perché possiamo annunciare il mistero di Cristo, a motivo del quale mi trovo prigioniero, e che io lo faccia conoscere, parlandone come devo.

(Colossesi 4:3-4)

 E ci esorta a come dobbiamo “vivere noi la Libertà”:

In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: "Vi è più gioia nel dare che nel ricevere"». (Atti 20:35)

 …ma quel che vi ho scritto è di non mischiarvi con chi, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, un avaro, un idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone, un ladro; con quelli non dovete neppure mangiare. (1 Corinzi 5:11)

 Del resto, fratelli, avete imparato da noi il modo in cui dovete comportarvi e piacere a Dio ed è già così che vi comportate.

Vi preghiamo e vi esortiamo nel Signore Gesù a progredire sempre di più.

(1 Tessalonicesi 4:1)

 Infatti voi stessi sapete come ci dovete imitare: perché non ci siamo comportati disordinatamente tra di voi; (2 Tessalonicesi 3:7)

 Ti scrivo queste cose sperando di venir presto da te, affinché tu sappia, nel caso che dovessi tardare, come bisogna comportarsi nella casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità. (1 Timoteo 3:15)

 Infatti vi sono molti ribelli, ciarloni e seduttori delle menti, specialmente tra quelli della circoncisione, ai quali bisogna chiudere la bocca; (Tito 1:10)

 

Anche Pietro comanda in tal senso:

 Ma Pietro e gli altri apostoli risposero: «Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini.  (Atti 5:29)

 Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà, mentre attendete e affrettate la venuta del giorno di Dio, in cui i cieli infocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si scioglieranno!

Ma, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia.

Perciò, carissimi, aspettando queste cose, fate in modo di essere trovati da lui immacolati e irreprensibili nella pace; e considerate che la pazienza del nostro Signore è per la vostra salvezza, come anche il nostro caro fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; e questo egli fa in tutte le sue lettere, in cui tratta di questi argomenti.

In esse ci sono alcune cose difficili a capirsi, che gli uomini ignoranti e instabili travisano a loro perdizione come anche le altre Scritture. (2 Pietro 3:11-16)

 

Anche Giovanni non lesina insegnamenti in tal senso:

chi dice di rimanere in lui, deve camminare com'egli camminò. (1 Giovanni 2:6)

 In questo è l'amore: che camminiamo secondo i suoi comandamenti.

Questo è il comandamento in cui dovete camminare come avete imparato fin da principio. (2 Giovanni 6)

 Questa è la Libertà condotta dallo Spirito Santo.

 

Questa azione spirituale, come antitesi delle opere della carne, nasce dal concepimento tra il nostro corpo e lo Spirito Santo, cresce fino alla maturità e produce il frutto.

Come per le opere della carne, non tutto è immediatamente visibile… …il grosso del lavoro viene svolto nel segreto e sarà manifestato al momento della raccolta:

È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo, fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo; affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l'astuzia loro nelle arti seduttrici dell'errore; ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. (Efesini 4:11-15)

 

Ma è altresì vero che i frutti si vedono anche durante il nostro percorso terreno, difatti sono molti gli avvertimenti e le esortazioni in tal senso:

Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l'albero cattivo fa frutti cattivi. Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo fare frutti buoni. Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco. Li riconoscerete dunque dai loro frutti. (Matteo 7:15-20)

 Òccupati di queste cose e dèdicati interamente ad esse perché il tuo progresso sia manifesto a tutti. (1 Timoteo 4:25)

 

 Quindi così come i peccati, ci sono frutti che si vedono immediatamente e frutti che si vedranno solo a maturazione compiuta:

 Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo.

Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è. (1 Giovanni 3:2)

 

***

 "Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge."

 

Come il peccato (le opere della carne) è sostanzialmente uno e si manifesta sotto varie forme, così è del frutto dello Spirito.

Paolo dice chiaramente che il frutto dello Spirito è uno!

Non è possibile che nell’uomo completo a somiglianza di Dio, non ci sia il frutto completo, non sarebbe un frutto buono, sarebbe “alterato”… …magari dal geme del peccato.

Dio ha in se tutte queste caratteristiche e così l’uomo rigenerato ha in sé anch’egli il frutto dello Spirito Santo con tutte le sue qualità!

Così come scopriremo solo un giorno, la profondità malefica dello stato del peccato dell’uomo ed il nostro stato di peccato dal quale il Signore ci ha liberati, e pertanto il valore inestimabile del sacrificio del nostro Signore, così capiremo e vedremo il frutto dello Spirito completamente manifestato in noi ed in coloro che sono attaccati alla Vera Vite!

Vera Vite, perché fu Gesù stesso che spiegò ai discepoli questa relazione profonda tra Lui e chiunque è in Lui innestato:

«Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo.

Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più.

Voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunciata.

Dimorate in me, e io dimorerò in voi.

Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me.

Io sono la vite, voi siete i tralci.

Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla.

Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano.

Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.

In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli.
Come il Padre mi ha amato, così anch'io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore.

Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa. (Giovanni 15:1-11)

 

***

 "Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge."

 Per quanto si possa sondare, spiegare, commentare, l’Amore di Dio risulterà sempre incomprensibile per l’uomo, nella sua completezza.

Mi trovo in serio imbarazzo a parlarne.

Non ne sono degno se non per quello che Dio ha fatto in me.

Paolo lo elenca come prima caratteristica del frutto dello Spirito, proprio perché il motore di tutto.

Tutto nasce da lì e senza dell’Amore di Dio… …nulla potrebbe essere “concepito”.

L’amore è uno dei concetti più inflazionati che possiamo concepire, lo conosciamo nei modi più distorti e opposti, si può uccidere per amore, possedere in modo errato un’altra persona, amare le cose, gli animali… …ma qual è l’Amore frutto dello Spirito Santo?

Innanzi tutto è un Amore basato sulla Verità, se parliamo di amore come frutto dello Spirito Santo non è possibile pensare ad un amore che possa scendere a compromessi con la menzogna.

Gesù dichiarò di se stesso:

"Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me." (Giovanni 14:6)

Giovanni ci ha lasciato scritto che:

"Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo." (1 Giovanni 5:20)

 Inoltre è un Amore basato sul Bene assoluto, se parliamo di amore come frutto dello Spirito Santo non è possibile pensare ad un amore che possa avere in sé una qualsiasi contaminazione con il male o con l’iniquità (ingiustizia).

Abacuc parlando di Dio dice:

"Tu, che hai gli occhi troppo puri per sopportare la vista del male, e che non puoi tollerare lo spettacolo dell'iniquità…" (Abacuc 1:13)

 Giobbe esclamò:

"Lungi da Dio il male, lungi dall'Onnipotente l'iniquità!" (Giobbe 34:10)

 E’ ancora un Amore basato sul dare in modo incondizionato, se parliamo di amore come frutto dello Spirito Santo possiamo considerare la generosità assoluta del nostro Dio, quale Sua caratteristica assoluta.

Paolo infatti scriveva:

"Infatti, mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi. Difficilmente uno morirebbe per un giusto; ma forse per una persona buona qualcuno avrebbe il coraggio di morire; Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi." (Romani 5:6-9)

 Infatti Gesù disse:

"Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna." (Giovanni 3:16)

 Dio ha tanto amato il mondo (non la Chiesa o i santi)!!!!

 Giacomo scrive ancora ai fratelli che mancano di saggezza:

"Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data." (Giacomo 1:5)

 L’apostolo Paolo, riesce a sintetizzare tutti questi concetti nei versi scritti ai corinzi:

"L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa." (1 Corinzi 13:4-7)

 Vogliamo ricordarci che l’Amore è la virtù cristiana più elevata, quella che ci rende “completi” (cfr 2 Pietro 1:5-8), non confondiamolo che altri sentimenti di “bigiotteria” o contraffatti!

Come per le altre manifestazioni del frutto dello Spirito, non dobbiamo confondere l’Amore con quell’attitudine naturale che possiamo trovare in un uomo non rigenerato ma di carattere sensibile.

La sensibilità d’animo naturale non fonda le sue radici nello Spirito Santo ma nella carne e come dice Paolo:

Difatti, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no. (Romani 7:18)

 

L’Amore, proviene dalla nuova natura spirituale ed è il frutto dello Spirito Santo.

 Proprio l’apostolo Giovanni, nella sua natura carnale non dimostrava “molto amore”, Gesù lo soprannomino, con suo fratello Giacomo “I figli del tuono” per la loro irruenza:

…Giacomo, figlio di Zebedeo e Giovanni, fratello di Giacomo, ai quali pose nome Boanerges, che vuol dire figli del tuono; (Marco 3:17)

 E proprio loro avrebbero voluto distruggere una intera città della Samaria, perché i suoi abitanti non avevano accolto bene gli inviati del Maestro:

Poi, mentre si avvicinava il tempo in cui sarebbe stato tolto dal mondo, Gesù si mise risolutamente in cammino per andare a Gerusalemme.

Mandò davanti a sé dei messaggeri, i quali, partiti, entrarono in un villaggio dei Samaritani per preparargli un alloggio.

Ma quelli non lo ricevettero perché era diretto verso Gerusalemme.

Veduto ciò, i suoi discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che un fuoco scenda dal cielo e li consumi Ma egli si voltò verso di loro e li sgridò. (Luca 9:51-55)

 La presenza dello Spirito Santo, le afflizioni, le prove, l’esperienza con il Signore ha prodotto in lui, quello che mai nessuno avrebbe immaginato, egli è stato soprannominato l’apostolo dell’Amore!

 Abbiamo quindi motivo di riflettere su molte nostre superficiali valutazioni!

 

***

 "Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge."

 Come per l’Amore, la Gioia non è da confondersi con quello stato di allegria che possiamo provare per motivazioni prettamente carnali e nemmeno con l’entusiasmo che possiamo provare quando ascoltiamo superficialmente la Parola di Dio, difatti nella parabola del seminatore Gesù dice:

Quello che ha ricevuto il seme in luoghi rocciosi, è colui che ode la parola e subito la riceve con gioia, però non ha radice in sé ed è di corta durata; e quando giunge la tribolazione o persecuzione a motivo della parola, è subito sviato. (Matteo 13:20-21)

 Si parla qui di una Gioia come frutto dello Spirito Santo!

Gesù nel suo insegnamento sui tralci e la Vite, chiude l’esempio di “comunione intima” con questo verso:

Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa. (Giovanni 15:11)

 Proseguendo il suo discorso e giungendo agli effetti della Sua resurrezione, Gesù disse:

In verità, in verità vi dico che voi piangerete e farete cordoglio, e il mondo si rallegrerà. Sarete rattristati, ma la vostra tristezza sarà cambiata in gioia.

La donna, quando partorisce, prova dolore, perché è venuta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'angoscia per la gioia che sia venuta al mondo una creatura umana.

Così anche voi siete ora nel dolore; ma io vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi toglierà la vostra gioia.

In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.

Fino ad ora non avete chiesto nulla nel mio nome; chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia completa. (Giovanni 16:20-24)

 E nella preghiera di intercessione chiese al Padre:

Ma ora io vengo a te; e dico queste cose nel mondo, affinché abbiano compiuta in se stessi la mia gioia. (Giovanni 17:13)

 

Solo l’unione completa con il nostro Dio può produrre questo frutto dello Spirito!

 Questa Gioia è quella che ha sostenuto Gesù nel Suo ministerio:

Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio. (Ebrei 12:2)

 

Questo sentimento fu una delle prime caratteristiche dei primi convertiti neotestamentari:

Quelli che accettarono la sua parola furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone.

Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere.

Ognuno era preso da timore; e molti prodigi e segni erano fatti dagli apostoli.

Tutti quelli che credevano stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le proprietà e i beni, e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno.

E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo.

Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano salvati.

(Atti 2:41-47)

 Dall’eunuco raggiunto da Filippo:

Strada facendo, giunsero a un luogo dove c'era dell'acqua.

E l'eunuco disse: «Ecco dell'acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?»

Filippo disse: «Se tu credi con tutto il cuore, è possibile».

L'eunuco rispose: «Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio».

Fece fermare il carro, e discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco; e Filippo lo battezzò.

Quando uscirono dall'acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo; e l'eunuco, continuando il suo viaggio tutto allegro, non lo vide più. (Atti 8:36-39)

 E fu provato dai discepoli anche durante le loro persecuzioni:

 A Gerusalemme:

e chiamati gli apostoli, li batterono, ingiunsero loro di non parlare nel nome di Gesù e li lasciarono andare.

Essi dunque se ne andarono via dal sinedrio, rallegrandosi di essere stati ritenuti degni di essere oltraggiati per il nome di Gesù.

E ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano di insegnare e di portare il lieto messaggio che Gesù è il Cristo. (Atti 5:40-42)

 Ad Antiochia di Pisidia:

E la Parola del Signore si diffondeva per tutta la regione.

Ma i Giudei istigarono le donne pie e ragguardevoli e i notabili della città, scatenando una persecuzione contro Paolo e Barnaba, che furono cacciati fuori dal loro territorio.

Allora essi, scossa la polvere dei piedi contro di loro, andarono a Iconio, mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo. (Atti 13:49-52)

 Fu parte della testimonianza che portò alla conversione del carceriere di Filippi e dei loro consegregati:

Verso la mezzanotte Paolo e Sila, pregando, cantavano inni a Dio; e i carcerati li ascoltavano. (Atti 16:25)

 La gioia come frutto dello Spirito, è anche quello stato che ci permette di vedere nelle prove un privilegio:

Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti. (Giacomo 1:2-4)

 E’ pertanto una gioia che prescinde evidentemente dal nostro stato naturale, dalla nostra cultura, dalle circostanze intorno a noi… è una Gioia che proviene direttamente da Dio e che non ha spiegazioni razionali… …è una manifestazione del frutto dello Spirito Santo!

 

***

 "Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge."

 Il profeta Isaia esclama così:

«Non c'è pace per gli empi», dice il SIGNORE. (Isaia 48:22)

 Questa dichiarazione non lascia spazio a fraintendimenti!

Paolo, nello spiegare lo stato di peccato ai romani cita questo passo:

«Non c'è nessun giusto, neppure uno.

Non c'è nessuno che capisca, non c'è nessuno che cerchi Dio.

Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti.

Non c'è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno».

«La loro gola è un sepolcro aperto; con le loro lingue hanno tramato frode».

«Sotto le loro labbra c'è un veleno di serpenti».

«La loro bocca è piena di maledizione e di amarezza».

«I loro piedi sono veloci a spargere il sangue.

Rovina e calamità sono sul loro cammino e non conoscono la via della pace».

«Non c'è timor di Dio davanti ai loro occhi». (Romani 3:10-18)

 La ricerca della Pace, quella vera è possibile solo all’interno della sfera divina e per accedere a questa sfera la Via è una sola, Gesù disse: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me." (Giovanni 14:6)

 E parlando loro del promesso dono dello Spirito Santo, disse ancora:

Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto.

Vi lascio pace; vi do la mia pace.  Io non vi do come il mondo dà.

Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti. (Giovanni 14:25-27)

 

Quindi evidentemente il mondo è in grado di dare una pace… ma non la Pace!

 Questo inganno lo vediamo ancora più chiaramente nell’Apocalisse, quando il primo cavaliere, in seguito alla apertura del primo sigillo, riceverà un autorità di proclamare una “apparente pace” sotto la minaccia di un arco, che sarà seguita da una successiva “guerra”:

Poi, quando l'Agnello aprì uno dei sette sigilli, vidi e udii una delle quattro creature viventi, che diceva con voce come di tuono: «Vieni». Guardai e vidi un cavallo bianco.

Colui che lo cavalcava aveva un arco; e gli fu data una corona, ed egli venne fuori da vincitore, e per vincere.

Quando l'Agnello aprì il secondo sigillo, udii la seconda creatura vivente che diceva: «Vieni».

E venne fuori un altro cavallo, rosso; e a colui che lo cavalcava fu dato di togliere la pace dalla terra affinché gli uomini si uccidessero gli uni gli altri, e gli fu data una grande spada. (Apocalisse 6:1-4)

 Anche Paolo parla di questo:

"Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno. (1 Tessalonicesi 5:3)

 Si è proprio questa la pace che può dare il mondo, una pace sotto condizione… di seguire le sue regole con la minaccia di morte.

Il Signore, ci dona la Pace come frutto dello Spirito, una Pace che è contenuta all’interno del dono dello Spirito Santo che Egli ci dona nel momento della nostra conversione… e noi siamo invitati a goderne… ..non sotto una minaccia di morte, ma di una sana correzione come di un Padre amoroso verso i Suoi figli.

Ciò che ci propone il mondo, dominato dal diavolo è sempre una “brutta copia” di quello che ci offre il nostro Padre Celeste in Gesù Cristo.

Gesù Cristo risorto salutò i Suoi discepoli proprio con questa dichiarazione:

Ora, mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi (Luca 24:36 e cfr con altre)

 Come per le altre manifestazioni del frutto dello Spirito, anche la Pace è una manifestazione che parte dall’interno e si apprezza in parte anche all’esterno.

 Un bellissimo esempio è il primo martire della fede, Stefano.

Egli, davanti a coloro che bramavano la sua morte, manifestò la sua pace in modo esemplare:

E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissati gli occhi su di lui, videro il suo viso simile a quello di un angelo. (Atti 6:15)

 Essi, udendo queste cose, fremevano di rabbia in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui.  Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra, e disse: «Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell'uomo in piedi alla destra di Dio».

Ma essi, gettando grida altissime, si turarono gli orecchi e si avventarono tutti insieme sopra di lui; e, cacciatolo fuori dalla città, lo lapidarono.

I testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo.

E lapidarono Stefano che invocava Gesù e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito».

Poi, messosi in ginocchio, gridò ad alta voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». E detto questo si addormentò. (Atti 7:54-60)

 Questa esperienza segnò in modo indelebile Paolo, che imparò moltissimo dall’esempio di Stefano!

 

Gesù parlò di pace agli apostoli, proprio avvertendoli delle persecuzioni future:

Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me.

Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo.

(Giovanni 16:33)

 Come per le altre manifestazioni del frutto dello Spirito, la vediamo presente all’interno della Chiesa nascente:

Così la chiesa, per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria, aveva pace, ed era edificata; e, camminando nel timore del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, cresceva costantemente di numero. (Atti 9:31)

 La Pace che ci dà il Signore non dipende quindi da fattori esterni, è quello stato interiore di pieno appagamento in quanto sappiamo che in Lui abbiamo tutto pienamente.

 Dobbiamo imparare a distinguere pace e Pace, anche noi siamo influenzati da sentimenti di pace che derivano dallo stato di benessere, dalla cultura, da sensazioni umane, ma quella non è la Pace frutto dello Spirito Santo e spesso facciamo molta confusione a riguardo.

La Pace di Dio ci rende inattaccabili dalla nostra concupiscenza e dalle tentazioni del nemico.

Paolo sintetizza questo concetto nella lettera scritta ai Filippesi:

Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi.

La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino.

Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti.

E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.

Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri.

Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e viste in me, fatele; e il Dio della pace sarà con voi. (Filippesi 4:4-9)

 

Noi siamo i figli del Dio della Pace!

Per questo Paolo infatti scrive:

vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta, con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore, sforzandovi di conservare l'unità dello Spirito con il vincolo della pace.

Vi è un corpo solo e un solo Spirito, come pure siete stati chiamati a una sola speranza, quella della vostra vocazione.

V'è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in tutti. (Efesini 4:1-6)

 Ancora Paolo esorta Timoteo a ricercare la Pace con i soggetti giusti:

Fuggi le passioni giovanili e ricerca la giustizia, la fede, l'amore, la pace con quelli che invocano il Signore con un cuore puro. (2 Timoteo 2:22)

 La ricerca della Pace fuori dall’ambito della presenza del Dio della Pace (Dio di Verità), del Principe della Pace (Gesù Cristo – Isaia 9:5 e Verità) e dello Spirito Santo (che è Lo Spirito della Verità), risulterà inutile, illusoria e ingannevole, ricordiamocelo sempre!

 

***

 "Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge."

 Il cristiano, nella sua crescita ha bisogno di pazienza, di costanza e capacità di sopportare le afflizioni che lo seguiranno in tutto il suo percorso e la presenza dello Spirito Santo produce in lui questa virtù.

La pazienza è la quarta delle sette virtù cristiane, quella centrale e, secondo l’insegnamento di Paolo, la pazienza è prodotta dall’afflizione e produce a sua volta l’esperienza:

Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio; non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza. (Romani 5:1-4)

 La pazienza unita alla consolazione delle Scritture ci permette di conservare la Speranza:

Poiché tutto ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per nostra istruzione, affinché mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture, conserviamo la speranza. (Romani 15:4)

 La persecuzione e la afflizione del cristiano sono una delle più crude realtà che il Signore Gesù non ha mai nascosto:

Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me.

Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia.

Ricordatevi della parola che vi ho detta: "Il servo non è più grande del suo signore".

Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.

Ma tutto questo ve lo faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. (Giovanni 15:18-21)

 Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me.

Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo.   (Giovanni 16:33)

 Anche Paolo scriveva a Timoteo di questo ricordandogli l’esperienza concreta dell’intervento di Dio:

Tu invece hai seguito da vicino il mio insegnamento, la mia condotta, i miei propositi, la mia fede, la mia pazienza, il mio amore, la mia costanza, le mie persecuzioni, le mie sofferenze, quello che mi accadde ad Antiochia, a Iconio e a Listra.

Sai quali persecuzioni ho sopportate; e il Signore mi ha liberato da tutte.

Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati. (2 Timoteo 3:10-12)

 Come per le altre manifestazioni del frutto dello Spirito, non dobbiamo confondere la Pazienza con quell’attitudine naturale che possiamo trovare in un uomo non rigenerato ma di carattere mite.

La mitezza d’animo naturale non fonda le sue radici nello Spirito Santo ma nella carne e come dice Paolo:

Difatti, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no. (Romani 7:18)

 La Pazienza, proviene dalla nuova natura spirituale ed è il frutto dello Spirito Santo.

 Proprio l’apostolo Paolo, nella sua natura carnale non dimostrava “molta pazienza”, ma la presenza dello Spirito Santo, le afflizioni, le prove, l’esperienza con il Signore ha prodotto in lui, quello che mai nessuno avrebbe immaginato!

Lo stesso Pietro, uomo naturalmente portato all’azione istintiva, in seguito alle prove spirituali (per prima il rinnegamento) ed alla presenza dello Spirito Santo esorterà egli stesso alla pazienza ed alla sottomissione (cfr 1 Pietro).

Abbiamo quindi motivo di riflettere su molte nostre superficiali valutazioni!

 

***

 "Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge."

 La benevolenza è quell’attitudine alla compassione, all’amore per il prossimo, è la capacità di “concepire pensieri buoni”.

Conosciamo tutti persone di indiscussa attitudine verso il prossimo, ma questo atteggiamento (seppur lodevole) non è necessariamente una manifestazione del frutto dello Spirito.

Dio, quando valuto lo stato dell’uomo decaduto prima e dopo il diluvio disse:

Il SIGNORE vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo. (Genesi 6:5)

 …il SIGNORE disse in cuor suo: «Io non maledirò più la terra a motivo dell'uomo, poiché il cuore dell'uomo concepisce disegni malvagi fin dall'adolescenza; non colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. (Genesi 8:21)

 Nel cuore dell’uomo è impossibile quindi trovare la Benevolenza.

Il voler bene, amare il prossimo che scaturisce dallo Spirito Santo è l’amore soprattutto per le anime, e l’uomo carnale può al limite “voler bene ad altra carne”.

Il concentrare le proprie attenzioni solamente verso il corpo non è la benevolenza frutto dello Spirito Santo.

Certo l’apostolo Giacomo è chiaro circa l’insegnamento pratico dell’assistenza:

Se un fratello o una sorella non hanno vestiti e mancano del cibo quotidiano, e uno di voi dice loro: «Andate in pace, scaldatevi e saziatevi», ma non date loro le cose necessarie al corpo, a che cosa serve?

Così è della fede; se non ha opere, è per se stessa morta.

Anzi uno piuttosto dirà: «Tu hai la fede, e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede».  (Giacomo 2:15-18)

 Ma questo insegnamento non avvalla una benevolenza caratteriale naturale dell’uomo, è invece una dimostrazione pratica della fede presente nell’uomo rigenerato!

L’apostolo Paolo, parlando dell’assistenza priva di amore dirà proprio così:

Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente. (1 Corinzi 13:3)

 La vera Benevolenza è quindi quella che è prodotta direttamente dallo Spirito Santo nel cuore dell’uomo redento, che ha come fine la salvezza delle anime non dei corpi, ma agisce nell’assistenza con lo scopo non di una mera soddisfazione del corpo, ma di portare il seme della nuova nascita.

La Benevolenza è a volte molto diversa da quella che generalmente pensiamo, il nostro Dio è l’esempio supremo della Benevolenza eppure ci corregge, ci riprende, ci castiga… …ci ama.

Anche noi dobbiamo saper vivere questo frutto dello Spirito Santo nel giusto modo.

Spesso la Benevolenza cristiana è più simile ad un bisturi che ad un batuffolo di cotone.

Non è il mezzo che conta è il fine!

 

***

 "Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge."

 La Bontà è la capacità di praticare il bene voluto (la benevolenza).

Nella Parola di Dio, la Bontà è sempre pratica ed è la diretta conseguenza di chi è Buono:

Celebrate il SIGNORE, perché egli è buono, perché la sua bontà dura per sempre. (1 Cronache 16:34)

 Gesù al giovane ricco disse:  Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio.   (Marco 10:17)

 

La bontà è quindi una caratteristica esclusiva di Dio,

Celebrate il SIGNORE, perché egli è buono, perché la sua bontà dura in eterno. (Salmo 118:1)

 Circa lo stato della bontà umana, la Parola è chiara:

Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti.

Non c'è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno. (Romani 3:12)

 Gesù Cristo è la manifestazione della Bontà di Dio:

Perché anche noi un tempo eravamo insensati, ribelli, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella cattiveria e nell'invidia, odiosi e odiandoci a vicenda.

Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo, che egli ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore, affinché, giustificati dalla sua grazia, diventassimo, in speranza, eredi della vita eterna. (Tito 3:3-7)

 Questa bontà elargita è quella che spinge l’uomo al ravvedimento:

Oppure disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento? Tu, invece, con la tua ostinazione e con l'impenitenza del tuo cuore, ti accumuli un tesoro d'ira per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio. (Romani 2:4-5)

 La Bontà del Signore è l’oggetto della lode di riconoscenza dei Suoi figli:

Io voglio ricordare le bontà del SIGNORE, le lodi del SIGNORE, considerando tutto quello che il SIGNORE ci ha elargito; ricorderò il gran bene che ha fatto alla casa d'Israele, secondo la sua misericordia e secondo l'abbondanza della sua bontà.  (Isaia 63:7)

 Lo Spirito Santo produce in  noi questo meraviglioso frutto, completamente innaturale per noi, e inconciliabile con la nostra natura carnale, Paolo infatti scrive:

Sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma io sono carnale, venduto schiavo al peccato.

Poiché, ciò che faccio, io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio.

Ora, se faccio quello che non voglio, ammetto che la legge è buona; allora non sono più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me.

Difatti, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no.

Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio.

Ora, se io faccio ciò che non voglio, non sono più io che lo compio, ma è il peccato che abita in me.

Mi trovo dunque sotto questa legge: quando voglio fare il bene, il male si trova in me. Infatti io mi compiaccio della legge di Dio, secondo l'uomo interiore, ma vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e mi rende prigioniero della legge del peccato che è nelle mie membra.

Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte?

Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.

Così dunque, io con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato. (Romani 7:14-25)

 

La redenzione operata dall’Opera salvifica del Nostro Signore Gesù Cristo e l’Opera trasformatrice operata dallo Spirito Santo in noi, produce questo meraviglioso frutto che ci rende sempre più simili e conformi all’immagine di Dio:

E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Signore, che è lo Spirito. (2 Corinzi 3:18)

 

***

 "Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge."

 

Per capire cosa sia la fedeltà è forse più semplice comprendere il significato dell’infedeltà.

Una persona infedele è una persona che non rispetta i patti precedentemente stabiliti.

Troviamo l’infedeltà nei rapporti di coppia, nei rapporti di lavoro, nei rapporti interpersonali tra gli individui… 

Il popolo di Israele, per molti aspetti, fu un esempio dell’infedeltà tradendo l’Antico Patto:

I nostri padri infatti sono stati infedeli e hanno fatto ciò che è male agli occhi del SIGNORE, nostro Dio, l'hanno abbandonato, hanno cessato di volger la faccia verso la casa del SIGNORE, e le hanno voltato le spalle. (2 Cronache 29:6)

Eppure, io ti avevo piantata come una nobile vigna, tutta del miglior ceppo;
come mai ti sei trasformata in tralci degenerati di una vigna a me non familiare
?
Anche se ti lavassi con il nitro e usassi molto sapone, la tua iniquità lascerebbe una macchia davanti a me», dice il Signore, DIO.

«Come puoi dire: "Non mi sono contaminata, non sono andata dietro ai Baali"? Guarda i tuoi passi nella valle, riconosci quello che hai fatto, dromedaria leggera e vagabonda!

Asina selvatica, abituata al deserto, che sbuffa nell'ardore della sua passione! Chi le impedirà di soddisfare le sue voglie?

Tutti quelli che la cercano non hanno da affaticarsi: la trovano nel suo mese.

Guarda che il tuo piede non si scalzi e che la tua gola non s'inaridisca!

Ma tu hai detto: "Non c'è rimedio; no, io amo gli stranieri e andrò dietro a loro!" Come il ladro è confuso quand'è colto sul fatto, così sono confusi quelli della casa d'Israele: essi, i loro re, i loro capi, i loro sacerdoti e i loro profeti, i quali dicono al legno: "Tu sei mio padre", e alla pietra: "Tu ci hai dato la vita!"

Poiché essi mi hanno voltato le spalle e non la faccia; ma nel tempo della loro sventura dicono: "Àlzati e salvaci!" Dove sono i tuoi dèi che ti sei fatti?

Si alzino, se ti possono salvare nel tempo della tua sventura!

Infatti, o Giuda, tu hai tanti dèi quante città.

Perché mi contestate? Voi tutti mi siete stati infedeli», dice il SIGNORE.  (Geremia 2:21-29)

 

Io avevo detto: "Quale posto ti darò tra i miei figli?

Che paese delizioso ti darò? La più bella eredità delle nazioni!"

Avevo detto: "Tu mi chiamerai: 'Padre mio!' E non smetterai di seguirmi".

Ma proprio come una donna è infedele al suo amante, così voi mi siete stati infedeli, o casa d'Israele!», dice il SIGNORE.

Una voce si è fatta udire sulle alture; sono i pianti, le suppliche dei figli d'Israele, perché hanno pervertito la loro via, hanno dimenticato il SIGNORE, il loro Dio.

(Geremia 3:19-21)

La Fedeltà è una caratteristica esclusiva di Dio:

se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso. (2 Timoteo 2:13)

 

La Fedeltà è quindi quella fermezza nella fede, quella capacità di mantenere fede al Patto divino, cosa impossibile all’uomo naturale ma frutto dell’opera che lo Spirito Santo compie nel cuore rigenerato del figlio di Dio.

Per un cristiano, essere infedele vorrebbe dire rinnegare il Signore, ma la presenza dello Spirito Santo nell’uomo rigenerato non permetterà che questo avvenga.

Nel salmo 121 possiamo notare le fedeltà di Dio che viene in soccorso anche alla nostra debolezza umana:

Alzo gli occhi verso i monti... Da dove mi verrà l'aiuto?

Il mio aiuto vien dal SIGNORE, che ha fatto il cielo e la terra.

Egli non permetterà che il tuo piede vacilli; colui che ti protegge non sonnecchierà.
Ecco, colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà.

Il SIGNORE è colui che ti protegge; il SIGNORE è la tua ombra; egli sta alla tua destra.

Di giorno il sole non ti colpirà, né la luna di notte.

Il SIGNORE ti preserverà da ogni male; egli proteggerà l'anima tua.

Il SIGNORE ti proteggerà, quando esci e quando entri, ora e sempre.

 

E ancora Paolo ci conferma:

Chi sei tu che giudichi il domestico altrui? Se sta in piedi o se cade è cosa che riguarda il suo padrone; ma egli sarà tenuto in piedi, perché il Signore è potente da farlo stare in piedi.  (Romani 14:4)

 Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare.  (1 Corinzi 10:13)

 In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria. (Efesini 1:3-14)

 Gesù parlando delle Sue pecore ci rassicura oltremodo:

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano.

Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo uno». (Giovanni 10:27-30)

 Dio con il dono dello Spirito Santo ha messo in noi la Sua fedeltà!

Il frutto dello Spirito Santo (non della nostra fedeltà) è la garanzia che resteremo in piedi, fedeli… …come Lui!

E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Signore, che è lo Spirito. (2 Corinzi 3:18)

 

***

 "Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge."

Gesù si autodefinì il Mansueto:

Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo.

Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero». (Matteo 11:28-30)

 Zaccaria profetizzò proprio così di Gesù:

Esulta grandemente, o figlia di Sion, manda grida di gioia, o figlia di Gerusalemme; ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e vittorioso, umile (Matteo 21:5 traduce mansueto), in groppa a un asino, sopra un puledro, il piccolo dell'asina.  (Zaccaria 9:9)

 Questa mansuetudine, frutto dello Spirito Santo e quella umiltà propria di chi sa che non ha nulla da “conquistare” in quanto è già completamente appagato e certo della sua posizione.

Non per nulla Gesù promette e voi troverete riposo alle anime vostre!

Il popolo a cui Gesù rivolgeva quella parole, era un popolo oppresso dal nemico, oppresso dai poteri religiosi, oppresso dai pesi che schiacciavano le coscienze, i cuori, la giusta autostima… …Il Figlio di Dio, ha nel dono dello Spirito Santo questo frutto… …sa che è stato benedetto di ogni benedizione:

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.

In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio.

In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia, che egli ha riversata abbondantemente su di noi dandoci ogni sorta di sapienza e d'intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé, per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti. Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra.

In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà, per essere a lode della sua gloria; noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo.

In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria. (Efesini 1:3-14)

 

L’appagamento totale che abbiamo in Gesù Cristo è l’opera dello Spirito Santo che produce in noi questo splendido frutto, da non confondere con gli atteggiamenti di mansuetudine naturale dell’uomo umile per condizione imposta!

Dio con il dono dello Spirito Santo ha messo in noi la Sua Mansuetudine!

E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Signore, che è lo Spirito. (2 Corinzi 3:18)

 

***

 "Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge."

 Non è a caso che l’Autocontrollo è messo come ultimo frutto dello Spirito.

Lo Spirito Santo e le Sue manifestazioni possono “dare alla testa” e sono convinto che questo avviene molto, molto spesso!

Pensiamo di essere indispensabili al compimento dell’Opera di Dio, pensiamo di essere fondamentali… …senza di noi… …nient’altro che noi!

Questo sentimento di “onnipotenza” non è da Dio!

Gesù fu un perfetto esempio di autocontrollo, Egli, conoscendo perfettamente i tempi e la volontà del Padre, si muoveva costantemente in modo determinato, ogni Suo gesto, ogni Sua Parola era fatto e detta a tempo, sotto il pieno controllo e consapevolezza.

Tutto questo era frutto della presenza dello Spirito Santo che Egli aveva non “in misura” (cfr Giovanni 3:34).

Gesù seppe stare entro i limiti imposti dal Padre, nel suo percorso terreno, davanti alla tentazione di “andare oltre i limiti imposti” rispose a satana:

Gesù, pieno di Spirito Santo, ritornò dal Giordano, e fu condotto dallo Spirito nel deserto per quaranta giorni, dove era tentato dal diavolo.

Durante quei giorni non mangiò nulla; e quando furono trascorsi, ebbe fame.

Il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane».

Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Non di pane soltanto vivrà l'uomo"».

Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo e gli disse: «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio.

Se dunque tu ti prostri ad adorarmi, sarà tutta tua».

Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Adora il Signore, il tuo Dio, e a lui solo rendi il tuo culto"».
Allora lo portò a Gerusalemme e lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui; perché sta scritto:

"Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, di proteggerti" e "Essi ti porteranno sulle mani, perché tu non urti col piede contro una pietra"».

Gesù gli rispose: «È stato detto: "Non tentare il Signore Dio tuo"».

Allora il diavolo, dopo aver finito ogni tentazione, si allontanò da lui fino a un momento determinato.  (Luca 4:1-13)

 

Gesù, pur avendo piena autorità di fare ogni cosa che satana proponeva, esercitò l’Autocontrollo! Come Lui, anche noi abbiamo lo Spirito Santo in noi, e come frutto abbiamo questo autocontrollo.

Spesso assistiamo ad “esibizioni” di manifestazioni spirituali spacciate come opera dello Spirito Santo.

Lasciamo ogni giudizio in tal senso al Signore, ma stiamo attenti… l’Opera dello Spirito Santo porta a ravvedimento, Gesù parlando della venuta del Consolatore disse:

Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato. (Giovanni 16:8-11)

 

A cosa portano certe manifestazioni?

 Certi cristiani pensano di essere “onnipotenti”, spesso si cita a sproposito il verso di Filippesi 4:13: “Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica”, ma pochi considerano che Paolo sta qui parlando della capacità di autocontrollo circa il saper vivere con poco o con molto e tratta aspetti prettamente economici!

Paolo insegna invece che è il corpo di Cristo (la Chiesa) che rispecchia il compimento di questa forza, in misura del vigore di ogni singola parte

Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare se stesso nell'amore. (Efesini 4:16)

 Nessun cristiano, preso individualmente riesce ad essere completo!

 Dobbiamo quindi esercitare l’Autocontrollo con onestà e dobbiamo valutare le nostre possibilità.

Paolo infatti scrive:

…dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno. (Romani 12:3)

 Poiché noi non abbiamo il coraggio di classificarci o confrontarci con certuni che si raccomandano da sé; i quali però, misurandosi secondo la loro propria misura e paragonandosi tra di loro stessi, mancano d'intelligenza.

Noi, invece, non ci vanteremo oltre misura, ma entro la misura del campo di attività di cui Dio ci ha segnato i limiti, dandoci di giungere anche fino a voi. Noi infatti non oltrepassiamo i nostri limiti, come se non fossimo giunti fino a voi; perché siamo realmente giunti fino a voi con il vangelo di Cristo.

Non ci vantiamo oltre misura di fatiche altrui, ma nutriamo speranza che, crescendo la vostra fede, saremo tenuti in maggior considerazione tra di voi nei limiti del campo di attività assegnatoci, per poter evangelizzare anche i paesi che sono di là dal vostro senza vantarci, nel campo altrui, di cose già preparate.

Ma chi si vanta, si vanti nel Signore. Perché non colui che si raccomanda da sé è approvato, ma colui che il Signore raccomanda. (2 Corinzi 10:12-18)

 Paolo scrivendo le sue ultime parole a Timoteo disse:

Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati (Luzzi traduce temerari), orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi l'apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza.

Anche da costoro allontànati!

Poiché nel numero di costoro ci sono quelli che si insinuano nelle case e circuiscono donnette cariche di peccati, agitate da varie passioni, le quali cercano sempre d'imparare e non possono mai giungere alla conoscenza della verità.

E come Iannè e Iambrè si opposero a Mosè, così anche costoro si oppongono alla verità: uomini dalla mente corrotta, che non hanno dato buona prova quanto alla fede. (2 Timoteo 3:1-8)

 La Mansuetudine frutto dello Spirito Santo è il piano possesso delle proprie facoltà spirituali che si diffonde a tutto il resto del corpo, e questa non la capacità di autocontrollo naturale dell’uomo… e l’azione dello Spirito Santo nell’uomo rigenerato!

 

***

 "Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge."

 

Se, come abbiamo visto all’inizio lo scopo della Legge era portare conoscenza del peccato (cfr Romani 3:20), contro il frutto dello Spirito Santo non c’è Legge in quanto non c’è peccato!

Noi siam dunque stati con lui seppelliti mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita. (Romani 6:4)

 

Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne.

Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste.

Ma se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge. (Galati 5:16-18)

Gianni Marinuzzi