Il giudizio riservato ai ribelli

 

 

Infatti, se persistiamo nel peccare volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità,

non rimane più alcun sacrificio per i peccati; ma una terribile attesa del giudizio e l'ardore di un fuoco che divorerà i ribelli.

Chi trasgredisce la legge di Mosè viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni.

Di quale peggior castigo, a vostro parere, sarà giudicato degno colui che avrà calpestato il Figlio di Dio

e avrà considerato profano il sangue del patto con il quale è stato santificato e avrà disprezzato lo Spirito della grazia?

Noi conosciamo, infatti, colui che ha detto:

«A me appartiene la vendetta! Io darò la retribuzione

E ancora: «Il Signore giudicherà il suo popolo».

È terribile cadere nelle mani del Dio vivente.

(Ebrei 10:26-31)

 

***

Grandi sono i privilegi che invitano ad avvicinarsi a Dio con fede ed a mantenere ferma la speranza e ravvivare continuamente l’amore, ma altresì grandi sono i pericoli di chi disprezza (trascurandoli) i privilegi concessi.

Da questi pericoli l'autore della lettera trae un secondo motivo a perseveranza.

 

***

Infatti, se persistiamo nel peccare volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati; ma una terribile attesa del giudizio e l'ardore di un fuoco che divorerà i ribelli.

 

L’autore della lettera dichiara qui in modo esplicito che una volta che abbiamo ricevuto la conoscenza della Verità e la rifiutiamo, non possiamo più ritenerci privi di colpa ed appellarci alla “nostra ignoranza” ed alla “pazienza di Dio”.

Questo concetto è anche rivelato dall’apostolo Paolo:

Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono - infatti non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio - ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.

Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù. (Romani 3:21-26)

 

Pertanto il persistere nel peccare volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, significa rimanere nello stato di peccatore impenitente, ovvero di oltraggiatore del Figlio di Dio, profanatore del sangue del patto e sprezzante dello Spirito della Verità!

Questa è una situazione terribile per l’uomo, la più terribile in cui egli possa trovarsi, ricordiamo cosa disse Gesù:

E chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato. (Luca 12:10)

 

Non dobbiamo cadere nell’errore di pensare che un peccato possa far decadere la Grazia di Dio in Cristo Gesù, sarebbe come ammettere che il sacrificio di Gesù Cristo abbia un valore “temporaneo” come i vecchi sacrifici prescritti dalla Legge (che erano un’ombra del Vero Sacrificio).

Paolo dichiara che:

… infatti il peccato non avrà più potere su di voi; perché non siete sotto la legge ma sotto la grazia.

(Romani 6:14)

Come possiamo notare, Paolo insegna che, per coloro che hanno creduto ed hanno accettato la Grazia di Dio offerta in Cristo, il peccato non avrà più potere su di loro (non dice che “non ha”)!

Ed ancora dichiara che:

Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte.

Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto; mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne, affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito.

(Romani 8:1-4)

 

***

Chi trasgredisce la legge di Mosè viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni.

Di quale peggior castigo, a vostro parere, sarà giudicato degno colui che avrà calpestato il Figlio di Dio e avrà considerato profano il sangue del patto con il quale è stato santificato e avrà disprezzato lo Spirito della grazia?

 

L’autore della lettera vuole qui mettere in evidenza la superiorità della responsabilità di non considerare il dono dello Spirito della Grazia di Dio espresso nel sangue del patto, rispetto a quanto era la già seria e severa la situazione di chi non rispettava il Vecchio Patto.

 

Questa è la terribile condizione dei “ribelli”, non “dei cattivi”,

il rifiutare la Grazia offerta da Dio è IL PECCATO!

 

La condanna a morte secondo la Legge di Mosè veniva inflitta senza pietà sulla parola di due o tre testimoni.

Bastava la parola di due o tre uomini per condannare il reo di un misfatto…

Di quale peggior castigo, a vostro parere, sarà giudicato degno colui che avrà calpestato LA PAROLA DI DIO, il Figlio di Dio?

Non solo, di quale peggior castigo, a vostro parere, sarà giudicato degno colui che avrà considerato profano il SANGUE DEL FIGLIO DI DIO SPARSO PER LA SUA SANTIFICAZIONE?

Non solo, di quale peggior castigo, a vostro parere, sarà giudicato degno colui che avrà disprezzato lo SPIRITO DELLA GRAZIA OFFERTA DA DIO?

Ci rendiamo conto della solennità di queste domande?

 

- Come possiamo calpestare il Figlio di Dio?

Gesù non è più presente fisicamente tra di noi come non lo era più all’epoca della redazione di questa lettera… allora perché l’autore dice che è possibile ancora calpestare il Figlio di Dio?

Noi abbiamo imparato che Gesù Cristo è la Parola di Dio incarnata:

Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio.

E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.

… la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo. (tratto da Giovanni 1:1-17)

 

Gesù poi disse:

In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna;

e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita (Giovanni 5:24)

 

E ancora disse degli apostoli:

Io ho dato loro la tua parola… (Giovanni 17:14)

 

E pregando per noi disse:

Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola… (Giovanni 17:20)

Quindi la PAROLA DI DIO è nel VANGELO e negli scritti apostolici che ci sono pervenuti sotto il nome di NUOVO TESTAMENTO o NUOVO PATTO, che come stiamo studiando nella lettera agli ebrei sono di gran lungo più autorevoli del VECCHIO TESTAMENTO e del VECCHIO PATTO che aveva funzioni diverse:

 

… la legge (che serve per giungere alla conoscenza dello stato di peccato – cfr Romani 3:20) è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.

Se noi calpestiamo (ovvero passiamo sopra con i nostri piedi con indifferenza) alla Parola di Dio, noi stiamo calpestando il Figlio di Dio.

 

- Come possiamo considerare profano il sangue del patto?

Gesù non è più presente fisicamente tra di noi come non lo era più all’epoca della redazione di questa lettera… il suo sangue fisico non è conservato in alcuna ampolla (e meno male!)… …allora perché l’autore dice che è possibile ancora considerare profano il sangue del patto?

Non necessariamente dobbiamo dissacrare con atti o parola il sangue fisico di Gesù… il sangue di Gesù sparso per tutto il mondo, ha una funzione spirituale universale, sufficiente per la salvezza di tutto il mondo:

Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio,

affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.         (Giovanni 3:16)

 

Il sangue di Gesù è stato versato, e Gesù disse che il suo sangue è il sangue del patto (cfr Matteo 26:28),

considerarlo profano significa fare come fece Esaù per la sua primogenitura:

Esaù che per una sola pietanza vendette la sua primogenitura.    (Ebrei 12:16)

 

Gesù ci ha detto che non possiamo amare due padroni (cfr Matteo 6:24)… …non illudiamoci, dobbiamo scegliere e non possiamo scegliere due eredità… …o scegliamo di vivere la NUOVA VITA in CRISTO, oppure scegliamo di continuare a vivere la VECCHIA VITA considerando profano il sangue di Cristo!

 

- Come possiamo disprezzare lo Spirito della grazia?

Abbiamo prima letto che la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo. (Giovanni 1:17)

 

Lo Spirito della Grazia è stato promesso da Gesù stesso ed è lo Spirito Santo che è presente in questo periodo di Grazia che stiamo vivendo, dove Dio ci chiama ad andare a Lui passando per il sacrificio di Gesù Cristo.

Disprezzarlo significa non dargli quel GIUSTO VALORE che ha… significa non appropriarcene in quanto lo consideriamo inutile, superfluo, non indispensabile, non degno di valore… semplicemente preferirgli altro.

Tutto questo non rimarrà impunito…

 

***

Noi conosciamo, infatti, colui che ha detto: «A me appartiene la vendetta! Io darò la retribuzione

E ancora: «Il Signore giudicherà il suo popolo».

È terribile cadere nelle mani del Dio vivente.

 

L’autore ci ricorda che noi conosciamo per la Scrittura, per mezzo della storia e per nostra personale esperienza; sappiamo quanto sia Vero, quanto sia Infallibile Scrutatore, quanto sia Santo e Giusto, quanto sia Tremendo nella sua Potenza Colui che ha riservato a sè il giudizio e la retribuzione.

Verrà il giorno della vendetta, è annunciato e profetizzato:

Poiché è giusto da parte di Dio rendere a quelli che vi affliggono, afflizione; e a voi che siete afflitti, riposo con noi, quando il Signore Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono al vangelo del nostro Signore Gesù.

Essi saranno puniti di eterna rovina, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza, quando verrà per essere in quel giorno glorificato nei suoi santi e ammirato in tutti quelli che hanno creduto, perché la nostra testimonianza in mezzo a voi è stata creduta. (2 Tessalonicesi 1:6-10)

 

Lo preannunciavano già i profeti dell’Antico Patto:

Ecco il giorno del SIGNORE giunge: giorno crudele, d'indignazione e d'ira furente, che farà della terra un deserto e ne distruggerà i peccatori.

Poiché le stelle e le costellazioni del cielo non faranno più brillare la loro luce; il sole si oscurerà mentre sorge, la luna non farà più risplendere il suo chiarore.

Io punirò il mondo per la sua malvagità e gli empi per la loro iniquità; farò cessare l'alterigia dei superbi e abbatterò l'arroganza dei tiranni. (Isaia 13:9-11)

 

Lo annuncia Pietro negli scritti del Nuovo Patto:

Il giorno del Signore verrà come un ladro: in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate.

Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà, mentre attendete e affrettate la venuta del giorno di Dio, in cui i cieli infocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si scioglieranno!

(2 Pietro 3:10-12)

 

Per questo Pietro scongiurava gli uditori del giorno della pentecoste e scongiura ancora oggi gli uomini che odono la Parola:

Salvatevi da questa perversa generazione! (Atti 2:40)

E come dice proprio l’autore della lettera agli ebrei:

Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori! (Ebrei 4:7)

 

***

Solo non indurendo i nostri cuori, onorando il Figlio di Dio, considerando santo ed utile il suo sangue per la nostra purificazione ed accettando lo Spirito della Grazia, ci salveremo da questa perversa generazione!

 

***

Come abbiamo quindi imparato, per coloro che hanno creduto ed hanno accettato la Grazia di Dio offerta in Cristo, il peccato non avrà più potere su di loro.

E ancora: Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte.

Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto; mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne, affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito.  (Romani 8:1-4)

 

Ma qui nasce un piccolo/grande fraintendimento sul termine “giudizio”.

Spesso siamo un po’ in confusione circa il giudizio dei credenti, siamo sicuramente consapevoli che Dio giudicherà gli uomini ribelli ed impenitenti, ma spesso siamo poco consapevoli che vi è un giudizio anche per i credenti.

Nel messaggio di Dio, troviamo espresso in molti punti, passi che ci parlano di giudizio, avvertimento, riprensione, sia nei confronti di Israele che nei confronti della Chiesa.

L’apostolo Paolo scrive:

Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male.   (2 Corinzi 5:10)

 

E Pietro ci avverte:

Infatti è giunto il tempo in cui il giudizio deve cominciare dalla casa di Dio; e se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non ubbidiscono al vangelo di Dio?  (1 Pietro 4:17)

 

Paolo altresì ci ricorda:

Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio; perché quello che l'uomo avrà seminato, quello pure mieterà.

Perché chi semina per la sua carne, mieterà corruzione dalla carne;

ma chi semina per lo Spirito mieterà dallo Spirito vita eterna. (Galati 6:7-8)

 

Come è possibile parlare di giudizio di Dio sulla Chiesa e sui credenti.

E’ corretto parlarne?

Dobbiamo giudicare?

Cos’è un giudizio?

Se riprendiamo un fratello che sbaglia, lo stiamo giudicando?

Francamente penso che ci sia non poca confusione a riguardo.

 

Il termine “giudizio”, nella Parola di Dio, ha almeno tre significati distinti:

-  Una condanna

-  Una sentenza

-  Una valutazione

 

Il Giudizio come condanna

 

Per quanto riguarda i credenti, “il giudizio” non è sicuramente “la condanna”, in quanto Paolo enuncia un fondamentale insegnamento:

Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù (Romani 8:1)

Quando noi parliamo di giudizio di Dio sui credenti non dobbiamo parlarne in termini di condanna, ma dobbiamo tenere però conto che nelle lettere delle sette chiese dell’Asia minore dell’Apocalisse, troviamo a Tiatiri, Pergamo, Sardi e altrove, due categorie di persone:

-  coloro che “frequentano” la chiesa;

-  coloro che sono veramente stati rigenerati.

Molti frequentano una chiesa ma ciò non garantisce di essere liberati dalla condanna di Dio, non per niente l’autore stesso più avanti dirà:

Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore; vigilando bene che nessuno resti privo della grazia di Dio; (Ebrei 12:14-15)

 

Si può correre il rischio di riposarsi su una falsa certezza, che non poggia su un sincero ravvedimento e conversione che va ben oltre il frequentare una chiesa o professare una religione.

Il Signore Gesù non ha mai detto che frequentando una chiesa, adempiendo a “doveri religiosi” l’uomo ottiene la redenzione.

Per essere liberati dal giudizio di Dio, occorre essere “in Cristo Gesù”!

Essere in Cristo Gesù, significa identificarci con Lui, sempre l’apostolo Paolo scrive:

Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è stato risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita.

Perché se siamo stati totalmente uniti a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua.

Sappiamo infatti che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui affinché il corpo del peccato fosse annullato e noi non serviamo più al peccato; infatti colui che è morto è libero dal peccato.

Ora, se siamo morti con Cristo, crediamo pure che vivremo con lui, sapendo che Cristo, risuscitato dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui.

Poiché il suo morire fu un morire al peccato, una volta per sempre; ma il suo vivere è un vivere a Dio.  Così anche voi fate conto di essere morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù. (Romani 6:4-11)

 

Soltanto chi è veramente unito a Cristo è “in Lui”, altrimenti… …facciamo molta attenzione, il giudizio di condanna grava ancora sulla nostra testa!

 

***

Il Giudizio come sentenza

 

Infatti è giunto il tempo in cui il giudizio deve cominciare dalla casa di Dio; e se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non ubbidiscono al vangelo di Dio?

E se il giusto è salvato a stento, dove finiranno l'empio e il peccatore? (1 Pietro 4:17-18)

Perché il giudizio deve cominciare dalla casa di Dio?

Questo fa parte del disegno di Dio e lo troviamo ben descritto nel libro dell’Apocalisse, prima le chiese (riprensione, sentenze e valutazione), poi il mondo corrotto (la condanna ed il giudizio).

 

Paolo, parla di “Giusto Giudice”:

Quanto a me, io sto per essere offerto in libazione, e il tempo della mia partenza è giunto. Ho combattuto il buon combattimento,

ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice,

mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione.  (2 Timoteo 4:6-8)

 

Per questo Paolo più volte ci esorta a “badare a se stessi”, “fare attenzione a noi stessi”, perché c’è un giudice che ci osserva e ci valuta!

Spesso accade che per compensare ad alcune cose peccaminose che non riusciamo ad abbandonare, facciamo molte opere per “ripagare” questa mancanza, ma questa è solo un’illusione, nessun peccato può essere compensato per aver moltiplicato altre buone opere (vedi esempio di Mosè ed Aaronne in seguito).

Il peccato va riconosciuto e abbandonato, altrimenti dovremo subire un giudizio di Dio!

Nella Parola di Dio abbiamo molti esempi di giudizi di Dio nei confronti di uomini fedeli, sia nell’antico patto che nel nuovo patto.

 

Esempi di sentenze per i “giusti”

 

1)              Miriam, figlia di Israele

Maria e Aaronne parlarono contro Mosè a causa della moglie cusita che aveva presa; poiché aveva sposato una Cusita.

E dissero: «Il SIGNORE ha parlato soltanto per mezzo di Mosè? Non ha parlato anche per mezzo nostro?» E il SIGNORE lo udì.

Or Mosè era un uomo molto umile, più di ogni altro uomo sulla faccia della terra.
Il SIGNORE disse a un tratto a Mosè, ad Aaronne e a Maria: «Uscite voi tre, e andate alla tenda di convegno». Uscirono tutti e tre.

Il SIGNORE scese in una colonna di nuvola, si fermò all'ingresso della tenda, chiamò Aaronne e Maria; tutti e due si fecero avanti.

Il SIGNORE disse: «Ascoltate ora le mie parole; se vi è tra di voi qualche profeta, io, il SIGNORE, mi faccio conoscere a lui in visione, parlo con lui in sogno.  Non così con il mio servo Mosè, che è fedele in tutta la mia casa.

Con lui io parlo a tu per tu, con chiarezza, e non per via di enigmi; egli vede la sembianza del SIGNORE. Perché dunque non avete temuto di parlare contro il mio servo, contro Mosè?»

L'ira del SIGNORE si accese contro di loro, ed egli se ne andò, e la nuvola si ritirò di sopra alla tenda; ed ecco Maria era lebbrosa, bianca come neve; Aaronne guardò Maria, e vide che era lebbrosa.

Aaronne disse a Mosè: «Ti prego, mio signore, non farci portare la pena di un peccato che abbiamo stoltamente commesso, e di cui siamo colpevoli.

Ti prego, che lei non sia come il bimbo nato morto, la cui carne è già mezzo consumata quando esce dal seno materno!»

Mosè gridò al SIGNORE, dicendo: «Guariscila, o Dio, te ne prego!»

Il SIGNORE rispose a Mosè: «Se suo padre le avesse sputato in viso, non ne porterebbe la vergogna per sette giorni? Stia dunque isolata fuori dell'accampamento sette giorni; poi, vi sarà di nuovo ammessa».

Maria dunque fu isolata fuori dell'accampamento sette giorni; e il popolo non si mise in cammino finché Maria non fu riammessa nell'accampamento.

Poi il popolo partì da Aserot e si accampò nel deserto di Paran. (Numeri 12:1-12)

 

Miriam non accettava l’ordine che Dio aveva stabilito per quel tempo in Israele, il mormorio di Miriam contro Mosè, per la sua situazione matrimoniale.

La lebbra di Maria rende palese il peccato di Miriam, il peccato ha sempre degli effetti, alcune volte sono nascosti, altre volte ( quando serve per esempio per gli altri ) diventa palese.

Il peccato deturpa, porta morte, è contagioso, è un problema di comunità, il peccato nella chiesa non è mai un fatto isolato, è un problema comune!

Il peccato può essere cancellato solo dal ravvedimento, Aaronne deve ricredersi del suo peccato, ed il ravvedimento di Aaronne si materializza (in questo esempio) nel pubblico riconoscimento pubblico della superiorità di Mosè:

Ti prego, mio signore, non farci portare la pena di un peccato che abbiamo stoltamente commesso, e di cui siamo colpevoli. Ti prego, che lei non sia come il bimbo nato morto, la cui carne è già mezzo consumata quando esce dal seno materno!

 

Qui il Signore dà una sberla! Dà una sentenza:

Il SIGNORE rispose a Mosè: «Se suo padre le avesse sputato in viso, non ne porterebbe la vergogna per sette giorni? Stia dunque isolata fuori dell'accampamento sette giorni; poi, vi sarà di nuovo ammessa».

Maria dunque fu isolata fuori dell'accampamento sette giorni; e il popolo non si mise in cammino finché Maria non fu riammessa nell'accampamento.

2)              Mosè e Aaronne, figli di Israele

Mosè e Aaronne convocarono l'assemblea di fronte alla roccia, e Mosè disse loro: «Ora ascoltate, o ribelli; faremo uscire per voi acqua da questa roccia?»

E Mosè alzò la mano, percosse la roccia con il suo bastone due volte, e ne uscì acqua in abbondanza; e la comunità e il suo bestiame bevvero.

Poi il SIGNORE disse a Mosè e ad Aaronne: «Siccome non avete avuto fiducia in me per dare gloria al mio santo nome agli occhi dei figli d'Israele, voi non condurrete questa assemblea nel paese che io le do».

Queste sono le acque di Meriba dove i figli d'Israele contestarono il SIGNORE, che si fece riconoscere come il Santo in mezzo a loro.  (Numeri 20:10-13)

 

La fedeltà di Mosè, non compensa un solo peccato da lui commesso.

Mosè stava rimproverando al popolo di essere ribelle quando non si rendeva conto della sua ribellione che si manifesterà nel suo atto di percuotere due volte la roccia.

Questo Dio non lo tollera!

Dio sentenziò nei confronti di Mosè in un modo esemplare, nonostante il ravvedimento di Mosè, egli non entrò nella terra promessa, nonostante egli chiese più volte a Dio di tornare indietro nella Sua decisione.

Questo ci insegna che non sempre con il ravvedimento, la pena viene scontata, anche per Davide fu così con la morte del figlio avuto in adulterio.

 

3)              Uzzia, re di Israele

Uzzia aveva inoltre un esercito di combattenti che andava alla guerra per schiere, composte secondo il numero del censimento fattone dal segretario Ieiel e dal commissario Maaseia, e messe sotto il comando di Anania, uno dei generali del re.

Il numero totale dei capi delle case patriarcali, degli uomini forti e valorosi, era di duemilaseicento.

Essi avevano al loro comando un esercito di trecentosettemilacinquecento combattenti, preparati a entrare in guerra con gran valore, per sostenere il re contro il nemico. Uzzia fornì a tutto l'esercito scudi, lance, elmi, corazze, archi e fionde da scagliare sassi.

Fece fare, a Gerusalemme, delle macchine inventate da esperti per collocarle sulle torri e sugli angoli, per scagliare saette e grosse pietre.

La sua fama raggiunse paesi lontani, perché egli fu meravigliosamente soccorso, finché divenne potente.

Ma quando fu divenuto potente, il suo cuore, insuperbitosi, si pervertì, ed egli commise un'infedeltà contro il SIGNORE, il suo Dio, entrando nel tempio del SIGNORE per bruciare dell'incenso sull'altare dei profumi.

Ma il sacerdote Azaria entrò dopo di lui con ottanta sacerdoti del SIGNORE, uomini coraggiosi, i quali si opposero al re Uzzia, e gli dissero: «Non spetta a te, Uzzia, di offrire incenso al SIGNORE, ma ai sacerdoti, figli d'Aaronne, che sono consacrati per offrire i profumi! Esci dal santuario, poiché tu hai commesso un'infedeltà! E questo non ti tornerà a gloria davanti a Dio, al SIGNORE».

Allora Uzzia, che teneva in mano un turibolo per offrire l'incenso, si adirò.

E mentre si adirava contro i sacerdoti, la lebbra gli scoppiò sulla fronte, in presenza dei sacerdoti, nella casa del SIGNORE, presso l'altare dei profumi.

Il sommo sacerdote Azaria e tutti gli altri sacerdoti lo guardarono, ed ecco che aveva la lebbra sulla fronte; e lo fecero uscire in fretta, ed egli stesso si affrettò ad andarsene fuori, perché il SIGNORE lo aveva colpito.

Il re Uzzia fu lebbroso fino al giorno della sua morte e rimase nell'infermeria come lebbroso, perché era escluso dalla casa del SIGNORE; e Iotan, suo figlio, era a capo della casa reale e rendeva giustizia al popolo del paese.

Il rimanente delle azioni di Uzzia, le prime e le ultime, è stato scritto dal profeta Isaia, figlio di Amots. Uzzia si addormentò con i suoi padri e fu sepolto con i suoi padri nel campo delle tombe dei re, perché si diceva: «È lebbroso».

E Iotam, suo figlio, regnò al suo posto. (2 Cronache 26:11-23)

 

Uzzia fu un re fedele per tutta la prima parte del suo regno, ma ad un certo punto “deviò”, si “pervertì”, questo ci insegna che dobbiamo vegliare su noi stessi, dobbiamo stare attenti a non cadere, altrimenti ci attireremo il giudizio di Dio.

Uzzia si arrogò il diritto di disonorare il servizio sacro.

Azaria e i suoi sacerdoti ebbero il coraggio di opporsi al re, seppero rimproverare l’autorità, la avvertirono, ma la caparbietà di Uzzia gli fu un grave danno!

Il Signore è l’autorità assoluta, non esiste altra autorità sopra di Lui!

Uzzia non si ravvide (come fece Miriam), e questa sua triste condizione fu la causa della sua morte e dell’infamia che si portò fino alla fine.

L’avvertimento di Azaria ed ei suoi sacerdoti, ci ricordano quante volte veniamo ripresi dai fratelli e rispondiamo… …chi sei tu per giudicare (arrogandoci un diritto di non essere giudicati, proprio come un re), la fine di Uzzia dovrebbe farci riflettere!

 

4)              Asa, re di Giuda

Asa fece ciò che è buono e retto agli occhi del SIGNORE, suo Dio.

Tolse via gli altari degli dèi stranieri, e gli alti luoghi; spezzò le statue, abbatté gli idoli di Astarte.

Ordinò a Giuda di cercare il SIGNORE, Dio dei suoi padri, e di mettere in pratica la sua legge e i suoi comandamenti.

Tolse anche via da tutte le città di Giuda gli alti luoghi e le colonne solari; e, sotto di lui, il regno ebbe pace. (2 Cronache 14:1-4)

 

Zera, l'Etiope, marciò contro di loro con un esercito di un milione d'uomini e trecento carri, e avanzò fino a Maresa.

Asa uscì contro di lui, e si schierarono a battaglia nella valle di Sefata presso Maresa.

Allora Asa invocò il suo Dio, e disse: «SIGNORE, per te non c'è differenza tra il dare soccorso a chi è in gran numero, e il darlo a chi è senza forza; soccorrici, SIGNORE nostro Dio! Poiché su di te noi ci appoggiamo, e nel tuo nome siamo venuti contro questa moltitudine. Tu sei il SIGNORE nostro Dio; non vinca l'uomo contro di te!»

E il SIGNORE sconfisse gli Etiopi davanti ad Asa e davanti a Giuda, e gli Etiopi si diedero alla fuga. (2 Cronache 14:8-11)

 

Asa è un bellissimo esempio di fede, egli si affida a Dio e crede fermamente nella Sua liberazione.

Egli si affida all’Eterno degli eserciti, ed egli si muove anche per l’amore e l’onore del popolo di Dio, Egli si rende conto che sarebbe una disfatta terribile.

Asa riconosce la sua impotenza e riconosce in Dio ogni potenza!

Il re Asa destituì pure dalla dignità di regina sua madre Maaca, perché lei aveva eretto un'immagine ad Astarte; e Asa abbatté l'immagine, la fece a pezzi e la bruciò presso il torrente Chidron.  

Tuttavia gli alti luoghi non furono eliminati da Israele; sebbene il cuore di Asa fosse integro durante l'intera sua vita.

Egli fece portare nella casa del SIGNORE le cose che suo padre aveva consacrate, e quelle che aveva consacrate egli stesso: argento, oro, vasi.

E non ci fu più nessuna guerra fino al trentacinquesimo anno del regno di Asa.

(2 Cronache 15:16-19)

 

Asa non ebbe riguardi personali, nemmeno verso sua madre, in lui ci fu una fedeltà mirabile.

Davanti a chi disonorava Dio, Asa non ebbe alcun riguardo personale!

Per Asa il Signore è sopra tutti!

 

Ma ad un certo punto avviene qualcosa di spiacevole:

In quel tempo, Canani, il veggente, si recò da Asa, re di Giuda, e gli disse: «Poiché ti sei appoggiato sul re di Siria invece di appoggiarti sul SIGNORE, che è il tuo Dio, l'esercito del re di Siria è scampato dalle tue mani.

Gli Etiopi e i Libi non formavano forse un grande esercito con una moltitudine immensa di carri e di cavalieri?

Eppure il SIGNORE, perché tu ti eri appoggiato su di lui, li diede nelle tue mani.

Infatti il SIGNORE percorre con lo sguardo tutta la terra per spiegare la sua forza in favore di quelli che hanno il cuore integro verso di lui. In questo tu hai agito da insensato; infatti, da ora in poi avrai delle guerre».

Asa s'indignò contro il veggente, e lo fece mettere in prigione, tanto questa cosa lo aveva irritato contro di lui.

E, al tempo stesso, Asa divenne crudele anche contro alcuni del popolo.

Le azioni di Asa, le prime e le ultime, si trovano scritte nel libro dei re di Giuda e d'Israele.

Il trentanovesimo anno del suo regno, Asa ebbe una malattia ai piedi; la sua malattia fu gravissima; e, tuttavia, nella sua malattia non ricorse al SIGNORE, ma ai medici.

Poi Asa si addormentò con i suoi padri; morì il quarantunesimo anno del suo regno, e fu sepolto nella tomba che egli aveva fatto scavare per sé nella città di Davide. Fu steso sopra un letto pieno di profumi e di varie specie d'aromi composti con arte di profumiere; e ne bruciarono una grandissima quantità in suo onore. (2 Cronache 16:7-14)

 

Asa era un re integro, ma ad un certo punto smise di confidare in Dio e cercò l’appoggio di un uomo.

Il profeta Canani, ebbe coraggio a mettersi contro il re, subì la ritorsione di Asa, fu messo in prigione, avrebbe potuto vivere la sua “integrità” facendo finta di non vedere… d’altronde perché cercarsi guai?

Ricordiamoci che fu Caino a dire:

Sono forse il guardiano di mio fratello? (Genesi 4:9)

Ma dov’è il timore di Dio in Asa?

Dov’è finita la fedeltà di Asa?

Il Signore emette quindi una sentenza!

Il trentanovesimo anno del suo regno, Asa ebbe una malattia ai piedi; la sua malattia fu gravissima; e, tuttavia, nella sua malattia non ricorse al SIGNORE, ma ai medici.

 

5)              Giosafat, re di Giuda

Giosafat, figlio di Asa, regnò al suo posto, e si fortificò contro Israele.

Collocò dei presidi in tutte le città fortificate di Giuda, e pose delle guarnigioni nel paese di Giuda e nelle città di Efraim, che Asa suo padre aveva conquistate.

Il SIGNORE fu con Giosafat, perché egli camminò nelle vie che Davide suo padre aveva seguite da principio, e non cercò i Baali, ma il Dio di suo padre; si comportò secondo i suoi comandamenti, senza imitare quel che faceva Israele.

Perciò il SIGNORE assicurò il potere del regno nelle mani di Giosafat; tutto Giuda gli portava doni, ed egli ebbe ricchezza e gloria in abbondanza.

Il suo coraggio crebbe seguendo le vie del SIGNORE; e fece anche sparire da Giuda gli alti luoghi e gli idoli di Astarte.

Il terzo anno del suo regno mandò i suoi capi Ben-Ail, Obadia, Zaccaria, Natanaele e Micaia, a insegnare nelle città di Giuda.

Con essi mandò i Leviti Semaia, Netania, Zebadia, Asael, Semiramot, Gionatan, Adonia, Tobia e Tob-Adonia, e i sacerdoti Elisama e Ieoram.

Ed essi insegnarono in Giuda.

Avevano con sé il libro della legge del SIGNORE; percorsero tutte le città di Giuda, e istruirono il popolo.

Il terrore del SIGNORE s'impadronì di tutti i regni dei paesi che circondavano Giuda, al punto che non mossero guerra a Giosafat.

Una parte dei Filistei portò a Giosafat dei doni, e un tributo in argento; anche gli Arabi gli portarono del bestiame: settemilasettecento montoni e settemilasettecento capri.

Giosafat raggiunse un alto grado di grandezza, e costruì in Giuda castelli e città di rifornimento.

Fece eseguire molti lavori nelle città di Giuda, ed ebbe a Gerusalemme dei guerrieri, uomini forti e valorosi. (2 Cronache 17:1-13)

 

Anche Giosafat, come suo padre Asa, parte molto bene, ma nel suo prosieguo egli fa un’alleanza particolare:

E Giosafat disse al re d'Israele: «Ti prego, consulta oggi la parola del SIGNORE».

Allora il re d'Israele radunò i profeti, in numero di quattrocento, e disse loro: «Dobbiamo andare a far guerra a Ramot di Galaad, o no?»

Quelli risposero: «Va', e Dio la darà nelle mani del re».

Ma Giosafat disse: «Non c'è qui nessun altro profeta del SIGNORE da poter consultare?»

Il re d'Israele rispose a Giosafat: «C'è ancora un uomo per mezzo del quale si potrebbe consultare il SIGNORE; ma io lo odio perché non mi predice mai nulla di buono, ma sempre del male: è Micaia, figlio d'Imla».

E Giosafat disse: «Non dica così il re».

Allora il re d'Israele chiamò un eunuco, e gli disse: «Fa' subito venire Micaia, figlio d'Imla».

Il re d'Israele e Giosafat, re di Giuda, sedevano ciascuno sul suo trono, vestiti dei loro abiti regali, nell'aia che è all'ingresso della porta di Samaria; tutti i profeti profetizzavano davanti a loro.

Sedechia, figlio di Chenaana, si era fatto delle corna di ferro, e disse: «Così dice il SIGNORE: "Con queste corna colpirai i Siri finché tu li abbia completamente distrutti"».

E tutti i profeti profetizzavano nello stesso modo, dicendo: «Sali contro Ramot di Galaad, e vincerai; il SIGNORE la darà nelle mani del re».

Il messaggero che era andato a chiamare Micaia, gli parlò così: «Tutti i profeti, a una voce, predicono del bene al re; ti prego, le tue parole siano concordi con le loro, e predici del bene!»

Ma Micaia rispose: «Com'è vero che il SIGNORE vive, io dirò quel che il SIGNORE mi dirà».

Quando giunse davanti al re, il re gli disse: «Micaia, dobbiamo andare a far guerra a Ramot di Galaad, o no?»

Egli rispose: «Andate pure, e vincerete; i nemici saranno dati nelle vostre mani».

Il re gli disse: «Quante volte dovrò scongiurarti di non dirmi altro che la verità nel nome del SIGNORE?»

Micaia rispose: «Ho visto tutto Israele disperso su per i monti, come pecore che non hanno pastore; e il SIGNORE ha detto: "Questa gente non ha padrone; se ne torni ciascuno in pace a casa sua"».

Il re d'Israele disse a Giosafat: «Non te l'avevo detto che costui non mi avrebbe predetto nulla di buono, ma soltanto del male?»

Micaia replicò: «Perciò ascoltate la parola del SIGNORE. Io ho visto il SIGNORE seduto sul suo trono, e tutto l'esercito del cielo che gli stava a destra e a sinistra.

E il SIGNORE disse: "Chi sedurrà Acab, re d'Israele, affinché salga contro Ramot di Galaad e vi perisca?" Ci fu chi rispose in un modo e chi rispose in un altro.

Allora si fece avanti uno spirito, il quale si presentò davanti al SIGNORE, e disse: "Lo sedurrò io". Il SIGNORE gli disse: "E come?"

Quello rispose: "Io uscirò, e sarò spirito di menzogna in bocca a tutti i suoi profeti".

(2 Cronache 18:4-21)

 

Giosafat, si alleò con Acab, un re di Israele infedele, e come tale doveva considerarlo, anche se era il re di Israele.

Nello stesso modo Paolo avverte oggi i cristiani:

Vi ho scritto nella mia lettera di non mischiarvi con i fornicatori; non del tutto però con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari e i ladri, o con gl'idolatri; perché altrimenti dovreste uscire dal mondo; ma quel che vi ho scritto è di non mischiarvi con chi, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, un avaro, un idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone, un ladro; con quelli non dovete neppure mangiare. (1 Corinzi 5:9-11)

 

Dio giudica Giosafat!

Da questo momento in poi, Giosafat non sarà più lo stesso:

Dopo questo, Giosafat, re di Giuda, si associò con il re d'Israele Acazia, che si comportava da empio; e se lo associò, per costruire delle navi che andassero a Tarsis; e le costruirono a Esion-Gheber.

Allora Eliezer, figlio di Dodava da Maresa, profetizzò contro Giosafat, dicendo: «Perché ti sei associato con Acazia, il SIGNORE ha disperso le tue opere».

E le navi furono sfasciate, e non poterono fare il viaggio di Tarsis. (2 Cronache 20:35-37)

Giosafat, nella sua infedeltà, in quanto non si ravvide, ha perso le sue opere, esse non saranno più ricordate (le navi furono sfasciate)!

Questa è una sentenza di Dio

Il problema non è cadere, è non rialzarsi!

La differenza sostanziale la fa il ravvedimento!

 

Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme divino rimane in lui,

e non può persistere nel peccare perché è nato da Dio.

In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio;

 come pure chi non ama suo fratello. (1 Giovanni 3:9-10)

 

6)                      Davide

Il SIGNORE si accese di nuovo d'ira contro Israele, e incitò Davide contro il popolo, dicendo: «Va' e fa' il censimento d'Israele e di Giuda». (2 Samuele 24:1)

Satana si mosse contro Israele, e incitò Davide a fare il censimento d'Israele.  (1 Cronache 21:1)

Stesso brano, raccontato in due libri diversi della Bibbia, con una profonda differenza! Perché?

Dio incitò Davide, perché?

Perché Davide voleva farlo contro la volontà di Dio!

Dio asseconda la caparbietà dell’uomo, che non vuole ravvedersi, anche se è un figlio di Dio, permettendo a satana di agire nei suoi pensieri, questa è una sentenza!

Nel caso di Davide, egli, dopo aver commesso l’infedeltà si ravvide:

Dopo che Davide ebbe fatto il censimento del popolo, provò un rimorso al cuore, e disse al SIGNORE: «Ho gravemente peccato in quel che ho fatto; ma ora, o SIGNORE, perdona l'iniquità del tuo servo, perché ho agito con grande stoltezza».  (2 Samuele 24:10)

 

Ma nonostante il ravvedimento di Davide, Dio sentenziò una pena:

Quando Davide si alzò la mattina, la parola del SIGNORE fu così rivolta al profeta Gad, il veggente di Davide: «Va' a dire a Davide: "Così dice il SIGNORE: Io ti propongo tre cose: scegline una e quella ti farò"».

Gad andò dunque da Davide, gli riferì questo e disse: «Vuoi sette anni di carestia nel tuo paese, oppure tre mesi di fuga davanti ai tuoi nemici che t'inseguono, oppure tre giorni di peste nel tuo paese? Ora rifletti e vedi che cosa devo rispondere a colui che mi ha mandato».

Davide disse a Gad: «Io sono in una grande angoscia! Ebbene, cadiamo nelle mani del SIGNORE, perché le sue compassioni sono immense; ma che io non cada nelle mani degli uomini!»

Così il SIGNORE mandò la peste in Israele, da quella mattina fino al tempo fissato; da Dan a Beer-Sceba morirono settantamila persone del popolo. (2 Samuele 24:11-15)

Il peccato non è mai una questione privata, è una questione comunitaria, nel popolo di Israele come nella Chiesa, ricordiamocelo!

 

7)                      Zaccaria

Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote di nome Zaccaria, del turno di Abìa; sua moglie era discendente d'Aaronne e si chiamava Elisabetta.

Erano entrambi giusti davanti a Dio e osservavano in modo irreprensibile tutti i comandamenti e i precetti del Signore.

Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile, ed erano tutti e due in età avanzata.

Mentre Zaccaria esercitava il sacerdozio davanti a Dio nell'ordine del suo turno, secondo la consuetudine del sacerdozio, gli toccò in sorte di entrare nel tempio del Signore per offrirvi il profumo; e tutta la moltitudine del popolo stava fuori in preghiera nell'ora del profumo.

E gli apparve un angelo del Signore, in piedi alla destra dell'altare dei profumi.

Zaccaria lo vide e fu turbato e preso da spavento.

Ma l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, perché la tua preghiera è stata esaudita; tua moglie Elisabetta ti partorirà un figlio, e gli porrai nome Giovanni.

Tu ne avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno per la sua nascita.

Perché sarà grande davanti al Signore. Non berrà né vino né bevande alcoliche, e sarà pieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre; convertirà molti dei figli d'Israele al Signore, loro Dio; andrà davanti a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per volgere i cuori dei padri ai figli e i ribelli alla saggezza dei giusti, per preparare al Signore un popolo ben disposto».

E Zaccaria disse all'angelo: «Da che cosa conoscerò questo? Perché io sono vecchio e mia moglie è in età avanzata».

L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto davanti a Dio; e sono stato mandato a parlarti e annunciarti queste liete notizie. Ecco, tu sarai muto, e non potrai parlare fino al giorno che queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole che si adempiranno a loro tempo». (Luca 1:5-20)

 

Zaccaria era un “sacerdote modello”, senza biasimo, era un uomo timorato di Dio, Lui e sua moglie Elisabetta erano un esempio per tutto il popolo di Dio… …Dio esaudisce la sua preghiera… …Dio esaudisce il Suo disegno per mezzo di Zaccaria… …ma Zaccaria subisce una sentenza per non aver creduto alla Parola di Dio in un particolare momento della sua vita (nonostante conoscesse la Potenza di Dio espressa nella medesima maniera in Abramo e Sara)!

 

L’essere muto davanti a tutto il popolo,

era il segno del “giudizio temporaneo” di Dio su Zaccaria

perché non aveva creduto alla “Parola di Dio!

 

Qualcuno a questo punto potrebbe obiettare a questi esempi evidenziando che sono tutti esempi nella dispensazione dell’Antico Patto… …ma continuiamo a leggere…

 

8)              Anania e Saffira

Ma un uomo di nome Anania, con Saffira sua moglie, vendette una proprietà, e tenne per sé parte del prezzo, essendone consapevole anche la moglie; e, un'altra parte, la consegnò, deponendola ai piedi degli apostoli.

Ma Pietro disse: «Anania, perché Satana ha così riempito il tuo cuore da farti mentire allo Spirito Santo e trattenere parte del prezzo del podere?

Se questo non si vendeva, non restava tuo? E una volta venduto, il ricavato non era a tua disposizione? Perché ti sei messo in cuore questa cosa? Tu non hai mentito agli uomini ma a Dio».

Anania, udendo queste parole, cadde e spirò.

E un gran timore prese tutti quelli che udirono queste cose.

I giovani, alzatisi, ne avvolsero il corpo e, portatolo fuori, lo seppellirono.

Circa tre ore dopo, sua moglie, non sapendo ciò che era accaduto, entrò.

E Pietro, rivolgendosi a lei: «Dimmi», le disse, «avete venduto il podere per tanto?»

Ed ella rispose: «Sì, per tanto».

Allora Pietro le disse: «Perché vi siete accordati a tentare lo Spirito del Signore? Ecco, i piedi di quelli che hanno seppellito tuo marito sono alla porta e porteranno via anche te».

Ed ella in quell'istante cadde ai suoi piedi e spirò.

I giovani, entrati, la trovarono morta; e, portatala via, la seppellirono accanto a suo marito.

Allora un gran timore venne su tutta la chiesa e su tutti quelli che udivano queste cose.(Atti 5:1-11)

 

La Chiesa è appena nata, e abbiamo due credenti che vogliono farsi vedere per quello che non sono!

L’usanza (non l’insegnamento) della Chiesa primitiva, era di mettere tutto in comune e non c’era nessun bisognoso!

Nella Chiesa tutti trovavano rifugio e conforto!

Quello che Dio vuole è un donatore gioioso, come dice anche Paolo:

Dia ciascuno come ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia, né per forza, perché Dio ama un donatore gioioso. (2 Corinzi 9:7)

 

Ma Anania e Saffira, volevano “bleffare”, cercavano la propria gloria e per arrivare a questo si erano abbandonati alla menzogna.

Pietro è lapidario:

Anania, perché Satana ha così riempito il tuo cuore da farti mentire allo Spirito Santo

…Saffira, perché vi siete accordati a tentare lo Spirito del Signore?

 

Pietro, pronuncia una sentenza da parte di Dio!

I giovani, i ragazzi… …devono seppellire… …che esempio videro questi giovani, altro che “risolvere” le situazioni tra “anziani”. Forse i giovani credenti di oggi non sanno cos’è il timore di Dio, perché non vedono la disciplina applicata.

 

9)              Lo scandalo di Corinto (fornicazione carnale - immoralità)

Si ode addirittura affermare che vi è tra di voi fornicazione, una tale fornicazione che non si trova neppure fra i pagani; al punto che uno si tiene la moglie di suo padre! E voi siete gonfi, e non avete invece fatto cordoglio, perché colui che ha commesso quell'azione fosse tolto di mezzo a voi!

Quanto a me, assente di persona ma presente in spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha commesso un tale atto.  

Nel nome del Signore Gesù, essendo insieme riuniti voi e lo spirito mio, con l'autorità del Signore nostro Gesù, ho deciso che quel tale sia consegnato a Satana, per la rovina della carne, affinché lo spirito sia salvo nel giorno del Signore Gesù.

(1 Corinzi 5:1-5)

 

Questo triste evento è un classico esempio di quelle sentenze che troviamo anche nel Nuovo Testamento, sotto la Grazia, dove regna l’Amore di Dio… …il perdono (che poi ci sarà in seguito al ravvedimento – cfr 2 Corinzi  2:5-11)!

Ma non ci può essere Grazia, Amore, Perdono dove regna il peccato (ovvero persiste a rimanere presente ed indisturbato).

Purtroppo ci si rifugia con molta superficialità dietro la bellissima esortazione di Gesù sul monte:

«Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo? O, come potrai tu dire a tuo fratello: "Lascia che io ti tolga dall'occhio la pagliuzza", mentre la trave è nell'occhio tuo? Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello. (Matteo 7:1-5)

 

Ma l’insegnamento che voleva dare Gesù non mi sembra che fosse: Non giudicare il peccato del fratello se no poi lui giudica il tuo, quindi è meglio che ognuno di voi resti nel proprio peccato… …una sorta di omertà generale verso il peccato!

Gesù esortava dicendo: togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello… (così ci vedrete bene tutti e due!)

In questo trova così conforto l’esortazione di Paolo:

Ora, fratelli miei, io pure sono persuaso, a vostro riguardo, che anche voi siete pieni di bontà, ricolmi di ogni conoscenza, capaci anche di ammonirvi a vicenda (Romani 15:14)

 

E l’esortazione dell’autore della lettera agli ebrei:

Badate, fratelli, che non ci sia in nessuno di voi un cuore malvagio e incredulo, che vi allontani dal Dio vivente; ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si può dire: «Oggi», perché nessuno di voi s'indurisca per la seduzione del peccato. (Ebrei 3:12-13)

 

 ***

Il Giudizio come valutazione

 

Il nostro Signore giudica il suo popolo e lo valuta!

La valutazione di Dio sui credenti possiamo vederla anche nelle sette lettere dell’Apocalisse:

«All'angelo della chiesa di Efeso scrivi: Queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro:
"Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi. So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amor del mio nome e non ti sei stancato.

Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore.

Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima; altrimenti verrò presto da te e rimoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi. Tuttavia hai questo, che detesti le opere dei Nicolaiti, che anch'io detesto.

Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.

A chi vince io darò da mangiare dell'albero della vita, che è nel paradiso di Dio".

 

«All'angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l'ultimo, che fu morto e tornò in vita: "Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana.

Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni.

Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita.

Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.

Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda".

 

«All'angelo della chiesa di Pergamo scrivi: Queste cose dice colui che ha la spada affilata a due tagli: "Io conosco dove tu abiti, cioè là dov'è il trono di Satana; tuttavia tu rimani fedele al mio nome e non hai rinnegato la fede in me, neppure ai giorni di Antipa, il mio fedele testimone, fu ucciso fra voi, là dove Satana abita.

Ma ho qualcosa contro di te: hai alcuni che professano la dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balac il modo di far cadere i figli d'Israele, inducendoli a mangiare carni sacrificate agli idoli e a fornicare.

Così anche tu hai alcuni che professano similmente la dottrina dei Nicolaiti.

Ravvediti dunque, altrimenti fra poco verrò da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca.

Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.

A chi vince io darò della manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale è scritto un nome nuovo che nessuno conosce, se non colui che lo riceve".

 

«All'angelo della chiesa di Tiatiri scrivi: Queste cose dice il Figlio di Dio, che ha gli occhi come fiamma di fuoco, e i piedi simili a bronzo incandescente:
"Io conosco le tue opere, il tuo amore, la tua fede, il tuo servizio, la tua costanza; so che le tue ultime opere sono più numerose delle prime.

Ma ho questo contro di te: che tu tolleri Iezabel, quella donna che si dice profetessa e insegna e induce i miei servi a commettere fornicazione, e a mangiare carni sacrificate agli idoli.

Le ho dato tempo perché si ravvedesse, ma lei non vuol ravvedersi della sua fornicazione.

Ecco, io la getto sopra un letto di dolore, e metto in una grande tribolazione coloro che commettono adulterio con lei, se non si ravvedono delle opere che ella compie.

Metterò anche a morte i suoi figli; e tutte le chiese conosceranno che io sono colui che scruta le reni e i cuori, e darò a ciascuno di voi secondo le sue opere.

Ma agli altri di voi, in Tiatiri, che non professate tale dottrina e non avete conosciuto le profondità di Satana (come le chiamano loro), io dico: Non vi impongo altro peso.

Soltanto, quello che avete, tenetelo fermamente finché io venga.

A chi vince e persevera nelle mie opere sino alla fine, darò potere sulle nazioni, ed egli le reggerà con una verga di ferro e le frantumerà come vasi d'argilla, come anch'io ho ricevuto potere dal Padre mio; e gli darò la stella del mattino.

Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese".

 

«All'angelo della chiesa di Sardi scrivi: Queste cose dice colui che ha i sette spiriti di Dio e le sette stelle: "Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere ma sei morto.

Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire; poiché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio.

Ricòrdati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola, continua a serbarla e ravvediti. Perché, se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti.

Tuttavia a Sardi ci sono alcuni che non hanno contaminato le loro vesti; essi cammineranno con me in bianche vesti, perché ne sono degni.

Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli.
Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese".

 

«All'angelo della chiesa di Filadelfia scrivi: Queste cose dice il Santo, il Veritiero, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre: "Io conosco le tue opere. Ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché, pur avendo poca forza, hai serbato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome. Ecco, ti do alcuni della sinagoga di Satana, i quali dicono di essere Giudei e non lo sono, ma mentono; ecco, io li farò venire a prostrarsi ai tuoi piedi per riconoscere che io ti ho amato. Siccome hai osservato la mia esortazione alla costanza, anch'io ti preserverò dall'ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra.

Io vengo presto; tieni fermamente quello che hai, perché nessuno ti tolga la tua corona.

Chi vince io lo porrò come colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non ne uscirà mai più; scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio (la nuova Gerusalemme che scende dal cielo da presso il mio Dio) e il mio nuovo nome.
Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese".

 

«All'angelo della chiesa di Laodicea scrivi: Queste cose dice l'Amen, il testimone fedele e veritiero, il principio della creazione di Dio: "Io conosco le tue opere: tu non sei né freddo né fervente. Oh, fossi tu pur freddo o fervente! Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca.

Tu dici: 'Sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di niente!' Tu non sai, invece, che sei infelice fra tutti, miserabile, povero, cieco e nudo. Perciò io ti consiglio di comperare da me dell'oro purificato dal fuoco, per arricchirti; e delle vesti bianche per vestirti e perché non appaia la vergogna della tua nudità; e del collirio per ungerti gli occhi e vedere.

Tutti quelli che amo, io li riprendo e li correggo; sii dunque zelante e ravvediti.

Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.

Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono.

Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese"». (Apocalisse 2-3)

 

Paolo stesso ci parla del Giusto Giudice:

Quanto a me, io sto per essere offerto in libazione, e il tempo della mia partenza è giunto.

Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede.

Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione. (2 Timoteo 4:6-8)

 

Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male.  (2 Corinzi 5:10)

 

E’ in questa ottica che dobbiamo considerare quanto scrive l’apostolo Pietro:

Infatti è giunto il tempo in cui il giudizio deve cominciare dalla casa di Dio; e se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non ubbidiscono al vangelo di Dio    (1 Pietro 4:17)

 

***

 

CONCLUSIONE

Abbiamo quindi in questo passo un secondo motivo di perseveranza… …ci sarà un tribunale dove saremo chiamati a rendere conto di quanto Dio ha fatto per noi e di quanto ci ha affidato!

 

Facciamo quindi molta attenzione alla nostra posizione

rispetto alla conoscenza della verità che abbiamo ricevuto,

rispetto al sangue del patto che è stato versato per noi,

rispetto allo Spirito della Grazia che è stato offerto,

per non cadere nella condanna di Dio (il peggior castigo!)

 

Facciamo inoltre a non ingannarci pensando di poterci beffare di Dio,

perché quello che l'uomo avrà seminato, quello pure mieterà.

Perché chi semina per la sua carne, mieterà corruzione dalla carne; ma chi semina per lo Spirito mieterà dallo Spirito vita eterna.

 

Paolo scriveva ai fratelli di Corinto:

Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.

Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra.

Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra; poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù.

Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno.

Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco.

Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?

Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi. Nessuno s'inganni. (1 Corinzi 3:9-18)

 

 Gianni Marinuzzi