Il ricordo della fede iniziale

 

 

Ma ricordatevi di quei primi giorni, in cui, dopo essere stati illuminati, voi avete dovuto sostenere una lotta lunga e dolorosa: talvolta esposti agli oltraggi e alle vessazioni; altre volte facendovi solidali con quelli che erano trattati in questo modo.

Infatti, voi simpatizzaste con i carcerati e accettaste con gioia la ruberia dei vostri beni, sapendo di possedere una ricchezza migliore e duratura.

Non abbandonate la vostra franchezza che ha una grande ricompensa!

Infatti avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso.

Perché: «Ancora un brevissimo tempo e colui che deve venire verrà e non tarderà; ma il mio giusto per fede vivrà; e se si tira indietro, l'anima mia non lo gradisce».

Ora, noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che hanno fede per ottenere la vita.

Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono. (Ebrei 10:32 / 11:1)

 

***

Il giorno di Cristo è terribile per quelli che l'hanno rifiutato; ma, per coloro che hanno perseverato è giorno di gloriosa retribuzione.

Se i cristiani ebrei (e qualsiasi altro uomo) si ostineranno nel rifiutare il dono della Grazia offerta nel sacrificio di Gesù Cristo, di cui sono stati fatti parte, essi incorreranno nel giudizio; ma se invece correranno con perseveranza per la via nella quale sono entrati con un ardore pieno di promesse, essi riceveranno la ricompensa promessa a coloro che sono fedeli fino alla fine.

Hanno ben iniziato il combattimento…

…si tratta di perseverare fino alla completa vittoria.

È questo il pensiero incoraggiante che l'autore porta come terzo motivo di perseveranza nella fede.

 

***

Ma ricordatevi di quei primi giorni, in cui, dopo essere stati illuminati, voi avete dovuto sostenere una lotta lunga e dolorosa:

talvolta esposti agli oltraggi e alle vessazioni; altre volte facendovi solidali con quelli che erano trattati in questo modo.

Infatti, voi simpatizzaste con i carcerati e accettaste con gioia la ruberia dei vostri beni,

sapendo di possedere una ricchezza migliore e duratura.

 

…ricordatevi di quei primi giorni,

Il ricordo di quei primi giorni umanamente travagliati ma pieni di luce, di allegrezza, di santo entusiasmo, di zelo, di amore, di lotte e di vittorie, di afflizioni confortate da grandi consolazioni, diventa un motivo di perseveranza nella Via della Verità e della Vita e rende più saldo il proposito di perseverare in essa.

Un modo sicuramente efficace per preparare gli uomini ad affrontare le prove future consiste nel ricordare loro la fede dimostrata in passato.

Abbiamo un bellissimo esempio di questo in Davide, quando doveva affrontare il gigante Goliath, nonostante che Saul cercava di dissuaderlo per la sua inesperienza e giovane età:

Davide disse a Saul: «Nessuno si perda d'animo a motivo di costui! Il tuo servo andrà e si batterà con quel Filisteo».

Saul disse a Davide: «Tu non puoi andare a batterti con quel Filisteo; poiché tu non sei che un ragazzo, ed egli è un guerriero fin dalla sua giovinezza».

Davide rispose a Saul: «Il tuo servo pascolava il gregge di suo padre e talvolta veniva un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge. Allora gli correvo dietro, lo colpivo, gli strappavo dalle fauci la preda; e se quello mi si rivoltava contro, lo afferravo per le mascelle, lo ferivo e l'ammazzavo. Sì, il tuo servo ha ucciso il leone e l'orso; questo incirconciso, Filisteo, sarà come uno di quelli, perché ha coperto di vergogna le schiere del Dio vivente».

Davide soggiunse: «Il SIGNORE, che mi liberò dalla zampa del leone e dalla zampa dell'orso, mi libererà anche dalla mano di questo Filisteo».

Saul disse a Davide: «Va', e il SIGNORE sia con te». (1 Samuele 17:32-37)

 

I giorni da ricordare sono i giorni nei quali, una volta illuminati dalla Parola, è giunta fulminea la tribolazione, la lotta, gli oltraggi, le vessazioni subite direttamente o viste subire dai fratelli in fede.

L’opera del nemico è quasi istantanea dopo che è stato seminato il seme della Parola, Gesù ne parlò nella parabola del seminatore:

Or come si riuniva una gran folla e la gente di ogni città accorreva a lui, egli disse in parabola:
«Il seminatore uscì a seminare la sua semenza; e, mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada: fu calpestato e gli uccelli del cielo lo mangiarono. Un'altra cadde sulla roccia: appena fu germogliato seccò, perché non aveva umidità.

Un'altra cadde in mezzo alle spine: le spine, crescendo insieme con esso, lo soffocarono.

Un'altra parte cadde in un buon terreno: quando fu germogliato, produsse il cento per uno».

Dicendo queste cose, esclamava: «Chi ha orecchi per udire oda!»

I suoi discepoli gli domandarono che cosa volesse dire questa parabola.

Ed egli disse: «A voi è dato di conoscere i misteri del regno di Dio; ma agli altri se ne parla in parabole, affinché vedendo non vedano, e udendo non comprendano.

Or questo è il significato della parabola: il seme è la parola di Dio.

Quelli lungo la strada sono coloro che ascoltano, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dal loro cuore, affinché non credano e non siano salvati.

Quelli sulla roccia sono coloro i quali, quando ascoltano la parola, la ricevono con gioia; ma costoro non hanno radice, credono per un certo tempo ma, quando viene la prova, si tirano indietro.

Quello che è caduto tra le spine sono coloro che ascoltano, ma se ne vanno e restano soffocati dalle preoccupazioni, dalle ricchezze e dai piaceri della vita, e non arrivano a maturità.

E quello che è caduto in un buon terreno sono coloro i quali, dopo aver udito la parola,

la ritengono in un cuore onesto e buono, e portano frutto con perseveranza.

(Luca 8:4-15)

 

Lo scopo che Gesù si proponeva in quella parabola era di delineare i vari modi in cui viene accolto il Vangelo del Suo Regno.

Egli descrive quattro differenti specie di suolo sul quale cadde la Semenza del seminatore:

- la strada;

- il terreno sassoso ricoperto da uno strato sottile di terra;

- il terreno seminato di spine che tolgono al buon seme l'aria, l'umidità, ed il nutrimento;

- il buon terreno ben coltivato e pulito di erbe infestanti, nel quale il seme cresce rigoglioso, promettendo un ricco raccolto.

 

Il cuore di ogni uditore o lettore del Vangelo è simile all'uno o all’altro di questi terreni.

- C’è il cuore duro, orgoglioso, pieno della propria giustizia, che rifiuta di ricevere il messaggio contenuto nella Parola di Dio, e che Satana ben presto cancella dalla mente e dalla memoria.

- C'è il cuore entusiasta e sentimentale, assetato di novità, il quale riceve il messaggio con apparante gioia, lo adotta come una distrazione di buon gusto (non forma la radice), lo segue finché è popolare; ma lo abbandona subito quando gli uomini cominciano a dirne del male, ed a perseguitarlo.

- C’è il cuore preoccupato ed aggravato dalle cure, dalle vicissitudini, e dai piaceri della vita presente, che accetta la Parola ma la stessa rimane presto soffocata dalle sue vane preoccupazioni.

- C’è il cuore preparato a ricevere la verità, e nel quale questa cadendo produce buon frutto in proporzioni variabili.

 

L’autore della lettera, sembra piuttosto richiamare i lettori alla quarta tipologia di cuori, e ricorda come la loro conversione a Cristo abbia superato le prime lotte per la fede.

La stessa considerazione, Paolo la fece scrivendo ai galati:

Siete così insensati? Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne?

Avete sofferto tante cose invano? (Galati 3:3-4)

 

Fra i ricordi dei giorni passati:

- il primo in ordine di tempo è la conoscenza della Verità.

La vita cristiana comincia con “l'essere illuminati”, come nel principio:                         

  Dio disse: «Sia luce!» E luce fu. (Genesi 1:3)

 

E Gesù Cristo è La Luce:

La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo.

Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto.

È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio. (Giovanni 1:9-13)

 

Dio non ci chiede una fede cieca, ci chiede una fede illuminata dalla Sua Parola!

 

- In secondo luogo l’autore cita la lotta lunga e dolorosa.

La lotta fine a se stessa non serve a nulla, la lotta che conta è quella che si sostiene per la causa del Vangelo!

Essi avevano lottato per un bene migliore e duraturo.

Da quello che si evince non tutti i fratelli sono stati direttamente bersaglio delle persecuzioni; ma anche quelli risparmiati hanno avuto la loro parte delle prove, perchè, non volendo rinnegare la fratellanza e il Vangelo, hanno volonterosamente partecipato alla sorte dei perseguitati con l'andare incontro a pericoli e difficoltà nel provvedere alle loro necessità e alleviare le loro sofferenze.

Le sofferenze di una parte dei membri della famiglia di Dio non devono lasciare indifferenti gli altri.

Se un membro soffre tutti soffrono con esso (cfr 1 Corinzi 15:26), e cercano di alleviare in quel modo che è loro dato le sofferenze dei fratelli.

Il ricordo dei giorni di forza, d'entusiasmo, di fede, di eroismo, e sempre in ogni vita d'uomo un punto su cui lo sguardo si ferma volentieri.

I tempi del primo amore sono quelli che sentiamo essere stati i più belli ed i migliori e i più felici perché rigogliosa era la vita spirituale.

A quei giorni succedono spesso quelli della fiacchezza, della stanchezza, dell'affievolimento, delle tentazioni ordinarie contro alle quali stiamo meno in guardia.

Il ricordo di quei primi giorni ci deve servire da incoraggiamento a riprendere la lotta con nuovo ardore.

 

Quanto è prezioso il frutto… tanto è dura la lotta per ottenerlo!

Come il frutto è duraturo… è duratura la lotta per conquistarlo!

La lotta è lunga e dolorosa ricordiamocelo sempre…

…e prepariamoci di conseguenza!

 

La sofferenza che il credente deve subire nella sua lotta è essenzialmente il progressivo distacco da tutte le cose che questo mondo sembra dare con generosità a chi ne segue l’andazzo, d’altronde anche satana sa “essere generoso” con chi si sottomette alla sua autorità e lo adora, ci provò anche con Gesù:

Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli: «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori». (Matteo 4:8-9)

 

Disprezzando i “regali” di satana, il principe di questo mondo, ci attiriamo inevitabilmente addosso il disprezzo di chi in queste cose ci crede e ci spera e l’odio di coloro che amano queste cose e sono animati dal nostro avversario.

E questo mondo, che è tutto sotto il potere del maligno, da tante cose… ma non come le da il Signore:

Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà.

Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti. (Giovanni 14:27)

 

La differenza sta nella fedeltà… il mondo dà in modo temporaneo con lo scopo di tenerci sotto il suo potere… …pronto a ritirare ed a rinfacciare e a ritirare immediatamente quanto promesso…

Il Signore ha dato prova di amore incondizionato:

Gesù era buono con tutti:

Perché, avendone guariti molti, tutti quelli che avevano qualche malattia gli si precipitavano addosso per toccarlo. (Marco 3:10)

 

Pietro lo comprese quando vide la bontà di Dio per Cornelio:

Allora Pietro, cominciando a parlare, disse: «In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali; ma che in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito. Questa è la parola ch'egli ha diretta ai figli d'Israele, portando il lieto messaggio di pace per mezzo di Gesù Cristo. Egli è il Signore di tutti. (Atti 10:34-36)

 

Paolo ne esalta la imparzialità e la bontà:

Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per far misericordia a tutti.
Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio!

Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie! (Romani 11:32-33)

 

uno solo morì per tutti, quindi tutti morirono; e ch'egli morì per tutti,

affinché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro.

(2 Corinzi 5:14-15)

 

Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo,

che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti; questa è la testimonianza resa a suo tempo… (1 Timoteo 2:5-6)

 

Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata (infatti per questo fatichiamo e combattiamo):

abbiamo riposto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il Salvatore di tutti gli uomini, soprattutto dei credenti. (1 Timoteo 4:9-10)

 

Infatti la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata… (Tito 2:11)

 

L’autore della lettera agli ebrei ne conferma la realtà ed universalità:

Gesù, coronato di gloria e di onore a motivo della morte che ha sofferto, affinché, per la grazia di Dio,

gustasse la morte per tutti. (Ebrei 2:9)

             

Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure vi ha similmente partecipato, per distruggere,

con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo,

 e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita. (Ebrei 2:14-15)

 

Anche nel dono della Saggezza, Dio è fedele nello stesso modo:

Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare,

e gli sarà data. (Giacomo 1:5)

 

E il cristiano, per mezzo dello Spirito Santo è esortato ad avere lo stesso pensiero:

Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche,

preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini, (1 Timoteo 2:1)

 

Come abbiamo quindi visto, davanti alla fedeltà dei doni di Dio, possiamo meglio apprezzare la infedeltà di satana, che nel momento che il cristiano si converte, lo attacca su ogni aspetto umano con:

 

A) gli oltraggi

 

L’onore degli uomini.

L’oltraggio è una offesa grave e consapevole contro l'onore o la dignità di qualcuno.

Satana vuole toglierci l’onore di questo mondo… …il cristiano sottomesso a Dio, deve comprendere per prima cosa che deve rinunciare agli onori del mondo… …non sono compatibili con la sua vocazione… …prima lo impariamo e prima supereremo tante inutili corse e sofferenze.

La Parola di Dio ce ne parla diffusamente:

Per fede Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio, che godere per breve tempo i piaceri del peccato; stimando gli oltraggi di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d'Egitto, perché aveva lo sguardo rivolto alla ricompensa. (Ebrei 11:24-26)

 

Gli apostoli furono oltraggiati e ne furono rallegrati:

Essi dunque se ne andarono via dal sinedrio, rallegrandosi di essere stati ritenuti degni di essere oltraggiati per il nome di Gesù. (Atti 5:41)

 

Paolo fu oltraggiato ovunque e ne parla più volte:

Voi stessi, fratelli, sapete che la nostra venuta tra voi non è stata vana; anzi, dopo aver prima sofferto e subìto oltraggi, come sapete, a Filippi, trovammo il coraggio nel nostro Dio, per annunciarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte.

(1 Tessalonicesi 2:1-2)

 

Pietro, incoraggiandoci a superare questo attacco, ci illustra quale fu l’atteggiamento di Gesù, il nostro Sommo Maestro, su questo:       

è una grazia se qualcuno sopporta, per motivo di coscienza dinanzi a Dio, sofferenze che si subiscono ingiustamente.

Infatti, che vanto c'è se voi sopportate pazientemente quando siete malmenati per le vostre mancanze? Ma se soffrite perché avete agito bene, e lo sopportate pazientemente, questa è una grazia davanti a Dio.

Infatti a questo siete stati chiamati, poiché anche Cristo ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio, perché seguiate le sue orme.

Egli non commise peccato e nella sua bocca non si è trovato inganno.

Oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva a colui che giudica giustamente; (1 Pietro 2:19-23)

 

Ma dobbiamo chiederci perché?

 

La risposta è nella certezza di fede che Lo accompagnava e lo rendeva gioioso:

Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio. (Ebrei 12:3)

 

Come anche il profeta Isaia ci dipinge Gesù proprio con queste caratteristiche:

Egli è cresciuto davanti a lui come una pianticella, come una radice che esce da un arido suolo; non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci.

Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. (Isaia 53:2-3)

 

Il cristiano è chiamato quindi, non solo a non cercare questo onore, che se si conduce in modo pio non riceverà mai, ma anche a fuggire questa ricerca in quanto atteggiamento pagano e carnale.

Gesù rimproverava in tal senso i capi religiosi del suo tempo:

Quando dunque fai l'elemosina, non far suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli uomini.

Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. (Matteo 6:2)

 

Paolo rimprovera i fratelli carnali di Corinto per questo:

Noi siamo pazzi a causa di Cristo, ma voi siete sapienti in Cristo; noi siamo deboli, ma voi siete forti; voi siete onorati, ma noi siamo disprezzati. (1 Corinzi 4:10)

 

B) le vessazioni

 

La vessazione è un continuo maltrattamento, una continua oppressione sotto varie forme,  finalizzata a rendere la vita tribolata, pesante…

Abbiamo un bell’esempio a riguardo nella figura del faraone e nella reazione che ebbe, quando Mosè, nella sua prima istanza, chiese di fare andare il popolo di Israele nel deserto per adorare Dio:

Dopo questo, Mosè e Aaronne andarono dal faraone e gli dissero: «Così dice il SIGNORE, il Dio d'Israele: "Lascia andare il mio popolo, perché mi celebri una festa nel deserto"».

Ma il faraone rispose: «Chi è il SIGNORE che io debba ubbidire alla sua voce e lasciare andare Israele? Io non conosco il SIGNORE e non lascerò affatto andare Israele».

Essi dissero: «Il Dio degli Ebrei si è presentato a noi; lasciaci andare per tre giornate di cammino nel deserto, per offrire sacrifici al SIGNORE, nostro Dio, affinché egli non ci colpisca con la peste o con la spada».

Allora il re d'Egitto disse loro: «Mosè e Aaronne, perché distraete il popolo dai suoi lavori? Andate a fare quello che vi è imposto!»

Il faraone disse: «Ecco, ora il popolo è numeroso nel paese e voi gli fate interrompere i lavori che gli sono imposti».

Perciò quello stesso giorno il faraone diede quest'ordine agli ispettori del popolo e ai suoi sorveglianti: «Voi non darete più, come prima, la paglia al popolo per fare i mattoni; vadano essi a raccogliersi la paglia! Comunque imponete loro la stessa quantità di mattoni di prima, senza diminuzione; perché sono dei pigri; perciò gridano, dicendo: "Andiamo a offrire sacrifici al nostro Dio"! Questa gente sia caricata di lavoro e si occupi di quello, senza badare a parole bugiarde».

Allora gli ispettori del popolo e i sorveglianti uscirono e dissero al popolo: «Così dice il faraone: "Io non vi darò più paglia. Andate voi a procurarvi la paglia dove ne potete trovare, ma la vostra produzione non sarà ridotta per nulla"».

Così il popolo si sparse per tutto il paese d'Egitto, per raccogliere della stoppia da usare come paglia.

Gli ispettori li sollecitavano dicendo: «Completate il vostro quantitativo giornaliero, come quando c'era la paglia!»

I sorveglianti degli Israeliti, che gli ispettori del faraone avevano preposti, furono percossi. Fu loro detto: «Perché non avete portato a termine il vostro compito di fabbricare mattoni anche ieri e oggi, come prima?»

Allora i sorveglianti dei figli d'Israele vennero a lagnarsi dal faraone, dicendo: «Perché tratti così i tuoi servi? Non date più paglia ai vostri servi e ci dite: "Fate dei mattoni!" Ecco, i tuoi servi vengono percossi e il tuo popolo è considerato come colpevole!»

Egli rispose: «Siete dei pigri! Siete dei pigri! Per questo dite: "Andiamo a offrire sacrifici al SIGNORE".

Ora, andate e lavorate! Non vi si darà più paglia e fornirete la quantità di mattoni prescritta». (Esodo 5:1-18)

 

Nel momento che il cristiano si converte e vuole così seguire la via di Dio, è immediatamente oggetto delle vessazioni del nemico che cercherà in ogni maniera di scoraggiarlo, di rendergli la vita pesante, tribolata, per scoraggiarlo e renderlo quanto meno innocuo...

 

Paolo sintetizza in una affermazione emblematica questo concetto scrivendo a Timoteo, suo fedele discepolo:

Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati. (2 Timoteo 3:12)

 

E prosegue l’incoraggiamento a Timoteo, opponendo a coloro che vogliono viere piamente in Cristo, gli uomini malvagi e gli impostori:

Ma gli uomini malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, ingannando gli altri ed essendo ingannati. (2 Timoteo 3:13)

 

Suggerendo a Timoteo come resistere in questa lotta:

Tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la certezza, sapendo da chi le hai imparate, e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù.

Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.

(2 Timoteo 3:14-17)

 

Alle vessazioni del nemico siamo chiamati alla perseveranza nelle Scritture che ci daranno il coraggio, la costanza per resistere a questa dura lotta!

 

C) la limitazione della libertà (prigionia)

 

L’avversario, oltre a colpirci nell’onore e nella conduzione di una vita quanto meno “serena”, farà di tutto per impedirci di operare per il Signore.

La limitazione della libertà che dovettero subire i nostri fratelli e che subiscono ancora oggi i nostri fratelli nel mondo è una realtà.

Noi non siamo abituati a questo in quanto siamo soggetti ad un attacco diverso… il torpore… la tiepidezza… non meno efficace purtroppo… …ma la prigionia è una realtà per chi predica il Vangelo in modo “franco” dove c’è una opposizione di tipo “diretto”.

Abbiamo nella Scrittura diversi esempi di fratelli che dovettero subire questo attacco a causa della loro franchezza: 

 

Giovanni il battista:

Erode, fatto arrestare Giovanni, lo aveva incatenato e messo in prigione a motivo di Erodiada, moglie di Filippo suo fratello; perché Giovanni gli diceva: «Non ti è lecito averla». (Matteo 14:3-4)

 

Pietro e Giovanni a Gerusalemme:

Mentre essi parlavano al popolo, giunsero i sacerdoti, il capitano del tempio e i sadducei, indignati perché essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti.

Misero loro le mani addosso, e li gettarono in prigione fino al giorno seguente, perché era già sera. (Atti 4:1-3)

 

In quel periodo, il re Erode cominciò a maltrattare alcuni della chiesa; e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni.

Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, continuò e fece arrestare anche Pietro. Erano i giorni degli Azzimi.

Dopo averlo fatto arrestare, lo mise in prigione, affidandolo alla custodia di quattro picchetti di quattro soldati ciascuno; perché voleva farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua.

Pietro dunque era custodito nella prigione; ma fervide preghiere a Dio erano fatte per lui dalla chiesa. (Atti 12:1-5)

 

Paolo e Silvano a Filippi:

E, dopo aver dato loro molte vergate, li cacciarono in prigione, comandando al carceriere di sorvegliarli attentamente.

Ricevuto tale ordine, egli li rinchiuse nella parte più interna del carcere e mise dei ceppi ai loro piedi. (Atti 16:23-24)

 

I fratelli della chiesa di Smirne:

Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. (Apocalisse 2:10)

 

D) la perdita dei beni terreni (ruberie)

 

Di questo attacco non abbiamo esempi nella Scrittura, ma sicuramente abbiamo testimonianza di molti fratelli nel mondo che a causa della Parola di Dio hanno perso i loro beni terreni.

Certamente l’autore della lettera agli ebrei era a conoscenza di come i fratelli erano stati colpiti in tal senso, sia dai loro conterranei giudei (che delle ricchezze se ne facevano un’arma ed una forza) e sia dai romani che ne approfittavano nei loro abusi di potere.

 

…sapendo di possedere una ricchezza migliore e duratura

Tutte queste “perdite” sono state superate avendo una speranza: possedere una ricchezza migliore e duratura.

Questo ci insegna che le ricchezze che il Signore ha preparato per noi sono migliori delle ricchezze terrene… e non solo, sono durature, come d’altronde ci insegna Gesù:

Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano.

Perché dov'è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore. (Matteo 6:19-21)

 

Gli attacchi del nemico verso i fratelli non dobbiamo guardarli con distacco, qui l’autore ricorda l’opera di solidarietà che i fratelli ebrei avevano dimostrato nei loro primi giorni, come un’opera eroica: altre volte facendovi solidali con quelli che erano trattati in questo modo. Infatti, voi simpatizzaste…

Ricordiamoci di cosa ci insegnò Gesù:

Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso.

E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.

Allora il re dirà a quelli della sua destra: "Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v'è stato preparato fin dalla fondazione del mondo.

Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi".

Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?"

E il re risponderà loro: "In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me".

Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; fui straniero e non m'accoglieste; nudo e non mi vestiste; malato e in prigione, e non mi visitaste".

Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto aver fame, o sete, o essere straniero, o nudo, o ammalato, o in prigione, e non ti abbiamo assistito?"

Allora risponderà loro: "In verità vi dico che in quanto non l'avete fatto a uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me".

Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna (Matteo 25:31-46)

 

***

Non abbandonate la vostra franchezza che ha una grande ricompensa!

Infatti avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso.

Perché: «Ancora un brevissimo tempo e colui che deve venire verrà e non tarderà; ma il mio giusto per fede vivrà; e se si tira indietro, l'anima mia non lo gradisce».

 

L’autore, davanti a queste sofferenze, esorta i fratelli a non abbandonare la franchezza, come si trattasse di cosa priva di utilità, perchè invece è motivo di una grande ricompensa.

La tentazione a cui l’autore fa qui riferimento è la stessa che portò Esaù a disprezzare la primogenitura dicendo «Che mi giova?»

Troviamo questi pensieri e la ragionevole risposta nel Salmo 73:

Invano dunque ho purificato il mio cuore e ho lavato le mie mani nell'innocenza!

Poiché sono colpito ogni giorno e il mio tormento si rinnova ogni mattina.

Se avessi detto: «Parlerò come loro», ecco, avrei tradito la stirpe dei tuoi figli.

Ho voluto riflettere per comprendere questo, ma la cosa mi è parsa molto ardua, finché non sono entrato nel santuario di Dio, e non ho considerato la fine di costoro.

Certo, tu li metti in luoghi sdrucciolevoli, tu li fai cadere in rovina.

Come sono distrutti in un momento, portati via, consumati in circostanze orribili!

Come avviene d'un sogno quand'uno si sveglia, così tu, Signore, quando ti desterai, disprezzerai la loro vana apparenza.

Quando il mio cuore era amareggiato e io mi sentivo trafitto internamente, ero insensato e senza intelligenza; io ero di fronte a te come una bestia.

Ma pure, io resto sempre con te; tu m'hai preso per la mano destra; mi guiderai con il tuo consiglio e poi mi accoglierai nella gloria.

Chi ho io in cielo fuori di te? E sulla terra non desidero che te.

La mia carne e il mio cuore possono venir meno, ma Dio è la rocca del mio cuore e la mia parte di eredità, in eterno.

Poiché, ecco, quelli che s'allontanano da te periranno; tu distruggi chiunque ti tradisce e ti abbandona.

Ma quanto a me, il mio bene è stare unito a Dio; io ho fatto del Signore, di Dio,
il mio rifugio, per raccontare, o Dio, tutte le opere tue
.
(Salmo 73:13-28)

 

La ricompensa della franchezza della fede è quella che unisce tutti i patriarchi del popolo di Dio che l’autore elencherà subito dopo:

Tutti costoro sono morti nella fede, senza ricevere le cose promesse, ma le hanno vedute e salutate da lontano, confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra.

Infatti, chi dice così dimostra di cercare una patria; e se avessero avuto a cuore quella da cui erano usciti, certo avrebbero avuto tempo di ritornarvi!

Ma ora ne desiderano una migliore, cioè quella celeste; perciò Dio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio, poiché ha preparato loro una città. (Ebrei 11:14-16)

 

avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso.

La costanza! Ecco quello che mancava ai destinatari della lettera… …e a noi?

Gesù fu molto preciso nel Suo discorso profetico sul monte degli ulivi:

Ma prima di tutte queste cose, vi metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno consegnandovi alle sinagoghe, e mettendovi in prigione, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome.

Ma ciò vi darà occasione di rendere testimonianza.

Mettetevi dunque in cuore di non premeditare come rispondere a vostra difesa, perché io vi darò una parola e una sapienza alle quali tutti i vostri avversari non potranno opporsi né contraddire.

Voi sarete traditi perfino da genitori, fratelli, parenti e amici; faranno morire parecchi di voi; e sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma neppure un capello del vostro capo perirà.  Con la vostra costanza salverete le vostre vite. (Luca 21:12-19)

 

Paolo raccomandava a Timoteo di ricercare la costanza:

Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose, e ricerca la giustizia, la pietà, la fede, l'amore, la costanza e la mansuetudine.

Combatti il buon combattimento della fede, afferra la vita eterna alla quale sei stato chiamato e in vista della quale hai fatto quella bella confessione di fede in presenza di molti testimoni. (1 Timoteo 6:11-12)

 

E gli ricordava il suo esempio:

Tu invece hai seguito da vicino il mio insegnamento, la mia condotta, i miei propositi, la mia fede, la mia pazienza, il mio amore, la mia costanza, le mie persecuzioni, le mie sofferenze, quello che mi accadde ad Antiochia, a Iconio e a Listra.

Sai quali persecuzioni ho sopportate; e il Signore mi ha liberato da tutte.

Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati. (2 Timoteo 3:10-12)

 

Giacomo ci rivela che la costanza è proprio una diretta conseguenza delle prove ed è il mezzo per un perfetto compimento dell’’Opera di Dio in noi:

Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza.

E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti. (Giacomo 1:2-4)

 

…Ancora un brevissimo tempo e colui che deve venire verrà e non tarderà; ma il mio giusto per fede vivrà; e se si tira indietro, l'anima mia non lo gradisce

 

L’autore incoraggia strenuamente i destinatari della lettera a perseverare nella fede perché ne vale la pena.

E’ vero che a volte sembra di “perdere tempo” ma questa è una visione delle cose assolutamente carnale, vana e satanica e dobbiamo sforzarci di vedere oltre “quel piatto di minestra rossa” davanti al quale Esaù disprezzò il dono della primogenitura.

Per fare questo dobbiamo nutrirci sempre di più della Parola di Dio, rallegrarci nel Signore, avere con Lui un rapporto costante e vivo, concentrarci sulle Sue Promesse, crederle fermamente e occupare la nostra mente ed il nostro cuore con cose vere, non con cose vane, Paolo esortava così:

Rallegratevi sempre nel Signore.  Ripeto: rallegratevi.

La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini.  Il Signore è vicino.

Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti.

E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.

Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri.

Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e viste in me, fatele; e il Dio della pace sarà con voi. (Filippesi 4:4-9)

 

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CONCLUSIONE

 

Cosa possiamo imparare da queste esortazioni?

La vita cristiana è costellata di eventi funesti, prodotti dal nostro avversario, che hanno lo scopo di scoraggiarci… …di renderci scontenti e farci pensare che ogni nostro impegno è inutile… …farci vivere come se fossimo sconfitti

L’autore della lettera agli ebrei ci esorta invece, davanti a questi momenti a:

 

- ricordarci della gioia di quei primi giorni, in cui, siamo stati illuminati dalla Parola di Dio

- ricordarci delle lotte lunghe e dolorose che abbiamo già dovuto sostenere o che abbiamo sostenuto in appoggio ad altri fratelli direttamente coinvolti;

- non abbandonare la franchezza che ha una grande ricompensa!

 

Per fare questo abbiamo bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio, otteniamo quello che ci è stato promesso.

Gesù disse: «Nessuno che abbia messo la mano all'aratro e poi volga lo sguardo indietro, è adatto per il regno di Dio».

(Luca 9:62)

 

Ora, noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che hanno fede per ottenere la vita.

 

Siamo di quelli che hanno la fede per ottenere la vita?

Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio.

Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.

Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria. (Colossesi 3:1-4)

 

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Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono.

 

Ma l’appello dell’autore sospinto dallo Spirito Santo è lapidario… …possiamo sopportare tutte queste cose, essere costanti e non scoraggiarsi solo se ci crediamo veramente… …solo se per noi quello che ci è stato promesso, è una realtà… …una certezza… …allora la nostra vita stessa sarà una dimostrazione di cose che non si vedono!

 

Altrimenti saremo dei venditori di fumo…

…poco credibili... …in quanto poco credenti!

 Gianni Marinuzzi