e avvicìnati per ascoltare,
anziché per offrire il sacrificio degli stolti,
i quali non sanno neppure che fanno male."
(Ecclesiaste 5:1)
Siamo nel secolo della tolleranza,
tolleranza a tutti i costi,
grande conquista della nostra civiltà.
Il rispetto del pensiero
altrui sembra essere l’ultima frontiera della civilizzazione moderna…
In questo spirito di
tolleranza e rispetto generale (peraltro falso ed ipocrita), ogni pensiero,
ogni religione ha diritto di esistere, di essere rispettata, e guai a
giudicare, semmai integrarsi e cercare di condividere quanto si ha in
comune!
Eppure troviamo nella Parola di Dio
espressioni radicali che stridono fortemente con questa cultura.
Per esempio potremmo ricordare quale era
il comandamento di Dio per il popolo di Israele rispetto ai popoli
cananei occupanti della terra promessa:
Quando il SIGNORE, il tuo
Dio, ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso, e avrai
scacciato molti popoli: gli Ittiti, i Ghirgasei, gli Amorei, i Cananei, i
Ferezei, gli Ivvei e i Gebusei, sette popoli più grandi e più potenti di te;
quando il SIGNORE, il tuo Dio, li
avrà dati in tuo potere e tu li avrai sconfitti, tu li voterai allo
sterminio; non farai alleanza con loro e non farai loro grazia.
Non t'imparenterai con
loro, non darai le tue figlie ai loro figli e non prenderai le loro figlie
per i tuoi figli, perché
distoglierebbero da me i tuoi figli che servirebbero dèi stranieri e l'ira
del SIGNORE si accenderebbe contro di voi.
Egli ben presto vi distruggerebbe.
Invece farete loro così:
demolirete i loro altari, spezzerete
le loro statue, abbatterete i loro idoli d'Astarte e darete alle fiamme le
loro immagini scolpite.
(Deuteronomio 7:1-5)
Ma davanti a queste espressioni possiamo giustamente pensare che sono
riferite ad un contesto del tutto diverso dal nostro, infatti
noi sappiamo che oggi la nostra guerra
non è più contro sangue e carne, ma
pur sempre guerra è!
La severità di Dio verso
il maligno non si è affievolita, sono semplicemente cambiati i nemici,
quelli che rappresentavano i nemici per il popolo di Israele (popoli
infedeli) sono per noi le dottrine di
demoni, per questo troviamo anche nel Nuovo Testamento
dichiarazioni assolute di
questo tenore:
In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro
nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere
salvati.
(Atti 4:12)
…c'è un solo Dio e anche un solo mediatore
fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che
ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti
(1 Timoteo 2:5-6)
…e abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù per essere giustificati dalla
fede in Cristo e non dalle opere della legge; perché
dalle opere della legge nessuno sarà giustificato.
(Galati 2:16)
…le armi della nostra guerra non sono
carnali, ma hanno da Dio il
potere di distruggere le fortezze, poiché
demoliamo i ragionamenti e
tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio,
facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo; e
siamo pronti a punire ogni
disubbidienza, quando la vostra ubbidienza sarà completa.
(2 Corinzi 10:4-6)
Davanti a queste affermazioni lapidarie il cristiano del nostro secolo deve
fare una scelta:
- scegliere di adeguarsi al pensiero
culturale del mondo che lo circonda riconoscendo che queste dichiarazioni
hanno perso utilità, non sono più
attuali, il Signore non comprende
più la chiesa moderna che necessità di un rinnovamento ed adattamento al
nuovo pensiero e nuovo mondo, Dio
si è quindi sbagliato, è rimasto
indietro, la Sua Parola non è
quindi
Vivente ed Efficace in assoluto e non
è pertanto più Utile a insegnare, a correggere, a educare alla Giustizia…
(cfr 1 Timoteo 3:16), e deve avere il coraggio di ammetterlo!
- prendere coscienza che (semmai
non se ne fosse accorto prima) il
cristiano è veramente un alieno a questo mondo, e non può illudersi di
poterne diventare “amico”, perché
l'amicizia del mondo è inimicizia verso Dio. Chi dunque vuol essere amico
del mondo si rende nemico di Dio.
(Giacomo 4:4), e deve avere
il coraggio di subirne le conseguenze!
E’ molto significativo l’esempio della conversione dei fratelli di Efeso,
la cui testimonianza portava la Chiesa a crescere ed affermarsi
potentemente:
Molti di quelli che
avevano creduto venivano a confessare e a dichiarare le cose che avevano
fatte.
Fra quanti avevano esercitato le arti magiche molti portarono i loro libri,
e li bruciarono in presenza di tutti; e, calcolatone il
prezzo, trovarono che era di cinquantamila dramme d'argento.
(Atti 19:18-19)
Invece la tendenza della maggioranza “cristiana post-moderna” è purtroppo
quella di non scegliere, ovvero
fare una scelta “teorica”,
dichiarare la verità da un lato, ma strizzare l’occhio al mondo ed alle sue
concupiscenze e dottrine dall’altro, imitandone i costumi, tollerando,
rispettando e magari conformandosi alle sue espressioni di corruzione,
distogliendo così
progressivamente (per non evidenziare troppo l’incoerenza)
gli occhi dalla Verità e
volgendosi verso le favole, questo ha portato negli ultimi anni a
spostare progressivamente lo sguardo:
- dalla santità di Dio, dalla Sua persona, al nostro “stare bene”
- dalle Verità bibliche, alle visioni ed opinioni personali
- dall’adorazione di Dio, all’espressione del proprio benessere
In particolare questo lo vediamo anche nelle espressioni di lode:
- gli inni “antichi” esaltavano in modo chiaramente e dottrinalmente
indiscutibile le caratteristiche di Dio Padre, del Signore e Salvatore Gesù
Cristo e dell’azione dello Spirito Santo nel cuore dei credenti con una
spiccata proiezione nel Regno di gloria;
- i canti moderni sono invece tutti orientati ad un Dio non ben definito
(non si identifica nemmeno più molto chiaramente il Nome di Gesù Cristo),
sono espressioni che potrebbero andare bene per chiunque, dalla fidanzata a
Budda… da allah a satana, esaltando i benefici immediati, senza alcuna
visione al di là della vita presente.
Non si vuole qui fare un
culto al “vecchio”, è giusto progredire…
…una volta ci si muoveva con i cavalli, oggi in modi diversi, ed è giusto
che sia così…
…ma una cosa sono i mezzi, altra cosa
sono le aspirazioni spirituali…
…un cosa è la cultura e la conoscenza, altra cosa è
sovvertire la dottrina!
Paolo ha profetizzato con estrema precisione circa questi fatti:
Infatti verrà il tempo che non
sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si
cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e
distoglieranno le orecchie dalla
verità e si volgeranno alle favole.
(2 Timoteo 4:3-4)
Proprio davanti a questo passo profetico inerente
l’atteggiamento di coloro che pensano di seguire la sana dottrina ma la
hanno adulterata mescolandola con la dottrina di questo mondo dominato dal
diavolo, e che pensano ugualmente
di offrire un culto comunque gradito a Dio, vogliamo leggere un curioso
passo tratto dal libro dell’Ecclesiaste:
Bada ai tuoi passi quando vai alla casa di Dio e avvicìnati per ascoltare,
anziché per offrire il sacrificio degli stolti, i quali non sanno neppure
che fanno male.
(Ecclesiaste 5:1)
Quello che colpisce di questo passo è che:
- ci si può avvicinare
alla casa di Dio, ma questo non è automaticamente segno di saggezza
- si può offrire un
sacrificio, pur essendo stolti
- si può pensare di fare
un servizio sacro, non sapendo di fare
del male!
Per cercare di comprendere cosa intende la Scrittura per “stolto”
possiamo vederne degli esempi:
1)
Il più eclatante esempio
è quello di un uomo che arriva a
dichiarare verbalmente l’inesistenza di Dio:
Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non
c'è Dio».
(Salmo 14:1)
Ma la Scrittura ci insegna che anche senza arrivare a dichiarare
l’inesistenza di Dio con le labbra, si può essere ugualmente stolti:
2)
disprezzando (togliendo il giusto
valore al Signore),
oltraggiandolo (cercare di “prenderlo per uno stupido”:
Ricòrdati che il nemico ha oltraggiato il SIGNORE e che
un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome…
…Ricòrdati che lo stolto ti oltraggia
tutto il giorno.
(tratto dal Salmo
74:18-22)
Questo era, per esempio, l’atteggiamento che gli stessi
sacerdoti del popolo di Dio
avevano nell’offrire sacrifici “di poco valore” pensando che Dio non se ne
accorgesse (Dio non c’è, e se c’è è un fesso)”,
disonorandoLo:
«Un figlio onora suo padre e un servo il suo padrone; se dunque io sono
padre, dov'è l'onore che m'è dovuto? Se sono padrone, dov'è il timore che mi
è dovuto?
Il SIGNORE degli eserciti parla a voi, o
sacerdoti, che disprezzate il mio
nome! Ma voi dite: "In che modo abbiamo disprezzato il tuo nome?"
Voi offrite sul mio altare cibo contaminato,
ma dite: "In che modo ti abbiamo contaminato?" L'avete fatto dicendo: "La
tavola del SIGNORE è spregevole".
Quando offrite in sacrificio una bestia cieca, non è forse male?
Quando ne offrite una zoppa o malata, non è forse male?
Presentala dunque al tuo governatore!
Te ne sarà egli grato? Ti accoglierà forse con favore?»,
dice il SIGNORE degli eserciti.
«Ora, implorate pure il favore di Dio, perché egli abbia pietà di noi!
È con le vostre mani che avete fatto questo!
Egli dovrebbe aver riguardo alla persona di qualcuno di voi?», dice il
SIGNORE degli eserciti.
«Ci fosse almeno qualcuno di voi che chiudesse le porte! Così non
accendereste invano il fuoco sul mio altare!
Io non prendo alcun piacere in voi»,
dice il SIGNORE degli eserciti, «e non gradisco le offerte delle vostre mani.
Ma dall'oriente all'occidente il mio nome è grande fra le nazioni; in ogni
luogo si brucia incenso al mio nome e si fanno offerte pure; perché grande è
il mio nome fra le nazioni», dice il SIGNORE degli eserciti.
«Voi però lo profanate quando dite: "La tavola del SIGNORE è contaminata, e
ciò che dà come cibo è spregevole".
Voi dite anche: "Ah, che fatica!" e mi trattate con disprezzo»,
dice il SIGNORE degli eserciti.
«Offrite animali rubati, zoppi o
malati, e queste sono le offerte che fate!
Dovrei io gradirle dalle vostre mani?»,
dice il SIGNORE.
«Maledetto il disonesto che ha nel
suo gregge un maschio, e offre in sacrificio al SIGNORE una bestia
difettosa! Poiché io sono un Re grande», dice il SIGNORE degli eserciti,
e il mio nome è tremendo fra le
nazioni.
(tratto da Malachia 1)
3)
non riconoscendo
e trascurando di conoscere
le grandi opere di Dio ed i Suoi pensieri, non intendendo così il piano
eterno di Dio:
Come sono grandi le tue opere, o SIGNORE! Come sono profondi i tuoi
pensieri!
L'uomo insensato non conosce e lo stolto non intende questo: che gli empi
germogliano come l'erba e tutti i malfattori fioriscono per essere distrutti
in eterno. Ma tu, o SIGNORE, siedi per sempre in alto.
(Salmo 92:5-8)
Veramente il mio popolo è stolto,
non mi conosce; sono figli
insensati, non hanno intelligenza;
sono saggi per fare il male, ma il
bene non lo sanno fare.
(Geremia 4:22)
4)
sostituendo
agli insegnamenti del Signore i pensieri e gli istinti del
proprio cuore, con
arroganza e
presunzione:
Chi confida nel proprio cuore è uno stolto,
ma chi cammina da saggio scamperà.
(Proverbi 28:26)
Il saggio teme, ed evita il male; ma
lo stolto è arrogante e presuntuoso.
(Proverbi 14:16)
Gesù quindi dipinge la
figura dello stolto come un uomo che non ha il senso delle cose durature, un
uomo dedito al vano, al corruttibile, senza alcuna lungimiranza verso
l’eternità preparata da Dio:
E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà
paragonato a un uomo stolto che ha
costruito la sua casa sulla sabbia.
(Matteo 7:26)
…egli ragionava così, fra sé: "Che farò, poiché non ho dove riporre i miei
raccolti?" E disse: “Questo farò:
demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto
il mio grano e i miei beni, e
dirò all'anima mia: 'Anima, tu hai
molti beni ammassati per molti anni; ripòsati, mangia, bevi, divèrtiti'".
Ma Dio gli disse: "Stolto, questa
notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di
chi sarà?
(Luca 12:17-20)
L’Ecclesiaste ci insegna in questo passo e ci ammonisce nel fare
attenzione quando ci avviciniamo alla
casa di Dio, alla Sua presenza, facendolo da
uomini saggi,
sapendo con precisione
quello che stiamo facendo,
il bene, non come gli stolti
che
non sanno neppure che fanno male!
E come possiamo fare il
bene?
Paolo, parlando di sé, ci insegna:
…io so che in me, cioè nella mia carne,
non abita alcun bene; poiché in
me si trova il volere, ma il modo di
compiere il bene, no.
(Romani 7:18)
Solo camminando per lo
Spirito Santo, noi possiamo fare il bene!
Paolo spiegava proprio questo ai fratelli della Galazia, che, sedotti da un
vangelo “alternativo” stavano cedendo alla tentazione di cercare di fare il
bene camminando per la carne (ma questo è letteralmente impossibile):
Io dico: camminate secondo lo Spirito
e non adempirete affatto i desideri della carne.
Perché la carne ha desideri contrari
allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte
tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste.
Ma se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge.
Ora le opere della carne sono manifeste,
e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria,
stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie,
ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto,
vi preavviso: chi fa tali cose non
erediterà il regno di Dio.
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza,
bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro
queste cose non c'è legge.
Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i
suoi desideri.
Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito.
(Galati 5:16-25)
E per
camminare per lo Spirito Santo bisogna
aver ricevuto lo Spirito Santo, e questo è promesso da Dio stesso a
tutti coloro che credono e
ripongono la loro fede nella Persona e
nell’Opera compiuta dal Signore Gesù Cristo:
Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge,
essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto
chiunque è appeso al legno»), affinché
la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù, e
ricevessimo, per mezzo della fede, lo
Spirito promesso.
(Galati 3:13-14)
In lui voi
pure, dopo aver ascoltato la parola
della verità, il vangelo della vostra salvezza, e
avendo creduto in lui, avete
ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il
quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che
Dio si è acquistati a lode della sua gloria.
(Efesini 1:13-14)
Coloro che hanno creduto, come dice l’autore della lettera agli ebrei,
si
sono avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, la Gerusalemme
celeste, alla festante riunione delle miriadi angeliche, all'assemblea
dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli
spiriti dei giusti resi perfetti, a
Gesù, il mediatore del nuovo patto e al sangue dell'aspersione
(Ebrei 12:22-24), con quale atteggiamento?
Il testo di Ebrei continua: Badate di non rifiutarvi
d'ascoltare colui che parla (Ebrei 12:25), che non annuncia parole
d’uomini,
annuncia la Parola di Dio, quindi
è bene avere un giusto timore prima di aprire le labbra (avvicinati
per ascoltare), ma questo non vuole dire
“non aprirle” per ringraziare il nostro Dio.
Nel nostro intimo, noi che abbiamo creduto
siamo costantemente chiamati a vivere
la nostra comunione con il Signore con questo santo timore…
ma
anche nei momenti di comunione in assemblea:
- avviciniamoci con saggezza,
con
la Saggezza il cui principio è il
timore di Dio (Proverbi 1:7), che non è una austerità ipocrita, con
la Saggezza che viene dall’alto,
pura;
poi pacifica, mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti,
imparziale, senza ipocrisia
(Giacomo 3:17).
- non presentiamoci davanti al
Signore senza un offerta gradita, il Signore ci ha colmato di
benedizioni:
…ci ha benedetti di ogni benedizione
spirituale nei luoghi celesti in Cristo. In
lui ci ha eletti prima della
creazione del mondo perché fossimo
santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci
predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come
suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, a
lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio.
In lui abbiamo la redenzione mediante
il suo sangue, il perdono dei
peccati secondo le ricchezze
della sua grazia, che egli ha
riversata abbondantemente su di noi
dandoci ogni sorta di sapienza e d'intelligenza, facendoci
conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che
aveva prestabilito dentro di sé, per
realizzarlo quando i tempi fossero compiuti…
…In lui siamo anche stati fatti eredi,
essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni
cosa secondo la decisione della propria volontà, per
essere a lode della sua gloria; noi, che per primi abbiamo sperato in
Cristo.
In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo
della vostra salvezza, e avendo creduto in lui,
avete ricevuto il sigillo dello
Spirito Santo che era stato promesso, il
quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che
Dio si è acquistati a lode della sua gloria.
(tratto da Efesini 1:3-14)
E se il Signore ci ha così
benedetto spiritualmente, ci
ha così arricchiti, ci presenteremo
davanti senza una offerta spirituale a Lui gradita?
Saremo così sfrontati ed irriconoscenti?
Il Signore che liberò il popolo dall’Egitto, durante le feste che
ricordavano le benedizioni terrene ricevute,
esigeva da tutti una offerta:
Tre volte all'anno ogni
tuo maschio si presenterà davanti al SIGNORE tuo Dio, nel luogo che questi
avrà scelto: nella festa dei Pani azzimi, nella festa delle Settimane e
nella festa delle Capanne; e nessuno
si presenterà davanti al SIGNORE a mani vuote.
(Deuteronomio 16:16)
Il popolo di Israele offriva valori presi dalle ricchezze ricevute da Dio
uscendo dal paese d’Egitto (animali, oro, argento, stoffe) …tanto più ora,
avendo ricevuto benedizioni ben più
durature,
benedizioni celesti,
eterne, chi oserà presentarsi davanti a Dio a mani vuote?
Il Signore non vuole i nostri soldi, non vuole nemmeno le nostre offerte
“umane”, vuole che presentiamo a Lui,
in sacrificio vivente
i nostri corpi arresi,
ripieni di Spirito Santo:
Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a
presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio;
questo è il vostro culto spirituale.
(Romani 12:1)
Questi sono
gli adoratori che Dio richiede e dei quali Gesù parlava alla
donna samaritana:
…i veri adoratori adoreranno il Padre
in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. Dio
è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità.
(Giovanni 4:23-24)
Non pensiamo quindi, nella superficialità che imperversa in questo mondo,
che tutti coloro che usano il Nome del Signore siano dei
veri adoratori,
i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito (Spirito Santo) e verità
(Gesù Cristo)…
…solo per mezzo di Gesù,
dunque, offriamo continuamente a Dio
un sacrificio di lode: cioè, il frutto di labbra che confessano il suo
nome.
(Ebrei 13:15)
Se abbiamo realizzato l’Amore di Dio
per noi, il Suo meraviglioso
disegno, la Sua infinita Bontà,
la Sua perfetta Fedeltà,
non abbiamo proprio nulla da
ringraziare?
Davanti a Colui che:
…si è donato per noi
senza riserve
…senza vergognarsi di subire gli
sputi
…la gogna pubblica
…la morte infamante dei peggiori
delinquenti
…per noi
…per riscattarci dal
nemico che ci teneva legati e ci stava trasportando alla morte
…avremmo noi riluttanza a dire un
solo Grazie?
Quindi parafrasando il verso dell’Ecclesiaste:
Bada ai tuoi passi quando vai alla casa di Dio e avvicìnati per ascoltare,
per offrire il sacrificio dei saggi, di coloro che hanno compreso il Timore
di Dio che scaturisce dall’aver realizzato il Suo Amore, la Sua Bontà, la
Sua fedeltà, i quali, condotti dallo Spirito Santo, sanno che per mezzo di
Gesù Cristo fanno il bene alla Gloria di Dio Padre.