Dio ha sempre fatto di tutto per rendere felice la Sua creatura.
Il Suo amore e le Sue attenzioni per l’uomo sono sempre stati diretti a dare
alla Sua creatura il pieno godimento ed il massimo della felicità.
Egli ha creato l’uomo a Sua immagine, conforme alla Sua somiglianza e
conosce profondamente come è fatto e cosa può renderlo felice.
Dio ha donato
all’uomo la felicità derivante dalla capacità di amare
(Dio creò l’uomo maschio e femmina), con la possibilità di procreare, di
vivere il rapporto matrimoniale benedetto in tutte le sue sfaccettature.
Dio ha donato
all’uomo la felicità e la soddisfazione
derivanti dal quel sano dominio sul creato.
Dio ha donato
all’uomo la felicità e la soddisfazione derivanti dal
nutrimento con il corretto uso del creato.
“Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a
nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e
abbiano dominio sui pesci del
mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i
rettili che strisciano sulla terra».
Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e
femmina.
Dio li benedisse;
e Dio disse loro: «Siate fecondi e
moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta,
dominate sui pesci del mare e
sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra».
Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba
che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero che
fa seme; questo vi servirà di nutrimento.
A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si
muove sulla terra e ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per
nutrimento».
E così fu. Dio vide tutto quello che
aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Fu sera, poi fu mattina: sesto
giorno.”
(Genesi 1:26-31)
Nell’Eden l’uomo aveva a disposizione tutto quello che oggi rincorre invano,
uno stato di beatitudine… …amore, cibo e soddisfazione, e non ultimo la
presenza continua di Dio!
Il vero problema è che l’uomo non ha voluto credere che quello che Dio
proponeva fosse la vera felicità!
E dalla caduta è purtroppo sempre stato così! L’uomo però continua a cercare
la felicità a tastoni, come un cieco e pensa di trovarla inseguendo “le
cose” che pensa potrebbero renderlo felice, anziché “il soggetto” che è in
grado di renderlo felice.
Una figura emblematica di questa illusoria ricerca, Gesù la descrive in una
sua parabola:
E disse: "Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più
grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima
mia: 'Anima, tu hai molti beni
ammassati per molti anni; ripòsati, mangia, bevi, divèrtiti'". Ma Dio
gli disse: "Stolto, questa notte
stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi
sarà?”
(Luca 12:16-20)
Gesù definisce questo uomo ricco “stolto”, proprio come l’uomo che
dice nel suo cuore: ”non c’è Dio!”
(cfr Salmo 14:1)
Solo un uomo stolto, può pensare di essere felice senza Dio attaccandosi
alla vanità delle ricchezze!
Nonostante la caduta dell’uomo, la sua posizione “maledetta”, Dio non ha
smesso di dargli precise istruzioni su come vivere in uno stato di felicità,
di beatitudine, seppur parziale ed in attesa di quella definitiva.
Anche le prescrizioni contenute nella Legge dell’Antico Patto tendevano a
questo:
Più che mai nel Nuovo Patto le indicazioni sono precise:
“Ma chi guarda attentamente nella
legge perfetta, cioè nella legge della libertà,
e in essa persevera, non sarà un
ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica;
egli sarà felice nel suo operare.”
(Giacomo 1:25)
Il Salmo 1, è il salmo che ci rivela il segreto della vera felicità, ci
rivela le indicazioni per raggiungerla e ci rivela profeticamente lo stato
di beatitudine che l’uomo pio godrà.
Questo salmo, ci rivela anche la fine di coloro che invece non hanno timore
di Dio, che non credono che la felicità che offre Dio sia vera e che corrono
dietro alla vanità.
Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo
frutto nella sua stagione, e il cui fogliame non appassisce; e tutto quello
che fa, prospererà.
Non così gli empi, anzi sono come pula che il vento disperde.
Perciò gli empi non reggeranno davanti al giudizio, né i peccatori
nell'assemblea dei giusti.
Poiché il SIGNORE conosce la via dei giusti, ma la via degli empi conduce
alla rovina.” (Salmo 1)
In questo salmo notiamo prima di tutto una struttura divisa in tre sezioni:
L’uomo pio, il suo vivere e la sua destinazione
L’uomo empio, il suo vivere e la sua destinazione
La conoscenza suprema di Dio
I due uomini sono apparentemente uguali, l’unica cosa che li distingue è il
timore di Dio, la “pietà”!
Tutti e due sono sulla stessa “terra”, ma come vedremo:
uno risulterà “pesante”, carico di acqua, stabile, ben piantato, con delle
radici profonde, destinato ad essere un albero fruttifero;
l’altro è invece “secco”, leggero, in balia del vento, senza radice,
destinato ad essere disperso dal vento.
L’uomo pio, il suo vivere e la sua destinazione.
Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi,
che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli
schernitori; ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE, e su quella legge
medita giorno e notte.
E’ felice, è beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio di coloro che
non hanno timore di Dio!
In questo mondo vi sono due consigli,
quello di Dio e quello degli empi, ovvero di coloro che non avendo timore di
Dio sono stati influenzati dal pensiero satanico di vedere in Dio un tiranno
e non un Signore buono e amorevole.
L’uomo deve scegliere se camminare
con Dio o camminare secondo il
consiglio degli empi.
Non è necessario uccidere qualcuno per camminare secondo il consiglio degli
empi.
Gli empi (contrario di pii) sono coloro che “non hanno timore di Dio”, ed il
loro consiglio è semplicemente quello di “vivere come se Dio non ci fosse”.
Non è necessario affermare che “Dio non esiste” per dichiararsi atei, basta
vivere secondo il consiglio degli empi!
Il “camminare” significa il “condursi”, il vivere.
L’uomo, nella sua vita segue un cammino… …anche noi seguiamo un cammino… …il
nostro cammino segue il consiglio degli empi?
A chi prestiamo attenzione?
Chi influenza le nostre scelte?
Stiamo comminando verso la felicità duratura o verso quella virtuale ed
illusoria?
Nel mondo antidiluviano abbiamo un bell’esempio, quello di
Enoc, di lui è detto:
Enoc, dopo aver generato Metusela,
camminò con Dio trecento anni e generò figli e figlie.
Tutto il tempo che Enoc visse fu di trecentosessantacinque anni.
Enoc camminò con Dio; poi scomparve, perché Dio lo prese.”
(Genesi 5:21-24)
Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve
credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano.”
(Ebrei 11:5-6)
La citazione del libro degli ebrei, proprio in riferimento ad Enoc, ci
rivela che egli ebbe fede, in un
mondo corrotto che fu subito dopo giudicato con il diluvio,
e questa sua fede fu ricompensata
con una testimonianza ed una modalità che spetterà solo ad un soggetto per
ogni epoca:
Enoc per il mondo antidiluviano
Elia per l’Antico Patto
Gesù Cristo
la Sposa di Cristo per il nuovo patto
“Beato l'uomo
che non cammina secondo il consiglio degli empi,
che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli
schernitori; ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE, e su quella legge
medita giorno e notte.”
E’ felice, è beato l’uomo che non si ferma nella via dei peccatori…
Nel nostro cammino,
noi attraversiamo tante vie, noi
viviamo in un mondo pieno di peccato, la nostra felicità non sarà
intaccata se noi non ci fermiamo.
Fermarsi
significa, “prenderne parte”,
“condividere”, “viverne
con soddisfazione”, “ricercarne
la comunione”, per finire per “farne
parte”.
Gesù mangiava con i peccatori e per questo fu giudicato male dai religiosi
di allora, ma Lui non si fermava sulla loro via.
La via dei peccatori,
ci dice Gesù che è una strada
spaziosa ed affollata:
“Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e
spaziosa la via che conduce alla
perdizione, e molti sono quelli
che entrano per essa.”
(Matteo 7:13)
Nella via dei peccatori si gode di tanta compagnia,
troppa compagnia, talmente
abbondante da non sentire più la
voce di Dio.
Gesù mangiava con i peccatori e per questo fu giudicato male dai religiosi
di allora, ma la notte si ritirava fuori dalla città: “Di
giorno Gesù insegnava nel tempio;
poi usciva e passava la notte sul
monte detto degli Ulivi.” (Luca 21:37)
I grandi profeti di Dio, non ultimo Giovanni il battista, vivevano nel
deserto, lontano dalle masse.
La folla
che percorre la via dei peccatori
non ci fa sentire la voce di Dio!
La nostra visione su questo mondo deve essere quella del
pellegrino, di colui che
attraversa una terra straniera, con
l’obiettivo di raggiungere la sua patria.
“Carissimi, io vi esorto, come
stranieri e pellegrini, ad
astenervi dalle carnali concupiscenze che danno l'assalto contro l'anima,
avendo una buona condotta fra i
pagani, affinché laddove sparlano di voi, chiamandovi malfattori,
osservino le vostre opere buone e diano gloria a Dio nel giorno in cui li
visiterà.”
(1 Pietro 2:11-12)
“Beato l'uomo
che non cammina secondo il consiglio degli empi,
che non si ferma nella via dei peccatori;
né si siede in compagnia degli
schernitori; ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE, e su quella
legge medita giorno e notte.”
Il “sedersi” sta a significare
il diventarne “amico”,
condividerne la compagnia,
condividerne “gli scherni”.
Il “sedersi” sta a significare
anche l’appartenenza, il fare
parte di un gruppo.
Dove ci sediamo?
“Beato l'uomo
che non cammina secondo il consiglio degli empi,
che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli
schernitori; ma il cui diletto è
nella legge del SIGNORE, e su quella legge medita giorno e notte.”
Ecco la differenza!
In antitesi al:
camminare secondo il consiglio degli empi
fermarsi nella via dei peccatori
sedersi in compagni degli schernitori
L’uomo che ha il timore di Dio:
trova il suo diletto (prova piacere, entusiasmo, passione, soddisfazione)
nella legge del Signore (la Sua Parola)
medita su quella legge giorno e notte (sempre)
Davide fu un uomo che nonostante i tanti errori commessi, visse nel
timore di Dio, e proprio lui
scrisse Salmi del seguente tenore:
“Chi è l'uomo che teme il SIGNORE? Dio gl'insegnerà la via che deve
scegliere.”
(Salmo 25:12)
“Beato l'uomo che teme il SIGNORE e trova grande gioia nei suoi
comandamenti.”
(Salmo 112:1)
“Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo
frutto nella sua stagione, e il cui fogliame non appassisce; e tutto quello
che fa, prospererà.”
Proprio come una pianta che si è abbeverata di acqua pura in abbondanza,
proprio in virtù di questa sua attitudine,
egli sarà come un albero piantato
vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e il cui
fogliame non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà.
Che bella immagine!
Lo stato di FELICITA’
supremo dell’uomo che ha timore di
Dio è simboleggiato proprio dallo stato di salute che manifesta con
evidenza quasi sfacciata questo albero, che ha il privilegio di abbeverarsi
continuamente ed ininterrottamente da questa risorsa di acqua pura.
Un albero del genere non teme nulla!
Un albero del genere è ripieno di acqua che fa arrivare fino alla punta di
tutte le sue foglie, è imbevuto, è stabile!
E’ scritto che egli “sarà”!
E’ vero non “è ancora”, ma il
suo destino è quello, ora magari l’albero è piccolo, poco più che una
pianticella, magari è appena germogliato… …ma cosa importa! Il suo destino è
quello!
Giovanni scriveva così:
“Carissimi, ora siamo figli di Dio,
ma non è stato ancora manifestato
ciò che saremo.”
(1 Giovanni 3:2)
Questa splendida descrizione si rifà esplicitamente a
due visioni profetiche
particolari concernenti il Fiume che
sgorga dal tempio di Dio:
Egli mi ricondusse all'ingresso della casa; ed ecco delle acque uscivano
sotto la soglia della casa, dal lato d'oriente; perché la facciata della
casa guardava a oriente; le acque uscite di là scendevano dal lato
meridionale della casa, a mezzogiorno dell'altare.
Poi mi condusse fuori per la via della porta settentrionale e mi fece fare
il giro, di fuori, fino alla porta esterna, che guarda a oriente; ed ecco,
le acque scendevano dal lato destro.
Quando l'uomo fu uscito verso oriente, aveva in mano una cordicella e misurò
mille cubiti; mi fece attraversare le acque, ed esse mi arrivavano alle
calcagna.
Misurò altri mille cubiti, e mi fece attraversare le acque, ed esse mi
arrivavano alle ginocchia. Misurò altri mille cubiti, e mi fece attraversare
le acque, ed esse mi arrivavano sino ai fianchi.
Ne misurò altri mille: era un torrente che io non potevo attraversare,
perché le acque erano ingrossate; erano acque che bisognava attraversare a
nuoto: un torrente che non si poteva guadare.
Egli mi disse: «Hai visto, figlio d'uomo?»
Poi mi ricondusse sulla riva del torrente. Tornato che vi fu, ecco che sulla
riva del torrente c'erano moltissimi alberi, da un lato e dall'altro.
Egli mi disse: «Queste acque si dirigono verso la regione orientale,
scenderanno nella pianura ed entreranno nel mare; quando saranno entrate nel
mare, le acque del mare saranno rese sane.
Avverrà che ogni essere vivente che si muove, dovunque giungerà il torrente
ingrossato, vivrà, e ci sarà grande abbondanza di pesce; poiché queste acque
entreranno là; quelle del mare saranno risanate, e tutto vivrà dovunque
arriverà il torrente.
Dei pescatori staranno sulle rive del mare; da En-Ghedi fino a En-Glaim si
stenderanno le reti; vi sarà pesce di diverse specie come il pesce del mar
Grande, e in grande abbondanza. Ma le sue paludi e le sue lagune non saranno
rese sane; saranno abbandonate al sale.
Presso il torrente, sulle sue rive, da un lato e dall'altro, crescerà ogni
specie d'alberi fruttiferi le cui foglie non appassiranno e il cui frutto
non verrà mai meno; ogni mese faranno frutti nuovi, perché quelle acque
escono dal santuario; quel loro frutto servirà di cibo, e quelle loro foglie
di medicamento».
(Ezechiele 47:1-12)
“Poi mi mostrò il fiume dell'acqua
della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e
dell'Agnello.
In mezzo alla piazza della città e
sulle due rive del fiume stava l'albero della vita. Esso dà dodici raccolti
all'anno, porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell'albero sono per la
guarigione delle nazioni.”
(Apocalisse 22:1-2)
L’uomo empio, il suo vivere e la sua destinazione
Non così gli empi,
anzi sono come pula che il vento disperde.
Perciò gli empi non reggeranno davanti al giudizio, né i peccatori
nell'assemblea dei giusti.
Gli empi non sono necessariamente uomini “cattivi”.
Gli empi sono semplicemente uomini che non hanno timore di Dio, uomini per
cui la legge del Signore non è un
“diletto”, anzi è
“insopportabile” e si guardano bene dal meditarla!
Preferiscono camminare seguendo i
consigli della massa simile a
loro, preferiscono fermarsi,
anzi dimorare sulla via dei
peccatori, vi trovano ampia soddisfazione, preferiscono
sedersi in compagnia di coloro che
scherniscono gli uomini pii o la legge di Dio.
Poveri stupidi! Non si rendono conto che sono secchi, senza umore vitale!
Stanno comminando verso un destino illusorio!
“Non così gli empi, anzi sono come pula che il vento disperde.
Perciò gli empi non reggeranno davanti al giudizio, né i peccatori
nell'assemblea dei giusti.”
Proprio come una pianta che non si è abbeverata di acqua, diventeranno
secchi come la pula, ovvero
l’involucro
dei chicchi dei cereali e di altre piante che si stacca durante la
trebbiatura,
secco, leggero, volatile, inutile… …destinato ad essere disperso.
Giovanni il battista disse di Gesù:
“Egli ha in mano il suo ventilabro
per ripulire interamente la sua aia e raccogliere il grano nel suo granaio;
ma la pula, la brucerà con fuoco
inestinguibile.”
(Luca 3:17)
Che immagine!
Lo stato di INFELICITA’
supremo dell’uomo che non ha timore
di Dio è simboleggiato proprio dallo stato di morte, di futilità che
manifesta con evidenza quasi sfacciata
la pula, destinata ad essere
separata, trattata come rifiuto ed infine bruciata!
A differenza dello stato dell’uomo pio che “sarà”,
la pula “è” così, è uno stato
già presente, il suo stato di “secchezza” è già evidente, non abbeverandosi
alle acque della Parola di Dio, il suo stato è già di morte, è solo
il suo destino finale che
sarà manifestato a suo tempo!
Il salmista dice che
non reggeranno davanti al giudizio,
né i peccatori nell'assemblea dei giusti, il “non reggere” denota
tutta la loro fragilità, la loro inconsistenza, tipica dell’involucro vuoto,
senza sostanza!
Così come
gli empi
non reggeranno
davanti al giudizio (alla
pesatura) per la loro “leggerezza inconsistente”, così
i peccatori non reggeranno
nell’assemblea dove regna la Giustizia, non hanno sopportato la sana
dottrina, ora non possono reggere il peso della Giustizia!
E pensare che:
“Dio il SIGNORE formò l'uomo
dalla polvere della terra, gli
soffiò nelle narici un alito vitale e
l'uomo divenne un'anima vivente.”
(Genesi 2:7)
Dio, nel principio riempì della Sua sostanza l’uomo, gli diede il Suo
Spirito… …ora l’uomo empio è solo un
involucro vuoto…
Giovanni scriveva così:
“E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello
stagno di fuoco.”
(Apocalisse 20:15)
“Andate via
da me, maledetti, nel fuoco eterno,
preparato per il diavolo e per i
suoi angeli.”
(Matteo 25:41)
La conoscenza suprema di Dio
Poiché il SIGNORE conosce la via dei
giusti, ma la via degli empi conduce alla rovina.
L’uomo pio può contare sulla guida del SIGNORE!
Nell’antico patto il popolo di Dio doveva seguire le prescrizioni della
Legge come “educatore” per seguire la via di Dio, ora nel nuovo patto
firmato con il sangue del Signore Gesù Cristo, abbiamo una guida sicura da
seguire:
“Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse
che io vado a prepararvi un luogo?
Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò
presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi; e del luogo dove io
vado, sapete anche la via».
Tommaso gli disse: «Signore, non
sappiamo dove vai; come possiamo sapere la via?»
Gesù gli disse: Io sono la via, la
verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.”
(Giovanni 14:2-6)
Il Signore conosce perfettamente la via:
“Ogni
cosa mi è stata data in mano dal Padre mio; e
nessuno conosce il Figlio, se non il
Padre; e nessuno conosce il Padre, se non il Figlio, e colui al quale il
Figlio voglia rivelarlo.”
(Matteo 11:27)
Poiché il SIGNORE conosce la via dei giusti, ma
la via degli empi conduce alla
rovina.
Come Gesù Cristo è la via dei giusti, il nemico di Dio, l’anticristo è la
via degli empi, di coloro che non hanno timore di Dio, proprio come la loro
guida! Chi segue l’anticristo farà la sua stessa fine!
L’uomo riceverà la esatta retribuzione di ciò che ha voluto seguire, vivere,
condividere… …Dio è GIUSTO!
“Oggi, se udite la sua voce, non
indurite i vostri cuori!”
(Ebrei 4:7)
“La saggezza grida per le vie, fa udire la sua voce per le piazze; negli
incroci affollati essa chiama, all'ingresso delle porte, in città, pronuncia
i suoi discorsi: «Fino a quando,
ingenui, amerete l'ingenuità? Fino a quando gli schernitori prenderanno
gusto a schernire e gli stolti avranno in odio la scienza?
Volgetevi ad ascoltare la mia correzione; ecco, io farò sgorgare su di voi
il mio Spirito, vi farò conoscere le mie parole.
Poiché, quand'ho chiamato avete rifiutato d'ascoltare, quand'ho steso la
mano nessuno vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio e della
mia correzione non ne avete voluto sapere, anch'io riderò delle vostre
sventure, mi farò beffe quando lo spavento vi piomberà addosso; quando lo
spavento vi piomberà addosso come una tempesta, quando la sventura
v'investirà come un uragano e vi cadranno addosso l'afflizione e l'angoscia.
Allora mi chiameranno, ma io non risponderò; mi cercheranno con premura ma
non mi troveranno.
Poiché hanno odiato la scienza, non
hanno scelto il timore del SIGNORE,
non hanno voluto sapere i
miei consigli e hanno disprezzato ogni mia correzione, si pasceranno del
frutto della loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli.
Infatti il pervertimento degli
insensati li uccide e la prosperità degli stolti li fa perire;
ma chi mi ascolta starà al sicuro,
vivrà tranquillo, senza paura di nessun male».
(Proverbi 1:20-31)
Come abbiamo visto, questo salmo ci rivela
il segreto della vera felicità,
ci rivela le indicazioni per
raggiungerla e ci rivela profeticamente lo stato di beatitudine che
l’uomo pio godrà, ma il cristiano
rigenerato dallo Spirito Santo può trarre ancora uno splendido
incoraggiamento da questi insegnamenti.
L’apostolo Paolo, nel suo insegnamento ha più volte parlato delle due nature
che convivono nell’uomo rigenerato e ancora vivente su questa terra,
leggiamo cosa scriveva ai Romani:
Sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma
io sono carnale, venduto schiavo
al peccato.
Poiché, ciò che faccio, io non lo capisco: infatti non faccio quello che
voglio, ma faccio quello che odio.
Ora, se faccio quello che non voglio, ammetto che la legge è buona; allora
non sono più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me.
Difatti, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché
in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no.
Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello
faccio.
Ora, se io faccio ciò che non voglio, non sono più io che lo compio, ma è il
peccato che abita in me.
Mi trovo dunque sotto questa legge: quando voglio fare il bene, il male si
trova in me.
Infatti io mi compiaccio della legge
di Dio, secondo l'uomo interiore, ma vedo un'altra legge nelle mie membra,
che combatte contro la legge della mia mente e mi rende prigioniero della
legge del peccato che è nelle mie membra.
Me infelice!
Chi mi libererà da questo corpo di
morte?
Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.
Così dunque, io con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge
del peccato.
(Romani 7:14-25)
Paolo ci rivela che noi abbiamo due
nature, proprio come il cereale che è costituito dall’involucro esterno
e dal frutto ( o seme ) interno, la
parte viva del cereale, la parte utile, la parte migliore, la parte
nutriente, la parte vivificante è il frutto, l’involucro non serve a nulla!
Proprio così siamo noi, Paolo dice altresì che:
“Perciò non ci scoraggiamo; ma,
anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore
si rinnova di giorno in giorno.
Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più
grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento
non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose
che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.”
(2 Corinzi 4:16-18)
“Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre,
dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome,
affinché egli vi dia, secondo le
ricchezze della sua gloria, di
essere potentemente fortificati,
mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore, e faccia sì
che Cristo abiti per mezzo della
fede nei vostri cuori, perché,
radicati e fondati nell'amore,
siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la
larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità
dell'amore di Cristo e
di conoscere questo amore che
sorpassa ogni conoscenza, affinché
siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.”
(Efesini 3:14-19)
Il processo di santificazione
è proprio
il processo di separazione
progressiva da questo involucro, il non prestare più attenzione
all’involucro, a quello che è destinato a diventare
pula.
Proprio per questo Paolo scriveva così al suo figlio spirituale Timoteo:
“l'esercizio fisico è utile a poca cosa, mentre la pietà è utile a ogni
cosa, avendo la promessa della vita presente e di quella futura.”
(1Timoteo 4:8)
Il processo di santificazione è il non metter più le energie per nutrire
questa parte esterna che ha solo l’utilità di accompagnare il frutto interno
alla giusta maturazione, l’attenzione che occorre prestarle è limitata solo
a questo.
Il continuare a prestare attenzione all’involucro esteriore serve solo a
prolungare ed accentuare, nel figlio di Dio lo stato di infelicità
temporanea, destinata a scomparire quando saremo “trasformati”.
Un uomo felice è un cristiano che, avendo compreso la profonda ricchezza di
quell’uomo interiore che per grazia di Dio è nato dentro di sé, non presta
più attenzione ai bisogni dell’uomo naturale, se non finalizzati a far
vivere meglio possibile questa uomo interiore che prende sempre più forma
divina fino a giungere alla maturazione che il nostro Dio riterrà giusta per
noi!
Un uomo felice è un cristiano che si fida di Dio!
Che prende i Suoi insegnamenti non come un fardello ma come un giogo leggero
da portare, sapendo che se il Signore ha dato quegli insegnamenti, sono per
il suo bene, per il suo progresso, non per legarlo o fargli perdere qualcosa
o tendergli un tranello (cfr 1 Corinzi 7:35).
Che beve copiosamente la Parola di Dio, ne fa il suo nutrimento, la sua
forza, si riempie della sua vitalità, senza chiedersi nulla, perché sa che
quell’acqua è pura, viene direttamente dal trono di Dio e porta VITA!
Un uomo così sarà Benedetto e porterà Benedizione intorno a sé!
“La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la
pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria
gloria e virtù.
Attraverso queste ci sono state
elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse
voi diventaste partecipi della
natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a
causa della concupiscenza.
“Voi,
per questa stessa ragione,
mettendoci da parte vostra ogni
impegno, aggiungete alla
vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza
l'autocontrollo; all'autocontrollo la pazienza; alla pazienza la pietà; alla
pietà l'affetto fraterno; e all'affetto fraterno l'amore.
Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né
pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo.
Ma colui che non ha queste cose, è
cieco oppure miope, avendo
dimenticato di essere stato purificato dei suoi vecchi peccati.
Perciò, fratelli, impegnatevi sempre
di più a render sicura la vostra vocazione ed elezione;
perché, così facendo, non
inciamperete mai.
In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno
eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.”
(2 Pietro 1:3-11)
“Provate
e vedrete quanto il SIGNORE è buono!
Beato l'uomo che confida in lui.”
(Salmo 34:8)