La legge meravigliosa  -  l'adorazione dell'immagine

 

  

Noi sappiamo che esiste la Legge di Dio?

Davanti ad un comandamento del Signore come reagiamo?

Davanti ad un espresso divieto del Signore quale è la nostra prima reazione?

Se siamo onesti, i nostri ragionamenti naturali sono esattamente quelli che satana inculcò nel cuore di Eva: …Dio ti vuole togliere qualcosa, vuole farti rinunciare a qualche beneficio, ti vuole nascondere “il meglio”… ma è proprio così?

Non è forse perché Dio ha per noi qualcosa di meglio? (cfr Ebrei 11:40)

Non è perché Dio ha per noi pensieri di bene e non di male? (cfr Geremia 29:11)

 

Noi sappiamo che per mezzo dello Spirito Santo, il salmista ha più volte esaltato la Legge del Signore:  Apri i miei occhi, e contemplerò le meraviglie della tua legge.  (Salmo 119:18)

Tieni lontana da me la via della menzogna e, nella tua grazia, fammi comprendere la tua legge.  (Salmo 119:29)

Dammi intelligenza e osserverò la tua legge; la praticherò con tutto il cuore.   (Salmo 119:34)

Il loro cuore è insensibile come il grasso, ma io mi diletto nella tua legge.   (Salmo 119:70)

La legge della tua bocca per me vale più di migliaia di monete d'oro e d'argento.  (Salmo 119:72)

Venga su di me la tua compassione, e vivrò; perché la tua legge è la mia gioia.  (Salmo 119:77)

Oh, quanto amo la tua legge! È la mia meditazione di tutto il giorno.  (Salmo 119:97)

La tua giustizia è una giustizia eterna e la tua legge è verità.   (Salmo 119:145)

Grande pace hanno quelli che amano la tua legge e non c'è nulla che possa farli cadere.  (Salmo 119:165)

 

Le cose sono due:

  - o il salmista è folle

- o siamo noi (quando ragioniamo carnalmente) siamo folli nel considerare il comandamento di Dio un danno

Vista la Fonte della Legge è sicuramente più reale la seconda ipotesi!

 

Ricordiamoci ancora che Gesù disse:

È più facile che passino cielo e terra, anziché cada un solo apice della legge.   (Luca 16:17)

La Legge di Dio è quindi perfetta ma va:

- vista con gli occhi spirituali e non carnali (cfr Salmo 119:18) per scoprirne le meraviglie!

  - va compresa spiritualmente e non carnalmente (cfr Salmo 119:29), perché

 

…l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente.  (1 Corinzi 2:14)

- va intesa e praticata alla luce di Cristo e non secondo la nostra luce (cfr Salmo 119:34), perché Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna.   (1 Giovanni 5:20)

Allora, e solo allora la Legge di Dio sarà il nostro diletto (Salmo 119:70), la nostra ricchezza (Salmo 119:72), la nostra gioia (Salmo 119:77).

Allora, e solo allora apprezzeremo e ameremo veramente la Legge di Dio che sarà la nostra meditazione di tutto il giorno (Salmo 119:97), la Verità (Salmo 119:145), la nostra Pace (Salmo 119:165).

 

***

Fatta questa necessaria premessa, vediamo ora un esempio:

Risulta evidente, nella storia dei popoli e delle religioni, che l’uomo è naturalmente portato all’adorazione e la venerazione verso delle immagini, delle sculture, che spesso, con la scusante dell’aspetto artistico/storico troviamo custodite molto spesso nei luoghi definiti “sacri”.

E questa evidente necessità dell’uomo, di cercare “l’immagine di riferimento”, trova le sue radici nell’atto creativo di Dio:

…Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».

Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.   (Genesi 1:26-27)

L’uomo, essendo stato allontanato da Dio (a motivo del suo peccato), è, per istinto innato, in costante ricerca di “qualcosa di spirituale” che possa soddisfare questo vuoto.

Abbiamo traccia di questa naturale tendenza trasversalmente in tutte le epoche ed in tutte le culture.

Possiamo ricordare tra queste gli egizi, i popoli cananei, gli assiri, i babilonesi, i greci, i romani… fino all’età moderna con le varie religioni.

Chi ha capito molto bene questa “necessità e insoddisfazione” dell’uomo, sono coloro che propongono (nel mondo dello sport, dello spettacolo, dei media in genere) nuove immagini, nuovi “idoli” a cui fanno seguito i fans che spesso e volentieri si ispirano a loro sia nel modo di pensare, nel modo di condursi e nel modo di apparire.

Negli ultimi tempi poi grazie alla “imposizione del virtuale” ci si può creare una propria immagine giungendo alla forma più perversa di questo sviamento… l’adorazione di se stessi (la stessa aspirazione di satana).

Di questa naturale inclinazione (che la Parola di Dio definisce chiaramente come conseguenza del peccato, anzi come LA CONSEGUENZA DEL PECCATO per eccellenza), Paolo ne parla in modo dettagliato nella sua lettera ai romani:

L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia; poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro; infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato. Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.

Per questo Dio li ha abbandonati all'impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra di loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen.   (Romani 1:18-25)

Dalla lettura di questo “verbale divino di denuncia” possiamo constatare che mutare la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili:

 - è un comportamento empio (da uomo senza timore di Dio)

- è un comportamento ingiusto (da uomo dedito alla ingiustizia, perverso e bugiardo)

- è un ragionamento stolto (folle)

- è un ragionamento vano (inutile)

- porta con sé delle serie conseguenze:

- l’abbandono da parte di Dio (lasciato al suo destino infame)

- la progressiva mutazione dell’uomo (creato ad immagine di Dio – cfr Genesi 1:26-27) in una bestia (materializzata nella figura dell’anticristo che sarà manifestato negli ultimi tempi), questo lo possiamo notare nelle parole dell’autore della Genesi, quando Adamo già caduto nel peccato, generò un figlio a sua somiglianza (non più a somiglianza di Dio):

 

Adamo visse centotrent'anni, generò un figlio a sua somiglianza, a sua immagine, e lo chiamò Set…    (Genesi 5:3)

  Poi quando Dio prese sotto le “Sue ali” il popolo (da cui doveva nascere il Messia promesso), diede loro un comandamento (per fare comprendere come il peccato fosse presente in loro, perché questo è lo scopo della Legge) che non lasciava spazio ad incomprensioni:

Non avere altri dèi oltre a me.

Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra.

Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.   (Esodo 20:3-6)

 

  Tale comandamento fu ribadito anche davanti alla terra promessa:

"Maledetto l'uomo che fa un'immagine scolpita o di metallo fuso, cosa abominevole per il SIGNORE, opera di un artigiano, e la pone in luogo occulto!"   (Deuteronomio 27:15)

E il popolo, ragionando carnalmente, non intendendo il vero senso della Legge, sottoposto alla sua inclinazione naturale ed influenzato dalle culture vicine (non ultimi gli dei egiziani che Dio aveva umiliato con le dieci piaghe per dimostrare al popolo la loro vanità), molto presto cadde nella trasgressione:

Il popolo vide che Mosè tardava a scendere dal monte; allora si radunò intorno ad Aaronne e gli disse: «Facci un dio che vada davanti a noi; poiché quel Mosè, l'uomo che ci ha fatti uscire dal paese d'Egitto, non sappiamo che fine abbia fatto».

E Aaronne rispose loro: «Staccate gli anelli d'oro che sono agli orecchi delle vostre mogli, dei vostri figli e delle vostre figlie, e portatemeli».

E tutto il popolo si staccò dagli orecchi gli anelli d'oro e li portò ad Aaronne.

Egli li prese dalle loro mani e, dopo aver cesellato lo stampo, ne fece un vitello di metallo fuso.

E quelli dissero: «O Israele, questo è il tuo dio che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto!»

Quando Aaronne vide questo, costruì un altare davanti al vitello ed esclamò: «Domani sarà festa in onore del SIGNORE!»

L'indomani, si alzarono di buon'ora, offrirono olocausti e portarono dei sacrifici di ringraziamento; il popolo sedette per mangiare e bere, poi si alzò per divertirsi.  (Esodo 32:1-6)

E le conseguenze furono molto serie:

…Mosè si voltò e scese dal monte con le due tavole della testimonianza nelle mani: tavole scritte da una parte e dall'altra.

Le tavole erano opera di Dio e la scrittura era scrittura di Dio incisa sulle tavole.

Or Giosuè, udendo il clamore del popolo che gridava, disse a Mosè: «Si ode un fragore di battaglia nell'accampamento».

Mosè rispose: «Questo non è grido di vittoria, né grido di vinti; il clamore che io odo è di gente che canta».

Quando fu vicino all'accampamento, vide il vitello e le danze; e l'ira di Mosè s'infiammò ed egli gettò dalle mani le tavole e le spezzò ai piedi del monte.

Poi prese il vitello che quelli avevano fatto, lo bruciò col fuoco, lo ridusse in polvere, sparse la polvere sull'acqua e la fece bere ai figli d'Israele.

Mosè disse ad Aaronne: «Che ti ha fatto questo popolo, che gli hai attirato addosso un così grande peccato

Aaronne rispose: «L'ira del mio signore non s'infiammi; tu conosci questo popolo e sai che è incline al male. Essi mi hanno detto: "Facci un dio che vada davanti a noi; poiché quel Mosè, l'uomo che ci ha fatti uscire dal paese d'Egitto, non sappiamo che fine abbia fatto".

Io ho detto loro: "Chi ha dell'oro se lo levi di dosso!" Essi me l'hanno dato; io l'ho buttato nel fuoco e ne è venuto fuori questo vitello».

Quando Mosè vide che il popolo era senza freno e che Aaronne lo aveva lasciato sfrenarsi esponendolo all'obbrobrio dei suoi nemici, si fermò all'ingresso dell'accampamento, e disse: «Chiunque è per il SIGNORE, venga a me!» E tutti i figli di Levi si radunarono presso di lui.

Ed egli disse loro: «Così dice il SIGNORE, il Dio d'Israele: "Ognuno di voi si metta la spada al fianco; percorrete l'accampamento da una porta all'altra di esso, e ciascuno uccida il fratello, ciascuno l'amico, ciascuno il vicino!"»

I figli di Levi eseguirono l'ordine di Mosè, e in quel giorno caddero circa tremila uomini.

Poi Mosè disse: «Consacratevi oggi al SIGNORE, ciascuno a prezzo del proprio figlio e del proprio fratello, e il SIGNORE vi conceda oggi una benedizione».

L'indomani Mosè disse al popolo: «Voi avete commesso un grande peccato; ma ora io salirò dal SIGNORE; forse otterrò che il vostro peccato vi sia perdonato».

Mosè dunque tornò al SIGNORE e disse: «Ahimè, questo popolo ha commesso un grande peccato e si è fatto un dio d'oro; nondimeno, perdona ora il loro peccato! Se no, ti prego, cancellami dal tuo libro che hai scritto!»

Il SIGNORE rispose a Mosè: «Colui che ha peccato contro di me, quello cancellerò dal mio libro! Ora va', conduci il popolo dove ti ho detto. Ecco, il mio angelo andrà davanti a te; ma nel giorno che verrò a punire, io li punirò del loro peccato».
E il SIGNORE colpì il popolo, perché esso era l'autore del vitello che Aaronne aveva fatto.

(Esodo 32:15-35)

 

Dobbiamo quindi considerare che l’adorazione delle immagini è dunque, agli occhi di Dio, un grande peccato, non è un qualcosa di “superficiale” o “secondario”, perché porta con sé una totale deviazione dalla Verità… ci porta ad adorare l’uomo e la creazione materiale caduta nel peccato, anziché Dio in Spirito e Verità!

Nonostante che il popolo di Israele avesse sperimentato più volte la fedeltà del Signore, la Sua Potenza e Benignità nei loro confronti, questa inclinazione fu presente durante tutta la sua storia; è vero che non abbiamo reperti di dei ebrei nei ritrovamenti archeologici ma l’influenza degli idoli dei popoli vicini fu per loro una continua insidia.

In un momento di totale confusione, il Signore per bocca del profeta Isaia (750 a.C.) provò per l’ennesima volta a fare riflettere il popolo:

A chi vorreste assomigliare Dio? Con quale immagine lo rappresentereste?

Un artista fonde l'idolo, l'orafo lo ricopre d'oro e vi salda delle catenelle d'argento. Colui che la povertà costringe a offrir poco sceglie un legno che non marcisca, e si procura un abile artigiano, per fare un idolo che non vacilli.

Ma non lo sapete?

Non l'avete sentito?

Non vi è stato annunciato fin dal principio?

Non avete riflettuto sulla fondazione della terra?

Egli è assiso sulla volta della terra, da lì gli abitanti appaiono come cavallette; egli distende i cieli come una cortina e li spiega come una tenda per abitarvi; egli riduce i prìncipi a nulla, e annienta i giudici della terra; appena piantati, appena seminati, appena il loro fusto ha preso radici in terra, egli vi soffia contro, e quelli inaridiscono e l'uragano li porta via come stoppia.

«A chi dunque mi vorreste assomigliare, a chi sarei io uguale?» dice il Santo.

Levate gli occhi in alto e guardate: Chi ha creato queste cose? Egli le fa uscire e conta il loro esercito, le chiama tutte per nome; per la grandezza del suo potere e per la potenza della sua forza, non ne manca una.   (Isaia 40:18-26)

 

Così parla il SIGNORE, re d'Israele e suo redentore, il SIGNORE degli eserciti: "Io sono il primo e sono l'ultimo, e fuori di me non c'è Dio.

Chi, come me, proclama l'avvenire fin da quando fondai questo popolo antico? Che egli lo dichiari e me lo provi!

Lo annuncino essi l'avvenire, e quanto avverrà!

Non vi spaventate, non temete! Non te l'ho io annunciato e dichiarato da tempo?

Voi me ne siete testimoni. C'è forse un Dio fuori di me?

Non c'è altra Rocca; io non ne conosco nessuna"».

Quelli che fabbricano immagini scolpite sono tutti vanità; i loro idoli più cari non  giovano a nulla; i loro testimoni non vedono, non capiscono nulla, perché essi siano coperti di vergogna.

Chi fabbrica un dio o fonde un'immagine che non gli serva a nulla?

Ecco, tutti quelli che vi lavorano saranno coperti di vergogna, e gli artefici stessi non sono che uomini! Si radunino tutti, si presentino!...

Saranno spaventati e coperti di vergogna tutti insieme.

Il fabbro lima il ferro, lo mette nel fuoco, forma l'idolo a colpi di martello
e lo lavora con braccio vigoroso; soffre perfino la fame e la forza gli vien meno; non beve acqua e si affatica.

Il falegname stende la sua corda, disegna l'idolo con la matita, lo lavora con lo scalpello, lo misura con il compasso, ne fa una figura umana, una bella forma d'uomo, perché abiti una casa.

Si tagliano dei cedri, si prendono degli elci, delle querce, si fa la scelta fra gli alberi della foresta, si piantano dei pini che la pioggia fa crescere.

Poi tutto questo serve all'uomo per fare fuoco, ed egli ne prende per riscaldarsi, ne accende anche il forno per cuocere il pane; e ne fa pure un dio e lo adora, ne scolpisce un'immagine, davanti alla quale si inginocchia.

Ne brucia la metà nel fuoco, con l'altra metà prepara la carne, la fa arrostire, e si sazia. Poi si scalda e dice: «Ah! mi riscaldo, godo a veder questa fiamma!»

Con l'avanzo si fa un dio, il suo idolo, gli si prostra davanti, lo adora, lo prega e gli dice: «Salvami, perché tu sei il mio dio!»

Non sanno nulla, non capiscono nulla; hanno impiastrato loro gli occhi perché non vedano, e il cuore perché non comprendano.

Nessuno rientra in se stesso e ha conoscimento e intelletto per dire: «Ne ho bruciato la metà nel fuoco, sui suoi carboni ho fatto cuocere il pane, vi ho arrostito la carne che ho mangiata; con il resto farei un idolo abominevole?

Mi inginocchierei davanti a un pezzo di legno?»

Un tal uomo si pasce di cenere, il suo cuore sviato lo inganna al punto che non può liberarsene e dire: «Ciò che stringo nella mia destra non è forse una menzogna?».

«Ricòrdati di queste cose, o Giacobbe, o Israele, perché tu sei mio servo; io ti ho formato, tu sei il mio servo, Israele, tu non sarai da me dimenticato.

Io ho fatto sparire le tue trasgressioni come una densa nube, e i tuoi peccati, come una nuvola; torna a me, perché io ti ho riscattato».

Cantate, o cieli, poiché il SIGNORE ha operato!

Giubilate, o profondità della terra!

Prorompete in grida di gioia, o montagne, o foreste con tutti gli alberi vostri!

Poiché il SIGNORE ha riscattato Giacobbe e manifesta la sua gloria in Israele!

Così parla il SIGNORE, il tuo redentore, colui che ti ha formato fin dal seno materno: Io sono il SIGNORE, che ha fatto tutte le cose; io solo ho spiegato i cieli, ho disteso la terra, senza che vi fosse nessuno con me; io rendo vani i presagi degli impostori e rendo insensati gli indovini; io faccio indietreggiare i saggi e muto la loro scienza in follia; io confermo la parola del mio servo e realizzo le predizioni dei miei messaggeri; io dico di Gerusalemme: "Essa sarà abitata!"

Delle città di Giuda dico: "Saranno ricostruite e io ne rialzerò le rovine". Io dico all'abisso: "Fatti asciutto. Io prosciugherò i tuoi fiumi!"

(Isaia 44:6-27)

 

  Lo stesso avvenne per bocca del profeta Abacuc:

A che serve l'immagine scolpita, perché l'artefice la scolpisca?

A che serve l'immagine fusa che insegna la menzogna, perché l'artefice confidi nel suo lavoro e fabbrichi idoli muti?

Guai a chi dice al legno: "Svègliati!" e alla pietra muta: "Àlzati!"

Può questa istruire?

Ecco, è ricoperta d'oro e d'argento, ma non c'è in lei nessuno spirito.

Ma il SIGNORE è nel suo tempio santo; tutta la terra faccia silenzio in sua presenza!»

(Abacuc 2:18-20)

 

E se il Signore ha dichiarato per bocca del profeta Geremia:

Maledetto l'uomo che confida nell'uomo… (che è l’essere creato ad immagine e somiglianza di Dio)…   (Geremia 7:5)

…quanto più sarà maledetto colui che confida in una pietra, in un legno, in una statua, in un amuleto inanimato?

 

Se l’avversario di Dio si è occupato così tanto di influenzare la storia dell’uomo con le immagini da adorare dobbiamo considerare come questa attività sia molto pericolosa spiritualmente.

Infatti questa costante influenza con la quale esso opprime l’uomo, ha il fine esclusivo di soddisfare la sua vanità:

Dio infatti ha creato l’uomo a Sua immagine e somiglianza e satana (non avendo potere creativo) cerca anche lui di “formarsi esseri a sua immagine e somiglianza”.

Ma perché è così pericolosa?

Perché il Signore si è tanto raccomandato di non praticarla?

Cosa c’è di così meraviglioso in questo comandamento della Legge?

 

A)   Perché la VERA IMMAGINE da adorare esiste ed è una immagine spirituale!

B) Perché adorare una immagine porta in qualche modo l’uomo a somigliarle, ad esserne influenzato, a seguirla e ad averne lo stesso destino!

 

A)     Perché la VERA IMMAGINE da adorare esiste ed è una immagine spirituale!

Perché come insegnava Gesù stesso:

l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori.

Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità.  (Giovanni 4:23-24)

 

L’apostolo Giovanni ci rivela qual è l’immagine spirituale da adorare:

Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere.  (Giovanni 1:18)

 

L’apostolo Paolo ce lo conferma:

Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. In lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati.

Egli è l'immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura; poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.

Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato.

(Colossesi 1:13-18)

 

Ma non dobbiamo cadere nell’ennesima insidia di satana: adorare l’immagine scolpita di Gesù Cristo “carnale”, perché, come ci insegna l’apostolo Paolo:

Quindi, da ora in poi, noi non conosciamo più nessuno da un punto di vista umano; e se anche abbiamo conosciuto Cristo da un punto di vista umano, ora però non lo conosciamo più così.

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.  (2 Corinzi 5:16-17)

 

Perché l’immagine che dobbiamo adorare è una immagine spirituale ed è quella che ci lascia il LIBRO DELLA RIVELAZIONE DI GESU’ CRISTO (Apocalisse), leggiamone un estratto:

Io mi voltai per vedere chi mi stava parlando.

Come mi fui voltato, vidi sette candelabri d'oro e, in mezzo ai sette candelabri, uno simile a un figlio d'uomo, vestito con una veste lunga fino ai piedi e cinto di una cintura d'oro all'altezza del petto.

Il suo capo e i suoi capelli erano bianchi come lana candida, come neve; i suoi occhi erano come fiamma di fuoco; i suoi piedi erano simili a bronzo incandescente, arroventato in una fornace, e la sua voce era come il fragore di grandi acque.

Nella sua mano destra teneva sette stelle; dalla sua bocca usciva una spada a due tagli, affilata, e il suo volto era come il sole quando risplende in tutta la sua forza.

Quando lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli pose la sua mano destra su di me, dicendo: Non temere, io sono il primo e l'ultimo, e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell'Ades…

(Apocalisse 1:12-18)

 

Poi vidi, in mezzo al trono e alle quattro creature viventi e in mezzo agli anziani, un Agnello in piedi, che sembrava essere stato immolato, e aveva sette corna e sette occhi che sono i sette spiriti di Dio, mandati per tutta la terra.

Egli venne e prese il libro dalla destra di colui che sedeva sul trono.

Quand'ebbe preso il libro, le quattro creature viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all'Agnello, ciascuno con una cetra e delle coppe d'oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi.

Essi cantavano un cantico nuovo, dicendo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra».

(Apocalisse 5:6-10)

 

Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco.

Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con giustizia.

I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui.

Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio.

Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro.

Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino dell'ira ardente del Dio onnipotente.

E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI.  (Apocalisse 19:11-16)

 

B) Perché adorare una immagine porta in qualche modo l’uomo a somigliarle, ad esserne influenzato, a seguirla e ad averne lo stesso destino!

E questo vale sia nel bene che nel male:

- Nel bene (secondo l’azione dello Spirito Santo): E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Signore, che è lo Spirito. (2 Corinzi 3:18)

…ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto.   (1 Corinzi 13:12)

Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo.

Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è.   (1 Giovanni 3:2)

Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli. (Romani 8:29)

 

  - Nel male (secondo l’azione dello spirito dell’anticristo):

Il profeta Geremia (per opera dello Spirito Santo), nell’analizzare la fine del popolo di Giuda che aveva adorato le immagini degli idoli pagani e li aveva seguiti ci lascia una importante considerazione:

Così parla il SIGNORE:

«Quale iniquità hanno trovato i vostri padri in me, che si sono allontanati da me, e sono andati dietro alla vanità, e sono diventati essi stessi vanità?  (Geremia 2:5)

E questo avviene ogni giorno sotto i nostri occhi e risulterà particolarmente evidente nel giorno del Signore, in quanto lì si vedrà chiaramente la differenza tra il giusto e l’empio, perché l’azione di satana degli ultimi tempi (permessa da Dio stesso per giudicare coloro che nella loro ostinazione non si sono ravveduti) sarà quella di proporre l’immagine dell’anticristo:

Poi vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e sulle teste nomi blasfemi.

La bestia che io vidi era simile a un leopardo, i suoi piedi erano come quelli dell'orso e la bocca come quella del leone. Il dragone le diede la sua potenza, il suo trono e una grande autorità.

E vidi una delle sue teste come ferita a morte; ma la sua piaga mortale fu guarita; e tutta la terra, meravigliata, andò dietro alla bestia; e adorarono il dragone perché aveva dato il potere alla bestia; e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia? e chi può combattere contro di lei?»

E le fu data una bocca che proferiva parole arroganti e bestemmie.

E le fu dato potere di agire per quarantadue mesi.

Essa aprì la bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome, il suo tabernacolo e quelli che abitano nel cielo.

Le fu pure dato di far guerra ai santi e di vincerli, di avere autorità sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione.

L'adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti fin dalla creazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello che è stato immolato…

 

  Poi vidi un'altra bestia, che saliva dalla terra, e aveva due corna simili a quelle di un agnello, ma parlava come un dragone.

Essa esercitava tutto il potere della prima bestia in sua presenza, e faceva sì che tutti gli abitanti della terra adorassero la prima bestia la cui piaga mortale era stata guarita.

E operava grandi prodigi sino a far scendere fuoco dal cielo sulla terra in presenza degli uomini.

E seduceva gli abitanti della terra con i prodigi che le fu concesso di fare in presenza della bestia, dicendo agli abitanti della terra di erigere un'immagine della bestia che aveva ricevuto la ferita della spada ed era tornata in vita.

Le fu concesso di dare uno spirito all'immagine della bestia affinché l'immagine potesse parlare e far uccidere tutti quelli che non adorassero l'immagine della bestia.

Inoltre obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte.

Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome.

(tratto da Apocalisse 13:1-17)

 

Chiunque adora la bestia e la sua immagine e prende il marchio del suo nome, non ha riposo né giorno né notte.

Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù.

(tratto da Apocalisse 14:11-12)

 

Il sano desiderio dell’uomo che vuole vedere Dio la troviamo espressa nelle parole di Giobbe:

Ma io so che il mio Redentore vive e che alla fine si alzerà sulla polvere.

E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Dio.  Io lo vedrò a me favorevole; lo contempleranno i miei occhi, non quelli d'un altro; il cuore, dal desiderio, mi si consuma!   (Giobbe 19:25-27)

 

Consideriamo quindi, alla luce di tutto questo, come il salmista dà gloria a Dio e non alle immagini raffiguranti la miseria e la vanità dell’uomo e di questa creazione mortale:

Il nostro Dio è nei cieli; egli fa tutto ciò che gli piace.

I loro idoli sono argento e oro, opera delle mani dell'uomo.

Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno naso e non odorano, hanno mani e non toccano, hanno piedi e non camminano, la loro gola non emette alcun suono.

Come loro sono quelli che li fanno, tutti quelli che in essi confidano.

Israele, confida nel SIGNORE!

Egli è il loro aiuto e il loro scudo.

 

Casa d'Aaronne, confida nel SIGNORE!

Egli è il loro aiuto e il loro scudo.

Voi che temete il SIGNORE, confidate nel SIGNORE!

Egli è il loro aiuto e il loro scudo.

Il SIGNORE si è ricordato di noi; egli benedirà, sì,

benedirà la casa d'Israele,

benedirà la casa d'Aaronne,

benedirà quelli che temono il SIGNORE, piccoli e grandi.

Il SIGNORE moltiplichi le sue grazie a voi e ai vostri figli.

Siate benedetti dal SIGNORE, che ha fatto il cielo e la terra.

I cieli sono i cieli del SIGNORE, ma la terra l'ha data agli uomini.

Non sono i morti che lodano il SIGNORE, né alcuno di quelli che scendono nella tomba; ma noi benediremo il SIGNORE, ora e sempre.   Alleluia.  

(Salmo 115:3-18)

 

 

Gianni Marinuzzi