L'esempio supremo di fede

 

 

Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù,

 colui che crea la fede e la rende perfetta.

Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.

Considerate perciò colui che ha sopportato una simile ostilità contro la sua persona da parte dei peccatori,

affinché non vi stanchiate perdendovi d'animo.

(Ebrei 12:1-3)

 

***

Nel delineare il quadro degli eroi della fede (cfr Ebrei 11), l'autore giunto alla fine, lascia chiaramente scorgere che lo scopo di quella digressione è stato condurci all’esempio perfetto di Gesù Cristo.

In lui quindi dobbiamo fissare il nostro sguardo per attingere da Lui esempio, insegnamento, consiglio e coraggio.

 

***

Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso

e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta,

 fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta.

 

L’incoraggiamento dell’autore della lettera è quello di dimostrarci che è possibile correre questa gara di fedesiamo circondati di persone che ce l’hanno fatta… …anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni…

Gli esempi di fede sono sempre stati un incoraggiamento, li troviamo anche tra i santi de tempo della Grazia:

- Paolo richiama l’esempio di fratelli generosi per stimolarne altri:

Non lo dico per darvi un ordine, ma per mettere alla prova, con l'esempio dell'altrui premura, anche la sincerità del vostro amore. (2 Corinzi 8:8)

 

- Paolo si propone egli stesso (insieme ai suoi collaboratori) come esempio:

Siate miei imitatori, fratelli, e guardate quelli che camminano secondo l'esempio che avete in noi. (Filippesi 3:17)

Non che non ne avessimo il diritto, ma abbiamo voluto darvi noi stessi come esempio, perché ci imitaste. (2 Tessalonicesi 3:9)

 

Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io servissi di esempio a quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere vita eterna. (1 Timoteo 1:16)

 

- Paolo esorta i suoi discepoli ad essere essi stesso un esempio:

Nessuno disprezzi la tua giovane età; ma sii di esempio ai credenti, nel parlare, nel comportamento,

nell'amore, nella fede, nella purezza. (1 Timoteo 4:12)

 

Ma tu esponi le cose che sono conformi alla sana dottrina: i vecchi siano sobri, dignitosi, assennati, sani nella fede, nell'amore, nella pazienza; anche le donne anziane abbiano un comportamento conforme a santità, non siano maldicenti né dedite a molto vino, siano maestre nel bene, per incoraggiare le giovani ad amare i mariti, ad amare i figli, a essere sagge, caste, diligenti nei lavori domestici, buone, sottomesse ai loro mariti, perché la parola di Dio non sia disprezzata.

Esorta ugualmente i giovani a essere saggi, presentando te stesso in ogni cosa come esempio di opere buone;

mostrando nell'insegnamento integrità, dignità, linguaggio sano, irreprensibile, perché l'avversario resti confuso,

non avendo nulla di male da dire contro di noi. (Tito 2:1-8)

 

- Paolo loda il comportamento dei tessalonicesi e ne fa un esempio:

 

Voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore, avendo ricevuto la parola in mezzo a molte sofferenze, con la gioia che dà lo Spirito Santo, tanto da diventare un esempio per tutti i credenti della Macedonia e dell'Acaia.

Infatti da voi la parola del Signore ha echeggiato non soltanto nella Macedonia e nell'Acaia, ma anzi la fama della fede che avete in Dio si è sparsa in ogni luogo, di modo che non abbiamo bisogno di parlarne; perché essi stessi raccontano quale sia stata la nostra venuta fra voi, e come vi siete convertiti dagl'idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero, e per aspettare dai cieli il Figlio suo che egli ha risuscitato dai morti; cioè, Gesù che ci libera dall'ira imminente. (1 Tessalonicesi 1:6-10)

 

Gli esempi di fede devono essere per noi uno stimolo… anche noi dunque… ci devono coinvolgere, non devono rimanere degli esempi “astratti ed inarrivabili”… buoni solo per essere apprezzati… ammirati.

 

In passato ci furono… Abele, Enoc, Noè, Abramo, Sara, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Mosè, gli israeliti pii, Raab, Gedeone, Barac, Sansone, Iefte, Davide, Samuele, i profeti, donne pie, persone consacrate che seppero resistere alle più efferate persecuzioni… abbiamo ancora gli esempi neotestamentari… gli apostoli del primo secolo, i primi fratelli della Chiesa primitiva… oggi ci siamo noi… ci sono io… …ci sei tu… tocca a noi, è il nostro tempo… anche noi dunque… non rinunciamo alla nostra gara che ci è proposta!

 

 

Anche noi, dunque… corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta

È evidente che con questo inciso entriamo nell'immagine che domina tutta la frase, quella della corsa: «corriamo con perseveranza».

Per correre bene però occorre che:

 

…deponiamo ogni peso

Chi correva il palio si liberava di ogni peso inutile al fine di essere agile nella sua corsa.

Nessuno di noi andrebbe a partecipare ad una gara di corsa con della zavorra… …eppure tante volte vogliamo correre la vita cristiana zavorrati!

Per il cristiano possono costituire un peso, le preoccupazioni, le cure, le sollecitudini, gli affetti terreni, anche legittimi in sè, ma che assorbono in grado eccessivo la vitalità spirituale.

Per questa ragione, Paolo, sconsigliava addirittura il matrimonio, in tempi di persecuzioni:

Ma questo dichiaro, fratelli: che il tempo è ormai abbreviato; da ora in poi, anche quelli che hanno moglie, siano come se non l'avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che si rallegrano, come se non si rallegrassero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano di questo mondo, come se non ne usassero, perché la figura di questo mondo passa.

Vorrei che foste senza preoccupazioni.

Chi non è sposato si dà pensiero delle cose del Signore, di come potrebbe piacere al Signore; ma colui che è sposato si dà pensiero delle cose del mondo, come potrebbe piacere alla moglie e i suoi interessi sono divisi.

La donna senza marito o vergine si dà pensiero delle cose del Signore, per essere consacrata a lui nel corpo e nello spirito; mentre la sposata si dà pensiero delle cose del mondo, come potrebbe piacere al marito.

Dico questo nel vostro interesse; non per tendervi un tranello, ma in vista di ciò che è decoroso e affinché possiate consacrarvi al Signore senza distrazioni.

 (1 Corinzi 7:29-35)

 

E Paolo viveva così.

 

Per questo Gesù insegnava così:

 

Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete.

Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito?

Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro?

E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un'ora sola alla durata della sua vita? E perché siete così ansiosi per il vestire?

Osservate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro.

Ora se Dio veste in questa maniera l'erba dei campi che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca fede?

Non siate dunque in ansia, dicendo: "Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?"

Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose.

Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più.

Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso.

Basta a ciascun giorno il suo affanno. (Matteo 6:25-34)

 

E Gesù viveva così:

 

Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo. (Luca 9:58)

Non ci sentiamo un po’ a disagio a leggere queste cose?

 

…deponiamo il peccato

Un altro ostacolo alla nostra corsa è il peccato… …non “i singoli peccati” (che sono solo la manifestazione del peccato), ma quello stato ben più pericoloso e subdolo di torpore spirituale, che ci espone all’indolenza, alla pigrizia, alla sterilità, alla miopia spirituale, alla perdita di memoria…

La figura che usa qui l’autore deriva probabilmente dall’abbigliamento degli atleti di quei tempi (praticamente nudi) per non avere ostacoli di sorta durante la corsa.

Il vestito, nella Parola di Dio è spesso simbolo delle opere, così è per noi, quante occupazioni (anche legittime), opere (inoffensive), addirittura le opere di bene che servono solo a soddisfare la carne… …ma inutili ci portano a non poter correre liberamente o al torpore spirituale?      

Pietro ci avverte relativamente al “non impegnarci nella fede”:

La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù.  

Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza.

Voi, per questa stessa ragione, mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza l'autocontrollo; all'autocontrollo la pazienza; alla pazienza la pietà; alla pietà l'affetto fraterno; e all'affetto fraterno l'amore.

Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo.  

Ma colui che non ha queste cose, è cieco oppure miope, avendo dimenticato di essere stato purificato dei suoi vecchi peccati.

Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a render sicura la vostra vocazione ed elezione; perché, così facendo, non inciamperete mai.

In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. (2 Pietro 1:3-11)

 

Dobbiamo vigilare su come investiamo le nostre energie… …il cristiano che vuole camminare seriamente con il Signore non si pone più la domanda: “Che male c’è nel fare una tale cosa?”. Ma si chiede:

 

- E’ utile per il Vangelo?

- E’ una Buona Opera preparata da Dio?

- Porta alla mia gloria o alla Gloria di Dio?

- Mostra la mia bontà o la ricchezza della Sua Grazia?”

 

Paolo scriveva:

Ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa è utile; ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa edifica. (1 Corinzi 10:23)

…esercitati invece alla pietà, perché l'esercizio fisico è utile a poca cosa, mentre la pietà è utile a ogni cosa,

avendo la promessa della vita presente e di quella futura.  (1 Timoteo 4:7-8)

 

Per questo esortava così i fratelli di Efeso:

Guardate dunque con diligenza a come vi comportate; non da stolti, ma da saggi; ricuperando il tempo perché i giorni sono malvagi.

Perciò non agite con leggerezza, ma cercate di ben capire quale sia la volontà del Signore. (Efesini 5:15-17)

 

…così facilmente ci avvolge

E dobbiamo essere molto attenti, perché questo stato di peccato ci avvolge molto facilmente!

Ci avvolge come le spire di un serpente… inizialmente dolcemente… ci incanta… ci ammalia… ci soffoca!

L’esempio più calzante è forse quello dei galati, questi fratelli avevano iniziato questa corsa molto bene, ma ad un certo punto hanno cominciato a confidare in una propria giustizia derivante dall’osservanza di alcuni aspetti della Legge (le opere), l’effetto di questo fu un arresto della corsa in seguito ad un ammaliamento:

O Galati insensati, chi vi ha ammaliati, voi, davanti ai cui occhi Gesù Cristo è stato rappresentato crocifisso?  (Galati 3:1)

 

Voi correvate bene; chi vi ha fermati perché non ubbidiate alla verità? (Galati 5:7)

 

…corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta,

Alleggeriti dai pesi (la fede nelle nostre “buone opere inutili e dannose ai fini dello scopo del Vangelo”) e liberi da indumenti che intralciano la corsa (il peccato che così facilmente ci avvolge), cominciamo a correre… …verso un traguardo… …quale?

 

…fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta.

- L'esempio della fede dei fratelli e degli antichi deve essere un incoraggiamento per il corridore cristiano;

- il deporre ogni peso ed impaccio lo deve rendere spedito;

- la costanza lo deve preservare dalla rilassatezza e dallo scoraggiamento;

 

…ma il punto di riferimento, il traguardo, l’Esempio perfetto, la Guida è Gesù!

Su lui quindi deve fissarsi lo sguardo del cristiano.

Egli è l’esempio perfetto (il Capo), ed è la Guida (il compitore) della fede.

 

 

…Colui che crea la fede e la rende perfetta.

L’espressione “Colui che crea la fede e la rende perfetta”, suggerisce l’idea che Gesù è stato il primo a percorrere, come un pioniere, il sentiero di fede che i credenti devono seguire e lo ha concluso perfettamente, in modo vittorioso perché aveva lo sguardo rivolto costantemente alla gioia che gli era posta dinanzi.

Il Signore non ha mai lasciato il Suo popolo senza una guida, il popolo di Israele nel deserto aveva la nuvola o la colonna di fuoco:

Il SIGNORE andava davanti a loro: di giorno, in una colonna di nuvola per guidarli lungo il cammino; di notte, in una colonna di fuoco per illuminarli, perché potessero camminare giorno e notte. (Esodo 13:21)

 

Oggi ci ha lasciato le orme di Gesù Cristo:

Da questo sappiamo che l'abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Io l'ho conosciuto», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui; ma chi osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente completo.

Da questo conosciamo che siamo in lui: chi dice di rimanere in lui, deve camminare com'egli camminò. (1 Giovanni 2:3-6)

 

Abbiamo davanti a noi, nella Parola scritta, le orme di Gesù Cristo (La Parola fatta carne)… già calcate dagli apostoli… dai fratelli consacrati che ci hanno preceduto… la dottrina che gli apostoli del primo secolo hanno lasciato nel Nuovo Testamento.

Non dobbiamo pensare che dobbiamo essere perfetti… come perfetto era Lui… ma dobbiamo camminare nel sentiero che ci ha tracciato… Egli disse:

Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Giovanni 14:6)

 

***

…Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.

 

La fede di Cristo si è manifestata in tutte le circostanze della sua vita; ma Lui è  molto di più di un esempio di atti isolati di fede.

Il segreto della Sua intera vita intera è un continuo, grande atto di fede per cui le cose sperate diventavano realtà presenti.

Davanti ai Suoi occhi si vedeva la gioia futura!

Isaia lo descrive così:

Dopo il tormento dell'anima sua vedrà la luce e sarà soddisfatto… (Isaia 53:11)

 

Gesù vedeva già per fede la Luce e gustava già per fede la soddisfazione:

Padre, glorifica il tuo nome!»

Allora venne una voce dal cielo: «L'ho glorificato, e lo glorificherò di nuovo!»

Perciò la folla che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono.

Altri dicevano: «Gli ha parlato un angelo».

Gesù disse: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora avviene il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo; e io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me». (Giovanni 12:28-32)

 

Per la Sua Fede Egli viveva questa Gioia, questa Soddisfazione, perchè la vedeva già davanti a sé.

Per la Sua Fede sopportò la croce, disprezzando l'infamia.

 

Compiuto da atleta la “corsa perfetta”, Gesù Cristo ha raggiunto il premio, si è seduto alla destra del trono di Dio.

La sofferenza è stata passeggera, la gloria è permanente ed infinita.

 

Ricordiamoci che Gesù disse:

Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono.

Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. (Apocalisse 3:21-22)

 

Paolo, scrivendo ai romani, dice che il regno di Dio è caratterizzato dalla Giustizia, Pace e dalla Gioia nello Spirito Santo:

il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo. (Romani 14:17)

 

E questa Gioia era la prima caratteristica che spiccava nei fratelli neoconvertiti:

 

E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore (Atti 2:46)

 

Filippo, disceso nella città di Samaria, vi predicò il Cristo.

E le folle unanimi prestavano attenzione alle cose dette da Filippo, ascoltandolo e osservando i miracoli che faceva.

Infatti gli spiriti immondi uscivano da molti indemoniati, mandando alte grida; e molti paralitici e zoppi erano guariti. E vi fu grande gioia in quella città. (Atti 8:5-8)

 

E la Parola del Signore si diffondeva per tutta la regione.

Ma i Giudei istigarono le donne pie e ragguardevoli e i notabili della città, scatenando una persecuzione contro Paolo e Barnaba, che furono cacciati fuori dal loro territorio.

Allora essi, scossa la polvere dei piedi contro di loro, andarono a Iconio, mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo. (Atti 13:49-52)

 

Voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore, avendo ricevuto la parola in mezzo a molte sofferenze, con la gioia che dà lo Spirito Santo,  tanto da diventare un esempio per tutti i credenti della Macedonia e dell'Acaia… (1 Tessalonicesi 1:6-7)

 

Il saggio Eliù descrive in anticipo di almeno 1500 anni, la Gioia di chi ha gustato il perdono e la nuova vita di Dio:

Allora la sua carne diviene più fresca di quella di un bimbo; egli torna ai giorni della sua giovinezza; implora Dio, e Dio gli è propizio; gli dà di contemplare il suo volto con gioia e lo considera di nuovo come giusto.

Ed egli canterà tra la gente e dirà: "Avevo peccato, pervertito la giustizia, e non sono stato punito come meritavo. Dio ha riscattato l'anima mia dalla fossa, e la mia vita si schiude alla luce!" (Giobbe 33:25-28)

 

Per questo stesso motivo Pietro ci parla dell’esultanza dei riscattati:

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile.

Essa è conservata in cielo per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi tempi.

Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo.

Benché non l'abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa, ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime. (1 Pietro 1:3-9)

 

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Considerate perciò colui che ha sopportato una simile ostilità contro la sua persona da parte dei peccatori, affinché non vi stanchiate perdendovi d'animo.

 

L’autore ci esorta quindi a riguardare a Gesù come al supremo modello della fede, è perchè, più lo considereremo con attenzione e più saremo incoraggiati a perseverare e gioiosi nella corsa cristiana senza stancarci e perderci d'animo

Giacomo ci da un bell’esempio circa la reazione che dobbiamo avere davanti alla prove… …per fede:

Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza.

E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti.

Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data.

Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un'onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là.

Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore, perché è di animo doppio, instabile in tutte le sue vie. (Giacomo 1:2-8)

 

***

CONCLUSIONE

 

La vita della fede quaggiù è simile ad una corsa che il cristiano deve correre in modo da riportare il premio (cfr1 Corinzi 9:24).

Siamo chiamati a correre con perseveranza; non basta iniziare con slancio, occorre sormontare le difficoltà, vincere la stanchezza, il dolore e lo scoraggiamento.

Siamo avvertiti che per correre spediti ci sono delle cose da deporre: dei pesi che rallentano la corsa, e degli abiti di cui conviene disfarsi (il peccato che avvolgendoci ci fa rallenta la corsa).

Possiamo trovare incoraggiamento nella fede, vittoriosa dei credenti di tutti i tempi che sono come i testimoni del nostro correre.

Dobbiamo fissare lo sguardo sull’esempio perfetto, Gesù Cristo.

Nel Suo mirabile esempio possiamo vedere il traguardo della carriera cristiana: la Gioia e la Gloria celeste con Dio.

 

E questa fede, ci rende pienamente consapevoli delle certezze promesse… …noi sappiamo (ovvero abbiamo fede) che… …quindi agiamo… …è meraviglioso l’esempio di Gesù che l’apostolo Giovanni ci descrive durante l’ultima cena e che per noi può essere sicuramente uno stimolo “molto pratico”:

Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio se ne tornava, si alzò da tavola, depose le sue vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse.

Poi mise dell'acqua in una bacinella, e cominciò a lavare i piedi ai discepoli, e ad asciugarli con l'asciugatoio del quale era cinto. (Giovanni 13:2-5)

 

Gesù non fece questo atto senza “sapere”, Giovanni ci dice che nonostante la presenza sul posto di Giuda… …nonostante sapesse che tutti stavano per abbandonarlo… … sapendo (ovvero avendo piena certezza di fede) che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio se ne tornava… …lavò i piedi a tutti loro…

 

…tante volte noi non siamo capaci ad amare così… …abbiamo paura di “umiliarci”, di mostrarci “inferiori”, “deboli”… …perché non sappiamo le ricchezze che abbiamo in Cristo… …non abbiamo una solida fede nelle Sue Promesse!

 

Se solo sapessimo… …esercitassimo la nostra fede… …sapremmo perdonare come perdona Lui:

State attenti a voi stessi!

Se tuo fratello pecca, riprendilo; e se si ravvede, perdonalo. 

Se ha peccato contro di te sette volte al giorno, e sette volte torna da te e ti dice: Mi pento", perdonalo.

Allora gli apostoli dissero al Signore: «Aumentaci la fede!» 

Il Signore disse: Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo sicomoro: "Sràdicati e trapiàntati nel mare", e vi ubbidirebbe. (Luca 17:3-6)

 

E’ significativo che davanti a questa immagine di perdono… …gli apostoli non dicano al Signore: “Aumentaci l’amore!” Ma “Aumentaci la fede!”

Per poter “rimettere i debiti”, ovvero “perdonare” (e la parabola che segue l’insegnamento di Gesù in Matteo 18 parla proprio di perdono come debito – cfr Matteo 18:15-35), occorre sapere (avere fede) che siamo stati perdonati e che siamo stati l’oggetto della Ricchezza della Grazia di Dio (cfr Efesini 1:7)… …altrimenti dimostriamo di non avere ancora pienamente compreso quanto Egli ha fatto per noi.

 

Paolo, scrivendo una accorata lettera ai fratelli di Efeso, fratelli stimati ed amati, intercedeva per loro davanti al Padre, con piena fiducia in tal senso:

Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell'amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

Or a Colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen.   (Efesini 3:14-21)

 

 

 Gianni Marinuzzi