L’opera di Dio in favore dei riscattati

 

 

 

Celebrate il SIGNORE, perch'egli è buono, perché la sua bontà dura in eterno!

Così dicano i riscattati del SIGNORE, ch'egli liberò dalla mano dell'avversario

e riunì da tutti i paesi, da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno.

Essi vagavano nel deserto per vie desolate; non trovavano città dove poter abitare.

Soffrivano la fame e la sete, l'anima veniva meno in loro.

Ma nella loro angoscia gridarono al SIGNORE ed egli li liberò dalle loro tribolazioni.

Li condusse per la retta via, perché giungessero a una città da abitare.

Celebrino il SIGNORE per la sua bontà e per i suoi prodigi in favore degli uomini!

Poich'egli ha ristorato l'anima assetata e ha colmato di beni l'anima affamata.

 (Salmo 107:1-9)

 

***

Questo è un salmo di esaltazione dell’intervento di soccorso di Dio in favore degli uomini, dettato dal Suo essere Buono!

Gli uomini che il salmista rappresenta sono suddivisi in sei categorie:

- i riscattati

- altri

- gli stolti

- quelli che solcano il mare

- l’assemblea del popolo e il consiglio degli anziani

- il saggio

 

In ognuna di queste sei categorie vi è motivo di scorgere la Bontà di Dio e vi troviamo un valido motivo di lode!

Ma oggi vogliamo considerare l’opera di Dio in favore dei riscattati.

 

***

Celebrate il SIGNORE, perch'egli è buono, perché la sua bontà dura in eterno!

Questo è l’enunciato iniziale, dal quale tutto il salmo prende vita.

La Bontà di Dio è il presupposto di qualsiasi Suo intervento, dobbiamo imparare a considerare che Dio non interviene nel corso della storia umana senza che questo Suo intervento sia dettato da un fine benevolo, di Bontà!

Anche gli interventi che agli occhi nostri sembrano più crudeli (allontanamento dall’eden, diluvio universale, situazioni cruente descritte nell’Antico Testamento della Scrittura), sono tutte dettate dalla Sua Bontà!

Anche nella nostra vita, la Bontà di Dio è il presupposto di qualsiasi Suo intervento, dobbiamo imparare a considerare che Dio non interviene nel corso della nostra vita senza che questo Suo intervento sia dettato da un fine benevolo, di Bontà, così possiamo leggere anche gli interventi che agli occhi nostri sembrano più crudeli (gravi malattie, lutti, situazioni spiacevoli e sofferenze atroci), sono tutte dettate dalla Sua Bontà e contribuiscono al nostro bene!

Per questo Paolo dichiara in modo indiscutibile:

Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.

Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati. (Romani 8:28)

 

Ma perché celebrare il Signore?

Innanzi tutto perché Egli è buono e la Sua bontà dura in eterno, ma anche per ricordarcelo sempre… …purtroppo siamo spesso distratti dalle vane preoccupazioni di questo mondo e ci dimentichiamo i Suoi benefici, il salmista Davide diceva ancora:

Benedici, anima mia, il SIGNORE; e tutto quello ch'è in me, benedica il suo santo nome.
Benedici, anima mia, il SIGNORE e non dimenticare nessuno dei suoi benefici.

(Salmo 103:1-2)

 

Questo “dimenticarci” ci porta alla tiepidezza al non impegnarci nella conoscenza del Signore Gesù, al non crescere nelle virtù cristiane, alla miopia spirituale, alla sterilità spirituale…:

La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù.

Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza.

Voi, per questa stessa ragione, mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza l'autocontrollo; all'autocontrollo la pazienza; alla pazienza la pietà; alla pietà l'affetto fraterno; e all'affetto fraterno l'amore.

Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo.

Ma colui che non ha queste cose, è cieco oppure miope, avendo dimenticato di essere stato purificato dei suoi vecchi peccati.

Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a render sicura la vostra vocazione ed elezione; perché, così facendo, non inciamperete mai. (2 Pietro 1:3-10)

 

E questo stato di tiepidezza ci porta ad essere avvolti dal peccato:

Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. (Ebrei 12:1-2)

 

Lo stato di peccato di cui parla l’autore della lettera agli ebrei è proprio uno stato di torpidezza, che come le spire di un serpente ci avvolge e ci “lega”, rendendoci “inutili”… è questo lo stato di peccato che sperimenta il credente… non potendo fare di più, satana tenta di “legarci” nelle sue spire… per non farci progredire…

…per contrastare questo stato, vogliamo oggi celebrare il SIGNORE, perch'egli è buono, perché la sua bontà dura in eterno, ricordandoci cosa ha fatto in favore dei riscattati… in nostro favore!

 

***

 

Così dicano i riscattati del SIGNORE, ch'egli liberò dalla mano dell'avversario e riunì da tutti i paesi, da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno.

Essi vagavano nel deserto per vie desolate; non trovavano città dove poter abitare.

Soffrivano la fame e la sete, l'anima veniva meno in loro.

Ma nella loro angoscia gridarono al SIGNORE ed egli li liberò dalle loro tribolazioni.

Li condusse per la retta via, perché giungessero a una città da abitare.

Celebrino il SIGNORE per la sua bontà e per i suoi prodigi in favore degli uomini!

Poich'egli ha ristorato l'anima assetata e ha colmato di beni l'anima affamata.

 

 

…i riscattati del SIGNORE

La prima categoria chiamata a considerare la bontà di Dio in questo salmo, sono i riscattati del SIGNORE!

Proprio quelli che Paolo designa quali principali beneficiari degli interventi di Dio (cfr Romani 8:28).

Possiamo comprendere qui bene il concetto di riscattati!

Il salmista, prendendo molto probabilmente spunto, dallo stato di schiavitù del popolo di Israele durante la cattività in terra babilonese), dice chiaramente che lo stato di queste persone era uno stato di tremenda schiavitù:

 

- l’avversario li stringeva nella sua mano

Giovanni ci dice chiaramente che:

Noi sappiamo che siamo da Dio, e che tutto il mondo giace sotto il potere del maligno. (1 Giovanni 5:19)

 

Questo “stringere nella sua mano”, è una attività che l’avversario “obbliga” a subire dietro una continua “influenza malefica”, che si propaga con la “cultura”, con la “scienza umana”, con le “tendenze”, alle quali anche noi, spesso prestiamo attenzione;  Paolo ci illustra anch’egli che il nostro “secolo”, il nostro “tempo” è un “secolo malvagio”, sotto la diretta influenza dell’avversario:

grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo, che ha dato se stesso per i nostri peccati, per sottrarci al presente secolo malvagio, secondo la volontà del nostro Dio e Padre, (Galati 1:3-4)

 

Pietro, nel suo discorso il giorno della pentecoste li scongiurava e li esortava, dicendo: «Salvatevi da questa perversa generazione». (Atti 2:40)

Non dobbiamo pensare che si riferisse solo alla perversa generazione del suo tempo, ma di tutta quella perversa generazione che non ha voluto accettare Cristo e che ancora oggi non vuole riconoscerLo!

L’apostolo Paolo definisce ancora storta e perversa generazione, il mondo del suo tempo, esortando i fratelli di Filippi (greci, uomini sicuramente di cultura, di prestigio), a risplendere della Luce di Dio in mezzo al loro “mondo influenzato dall’avversario”:

…perché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo,

(Filippesi 2:15)

 

L’opera di Dio, in Cristo Gesù in favore dei riscattati è quindi un’opera liberatrice:

Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».

(Giovanni 8:31-32)

Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi. (Giovanni 8:36)

 

***

 

- vivevano sparsi in modo da non potere avere comunione fra loro

Una triste tecnica di sfaldamento di un popolo, secondo l’usanza babilonese, era il disperderlo il più possibile gli esuli nel territorio del regno, in modo da fargli perdere l’identità etnica, e così scongiurare una loro unità che potesse minacciare una ribellione.

Lo stato degli esuli giudei era questa, e solo un forte richiamo a Dio e l’intervento Supremo di Colui che è Buono, portò alla ricostituzione del popolo nella sua terra.

Miracolo che abbiamo visto nuovamente realizzarsi (secondo la Scrittura) dopo circa 1900 anni di dispersione degli ebrei, che sono stati “ricondotti in patria” dopo la seconda guerra mondiale.

Ma questo stato di dispersione, è lo stesso stato che l’avversario di Dio, opera negli uomini che vivono nella loro schiavitù.

La ricerca della pace e dell’unità è stata ed è ancora oggi (e sarà anche nel prossimo domani) la vera chimera dell’uomo.

L’essere uniti secondo questo mondo è solo una grande illusione… …alla stessa stregua degli “amici di facebook”!

E’ solo in Gesù Cristo che troviamo la vera unione, Egli pregava così per noi:

Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.

Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro e tu in me; affinché siano perfetti nell'unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li ami come hai amato me.

Padre, io voglio che dove sono io, siano con me anche quelli che tu mi hai dati, affinché vedano la mia gloria che tu mi hai data; poiché mi hai amato prima della fondazione del mondo.  (Giovanni 17:20-24)

 

Questa unità, è la volontà di Dio in Cristo Gesù, è realizzata da Lui, sussiste in Lui ed è in vista di Lui!    

Non esiste unità senza di Gesù Cristo!

 

Non è con in nostri sforzi che possiamo “realizzare” l’unità, al limite siamo chiamati a “conservare l’unità” in Dio e nell’opera di Gesù Cristo secondo i Suoi insegnamenti:

vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta, con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore, sforzandovi di conservare l'unità dello Spirito con il vincolo della pace.

Vi è un corpo solo e un solo Spirito, come pure siete stati chiamati a una sola speranza, quella della vostra vocazione.

V'è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in tutti. (Efesini 4:1-6)

 

Ma come per la libertà, noi possiamo realizzare e vivere questa “unità di spirito” solo se questa è basata sulla Sua Parola o sull’insegnamento apostolico (CHE è Parola di Dio), ovvero se un fratello o una sorella in fede, non persevera nella Parola di Dio, viene a mancare la comunione di Spirito:

Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».

(Giovanni 8:31-32)

 

Per questo Paolo scrive così ai fratelli di Tessalonica:

E se qualcuno non ubbidisce a ciò che diciamo in questa lettera, notatelo,

e non abbiate relazione con lui, affinché si vergogni.

Però non consideratelo un nemico, ma ammonitelo come un fratello.

(2 Tessalonicesi 3:14-15)

 

Questo non è un giudizio di condanna (non consideratelo un nemico, ma ammonitelo come un fratello), ma è una mancanza di comunione (notatelo e non abbiate relazione con lui), con un preciso scopo (affinché si vergogni).

 

L’opera di Dio, in Cristo Gesù in favore dei riscattati è quindi un’opera unificatrice:

Siccome vi è un unico pane, noi, che siamo molti, siamo un corpo unico, perché partecipiamo tutti a quell'unico pane. (1 Corinzi 10:17)

 

Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo.

Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito.

Infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra.

(1 Corinzi 12:12-14)

 

Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al di sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa.

È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo, fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo; affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l'astuzia loro nelle arti seduttrici dell'errore; ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo.

Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare se stesso nell'amore.  (Efesini 4:10-16)

 

***

- vagavano nel deserto per vie desolate

Il salmista descrive lo stato dell’uomo nel suo traviamento, come una persona che ha perso l’orientamento, è perso nella sua strada deserta e non ha idea di dove andare.

Salomone, nel libro dei Proverbi, in riferimento alla donna adultera da questa efficace descrizione:

Poiché le labbra dell'adultera stillano miele, la sua bocca è più morbida dell'olio; ma la fine a cui conduce è amara come l'assenzio, è affilata come una spada a doppio taglio.

I suoi piedi scendono alla morte, i suoi passi portano al soggiorno dei morti.

Lungi dal prendere il sentiero della vita, le sue vie sono sbagliate, e non sa dove va.

(Proverbi 5:3-6)

 

Gesù disse che chi cammina nelle tenebre, non sa dove va.  (Giovanni 12:35)

Il non sapere dove si sta andando è sinonimo di uno smarrimento, un non sapere incontro a cosa si sta andando… …ed è proprio questo lo stato dell’uomo dalla mente ottenebrata, egli non si rende conto della fine che lo attende!

Isaia da bene il senso di questo stato:

Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti. (Isaia 53:6)

 

Il riscattato è colui che, grazie alla liberazione operata da Gesù Cristo che si è caricato l'iniquità di noi tutti, ha trovato il senso della sua via, della sua vita nella Verita… …ha trovato in Gesù Cristo, la Via, la Verità e la Vita (cfr Giovanni 14:6)

Il salmista esalta l’opera compiuta in favore dei riscattati, egli dice che li condusse per la retta via.

Il riscattato dopo:

- essere stato liberato dalle mani dell’avversario;

- essere stato unito agli altri riscattati;

- aver trovato una identità in un corpo unito;

è ora chiamato a seguire Gesù Cristo nella retta via.

Ora egli sa dove va, non è più smarrito in un deserto, ma è circondato di un gran numero di testimoni e corre una corsa fissando lo sguardo verso un traguardo certo:

Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. (Ebrei 12:1-2)

 

***

- non trovavano città dove poter abitare

Lo stato di smarrimento dell’uomo schiavo dell’avversario, è senza futuro, senza speranza, egli vaga in modo vano e non trova città dove abitare… non trova protezionenon trova pacenon trova riposo.     

Il Signore è chiaro e preciso:

«Non c'è pace per gli empi», dice il SIGNORE. (Isaia 48:22)

 

La condanna degli uomini che begli ultimi tempi si piegheranno al potere della bestia ci parla del tormento di non avere riposo:

Il fumo del loro tormento sale nei secoli dei secoli.

Chiunque adora la bestia e la sua immagine e prende il marchio del suo nome, non ha riposo né giorno né notte. (Apocalisse 14:11)

Questo è il destino di ogni uomo che non si ravvede dal suo vano modo di vivere (cfr 1 Pietro 1:18), ma si pasce dei suoi propri consigli (cfr Proverbi 1:31).

Anche qui il salmista esalta l’opera di Dio in favore dei riscattati: perché giungessero a una città da abitare.

 

Il riscattato dopo:

- essere stato liberato dalle mani dell’avversario;

- essere stato unito agli altri riscattati;

- aver trovato una identità in un corpo unito;

nel suo seguire Gesù Cristo nella retta via, ha un futuro, una speranza certa, un traguardo: la città di Dio!

 

Quella meravigliosa città che Giovanni ci descrive negli ultimi due capitoli del libro dell’Apocalisse, che racchiudono la perfezione dell’Opera di Dio in favore dei riscattati!

 

***

- soffrivano la fame e la sete

C’è un grande inganno che l’avversario di Dio ha seminato nel cuore dell’uomo… …”Dio vuole farti vivere nella rinuncia e nella insoddisfazione”

Lo ha fatto fin dall’inizio quando ha insinuato in Eva il pensiero che Dio volesse impedirgli qualcosa di “proibito in quanto buono”:

Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il SIGNORE aveva fatti.

Esso disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?»

La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"».

Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male».

La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò. (Genesi 3:1-4)

 

Così, con questa tecnica, l’avversario è riuscito a fare credere all’uomo che Dio è capriccioso, egoista e vuole godere solo Lui di “alcuni privilegi”, impedendo il godimento all’uomo.

Questo è il pensiero che condisce qualsiasi “religione” o “filosofia religiosa”, ed in parte ha contaminato anche la nostra coscienza, ma dobbiamo, su questo punto fare molta chiarezza.

Per comprendere il vero senso delle cose dobbiamo riflettere proprio su quello che Dio fece nel principio:

Dio il SIGNORE piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi pose l'uomo che aveva formato.

Dio il SIGNORE fece spuntare dal suolo ogni sorta d'alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male.

Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, e di là si divideva in quattro bracci. Il nome del primo è Pison, ed è quello che circonda tutto il paese di Avila, dove c'è l'oro; e l'oro di quel paese è puro; qui si trovano pure il bdellio e l'ònice. Il nome del secondo fiume è Ghion, ed è quello che circonda tutto il paese di Cus. Il nome del terzo fiume è Chiddechel, ed è quello che scorre a Oriente dell'Assiria. Il quarto fiume è l'Eufrate.

Dio il SIGNORE prese dunque l'uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo lavorasse e lo custodisse.

Dio il SIGNORE ordinò all'uomo: «Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai».

Poi Dio il SIGNORE disse: «Non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui».

Dio il SIGNORE, avendo formato dalla terra tutti gli animali dei campi e tutti gli uccelli del cielo, li condusse all'uomo per vedere come li avrebbe chiamati, e perché ogni essere vivente portasse il nome che l'uomo gli avrebbe dato.

L'uomo diede dei nomi a tutto il bestiame, agli uccelli del cielo e ad ogni animale dei campi; ma per l'uomo non si trovò un aiuto che fosse adatto a lui.

Allora Dio il SIGNORE fece cadere un profondo sonno sull'uomo, che si addormentò; prese una delle costole di lui, e richiuse la carne al posto d'essa. Dio il SIGNORE, con la costola che aveva tolta all'uomo, formò una donna e la condusse all'uomo.

L'uomo disse: «Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Ella sarà chiamata donna perché è stata tratta dall'uomo».

Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne.

L'uomo e sua moglie erano entrambi nudi e non ne avevano vergogna. (Genesi 2:8-25)

 

Dio il SIGNORE piantò un giardino affinchè l’uomo godesse

Dio il SIGNORE fece spuntare dal suolo ogni sorta d'alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi affinchè l’uomo si nutrisse del meglio possibile…

Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino affinchè l’uomo potesse beneficiarne abbondantemente…

Dio il SIGNORE prese dunque l'uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo lavorasse e lo custodisse, diventando il responsabile dell’intero creato…

Dio il SIGNORE ordinò all'uomo: «Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai, l’uomo era pienamente libero di godere di ogni cosa ed era altresì avvertito di evitare l’unica cosa che gli avrebbe portato un danno…

Dio il SIGNORE disse: «Non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui». Dio si preoccupa del bene dell’uomo, gli prepara un aiuto adatto a Lui, inventa anche il “piacere sessuale” da vivere nell’armonia di una famiglia.

L’uomo dichiara la piena soddisfazione che provava:

 

Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne.

Ella sarà chiamata donna perché è stata tratta dall'uomo.

 

Come possiamo pensare che un Dio così premuroso nei confronti dell’uomo potesse malvagiamente impedirgli di godere di qualcosa?

Ancora oggi Gesù Cristo ci ha donato tutto quanto c’è di buono per noi:

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.

In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio.

In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia, che egli ha riversata abbondantemente su di noi dandoci ogni sorta di sapienza e d'intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé, per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti.

Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra.

In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà, per essere a lode della sua gloria; noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo.

In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria. (Efesini 1:3-14)

 

Egli stesso disse in preghiera:

Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro e tu in me; affinché siano perfetti nell'unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li ami come hai amato me. (Giovanni 17:22-23)

 

Come possiamo pensare o coltivare questo malsano pensiero… …solo uno stupido può persistere nel ragionare così!

Dovremo invece credere che tutti gli avvertimenti della Scrittura sono in nostro favore, siano degli eccellenti consigli per la nostra VERA FELICITA’ e SODDISFAZIONE!

 

Il soffrire la fame e la sete, è la condizione di chi vive fuori dalla Grazia di Dio, di chi vede in Dio il nemico e nell’avversario di Dio l’amico!

Allontaniamo il più possibile da noi questo terribile inganno!

Anzi, Gesù ci vuole ampiamente soddisfare, la Sua opera in favore dei riscattati è proprio questa…  …Egli ha ristorato l'anima assetata!

 

***

- l'anima veniva meno in loro

Un corpo che soffre la fame e la sete, porta allo sconforto dell’anima!

Lo stesso Davide abbina queste due condizioni nel suo salmo di gratitudine verso il Suo Pastore:

Il SIGNORE è il mio pastore: nulla mi manca.

Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme.

Egli mi ristora l'anima, mi conduce per sentieri di giustizia, per amore del suo nome.

(Salmo 23:1-3)

 

Il Signore non vuole che “vivacchiamo”, vuole che viviamo in modo veramente soddisfacente, Gesù proprio quando si dichiara come “Buon Pastore” dice:

…io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.

Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore.

(Giovanni 10:10-11)

Davide nel suo Inno ci ricorda:

Tu m'insegni la via della vita; ci sono gioie a sazietà in tua presenza; alla tua destra vi sono delizie in eterno. (Salmo 16:11)

Non possiamo nemmeno immaginare quanto siano soddisfacenti le benedizioni di Dio per noi, solo la nostra “diffidenza” ed “incredulità” ci impediscono di godere pienamente di esse, la Sua Volontà è di …colmare di beni l'anima affamata.

Ricordiamoci ancora di cosa scrive Paolo:

Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano. (1 Corinzi 2:9)

 

***

CI CREDIAMO?

 

Celebrate il SIGNORE, perch'egli è buono, perché la sua bontà dura in eterno!

Così dicano i riscattati del SIGNORE, ch'egli liberò dalla mano dell'avversario e riunì da tutti i paesi, da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno.

Essi vagavano nel deserto per vie desolate; non trovavano città dove poter abitare.

Soffrivano la fame e la sete, l'anima veniva meno in loro.

Ma nella loro angoscia gridarono al SIGNORE ed egli li liberò dalle loro tribolazioni.

Li condusse per la retta via, perché giungessero a una città da abitare.

Celebrino il SIGNORE per la sua bontà e per i suoi prodigi in favore degli uomini!

Poich'egli ha ristorato l'anima assetata e ha colmato di beni l'anima affamata.

 

Giovanni ci invita a riflettere su questo scrivendo:

Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. (1 Giovanni 3:1)

 

Da essere schiavi del peccato con tutte le sue orribili conseguenze siamo ora chiamati figli di Dio, e lo siamo, prendiamone veramente coscienza!

Il nostro cuore sia quindi ricolmo di riconoscenza nei confronti dell’Opera che il Signore ha compiuto in nostro favore, prendiamo per noi l’esortazione di Paolo:

E la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati per essere un solo corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti.

La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente, ammaestrandovi ed esortandovi gli uni gli altri con ogni sapienza, cantando di cuore a Dio, sotto l'impulso della grazia, salmi, inni e cantici spirituali.

Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui. (Colossesi 3:15-17)

 

Tutto questo in attesa di unirci nel canto di gioia dei redenti all’indirizzo dell’Agnello, di cui ci parla Giovanni:

E vidi, e udii voci di molti angeli intorno al trono, alle creature viventi e agli anziani; e il loro numero era di miriadi di miriadi, e migliaia di migliaia.

Essi dicevano a gran voce: «Degno è l'Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l'onore, la gloria e la lode».

E tutte le creature che sono nel cielo, sulla terra, sotto la terra e nel mare, e tutte le cose che sono in essi, udii che dicevano: «A colui che siede sul trono, e all'Agnello, siano la lode, l'onore, la gloria e la potenza, nei secoli dei secoli».

Le quattro creature viventi dicevano: «Amen!»

E gli anziani si prostrarono e adorarono. (Apocalisse 5:11-14)

Gianni Marinuzzi