La cancrena del dubbio
"Il dubbio è una condizione
mentale, nota sin dall'antichità, per la quale
si cessa di credere a una
certezza, o con cui si
mette in discussione una
verità o un enunciato."
(tratto da Wikipedia)
Il dubbio è uno dei nostri più accaniti nemici, è sempre stato un inciampo
per tutti coloro che si incamminano nella via verso Dio e verso il Suo
Figlio Gesù Cristo.
Nell’epoca moderna (grazie ai molteplici talk show televisivi che ne
sfoggiano la attitudine in modo esemplare), il “mettere in dubbio una verità
consolidata”, è spesso sinonimo di intelligenza, di “apertura mentale”,
ovvero: “fai domande, metti in dubbio ciò che viene detto e sembrerai
intelligente”.
Se notiamo spesso si rincorrono domande su domande… …ma di risposte non ce
ne sono, evidentemente nessuno osa dare risposte perché sarebbero oggetto di
ulteriori domande o messe in dubbio.
Insomma la cultura di oggi è: non c’è più nulla di fondato… …non c’è più
nulla da credere!
Ma per un cristiano… …è proprio così?
Siamo così sicuri che questo tipo di mentalità sia solo del mondo e sia
rimasta fuori dalla Chiesa?
Io, non ho dubbi, sono sicuro proprio del contrario!
***
Il serpente era il più astuto di
tutti gli animali dei campi che Dio il SIGNORE aveva fatti.
Esso disse alla donna: «Come! Dio vi
ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?»
La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne
possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio
ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"».
Il serpente disse
alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne
mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la
conoscenza del bene e del male».
La donna osservò
che l'albero era buono per
nutrirsi, che era bello da
vedere e che l'albero era
desiderabile per acquistare conoscenza;
prese del frutto,
ne mangiò e
ne diede anche a suo marito, che
era con lei, ed egli ne mangiò.
(Genesi 3:1-6)
Nel passo tratto dal Libro della Genesi possiamo notare che l’attività del
serpente, nella sua astuzia,
è stata proprio quella di insinuare, nel pensiero della donna proprio
questo “dubbio” circa quanto dichiarato da Dio.
Il dubbio ha fatto presa nella mente della donna proprio grazie alla
sua “intelligenza”, alla sua presunta capacità di “valutare”, ella
osservò il frutto, lo valutò
buono da mangiare,
bello da vedere,
desiderabile per diventare
“intelligente”, ne mangiò
e ne diede a suo marito
che era con lei ed egli ne mangiò.
Giacomo fa una splendida rappresentazione di questo incedere del peccato:
…ognuno è tentato dalla propria
concupiscenza che lo attrae
e lo seduce.
Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il
peccato, quando è compiuto, produce la morte.
(Giacomo 1:14-15)
Da quel disgraziato momento, la mente di tutto il genere umano
discendente dai “nostri padri”, ha ereditato questa mente naturalmente
incline al dubbio verso quanto detto da Dio.
Mettere in dubbio la Parola di Dio è la cosa più normale per la mente
dell’uomo naturale!
Nello stesso momento però dobbiamo considerare un aspetto che spesso è causa
di dubbi nel cristiano: la conoscenza approfondita ed onesta della Parola
di Dio.
Una conoscenza superficiale ed approssimativa della Scrittura, ci espone a
costruirci dei pre-concetti errati, che non trovano riscontro nella Parola
di Dio ma che noi riteniamo “scritturali”, facendo dire alla Parola quello
che effettivamente non dice.
Una conoscenza approfondita e onesta della Scrittura, ci permetterà di
affrontare i dubbi in modo genuino, partendo da una base solida, ferma,
certa… la Parola di Dio.
Anche nel testo di Genesi vediamo come la risposta “non perfettamente
coerente all’ordine divino” data da Eva, offre un assist al serpente per
insinuare il tarlo del dubbio.
Paolo esorta i corinzi a “praticare il non oltre quel che è scritto che ci
preserverà da una vana sapienza, l’orgoglio e… dal dubbio:
Ora, fratelli, ho applicato queste cose a me stesso e ad Apollo a causa di
voi, perché per nostro mezzo
impariate a praticare il non oltre quel che è scritto e non vi gonfiate
d'orgoglio esaltando l'uno a danno dell'altro.
(1 Corinzi 4:6)
L’esempio di Israele
Il popolo di Israele, nella sua carnalità, è per noi un esempio di
incredulità.
Nonostante avessero visto Dio agire molte volte in loro favore, mettevano
continuamente in dubbio la Sua fedeltà, le Sue parole, e questo fu
causa di tutti i suoi dolori:
Perciò, come dice lo Spirito Santo: «Oggi,
se udite la sua voce, non indurite i
vostri cuori come nel giorno della ribellione, come nel giorno della
tentazione nel deserto, dove i
vostri padri mi tentarono
mettendomi alla prova, pur avendo visto le mie opere per quarant'anni!
Perciò mi disgustai di quella
generazione, e dissi: "Sono
sempre traviati di cuore; non hanno conosciuto le mie vie"; così giurai
nella mia ira: "Non entreranno nel mio riposo!"»
Badate, fratelli, che non ci sia in nessuno di voi un cuore malvagio e
incredulo, che vi allontani dal Dio vivente; ma esortatevi a vicenda ogni
giorno,
finché si può dire: «Oggi», perché
nessuno di voi s'indurisca per la seduzione del peccato.
Infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che manteniamo
ferma sino alla fine la fiducia che avevamo da principio, mentre ci viene
detto: «Oggi, se udite la sua
voce, non indurite i vostri cuori,
come nel giorno della ribellione».
Infatti, chi furono quelli che dopo
averlo udito si ribellarono?
Non furono forse tutti quelli che erano usciti dall'Egitto, sotto la guida
di Mosè? Chi furono quelli di cui
Dio si disgustò per quarant'anni?
Non furono quelli che peccarono, i cui cadaveri caddero nel deserto?
A chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che
furono disubbidienti?
Infatti vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro incredulità.
(Ebrei 3:7-19)
Gesù poco prima di essere offerto in sacrificio pronuncerà il Suo lamento
sulla città di Gerusalemme:
Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono
mandati, quante volte ho voluto
raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini
sotto le ali; e voi non avete voluto!
(Luca 13:34)
…non avete voluto perché non avete creduto!
Noi siamo disposti a credere solo ciò che comprendiamo,
che in qualche modo sappiamo spiegarci, che siamo in grado di “filtrare con
la nostra mente”, proprio per questo abbiamo bisogno della FEDE per
credere a Dio, a ciò che è spirituale.
Nella lettera agli ebrei sta scritto:
Or la fede è certezza di cose
che si sperano, dimostrazione di
realtà che non si vedono.
(Ebrei 11:1)
Quante volte cerchiamo di spiegare le cose dello Spirito con qualcosa di
carnale …e ne falsiamo il significato?
L’esempio di Tommaso
Tommaso è ricordato come il discepolo che ha nutrito il dubbio più di altri,
ma semplicemente perché non era presente alla prima apparizione di Gesù
risorto, probabilmente la reazione degli altri discepoli sarebbe stata
uguale.
La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana,
mentre erano chiuse le porte del
luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei,
Gesù venne e si presentò in mezzo a
loro, e disse: «Pace a voi!»
E, detto questo, mostrò loro le mani e il costato.
I discepoli dunque, veduto il Signore, si rallegrarono.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato,
anch'io mando voi».
Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo.
A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno
ritenuti».
Or Tommaso, detto Didimo, uno dei dodici, non era con loro quando venne
Gesù.
Gli altri discepoli
dunque gli dissero: «Abbiamo
visto il Signore!»
Ma egli disse
loro: «Se non vedo nelle sue
mani il segno dei chiodi, e se non
metto il mio dito nel segno dei chiodi, e
se non metto la mia mano nel suo
costato, io non crederò».
Otto giorni dopo, i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con
loro. Gesù venne a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro, e disse:
«Pace a voi!»
Poi disse a Tommaso: «Porgi qua il dito e guarda le mie mani; porgi la mano
e mettila nel mio costato; e non
essere incredulo, ma credente».
Tommaso gli rispose: «Signor mio e Dio mio!»
Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non
hanno visto e hanno creduto!»
(Giovanni 20:19-29)
Se noi proviamo a metterci nei panni di Tommaso, come poteva egli credere
che:
- Gesù era risuscitato
Nonostante Gesù lo avesse detto più volte, la mente umana non concepisce una
cosa del genere, era naturale mettere in dubbio…
- Gesù era entrato nella stanza a porte chiuse
Fisicamente e razionalmente ciò è inspiegabile
Chi di noi, nella sua “razionalità umana” avrebbe creduto?
Chi di noi non avrebbe messo in dubbio la parola degli apostoli?
Eppure Gesù non esita a riprendere Tommaso:
…
non essere incredulo, ma credente!
Il dubbio non è scusato!
Proprio perché è la mente dell’uomo che è stata infettata da questo
“tarlo del dubbio”, Gesù comincia la Sua predicazione dicendo:
Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino;
ravvedetevi e credete al
vangelo.
(Marco 1:15)
Il ravvedimento
è proprio quell’azione di rivedere i propri pensieri, la propria mente,
infatti esso
traduce il termine greco μετανοια, che significa "trasformazione
della mente".
Uno degli argomenti che si scontrano più frequentemente con la nostra
“razionalità carnale” è il racconto della creazione, ma attenti che in
questo argomento si annida un terribile tarlo…
Gesù disse a Nicodemo:
Se vi ho parlato delle cose terrene
e non credete, come crederete se
vi parlerò delle cose celesti?
(Giovanni 3:12)
Dio si espone in modo chiaro, per mezzo di Mosè, nel racconto della
creazione, dando una descrizione chiara di come ed in quanto tempo Egli ha
operato, in “cose terrene”… …quanti mettono in dubbio la realtà del racconto
della creazione?
Solo perché sfugge alla nostra comprensione?
Non lo sappiamo spiegare? E qual è il problema!
E’ proprio perché non lo sappiamo spiegare che Dio ce lo ha rivelato!
La creazione è il primo miracolo di Dio… …se lo mettiamo in dubbio…
Ricordiamoci di cosa disse Abraamo al ricco, nella parabola del ricco e
Lazzaro:
Abraamo disse: "Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli".
Ed egli: "No, padre Abraamo; ma se qualcuno dai morti va a loro, si
ravvedranno".
Abraamo rispose: "Se non ascoltano
Mosè e i profeti, non si
lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita"».
(Luca 16:29-31)
Tutto ciò che è da Dio è spirituale ed è in profondo contrasto con
ciò che è naturale e corrotto e l’azione del dubbio verso ciò che non
comprendiamo naturalmente è assolutamente normale.
Paolo infatti scriveva così ai corinzi (popolo culturalmente molto
“elevato”):
Ma l'uomo naturale non riceve le
cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui;
e non le può conoscere, perché
devono essere giudicate spiritualmente.
(1 Corinzi 2:14)
Il fatto che sia “normale”, però non significa che sia corretto,
anzi… se è normale mettere in dubbio le parole di Dio all’uomo naturale, non
lo è per niente per l’uomo rigenerato!
Paolo dirà anche che:
…l'amore di Dio è stato sparso nei
nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato.
(Romani 5:5)
E dirà che:
L'amore
è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si
gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio
interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode
dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa,
crede ogni cosa, spera ogni
cosa, sopporta ogni cosa.
(1 Corinzi 13:4-7)
L’uomo rigenerato dallo Spirito Santo,
che ha rinnegato la propria mente, il proprio pensieri mediante il
ravvedimento e che si è predisposto a camminare con Cristo
nella Conversione, non deve “coltivare” il dubbio.
Il dubbio va scacciato, combattuto, non assecondato, compreso…
Probabilmente chi ragiona mettendo davanti sempre e comunque la Parola di
Dio come Verità assoluta, sarà definito “tarato” o “fondamentalista”,
“irrispettoso dei pensieri altrui”… ma è bene ricordarci che è proprio così
che ci ha insegnato Gesù Cristo:
Gesù, pieno di Spirito Santo, ritornò dal Giordano, e fu condotto dallo
Spirito nel deserto per quaranta giorni, dove era tentato dal diavolo.
Durante quei giorni non mangiò nulla; e quando furono trascorsi, ebbe fame.
Il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che
diventi pane».
Gesù gli rispose: «Sta scritto:
"Non di pane soltanto vivrà l'uomo"».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un attimo tutti i regni del
mondo e gli disse: «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi
regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio. Se dunque tu ti
prostri ad adorarmi, sarà tutta tua».
Gesù gli rispose: «Sta scritto:
"Adora il Signore, il tuo Dio, e a
lui solo rendi il tuo culto"».
Allora lo portò a Gerusalemme e lo pose sul pinnacolo del tempio e gli
disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui; perché sta scritto: "Egli
darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, di proteggerti" e "Essi
ti porteranno sulle mani, perché tu non urti col piede contro una pietra"».
Gesù gli rispose: «È stato detto:
"Non tentare il Signore Dio tuo"».
Allora il diavolo, dopo aver finito ogni tentazione, si allontanò da lui
fino a un momento determinato.
(Luca 3:1-13)
Gesù, davanti alle provocazioni, alle insinuazioni di satana rispose con la
Parola di Dio, citandola letteralmente come una persona, qualcuno direbbe
“integralista”, “irragionevole”, “ostinata”… …è così che ha resistito
alla tentazione e ci ha insegnato a resistere.
Gesù insegnò che proprio il “ricevere la Parola” come la riceve un
piccolo bambino è il modo corretto di credere… …ed un piccolo
bambino non mette minimamente in dubbio quello che gli viene detto:
Allora Gesù li chiamò a sé e disse: «Lasciate che i bambini vengano a me, e
non glielo vietate, perché il regno
di Dio è per chi assomiglia a loro.
In verità vi dico: chiunque non
accoglierà il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà affatto».
(Luca 18:16-17)
Già il saggio Salomone diceva:
Confida nel SIGNORE con tutto il cuore e
non ti appoggiare sul tuo
discernimento.
(Proverbi 3:5)
Vogliamo rinunciare a noi stessi?
Vogliamo rinunciare alla nostra mente per avere la mente di Cristo?
Ora noi abbiamo la mente di Cristo.
(1 Corinzi 2:16)
La nostra “mente” deve essere
rinnovata dallo Spirito Santo
e non conformarsi alla mente
di questo mondo, altrimenti non potremo mai afferrare, comprendere,
conoscere per esperienza
la volontà
di Dio:
Non conformatevi a questo mondo, ma
siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché
conosciate per esperienza quale
sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.
(Romani 12:2)
Giacomo ci insegna una cosa che faremmo bene a ricordarci spesso:
Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti
generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data.
Ma la chieda con fede, senza dubitare;
perché chi dubita rassomiglia a
un'onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là.
Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,
perché è di animo doppio,
instabile in tutte le sue vie
(Giacomo 1:5-8)
Chi dubita assomiglia ad un onda del mare… …il mare, nella Parola di Dio
simboleggia i popoli nella loro vana agitazione, ed un cristiano che dubita
assomiglia molto alla vanità, ed è soggetto alle continue influenze del
vento (dalle dottrine mondane) che lo spingono dove vogliono loro.
Siamo coscienti che in questo mondo ci sono tanti “venti di dottrina”?
Siamo altresì coscienti che molti cristiani, purtroppo sono stati, sono e
saranno vittima di “dottrine di demoni”?
Paolo lo scriveva chiaramente a Timoteo:
Ma lo Spirito dice esplicitamente che nei tempi futuri
alcuni apostateranno
dalla fede,
dando retta a spiriti seduttori
e a dottrine di demòni,
sviati dall'ipocrisia di uomini
bugiardi, segnati da un marchio nella propria coscienza.
(1 Timoteo 4:1-2)
Giacomo dice che un tale uomo è di animo doppio, ovvero “coltiva”
contemporaneamente due “persone”, non ha completamente “rinunciato” al suo
modo di pensare “carnale”, questo lo rende dubbioso, ed il tarlo del
dubbio lo indebolisce spiritualmente al punto di essere “instabile”.
Che triste situazione!
Come deve reagire quindi un Figlio di Dio
davanti agli attacchi del dubbio?
Prima di tutto non assecondarli, ma sottoporli all’esame della
Parola di Dio e se trovati incoerenti con Essa, riconoscerli come
“peccato”, come frutto della propria mente carnale ed abbandonarli.
Viviamo in un mondo dove, in particolare il frutto dell’intelligenza
(ottenebrata) umana sfida la nostra fede in Dio, soprattutto sul tema
della effettiva realtà letterale del racconto della creazione.
L’attacco viene da lontano, ma anche le risposte di Dio vengono da molto
lontano, già ai tempi dell’antico Giobbe, Dio tuonò davanti a Giobbe
che nella sua insensatezza osava mettere in dubbio le Sue credenziali
con una mirabile descrizione della Sua potenza creatrice nei capitoli
38-39-40-41 del libro di Giobbe, davanti alla quale il nostro antenato trovò
modo di ravvedersi.
Nella lettera agli ebrei sta scritto:
Or la fede è certezza di cose
che si sperano, dimostrazione di
realtà che non si vedono.
Infatti, per essa fu resa buona testimonianza agli antichi.
Per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio;
così le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti.
(Ebrei 11:1-3)
L’autore dice che per
fede comprendiamo, ovvero “lo
capiamo”, è un fatto reale che noi “abbiamo realizzato come verità”, non
semplicemente “ci crediamo”.
La Fede ci permette di “comprendere” le Verità assolute di Dio, come un
bambino racconta come verità “comprese” le parole dette dai suoi genitori…
…quante volte i nostri figli (nella loro fanciullezza ahimè) hanno detto:
Papà mi ha detto… Mamma mi ha detto… e
per loro è una verità da non mettere
in dubbio.
Tornando all’atteggiamento “tollerante” verso le opinioni altrui sui temi
dati per reali nella Parola di Dio, Paolo non aveva molto “rispetto” per
i pensieri altrui, scriveva così ai corinzi:
In realtà, sebbene viviamo nella
carne, non combattiamo secondo la carne; infatti le armi della nostra
guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le
fortezze, poiché demoliamo i
ragionamenti e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la
conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo
ubbidiente a Cristo; e siamo pronti a punire ogni disubbidienza, quando la
vostra ubbidienza sarà completa.
(2 Corinzi 10:3-6)
Paolo, da buon “integralista” discepolo del Maestro, esortava Timoteo a
comportarsi così:
O Timoteo, custodisci il deposito;
evita i discorsi vuoti e profani e
le obiezioni di quella che
falsamente si chiama scienza;
alcuni di quelli che la professano si sono allontanati dalla fede. La
grazia sia con voi.
(1 Timoteo 6:20-21)
Le obiezioni di quella che falsamente si chiama scienza, se “coltivati”
portano all’allontanamento della fede… …stiamo attenti!
Come è triste vedere i figli di Dio, non evitare queste obiezioni, anzi
cercare di “adeguarle” alla propria cultura (per non dire la cultura
demoniaca di questo mondo) e quindi “mettere in dubbio la Sua Parola”… …Gesù
disse:
Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo
si salerà?
Non è più buono a nulla
se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini.
(Matteo 5:13)
Anche Pietro ci avverte di questo “assalto”:
Sappiate questo, prima di tutto:
che negli ultimi giorni verranno
schernitori beffardi, i quali si comporteranno secondo i propri desideri
peccaminosi e diranno: «Dov'è la
promessa della sua venuta? Perché dal giorno in cui i padri si sono
addormentati, tutte le cose continuano come dal principio della creazione».
Ma costoro dimenticano
volontariamente che nel passato, per effetto della parola di Dio,
esistettero dei cieli e una terra tratta dall'acqua e sussistente in mezzo
all'acqua; e che, per queste stesse cause, il mondo di allora, sommerso
dall'acqua, perì; mentre i cieli e la terra attuali sono conservati dalla
medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della
perdizione degli empi.
Ma voi, carissimi, non dimenticate
quest'unica cosa: per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni
sono come un giorno.
Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come pretendono
alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che
tutti giungano al ravvedimento.
Il giorno del Signore verrà come un ladro: in quel giorno i cieli passeranno
stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che
sono in essa saranno bruciate.
(2 Pietro 3:3-10)
Giuda, parlando di coloro che sono nel dubbio, li rappresenta come diretti
al fuoco eterno… …dei quali
bisogna
avere pietà e cercare di “salvarli”
Ma voi, carissimi, edificando voi stessi nella vostra santissima fede,
pregando mediante lo Spirito Santo, conservatevi nell'amore di Dio,
aspettando la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo, a vita eterna.
Abbiate pietà
di quelli che sono nel dubbio;
salvateli, strappandoli dal fuoco;
e degli altri abbiate pietà mista a timore, odiando perfino la veste
contaminata dalla carne.
(Giuda 20-23)
Uniamoci alla lode dei ventiquattro anziani della visione di Giovanni:
Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la
potenza: perché Tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà furono create
ed esistono.
(Apocalisse 4:11)
L’appello accorato di Paolo, nella sua seconda ed ultima lettera al suo
amato Timoteo, è un grido di avvertimento ed esortazione:
Sfòrzati di presentare te stesso
davanti a Dio come un uomo approvato,
un operaio che non abbia di che vergognarsi,
che tagli rettamente la parola della
verità.
Ma evita le chiacchiere profane,
perché quelli che le fanno avanzano sempre più nell'empietà e
la loro parola andrà rodendo come
fa la cancrena; tra questi sono Imeneo e Fileto,
uomini che hanno deviato dalla
verità, dicendo che la risurrezione è già avvenuta,
e sovvertono la fede di alcuni.
Tuttavia il solido fondamento di Dio rimane fermo,
portando questo sigillo: «Il Signore
conosce quelli che sono suoi», e «Si
ritragga dall'iniquità chiunque pronuncia il nome del Signore».
In una grande casa non ci sono soltanto vasi d'oro e d'argento, ma anche
vasi di legno e di terra; e gli uni sono destinati a un uso nobile e gli
altri a un uso ignobile.
Se dunque uno si conserva puro
da quelle cose, sarà un vaso nobile,
santificato, utile al servizio del padrone, preparato per ogni opera buona.
(2 Timoteo 2:15-21)
Quelle chiacchiere profane che nella prima lettera “producevano uno
sviamento dalla fede”, qui sono definite “empietà” (prive di timore di Dio),
“deviazioni della fede”, e sono rappresentate come la cancrena… …quel
lavoro distruttivo interno… …quel tarlo che, piano piano, in
modo subdolo e invisibile ha roso il corpo dall’interno… …che prima
lo rendeva instabile… …e finisce per rovinarlo definitivamente facendolo “crollare
su se stesso”!
Gesù
disse ai suoi discepoli e dice a noi, nel momento che mettiamo in
dubbio anche solo un “apice” della Sua Parola:
O insensati e lenti di cuore a
credere a tutte le cose che i
profeti hanno dette!
(Luca
24:25)
Se perseverate nella mia parola,
siete veramente miei discepoli;
conoscerete la verità e la verità vi farà liberi
(Giovanni 8:31-32)
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
(Luca 21:33)
Ricordiamoci che la Parola di Dio è LA PAROLA DI DIO!
Lo stesso Dio che ha parlato per mezzo di Gesù Cristo ha anche parlato per
la bocca dei profeti dell’Antico Testamento (tra i quali l’autore della
Genesi).
Mettere in dubbio “una parte della Scrittura” significa dubitare dell’intera
Parola di Dio.
Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri
per mezzo dei profeti, in questi
ultimi giorni ha parlato a noi per
mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose,
mediante il quale ha pure creato i
mondi.
(Ebrei 1:1-2)
Paolo chiude la sua prima lettera ai corinzi con una esortazione a restare
saldi ed incrollabili:
Perciò, fratelli miei carissimi,
state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell'opera del Signore,
sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.
(1 Corinzi 15:58)
E per restare in questa posizione di perfetta “stabilità spirituale” abbiamo
bisogno di indossare l’armatura di Dio:
Del resto, fortificatevi nel Signore
e nella forza della sua potenza.
Rivestitevi della completa armatura di Dio,
affinché possiate stare saldi contro
le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro
sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i
dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della
malvagità, che sono nei luoghi celesti.
Perciò prendete la completa armatura
di Dio, affinché possiate
resistere nel giorno malvagio, e
restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere.
State dunque saldi:
prendete la verità per cintura
dei vostri fianchi; rivestitevi
della corazza della giustizia;
mettete come calzature
ai vostri piedi lo zelo dato dal
vangelo della pace; prendete
oltre a tutto ciò lo scudo della
fede, con il quale potrete
spegnere tutti i dardi infocati del maligno.
Prendete
anche l'elmo della salvezza e la
spada dello Spirito,
che è la parola di Dio;
pregate in ogni tempo, per mezzo
dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con
ogni perseveranza.
(Efesini 6:10-18)