La cancrena del dubbio

 

 

"Il dubbio è una condizione mentale, nota sin dall'antichità, per la quale si cessa di credere a una certezza, o con cui si mette in discussione una verità o un enunciato."   (tratto da Wikipedia)

 

Il dubbio è uno dei nostri più accaniti nemici, è sempre stato un inciampo per tutti coloro che si incamminano nella via verso Dio e verso il Suo Figlio Gesù Cristo.

Nell’epoca moderna (grazie ai molteplici talk show televisivi che ne sfoggiano la attitudine in modo esemplare), il “mettere in dubbio una verità consolidata”, è spesso sinonimo di intelligenza, di “apertura mentale”, ovvero: “fai domande, metti in dubbio ciò che viene detto e sembrerai intelligente”.

Se notiamo spesso si rincorrono domande su domande… …ma di risposte non ce ne sono, evidentemente nessuno osa dare risposte perché sarebbero oggetto di ulteriori domande o messe in dubbio.

Insomma la cultura di oggi è: non c’è più nulla di fondato… …non c’è più nulla da credere!

Ma per un cristiano… …è proprio così?

Siamo così sicuri che questo tipo di mentalità sia solo del mondo e sia rimasta fuori dalla Chiesa?

Io, non ho dubbi, sono sicuro proprio del contrario!

***

 

Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il SIGNORE aveva fatti.

Esso disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?»

La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"».

Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male».

La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò.   (Genesi 3:1-6)

 

Nel passo tratto dal Libro della Genesi possiamo notare che l’attività del serpente, nella sua astuzia, è stata proprio quella di insinuare, nel pensiero della donna proprio questo “dubbio” circa quanto dichiarato da Dio.

Il dubbio ha fatto presa nella mente della donna proprio grazie alla sua “intelligenza”, alla sua presunta capacità di “valutare”, ella osservò il frutto, lo valutò buono da mangiare, bello da vedere, desiderabile per diventare “intelligente”, ne mangiò e ne diede a suo marito che era con lei ed egli ne mangiò.

Giacomo fa una splendida rappresentazione di questo incedere del peccato:

…ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce.

Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte.   (Giacomo 1:14-15)

 

Da quel disgraziato momento, la mente di tutto il genere umano discendente dai “nostri padri”, ha ereditato questa mente naturalmente incline al dubbio verso quanto detto da Dio.

Mettere in dubbio la Parola di Dio è la cosa più normale per la mente dell’uomo naturale!

Nello stesso momento però dobbiamo considerare un aspetto che spesso è causa di dubbi nel cristiano: la conoscenza approfondita ed onesta della Parola di Dio.

Una conoscenza superficiale ed approssimativa della Scrittura, ci espone a costruirci dei pre-concetti errati, che non trovano riscontro nella Parola di Dio ma che noi riteniamo “scritturali”, facendo dire alla Parola quello che effettivamente non dice.

Una conoscenza approfondita e onesta della Scrittura, ci permetterà di affrontare i dubbi in modo genuino, partendo da una base solida, ferma, certa… la Parola di Dio.

Anche nel testo di Genesi vediamo come la risposta “non perfettamente coerente all’ordine divino” data da Eva, offre un assist al serpente per insinuare il tarlo del dubbio.

Paolo esorta i corinzi a “praticare il non oltre quel che è scritto che ci preserverà da una vana sapienza, l’orgoglio e… dal dubbio:

Ora, fratelli, ho applicato queste cose a me stesso e ad Apollo a causa di voi, perché per nostro mezzo impariate a praticare il non oltre quel che è scritto e non vi gonfiate d'orgoglio esaltando l'uno a danno dell'altro.   (1 Corinzi 4:6)

 

L’esempio di Israele

Il popolo di Israele, nella sua carnalità, è per noi un esempio di incredulità.

Nonostante avessero visto Dio agire molte volte in loro favore, mettevano continuamente in dubbio la Sua fedeltà, le Sue parole, e questo fu causa di tutti i suoi dolori:

Perciò, come dice lo Spirito Santo: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione, come nel giorno della tentazione nel deserto, dove i vostri padri mi tentarono mettendomi alla prova, pur avendo visto le mie opere per quarant'anni!

Perciò mi disgustai di quella generazione, e dissi: "Sono sempre traviati di cuore; non hanno conosciuto le mie vie"; così giurai nella mia ira: "Non entreranno nel mio riposo!"»

Badate, fratelli, che non ci sia in nessuno di voi un cuore malvagio e incredulo, che vi allontani dal Dio vivente; ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si può dire: «Oggi», perché nessuno di voi s'indurisca per la seduzione del peccato.

Infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che manteniamo ferma sino alla fine la fiducia che avevamo da principio, mentre ci viene detto: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori, come nel giorno della ribellione».

Infatti, chi furono quelli che dopo averlo udito si ribellarono?

Non furono forse tutti quelli che erano usciti dall'Egitto, sotto la guida di Mosè? Chi furono quelli di cui Dio si disgustò per quarant'anni?

Non furono quelli che peccarono, i cui cadaveri caddero nel deserto?

A chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che furono disubbidienti?

Infatti vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro incredulità. (Ebrei 3:7-19)

 

Gesù poco prima di essere offerto in sacrificio pronuncerà il Suo lamento sulla città di Gerusalemme:

Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto! (Luca 13:34)

…non avete voluto perché non avete creduto!

Noi siamo disposti a credere solo ciò che comprendiamo, che in qualche modo sappiamo spiegarci, che siamo in grado di “filtrare con la nostra mente”, proprio per questo abbiamo bisogno della FEDE per credere a Dio, a ciò che è spirituale.

Nella lettera agli ebrei sta scritto:

Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono. (Ebrei 11:1)

 

Quante volte cerchiamo di spiegare le cose dello Spirito con qualcosa di carnale …e ne falsiamo il significato?

 

L’esempio di Tommaso

Tommaso è ricordato come il discepolo che ha nutrito il dubbio più di altri, ma semplicemente perché non era presente alla prima apparizione di Gesù risorto, probabilmente la reazione degli altri discepoli sarebbe stata uguale.

La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, Gesù venne e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!»

E, detto questo, mostrò loro le mani e il costato.

I discepoli dunque, veduto il Signore, si rallegrarono.

Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch'io mando voi».

Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo.

A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti».

Or Tommaso, detto Didimo, uno dei dodici, non era con loro quando venne Gesù.

Gli altri discepoli dunque gli dissero: «Abbiamo visto il Signore!»

Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò».

Otto giorni dopo, i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesù venne a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!»

Poi disse a Tommaso: «Porgi qua il dito e guarda le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente».

Tommaso gli rispose: «Signor mio e Dio mio!»

Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!» (Giovanni 20:19-29)

 

Se noi proviamo a metterci nei panni di Tommaso, come poteva egli credere che:

- Gesù era risuscitato

Nonostante Gesù lo avesse detto più volte, la mente umana non concepisce una cosa del genere, era naturale mettere in dubbio…

- Gesù era entrato nella stanza a porte chiuse

Fisicamente e razionalmente ciò è inspiegabile

Chi di noi, nella sua “razionalità umana” avrebbe creduto?

Chi di noi non avrebbe messo in dubbio la parola degli apostoli?

Eppure Gesù non esita a riprendere Tommaso:

non essere incredulo, ma credente!

Il dubbio non è scusato!

Proprio perché è la mente dell’uomo che è stata infettata da questo “tarlo del dubbio”, Gesù comincia la Sua predicazione dicendo:

Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al vangelo. (Marco 1:15)

 

Il ravvedimento è proprio quell’azione di rivedere i propri pensieri, la propria mente, infatti esso traduce il termine greco μετανοια, che significa "trasformazione della mente".

Uno degli argomenti che si scontrano più frequentemente con la nostra “razionalità carnale” è il racconto della creazione, ma attenti che in questo argomento si annida un terribile tarlo…

Gesù disse a Nicodemo:

Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete, come crederete se vi parlerò delle cose celesti? (Giovanni 3:12)

 

Dio si espone in modo chiaro, per mezzo di Mosè, nel racconto della creazione, dando una descrizione chiara di come ed in quanto tempo Egli ha operato, in “cose terrene”… …quanti mettono in dubbio la realtà del racconto della creazione?

Solo perché sfugge alla nostra comprensione?

Non lo sappiamo spiegare? E qual è il problema!

E’ proprio perché non lo sappiamo spiegare che Dio ce lo ha rivelato!

La creazione è il primo miracolo di Dio… …se lo mettiamo in dubbio…

Ricordiamoci di cosa disse Abraamo al ricco, nella parabola del ricco e Lazzaro:

Abraamo disse: "Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli".

Ed egli: "No, padre Abraamo; ma se qualcuno dai morti va a loro, si ravvedranno".

Abraamo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita"».

(Luca 16:29-31)

 

Tutto ciò che è da Dio è spirituale ed è in profondo contrasto con ciò che è naturale e corrotto e l’azione del dubbio verso ciò che non comprendiamo naturalmente è assolutamente normale.

Paolo infatti scriveva così ai corinzi (popolo culturalmente molto “elevato”):

Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente. (1 Corinzi 2:14)

 

Il fatto che sia “normale”, però non significa che sia corretto, anzi… se è normale mettere in dubbio le parole di Dio all’uomo naturale, non lo è per niente per l’uomo rigenerato!

Paolo dirà anche che:

l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato. (Romani 5:5)

E dirà che:

L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. (1 Corinzi 13:4-7)

 

L’uomo rigenerato dallo Spirito Santo, che ha rinnegato la propria mente, il proprio pensieri mediante il ravvedimento e che si è predisposto a camminare con Cristo nella Conversione, non deve “coltivare” il dubbio.

Il dubbio va scacciato, combattuto, non assecondato, compreso…

Probabilmente chi ragiona mettendo davanti sempre e comunque la Parola di Dio come Verità assoluta, sarà definito “tarato” o “fondamentalista”, “irrispettoso dei pensieri altrui”… ma è bene ricordarci che è proprio così che ci ha insegnato Gesù Cristo:

Gesù, pieno di Spirito Santo, ritornò dal Giordano, e fu condotto dallo Spirito nel deserto per quaranta giorni, dove era tentato dal diavolo.

Durante quei giorni non mangiò nulla; e quando furono trascorsi, ebbe fame.

Il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane».

Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Non di pane soltanto vivrà l'uomo"».

Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo e gli disse: «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio. Se dunque tu ti prostri ad adorarmi, sarà tutta tua».

Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Adora il Signore, il tuo Dio, e a lui solo rendi il tuo culto"».

Allora lo portò a Gerusalemme e lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui; perché sta scritto: "Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, di proteggerti" e "Essi ti porteranno sulle mani, perché tu non urti col piede contro una pietra"».

Gesù gli rispose: «È stato detto: "Non tentare il Signore Dio tuo"».

Allora il diavolo, dopo aver finito ogni tentazione, si allontanò da lui fino a un momento determinato. (Luca 3:1-13)

 

Gesù, davanti alle provocazioni, alle insinuazioni di satana rispose con la Parola di Dio, citandola letteralmente come una persona, qualcuno direbbe “integralista”, “irragionevole”, “ostinata”… …è così che ha resistito alla tentazione e ci ha insegnato a resistere.

Gesù insegnò che proprio il “ricevere la Parolacome la riceve un piccolo bambino è il modo corretto di credere… …ed un piccolo bambino non mette minimamente in dubbio quello che gli viene detto:

Allora Gesù li chiamò a sé e disse: «Lasciate che i bambini vengano a me, e non glielo vietate, perché il regno di Dio è per chi assomiglia a loro.

In verità vi dico: chiunque non accoglierà il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà affatto». (Luca 18:16-17)

 

Già il saggio Salomone diceva:

Confida nel SIGNORE con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento. (Proverbi 3:5)

 

Vogliamo rinunciare a noi stessi?

Vogliamo rinunciare alla nostra mente per avere la mente di Cristo?

Ora noi abbiamo la mente di Cristo. (1 Corinzi 2:16)

La nostra “mente” deve essere rinnovata dallo Spirito Santo e non conformarsi alla mente di questo mondo, altrimenti non potremo mai afferrare, comprendere, conoscere per esperienza la volontà di Dio:

Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà. (Romani 12:2)

 

Giacomo ci insegna una cosa che faremmo bene a ricordarci spesso:

Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data.

Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un'onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là.

Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore, perché è di animo doppio, instabile in tutte le sue vie (Giacomo 1:5-8)

 

Chi dubita assomiglia ad un onda del mare… …il mare, nella Parola di Dio simboleggia i popoli nella loro vana agitazione, ed un cristiano che dubita assomiglia molto alla vanità, ed è soggetto alle continue influenze del vento (dalle dottrine mondane) che lo spingono dove vogliono loro.

Siamo coscienti che in questo mondo ci sono tanti “venti di dottrina”?

Siamo altresì coscienti che molti cristiani, purtroppo sono stati, sono e saranno vittima di “dottrine di demoni”?

Paolo lo scriveva chiaramente a Timoteo:

Ma lo Spirito dice esplicitamente che nei tempi futuri alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demòni, sviati dall'ipocrisia di uomini bugiardi, segnati da un marchio nella propria coscienza. (1 Timoteo 4:1-2)

 

Giacomo dice che un tale uomo è di animo doppio, ovvero “coltiva” contemporaneamente due “persone”, non ha completamente “rinunciato” al suo modo di pensare “carnale”, questo lo rende dubbioso, ed il tarlo del dubbio lo indebolisce spiritualmente al punto di essere “instabile”.

Che triste situazione!

Come deve reagire quindi un Figlio di Dio

davanti agli attacchi del dubbio?

Prima di tutto non assecondarli, ma sottoporli all’esame della Parola di Dio e se trovati incoerenti con Essa, riconoscerli come “peccato”, come frutto della propria mente carnale ed abbandonarli.

 

Viviamo in un mondo dove, in particolare il frutto dell’intelligenza (ottenebrata) umana sfida la nostra fede in Dio, soprattutto sul tema della effettiva realtà letterale del racconto della creazione.

L’attacco viene da lontano, ma anche le risposte di Dio vengono da molto lontano, già ai tempi dell’antico Giobbe, Dio tuonò davanti a Giobbe che nella sua insensatezza osava mettere in dubbio le Sue credenziali con una mirabile descrizione della Sua potenza creatrice nei capitoli 38-39-40-41 del libro di Giobbe, davanti alla quale il nostro antenato trovò modo di ravvedersi.

Nella lettera agli ebrei sta scritto:

Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono.

Infatti, per essa fu resa buona testimonianza agli antichi.

Per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio; così le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti.

(Ebrei 11:1-3)

 

L’autore dice che per fede comprendiamo, ovvero “lo capiamo”, è un fatto reale che noi “abbiamo realizzato come verità”, non semplicemente “ci crediamo”.

La Fede ci permette di “comprendere” le Verità assolute di Dio, come un bambino racconta come verità “comprese” le parole dette dai suoi genitori…

…quante volte i nostri figli (nella loro fanciullezza ahimè) hanno detto: Papà mi ha detto… Mamma mi ha detto… e per loro è una verità da non mettere in dubbio.

Tornando all’atteggiamento “tollerante” verso le opinioni altrui sui temi dati per reali nella Parola di Dio, Paolo non aveva molto “rispetto” per i pensieri altrui, scriveva così ai corinzi:

In realtà, sebbene viviamo nella carne, non combattiamo secondo la carne; infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le fortezze, poiché demoliamo i ragionamenti e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo; e siamo pronti a punire ogni disubbidienza, quando la vostra ubbidienza sarà completa (2 Corinzi 10:3-6)

 

Paolo, da buon “integralista” discepolo del Maestro, esortava Timoteo a comportarsi così:

O Timoteo, custodisci il deposito; evita i discorsi vuoti e profani e le obiezioni di quella che falsamente si chiama scienza; alcuni di quelli che la professano si sono allontanati dalla fede. La grazia sia con voi.    (1 Timoteo 6:20-21)

 

Le obiezioni di quella che falsamente si chiama scienza, se “coltivati” portano all’allontanamento della fede… …stiamo attenti!

Come è triste vedere i figli di Dio, non evitare queste obiezioni, anzi cercare di “adeguarle” alla propria cultura (per non dire la cultura demoniaca di questo mondo) e quindi “mettere in dubbio la Sua Parola”… …Gesù disse:

Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà?

Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini. (Matteo 5:13)

 

Anche Pietro ci avverte di questo “assalto”:

Sappiate questo, prima di tutto: che negli ultimi giorni verranno schernitori beffardi, i quali si comporteranno secondo i propri desideri peccaminosi e diranno: «Dov'è la promessa della sua venuta? Perché dal giorno in cui i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano come dal principio della creazione».

Ma costoro dimenticano volontariamente che nel passato, per effetto della parola di Dio, esistettero dei cieli e una terra tratta dall'acqua e sussistente in mezzo all'acqua; e che, per queste stesse cause, il mondo di allora, sommerso dall'acqua, perì; mentre i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della perdizione degli empi.

Ma voi, carissimi, non dimenticate quest'unica cosa: per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno.

Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.

Il giorno del Signore verrà come un ladro: in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate. (2 Pietro 3:3-10)

 

Giuda, parlando di coloro che sono nel dubbio, li rappresenta come diretti al fuoco eterno…  …dei quali bisogna avere pietà e cercare di “salvarli”

Ma voi, carissimi, edificando voi stessi nella vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo, conservatevi nell'amore di Dio, aspettando la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo, a vita eterna.

Abbiate pietà di quelli che sono nel dubbio; salvateli, strappandoli dal fuoco; e degli altri abbiate pietà mista a timore, odiando perfino la veste contaminata dalla carne.           (Giuda 20-23)

 

Uniamoci alla lode dei ventiquattro anziani della visione di Giovanni:

Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza: perché Tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà furono create ed esistono. (Apocalisse 4:11)

 

L’appello accorato di Paolo, nella sua seconda ed ultima lettera al suo amato Timoteo, è un grido di avvertimento ed esortazione:

Sfòrzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità.

Ma evita le chiacchiere profane, perché quelli che le fanno avanzano sempre più nell'empietà e la loro parola andrà rodendo come fa la cancrena; tra questi sono Imeneo e Fileto, uomini che hanno deviato dalla verità, dicendo che la risurrezione è già avvenuta, e sovvertono la fede di alcuni.

Tuttavia il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: «Il Signore conosce quelli che sono suoi», e «Si ritragga dall'iniquità chiunque pronuncia il nome del Signore».

In una grande casa non ci sono soltanto vasi d'oro e d'argento, ma anche vasi di legno e di terra; e gli uni sono destinati a un uso nobile e gli altri a un uso ignobile.

Se dunque uno si conserva puro da quelle cose, sarà un vaso nobile, santificato, utile al servizio del padrone, preparato per ogni opera buona. (2 Timoteo 2:15-21)

 

Quelle chiacchiere profane che nella prima lettera “producevano uno sviamento dalla fede”, qui sono definite “empietà” (prive di timore di Dio), “deviazioni della fede”, e sono rappresentate come la cancrena… …quel lavoro distruttivo interno… …quel tarlo che, piano piano, in modo subdolo e invisibile ha roso il corpo dall’interno… …che prima lo rendeva instabile… …e finisce per rovinarlo definitivamente facendolo “crollare su se stesso”!

Gesù disse ai suoi discepoli e dice a noi, nel momento che mettiamo in dubbio anche solo un “apice” della Sua Parola:

O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette!       (Luca 24:25)

 

Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi (Giovanni 8:31-32)

 

Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

(Luca 21:33)

 

Ricordiamoci che la Parola di Dio è LA PAROLA DI DIO!

 

Lo stesso Dio che ha parlato per mezzo di Gesù Cristo ha anche parlato per la bocca dei profeti dell’Antico Testamento (tra i quali l’autore della Genesi).

Mettere in dubbio “una parte della Scrittura” significa dubitare dell’intera Parola di Dio.

Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi. (Ebrei 1:1-2)

 

Paolo chiude la sua prima lettera ai corinzi con una esortazione a restare saldi ed incrollabili:

Perciò, fratelli miei carissimi, state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

(1 Corinzi 15:58)

 

E per restare in questa posizione di perfetta “stabilità spirituale” abbiamo bisogno di indossare l’armatura di Dio:

Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza.

Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.

Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere.

State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno.

Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza.

(Efesini 6:10-18)

Gianni Marinuzzi