La carnalità nella Chiesa

 

    

Spesso ci si lamenta dei problemi nella chiesa locale, dettati da prese di posizione di tipo personale, discussioni, contese, torti, maldicenze… tutte cose vere… ma sono risolvibili? Come si possono gestire?

Il malinteso spesso nasce da aspettative esagerate… quando si inizia a frequentare una chiesa locale si rimane piacevolmente colpiti dai modi gentili dei fratelli, dalla cortesia… poi con il tempo si scoprono i difetti delle persone… la loro carnalità (immaturità) e rimaniamo delusi…

…ma dimentichiamo che la chiesa locale (a differenza della Chiesa Spirituale) non è un luogo di perfezione… ma è un luogo dove Gesù Cristo (per mezzo dello Spirito Santo) sta lavorando per giungere alla perfezione e dove i Suoi discepoli sono chiamati a vivere tendendo a questa perfezione già stabilita nei cieli:

…Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, per santificarla dopo averla purificata lavandola con l'acqua della parola, per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile.  (Efesini 5:25-27)

Infatti con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati.  (Ebrei 10:14)

Ma solamente quando tutto ciò che è carnale sarà abolito, vedremo la perfezione:

…quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito… (1 Corinzi 13:10)

E il Signore opera in questa direzione, anche per mezzo della Sua Parola e per mezzo delle prove:

Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza.

E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti.  (Giacomo 1:2-4)

 

Davanti a questa Volontà di Dio, i credenti devono personalmente predisporsi a questa perfezione:

Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro e tu in me; affinché siano perfetti nell'unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li ami come hai amato me.  (Giovanni 17:22-23)

Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.  (Matteo 5:17)

Del resto, fratelli, rallegratevi, ricercate la perfezione…  (2 Corinzi 13:11)

Perché il cristiano, liberato dal peso della Legge… degli elementi del mondo… vive ora nella libertà dello Spirito… ma deve imparare a vivere in questa libertà!

 

Ricordiamo come l’apostolo Paolo insegnava ai fratelli della Galazia:

Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione per vivere secondo la carne… Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne… Ora le opere della carne sono manifeste (grazie alla Legge), e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.

Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge.
Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri.

Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito.  (tratto da Galati 5:13-25)

La chiesa locale è quindi un luogo dove (avendo tutti amore per la Verità) ci si sottomette tutti alla Parola di Dio e si impara tutti insieme a vivere secondo la volontà di Dio ed in questo “imparare” capita anche di sbagliare… non tutti sono maturi allo stesso modo… per questo l’apostolo Paolo con molta pazienza ha più volte così esortato:

Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi.  (Colossesi 3:13)

 

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La Scrittura non ci ha lasciato senza insegnamenti circa la nostra crescita spirituale… la nostra santificazione personale… ed in particolare abbiamo una lettera molto specifica a riguardo di questo tema, la prima lettera che l’apostolo Paolo scrisse da Efeso ai fratelli di Corinto. La chiesa di Corinto era un vero e proprio miracolo!

La città di Corinto, oltre ad essere un grande centro idolatrico, era un luogo dove la depravazione era pubblica e dove si esercitavano i riti pagani più sfrenati… ivi compresa la prostituzione sacra.

I fratelli appartenenti a questa chiesa locale, seppur convertiti, portavano con sé ancora concetti, modi di vivere influenzati dal paganesimo… e facevano grande fatica a liberarsene.

La situazione delle chiese locali moderne è molto simile alla situazione della chiesa di Corinto… più di quanto possiamo immaginare… per questo, guardando questa lettera in modo generale, abbiamo la possibilità di analizzarci, esaminarci e confrontarci con gli insegnamenti della Scrittura.

Paolo non definisce questa situazione dei fratelli di Corinto come incredulità, infedeltà, abbandono delle fede… ma come carnalità (immaturità):

Fratelli, io non ho potuto parlarvi come a spirituali, ma ho dovuto parlarvi come a carnali, come a bambini in Cristo.

Vi ho nutriti di latte, non di cibo solido, perché non eravate capaci di sopportarlo; anzi, non lo siete neppure adesso, perché siete ancora carnali.  (1 Corinzi 3:1-2)

  Anzi, nei saluti iniziali Paolo mostra tutta la sua gioia per l’Opera che il Signore aveva iniziato in loro e (per fede) la contempla già perfetta:

Io ringrazio sempre il mio Dio per voi, per la grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù; perché in lui siete stati arricchiti di ogni cosa, di ogni dono di parola e di ogni conoscenza, essendo stata confermata tra di voi la testimonianza di Cristo; in modo che non mancate di alcun dono, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo.

Egli vi renderà saldi sino alla fine, perché siate irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo.

Fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, nostro Signore.   (1 Corinzi 1:4-9)

 

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Un proverbio biblico dice: La follia è legata al cuore del bambino, ma la verga della correzione l'allontanerà da lui.   (Proverbi 22:15)

Per un bambino essere “folle” (immaturo) è assolutamente normale… per un adulto no!  La “follia” di un bambino si dimostra nel suo egocentrismo esagerato:

- pensa solo ed esclusivamente ai suoi bisogni…

- quando ha fame, sonno, un qualsiasi disagio piange insistentemente e senza controllo…

- ha un bisogno costante di giocare, di divertirsi…

- non ha nessun pensiero responsabile o rivolto alle necessità degli altri… e nessuno pensa di poter pretendere nulla di più da un bambino…

 

Paolo scrive ai fratelli della Galazia circa la loro difficoltà a maturare… anzi, la loro “regressione nella crescita” e porta loro un esempio che ci dà un bello spunto di riflessione:

Così anche noi, quando eravamo bambini, eravamo tenuti in schiavitù dagli elementi del mondo, ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l'adozione.

E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre». Così tu non sei più servo, ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede per grazia di Dio.  (Galati 4:3-7)

Dalla lettura di questo brano comprendiamo che l’immaturità è uno stato nel quale non si è ancora realizzata la piena consapevolezza di trovarsi nel mondo spirituale… nella libertà dei figli di Dio!

Le cose cambiano se invece pensiamo ad una persona adulta; se questa persona si comportasse come un bambino, parleremmo di una vera e propria patologia… poveri quelli che gli stanno vicino!

“Sorvolando” rapidamente questa ricca lettera ai fratelli di Corinto proviamo a vedere quali sono i segni di “carnalità” (immaturità spirituale) dai quali dobbiamo imparare a separarci e crescere così verso la perfezione.

L’immaturità si manifesta quando non riusciamo a comprendere il Corpo di Cristo e prevalgono in noi, i bisogni e gli interessi “carnali”, la soddisfazione personale sui bisogni e interessi “spirituali” e soddisfazione collettiva, dando spazio così a:

- Divisioni, faziosità (mancanza di visione/miopia, circa il Corpo di Cristo ed esaltazione del singolo):

Ora, fratelli, vi esorto, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad aver tutti un medesimo parlare e a non aver divisioni tra di voi, ma a stare perfettamente uniti nel medesimo modo di pensare e di sentire.

Infatti, fratelli miei, mi è stato riferito da quelli di casa Cloe che tra di voi ci sono contese. Voglio dire che ciascuno di voi dichiara: «Io sono di Paolo»; «io, di Apollo»; «io, di Cefa»; «io, di Cristo». Cristo è forse diviso? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete voi stati battezzati nel nome di Paolo?    (1 Corinzi 1:10-13)

Paolo da subito il suo esempio di maturità (spiritualità) a riguardo:

Ringrazio Dio che non ho battezzato nessuno di voi, salvo Crispo e Gaio; perciò nessuno può dire che foste battezzati nel mio nome.

Ho battezzato anche la famiglia di Stefana; del resto non so se ho battezzato qualcun altro.  (1 Corinzi 1:14-16)

 

- Prevalenza di sapienza umana sulla sapienza spirituale:

- quante volte diamo più importanza alla capacità espressiva di un fratello, rispetto alla sua fermezza dottrinale ed al contenuto del suo messaggio?

- quanto tempo passiamo (coloro che sono preposti all’insegnamento) a preparare un messaggio condito di parole “ricercate” rispetto al tempo che passiamo al verificare se il contenuto del nostro messaggio è sano dal punto di vista dottrinale?

 

Quanto tempo passiamo a preparare il messaggio e quanto tempo passiamo a preparare il messaggero?

Riflettiamo su come Paolo insegnava ad un popolo di “saggi di questo mondo”:

Poiché la predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio; infatti sta scritto: «Io farò perire la sapienza dei saggi e annienterò l'intelligenza degli intelligenti».

Dov'è il sapiente? Dov'è lo scriba? Dov'è il contestatore di questo secolo?

Non ha forse Dio reso pazza la sapienza di questo mondo?

Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione.

I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini.

Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili; ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti;

Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio.

Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione; affinché, com'è scritto: «Chi si vanta, si vanti nel Signore».

 (1 Corinzi 1:18-31)

 

E anche in questo, Paolo da subito il suo esempio di maturità (spiritualità) a riguardo:

E io, fratelli, quando venni da voi, non venni ad annunciarvi la testimonianza di Dio con eccellenza di parola o di sapienza; poiché mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso.

Io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore; la mia parola e la mia predicazione non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.

Tuttavia, a quelli tra di voi che sono maturi esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati; ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria e che nessuno dei dominatori di questo mondo ha conosciuta; perché, se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.  (1 Corinzi 2:1-8)

 

- Ricerca di appagamento personale anziché rinunciare ai propri diritti in favore del benessere della collettività: Già siete sazi, già siete arricchiti, senza di noi siete giunti a regnare! E fosse pure che voi foste giunti a regnare, affinché anche noi potessimo regnare con voi!  (1 Corinzi 4:8)

E anche in questo, Paolo da subito il suo esempio di maturità (spiritualità) a riguardo:

Poiché io ritengo che Dio abbia messo in mostra noi, gli apostoli, ultimi fra tutti, come uomini condannati a morte; poiché siamo diventati uno spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini.

Noi siamo pazzi a causa di Cristo, ma voi siete sapienti in Cristo; noi siamo deboli, ma voi siete forti; voi siete onorati, ma noi siamo disprezzati.

Fino a questo momento, noi abbiamo fame e sete.

Siamo nudi, schiaffeggiati e senza fissa dimora, e ci affatichiamo lavorando con le nostre proprie mani; ingiuriati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; diffamati, esortiamo; siamo diventati, e siamo tuttora, come la spazzatura del mondo, come il rifiuto di tutti.  Vi scrivo queste cose non per farvi vergognare, ma per ammonirvi come miei cari figli. Poiché anche se aveste diecimila precettori in Cristo, non avete però molti padri; perché sono io che vi ho generati in Cristo Gesù, mediante il vangelo.

Vi esorto dunque: siate miei imitatori.

Appunto per questo vi ho mandato Timoteo, che è mio caro e fedele figlio nel Signore; egli vi ricorderà come io mi comporto in Cristo Gesù, e come insegno dappertutto, in ogni chiesa.   (1 Corinzi 4:9-17)

 

- Poca esperienza nel saper discernere le cose importanti e necessarie dalle cose secondarie e superflue:

Pensiamo ad un bambino al quale vengono affidate le sostanze economiche di una famiglia, per lui sarebbe importante comprare un nuovo gioco… un divertimento… e questo è assolutamente normale, non c’è da stupirsi o pretendere che possa ragionare diversamente!

Ben diverso se a comportarsi così fosse una persona matura… responsabile… che disastro per quella famiglia!

Per questo è importante che la chiesa locale sia condotta da “anziani” fratelli maturi nella fede che hanno esperienza e maturità per condurre con diligenza le cose all’interno della comunità di fratelli!

La maturità di un cristiano si manifesta quindi quando egli riesce a comprendere il Corpo di Cristo nella Sua complessa perfezione e vede ridimensionati i suoi bisogni ed i suoi interessi “carnali”, la sua soddisfazione personale sottomettendoli ai bisogni, agli interessi ed alla soddisfazione della Chiesa infatti Paolo insegnava così:

Ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa è utile; ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa edifica. Nessuno cerchi il proprio vantaggio, ma ciascuno cerchi quello degli altri.  (1 Corinzi 10:23-24)

degli altri (non “dell’altro”, visto come “singolo”), altrimenti equivarrebbe ad avere riguardi personali (cosa che Dio non ha – cfr Marco 12:14, Atti 10:34; il cristiano che ricerca la perfezione non deve avere – cfr Giobbe 13:10, 32:21, Giacomo 2:9; Il servitore di Dio non deve avere - cfr 1 Timoteo 5:21)

La maturità di un cristiano si manifesta anche nel saper gestire i rapporti con i deboli nella fede, con gli immaturi, al fine di farli crescere e saper anche aspettare che la loro fede si perfezioni.

Paolo dimostrava questa maturità, anche davanti a dei fratelli zelanti ma ancora disordinati e lacunosi nella fede (come quelli di Tessalonica):

Come potremmo, infatti, esprimere a Dio la nostra gratitudine a vostro riguardo, per la gioia che ci date davanti al nostro Dio, mentre notte e giorno preghiamo intensamente di poter vedere il vostro volto e di colmare le lacune della vostra fede?  (1 Tessalonicesi 3:9-10)

 

L’immaturità si manifesta anche nella:

- “tolleranza nei confronti del peccato”, per non averne compreso la pericolosità per la salute della chiesa locale e sottovalutando il potenziale distruttivo che porta con sé: Si ode addirittura affermare che vi è tra di voi fornicazione, una tale fornicazione che non si trova neppure fra i pagani; al punto che uno si tiene la moglie di suo padre!

E voi siete gonfi, e non avete invece fatto cordoglio, perché colui che ha commesso quell'azione fosse tolto di mezzo a voi!  (1 Corinzi 5:1-2)

 

E anche in questo, Paolo da subito il suo esempio di maturità (spiritualità) a riguardo:

Quanto a me, assente di persona ma presente in spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha commesso un tale atto.

Nel nome del Signore Gesù, essendo insieme riuniti voi e lo spirito mio, con l'autorità del Signore nostro Gesù, ho deciso che quel tale sia consegnato a Satana, per la rovina della carne, affinché lo spirito sia salvo nel giorno del Signore Gesù…

…Vi ho scritto nella mia lettera di non mischiarvi con i fornicatori; non del tutto però con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari e i ladri, o con gl'idolatri; perché altrimenti dovreste uscire dal mondo; ma quel che vi ho scritto è di non mischiarvi con chi, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, un avaro, un idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone, un ladro; con quelli non dovete neppure mangiare.

Poiché, devo forse giudicare quelli di fuori?

Non giudicate voi quelli di dentro?

Quelli di fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi.

                          (tratto da 1 Corinzi 5:3-13)

-  litigiosità per motivi carnali (ritenendo più prezioso l’interesse personale rispetto alla Pace ed alla Edificazione comune):

Quando qualcuno di voi ha una lite con un altro, ha il coraggio di chiamarlo in giudizio davanti agli ingiusti anziché davanti ai santi?

Non sapete che i santi giudicheranno il mondo? Se dunque il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicare delle cose minime? Non sapete che giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare le cose di questa vita!

Quando dunque avete da giudicare su cose di questa vita, costituite come giudici persone che nella chiesa non sono tenute in alcuna considerazione.

 Dico questo per farvi vergogna.

È possibile che non vi sia tra di voi neppure una persona saggia, capace di pronunciare un giudizio tra un fratello e l'altro?

Ma il fratello processa il fratello, e lo fa dinanzi agl'infedeli.

Certo è già in ogni modo un vostro difetto che abbiate fra voi dei processi.

Perché non patite piuttosto qualche torto?

Perché non patite piuttosto qualche danno?

Invece siete voi che fate torto e danno; e per giunta a dei fratelli.

Non sapete che gl'ingiusti non erediteranno il regno di Dio?            (1 Corinzi 6:1-9)

 

La maturità di un cristiano si manifesta quindi quando egli riesce a discernere la pericolosità del peccato, la rovina che portano le discordie e le contese nella Chiesa e si adopera per contrastarli.

L’immaturità si manifesta quando non sappiamo gestire ed amministrare le ricchezze spirituali che abbiamo in Cristo:

- la santità del corpo:

Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile.

Ogni cosa mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da nulla.

Le vivande sono per il ventre, e il ventre è per le vivande; ma Dio distruggerà queste e quello. Il corpo però non è per la fornicazione, ma è per il Signore, e il Signore è per il corpo; Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi mediante la sua potenza. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?

Prenderò dunque le membra di Cristo per farne membra di una prostituta? No di certo! Non sapete che chi si unisce alla prostituta è un corpo solo con lei? «Poiché», Dio dice, «i due diventeranno una sola carne».

Ma chi si unisce al Signore è uno spirito solo con lui. Fuggite la fornicazione.

Ogni altro peccato che l'uomo commetta, è fuori del corpo; ma il fornicatore pecca contro il proprio corpo. Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi.

Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo.

Or quanto alle cose di cui mi avete scritto, è bene per l'uomo non toccare donna; ma, per evitare le fornicazioni, ogni uomo abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito. Il marito renda alla moglie ciò che le è dovuto; lo stesso faccia la moglie verso il marito.  (1 Corinzi 6:12 / 7:3)

 

- il diritto della libertà personale verso i deboli/forti nella fede:

 

Quanto alle carni sacrificate agli idoli, sappiamo che tutti abbiamo conoscenza.

La conoscenza gonfia, ma l'amore edifica.

Se qualcuno pensa di conoscere qualcosa, non sa ancora come si deve conoscere; ma se qualcuno ama Dio, è conosciuto da lui.

Quanto dunque al mangiare carni sacrificate agli idoli, sappiamo che l'idolo non è nulla nel mondo, e che non c'è che un Dio solo.

Poiché, sebbene vi siano cosiddetti dèi, sia in cielo sia in terra, come infatti ci sono molti dèi e signori, tuttavia per noi c'è un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi viviamo per lui, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose, e mediante il quale anche noi siamo.

Ma non in tutti è la conoscenza; anzi, alcuni, abituati finora all'idolo, mangiano di quella carne come se fosse una cosa sacrificata a un idolo; e la loro coscienza, essendo debole, ne è contaminata.

Ora non è un cibo che ci farà graditi a Dio; se non mangiamo, non abbiamo nulla di meno; e se mangiamo non abbiamo nulla di più.

Ma badate che questo vostro diritto non diventi un inciampo per i deboli. Perché se qualcuno vede te, che hai conoscenza, seduto a tavola in un tempio dedicato agli idoli, la sua coscienza, se egli è debole, non sarà tentata di mangiare carni sacrificate agli idoli? Così, per la tua conoscenza, è danneggiato il debole, il fratello per il quale Cristo è morto. Ora, peccando in tal modo contro i fratelli, ferendo la loro coscienza che è debole, voi peccate contro Cristo. Perciò, se un cibo scandalizza mio fratello, non mangerò mai più carne, per non scandalizzare mio fratello.   (1 Corinzi 8:1-13)

 

E Paolo ci da il proprio esempio nella gestione dei suoi diritti:

Non sono libero? Non sono apostolo? Non ho veduto Gesù, il nostro Signore? Non siete voi l'opera mia nel Signore?... Non abbiamo forse il diritto di mangiare e di bere?

Non abbiamo il diritto di condurre con noi una moglie, sorella in fede, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa?

O siamo soltanto io e Barnaba a non avere il diritto di non lavorare?

Chi mai fa il soldato a proprie spese? Chi pianta una vigna e non ne mangia il frutto?

O chi pascola un gregge e non si ciba del latte del gregge?

Dico forse queste cose da un punto di vista umano?

Non le dice anche la legge? Difatti, nella legge di Mosè è scritto: «Non mettere la museruola al bue che trebbia il grano». Forse che Dio si dà pensiero dei buoi?

O non dice così proprio per noi? Certo, per noi fu scritto così; perché chi ara deve arare con speranza e chi trebbia il grano deve trebbiarlo con la speranza di averne la sua parte. Se abbiamo seminato per voi i beni spirituali, è forse gran cosa se mietiamo i vostri beni materiali? Se altri hanno questo diritto su di voi, non lo abbiamo noi molto di più?

Ma non abbiamo fatto uso di questo diritto; anzi sopportiamo ogni cosa, per non creare alcun ostacolo al vangelo di Cristo.  Non sapete che quelli che fanno il servizio sacro mangiano ciò che è offerto nel tempio? E che coloro che attendono all'altare, hanno parte all'altare? Similmente, il Signore ha ordinato che coloro che annunciano il vangelo vivano del vangelo.

Io però non ho fatto alcun uso di questi diritti, e non ho scritto questo perché si faccia così a mio riguardo; poiché preferirei morire, anziché vedere qualcuno rendere vano il mio vanto…

…Qual è dunque la mia ricompensa? Questa: che annunciando il vangelo, io offra il vangelo gratuitamente, senza valermi del diritto che il vangelo mi dà.

Poiché, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti, per guadagnarne il maggior numero; con i Giudei, mi sono fatto giudeo, per guadagnare i Giudei; con quelli che sono sotto la legge, mi sono fatto come uno che è sotto la legge (benché io stesso non sia sottoposto alla legge), per guadagnare quelli che sono sotto la legge; con quelli che sono senza legge, mi sono fatto come se fossi senza legge (pur non essendo senza la legge di Dio, ma essendo sotto la legge di Cristo), per guadagnare quelli che sono senza legge.

Con i deboli mi sono fatto debole, per guadagnare i deboli; mi sono fatto ogni cosa a tutti, per salvarne ad ogni modo alcuni.

E faccio tutto per il vangelo, al fine di esserne partecipe insieme ad altri.

(tratto da 1 Corinzi 9:1-23)

 

- i doni spirituali:

I doni spirituali sono delle “caratteristiche spirituali” che lo Spirito Santo distribuisce nella Chiesa come Egli vuole e per l’edificazione del Corpo di Cristo.

Colui che è immaturo, vede in questi doni una sorta di medaglia da sfoggiare per provocare invidia nei fratelli (atteggiamento tipicamente infantile)… ma il credente maturo comprende che essi sono:

- innanzi tutto dei “doni” e quindi non vi è alcun vanto personale;

- sono a servizio degli altri e non di sé stesso

 

  Paolo ha infatti insegnato così ai fratelli di Corinto:

Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune.

Infatti, a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un altro parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito; a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni di guarigione, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue e a un altro, l'interpretazione delle lingue; ma tutte queste cose le opera quell'unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole.

Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo…

…Infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra.

Se il piede dicesse: «Siccome io non sono mano, non sono del corpo», non per questo non sarebbe del corpo. Se l'orecchio dicesse: «Siccome io non sono occhio, non sono del corpo», non per questo non sarebbe del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l'udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l'odorato?

Ma ora Dio ha collocato ciascun membro nel corpo, come ha voluto.

Se tutte le membra fossero un unico membro, dove sarebbe il corpo?

Ci sono dunque molte membra, ma c'è un unico corpo; l'occhio non può dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né il capo può dire ai piedi: «Non ho bisogno di voi»…

…Dio ha formato il corpo in modo da dare maggior onore alla parte che ne mancava, perché non ci fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero la medesima cura le une per le altre… Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua.  (tratto da 1 Corinzi 12:7-27)

 

La maturità di un cristiano si manifesta quindi quando egli ha imparato a dominare il proprio corpo sotto ogni aspetto, proprio come insegna l’apostolo Paolo:

Perché questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione, che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in santità e onore, senza abbandonarsi a passioni disordinate come fanno gli stranieri che non conoscono Dio.   (1 Tessalonicesi 4:3-5)

Ma la maturità di un cristiano si dimostra anche quando egli sa discernere le cose di valore dalle cose di poco valore… un bambino non conosce il valore delle cose… pensa che un gioco sia la cosa più preziosa che esista…

…per un cristiano, la maturità si dimostra nel saper scegliere le cose veramente preziose… le cose che durano davvero, proprio come Paolo insegna ai fratelli di Colosse:

Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio.

Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria.  (Colossesi 3:1-4)

Per questo Paolo, quando affronta l’argomento della corretta gestione dei doni spirituali parla di “cose che durano”:

Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo.

Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla.

Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente.

L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.

L'amore non verrà mai meno.

Le profezie verranno abolite; le lingue cesseranno; e la conoscenza verrà abolita; poiché noi conosciamo in parte, e in parte profetizziamo; ma quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito.

Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino; ma quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino. Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto.

Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza, amore; ma la più grande di esse è l'amore.  (1 Corinzi 13:1-13)

 

E l’Amore è più grande:

- perché la Fede, una volta raggiunta la perfezione cesserà e sarà sostituita dalla presenza di Dio;

- perché la Speranza, una volta raggiunta la perfezione cesserà e sarà sostituita dalla presenza di Dio;

- perché l’Amore durerà per sempre… anche quando sarà raggiunta la perfezione… perché Dio è Amore!

Per questo motivo Paolo esorta a vivere fin da ora, anche i doni spirituali con Amore… perché è il solo modo di svilupparli correttamente:

  Ricercate l'amore e desiderate ardentemente i doni spirituali…  (1 Corinzi 14:1)

  …per l’edificazione della Chiesa!

 

Ognuno di noi che abbiamo creduto nel Vangelo di Gesù Cristo siamo direttamente coinvolti nella Sua Opera… non esistono credenti “non praticanti”.

Ognuno di noi che abbiamo creduto nel Vangelo di Gesù Cristo ha delle precise responsabilità in questa edificazione comune.

Ognuno di noi che abbiamo creduto nel Vangelo di Gesù Cristo sarà sottoposto ad una valutazione da parte di Dio:

Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l'edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore. In lui voi pure entrate a far parte dell'edificio che ha da servire come dimora a Dio per mezzo dello Spirito.  (Efesini 2:20-22)

 

Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.

Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra.

Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra; poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù.

Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno.

Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco.  (1 Corinzi 3:9-15)

Sfòrzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità.

(2 Timoteo 2:15)

Per questo ci sforziamo di essergli graditi, sia che abitiamo nel corpo, sia che ne partiamo. Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male.  

(2 Corinzi 5:9-10)

 

 

Gianni Marinuzzi