La Grazia di Dio ci insegna

 

 

“Infatti la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunciare all'empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù.

Egli ha dato se stesso per noi per riscattarci da ogni iniquità e purificarsi un popolo che gli appartenga, zelante nelle opere buone.

Parla di queste cose, esorta e riprendi con piena autorità. Nessuno ti disprezzi.

Ricorda loro che siano sottomessi ai magistrati e alle autorità, che siano ubbidienti, pronti a fare ogni opera buona, che non dicano male di nessuno, che non siano litigiosi, che siano miti, mostrando grande gentilezza verso tutti gli uomini.

Perché anche noi un tempo eravamo insensati, ribelli, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella cattiveria e nell'invidia, odiosi e odiandoci a vicenda.

Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo, che egli ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore, affinché, giustificati dalla sua grazia, diventassimo, in speranza, eredi della vita eterna.

Certa è quest'affermazione, e voglio che tu insista con forza su queste cose, perché quelli che hanno creduto in Dio abbiano cura di dedicarsi a opere buone. Queste cose sono buone e utili agli uomini.” (Tito 2:11 / 3:8)

Il brano che abbiamo letto è tratto dalla lettera di Paolo a Tito, un suo compagno d’opera che era rimasto nell’isola di Creta per edificare e mettere ordine nella chiesa locale.

La lettera è una delle ultime che l’apostolo ha scritto, probabilmente nello stesso periodo delle due lettere a Timoteo.

Paolo è un uomo ormai maturo, provato, avanti negli anni, ma non ha perso il suo zelo per l’opera di Dio.

E’ una lettera che richiama alla severità, Paolo è preoccupato che l’andazzo naturale della cultura e stile di vita dei cretesi, entri nella Chiesa, che è invece una comunità di nuove creature all’immagine di Dio che devono comportarsi come tali.

E’ un monito a tutti coloro che, pur avendo conosciuto la Grazia di Dio non vogliono abbandonare il proprio vecchio stile di vita.

Paolo definisce questo rinnovamento totale conforme alla “sana dottrina” che Tito è esortato a esporre con decisione.

La preoccupazione di Paolo per i cretesi è che, vista la loro propensione naturale alla menzogna ed alla pigrizia ( cfr Tito 1:12-13 ), la Grazia ricevuta da Dio rimanesse in qualche modo infruttuosa e sterile e porti loro a sviarsi da una fede sincera a una religione vuota che trovi appoggio su un insieme di rituali bugiardi e inutili e non quindi sulla Vita Nuova in Cristo.

 

“Infatti vi sono molti ribelli, ciarloni e seduttori delle menti, specialmente tra quelli della circoncisione, ai quali bisogna chiudere la bocca; uomini che sconvolgono intere famiglie, insegnando cose che non dovrebbero, per amore di un guadagno disonesto.

Uno dei loro, proprio un loro profeta, disse: «I Cretesi sono sempre bugiardi, male bestie, ventri pigri».

Questa testimonianza è vera.

Perciò riprendili severamente, perché siano sani nella fede, e non diano retta a favole giudaiche né a comandamenti di uomini che voltano le spalle alla verità.” (Tito 1:10-14)

Paolo sta qui ricordando a Tito che l’Evangelo della Grazia di Dio insegna ai cristiani come vivere!

E’ un Evangelo non teorico ma molto, molto pratico:

“Ma tu esponi le cose che sono conformi alla sana dottrina:

i vecchi siano sobri, dignitosi, assennati, sani nella fede, nell'amore, nella pazienza;

anche le donne anziane abbiano un comportamento conforme a santità, non siano maldicenti né dedite a molto vino, siano maestre nel bene, per incoraggiare le giovani ad amare i mariti, ad amare i figli, a essere sagge, caste, diligenti nei lavori domestici, buone, sottomesse ai loro mariti, perché la parola di Dio non sia disprezzata.

Esorta ugualmente i giovani a essere saggi, presentando te stesso in ogni cosa come esempio di opere buone; mostrando nell'insegnamento integrità, dignità, linguaggio sano, irreprensibile, perché l'avversario resti confuso, non avendo nulla di male da dire contro di noi.

Esorta i servi a essere sottomessi ai loro padroni, a compiacerli in ogni cosa, a non contraddirli, a non derubarli, ma a mostrare sempre lealtà perfetta, per onorare in ogni cosa la dottrina di Dio, nostro Salvatore.” (Tito 2:10)

La preoccupazione di Paolo è che l’eventuale non adeguamento a queste esortazioni portino a far disprezzare la Parola di Dio e porti l’avversario di Dio a muovere accuse contro i fedeli.

Innanzi tutto la Grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini è apparsa!

 

1)              La Grazia di Dio è apparsa, ovvero è stata manifestata, non è cosa nascosta, Gesù Cristo ce l’ha portata:

“E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.

Giovanni gli ha reso testimonianza, esclamando: «Era di lui che io dicevo: "Colui che viene dopo di me mi ha preceduto, perché era prima di me.

Infatti, dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia"». Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.

Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere.” (Giovanni 1:14-18)

 

2)              La Grazia di Dio è salvifica per tutti gli uomini

La Grazia di Dio porta la salvezza

Perciò, deposta ogni impurità e residuo di malizia, ricevete con dolcezza la parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre.” (Giacomo 1:21)

“Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro.” (Ebrei 7:25)

La Parola della Grazia è per tutti gli uomini

Stiamo dunque attenti: la promessa di entrare nel suo riposo è ancora valida e nessuno di voi deve pensare di esserne escluso.

Poiché a noi come a loro è stata annunciata una buona notizia; a loro però la parola della predicazione non giovò a nulla non essendo stata assimilata per fede da quelli che l'avevano ascoltata.” (Ebrei 4:1-2)

La Parola della Grazia ha in sé tutto il potere di salvare chiunque si avvicina a Dio, l’unico modo per renderla inutile è, dopo averla ascoltata, “non assimilarla per fede”.

    La Grazia di Dio ci insegna a:

a.              Rinunciare alla empietà

b.              Rinunciare alle passioni mondane per vivere in questo mondo:

·   Moderatamente

·  Giustamente

·    In modo santo

·  Aspettando la beata Speranza e l’apparizione della Gloria del nostro Grande Dio e Salvatore Cristo Gesù.

 

3.a)       Rinunciare alla empietà

Paolo scriveva nello stesso periodo a Timoteo circa il mistero della pietà:

“Senza dubbio, grande è il mistero della pietà: Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra le nazioni, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria.” (1 Timoteo 3:16)

Se la pietà è descritta come la manifestazione di Gesù Cristo in carne, la Sua giustificato nello Spirito, la Sua apparizione agli angeli, la Sua predicazione fra le nazioni, il fatto che sia creduto nel mondo e la Sua elevazione in Gloria, possiamo facilmente capire cos’è l’empietà:

-  La manifestazione dell’anticristo

-  La sua dichiarata attitudine al peccato

-  La sua presenza sulla terra

-  La sua influenza sui popoli

-  La sua gloria in questo mondo

 

D’altronde Paolo scriveva così ai Tessalonicesi:

“Infatti il mistero dell'empietà è già in atto, soltanto c'è chi ora lo trattiene, finché sia tolto di mezzo.

E allora sarà manifestato l'empio, che il Signore Gesù distruggerà con il soffio della sua bocca, e annienterà con l'apparizione della sua venuta.

La venuta di quell'empio avrà luogo, per l'azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, con ogni tipo d'inganno e d'iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all'amore della verità per essere salvati.

Perciò Dio manda loro una potenza d'errore perché credano alla menzogna; affinché tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma si sono compiaciuti nell'iniquità, siano giudicati.” (2 Tessalonicesi 2:7-12)

La Grazia di Dio quindi ci insegna quindi come prima cosa a rinunciare a tutto quello che ci potrebbe riportare su questa via di perdizione.

Il non rinunciare a questo significa:

-  essere influenzati ancora dallo spirito dell’anticristo;

-  il subire quello stato di confusione, di continuo dubbio circa il nostro cammino, la nostra posizione in Cristo, che sperimentiamo quando “non rinunciamo all’empietà”

-  il “non sperimentare” la nostra vittoria in Cristo!

Il rinunciare all’empietà non è solo un fatto mentale, è unostile di vita” molto pratico, risultante dalla Parola della Grazia assimilata per fede.

Possiamo anche concludere che il rinunciare alla empietà è il primo ed indispensabile passo della “santificazione” (il separarsi).

 

3.b)       Rinunciare alle passioni mondane ( mondane concupiscenze )

Dopo aver rinunciato ad una vita condotta dallo spirito dell’anticristo, la Parola della Grazia ci insegna ora a rinunciare alle mondane concupiscenze.

Le mondane concupiscenze sono tutte quelle “ambizioni”, “voglia di possedere”, cose che ci “legano” a questo mondo e ci frustrano e occupano le nostre menti e tutti le nostre energie.

 

La concupiscenza toglie la gioia del Signore:

“L'accozzaglia di gente raccogliticcia che era tra il popolo fu presa da concupiscenza; e anche i figli d'Israele ricominciarono a piagnucolare e a dire: «Chi ci darà da mangiare della carne?” (Numeri 11:4)

Ben diverso è l’insegnamento di Paolo:

“La pietà, con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno.

Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla; ma avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti.

Invece quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione.

Infatti l'amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori.” (1 Timoteo 6:6-10)

 

La concupiscenza è uno degli elementi che produce il peccato:

Giacomo infatti scriveva:

“Nessuno, quand'è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno; invece ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce.

Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte.” (Giacomo 1:13-15)

Per questo Giovanni scrive:

“Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo.

Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui.

Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo.

E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.” (1 Giovanni 2:15-17)

La Parola della Grazia, assimilata per fede ci insegna a rinunciare alle mondane concupiscenze, e questo nuovo “stile di vita”, ci porta a fare un uso corretto delle cose del mondo, alle quali non siamo chiamati a non farne uso ( l’apostolo ci dice di “vivere in questo mondo” ), ma a non dedicare la nostra vita per le sue “ricchezze”.

Un’elencazione pratica di come vivere in questo mondo, Paolo la scrive a Tito nel capitolo 2 della stessa lettera.

Alla luce di questi insegnamento dobbiamo quindi guardare alle cose del mondo con nuovi occhi.

Le nostre scelte di vita, (amore, scuola, lavoro, hobbies, tempo libero… ) dovrebbero essere fatte non sui valori vani di questo mondo, ma alla luce della nostra nuova vita in Cristo.

Dovremo forse chiederci, quando immaginiamo il nostro futuro lavoro:

-  Quale potrebbe essere un lavoro che mi permetta di guadagnare il giusto e avere tempo ed energie da dedicare al Signore?

Dovremo magari pensare, quando immaginiamo la compagna della nostra vita ( se non riusciamo a vivere senza legami matrimoniali ):

-  Come vorrei che fosse la mia compagna di vita con Cristo?

-  Quali doti cerco?

Questo nuovo stile di vita, ci porta a vivere in questo mondo, guardando oltre la nostra stessa vita, ad “investire” nella Vita Eterna, e quindi fare un uso di questo mondo:

- moderato, quindi strettamente necessario”, senza mai lasciarci dominare;

- giusto, evitando accuratamente tutto quanto è ingiusto e ci porta lontano dal pensiero di Cristo;

- in modo santo, ovvero separato, mai vivere in questo mondo come essendo del mondo, ma da “forestieri e pellegrini”, proprio come gli esempi di fede descritti nella lettera agli ebrei:

“Tutti costoro sono morti nella fede, senza ricevere le cose promesse, ma le hanno vedute e salutate da lontano, confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra.

Infatti, chi dice così dimostra di cercare una patria; e se avessero avuto a cuore quella da cui erano usciti, certo avrebbero avuto tempo di ritornarvi!

Ma ora ne desiderano una migliore, cioè quella celeste; perciò Dio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio, poiché ha preparato loro una città.” (Ebrei 11:13-16)

- aspettando la beata Speranza e l’apparizione della Gloria del nostro Grande Dio e Salvatore Cristo Gesù.

La Grazia di Dio ci insegna quindi a vivere in una attesa continua dell’unica cosa che conta, che ci porterà la piena consolazione e stato di beatitudine, che nulla sulla terra può darci.

La nostra vita trasformata dalla Grazia di Dio, è dedicata a quest’unico scopo, Paolo ne è uno splendido esempio e la esortazione a Tito per i cretesi dobbiamo farla nostra.

Paolo ha visto anche molti dei suoi collaboratori ritornare ad “amare il mondo”, ma non ne fu scandalizzato, anzi la sua fede si dimostrò ancora più solida, semplicemente cercava di riorganizzare la sua vita di servizio:

“Quanto a me, io sto per essere offerto in libazione, e il tempo della mia partenza è giunto.

Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede.

Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione.

Cerca di venir presto da me, perché Dema, avendo amato questo mondo, mi ha lasciato e se n'è andato a Tessalonica. Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. Solo Luca è con me. Prendi Marco e conducilo con te; poiché mi è molto utile per il ministero. Tichico l'ho mandato a Efeso. Quando verrai porta il mantello che ho lasciato a Troas da Carpo, e i libri, specialmente le pergamene.” (2 Timoteo 4:6-13)

Questo passo ci dimostra che l’amare questo mondo, porta ad abbandonare il servizio… …non illudiamoci!

Possiamo anche concludere che il rinunciare alle mondane concupiscenze è il secondo passo della “santificazione” (il separarsi), che si completerà con la morte fisica del cristiano, che così potrà essere completamente trasformato all’immagine di Gesù Cristo.

Leggiamo cosa scrive Giacomo:

“Perciò, deposta ogni impurità e residuo di malizia, ricevete con dolcezza la parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre.

Ma mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi.

Perché, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com'era.

Ma chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà, e in essa persevera, non sarà un ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare.” (Giacomo 1:21-25)

Giuda ci parla invece di falsi profeti che volgono la Grazia in Dissolutezza, ovvero in una falsa libertà che porta l’uomo a vivere nel peccato vantandosi di aver ricevuto la Grazia:

“Carissimi, avendo un gran desiderio di scrivervi della nostra comune salvezza, mi sono trovato costretto a farlo per esortarvi a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre.

Perché si sono infiltrati fra di voi certi uomini (per i quali già da tempo è scritta questa condanna); empi che volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio e negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo.

Ora voglio ricordare a voi che avete da tempo conosciuto tutto questo, che il Signore, dopo aver tratto in salvo il popolo dal paese d'Egitto, fece in seguito perire quelli che non credettero.

Egli ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno del giudizio, gli angeli che non conservarono la loro dignità e abbandonarono la loro dimora.

Allo stesso modo Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si abbandonarono, come loro, alla fornicazione e ai vizi contro natura, sono date come esempio, portando la pena di un fuoco eterno.

Ciò nonostante, anche questi visionari contaminano la carne nello stesso modo, disprezzano l'autorità e parlano male delle dignità. Invece, l'arcangelo Michele, quando contendeva con il diavolo disputando per il corpo di Mosè, non osò pronunciare contro di lui un giudizio ingiurioso, ma disse: «Ti sgridi il Signore!»

Questi, invece, parlano in maniera oltraggiosa di quello che ignorano, e si corrompono in tutto ciò che sanno per istinto, come bestie prive di ragione.

Guai a loro! Perché si sono incamminati per la via di Caino, e per amor di lucro si sono gettati nei traviamenti di Balaam, e sono periti per la ribellione di Core.

Essi sono delle macchie nelle vostre agapi quando banchettano con voi senza ritegno, pascendo se stessi; nuvole senza acqua, portate qua e là dai venti; alberi d'autunno senza frutti, due volte morti, sradicati; onde furiose del mare, schiumanti la loro bruttura; stelle erranti, a cui è riservata l'oscurità delle tenebre in eterno.

Anche per costoro profetizzò Enoc, settimo dopo Adamo, dicendo: «Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi per giudicare tutti; per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà da loro commesse e di tutti gli insulti che gli empi peccatori hanno pronunciati contro di lui».

Sono dei mormoratori, degli scontenti; camminano secondo le loro passioni; la loro bocca proferisce cose incredibilmente gonfie, e circondano d'ammirazione le persone per interesse.

Ma voi, carissimi, ricordatevi di ciò che gli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo hanno predetto, quando vi dicevano: «Negli ultimi tempi vi saranno schernitori che vivranno secondo le loro empie passioni».

Essi sono quelli che provocano le divisioni, gente sensuale, che non ha lo Spirito. Ma voi, carissimi, edificando voi stessi nella vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo, conservatevi nell'amore di Dio, aspettando la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo, a vita eterna.

Abbiate pietà di quelli che sono nel dubbio; salvateli, strappandoli dal fuoco; e degli altri abbiate pietà mista a timore, odiando perfino la veste contaminata dalla carne.

A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire irreprensibili e con gioia davanti alla sua gloria, al Dio unico, nostro Salvatore per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, siano gloria, maestà, forza e potere prima di tutti i tempi, ora e per tutti i secoli. Amen.” (Giuda 4:3-25)

 

 

Gianni Marinuzzi