Rappresentazione di Gesù Cristo crocifisso
O Galati insensati, chi vi ha ammaliati, voi,
davanti ai cui occhi Gesù Cristo
è stato rappresentato crocifisso?
( Galati 3:1 )
La lettera di Paolo ai galati, è una delle prime scritte dall’apostolo, e
probabilmente risale al periodo immediatamente antecedente la conferenza di
Gerusalemme.
In questa appassionata lettera, Paolo fa trasparire tutta la sua
preoccupazione per i fratelli che nonostante avessero ricevuto con fede
sincera il Vangelo della Grazia, dietro la pressione di altri credenti
“giudaizzanti” stavano ricadendo nella giustificazione, ai fini della
salvezza, dietro l’osservanza della Legge giudaica.
Egli parla di “un’ammaliatura” ovvero una sorta di affascinante
proponimento, una situazione che stimola reazioni positive, ricorda molto la
reazione che ebbe Eva davanti alla diversa interpretazione del comandamento
divino proposta a lei dal serpente in Eden:
La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era
bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare
conoscenza;
( Genesi 3:6 )
Perché nella rappresentazione di Gesù Cristo crocifisso, sono descritte in
dettaglio tutto il fallimento dell’uomo, dei suoi sforzi, delle sue azioni,
delle sue reazioni, delle conseguenze subite del peccato, non per niente
Paolo scrive:
Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato
per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.
( 2 Corinzi 5:21 )
Questa predicazione era consueta nell’insegnamento dell’apostolo Paolo,
difatti anche ai corinzi scrisse:
I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, ma noi
predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli
stranieri pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto
Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché la
pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte
degli uomini.
( 1 Corinzi 1:22-25 )
E ancora:
E io, fratelli, quando venni da voi, non venni ad annunciarvi la
testimonianza di Dio con eccellenza di parola o di sapienza; poiché mi
proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso.
( 1 Corinzi 2:1-2 )
Vogliamo analizzare nel dettaglio, ma sono ben consapevole che tutta
l’analisi, per quanto possa essere attenta ed approfondita non potrà svelare
completamente il mistero, la grandezza, la profondità dell’atto compiuto da
Gesù Cristo.
Nella rappresentazione visiva di Gesù Cristo crocifisso notiamo questi
particolari:
-
Era nudo
-
Era deriso ed umiliato
-
Aveva sul capo una corona di spine
-
Aveva le mani inchiodate alla croce
-
Aveva i piedi inchiodati alla croce
-
Subì la morte
-
Aveva lo scheletro integro
Era inchiodato ad una croce di legno
Nel cortile:
-
Le assi per la formazione del cortile
-
Le traverse di unione tra le assi
-
La struttura dell’altare di rame
Nel luogo santo:
-
La tavola dei pani della presentazione
-
L’Altare dei profumi
Nel luogo santissimo:
-
L’arca del patto
Inoltre nel luogo santissimo abbiamo la presenza della verga fiorita di
Aaronne che non era in legno di acacia ma di mandorlo, fiorita che
rappresenta la risurrezione.
Per questo Paolo scriverà:
Sono stato crocifisso con Cristo:
non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me!
( Galati 2:20 )
Ma quanto a me, non sia mai che io mi vanti di altro che della croce del
nostro Signore Gesù Cristo, mediante la quale il mondo, per me, è stato
crocifisso e io sono stato crocifisso per il mondo.
( Galati 6:14 )
Era nudo
Nella genesi, prima della caduta di Adamo ed Eva,
l'uomo
e sua moglie erano entrambi nudi
e non ne avevano vergogna
( Genesi 2:25 )
Lo stato di nudità, nell’innocenza non è nulla di cui vergognarsi, lo
possiamo vedere anche nei bambini, quando sono piccoli ed incoscienti non
hanno alcuna vergogna a mostrarsi nudi.
La nudità produce vergogna nel momento che si è consapevoli di dover
“nascondere” qualcosa o “nascondersi da qualcuno” del quale temiamo un
giudizio negativo.
Subito dopo la caduta, possiamo notare come cambiò l’atteggiamento di Adamo
ed Eva rispetto alla propria nudità:
Allora si aprirono gli occhi ad entrambi e s'accorsero che erano nudi;
unirono delle foglie di fico e se ne fecero delle cinture.
Poi udirono la voce di Dio il SIGNORE, il quale camminava nel giardino sul
far della sera; e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di Dio
il SIGNORE fra gli alberi del giardino.
Dio il SIGNORE chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?»
Egli rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura, perché
ero nudo, e mi sono nascosto».
Dio disse: «Chi ti ha mostrato che eri nudo? Hai forse mangiato del
frutto dell'albero, che ti avevo comandato di non mangiare?»
L'uomo rispose: «La donna che tu mi hai messa accanto, è lei che mi ha dato
del frutto dell'albero, e io ne ho mangiato».
Dio il SIGNORE disse alla donna: «Perché hai fatto questo?» La donna
rispose: «Il serpente mi ha ingannata e io ne ho mangiato».
Allora Dio il SIGNORE disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, sarai il
maledetto fra tutto il bestiame e fra tutte le bestie selvatiche! Tu
camminerai sul tuo ventre e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie
di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno».
Alla donna disse: «Io moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della
tua gravidanza; con dolore partorirai figli; i tuoi desideri si volgeranno
verso tuo marito ed egli dominerà su di te».
Ad Adamo disse: «Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai
mangiato del frutto dall'albero circa il quale io ti avevo ordinato di non
mangiarne, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con
affanno, tutti i giorni della tua vita.
Esso ti produrrà spine e rovi, e tu mangerai l'erba dei campi; mangerai il
pane con il sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti
tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai».
L'uomo chiamò sua moglie Eva, perché è stata la madre di tutti i viventi.
Dio il SIGNORE fece ad Adamo e a sua moglie delle tuniche di pelle, e li
vestì.
( Genesi 3:7-21 )
Subito dopo la caduta, l’uomo e la donna si rendono conto che hanno qualcosa
da nascondere al loro Creatore.
La creatura si vergogna del suo stato davanti al suo creatore!
Pare incomprensibile!
La creatura evidentemente si rende conto, avendo preso coscienza del bene e
del male, di non aver più conservato il proprio corpo nella perfezione e
vuole nascondere questo all’Artista Supremo.
Per nascondere questo, Adamo ed Eva si cucirono delle foglie di fico per
coprire la proprie nudità, ma questi “stracci” religiosi ( la nostra
religione personale ) evidentemente non bastavano, in quanto non garantivano
una copertura totale e la loro insufficienza è dimostrata dal fatto che
cercarono anche di rifugiarsi in mezzo agli alberi del giardino.
Dio invece, nella Sua misericordia, uccise per loro degli animali innocenti,
per preparare per loro delle tuniche di pelle, indumenti più completi e
resistenti, che non servivano ad eliminare l’imperfezione ma almeno a
coprire la nudità ( la legge e la purificazione esteriore per mezzo di
sacrifici alternativi alla pena ).
L’autore della lettera agli ebrei dichiara che:
Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque
spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito,
le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore.
E non v'è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui; ma tutte le
cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo
render conto.
( Ebrei 4:12-13 )
Nella sua totale identificazione con l’umanità, Gesù ci mostra qual è la
vera condizione dell’uomo peccatore!
Già durante i momenti preparatori alla pubblica condanna, Gesù fu umiliato e
fu umiliato in un modo particolare:
Allora i soldati del governatore portarono Gesù nel pretorio e radunarono
attorno a lui tutta la coorte.
E, spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto; intrecciata una
corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano
destra e, inginocchiandosi davanti a lui, lo schernivano, dicendo:
«Salve, re dei Giudei!»
E gli sputavano addosso, prendevano la canna e gli percotevano il capo.
E, dopo averlo schernito, lo spogliarono del manto e lo rivestirono dei suoi
abiti; poi lo condussero via per crocifiggerlo.
( Matteo 27:29 )
«Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e
abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul
bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla
terra».
Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e
femmina.
Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi;
riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare
e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra».
( Genesi 1:26-28 )
Uno splendido esempio di questo lo troviamo nell’incontro tra Gesù e il
centurione romano per la guarigione del suo servo:
Un centurione aveva un servo, molto stimato, che era infermo e stava per
morire; avendo udito parlare di Gesù, gli mandò degli anziani dei Giudei per
pregarlo che venisse a guarire il suo servo. Essi, presentatisi a Gesù, lo
pregavano con insistenza, dicendo: «Egli merita che tu gli conceda questo;
perché ama la nostra nazione ed è lui che ci ha costruito la sinagoga».
Gesù s'incamminò con loro; ormai non si trovava più molto lontano dalla
casa, quando il centurione mandò degli amici a dirgli: «Signore, non darti
quest'incomodo, perché io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto;
perciò non mi sono neppure ritenuto degno di venire da te; ma di' una parola
e il mio servo sarà guarito.
Perché anch'io sono uomo sottoposto all'autorità altrui, e ho sotto di me
dei soldati; e dico a uno: "Vai", ed egli va; a un altro: "Vieni", ed egli
viene; e al mio servo: "Fa' questo", ed egli lo fa».
Udito questo, Gesù restò meravigliato di lui; e, rivolgendosi alla
folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neppure in Israele ho trovato
una così gran fede!»
( Luca 7:2-9 )
Nella sua totale identificazione con l’umanità, Gesù ci mostra qual è la
vera condizione dell’uomo peccatore!
L’uomo creato ad immagine di Dio era il re del creato, il pensiero
originario di Dio è di portare l’uomo ad essere re.
Questo lo possiamo notare anche nelle espressioni di lode del libro
dell’Apocalisse, che rivela la gloria di Dio e cosa Egli ha preparato per
coloro che Lo adorano:
( Apocalisse 1:5-6 )
Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch'io ho
vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono.
( Apocalisse 3:21 )
( Apocalisse 20:6 )
Inoltre la presenza di spine e dei rovi, ci ricordano la maledizione di Dio
nei confronti dell’uomo in seguito alla caduta:
Ad Adamo disse: «Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai
mangiato del frutto dall'albero circa il quale io ti avevo ordinato di non
mangiarne, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il
frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine
e rovi, e tu mangerai l'erba dei campi; mangerai il pane con il sudore
del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei
polvere e in polvere ritornerai».
( Apocalisse 3:17-19 )
Tutti i suoi pensieri sono: «Non c'è Dio!»
( Salmo 10:4 )
( Salmo 94:11 )
Nessuno muove causa con giustizia, nessuno la discute con verità; si
appoggiano su ciò che non è, dicono menzogne, concepiscono il male,
partoriscono l'iniquità.
Covano
uova di serpente, tessono tele di ragno; chi mangia le loro uova
muore, e l'uovo che uno schiaccia, dà fuori una vipera.
Le loro tele non diventeranno vestiti,
né costoro si copriranno delle loro opere; le loro opere sono opere
d'iniquità, nelle loro mani vi sono atti di violenza.
I loro piedi corrono al male, essi si affrettano a spargere sangue
innocente; i loro pensieri sono pensieri iniqui, la desolazione e la
rovina sono sulla loro strada.
( Isaia 59:3-7 )
Poiché dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri,
fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni.
Queste sono le cose che contaminano l'uomo;
ma il mangiare con le mani non lavate non contamina l'uomo
( Matteo 15:19-20 )
Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri
della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri
pensieri; ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri.
( Efesini 2:3 )
E voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri
e delle vostre opere malvagie
( Colossesi 1:21 )
Sei cose odia il SIGNORE, anzi sette gli sono in abominio:
-
gli occhi alteri,
-
la lingua bugiarda,
-
le mani che spargono sangue innocente,
-
il cuore che medita disegni iniqui,
-
i piedi che corrono frettolosi al male,
-
il falso testimone che proferisce menzogne,
-
e chi semina discordie tra fratelli.
( Proverbi 6:16-19 )
Gesù in croce coronato di spine, ci parla dell’uomo peccatore, quale “re del
peccato” che concepisce solo pensieri peccaminosi e vani, così come lo vede
Dio.
Nella sua totale identificazione con l’umanità, Gesù ci mostra qual è la
vera condizione dell’uomo peccatore!
Aveva le mani inchiodate alla croce
Le mani dell’uomo, sono il compimento del suo pensiero, ovvero le
azioni derivante dai pensieri malvagi.
Se prendiamo i passi che ci hanno parlato dei pensieri dell’uomo naturale,
troveremo il loro compimento per mezzo delle mani:
Le vostre mani infatti sono contaminate dal sangue, le vostre dita
dall'iniquità;
le vostre labbra proferiscono menzogna, la vostra lingua sussurra
perversità.
Nessuno muove causa con giustizia, nessuno la discute con verità; si
appoggiano su ciò che non è, dicono menzogne, concepiscono il male,
partoriscono l'iniquità.
Covano uova di serpente, tessono tele di ragno; chi mangia le loro uova
muore, e l'uovo che uno schiaccia, dà fuori una vipera.
Le loro tele non diventeranno vestiti, né costoro si copriranno delle loro
opere; le loro opere sono opere d'iniquità, nelle loro mani vi sono atti
di violenza.
I loro piedi corrono al male, essi si affrettano a spargere sangue
innocente; i loro pensieri sono pensieri iniqui, la desolazione e la rovina
sono sulla loro strada.
( Isaia 59:3-7 )
E voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e
delle vostre opere malvagie
( Colossesi 1:21 )
Il primo atto che ricorda l’azione malvagia compiuta dall’uomo è quella di
Caino, il primo omicida:
Ora tu sarai maledetto, scacciato lontano dalla terra che ha aperto la sua
bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano.
( Genesi 4:11 )
Questa mano, forma di azione del male, dovrà rendere conto a Dio:
Certo, io chiederò conto del vostro sangue, del sangue delle vostre vite; ne
chiederò conto a ogni animale; chiederò conto della vita dell'uomo alla
mano dell'uomo, alla mano di ogni suo fratello.
( Genesi 9:5 )
Infatti nell’apocalisse troviamo descritta la condanna di coloro che non si
ravvedranno dalle opere delle loro mani peccaminose:
Il resto degli uomini che non furono uccisi da questi flagelli, non si
ravvidero dalle opere delle loro mani; non cessarono di adorare i demòni
e gli idoli d'oro, d'argento, di bronzo, di pietra e di legno, che non
possono né vedere, né udire, né camminare.
( Apocalisse 9:20 )
Le mani dell’uomo di peccato esposto in croce erano aperte, le sue opere
malvage sono visibili ( non era possibile chiudere la mano per tenerle
nascoste ), erano inoltre fissate al legno, rese ormai impotenti, l’uomo
naturale era chiamato a dominare con la mano ( le mani sono anche il simbolo
di autorità, di forza – cfr con l’espressione “te
li ho dati in mano” parlando di nemici da sottomettere o città da
conquistare ), ora sono, aperte, esposte, inoffensive.
Sei cose odia il SIGNORE, anzi sette gli sono in abominio:
-
gli occhi alteri,
-
la lingua bugiarda,
-
le mani che spargono sangue innocente,
-
il cuore che medita disegni iniqui,
-
i piedi che corrono frettolosi al male,
-
il falso testimone che proferisce menzogne,
-
e chi semina discordie tra fratelli.
( Proverbi 6:16-19 )
Gesù in croce con le mani aperte inchiodate sul legno, ci parla dell’uomo
peccatore, che mostra le sue mani peccaminose aperte e le stesse sono
esposte, nello stesso tempo rese ormai inoffensive e sono giudicate.
Nella sua totale identificazione con l’umanità, Gesù ci mostra qual è la
vera condizione dell’uomo peccatore!
Aveva i piedi inchiodati alla croce
I piedi sono la parte del corpo umano che ci permette di muoverci, di
condurci, guidarci, di avvicinarci o allontanarci da qualcosa o qualcuno.
I piedi sono la materializzazione del movimento dei nostri pensieri.
Gli empi camminano secondo il loro pensiero:
Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che
non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli
schernitori…
( Salmo 1:1 )
Se prendiamo i passi che ci hanno parlato dei pensieri dell’uomo naturale,
troveremo il loro compimento per mezzo dei piedi:
Le vostre mani infatti sono contaminate dal sangue, le vostre dita
dall'iniquità; le vostre labbra proferiscono menzogna, la vostra lingua
sussurra perversità.
Nessuno muove causa con giustizia, nessuno la discute con verità; si
appoggiano su ciò che non è, dicono menzogne, concepiscono il male,
partoriscono l'iniquità.
Covano uova di serpente, tessono tele di ragno; chi mangia le loro uova
muore, e l'uovo che uno schiaccia, dà fuori una vipera.
Le loro tele non diventeranno vestiti, né costoro si copriranno delle loro
opere; le loro opere sono opere d'iniquità, nelle loro mani vi sono atti di
violenza.
I loro piedi corrono al male, essi si affrettano a spargere sangue
innocente; i loro pensieri sono pensieri iniqui, la desolazione e la rovina
sono sulla loro strada.
( Isaia 59:3-7 )
E voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e
delle vostre opere malvagie
( Colossesi 1:21 )
Il primo atto che ricorda l’azione malvagia compiuta dai piedi dell’uomo è
quella di Caino, il primo omicida, quando davanti alla maledizione di Dio,
invece di implorare il perdono:
Caino si allontanò dalla presenza del SIGNORE e si stabilì nel paese
di Nod, a oriente di Eden.
( Genesi 4:16 )
Figlio mio, sta' attento alla mia saggezza, inclina l'orecchio alla mia
intelligenza, affinché tu conservi l'accorgimento, e le tue labbra
custodiscano la scienza.
Poiché le labbra dell'adultera stillano miele, la sua bocca è più morbida
dell'olio; ma la fine a cui conduce è amara come l'assenzio, è affilata come
una spada a doppio taglio.
I suoi piedi scendono alla morte, i suoi passi portano al soggiorno dei
morti.
Lungi dal prendere il sentiero della vita,
le sue vie sono sbagliate, e non sa dove va.
Or dunque, figlioli, ascoltatemi, e non vi allontanate dalle parole
della mia bocca.
Tieni lontana da lei la tua via e non ti avvicinare
alla porta della sua casa, per non dare ad altri il fiore della tua
gioventù, e i tuoi anni all'uomo crudele; perché degli stranieri non siano
saziati dei tuoi beni, e le tue fatiche non vadano in casa di estranei;
perché tu non abbia a gemere quando verrà la tua fine, quando la tua carne e
il tuo corpo saranno consumati; e tu non dica: «Come ho fatto a odiare la
correzione, e come ha potuto il mio cuore disprezzare la riprensione?
Come ho fatto a non ascoltare la voce di chi m'insegnava, e a non porgere
l'orecchio a chi m'istruiva?
( Proverbi 5:1-13 )
Il profeta Geremia, profetizzando contro Israele ribelle diceva:
Così parla il SIGNORE:
"In questo modo io distruggerò l'orgoglio di Giuda e il grande orgoglio di
Gerusalemme, di questo popolo malvagio che rifiuta di ascoltare le mie
parole, che cammina seguendo la caparbietà del suo cuore, e va dietro ad
altri dèi per servirli e per prostrarsi davanti a loro;
( Geremia 13:9-10 )
Perché i vostri padri mi hanno abbandonato", dice il SIGNORE, "sono
andati dietro ad altri dèi, li hanno serviti e si sono prostrati davanti
a loro, hanno abbandonato me e non hanno osservato la mia legge.
Voi avete fatto anche peggio dei vostri padri; perché, ecco, ciascuno
cammina seguendo la caparbietà del suo cuore malvagio, per non dare
ascolto a me; perciò io vi caccerò da questo paese in un paese che né voi né
i vostri padri avete conosciuto; là servirete giorno e notte altri dèi,
perché io non vi farò grazia".
( Geremia 16:11-13 )
Giovanni, nella sua prima lettera, paragona chi odia al fratello ad un uomo
che cammina nelle tenebre:
Ma chi odia suo fratello è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa
dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi.
( 1 Giovanni 2:11 )
I piedi dell’uomo di peccato esposto in croce erano fissati al legno, non
poteva più sfuggire all’ira di Dio.
I piedi ci parlano anche di onore ( il prostrarsi ai piedi di qualcuno è
simbolo di riconoscimento di un qualcosa di superiore ), i piedi dell’uomo
crocifisso, non sono più oggetto di onore.
Sei cose odia il SIGNORE, anzi sette gli sono in abominio:
-
gli occhi alteri,
-
la lingua bugiarda,
-
le mani che spargono sangue innocente,
-
il cuore che medita disegni iniqui,
-
i piedi che corrono frettolosi al male,
-
il falso testimone che proferisce menzogne,
-
e chi semina discordie tra fratelli.
( Proverbi 6:16-19 )
Gesù in croce con i piedi inchiodati sul legno, ci parla dell’uomo
peccatore, che ha fallito il suo cammino, invece di stare con Dio e con Lui
camminare, si è allontanato da lui ed ora è giudicato.
Nella sua totale identificazione con l’umanità, Gesù ci mostra qual è la
vera condizione dell’uomo peccatore!
Subì la morte
Alla creazione dell’uomo e della donna, nel pensiero di Dio, l’uomo avrebbe
dovuto vivere per sempre con Lui.
Dio il SIGNORE prese dunque l'uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo
lavorasse e lo custodisse.
Dio il SIGNORE ordinò all'uomo: «Mangia pure da ogni albero del giardino, ma
dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché
nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai».
( Genesi 2:15-17 )
La tentazione operata dal serpente fu quella di seminare il dubbio circa la
esattezza della Parola di Dio e la bontà delle Sue intenzioni:
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il
SIGNORE aveva fatti.
Esso disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun
albero del giardino?»
La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne
possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio
ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"».
Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel
giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio,
avendo la conoscenza del bene e del male».
La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da
vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del
frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne
mangiò.
( Genesi 3:1-6 )
A questo avvenimento primordiale si deve la presenza della morte.
La morte di Gesù Cristo fatto peccato
sulla croce, è la condanna di Dio, verso l’uomo peccatore.
Nella sua totale identificazione con l’umanità, Gesù ci mostra qual è la
vera condizione dell’uomo peccatore!
Aveva lo scheletro integro ( nessun osso si era rotto )
Le ossa del corpo umano, sono la sua struttura portante, reggono il peso di
tutto il corpo, degli organi, dei tessuti.
Rappresentano anche la appartenenza a qualcuno, una appartenenza
particolare, che dall’esterno può anche non essere visibile, come disse
Adamo di Eva:
L'uomo disse: «Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne
della mia carne. Ella sarà chiamata donna perché è stata tratta dall'uomo».
( Genesi 2:23 )
Le ossa sono inoltre la parte che resiste di più anche dopo la morte, in
qualche modo, rappresentano quella parte interna, non visibile che pare meno
attaccata dalle situazioni esterne.
Giuseppe fece giurare ai suoi discendenti, che avrebbero portato le sue ossa
nella terra promessa, e ciò avvenne circa 400 anni dopo:
Giuseppe fece giurare i figli d'Israele, dicendo: «Dio per certo vi
visiterà; allora portate via da qui le mie ossa».
( Genesi 50:25 )
Mosè prese con sé le ossa di Giuseppe;
perché questi aveva espressamente fatto giurare ai figli d'Israele, dicendo:
«Dio certamente vi visiterà; allora, porterete con voi le mie ossa da
qui».
( Esodo 13:19 )
Un passo emblematico lo troviamo nelle profezie di Ezechiele, circa il
ristabilimento del popolo di Israele:
La mano del SIGNORE fu sopra di me e il SIGNORE mi trasportò mediante lo
Spirito e mi depose in mezzo a una valle piena d'ossa.
Mi fece passare presso di esse, tutt'attorno; ecco erano numerosissime sulla
superficie della valle, ed erano anche molto secche.
Mi disse: «Figlio d'uomo, queste ossa potrebbero rivivere?»
E io risposi: «Signore, DIO, tu lo sai».
Egli mi disse: «Profetizza su queste ossa, e di' loro: "Ossa secche,
ascoltate la parola del SIGNORE!"
Così dice il Signore, DIO, a queste ossa: "Ecco, io faccio entrare in voi lo
spirito e voi rivivrete; metterò su di voi dei muscoli, farò nascere su di
voi della carne, vi coprirò di pelle, metterò in voi lo spirito, e
rivivrete; e conoscerete che io sono il SIGNORE"».
Io profetizzai come mi era stato comandato; e come io profetizzavo, si fece
un rumore; ed ecco un movimento: le ossa si accostarono le une alle altre.
Io guardai, ed ecco venire su di esse dei muscoli, crescervi la carne, e la
pelle ricoprirle; ma non c'era in esse nessuno spirito.
Allora egli mi disse: «Profetizza allo Spirito, profetizza figlio d'uomo, e
di' allo Spirito: Così parla il Signore, DIO: "Vieni dai quattro venti, o
Spirito, soffia su questi uccisi, e fa' che rivivano!"».
Io profetizzai, come egli mi aveva comandato, e lo Spirito entrò in essi:
tornarono alla vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande,
grandissimo.
Egli mi disse: «Figlio d'uomo, queste ossa sono tutta la casa d'Israele.
Ecco, essi dicono: "Le nostre ossa sono secche, la nostra speranza è
svanita, noi siamo perduti!"
Perciò, profetizza e di' loro: Così parla il Signore, DIO: "Ecco, io aprirò
le vostre tombe, vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi
ricondurrò nel paese d'Israele.
Voi conoscerete che io sono il SIGNORE, quando aprirò le vostre tombe e vi
tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio!
E metterò in voi il mio Spirito, e voi tornerete in vita; vi porrò sul
vostro suolo, e conoscerete che io, il SIGNORE, ho parlato e ho messo la
cosa in atto",
dice il SIGNORE».
( Ezechiele 37:1-14 )
Il fatto che lo scheletro di Gesù Cristo in croce non fu intaccato, era
l’adempimento di una precisa profezia riportata nel libro dell’esodo, circa
l’agnello pasquale:
La celebreranno il quattordicesimo giorno del secondo mese, all'imbrunire;
mangeranno la vittima con pane azzimo e con erbe amare; non ne lasceranno
nulla di avanzo fino al mattino e non ne spezzeranno nessun osso.
( Esodo 9:11-12 )
Allora i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il
sabato (poiché era la Preparazione e quel sabato era un gran giorno),
chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe, e fossero portati via.
I soldati dunque vennero e spezzarono le gambe al primo, e poi anche
all'altro che era crocifisso con lui; ma giunti a Gesù, lo videro già
morto, e non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli forò il
costato con una lancia, e subito ne uscì sangue e acqua.
Colui che lo ha visto, ne ha reso testimonianza, e la sua testimonianza è
vera; ed egli sa che dice il vero, affinché anche voi crediate.
Poiché questo è avvenuto affinché si adempisse la Scrittura: «Nessun
osso di lui sarà spezzato».
( Giovanni 19:31-36 )
Ma rappresenta altresì che la struttura dell’uomo peccatore, per grazia di
Dio, in qualche modo, sopravvivrà al giudizio, risuscitando, infatti i morti
risusciteranno proprio come quello ossa secche del profeta Ezechiele.
Molto chiaro ed esplicativo, circa il Cristo crocifisso e lo scheletro di
Gesù, è un salmo di Davide ( l’uomo
secondo il cuore di Dio ):
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Te ne stai lontano, senza soccorrermi, senza dare ascolto alle parole del
mio gemito!
Dio mio, io grido di giorno, ma tu non rispondi, e anche di notte, senza
interruzione.
Eppure tu sei il Santo, siedi circondato dalle lodi d'Israele.
I nostri padri confidarono in te; confidarono e tu li liberasti.
Gridarono a te, e furon salvati; confidarono in te, e non furono delusi.
Ma io sono un verme e non un uomo, l'infamia degli uomini, e il disprezzato
dal popolo.
Chiunque mi vede si fa beffe di me; allunga il labbro, scuote il capo,
dicendo: «Egli si affida al SIGNORE; lo liberi dunque; lo salvi, poiché lo
gradisce!»
Sì, tu m'hai tratto dal grembo materno; m'hai fatto riposare fiducioso sulle
mammelle di mia madre.
A te fui affidato fin dalla mia nascita, tu sei il mio Dio fin dal grembo di
mia madre.
Non allontanarti da me, perché l'angoscia è vicina, e non c'è alcuno che
m'aiuti.
Grossi tori mi hanno circondato;
potenti tori di Basan m'hanno attorniato; aprono la loro gola contro di me,
come un leone rapace e ruggente.
Io sono come acqua che si sparge, e
tutte le mie ossa sono slogate; il mio cuore è come la cera, si scioglie
in mezzo alle mie viscere.
Il mio vigore s'inaridisce come terra cotta, e la lingua mi si attacca al
palato;
tu m'hai posto nella polvere della morte.
Poiché cani mi hanno circondato; una folla di malfattori m'ha attorniato;
m'hanno forato le mani e i piedi.
Posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano e mi osservano: spartiscono fra loro le mie vesti e
tirano a sorte la mia tunica.
Ma tu, SIGNORE, non allontanarti,tu che sei la mia forza, affrèttati a
soccorrermi.
Libera la mia vita dalla spada, e salva l'unica vita mia dall'assalto del
cane; salvami dalla gola del leone.
Tu mi risponderai liberandomi dalle corna dei bufali.
Io annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all'assemblea.
O voi che temete il SIGNORE, lodatelo!
Voi tutti, discendenti di Giacobbe, glorificatelo, temetelo voi tutti,
stirpe d'Israele!
Poiché non ha disprezzato né sdegnato l'afflizione del sofferente, non gli
ha nascosto il suo volto; ma quando quello ha gridato a lui, egli l'ha
esaudito.
Tu sei l'argomento della mia lode nella grande assemblea; io adempirò i miei
voti in presenza di quelli che ti temono.
Gli umili mangeranno e saranno saziati; quelli che cercano il SIGNORE lo
loderanno; il loro cuore vivrà in eterno.
Tutte le estremità della terra si ricorderanno del SIGNORE e si
convertiranno a lui;
tutte le famiglie delle nazioni adoreranno in tua presenza.
Poiché al SIGNORE appartiene il regno, egli domina sulle nazioni.
Tutti i potenti della terra mangeranno e adoreranno; tutti quelli che
scendon nella polvere e non possono mantenersi in vita s'inchineranno
davanti a lui.
La discendenza lo servirà; si parlerà del Signore alla generazione futura.
Essi verranno e proclameranno la sua giustizia, e al popolo che nascerà
diranno com'egli ha agito.
( Salmo 22 )
Gesù in croce con lo scheletro provato ma integro, ci parla dell’uomo
peccatore, che risusciterà per comparire davanti a Dio.
Il capolavoro della creazione di Dio, completamente svilito di ogni dignità!
Non ci sono parole, anche il fatto del silenzio di Gesù ci fa riflettere sul
fatto che l’uomo naturale, davanti alla condanna di Dio, non potrà avvalersi
di alcuna difesa.
Dopo una tale rappresentazione ( sembra dire Paolo ai galati nella sua
lettera ), volete ancora raggiungere la perfezione con i vostri mezzi?
Infatti scrive loro:
Noi
Giudei di nascita, non stranieri peccatori, sappiamo che l'uomo non è
giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in
Cristo Gesù, e abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù per essere
giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; perché
dalle opere della legge nessuno sarà giustificato.
( Galati 2:15-16 )
Alla croce
però troviamo anche la resurrezione, lo scheletro intero, pronto a
rivestire qualcosa di nuovo.
Alla croce
troviamo inoltre la giustificazione, la purificazione e la
santificazione, il sangue dell’Agnello che scorre e copre il legno della
croce, lo rende giusto, puro e lo santifica, proprio come dovevano essere
aspersi gli arredi del culto ebraico:
Ma venuto Cristo,
sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande
e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa creazione, è
entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e
di vitelli, ma con il proprio sangue.
Così ci ha acquistato una redenzione eterna.
Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa
su quelli che sono contaminati, li santificano, in modo da procurare la
purezza della carne, quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo
Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la
nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!
Per questo egli è mediatore di un nuovo patto.
La sua morte è avvenuta per redimere dalle trasgressioni
commesse sotto il primo patto, affinché i chiamati ricevano l'eterna eredità
promessa.
Infatti, dove c'è un testamento, bisogna che sia accertata la morte del
testatore.
Un testamento, infatti, è valido quando è avvenuta la morte, poiché rimane
senza effetto finché il testatore vive.
Per questo neanche il primo patto fu inaugurato senza sangue.
Infatti, quando tutti i comandamenti furono secondo la legge proclamati da
Mosè a tutto il popolo, egli prese il sangue dei vitelli e dei capri con
acqua, lana scarlatta e issopo, asperse il libro stesso e tutto il popolo, e
disse: «Questo è il sangue del
patto che Dio ha ordinato per voi».
Asperse di sangue anche il tabernacolo e tutti gli arredi del culto.
Secondo la legge,
quasi ogni cosa è purificata con sangue; e, senza spargimento di sangue,
non c'è perdono.
Era dunque necessario che i simboli delle realtà celesti fossero purificati
con questi mezzi.
Ma le cose celesti stesse dovevano
essere purificate con sacrifici più eccellenti di questi.
Infatti Cristo non è entrato in un luogo santissimo fatto da mano d'uomo,
figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora alla presenza di Dio
per noi; non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote, che
entra ogni anno nel luogo santissimo con sangue non suo.
In questo caso, egli avrebbe dovuto soffrire più volte dalla creazione del
mondo; ma ora, una volta sola, alla fine dei secoli, è stato manifestato per
annullare il peccato con il suo sacrificio.
Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il
giudizio, così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per
portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a
coloro che lo aspettano per la loro salvezza.
( Ebrei 9:11-28 )
Alla croce troviamo
soprattutto il nostro sostituto, il nostro Salvatore, un uomo
perfetto, innocente che volontariamente ha dato se stesso per noi, un uomo “provveduto”
direttamente da Dio, il Suo Figlio, ubbidiente, che ha preso il nostro
posto, è stato inchiodato alla croce, diventando un corpo solo con lei, è
diventato lo scudo per l’umanità nel ricevere l’ira di Dio.
Di questa visione sublime, parla il profeta Isaia, parlando del Servo di
Dio:
Egli è cresciuto davanti a lui come una pianticella, come una radice che
esce da un arido suolo; non aveva forma né bellezza da attirare i nostri
sguardi, né aspetto tale da piacerci.
Disprezzato e abbandonato
dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui
davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi
non ne facemmo stima alcuna.
Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori
quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da
Dio e umiliato!
Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa
delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui
e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria
via; ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca.
Come l'agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la
tosa, egli non aprì la bocca.
Dopo l'arresto e la condanna fu tolto di mezzo; e tra quelli della sua
generazione chi rifletté che egli era strappato dalla terra dei viventi e
colpito a causa dei peccati del mio popolo?
Gli avevano assegnato la sepoltura fra gli empi, ma nella sua morte, egli è
stato con il ricco, perché non aveva commesso violenze né c'era stato
inganno nella sua bocca.
Ma il SIGNORE ha voluto stroncarlo con i patimenti.
Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato, egli vedrà una
discendenza, prolungherà i suoi giorni,
e l'opera del SIGNORE prospererà nelle sue mani.
Dopo il tormento dell'anima sua vedrà la luce e sarà soddisfatto; per la sua
conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà
egli stesso delle loro iniquità.
Perciò io gli darò in premio le moltitudini, egli dividerà il bottino con i
molti, perché ha dato se stesso alla morte ed è stato contato fra i
malfattori; perché egli ha portato i peccati di molti e ha interceduto per i
colpevoli.
( Isaia 53:2-12 )
Francamente penso che sia questo quello che Paolo intendeva dire ai corinzi
in riferimento all’atto della cena del Signore, quando parla del
corpo del Signore:
Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che
il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, e dopo aver
reso grazie, lo ruppe e disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi;
fate questo in memoria di me».
Nello stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo
calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che
ne berrete, in memoria di me.
Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi
annunciate la morte del Signore, finché egli venga».
Perciò, chiunque mangerà il pane o berrà dal calice del Signore
indegnamente, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore.
Ora ciascuno esamini se stesso, e così mangi del pane e beva dal calice;
poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudizio contro se stesso, se
non discerne il corpo del Signore.
( 1 Corinzi 11:23-29 )
Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù,
perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato
dalla legge del peccato e della morte.
Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva
impotente, Dio lo
ha fatto;
mandando il proprio Figlio in
carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato
il peccato nella carne, affinché il comandamento della legge fosse
adempiuto in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo
Spirito.
( Romani 8:1-2 )
Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù
Cristo, nostro Signore,
mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa
grazia nella quale stiamo fermi; e ci gloriamo nella speranza della
gloria di Dio; non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo
che l'afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e
l'esperienza speranza.
Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei
nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è
morto per gli empi.
Difficilmente uno morirebbe per un giusto; ma forse per una persona
buona qualcuno avrebbe il coraggio di morire;
Dio invece mostra la grandezza
del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora
peccatori, Cristo è morto per noi.
Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per
mezzo di lui salvati dall'ira.
( Romani 5:1-9 )
Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?
Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi
tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?
Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica.
Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è
risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi.
Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione,
l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?
Com'è scritto: «Per amor di te
siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore
da macello».
Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui
che ci ha amati. Infatti sono
persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose
presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né
alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in
Cristo Gesù, nostro Signore.
( Romani 8:31-39 )