Un investimento sicuro

 

 

 

E io vi dico: fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste; perché quando esse verranno a mancare, quelli vi ricevano nelle dimore eterne.

Chi è fedele nelle cose minime, è fedele anche nelle grandi; e chi è ingiusto nelle cose minime, è ingiusto anche nelle grandi.

Se dunque non siete stati fedeli nelle ricchezze ingiuste, chi vi affiderà quelle vere?

E, se non siete stati fedeli nei beni altrui, chi vi darà i vostri?

Nessun domestico può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e Mammona».

I farisei, che amavano il denaro, udivano tutte queste cose e si beffavano di lui.

Ed egli disse loro: «Voi vi proclamate giusti davanti agli uomini; ma Dio conosce i vostri cuori; perché quello che è eccelso tra gli uomini, è abominevole davanti a Dio. (Luca 16:9-13)

 

Gesù dopo aver raccontato la parabola del fattore infedele, fa una “strana considerazione” che ci deve fare riflettere circa il concetto di ricchezze, ,di valori

 

A)  Gesù parla di due tipologie di ricchezze:

 

- le ricchezze ingiuste

non ingiuste perché derivanti necessariamente da illeciti, ma ingiuste per definizione in quanto ricchezze valide in un mondo ingiusto, del denaro (Mammona) con tutto quello che questa “moneta terrena” può acquistare (beni terreni, soddisfazioni terrene, possedimenti terreni,) ricchezze visibili all’occhio carnale, ingiuste (false).

 

Queste ricchezze vengono qui definite:

- minime (di valore irrisorio)

- non vere (apparenti)

- altrui (non di proprietà del possedente)

 

- le ricchezze giuste,

giuste per definizione in quanto ricchezze valide in un mondo giusto, ,dei tesori celesti (Dio) con tutte le benedizioni che derivano dalla Sua generosità e bontà (beni celesti, doni spirituali, l’eredità celeste,) ricchezze invisibili all’occhio carnale, ma vere (giuste).

 

Queste ricchezze vengono qui definite:

- grandi (di valore garantito)

- vere (reali)

- proprie (di proprietà del possedente)

 

Le ricchezze ingiuste o false, sono quelle ricchezze che l’uomo carnale vede, alle quali aspira, sulle quali pone le sue ambizioni, ma in realtà sono vane, addirittura Gesù dice che non sono nostre, arrivando a definirle eccelse davanti agli uomini ma abominevoli davanti a Dio.

 

***

- le ricchezze ingiuste

leggiamo cosa considera il saggio, anche ragionando in “senso orizzontale” (senza guardare alle prospettive celesti, in quanto le considerazione dell’Ecclesiaste sono considerazioni di un uomo sulla vita terrena):

Io intrapresi grandi lavori; mi costruii case; mi piantai vigne; mi feci giardini, parchi, e vi piantai alberi fruttiferi di ogni specie; mi costruii stagni per irrigare con essi il bosco dove crescevano gli alberi; comprai servi e serve, ed ebbi dei servi nati in casa; ebbi pure greggi e armenti, in gran numero, più di tutti quelli che erano stati prima di me a Gerusalemme; accumulai argento, oro, e le ricchezze dei re e delle province; mi procurai dei cantanti e delle cantanti e ciò che fa la delizia dei figli degli uomini, cioè donne in gran numero.

Così divenni grande e superai tutti quelli che erano stati prima di me a Gerusalemme; la mia saggezza rimase essa pure sempre con me.

Di tutto quello che i miei occhi desideravano io nulla rifiutai loro; non privai il cuore di nessuna gioia; poiché il mio cuore si rallegrava di ogni mia fatica, ed è la ricompensa che mi è toccata d'ogni mia fatica.

Poi considerai tutte le opere che le mie mani avevano fatte, e la fatica che avevo sostenuto per farle, ed ecco che tutto era vanità, un correre dietro al vento, e che non se ne trae alcun profitto sotto il sole. (Ecclesiaste 2:4-11)

 

Ho anche visto un'altra vanità sotto il sole: un tale è solo, senza nessuno che gli stia vicino; non ha né figlio né fratello, e tuttavia si affatica senza fine, i suoi occhi non si saziano mai di ricchezze.

Non riflette: «Ma per chi dunque mi affatico e mi privo di ogni bene

Anche questa è una vanità, un'ingrata occupazione. (Ecclesiaste 4:7-8)

 

Chi ama l'argento non è saziato con l'argento; e chi ama le ricchezze non ne trae profitto di sorta. Anche questo è vanità. (Ecclesiaste 5:10)

 

consideriamo ancora quale è la Parola del Signore contro la città di Tiro (simbolo del principato satanico) e contro il suo principe (simbolo di satana) e a cosa aspirava:

La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:

«Tu, figlio d'uomo, pronuncia una lamentazione su Tiro e di' a Tiro che sta agli  approdi del mare, che porta le mercanzie dei popoli a molte isole: Così parla il Signore, DIO: "O Tiro, tu dici: 'Io sono di una perfetta bellezza'.

Il tuo dominio è nel cuore dei mari; i tuoi costruttori ti hanno fatto di una bellezza perfetta; hanno costruito di cipresso di Senir tutte le tue pareti; hanno preso cedri del Libano per fare l'alberatura delle tue navi; hanno fatto i tuoi remi di querce di Basan; hanno fatto i ponti del tuo naviglio d'avorio incastonato in larice, portato dalle isole di Chittim.

Il lino fino d'Egitto, lavorato a ricami, è servito per le tue vele e per le tue bandiere; la porpora e lo scarlatto delle isole d'Elisa formano i tuoi padiglioni.

Gli abitanti di Sidone e di Arvad sono i tuoi rematori; i tuoi esperti, o Tiro, sono in mezzo a te; sono essi i tuoi piloti.

Tu hai in mezzo a te gli anziani di Ghebel e i suoi esperti a riparare le tue falle; in te sono tutte le navi del mare con i loro marinai, per far lo scambio delle tue mercanzie.
Persiani, Lidi, Libi servono nel tuo esercito; sono uomini di guerra che sospendono in mezzo a te lo scudo e l'elmo; sono il tuo splendore.

I figli di Arvad e il tuo esercito difendono tutto intorno le tue mura; uomini prodi stanno nelle tue torri; essi sospendono i loro scudi tutto intorno alle tue mura; essi rendono perfetta la tua bellezza.

Tarsis commercia con te, a causa di tutte le ricchezze che possiedi in abbondanza; fornisce i tuoi mercanti d'argento, di ferro, di stagno e di piombo.

Iavan, Tubal e Mesec commerciano anch'essi con te; danno schiavi e utensili di bronzo in cambio delle tue mercanzie.

Quelli della casa di Togarma pagano le tue mercanzie con cavalli da tiro, con cavalli da corsa e con muli.

I figli di Dedan commerciano con te; il commercio di molte isole passa per le tue mani; ti pagano con denti d'avorio e con ebano.

La Siria commercia con te, per la moltitudine dei tuoi prodotti; paga i tuoi prodotti
con carbonchi, porpora, stoffe ricamate, bisso, corallo, rubini.

Giuda e il paese d'Israele anch'essi commerciano con te, ti danno in cambio
grano di Minnit, pasticcerie, miele, olio e balsamo.

Damasco commercia con te, scambiando i tuoi numerosi prodotti con abbondanza di ogni specie di beni, con vino di Chelbon e con lana candida.

Vedan e Iavan di Uzzal riforniscono i tuoi mercati: ferro lavorato, cassia, canna aromatica, sono fra i prodotti di scambio.

Dedan commercia con te in coperte da cavalcatura.

L'Arabia e tutti i prìncipi di Chedar fanno commercio con te, trafficando con te agnelli, montoni, capri.

I mercanti di Seba e di Raama anch'essi commerciano con te; provvedono i tuoi mercati di tutti i migliori aromi, di ogni tipo di pietre preziose e d'oro.

Aran, Canné e Eden, i mercanti di Seba, d'Assiria, di Chilmad, commerciano con te;  trafficano con te oggetti di lusso, mantelli di porpora, ricami, casse di stoffe preziose legate con corde e fatte di cedro.

Le navi di Tarsis sono la tua flotta per il tuo commercio.

Così ti sei riempita, ti sei grandemente arricchita nel cuore dei mari.

I tuoi rematori ti hanno portata nelle grandi acque; il vento d'oriente s'infrange nel cuore dei mari.

Le tue ricchezze, i tuoi mercati, la tua mercanzia, i tuoi marinai, i tuoi piloti, i tuoi riparatori, i tuoi negozianti, tutta la tua gente di guerra che è in te e tutta la moltitudine che è in mezzo a te cadranno nel cuore dei mari, il giorno della tua rovina.

Alle grida dei tuoi piloti, le spiagge tremeranno; tutti quelli che maneggiano il remo, i marinai e tutti i piloti del mare scenderanno dalle loro navi e si terranno sulla terra ferma.

Faranno sentire la loro voce su di te; grideranno amaramente, si getteranno la polvere sul capo, si rotoleranno nella cenere.

A causa di te si raderanno il capo, si vestiranno di sacchi; per te piangeranno con amarezza d'animo, con cordoglio amaro; nella loro angoscia pronunceranno su di te un lamento, si lamenteranno così riguardo a te: 'Chi fu mai come Tiro, come questa città, ora distrutta in mezzo al mare?'

Quando i tuoi prodotti uscivano dai mari,  tu saziavi molti popoli; con l'abbondanza delle ricchezze e del tuo traffico, arricchivi i re della terra.

Quando sei stata infranta dai mari, nelle profondità delle acque, la tua mercanzia e tutta la moltitudine che era in mezzo a te sono cadute.

Tutti gli abitanti delle isole sono sbigottiti a causa di te; i loro re sono presi da spavento, il loro aspetto è sconvolto.

I mercanti in mezzo ai popoli fischiano su di te; sei diventato uno spavento e non esisterai mai più!"». (Ezechiele 27:1-36)

 

La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini: «Figlio d'uomo, di' al principe di Tiro:

Così parla il Signore, DIO: "Il tuo cuore si è insuperbito, e tu dici: 'Io sono un dio! Io sto seduto su un trono di Dio nel cuore dei mari!', mentre sei un uomo e non un dio e hai scambiato il tuo cuore per quello di Dio.

Ecco, tu sei più saggio di Daniele, nessun mistero è oscuro per te; con la tua saggezza e con la tua intelligenza ti sei procurato ricchezze, hai ammassato oro e argento nei tuoi tesori; con la tua gran saggezza e con il tuo commercio
hai accresciuto le tue ricchezze, e a motivo delle tue ricchezze il tuo cuore si è insuperbito
".
Perciò così parla il Signore, DIO: "Poiché tu hai scambiato il tuo cuore per quello di Dio, ecco, io faccio venire contro di te degli stranieri, i più violenti fra le nazioni; essi sguaineranno le loro spade contro lo splendore della tua saggezza e contamineranno la tua bellezza; ti getteranno nella fossa e tu morirai della morte di quelli che sono trafitti nel cuore dei mari.

Continuerai forse a dire: 'Io sono un dio', in presenza di colui che ti ucciderà?

Sarai un uomo e non Dio nelle mani di chi ti trafiggerà!

Tu morirai della morte degli incirconcisi, per mano di stranieri; poiché io ho parlato", dice il Signore, DIO». (Ezechiele 28:1-10)

 

consideriamo ancora quale è la Parola del Signore contro la città di Babilonia (simbolo della religiosità adultera) e in cosa essa confidava:

I re della terra, che fornicavano e vivevano in lascivie con lei, quando vedranno il fumo del suo incendio piangeranno e faranno cordoglio per lei.

Spaventati dai suoi tormenti se ne staranno lontani e diranno: "Ahi! ahi! Babilonia, la gran città, la potente città! Il tuo giudizio è venuto in un momento!"

I mercanti della terra piangeranno e faranno cordoglio per lei, perché nessuno compra più le loro merci: oro, argento, pietre preziose, perle, lino pregiato, porpora, seta, scarlatto, ogni varietà di legno odoroso, ogni varietà di oggetti d'avorio e di legno preziosissimo, bronzo, ferro, marmo, cannella, spezie, profumi, unguenti, incenso, vino, olio, fior di farina, grano, buoi, pecore, cavalli, carri e persino i corpi e le anime di uomini.

I frutti che l'anima tua desiderava sono andati lontani da te; tutte le cose delicate e sontuose sono perdute per te e non si troveranno mai più.

I mercanti di queste cose che sono stati arricchiti da lei se ne staranno lontani per timore del suo tormento, piangeranno e faranno cordoglio dicendo: "Ahi! ahi! La gran città ch'era vestita di lino fino, di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle! In un attimo una ricchezza così grande è stata distrutta".

Tutti i piloti, tutti i naviganti, i marinai e quanti trafficano sul mare se ne staranno lontano e vedendo il fumo del suo incendio esclameranno: "Quale città fu mai simile a questa grande città?"

E si getteranno della polvere sul capo e grideranno, piangeranno e faranno cordoglio dicendo: "Ahi! ahi! La gran città nella quale tutti quelli che avevano navi in mare si erano arricchiti con la sua opulenza! In un attimo è stata ridotta a un deserto". (Apocalisse 18:9-19)

 

Consideriamo come il nostro Signore giudica chi si comporta in questo modo:

State attenti e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall'abbondanza dei beni che uno possiede, che egli ha la sua vita».

E disse loro questa parabola:

«La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; egli ragionava così, fra sé: "Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?"

E disse: "Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima mia: 'Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; ripòsati, mangia, bevi, divèrtiti'".

Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?"

Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio». (Luca 12:15-21)

 

Geremia ci lascia una memorabile sentenza:

Chi acquista ricchezze, ma non con giustizia, è come la pernice che cova uova che non ha fatte; nel bel mezzo dei suoi giorni egli deve lasciarle; quando arriva la sua fine, non è che uno stolto. (Geremia 17:11)

 

Aspirare a queste ricchezze, bramarle, confidare nella loro “affidabilità”, porre la nostra sicurezza di vita in esse, non solo è vano (perché sono false), non solo è tipico di chi si ispira allo spirito dell’anticristo, ,ma è da stolti, è come pensare che i soldi del “monopoli” siano veri!

 

Per una persona che ha avuto conoscenza della Verità poi, oltre essere da stolti è anche un forte impedimento per “conservare” il seme della Parola di Dio, come Gesù sottolinea nella parabola del seminatore:

Quello che ha ricevuto il seme tra le spine è colui che ode la parola; poi gli impegni mondani e l'inganno delle ricchezze soffocano la parola che rimane infruttuosa. (Matteo 13:22)

 

Le ricchezze terrene (minime, false e altrui) sono un inganno, un inganno che Gesù stesso riconosce:

Gesù, guardatosi attorno, disse ai suoi discepoli: Quanto difficilmente coloro che hanno delle ricchezze entreranno nel regno di Dio! (Marco 10:23)

 

…ma noi confidiamo nella potenza di Dio:

I discepoli si stupirono di queste sue parole.

E Gesù replicò loro: «Figlioli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio».

Ed essi sempre più stupiti dicevano tra di loro: «Chi dunque può essere salvato?»

Gesù fissò lo sguardo su di loro e disse: «Agli uomini è impossibile, ma non a Dio; perché ogni cosa è possibile a Dio». (Marco 10:24-27)

 

E proprio perché lo riconosce, ci sono stati lasciati diverse esortazioni affinché possiamo non rimanere soggiogati da esse (confidando in esse), ma sperimentando veramente la provvidenza di Dio e ponendo la nostra fiducia in Lui:

La vostra condotta non sia dominata dall'amore del denaro; siate contenti delle cose che avete; perché Dio stesso ha detto: «Io non ti lascerò e non ti abbandonerò».

Così noi possiamo dire con piena fiducia: «Il Signore è il mio aiuto; non temerò. Che cosa potrà farmi l'uomo (Ebrei 13:5-6)

Amare queste cose o pensare che esse abbiamo valore davanti a Dio è un pensiero assolutamente sbagliato, perché quello che è eccelso tra gli uomini, è abominevole davanti a Dio.

Ascoltiamo quindi cosa ci suggerisce la Saggezza:        

Non ti affannare per diventare ricco; smetti di applicarvi la tua intelligenza.

Vuoi fissare lo sguardo su ciò che scompare?

Poiché la ricchezza si fa delle ali, come l'aquila che vola verso il cielo. (Proverbi 23:4-5)

***

- le ricchezze vere

 In opposizione alle ricchezze ingiuste, che sono minime, che sono false, che non durano, che non sono nostre

abbiamo le ricchezze giuste (perché sono fatte in Dio), vere (perché sono reali), durevoli incorruttibili (che non sono attaccabili da elementi terreni che corrompono), ma la cosa che ci deve fare riflettere è che sono nostre e sono gradevoli davanti a Dio!

 

Queste ricchezze vere, sono però al momento invisibili ed insondabili (cfr Efesini 3:8), sono solo “visibili per fede”, bisogna credere a ciò che non si vede, ricordiamo l’atteggiamento al quale ci chiama Paolo:

abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo (si corrompono, ..finiscono, non durano, non sono nostre), ma quelle che non si vedono sono eterne (non si corrompono, non finiscono, durano, sono nostre). (2 Corinzi 4:18)

 

Per questo Gesù insegnava così:

Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano.

Perché dov'è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore. (Matteo 6:19-21)

 

Per questo Giovanni ci esorta con vigore:

Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo.

Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui.

Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno. (1 Giovanni 2:15-17)

 

Un cristiano che ha compreso veramente la corruzione del mondo e di tutto quello che gli appartiene, ,che ha compreso veramente la fedeltà di Dio, la ricchezza insondabile che vi è nascosta, l’eredità incorruttibile che gli è stata preparata, ,investe tutte le sue energie in vista di queste cose,

,certo deve provvedere ai bisogni suoi, della sua famiglia, dei fratelli in fede in difficoltà, deve provvedere con diligenza ad un sereno passaggio terreno,

,ma non deve farsi coinvolgere oltremodo da questo, ,come insegna Paolo scrivendo a Tito:

Infatti la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunciare all'empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù. (Tito 2:11-13)

 

In questo vivere moderatamente, è anche giusto avere uno sguardo di “sospetto” verso gli eccessi, ,gli eccessi di preoccupazioni mondane, ci distrae dalle vere “preoccupazioni” celesti, ci toglie energie per diventare ricchi davanti a Dio, senza considerare inoltre che Gesù avvertiva che dov'è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore! (cfr Matteo 6:21)

 

Abbiamo, in questo, l’esempio di Dema:

Dema, avendo amato questo mondo, mi ha lasciato e se n'è andato a Tessalonica… (2 Timoteo 4:10)

 

***

L’amore del denaro è un inganno, è sempre stato e sempre lo sarà, dai tempi di Simone il samaritano che voleva comprare lo Spirito Santo con denaro, pensando che “la moneta terrena avesse corso nel Regno di Dio”, ricevendo una severa ammonizione da parte di Pietro:

Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai creduto di poter acquistare con denaro il dono di Dio.

Tu, in questo, non hai parte né sorte alcuna; perché il tuo cuore non è retto davanti a Dio.

Ravvediti dunque di questa tua malvagità; e prega il Signore affinché, se è possibile, ti perdoni il pensiero del tuo cuore.

Vedo infatti che tu sei pieno d'amarezza e prigioniero d'iniquità (Atti 8:19-23)

 

Ricordiamoci che c’è una moneta terrena ed una moneta celeste, hanno due corsi diversi, due mondi diversi, due padroni diversi:

Mostratemi la moneta del tributo».

Ed essi gli porsero un denaro.

Ed egli domandò loro: «Di chi è questa effigie e questa iscrizione?»

Gli risposero: «Di Cesare».

E Gesù disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio». (Matteo 22:19-21)

 

Inoltre dobbiamo considerare che non è nemmeno possibile amare Dio e amare contestualmente le ricchezze, è l’ennesimo inganno, Gesù ce lo rivela chiaramente:

Nessun domestico può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro.

Voi non potete servire Dio e Mammona. (Luca 16:13)

 

E la prova lampante ce la danno immediatamente i farisei, che dicevano di amare Dio e amavano il denaro, ,davanti alla Parola di Dio dimostrarono la realtà del loro amore:

I farisei, che amavano il denaro, udivano tutte queste cose e si beffavano di lui. (Luca 16:14)

 

***

 Se pensiamo di essere più furbi di Gesù,

siamo in realtà degli stupidi,

stiamo pure certi che il nostro amore per le ricchezze ci porterà lontano da Dio, la Sua Parola non ci sembrerà abbastanza affidabile, la disprezzeremo più o meno in modo manifesto, il nostro cuore sarà lontano da Lui!

 

Paolo insegna così:

Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio; perché quello che l'uomo avrà seminato, quello pure mieterà.

Perché chi semina per la sua carne, mieterà corruzione dalla carne; ma chi semina per lo Spirito mieterà dallo Spirito vita eterna. (Galati 6:7-8)

 

Non possiamo pensare di beffarci di Dio (come i farisei che dicevano di amare Dio e si beffavano di Gesù e della Sua Parola), ,perché siamo in un campo, ,dove investiamo per il nostro futuro

 se seminiamo ricchezze terrene mieteremo ricchezze terrene (corruzione, non necessariamente peccato o perversioni, ma cose minime, false, che non durano, che si corrompono, che non valgono)

 se seminiamo ricchezze celesti mieteremo ricchezze celesti (incorruttibili, ma cose grandi, vere, che durano, che non si corrompono, che  valgono)

 

E’ bene quindi chiarire anche un altro inganno, ,ancora oggi, purtroppo si è diffusa all’interno delle chiese, una falsa ed ingannevole dottrina, la quale dichiara che le benedizioni e le ricchezze terrene sono una prova della benedizione di Dio.

A questi falsi dottori rispondiamo con quello che insegna Paolo a Timoteo:

Se qualcuno insegna una dottrina diversa e non si attiene alle sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e alla dottrina che è conforme alla pietà, è un orgoglioso e non sa nulla; ma si fissa su questioni e dispute di parole, dalle quali nascono invidia, contese, maldicenza, cattivi sospetti, acerbe discussioni di persone corrotte di mente e prive della verità, le quali considerano la pietà come una fonte di guadagno.

La pietà, con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno. Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla; ma avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti.

Invece quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione.

Infatti l'amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori.

Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose, e ricerca la giustizia, la pietà, la fede, l'amore, la costanza e la mansuetudine.

Combatti il buon combattimento della fede, afferra la vita eterna alla quale sei stato chiamato… (1 Timoteo 6:3-12)

 

Proseguendo nell’insegnamento Paolo dice ancora:

Ai ricchi in questo mondo ordina di non essere d'animo orgoglioso, di non riporre la loro speranza nell'incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che ci fornisce abbondantemente di ogni cosa perché ne godiamo; di fare del bene, di arricchirsi di opere buone, di essere generosi nel donare, pronti a dare, così da mettersi da parte un tesoro ben fondato per l'avvenire, per ottenere la vera vita. (1 Timoteo 6:17-19)

 

***

Impariamo quindi a investire tutto quello che abbiamo dove potremo ottenere un ottimo rendimento garantito:

Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio.

Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.

Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria. (Colossesi 3:1-4)

 

Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.

Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra.

Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra; poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù.

Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno.

Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco. (1 Corinzi 3:9-15)

 

Ascoltiamo quindi con estrema attenzione l’esortazione del più grande ed esperto operatore finanziario che conosciamo:

Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano.

Perché dov'è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore. (Luca 6:19-21)

 

Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri. (Filippesi 4:8)

 

 

Gianni Marinuzzi